Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 941 du 7 octobre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 941/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno ad avviare un'interlocuzione con lo Stato per l'attuazione di una riforma fiscale che comporti semplificazione e riduzione dell'imposizione fiscale nei confronti dei possessori di immobili".

Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto n. 45 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Un discorso apparentemente molto, molto tecnico, però in realtà è un discorso concreto che rientra nella vita quotidiana di buona parte dei Valdostani, soprattutto entra nella vita quotidiana di chi è proprietario di un immobile.

Allora è noto che a metà agosto il Ministero dell'economia ha inserito nell'atto di indirizzo alle Amministrazioni fiscali per il triennio 2021-2023 l'aggiornamento degli archivi catastali e si prevede ora di inserire nella riforma fiscale anche la revisione del Catasto, quindi un passo ritenuto necessario per poter spendere i fondi del Recovery Fund, così il Consiglio dei ministri del 5 ottobre, due giorni fa, ha approvato il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale. Definito questo disegno di legge che indica un perimetro all'interno di cui ci si muove negli approfondimenti di legge, il Governo ha 18 mesi per l'adozione dei definiti decreti delegati.

Ora, il testo di questa riforma del Catasto ha ancora, come ho detto, i contorni non definiti nel dettaglio giustamente perché siamo a livello del perimetro di un disegno di legge, ma comunque ha già degli aspetti chiari e sono cardini della riforma, i principi ispiratori sarebbero tre.

Il primo: la rivalutazione dei valori catastali con il passaggio dalle rendite ai valori medi di mercato ottenuti applicando un algoritmo ai valori calcolati dall'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle entrate; questo cosa vuol dire? Il valore di rendita catastale dovrà essere aggiornato al valore del valore commerciale. Se il percorso è fatto bene, la cosa ha una sua logica e funzionerebbe; il problema - ed è proprio tutta la natura di questa mozione - è sempre solo uno, est modus in rebus, perché, fatta con criteri di approfondimento corretti, è una riforma auspicata, fatta in maniera approssimativa, sarebbe una riforma assolutamente ingiusta e penalizzante. È per quello che lo spirito di questa mozione vuole portare semplicemente l'attenzione laddove noi possiamo - lo dirò poi più avanti - alla realizzazione di tutti i dettagli del passaggio dal disegno di legge alla situazione definitiva. Primo cardine quindi è la rivalutazione dei valori catastali.

Secondo cardine: il passaggio dalla definizione della rendita che al momento è a vani, io penso che quasi tutti ricordino le proprie visure catastali che definiscono la rendita del proprio patrimonio, delle rispettive unità immobiliari sulla base di vani, il passaggio dai vani ai metri quadri. Allora verrebbe da dire: va benissimo, perché il vano tecnicamente ha una consistenza da 8 metri quadri a 24 metri quadri, quindi potremmo anche dire un'abitazione che abbia dieci vani da 8 metri quadrati avrebbe una rendita superiore a un'abitazione che abbia un minor numero di vani ma di 23 metri quadri cadauno, quindi c'è un elemento di giustizia che deve essere messo in atto.

Benissimo, però vediamo già solo da questo punto, da questo aspetto il fatto che negli anni Sessanta-Settanta, qualcosa ancora negli anni Ottanta ma fondamentalmente con gli anni Settanta si era concluso un periodo in cui si costruivano le unità immobiliari con dei tagli grandi: grandi come tagli perché c'era un disegno di famiglia, e quindi di utenti che aveva bisogno di un certo fabbisogno di spazio, c'era anche un concetto di dimensionamento dei singoli ambienti maggiore, più generoso rispetto a quello che poi è successo a partire dagli anni Novanta. Vale a dire le camere da letto degli anni Settanta non sono le camere da letto matrimoniali per le quali è previsto un dimensionamento minimo di 14 metri quadrati, erano di 17-18-20-25 in certi casi, perché questo era il modo di progettare, il modo di costruire di quell'epoca perché gli utenti di quell'epoca disponevano di mobilio di dimensioni più grandi, c'era l'armadio della nonna, il comò della nonna, quindi tutto un dimensionamento degli ambienti che era funzionale a una serie di elementi di tendenza.

Ora, immaginiamo che se si applicasse in maniera pedestre questo principio, noi ci troveremmo ad avere una rivalutazione più ampia per questi edifici, per queste unità immobiliari degli anni Settanta, piuttosto che quelle degli anni Novanta o Duemila, mentre il valore commerciale di questi edifici, di queste unità immobiliari realizzate negli anni Settanta è comunque inferiore a quello degli anni Novanta-Duemila, ovviamente, perché c'è un principio di vetustà, c'è anche un principio di commerciabilità, perché è molto più facile commercializzare un' unità immobiliare di 80 metri quadri piuttosto che un'unità immobiliare di 120. Noi capiamo pertanto anche da questo secondo passaggio che è estremamente importante il modo in cui si attua questo approfondimento, questo passaggio dal disegno di legge alla fase successiva.

Terzo elemento: ridurre le categorie catastali. Ora ricordiamo, categoria A1, A2, A3, A4. L'obiettivo è quello di ridurre le categorie catastali fondamentalmente in tre dove le dominanti sono immobili ordinari, immobili speciali e poi un'altra categoria un po' più rara di beni culturali, però rendiamoci conto che noi sappiamo perfettamente che il passaggio da una categoria all'altra, da una A1 da A2 a A3 a A4 e poi sono molte di più le categorie presenti a livello catastale, poi arrivano le altre lettere: la F e via dicendo, ma non entro nell'ambito tecnico, entro semplicemente nel discorso che l'operazione di semplificazione può essere un'operazione di livellamento dove le differenze si cancellano e quindi di nuovo può diventare un'operazione eseguita in maniera addirittura ingiusta perché si pesano nello stesso modo due misure diverse.

Allora in sintesi questi sono i cardini di questa riforma catastale. Premetto che l'ultima riforma degli estimi catastali è stata eseguita nel 1989, poi ci sono state altre varie fasi in cui si è cercato di modificarle sempre con lievi aggiustamenti e spesso anche con fallimenti veri e propri, per cui è normale, se noi chiediamo a un geometra, a un architetto, a un ingegnere, a qualcuno che opera nel settore della materia catastale, direbbe: "sicuramente è assolutamente necessario eseguire questo aggiornamento degli estimi catastali".

Altro esempio: ci sono certi edifici considerati di pregio negli anni Settanta perché avevano certe caratteristiche, queste caratteristiche legate al posizionamento, quindi alla collocazione nell'ambito urbano, alla presenza o meno di ascensori, di corte, di garage, di tutta una serie di equipaggiamenti, di esternalità all'unità immobiliare che definiscono una collocazione in una categoria di pregio e, di conseguenza, con un valore catastale più alto. Ad oggi queste caratteristiche che negli anni Settanta potevano dare pregio a una certa unità immobiliare sono completamente sorpassate da altri livelli standard e, di conseguenza, è chiaro, risulta del tutto chiaro che la categoria di una certa unità immobiliare, non avendo più quei requisiti che ne giustificano l'appartenenza, diventa un peso. Il fatto di poter chiedere un declassamento, un passaggio a una categoria inferiore diventa un problema conflittuale, una strada in salita nei confronti dell'Agenzia del territorio e, di conseguenza, mette in difficoltà i proprietari, mette in difficoltà l'eventuale redattore di una pratica di revisione. È auspicabile quindi ma è sempre il solito discorso: dipende dal modo in cui viene realizzato.

Ora, nella fase di disegno di legge è indicato soltanto un perimetro, non sono indicati tutti i dettagli, quindi la comprensione di dove porterà l'applicazione, l'iter di completamento di questo disegno di legge noi non l'abbiamo, non lo percepiamo, non abbiamo gli elementi sufficienti per capirlo, ma non noi come Consiglio regionale della Valle d'Aosta ma anche tutto il mondo delle libere professioni, dei tecnici di settore non ha chiaro perché sono tutti dettagli che hanno bisogno di un approfondimento, è normale.

Allora il problema è questo: sapendo che si possono generare degli scenari nel tentativo di voler correggere e aggiornare delle situazioni vetuste, c'è il rischio di incorrere in situazioni invece più ingiuste di quanto lo siano tuttora.

Poi ci sono gli effetti sull'IMU, secondo le indicazioni del presidente del Consiglio Draghi, non ci sarà un'incidenza sull'IMU a seguito della variazione della rendita catastale. Questa è una promessa che dovrebbe essere messa per iscritto perché io sinceramente, senza ovviamente minimamente mettermi nella maniera più assoluta in competitività con il presidente del Consiglio Draghi, ci mancherebbe, ho sufficiente lucidità mentale per non cadere in questo tranello, però che cosa succederà in seguito quando a un certo punto si dirà: "sì, però a un certo punto il percorso di approfondimento dell'assetto normativo che va a disciplinare la legge in definitiva ha fatto emergere la necessità di trovare... alla fine genera un aumento dell'IMU". Questo non è definito, non è chiaro, è stato detto come intenzione però è importante che nel percorso di un disegno di legge ci sia tutta un'attività di monitoraggio e di sorveglianza per far sì che questo avvenga.

Ovviamente l'IMU per la prima casa non è un problema, ma l'IMU per la seconda lo è e noi sappiamo, noi viviamo in un territorio Valle d'Aosta dove la componente seconda casa ha un ruolo significativo nell'economia delle singole famiglie, perché, essendo una Regione a vocazione turistica, sono tantissimi i casi in cui i Valdostani hanno fatto sacrifici e hanno realizzato, oltre la propria abitazione, ulteriori abitazioni nell'intenzione di poter svolgere un ruolo di accoglienza turistica. È vero, voi dite: "certo, questo permette di generare un reddito"; benissimo, ma noi immaginiamo che in certe situazioni, nella maggior parte dei casi, questo si genera a livello di economia familiare, cioè non è un business degli spregiudicati attori del mercato che mettono in atto le condizioni per spremere fino all'osso tutto l'utile possibile e immaginabile. Sono situazioni normali di famiglia, sono anche altre situazioni dove i genitori, nel momento in cui eseguono un certo intervento edilizio, realizzano anche un'unità immobiliare in vista di poter ospitare i figli, poi magari figli non vogliono stare vicino ai genitori e quella abitazione viene utilizzata per locazione. Stiamo entrando in contesti che riguardano la vita e l'impegno, senza retorica, ma il sacrificio di tante famiglie e nel tessuto economico valdostano questo ha una prevalenza di tutto rilievo.

In ogni caso se non c'è un incremento dell'IMU sulla prima casa, l'aumento della rendita catastale della prima casa definisce anche una modificazione agli effetti dell'Isee, perché l'Isee noi sappiamo che viene calcolato anche sul valore dell'abitazione in cui uno risiede, della propria prima abitazione. Immaginiamo che cosa succede dal punto di vista della determinazione dei valori di Isee il fatto di inserire un'abitazione il cui valore aumenta notevolmente. C'è uno studio che valuta il fatto che mediamente l'Isee per ogni famiglia che ha in possesso un'abitazione aumenterebbe di 75 mila euro medi, vuol dire che c'è un incremento della soglia di Isee del 318 percento. È chiaro che tutto questo diventa chiaro come certe agevolazioni per le mense scolastiche, le rette degli asili-nido, le tasse universitarie, i bonus affitti, i bonus bollette, rette delle RSA, tutto ciò che è legato alla produzione di un Isee troverebbe un assetto completamente diverso, estremamente penalizzante. Piccola parentesi: non è oggetto di questa interpellanza ma permettetemi di condividere questo fatto, per me - e penso per tutte le persone che abbiano un minimo di approfondimento sul tema - già il fatto di pensare che un'abitazione di residenza vada ad incidere sull'Isee è qualcosa che non so fino a che punto abbia senso, perché quella abitazione è frutto di un investimento, di una spesa, di un sacrificio, di un mutuo che si sta pagando, oppure è frutto della generazione che ci ha preceduto. In ogni caso chiunque ha un'abitazione sa che un'abitazione è un peso quotidiano dal punto di vista economico, bisogna mantenerla sotto tanti aspetti, aspetti manutentivi che sono richiesti costantemente, quindi l'abitazione non è automaticamente un elemento che produce reddito e il fatto di essere possessori di un'abitazione, di una prima abitazione ci permette di poter dire: evito di spendere soldi per un affitto, ma in realtà sto spendendo soldi per una manutenzione come minimo, se non per il completamento di un'operazione di mutuo.

Anche la TARI rimarrebbe coinvolta perché noi sappiamo che viene calcolata sulla base della superficie e, tra l'altro, si calcola l'80 percento della superficie catastale lorda dell'abitazione. È chiaro che se andando a rivedere l'assetto catastale si va a definire e approfondire l'aspetto delle superfici catastali nell'individuazione dei vari processi di determinazione delle nuove rendite, anche l'effetto relativo al calcolo della TARI trova un suo comportamento conseguente.

A questo punto, per arrivare alla conclusione, perché, come vedete, so che vi state preoccupando perché vedete diversi fogli davanti a me e dite: "chissà quando arriva alla conclusione di questa esposizione", però vedo che l'attenzione è ancora alta, non è una captatio benevolentiae, e allora arrivo subito a due ulteriori considerazioni, sono considerazioni conclusive.

Teniamo conto che il possesso dell'abitazione, l'abitazione proprio in proprietà è una tendenza tipicamente italiana e fortemente rappresentata dalla nostra comunità valdostana. Questo fatto di avere l'abitazione in possesso non è soltanto un vantaggio a favore del possessore, ma questo disegna un tessuto sociale, un tessuto economico tale per cui l'Italia riesce a essere in qualche modo garante nei confronti dei Paesi con i quali sussiste una situazione di debito pubblico proprio in virtù dell'entità della mole del patrimonio immobiliare di proprietà degli Italiani.

C'è nel mio gruppo politico un economista per cui non voglio minimamente invadere il suo campo, quindi sto parlando con la visione dell'architetto e mi limito a questo: teniamo conto che questa situazione virtuosa per l'Italia è conosciuta dal mondo dell'economia esattamente in maniera virtuosa nei confronti degli equilibri connessi al debito pubblico.

Ultimo elemento è il numero di questo stock. Sapete che l'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate nel 2020 ha stimato lo stock degli immobili, delle unità immobiliari presenti sul territorio nazionale in 76 milioni e mezzo di immobili e di tutto questo enorme patrimonio immobiliare il 61 percento è relativo a immobili di proprietà delle persone fisiche. Vuol dire che su tutto il patrimonio costruito in Italia, compreso tutto il patrimonio delle opere pubbliche, noi abbiamo il 61 percento che appartiene all'ambito privato, il 61 percento è frutto di quell'impegno generazionale a costruirsi l'abitazione, con tutto l'indotto dell'edilizia annesso, con tutto l'indotto della manutenzione annessa. Questo è un quadro significativo e fa capire come questa manovra, prima ancora di toccare i gruppi finanziari e le attività che operano nel mercato, va a toccare prima di tutto le persone, i cittadini. Questo giusto per capire la necessità di tutta la dimensione di attenzione al modus in rebus come dicevo prima.

Per concludere, sappiamo che c'è una bagarre politica su questo aspetto ma la bagarre politica, siccome è nota dai mezzi di comunicazione, io la tralascio. È strano, forse paradossale che un Consigliere di opposizione del gruppo Lega tralasci esattamente la posizione politica; perché? Perché mi interessa di più in questo momento mettere in evidenza la posizione di una visione sociale e proprio in questa linea io richiamo quanto è rappresentato da Confedilizia. Confedilizia, in rappresentanza di proprietari, parla di rischio enorme dall'intervento sul Catasto precisando che se c'è un'urgenza in campo immobiliare, non è certo la riforma del Catasto bensì una netta riduzione della tassazione, specie di quella di natura patrimoniale. Basti pensare al fatto che dal 2012 l'IMU pesa 12-13 miliardi in più ogni anno rispetto all'ICI, questo è quanto afferma il presidente Giorgio Spaziani Testa: "ogni volta che si è pensato di intervenire sugli estimi catastali, si è dato luogo ad aumenti di imposizione. Se la riforma viene fatta per dare seguito alle richieste che provengono dall'Europa, l'aumento di tassazione è certo visto che nei documenti della Commissione è espressamente indicato questo obiettivo". Quanto all'obiettivo di giustizia fiscale, Spaziani Testa nota che "le iniquità esistono nel Catasto, come in tanti altri comparti, ma esistono anche strumenti attivabili dall'Agenzia delle entrate e dagli stessi Comuni per correggerne molte. Secondo Confedilizia, il Governo dovrebbe invece ridurre il carico fiscale. Si inizi eliminando la patrimoniale sugli immobili inagibili che ancora ne sono soggetti e nei piccoli centri, quelli in via di spopolamento, dove gli immobili hanno valore zero non essendo né abitabili, né vendibili o affittabili. Togliere l'IMU nei Comuni fino a 3.000 abitanti costerebbe appena 800 milioni di euro".

Ora, questi sono i desiderata di Confedilizia, è chiaro che ormai stiamo parlando dopo la riunione del Consiglio dei ministri del 5 ottobre scorso dove ormai i giochi si sono fatti, si sono fatti come perimetro. È per quello che io dico: ma a questo punto, a seguito dell'approvazione avvenuta nel Consiglio dei ministri di due giorni fa, allora questa mozione dove ci porta? Questa mozione ci porta semplicemente a prendere una posizione, una posizione noi come Consiglio regionale, ben sapendo che siamo Consiglio regionale della Valle d'Aosta, non abbiamo nessun potere particolare di persuasione di Mario Draghi, non abbiamo il potere di intervenire nel perimetro, nei contorni, oltre i contorni del perimetro di questo disegno di legge, però è chiaro che ci sono due ambiti che possono essere messi in atto e sono: prima di tutto noi partecipiamo alla Conferenza Stato-Regioni, quindi, in occasione di questi incontri, l'impegnativa contenuta in questa mozione prevede che ci siano delle interlocuzioni tra la Valle d'Aosta e le altre Regioni sul tema in modo da creare una situazione di monitoraggio, di vigilanza, di guida nella definizione di tutte le operazioni di passaggio da questo disegno di legge alla fase attuativa.

Il secondo elemento: noi abbiamo due rappresentanti del nostro territorio a Roma, di uno abbiamo fatto una piccola disquisizione un momento fa, quindi probabilmente perdiamo qualche pezzo per strada ma quanto meno possiamo dire che il senatore Lanièce, che oltretutto esprime una forza politica che è presente in Consiglio regionale, è in maggioranza ed esprime la Presidenza della Regione... penso sia assolutamente contattabile e penso sia facilmente realizzabile una messa in moto di dialogo in modo tale che nel suo ruolo di Senatore della Repubblica possa svolgere questa vigilanza nell'iter di legge in maniera tale che gli interessi della nostra economia territoriale vengano difesi dignitosamente. Pertanto leggo i due punti di impegnativa della mozione che prevede al primo punto... li diamo per letti, tanto ognuno di noi ha il testo davanti, mi spiace per chi ci segue da casa, è chiaro che la vigilanza sull'iter è la chiave di lettura di tutta questa presentazione e della mozione.

Presidente - Con questa presentazione apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. Qualcuno intende intervenire in discussione generale? Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Io non posso aggiungere sicuramente molto all'esposizione che ha già fatto il collega Distort, che ha spiegato minutamente quali sono le motivazioni per le quali abbiamo ritenuto opportuno presentare questa iniziativa. Mi permetto solo di evidenziare un fatto e un lato che è stato evocato in qualche maniera, cioè la funzione sociale dell'alloggio, che non è soltanto una funzione limitata appunto al bene che tantissime famiglie possiedono ma è anche un valore che pesa, come sappiamo, sul reddito delle famiglie. Il valore dell'alloggio, degli immobili pesa sul reddito delle famiglie e pesa anche sul valore dell'Isee.

Come sappiamo, l'Isee è indispensabile soprattutto per le famiglie che sono in uno stato di necessità per aderire ad alcune facilitazioni, piuttosto che aiuti di varia natura e qualsiasi variazione di valore che coinvolga gli alloggi o le proprietà che sono a disposizione delle famiglie evidentemente si ripercuote anche sull'Isee. Questo significa che intervenire in aumento, in rialzo sui valori degli immobili, e quindi con questa riforma del Catasto, che in realtà, com'è stato poi detto in maniera meno scoperta, mira a "riequilibrare" si è detto a saldo zero ma a saldo zero ovviamente come sappiamo è impossibile, quindi ci sarà inevitabilmente un aumento... riequilibrare dicevo, ma questo chiaramente graverà sul bilancio delle famiglie e non potrà che portare al rialzo il valore dell'Isee di moltissime famiglie, che a quel punto... Lo sappiamo, la nostra realtà purtroppo è piena di questi esempi, abbiamo, per esempio, contezza di famiglie che hanno proprietà, terreni, piuttosto che immobili, che sono inutilizzabili per vari motivi: c'è chi ha un immobile che non è nelle condizioni di essere affittato e quindi non può produrre reddito ma pesa sull' Isee; c'è chi, per esempio, ha degli immobili che sono stati ereditati, ma sono frutto magari di discussioni familiari divisi in tante parti con veti incrociati nella vendita e sono quindi inutilizzabili ma comunque valgono e pesano sull'Isee. Tutto questo chiaramente porterà semplicemente a un impoverimento di queste famiglie che già ad oggi vivono le difficoltà di queste proprietà e domani ne saranno gravate ulteriormente. Ecco perché anche per questo riteniamo opportuno votare questa mozione.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale, se qualcuno intende intervenire si prenoti, altrimenti chiudo la discussione generale. Non vedo prenotazioni, chiudo la discussione generale. In fase di replica per il Governo l'assessore Marzi.

Marzi (AV-SA) - Cercherò di essere forzatamente il più sintetico possibile in maniera "spintanea", mettiamola così.

Sono costretto a partire dalla fine, nel senso che, a parte il discorso più di matrice politica del Capogruppo del gruppo Lega che ha presentato l'iniziativa, c'è un aspetto fondamentale rispetto alla tematica di riferimento che il collega Distort nella sua ottima dissertazione di presentazione dell'iniziativa ha citato, ma sulla quale in parte si può anche sorvolare, cioè quale aspetto? Che rispetto a quando l'iniziativa è stata presentata, non più tardi del 5 di ottobre, è stata votata dal Consiglio dei ministri la legge delega che, secondo me, va un attimo sintetizzata, anche perché tutte le volte che si tratta questo tipo di temi, è il caso di lasciare dei punti anche in un'Assise eletta; leggo quindi la relazione illustrativa, le prime tre righe che dicono queste cose: "la riforma fiscale è tra le azioni chiave individuate dal PNRR per dare risposte alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso costituisce parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee.

Il comma 1 conferisce al Governo la delega legislativa per la revisione del sistema fiscale da esercitarsi attraverso l'emanazione dei singoli decreti attuativi entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della presente legge e individua i principi e i criteri direttivi generali a cui ogni misura specifica dovrà conformarsi. Gli obiettivi fondamentali della delega al Governo per la revisione del sistema fiscale sono la crescita dell'economia attraverso l'aumento dell'efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall'impiego dei fattori di produzione, la razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario preservandone la progressività da attuarsi anche attraverso la riduzione degli adempimenti a carico dei contribuenti e l'eliminazione dei cosiddetti "micro tributi" con gettito trascurabile per l'Erario e la riduzione dell'evasione ed elusione fiscale. Fondamentalmente nelle prime tre-quattro righe la relazione illustrativa di riferimento sposa perfettamente quanto giustamente sottolineato dal collega Manfrin e anche leggermente appoggiato durante la lunga dissertazione dell'iniziativa da parte del collega Distort.

Venendo all'articolo 8, che riguarda invece l'oggetto dell'iniziativa, esso dice: "l'articolo 8 reca la delega al Governo per l'adozione di decreti legislativi finalizzati alla modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e alla revisione del Catasto dei fabbricati. Essa si muove secondo due direttrici: da una parte, la modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale degli immobili prevedendo strumenti da porre a disposizione dei Comuni e dell'Agenzia delle entrate secondo il paradigma dell'interoperabilità dei rispettivi sistemi formativi per facilitare e accelerare l'individuazione anche attraverso metodologie innovative degli immobili non censiti o che non rispettano l'effettiva reale consistenza o la relativa destinazione d'uso o la categoria catastale attribuita; dall'altra, l'integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale da rendere disponibili a decorrere dal 1° gennaio 2026". Di fatto quindi, rispetto alla lunga dissertazione che è stata giustamente proposta, noi stiamo parlando, perché nel frattempo qualcosa è occorso, cioè è capitato, di un aspetto che fondamentalmente ha come riforma del Catasto quella più volte sollecitata, e, tra l'altro, quindi richiamo anche la grande attenzione alla persona posta dal collega Distort perché in realtà dietro buona parte delle riforme che l'Unione europea, soprattutto in ambito fiscale, ci richiama da tantissimo tempo c'è un principio fondamentale, cioè il passaggio della tassazione dalle persone alle cose, esattamente quanto da lei richiamato.

Un altro aspetto della sua dissertazione che giustamente mi sento di propugnare e di sposare è "il controllo, l'attenzione". Ora, nel corso di questi mesi ci siamo spesso confrontati rispetto a una serie di riforme che hanno riguardato il mondo dell'edilizia e dell'urbanistica, tra l'altro, so benissimo essere due cose diverse anche grazie alla dovizia delle sue iniziative consiliari e spesso abbiamo preso delle posizioni che sicuramente vanno difese. In tal senso, nella giornata di oggi e anche nel corso di queste settimane ho chiesto dei confronti diretti con l'Agenzia delle entrate e quindi, di conseguenza, anche per portare all'attenzione dell'Agenzia stessa tutta una serie di sollecitazioni che lei più volte ha portato in aula che potrebbero avere delle interpretazioni differenti visti i grandi passi legislativi di riforma che abbiamo fatto che non sempre vengono contemperati a livello nazionale. Credo che questo debba essere fatto anche per quanto riguarda la futura riforma del Catasto, però c'è un dato di riferimento per onestà intellettuale che va assolutamente posto e poi mi taccio chiedendole di ritirare l'iniziativa oppure noi ci asterremo, cioè quale aspetto? Ad oggi quello che c'è inserito all'interno della legge delega è una riforma, mi permetto di parlare in termini più semplici, dell'anagrafe degli immobili per i motivi che ho citato poc'anzi. Questa è una volontà che dovrebbe portare... è stato chiaramente esplicitato dal Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, che fa parte di un Governo di unità nazionale di cui anche il gruppo Lega giustamente fa parte, di conseguenza, all'interno di questa riforma lui ha chiaramente espresso che cosa? L'equità, cioè lui ha chiaramente detto che questa riforma è fondamentale senza aumentare assolutamente le tasse in quanto dovrebbe portare, a partire dal 1° gennaio 2026, a fare tutta una serie di valutazioni.

Tutte le imposte che voi giustamente avete citato, a partire dall'IMU che abbiamo avuto la fortuna di vivere - qui ci sono tanti sindaci, tanti ex consiglieri comunali, nel 2012 erano presenti quando è partita l'IMU - ovviamente dico la fortuna in senso eufemistico, nel senso che è stata una mazzata, qualcun'altro ha dovuto poi anche subire il passaggio da TARSU a TARES, che poi è diventata la TARI all'interno della IUC, e successivamente l'arrivo anche della TASI nel 2014, che nel frattempo è stata eliminata, hanno determinato un periodo travagliato. In una prima versione addirittura l'IMU era un'imposta locale che veniva pagata anche per la casa principale.

Quello che fino ad oggi è successo a livello centrale è che negli ultimi dieci anni lo Stato centrale italiano ha tolto mano dall'imposta sulla casa delegandole ai Comuni e quindi dicendo: "io non alzo più le tasse però non ti do i soldi, spetta ai Comuni applicare le tasse alle case degli Italiani". Siccome non venivano fatti altri tipi di trasferimenti, tutti i Comuni italiani hanno dovuto applicare prima l'IMU, poi la TARI, poi la IUC con la TASI e, di fatto, soltanto grazie agli sgravi poi imposti per altri motivi, si sono tolte delle tasse agli Italiani. Diventa pertanto veramente difficile pensare - e fino ad oggi il Governo nazionale non ne ha dato segnale - che, nel momento in cui si dovesse arrivare a un nuovo Catasto, che ha come principale obiettivo quello, dopo il 1939, di arrivare a mettere un po' di ordine... che si possano applicare questo tipo di tassazioni a un Catasto eventualmente rinnovato.

Per chi fa un minimo di politica, ma lo dico concretamente, il passaggio logico per il quale oggi, di fatto il 5 di ottobre, il Governo nazionale intraprende il cammino nei confronti di una legge delega su questo tipo di riforma del Catasto rende difficile pensare, per chi fa un po' di politica, che questo tipo di riforma dovrà poi essere la base imponibile dalla quale partire per applicare tout court le attuali imposte che conosciamo sugli immobili degli.

Giustamente la sua iniziativa - tra l'altro, la ringrazio anche per averla in una qualche maniera edulcorata tarandola sulla sua volontà soprattutto di dargli una connotazione tecnica più che politica - comunque mantiene un certo tipo di passaggio politico, perché questo è un passaggio logico che oggi non soltanto il presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana Mario Draghi ha addirittura scongiurato, ma addirittura anch'io se dovessi pensarlo, non credo sarebbe così naturale tanto per essere chiari, perché altrimenti l'unico risultato di riferimento, ripeto, a partire dal 2026 in poi sarebbe una sorta di rivoluzione per chiunque lo applicasse, per cui arrivare a dare dei messaggi rispetto al fatto che nello sposare o meno un'iniziativa di questo genere... di fatto si sta o meno propugnando la libertà degli Italiani di avere la casa, questo, secondo me, è leggermente forte.

In realtà, da parte di questo Governo, così come dei Governi precedenti c'è, c'era e continua a rimanere, indipendentemente dall'astensione a questa mozione, la volontà non soltanto di fare attenzione a quello che viene fatto, ma di quotare in maniera positiva che una riforma del fisco finalmente anche con una legge delega cominci a partire. Naturalmente siamo assolutamente certi che l'attenzione che c'è stata continuerà a esserci sia nei confronti di un tema così caldo come quello della riforma del Catasto, sia soprattutto rispetto a tutta una serie di temi che riguardano la peculiarità del nostro territorio, che ha visto, da un punto di vista catastale, alcuni passaggi che certo non lo hanno avvantaggiato.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Solo per replicare in questi termini. Prima di tutto non si vuole mettere minimamente in discussione l'attuazione di una riforma del Catasto, l'ho detto, lo ripeto, sarebbe segnale di squilibrio mentale da parte mia e da parte del nostro gruppo andare a proporre un'iniziativa di questo genere di fronte alla decisione assunta dal Consiglio dei ministri. Questo non si mette in discussione nella maniera più assoluta, però cosa succede? Noi lo sappiamo perché facciamo questo di lavoro, abbiamo un disegno di legge, il disegno di legge ha un suo iter, nell'iter ci sono tutta una serie di aggiustamenti, di approfondimenti e poi si definisce un disegno definitivo che si porta in votazione.

Allora non dico che l'attività del Consiglio regionale della Valle d'Aosta si replica in maniera identica nel Parlamento e nel Governo italiano, ma dico in ogni caso: in questi diciotto mesi in cui si passa da un disegno di legge ai decreti attuativi o ai vari decreti legislativi... questo passaggio avviene sicuramente attraverso tutta una serie di concertazioni e di approfondimenti... in questo passaggio svolgerà una sua funzione il personale eletto nell'ambito del Parlamento? In questo passaggio avrà un ruolo il nostro senatore Lanièce? In questo passaggio potrà svolgere una legittima e dovuta vigilanza? Probabilmente lui la svolge in motu proprio ma oggi il messaggio a questo punto sociale e politico che noi diamo alla popolazione, ai Valdostani è che il Consiglio regionale, per quanto di propria competenza, userà questi due semplici strumenti che ha a disposizione: il concertare e condividere gli argomenti in occasione degli incontri Stato-Regioni in maniera da creare un clima di sensibilizzazione che mandi dei messaggi al Governo e il secondo è che i nostri rappresentanti parlamentari, quanto meno il senatore Lanièce, svolgano un'opera di vigilanza.

Addirittura io vi confido che, nel momento in cui noi abbiamo predisposto e abbiamo depositato questa impegnativa, abbiamo pensato: è qualcosa di talmente logico che potrebbe addirittura... andiamo a sfondare una porta aperta soprattutto, permettetemi, da parte delle forze autonomiste. Con questo io non voglio sollevare dei vespai ma parliamoci chiaro. Il messaggio che noi oggi possiamo dare ai Valdostani è questo, dire: sarà una povera voce la nostra, ma è una voce che si leva perché noi abbiamo un senso dell'autonomia, perché noi abbiamo un attaccamento al territorio, perché per noi sono importanti tali questioni e tutti i mezzi che abbiamo, per quanto limitati siano, li mettiamo in atto, né più né meno che questo chiede la mozione.

Allora io mi chiedo non è che durante gli incontri Stato-Regione ci sarà il tabù in merito a questo discorso, potrete parlare di tutto tranne che di questo? Immagino che ci saranno delle occasioni in cui si potrà condividere con le altre Regioni questo discorso, queste preoccupazioni, questo desiderio di sensibilizzare, di far arrivare allo Stato centrale dei messaggi, o sbaglio?

E nei confronti del nostro Senatore cosa succede? Che chi ha contatti istituzionali, o di partito, o di conoscenza all'interno di questo Consiglio con il senatore Lanièce, metto per par condicio anche il deputato Tripodi... cosa facciamo? Ognuno disattiva la possibilità di ricevere chiamate? Si mette un inibitore di chiamate in modo che non ci possa essere più dialogo assolutamente o ci saranno dei dialoghi? E nel momento in cui ci sono questi dialoghi, ci sarà la possibilità di parlarsi su questo argomento?

Nell'astensione, cari colleghi, caro assessore Marzi, a nome del Governo, a nome della maggioranza, voi dichiarate di non interessarvi di questo aspetto anche se l'impegnativa è un'impegnativa estremamente modesta. Allora questo atteggiamento, permettetemi di dire, con lo stesso spirito tecnico della mia presentazione, ma si chiama snobismo, non è questo il messaggio che noi potremmo dare ai Valdostani. Sinceramente io trovo sconcertante che non possa esserci condivisione su questo tema e a questo punto mi verrebbe da pensare che probabilmente ci sono altre ragioni sotto.

Io ho voluto dare un'impronta tecnica e sociale, ho precisato "sociale", perché vuole andare esattamente a rispondere a un disegno di società della nostra comunità valdostana, vuole andare a rispondere a quelle persone, vuole andare a rispondere ai possessori di case, vuole andare a rispondere alle varie associazioni che si occupano di case, a tutto il mondo dell'edilizia, vuole andare esattamente a rispondere a queste persone. Non è quindi solo un discorso tecnico, è un discorso di attenzione, però vi dico sinceramente che mi sconcerta il fatto che ci sia una risposta da parte del Governo o della maggioranza ammesso che sia condivisa da tutta la maggioranza, mi sconcerta perché il messaggio non è un messaggio tra il Governo e Distort o il gruppo Lega, il messaggio è tra il Governo, la maggioranza e gli interlocutori esterni che sono i nostri cittadini proprietari di immobili che possono essere semplicemente rassicurati del fatto che ci sarà qualcuno che vigilerà e noi utilizzeremo tutti i mezzi per farlo. Grazie per l'attenzione.

Presidente - Consigliere Manfrin a lei a parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Innanzitutto rilevo che evocare un possibile apprezzamento delle proprietà immobiliari possa far alzare l'Isee di milioni di famiglie è un tema politico, io ero convinto che fosse semplicemente la logica, invece l'assessore Marzi mi dice che ho fatto un intervento politico, mi chiedo quali siano i contorni di questo intervento politico ma prendo atto.

Assessore Marzi, lei, come sempre, gioca a confondere le acque in maniera veramente abile ma noi ormai ci conosciamo e quindi so benissimo quali sono le modalità che utilizza e con le sue circonvoluzioni lessicali, utilizzando i richiami di legge, ovviamente cerca di anestetizzare il dibattito e soprattutto, vista l'ora, anche gli ascoltatori pochi, peraltro abbiamo visto anche i dati, che ci guardano sulla televisione un po' di più da altri canali... ma quello che purtroppo rimane è un dato solo: il fatto che, per quanto lei possa provare a nascondere questo dato, quella che è stata approvata non è semplicemente una riforma nel senso di dire, com'è stato detto: troviamo quel milione di immobili che non sono accatastati per far pagare le tasse, perché su questo, come Lega, ci siamo sempre dichiarati assolutamente favorevoli, e quindi l'emersione degli immobili che chiaramente erano sconosciuti al Catasto e sui quali finalmente si devono pagare le imposte, questa è una cosa che auspichiamo anche noi da tempo. È cosa diversa dal dire invece, com'è stato detto e come qualcuno esultante ha poi dichiarato ai giornali: "grazie a noi non aumenteranno le tasse", perché, vede, io ho preso buona nota delle dichiarazioni che sono state fatte e il fatto che la Lega questo provvedimento non lo abbia votato, non è perché ha avuto un attacco di pazzia tutto d'un tratto, ma perché ci sono state delle evidenti dichiarazioni contraddittorie: in primis il fatto che questa delega fornisce la possibilità al Governo di poter aumentare, quando lo ritiene più opportuno, quindi 2026 come giustamente lei ha ricordato, eventualmente le tasse sulla casa, e quindi lo si fa adesso dicendo: "ma no, non lo facciamo adesso, lo spostiamo, nel 2026", qualche forza politica ha dichiarato: "ma noi vigileremo". Bisogna vedere perché il problema - e questo è un problema che si ripropone anche spesso con le regole del Consiglio - è che, finché abbiamo qualcuno che... diciamo: "mah, è una brava persona", si è discusso nella scorsa legislatura, non in questa, "l'attuale Presidente del Consiglio comunque ha sempre applicato in maniera equilibrata le regole e quant'altro e quindi le regole vanno bene". No, bisogna mettere delle regole che possano permettere di avere un'applicazione equilibrata anche quando un eventuale applicatore di queste regole non sia così equilibrato o abbia un'idea differente.

Allora prendo atto di alcune dichiarazioni di quello che lei ha definito con quella circonvoluzione che spesso utilizzavano le forze politiche quando non volevano dire il nome dell'avversario... e quindi il principale esponente dello schieramento a noi avverso, questa litania che si diceva, quindi il Presidente del Consiglio dei ministri che lei ha utilizzato, che ha dichiarato un giorno: "con la revisione delle rendite catastali nessuno pagherà di meno o di più", il 5 di ottobre, e il giorno successivo ha dichiarato: "la revisione è un'operazione di trasparenza per riequilibrare il carico fiscale. Ci sono tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno di quello dovuto". Capisce che, nel momento in cui io dichiaro che nessuno pagherà di meno o di più, dico che effettivamente ci sarà un saldo zero. Il problema è che è impossibile fare una revisione saldo zero e quindi molto più realisticamente si dice il 6 di ottobre: "ci sono tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno del dovuto". Allora capisce, il problema è anche di investimento e di prospettiva, perché l'aspetto sociale lo abbiamo ricordato, ed è un qualcosa chiaramente di tangibile, ma una persona che investe nel mattone oggi non è che guarda all'oggi per l'oggi, guarda all'oggi per il futuro e se il mercato dovesse percepire che nel 2026 potenzialmente dovesse esserci un aumento, probabilmente il mercato del mattone non avrebbe lo stesso valore: ecco perché riteniamo che sia opportuno votare questa iniziativa, ecco perché abbiamo ritenuto chiaramente di non votare questa delega chiaramente per il Governo che fornisce una delega in bianco e che, secondo noi, è sbagliata ed ecco perché, a fronte della sua richiesta di ritiro della mozione, come ha ricordato il collega, non ritiriamo la mozione ma, a nome del gruppo Lega, chiederò il voto segreto.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, metto in votazione la mozione. Come richiesto dal gruppo Lega, la votazione avverrà a scrutinio segreto. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 21

Favorevoli: 13

Contrari: 8

Astenuti: 13

La mozione non è approvata.

Con questa votazione si concludono i lavori del Consiglio regionale. Buona serata a tutti.

---

La sessione ordinaria termina alle ore 18:04.