Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 942 du 20 octobre 2021 - Resoconto

OBJET N° 942/XVI - Communications du Président du Conseil.

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 consiglieri, possiamo dare inizio ai lavori del Consiglio regionale. Punto n. 1 all'ordine del giorno.

In apertura di questo Consiglio desidero rivolgere un pensiero alle vittime dell'alluvione, che ventuno anni fa ha causato una vera e propria catastrofe per la nostra regione, sia in termini di perdite umane che di devastazione del territorio.

Vi comunico che, nel pomeriggio di ieri, la Giunta regionale ha depositato due disegni di legge che contengono, uno, disposizioni sul settore sanitario, l'altro, disposizioni in materia di contributi in conto interessi a sostegno della prima abitazione.

Nella riunione di ieri la Conferenza dei Capigruppo ha concordato di iscrivere in via di urgenza all'ordine del giorno di questo Consiglio, la proposta di legge in materia di nomine dell'USL, su cui la V Commissione ha prodotto un nuovo testo approvato all'unanimità nella riunione del 13 ottobre scorso. L'iniziativa sarà iscritta al punto n. 8.001 dell'ordine del giorno.

Sempre nella riunione della Conferenza dei Capigruppo di ieri, il Presidente della Regione ha comunicato che nel tardo pomeriggio di oggi l'assessore Caveri dovrà assentarsi per impegni istituzionali e pertanto verranno anticipate le trattazioni dei punti riguardanti le interpellanze e interrogazioni dell'assessore in questione. Inoltre, si è convenuto che il punto n. 33 all'ordine del giorno sarà discusso prima del punto n. 31.

Nel pomeriggio di ieri il consigliere Claudio Restano ha comunicato di fuoriuscire dal gruppo VdA Unie e di aderire al gruppo misto. Inoltre, nella serata di ieri, tramite e-mail, è stato comunicato dalle consigliere Minelli e Guichardaz la fuoriuscita dalla maggioranza.

Consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (VdA Unie) - Solo due parole a corredo di quanto da lei comunicato. È chiaro che le vicende politiche nazionali e regionali di questi ultimi anni, mesi e giorni, anche il percorso elettorale che tutti noi abbiamo seguito, che tanti di noi hanno seguito, ci raccontano che la crisi dell'attuale sistema politico è un dato di fatto oggettivo e indiscutibile oramai. Siamo di fronte a una lotta frenetica tra ciò che resta dei partiti e partitini esistenti annunciati o minacciati, ma per ora non si vede emergere nello scenario politico un nuovo e convincente orizzonte di valori. Probabilmente queste inevitabili composizioni e scomposizioni del vecchio sistema procedono ancora a strappi e a sussulti, dove i progetti e i propositi si inseguono da un giorno all'altro senza giungere a risultati concreti.

Tutto ciò avviene in un circuito pressoché autoreferenziale, improntato soprattutto al leaderismo, dove le opportunità della dialettica prevalgono sulle esigenze pratiche della collettività. E proprio dal punto di vista pratico questo Consiglio regionale sta affrontando e dovrà impegnarsi a risolvere delle tematiche divenute oramai improrogabili, quali la riforma dell'Amministrazione regionale, la riforma degli enti locali, la riforma elettorale, la realizzazione dei collegamenti intervallivi, la questione della ripresa economica, la gestione del PNRR, la riforma del turismo e della sanità.

Ecco perché, con altri cittadini ed elettori intendiamo cercare di arrestare questa paralizzante deriva e uscire dalla mera logica della lotta di potere, che impedisce alla nostra comunità di trovare quelle risposte a medio e a lungo termine di cui necessita, per continuare a evolversi verso forme di democrazia più compiute e governanti. Ecco perché, qui ed adesso, come da lei già annunciato, riferisco il nostro impegno formale e sostanziale a voler fare ricorso a forme innovative, fondate su un approccio creativo ai problemi posti dalla politica. E, come da lei già annunciato, comunico ufficialmente di aderire al gruppo misto, per poter esercitare in piena autonomia tale nostro intendimento.

Al fine di non incorrere in deprecabili equivoci, intendiamo precisare che questa comunicazione non tende e non vuole destabilizzare l'esecutivo, né intende suonare come una critica al suo operato, che peraltro abbiamo contribuito a determinare. Essa tende invece ad aprire una nuova fase che, per quanto ci riguarda, sia più sensibile alla ricerca di stabili affinità elettive tra le varie componenti politiche regionali, piuttosto che delle attuali labili affinità elettoralistiche. Lo faremo rivolgendoci a un'area di centro liberaldemocratica riformista, oggi non sufficientemente rappresentata all'interno di questo Consiglio.

Ciò detto intendo inoltre precisare che tale decisione non costituisce il cosiddetto "cambio di casacca", bensì alla naturale coerente prosecuzione di quanto affermato in questo Consiglio in occasione di interventi da me prodotti negli anni 2018, 2019 e 2020.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Come da lei annunciato ieri sera, io e la collega Minelli, rispettando l'indicazione arrivata dall'assemblea di PCP di lunedì 18 e recependo l'invito del tavolo di coordinamento del 19, abbiamo comunicato la nostra uscita dalla maggioranza. A distanza di parecchi mesi trascorsi dalla richiesta di verifica politica e programmatica, gli organismi di PCP hanno, infatti, preso atto della mancanza di volontà di un confronto da parte degli autonomisti, ciò che non consente per noi di proseguire una proficua collaborazione.

Lo dico con rammarico, perché ci abbiamo creduto e perché abbiamo contribuito, credo in maniera forte, a quel programma di legislatura del 2020. Purtroppo, bisogna anche prendere atto di come sono andate le cose a seguire e quindi non ci sentiamo più parte di questa maggioranza.

Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - La collega Guichardaz ha riassunto quanto è emerso lunedì sera in un'assemblea molto partecipata di Progetto Civico Progressista e l'invito che è venuto ieri dal Tavolo di coordinamento.

Un anno fa, il 20 ottobre - quindi siamo proprio all'anniversario - aveva inizio la nuova legislatura, nata dopo il traumatico scioglimento anticipato del Consiglio regionale e il voto del 20 e 21 settembre, con cui gli elettori avevano espresso una chiara e forte domanda di cambiamento. Abbiamo cercato in quell'autunno scorso di trovare un punto di accordo tra progressisti e autonomisti, per dare alla Valle d'Aosta un Governo in grado di affrontare l'emergenza Covid, ma anche di costruire il futuro della nostra regione, di guardare al prossimo decennio. Il punto di incontro è avvenuto su un programma di governo frutto di tre settimane di confronto e su cui abbiamo dato un giudizio positivo e un voto favorevole.

A dodici mesi di distanza era d'obbligo, alla luce di una serie di avvenimenti che tutti conosciamo, interrogarsi se il cambiamento auspicato dagli elettori è stato avviato, sia sul versante dei metodi e degli atteggiamenti, sia sul versante dei contenuti. Su atteggiamenti, metodi di lavoro e modalità delle nomine non sono purtroppo emerse delle significative novità; sui contenuti le criticità si sono manifestate e sono state notevoli rispetto a quanto noi abbiamo auspicato. Non torno, anche perché è già stato sottolineato più volte in questo Consiglio, su quali sono stati i punti su cui ci sono stati problemi: lo sappiamo, parliamo di ospedale, di trasporto ferroviario, di questioni legate al campo ambientale. Non è stato poi fatto, tra l'altro, nulla riguardo a un punto che era importante e che si collega alla situazione attuale, cioè non si è scelto di fare una riflessione, nemmeno di avviarla una riflessione, sulla questione della riforma elettorale, finalizzata ad assicurare delle maggioranze regionali certe e stabili: neppure un gruppo di lavoro, eppure era uno dei punti che erano previsti. Così assistiamo, anche in questa legislatura, a delle fibrillazioni e a una strisciante instabilità che non consente certo una buona amministrazione.

Avevo e avevamo delle forti aspettative, ma la delusione è stata notevole. Il PCP ha creduto nella possibilità di fare bene e ha impegnato nell'impresa le sue idee, le sue donne e i suoi uomini. Il bilancio di un anno di alleanza è per noi negativo e non percepiamo, all'interno dei gruppi autonomisti, dove pure esistono delle persone di qualità e che vorrebbero operare diversamente, un autentico disegno di rinnovamento.

La dimostrazione più eloquente di questa mancanza di volontà è venuta dal fatto che, nonostante da mesi abbiamo richiesto una verifica politica e programmatica, abbiamo consegnato un documento che l'intero gruppo ha condiviso, non c'è stata nessuna apertura, nessuna volontà di confronto.

Abbiamo quindi valutato, come diceva la collega Guichardaz, la situazione lunedì sera nell'assemblea del Progetto Civico Progressista. Più di cinquanta persone si sono espresse, non c'è stata unanimità, ma la stragrande maggioranza ha dato un giudizio negativo e ha invitato i Consiglieri regionali a uscire dalla maggioranza regionale.

Non succede spesso che un gruppo politico abbandoni dei posti in Giunta e dei ruoli in maggioranza, perché rileva un'incoerenza programmatica, però per noi, e l'ho detto più volte, il programma e i contenuti sono l'aspetto centrale, è questo che conta. Avremmo voluto proseguire un rapporto di fattiva collaborazione, abbiamo avuto pazienza, perché è da gennaio che chiediamo un confronto, ma non c'è stato modo di avere risposta. Abbiamo quindi, più che scelto, fatto una presa d'atto, abbiamo preso atto che da parte dei gruppi autonomisti non c'è una volontà di confronto e di collaborazione con il Progetto Civico Progressista e le sue forze politiche.

Già avevamo interrotto la partecipazione alle riunioni di maggioranza, da oggi formalizziamo anche l'uscita dalla maggioranza. Valuteremo ogni provvedimento nel merito, sostenendo tutto quello che è valido e dicendo no a quello che non possiamo condividere. Saremo propositivi, ma non vogliamo e non possiamo più fare parte di una maggioranza in cui non c'è un disegno politico lungimirante e che, anzi, non rispetta neppure i programmi concordati.

Presidente - Consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Anticipo che l'intervento politico lo farò dopo, ma pongo una domanda alla Presidenza: il fatto di avere due persone che appartengono a un gruppo, che dichiarano di far parte della minoranza, come si colloca questa scelta nell'ambito delle Commissioni, nell'ambito dell'attività? Cioè, le due colleghe che dichiarano di non far parte più della maggioranza, confluiscono nel gruppo misto con il collega Restano? Anche perché credo che prima di affrontare altri argomenti si debba fare questo chiarimento. Non possiamo immaginare di proseguire dei rapporti di lotta e di governo e il gruppo è sempre lo stesso, quindi immagino che questa dichiarazione abbia conseguentemente la ricaduta dal punto di vista organizzativo, Presidente.

Presidente - Evidentemente i cambi e gli equilibri tra maggioranza e opposizione pongono la questione della ridefinizione dei componenti delle Commissioni e quindi, da questo punto di vista, non si potrà che, a quel momento, risolvere la questione seguendo il Regolamento; al più presto si dovrà risolvere. Il Regolamento prevede, ovviamente, che vi sia un equilibrio tra maggioranza e opposizione.

Marguerettaz (UV) - Nel momento in cui oggi ci riuniamo nella Conferenza dei Capigruppo per l'organizzazione dei lavori, il capogruppo del PCP vota per sette o vota per cinque? Questa cosa va risolta adesso! Non può essere risolta "al più presto".

Presidente - Consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Le domande poste dal collega Marguerettaz sono assolutamente logiche, questo è un problema che deve essere assolutamente risolto, perché dobbiamo capire in questa situazione di caos costante, che viviamo purtroppo ormai da un anno, almeno come possono procedere i lavori.

È chiaro che poi oltre alla prosecuzione dei lavori abbiamo un problema gigantesco di contenuti. Direi che non c'è da aggiungere altro, perché le tre persone che hanno parlato fanno parte della maggioranza, o comunque hanno fatto parte della maggioranza; qui non si capisce più niente, ma comunque hanno lavorato e fatto parte della maggioranza fino a oggi e direi che le parole che sono state pronunciate in questo Consiglio, derivando appunto dai membri stessi della maggioranza, sono pesantissime.

Fate voi le vostre riflessioni e vi faccio anche notare che continuiamo ad andare avanti con Consigli in cui sostanzialmente ci sono mozioni che arrivano dalla maggioranza: in tutto questo caos sotto ogni profilo, arriva la maggioranza che presenta le mozioni; non è la minoranza, è la maggioranza che presenta delle mozioni per impegnare sé stessa. Siamo veramente al delirio più totale. Riflettete un attimo - lo ripeto, e continuiamo a dirlo, ma stavolta non l'ha detto l'opposizione, ma lo dice parte della maggioranza stessa - su come state lavorando e su quello che state facendo per la Valle d'Aosta.

Presidente - Consigliere Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PCP) - Volevo fare alcune riflessioni legate a questa scelta nuovamente improvvisata, nel senso che io penso che le comunicazioni dovrebbero arrivare per lo meno al gruppo, invece sono sempre mandate ad altri e quindi di conseguenza prendiamo atto in questo momento di questa decisione.

Io esprimo, intanto, un augurio di buon lavoro e rispettoso nei vostri confronti, e non lo dico in tono irrisorio, ma lo dico esclusivamente perché si prenda atto che qui dentro bisogna lavorare su certi temi. Scusate se esprimo la preoccupazione, intanto, del momento pandemico e, come ricordo, le dimissioni anche dalle vostre cariche che abbiamo sostenuto in modo aperto sono arrivate improvvisate, sempre con una fredda e legittima mail, però penso che all'interno del gruppo ci sia necessità di fare confronto, e questo purtroppo non è mai avvenuto. Probabilmente è avvenuto in altri ambiti, in altri tavoli, in altre assemblee, legittime assolutamente, di confronto e di confronto soprattutto con la base.

Io penso che abbiamo fatto un programma di maggioranza che deve essere portato avanti. Assolutamente, in questo caso, noi come gruppo attuale, chiaramente siamo rimasti in cinque, però vediamo di proseguire in questo percorso, con un confronto serio sui temi legati al bilancio, legati alla pandemia. Quindi, vi faccio il massimo augurio di buon lavoro, perché poi qui dentro ogni tanto bisogna confrontarsi e come ci confrontiamo anche con la minoranza, con i colleghi che mi stanno di fronte, credo che verrà comunque il giorno che dovremo di nuovo metterci intorno a un tavolo e discutere di temi di politica, di temi legati al momento di crisi anche economica e quindi affrontare questo percorso insieme. L'ho già detto sabato in assemblea: si poteva di nuovo mettere in discussione il confronto, ma assolutamente si dovevano cambiare gli obiettivi o per lo meno andavano condivisi, e credo che in politica la condivisione sia assolutamente necessaria.

Ancora buon lavoro per le vostre scelte che avete fatto oggi.

Presidente - Consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Mi inserisco per darle un ulteriore quesito rispetto alla lettera che le scrissi il 21 settembre, riguardo a un annoso problema, anche quello di natura tecnica, un po' come quello che giustamente ha posto il collega Marguerettaz e che forse andrebbe risolto anche prima della prossima volta, visto che giustamente il Regolamento oggi sembra non disciplinare questa "tragedia politico umana", in cui, mi spiace, lei è anche direttamente coinvolto in quanto uno dei sette o dei cinque; mi giocherò questi due numeri prossimamente.

Però tornando all'oggetto della questione, volevo capire se, a fronte della mia lettera, aveva fatto alcune considerazioni e voleva portare avanti un discorso, ha posto la questione nella Conferenza dei Capigruppo o comunque alla Commissione deputata, perché penso che, tra l'altro, oggi andiamo a discutere un testo di legge che pone, anche lì, delle questioni riguardo in parte a dei temi che ho cercato di sottolinearle in quella missiva.

Presidente - Grazie Consigliere, le rispondo subito. Per quanto riguarda la sua lettera che poneva un problema importante da affrontare, con gli uffici ci siamo confrontati e si è deciso di "tagliare" con tutti i casi precedenti che si sono verificati in questo ambito e da lì iniziare un'analisi per il futuro, partendo da una valutazione su quanto in passato si è verificato, avendo un quadro preciso, anche numerico, di quante volte si è verificato o si sarebbe potuto verificare questo problema da lei sottolineato con la sua lettera. Da lì partiremo per una analisi che coinvolgerà evidentemente anche le Commissioni e i Capigruppo.

Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Presidente, io proporrei all'aula una riunione dell'Ufficio di Presidenza con la Commissione del regolamento, perché credo che questa situazione vada comunque discussa. Dopodiché le valutazioni verranno fatte in quella sede, ma non credo si possa proseguire con questa ambiguità.

Presidente - Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Mi trovo a condividere la necessità di chiarezza all'interno di quest'aula. Io utilizzerei lo strumento della Conferenza dei Capigruppo per capire come proseguire, ma queste sono differenze di vedute e di opinioni sugli organi che possiamo utilizzare per dirimere la questione. Però la questione direi che è esiziale, perché ci troviamo di fronte a un'aporia che il Regolamento non disciplina. Abbiamo un gruppo che è costituito di sette persone, con due componenti di un gruppo che dichiarano di essere fuori dalla maggioranza, ma sono all'interno del gruppo, quindi inevitabilmente il capogruppo di quel gruppo quando vota conta per sette, ma quei due componenti non fanno parte della maggioranza. Quindi si contrasta, rispetto a quelle che sono le indicazioni del Regolamento, che prevede che la distribuzione delle Commissioni debba avvenire proporzionalmente tra maggioranza e minoranza.

Io direi che è difficilmente risolvibile in ogni caso, anche con una riunione. Credo che effettivamente la ricerca di casi analoghi sia utile, però credo che sia abbastanza difficile trovare una soluzione a questo caso, quindi io evidentemente non saprei come andare a dirimere. Però è chiaro che prima di proseguire abbiamo l'assoluta necessità che vi sia chiarezza, perché altrimenti se non vi è chiarezza sul proseguo dei lavori, su quelle che sono le forze in campo e su chi rappresenta cosa, non si può andare avanti con il lavoro.

Presidente - Consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Sono d'accordo con quanto è stato già detto. Direi che sicuramente il Regolamento è carente su questo punto, però c'è uno spunto all'articolo 16 comma 1, che dice appunto che all'inizio della legislatura i gruppi consiliari sono composti dai consiglieri eletti nella stessa lista, qualunque ne sia il numero. Questo significa naturalmente che ci deve essere come ratio di questa norma una omogeneità.

È impensabile che un gruppo sia composto in parte da qualcuno che sta in maggioranza e in parte da qualcuno che sta in minoranza, quindi è evidente che questo tema va risolto. La traccia è questa, secondo me, l'unico spunto regolamentare è questo e credo che, come ha detto correttamente il collega Marguerettaz, questa questione debba essere affrontata dall'Ufficio di Presidenza insieme alla Commissione per il Regolamento.

Presidente - Con quanto evidenziato adesso dal consigliere Sammaritani, io propongo al momento di convocare la Conferenza dei Capigruppo, che tra l'altro ha anche al suo interno l'Ufficio di Presidenza, e da lì poi discutere la questione in questi ambiti. Pertanto, accolgo la proposta di sospensione per una riunione della Conferenza dei Capigruppo allargata, come sempre, all'Ufficio di Presidenza.

La seduta è sospesa dalle ore 09:37 alle ore 11:25.

Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. La Conferenza dei Capigruppo si è riunita e, in seguito, vi sono state anche le riunioni del gruppo PCP e dell'Ufficio di Presidenza. In seguito a questi incontri si è determinato il fatto che il gruppo PCP è composto da sette componenti e che gli effetti della dichiarazione politica fatta oggi avranno effetti regolamentari in tempi brevi.

Consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Per chiarezza vorremmo sapere esattamente una cosa. Il gruppo è una componente del Consiglio regionale, è una componente istituzionale. Noi vorremmo sapere, come già abbiamo detto prima, se la dichiarazione delle due consigliere Guichardaz e Minelli è ancora valida, cioè se stanno in maggioranza o stanno all'opposizione, perché questo è il tema. Dal punto di vista tecnico il tema è che non ci può essere un gruppo che è diviso fra la maggioranza e l'opposizione, perché non è ontologicamente corretto, non può esistere una cosa del genere. Quindi, siccome la ratio della norma abbiamo detto essere quella che chi viene eletto in un determinato partito inizialmente fa parte di un certo gruppo obbligatoriamente, vuol dire che la ratio significa che la volontà di chi ha fatto le norme è che un gruppo naturalmente debba stare schierato o da una parte o dall'altra, perché sarebbe paradossale; questo è inutile spiegarlo, che si sia divisi tra una parte e l'altra. Poi è chiaro che c'è il problema del vincolo del mandato che non esiste, che uno poi può all'interno di un gruppo votare come ritiene, ci mancherebbe, ma il gruppo ha una sua vita, una sua autonomia, certe regole, ha un capogruppo che esprime tanti voti quanti sono i componenti del gruppo, prende dei finanziamenti per quanti sono i componenti del gruppo, partecipa poi nelle nomine alle Commissioni. Quindi, anche la validità degli atti che poi escono da questo Consiglio o dalle Commissioni deve essere sancita dal rispetto di determinate regole di funzionamento.

C'è un aspetto politico chiaramente, perché probabilmente PCP non si è chiarito, non si è stabilito chi è PCP, a questo punto debbo immaginare, perché evidentemente qualcuno rivendicherà la titolarità di PCP e sono in due che hanno ricevuto il mandato politico, da quello che si legge dai giornali, mentre gli altri cinque fanno una cosa diversa. A noi non interessa questo, a noi interessa il dato tecnico: non possiamo creare un precedente tale per cui un gruppo sine die, perché non c'è neanche un termine, possa essere in parte in maggioranza in parte in minoranza, perché è decisamente contrario a tutte le regole della democrazia e del funzionamento di un organismo come quello del Consiglio.

Le due consigliere ci dovrebbero dire, per favore, se stanno in maggioranza o se stanno in minoranza. Se non sono più in maggioranza e fanno comunque parte del gruppo PCP, io posso già dichiarare fin d'ora per la Lega che questo Consiglio non va più avanti, cioè si ferma qui, perché non sono rispettate le regole di funzionamento e di composizione di questo organo.

Presidente - Non riproporrei in aula la stessa discussione già fatta nella Conferenza dei Capigruppo appena adesso, altrimenti riproponiamo lo stesso dibattito. Ripeto quanto ho detto: il Capogruppo di PCP rappresenta sette consiglieri, al momento, e le questioni del Regolamento verranno affrontate in seguito, anche perché la dichiarazione politica è arrivata soltanto oggi e poi gli effetti regolamentari si avranno in seguito.

Consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Mi perdoni, Presidente, solo per aggiungere della chiarezza, perché io sinceramente non ho capito: chi è che ha preso questa decisione? Qual è l'organo che ha espresso questa decisione? Perché, ripeto, se ci sono degli organi sovrani, come ha detto il collega Sammaritani, che devono rispettare delle regole di funzionamento, vorrei sapere, come singolo consigliere e come membro di un gruppo consiliare, cosciente di far parte di un gruppo consiliare, chi ha preso questa decisione: se c'è stata un'espressione della Conferenza dei Capigruppo, dell'Ufficio di Presidenza, oppure è un atto suo proprio.

Presidente - No, non è un atto mio, ovviamente. Si è riunito il gruppo PCP e riporto quanto detto e quanto concordato.

Aggravi (LEGA VDA) - Però, scusi Presidente, un gruppo che non sa se è un gruppo, decide una cosa per un gruppo che incide sul Consiglio tutto? Mi sembra che ci sia un po' di confusione, un po' tanta.

Presidente - Consigliere Baccega.

Baccega (PA) - Volevo dare un titolo a questa giornata, con questo spot pubblicitario: possiamo tranquillamente dire "c'è baruffa nell'aria". Una baruffa che dura da troppi mesi, una baruffa che in qualche modo è da individuare in un'aggregazione politica di sinistra che in qualche modo sta disturbando questo Consiglio regionale e sta dando una pessima visione di come ci si approccia. Perché quelli sono quelli delle regole! Io ricordo bene quando qualcuno di loro nella scorsa legislatura disse: "O votate questa legge elettorale, oppure non votiamo il bilancio"; il ricatto! Ricordo molto bene! Ricordo ancora molto bene che l'attenzione alle regole doveva essere una priorità. E le regole sono chiare: se uno fa parte di un gruppo consiliare e da quel gruppo consiliare si discosta, perché decide di andare all'opposizione, deve formare un altro gruppo, Presidente; su questo non ci sono dubbi!

Non possiamo accettare di continuare un Consiglio avendo un gruppo consiliare che è spaccato, con cinque consiglieri che proseguono il loro lavoro all'interno di una maggioranza, perché hanno condiviso il percorso, e due che a un certo punto... ed è da mesi che ci stanno facendo in qualche modo sorridere rispetto a richieste di confronto sul programma. Il programma l'avete steso voi, il programma che avete voluto in qualche modo portare avanti. È quel programma che vi ha premiati, anche perché alcune liste non si sono presentate, non hanno avuto la capacità di presentarsi alla tornata elettorale e probabilmente hanno catalizzato tutto il consenso da quella parte; probabilmente quel consenso non avrebbe fatto parte di una maggioranza che noi abbiamo sempre catalogato come una maggioranza troppo spostata a sinistra.

Per questo dico che non si può andare avanti, non possiamo andare avanti. Anche Pour l'Autonomie ritiene, come ha sempre ritenuto, che questo percorso vada assolutamente rivisto e fin da subito. Perché fuori c'è gente che aspetta, dietro l'angolo c'è un bilancio che ci aspetta, non si può dormire e mettere in campo idiozie di questo tipo!

Presidente - Consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (PCP) - Io devo dire che sono d'accordo con il consigliere Baccega: non si può andare avanti con queste idiozie. Ma le idiozie, per quanto mi riguarda, sono quelle che si stanno dicendo adesso, perché agli effetti del Regolamento tecnicamente questa cosa non cambia niente. L'unica cosa che può cambiare è nella Conferenza dei Capigruppo, ma nella capigruppo il nostro gruppo continua a contare per sé. Finito questo Consiglio si risolverà anche politicamente una questione che si è ufficializzata ieri sera e che, ripeto, per gli effetti tecnici di questo Consiglio, non sposta assolutamente niente.

Credo che andare avanti con questa discussione faccia fare una brutta figura a tutto il Consiglio, perché fuori, come diceva lei consigliere Baccega, c'è gente che aspetta e forse, se cominciamo a discutere delle questioni politiche di questo Consiglio, è meglio per tutti.

Presidente - Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Mi rendo conto che le questioni politiche e le mozioni presentate a prima firma dal collega Padovani abbiano effettivamente un carattere di urgenza per questo Consiglio e per questa Regione, però il punto vero, secondo me, è un altro. Quello di cui stiamo discutendo non è un problema secondario, stiamo parlando di una costituzione dei gruppi, della composizione dei gruppi di questo Consiglio, che evidentemente sono organi, come già è stato ricordato da parte del collega Sammaritani, di questo Consiglio. Il fatto che vi sia un'incertezza nella composizione e nel sostegno dei gruppi e dei vari sottogruppi che si sono creati all'interno di questa maggioranza produce delle conseguenze che sono inevitabilmente scaricate sul Consiglio e sul funzionamento di questo Consiglio.

Se noi abbiamo un gruppo che percepisce, per esempio, dei fondi pubblici per fare delle spese e quant'altro e ha due membri, e percepisce i fondi anche di quei due membri lì, si crea un problema all'interno di questo Consiglio. Se abbiamo un gruppo che esprime delle componenti che dovranno magari riunirsi anche con riunioni di Commissioni, anche nella giornata, per esempio, odierna o domani, e dovranno esprimere dei pareri nel merito di provvedimenti che concernono anche delle scelte economiche e che incidono appunto su una parte dei fondi, evidentemente su questo ci sarà la necessità di avere chiarezza. E mi stupisce che il collega Padovani, con l'esperienza che ha fatto nella scorsa legislatura, non se ne sia accorto; e sì che ha affrontato delle legislature che hanno avuto delle criticità, in effetti, e che di queste questioni di composizione delle maggioranze e dei gruppi vari ne ha avuto anche conoscenza.

Mi stupisce poi il comportamento del Presidente del Consiglio. Presidente, lei è vero che presiede questa assemblea, però non è che il Comintern costituito dalla sua riunione con il gruppo di PCP può decidere cosa deve fare questo Consiglio. Questo Consiglio ha una sua vita, ha degli organi che sono deputati a decidere e in nessuno di questi organi, mi pare, si sia deciso che va bene così e si prenderà atto nel prossimo Consiglio di quello che è stato comunicato. Se vogliamo dirimere il punto adesso, evidentemente è il momento; se non vogliamo dirimere il punto, allora lo dica in maniera chiara, Presidente, o dica a nome di chi lei vuol far proseguire questo Consiglio e poi capiremo chi si deve prendere la responsabilità di eventuali conseguenze che ci saranno in futuro.

Presidente - Io riporto le comunicazioni come da accordi. Riporto delle comunicazioni che mi sono pervenute da parte del gruppo PCP, questo ho fatto. Altre valutazioni spettano ad altri e non a me.

Consigliere Marguerettaz ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Se ho capito bene - provo a esprimere quella che potrebbe essere una soluzione che tecnicamente consenta a questo Consiglio di proseguire - è che la dichiarazione delle colleghe Minelli e Guichardaz è una dichiarazione politica, ma fino a che non sarà definito, le colleghe Minelli e Guichardaz fanno parte del gruppo PCP di maggioranza. Se questa è l'interpretazione, credo che non ci siano dubbi, nel senso che la collega Minelli e Guichardaz fanno parte di un gruppo di maggioranza. Dopodiché le valutazioni politiche ognuno potrà farle; io, per esempio, credo che la collocazione corretta della collega Minelli e della collega Guichardaz sia veramente all'opposizione, perché sono incapaci di governare, perché sono incapaci di procedere all'amministrazione di una Regione e la loro dichiarazione di oggi, lo stato confusionale che è stato voluto, è una prova plastica. Fare una dichiarazione dicendo: "Io esco dalla maggioranza" e non capire che questa cosa ha delle implicazioni non da poco, è una evidenza che credo sia sotto gli occhi di tutti.

Dal punto di vista politico sicuramente fanno bene il loro lavoro, perché parlano solo delle cose che interessano a loro. Anche nell'attività assessorile - io ho avuto modo di dirlo - collega Minelli, lei ha parlato solo delle cose che ha voluto; gliel'ha detto il Presidente della Regione, le ha detto: "Lei ha seguito solo le cose che le interessano", per esempio, su tutto il comparto idrico ha fatto ben poco, ha risolto ben poco, così come per la Motorizzazione, così come per altro.

Voi fate parte del partito del No, del partito che deve stare fisiologicamente all'opposizione: siamo in democrazia, è giusto. Ma dal punto di vista mio è inutile che voi diciate che uscite perché siete delusi dagli autonomisti, perché o si fa come volete voi, oppure si ribalta il tavolo. Non è così la politica! La politica è un confronto, è un accordo, un compromesso. Voi vi sedete sulla vostra cattedra e date lezioni e non può essere un'amministrazione fatta da talebani.

Da questo punto di vista io dico che se è un'interpretazione dove il gruppo è composto da sette ed è un gruppo di maggioranza - ovviamente non c'è vincolo di mandato, voterete come riterrete opportuno; d'altra parte l'avete sempre fatto: ormai sono mesi che votate in modo difforme rispetto al gruppo - allora si può proseguire. Quindi, sostanzialmente, l'interpretazione autentica che ha dato il presidente Bertin del vostro messaggio è: noi usciremo dalla maggioranza, ma oggi siamo nel gruppo PCP di maggioranza.

Presidente - Consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Ripartirei da quello che ha detto il collega Marguerettaz, per ricondurre un po' il tutto anche in termini tecnici oltre che politici. È evidente che dal punto di vista politico c'è stata una scelta probabilmente avventata, quella di fare una dichiarazione di questo genere, probabilmente senza capire o vedere quelle che potevano essere le conseguenze sul funzionamento del Consiglio. Però il discorso è questo: se è soltanto una dichiarazione di forma, cioè il gruppo continua a essere di sette, il gruppo si chiama PCP e sta in maggioranza, allora bisogna che le due colleghe si alzino e revochino la loro dichiarazione di uscita dalla maggioranza. Altrimenti creiamo un precedente in cui un gruppo è in parte in maggioranza e in parte in minoranza e non sappiamo neanche fino a quando; perché se ci dicessero "al prossimo Consiglio è tutto risolto"... non si sa, invece.

Se il gruppo PCP, che a quanto pare è diviso in due, adesso, e non si sa chi è PCP, chi non lo è più e chi lo sarà in futuro, si dovesse far causa al proprio interno per questa coalizione di partiti, per stabilire chi è PCP e chi non lo è, cosa stiamo ad aspettare due anni con un gruppo che sta un pezzo in maggioranza e un pezzo in minoranza? Ma si può creare un precedente del genere nel funzionamento di un organo importante come il Consiglio regionale? Io chiedo questo.

Per questo dico: io non prendo parte a una riunione di Consiglio in cui c'è una situazione di ambiguità di questo genere e in cui si crea un precedente illegittimo di questo genere. La Lega farà questo. Poi la responsabilità ce la attribuirete a noi come al solito, ma, secondo me, le leggi sono uguali per tutti, le regole sono uguali per tutti, così come le sentenze che si rispettano quando fanno comodo e non si rispettano quando non fanno comodo. Questo è il concetto.

Presidente - Posso tentare di riassumere la questione. Sul piano politico la dichiarazione è stata fatta, sul piano del Regolamento e sugli effetti, ovviamente, non possono essere tradotti oggi, anche perché i tempi sono estremamente brevi. Pertanto, dal punto di vista formale non cambia niente. Possiamo procedere?

Consigliere Carrel.

Carrel (PA) - Vede, ieri sera alle ore 22:10 è arrivata una mail a tutti i capigruppo, in cui si formalizza che due colleghe, facenti parte di un gruppo di maggioranza, escono dalla maggioranza stessa e quindi passano all'opposizione.

Io credo che questo vada affrontato oggi, non "vediamo"! Anche perché è da tempo che stiamo dicendo "vediamo", o meglio state dicendo "vediamo". Aspettavamo la riunione di maggioranza: aspettavamo, aspettavamo, aspettavamo; adesso non è più tempo di aspettare, perché dobbiamo trovare una soluzione. È tecnica ed è politica la questione e va affrontata, non il prossimo Consiglio, perché da lunedì, o meglio, anche da questo pomeriggio, ci potranno essere delle riunioni delle Commissioni in cui la maggioranza non ha più i numeri e quindi abbiamo la maggioranza come opposizione.

Questo non può esistere, perché non è corretto.

È necessario che venga deciso adesso cosa succede, sennò si sospende il Consiglio e PCP farà le proprie valutazioni, la maggioranza farà le proprie valutazioni e quando sarà tutto chiaro torneremo qui e riprenderemo la nostra attività. Sapremo chi sta in maggioranza e chi sta in opposizione, perché così non si può andare avanti. È da maggio che abbiamo un assessore dimissionario, è da tempo che ormai andava gestita questa situazione. Non spetta a noi, non abbiamo mai insistito tanto su questo tema, però oggi siamo arrivati al dunque: bisogna capire chi sta di qua e chi sta di là e poi si riprende l'attività.

Presidente - Ribadisco, c'è una dichiarazione effettuata questa mattina, che non può essere affrontata e risolta oggi, ma sul piano regolamentare avrà effetti non immediati poiché, come detto, il Consiglio oggi non è condizionato da questo, perché il gruppo è di sette e di sette rimane al momento.

Consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Vorrei capire un aspetto: se non vedo male le due interessate sono qui, o no?! Oggi l'hanno dichiarato e l'hanno detto chiaramente: allora, o è sì o è no! Se non fanno parte della maggioranza, sono qui e lo dicano; se, invece, fanno parte della maggioranza e rimangiano tutto quello che non hanno mangiato fino a ieri va benissimo! Allora, capiamo meglio quali sono i soggetti, perché è proprio che noi ci mettiamo a votare su che cosa? Su chi domani non c'è più o stasera dice "ci siamo sbagliati"? Ma dove siamo?! Questa è un'assemblea della Valle d'Aosta e chi è fuori cosa dice? Sono lì: dicano sì o no, se fanno parte della maggioranza. Però non è che fanno parte della maggioranza fino alle sei di pomeriggio e poi il giorno dopo ricominciano. Ma che discorso è questo? Qualcuno può andare a sostenere che questo è un modo di fare politica? Per carità, uno può cambiare idea, ma no in questo senso.

Siccome sono venute fuori, giustamente, tutte le difficoltà di entrare in una logica di "so però non vedo, vedo però non so", non è un modo di fare politica questo, ma per nessuno, è un obbrobrio questo! Chi leggesse un resoconto di questa assemblea, si metterebbe non a ridere, ma a piangere!

Che legittimità ha questo discorso? Chi è che può dire, dopo aver sentito qui dire un aspetto, poi zitte, silenzio! Sono qui: dicano che cosa vogliono; non è che lei deve fare l'interprete di quello che hanno detto. Quello che hanno detto lo abbiamo sentito anche noi! Non è pensabile andare avanti così. Sennò ci alziamo e ce ne andiamo, almeno per non essere correi di una situazione vergognosa come quella che si sta combinando.

Presidente, che ci stiamo a fa'? Peggio di così...!

Quindi, io chiederei: sono qui, dicano! Ci dicano se fanno di nuovo retromarcia, per dire fino a quale ora del pomeriggio... Ci dicano, così sappiamo anche noi prima dei giornali. Sennò come facciamo a votare? Che cosa andiamo a votare, se non sappiamo chi è di qua e chi è di là? Non è mai successo questo: non è mai successo! Uno può sbagliare una volta, ma qui stiamo andando a elastico. Per favore, Presidente, chieda agli interessati che cosa pensano e che cosa vogliano fare.

Presidente - Consigliere Aggravi, secondo intervento.

Aggravi (LEGA VDA) - Vede, Presidente, io voglio sottolineare un aspetto: ognuno qui si prende delle responsabilità, sia in aula sia al di fuori. Ieri sera le colleghe si sono prese una responsabilità e hanno comunicato ai capigruppo e ai due presidenti una scelta. Oggi lei si sta prendendo una responsabilità che, secondo me, è troppo, perché ha interpretato, o meglio, ci ha comunicato l'interpretazione di quello che è avvenuto nella riunione di PCP di cui lei fa parte e quindi, mi perdoni se lo ripeto, ma lei che è molto attento come il sottoscritto ai conflitti di interesse, in questa fase ha una responsabilità in più.

Dall'altra parte, è vero, le due colleghe hanno una responsabilità che si sono presa ieri sera e che oggi ci devono esplicitare se è cambiata o se è ancora valida, come hanno detto i colleghi. Nello stesso momento direi che anche gli altri colleghi del cosiddetto gruppo, lo chiamo PCP, hanno una responsabilità, perché anche loro a questo punto, mi dico, da che parte stanno? Perché se ho un gruppo che non so se è un gruppo, con un pezzo del gruppo che dice che non è più in maggioranza, l'altra parte che dice che è in maggioranza e poi tutto insieme dice: "no, ma siamo ancora in maggioranza fino a che gli effetti ci saranno"; ma non è che gli effetti ci saranno, gli effetti ci sono nel momento in cui si è presa una decisione. Per me gli effetti della scelta sono avvenuti ieri sera alle ore 22:10. Tra l'altro, la forma è sostanza e in questo caso, c'è uno scritto.

Adesso qui, giustamente, si vuole capire da che parte sta la situazione? Perché, ripeto, qualche collega l'ha detto, dovremmo votare in Commissione anche qualcosa di importante che al di fuori, caro collega Padovani, aspettano molto di più di mozioni di cui poi discuteremo o forse non riusciremo a discutere in questo caso qua, ma è bene capirsi soprattutto su una chiarezza che non è politica soltanto, ma è soprattutto negli atti che si prenderanno e nei voti che si prenderanno. Perché se ognuno di noi potrà votare e può votare in coscienza, ci sono delle votazioni, vedi nella Conferenza dei capigruppo - non è solo oggi che abbiamo scoperto che abbiamo la capigruppo - dove non sappiamo se chi rappresenterà, e già su quello abbiamo avuto da che ridire nelle ultime settimane, un gruppo che non è più un gruppo avrà un peso e quindi su quell'atto c'è un problema.

Io, sinceramente, vorrei chiarezza da parte delle tre componenti: le due colleghe, tutto il gruppo e anche lei, Presidente, che in questa fase, mi spiace, ma non è terza parte. Altrimenti non si può andare avanti, perché se no io sono fermo alle ore 22:10 di ieri sera, quando due membri di un gruppo, che non si sa se è un gruppo, ma che si comporta da gruppo, hanno detto che sono fuori dalla maggioranza.

Presidente - Consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Specifico che, tra l'altro, dal mio punto di vista non è che si possa risolvere la questione semplicemente facendo una potenziale revoca del passaggio in minoranza in questo momento fatto in Consiglio, perché non solo c'è un atto formale mandato ieri sera, ma poi tutti quanti hanno assistito esattamente alla questione. Il problema sappiamo che è assolutamente sostanziale e non si può fare una revoca a termine: siamo fuori dalla maggioranza e il PCP, tra l'altro, come assemblea ha dato questo mandato. Per cui c'è un problema mica da ridere e che è sostanziale: non è che semplicemente le due colleghe agiscono in nome proprio, ma lo fanno anche, a loro volta, in nome di un gruppo. Però poi, ripeto, il problema è veramente sostanziale, perché a questo punto, nel momento in cui c'è dietro un gruppo politico che ha dato delle indicazioni, c'è stato un atto formale di revoca, cioè di dichiarazione di passaggio in minoranza, non è che adesso si può dire: "ah, andiamo avanti lo stesso, perché tanto per adesso revochiamo e per adesso si sta in maggioranza a termine, nell'attesa di decidere chi tiene il simbolo di PCP, quindi, comunque sia, fino a quando risolveremo tutte le questioni all'interno di PCP". Perché non basta questa dichiarazione per dare legittimità a questo Consiglio e a tutte le decisioni che dovremo prendere, ai problemi delle Commissioni e quant'altro. Non basta, in ogni caso, una retromarcia per far funzionare il Consiglio.

Il problema è, oltre che politico - gigantesco -, tecnico. A un certo punto, fino a quando non sarà risolta seriamente e internamente al gruppo PCP questa questione e non ci sarà chiarezza, poi, nei confronti del Consiglio tra chi sta in maggioranza e chi va in opposizione, il Consiglio non può proseguire; comunque noi non parteciperemo e non continueremo nei lavori di questo Consiglio.

Presidente - Altri? Non vi sono altre dichiarazioni? Io posso ribadire quanto già detto e che mi è stato chiesto di riferire in Consiglio. Ovviamente, poi ognuno si prende le proprie responsabilità e agisce di conseguenza, ma non sono certo io che posso imporre qualcosa o decidere qualcosa per qualcun altro. Ho riportato quanto mi è stato riferito e lì mi fermo.

Se non vi sono altri interventi passiamo al punto n. 2 dell'ordine del giorno... consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Solo per formalizzare una considerazione che mi sembra sia di utilità comune. Cari colleghi, si chiama rispetto: si chiama rispetto! Non si chiama posizione di Distort, posizione della Lega, posizione di questo o di quell'altro, si chiama rispetto: rispetto di un Regolamento, rispetto di una Istituzione. O abbiamo rispetto di un'istituzione, e nel rispetto dell'istituzione dobbiamo aver rispetto delle dinamiche che regolano l'istituzione stessa, altrimenti non abbiamo capito bene dove siamo, non sappiamo che siamo nell'organismo massimo di cui si è dotata la Regione Valle d'Aosta per il governo della regione.

Io mi rivolgo singolarmente, oltre che alle varie forze politiche, mi rivolgo a tutti, mi rivolgo ai componenti della maggioranza, mi rivolgo ai componenti del Governo, mi rivolgo a lei, Presidente del Consiglio: ma veramente siamo sicuri che noi possiamo sorvolare su questa situazione in nome di un "ma sì, ci siamo sbagliati; allora facciamo così, troviamo una soluzione e risolviamo tecnicamente la questione in questo modo".

Quello che uscirà fuori, e qua guardo la tribuna dei giornalisti, sarà esattamente una missione. Una missione in cui si dovrà spiegare alla gente, alle persone che sono fuori da queste mura, che la situazione si porta avanti o con il rispetto, oppure con la mancanza di rispetto, tertium non datur.

Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà, secondo intervento.

Minelli (PCP) - Noi stamattina abbiamo reso una dichiarazione sulla base di una precisa indicazione, di una richiesta che è venuta dagli organismi di Progetto Civico Progressista che si sono riuniti in questi ultimi due giorni e abbiamo formalizzato una posizione. Il Progetto Civico Progressista, con i suoi organismi, ha chiesto ai consiglieri, alla luce della situazione che si conosce e che è stata illustrata, di uscire dalla maggioranza. Questa è la situazione.

È ovvio che esiste un problema, per il fatto che questo gruppo consiliare è composto da sette persone: due hanno aderito alla richiesta degli organismi, altri cinque no. È ovvio che dovrà essere affrontato il problema del gruppo consiliare, della denominazione evidentemente di due gruppi consiliari. Non è questione che si può dirimere in un quarto d'ora, in una riunione fatta da parte soltanto dei sette consiglieri, è una questione che verrà affrontata dalle forze politiche, questo è il mio auspicio, e dovrà essere affrontata il più in fretta possibile, perché è evidente che non può andare avanti questa situazione. Ma se la domanda è: "avete ripensato da ieri sera, o da quando vi è stata data l'indicazione dai vostri organismi, a questa mattina, al momento in cui avete fatto la vostra dichiarazione?", la risposta è "no, non ci abbiamo ripensato". Questa è la situazione.

Voci fuori microfono

No, noi non abbiamo aderito a nessun gruppo misto. Non esiste l'espulsione dai gruppi e non esiste nemmeno l'imposizione da parte dei capigruppo, dell'Ufficio di Presidenza a qualcuno di entrare a far parte del gruppo misto, perché se questo dovesse emergere, allora non c'è più solo uno stravolgimento del Regolamento del Consiglio, c'è molto di più.

Presidente - Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Sono decisamente combattuto, perché da un lato credo che l'opposizione abbia fatto delle considerazioni degne di attenzione e che in parte condivido, dall'altra parte c'è un Consiglio che è stato convocato per approvare delle leggi, per approvare degli atti che sono sicuramente di grande importanza.

Provo a fare una proposta, perché questa situazione ovviamente è insostenibile. Lei capirà, collega Minelli, che sta paralizzando un Consiglio. Da un lato chiederei una sospensione per una riunione di maggioranza, e dall'altra parte chiederei al Presidente del Consiglio se non è opportuno sospendere i lavori di questa mattina e riconvocarci alle ore 15:00, in modo tale da avere anche un po' più di tempo per definire le cose, perché - un po' tutti, il sottoscritto compreso, la maggioranza compresa - non è che stiamo dando una grande immagine di noi.

Collega Minelli e collega Guichardaz, abbiamo ben capito quali sono le vostre posizioni, quelle che sono le ragioni politiche e anche economiche delle vostre posizioni finanziarie, però credo che sia un po' esagerato. Per cui, se alla fine di questa discussione vogliamo sospendere i lavori e riprenderli alle ore 15:00, in modo tale che anche la maggioranza possa confrontarsi, credo possa essere una cosa intelligente.

Presidente - Credo che la proposta del collega Marguerettaz possa essere accolta. Consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Ci tengo solo a specificare una cosa, perché tutto il fuoco di fila è stato incentrato sulle decisioni delle colleghe Minelli e Guichardaz, ma le decisioni e le responsabilità sono dei sette, perché il problema potrebbe essere anche risolto molto semplicemente, con PCP che passa in minoranza con le due colleghe che hanno avuto il mandato da parte della base e gli altri rimanenti che fanno un gruppo a parte.

Specifichiamo bene quali sono i termini del confronto e del dibattito, perché non sono semplicemente le due colleghe Minelli e Guichardaz, ma tutto il gruppo di PCP deve prendere una scelta. Le responsabilità sono equidistanti da una parte e dall'altra tra le due componenti di PCP e, dal mio punto di vista, vedo delle responsabilità molto più grosse da parte dei cinque e non dalla parte delle due, perché le due sostanzialmente stanno rispettando il mandato del gruppo politico che sta fuori da palazzo. Comunque, fate voi le considerazioni, in ogni caso le responsabilità sono divise su tutti quanti i componenti del gruppo di PCP.

Presidente - Sospendiamo e riprendiamo alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 12:04.