Objet du Conseil n. 1139 du 2 décembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1139/XV - Ritiro di mozione: "Interruzione delle operazioni di trasferimento della RSA dal J.B. Festaz alla microcomunità di Variney sino alla riorganizzazione complessiva del servizio di assistenza anziani". (Approvazione di una risoluzione).
Farcoz (Président) - À la présence de 29 Conseillers je déclare ouverte la séance. Nous sommes en discussion générale du point 54, je rappelle qu'a été déposée une résolution de la part de la majorité. Quelqu'un qui souhaite intervenir ? La parole à la collègue Pulz qui s'était déjà inscrite avant.
Pulz (ADU VDA) - Grazie, Vicepresidente, e buon pomeriggio a tutte e a tutti. Non è facile - credo per nessuno, per me non lo è - intervenire dopo l'incontro dal forte impatto emotivo che abbiamo avuto questa mattina a fine lavori con le lavoratrici e con i familiari della RSA e delle microcomunità, che credo dobbiamo ringraziare.
Sottolineo anch'io, come è stato detto, che non è certo la prima volta che la RSA approda in Consiglio regionale con la questione dello spostamento da Aosta a Variney di Gignod. Già tempo fa la sollecitazione forte che proveniva da alcuni Consiglieri, giustamente preoccupati delle varie ricadute di un'operazione dai tratti confusi, era di adottare una prospettiva maggiormente di sistema. Veniva infatti denunciato un modo di procedere improvvisato. Si chiedeva con forza di adottare soluzioni organiche e strutturali prima di rischiare di essere travolti da una vera e propria emergenza legata all'invecchiamento della popolazione ma non solo, come abbiamo visto questa mattina, il problema non riguarda soltanto gli anziani ma anche giovani e meno giovani in particolari situazioni di difficoltà. Oggi mi vien da dire come in un eterno giorno della marmotta, che siamo di nuovo di fronte alle stesse identiche preoccupazioni. In V Commissione e anche poco fa durante appunto la sospensione e l'incontro con le lavoratrici e i familiari, abbiamo ascoltato le osservazioni in merito alla gestione organizzativa di ambiti di cura e di assistenza che, seppur differenti, sono collegati o perlomeno andrebbero collegati; per non parlare della concatenazione poi di altri comparti sanitari che si dice, almeno così abbiamo capito in commissione, avrebbero giovamenti automatici per il solo fatto di allocare la RSA nella frazione di Gignod e mi riferisco, per esempio, tra le tante questioni, allo spostamento del reparto di psichiatria, alla ricerca di una soluzione, forse, dell'annoso problema dell'ex maternità. Purtroppo, però quando si parla di spostare, di ottimizzare, di delocalizzare, la nostra prima preoccupazione è che gli oggetti - e non uso a caso questo termine - di tutte queste razionalissime operazioni sono persone, e persone già in difficoltà, quando parliamo di pazienti e poi di lavoratori del settore. Ponendo ascolto e attenzione proprio alle valutazioni dei lavoratori del J.B. Festaz, che appunto abbiamo audito, abbiamo appreso che il livello di competenza in merito a quella specifica professionalità non ha eguali in tutta la regione. Quindi è spiacevole - non solo per loro, per i dipendenti della RSA, ma anche per i cittadini che li conoscono - leggere che serve ora personale motivato e formato, perché allora sembra che loro non lo siano. Ma è strano questo, perché oltre ai titoli fanno formazione obbligatoria costante e hanno sviluppato professionalità certo simili ma anche diverse dagli operatori delle microcomunità. Comunque abbiamo scoperto, sempre questa mattina, che per loro passare sotto l'USL tramite trasferimento non sarebbe né facile né immediato come invece...
Président - Collègues, je demande un petit peu de silence.
Pulz (ADU VDA) - Merci monsieur le Vice-président... come invece mi pareva di aver capito in Commissione, dove sembrava che potessero transitare all'USL senza incontrare particolari problemi. Almeno così avevo capito io.
L'analisi redatta dai dipendenti del J.B. Festaz ci ha permesso anche di apprendere l'esistenza di altre pesanti criticità, che tutte gravitano, per finire, sulla vita dei pazienti, delle loro famiglie e chiaramente dei dipendenti stessi. Analoghe perplessità, soprattutto in merito alla tutela dell'utenza e dei dipendenti, oltre che del rapporto costi-benefici, sono state espresse dalle diverse sigle sindacali intervenute sul tema. Noi non capiamo bene perché dobbiamo ostinarci a procedere secondo un programma - cioè i due step indicati nella bozza - che crea di fatto più problemi che soluzioni; se è vero che lo spostamento della RSA a Variney potrebbe risolvere molti problemi strutturali nonché economici - anzi forse più economici che strutturali mi vien da dire - perché non inserire il tutto in una riforma profonda, più meditata e strutturata all'interno dell'intero sistema sanitario, che lo riguardi tutto? Così come sembrerebbe servire immediatamente una legge ad hoc sull'assistenza degli anziani a fronte, appunto, del problema dell'invecchiamento della popolazione.
Quindi noi riteniamo che si dovrebbe pensare, diciamo progettare per un tempo più lungo dei dieci anni prospettati, anche perché questa progettazione ha un preciso elevato costo e parliamo sempre, cosa che tendiamo un po' a dimenticare, di denaro pubblico. Solo con una progettazione che coinvolga poi tutta la comunità, i diversi soggetti interessati, si può pensare di ragionare seriamente sulla RSA, sulle microcomunità e su tutti i servizi per le persone che hanno bisogno di assistenza, anziani e non solo. Invece questi centri paiono scollegati da una gestione sanitaria assistenziale razionale e complessiva.
Un cittadino attento e sensibile ricordava di recente, in una lettera intensa ai giornali, che nel 2014 l'allora direttore generale dell'USL, Ardissone, suggeriva, a fronte della riconversione dell'efficiente struttura per anziani di Antey-Saint-André, di guardare all'esperienza delle case della salute dell'Emilia-Romagna per poter offrire non solo assistenza per gli anziani, ma anche strutture territoriali che avrebbero dovuto lavorare a stretto contatto con l'ospedale e con i medici di famiglia. Ora tutto questo discorso sembra essere cancellato e abbiamo anche dimenticato la storia che ha portato a creare le strutture decentrate, come le microcomunità. Ma siccome io vivo nell'Unité Grand-Combin insieme al collega Restano, ricordo, almeno in parte perché a vent'anni non ti viene da pensare alla vecchiaia, ricordo bene le tante discussioni per realizzare a Variney, accanto alla scuola media, una delle strutture per anziani che allora era tra le più efficienti della regione, con tanto di piscina poi riconvertita, perché gli anziani della mia zona non amavano andare in piscina, e aperta al pubblico. Gli amministratori della fine anni 80 capirono che era bene ospitare gli anziani del comprensorio in una sede vicina a casa loro. Adesso invece abbiamo capito, anche in commissione, che non è più certo che un anziano della zona possa essere ospitato a Variney, andrà dove ci sarà posto per lui. Questo del cambio di ambiente è un problema che, come abbiamo capito durante l'audizione questa mattina, può riguardare anche persone più giovani in situazione di sofferenza particolare e che hanno anche bisogno di socializzare e di non doversi scontrare con i problemi di spostamento dalla città in una frazione isolata quale quella di Variney di Gignod. Ci sembra di poter dire che i vecchi amministratori in questo caso si fossero dimostrati un po' più sensibili e un po' più umani dei nuovi, che paiono essere un po' troppo spinti, se possiamo permetterci, dalla logica dell'efficienza economica, dalla fretta e anche da un'assenza di capacità progettuale a lungo termine e non così miope.
Président - La parole au collègue Bianchi.
Bianchi (UV) - Chiederei una pausa perché dopo l'intervento della collega Pulz mi sembrava di tornare a stamattina alle 10:30. Si vede che il discorso era già scritto. Quindi chiederei una pausa per valutare, per vedere se c'è intesa con la risoluzione che è stata presentata prima e con quella che è stata poi spiegata dopo.
Presidente - Sospensione concessa.
La seduta è sospesa dalle ore 15:48 alle ore 17:35 e alla ripresa dei lavori riassume la Presidenza la Presidente Rini.
Rini (Presidente) - Colleghi, se qualcuno vuole informarci in merito alla lunga pausa e quindi se si sia addivenuti a una sintesi fra le diverse posizioni. Intanto vi informo che nel frattempo si è riunita anche la conferenza capigruppo che ha deciso di affrontare dopo questo punto le question time e poi di continuare con l'ordine del giorno. Abbiamo deciso altresì d'interrompere i lavori alle ore 20:00, di riprenderli alle 21:00 fino alle 23:30. Qualcuno vuole prendere la parola? La parola all'assessore Baccega. Siamo ancora in discussione generale. Se non ci sono richieste d' intervento in discussione generale, chiudiamo la discussione generale. In replica, la parola... C'è un emendamento, ma è condiviso immagino. La parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Ci scusiamo per la lunga pausa ma un ancien homme politique de la Vallée d'Aoste qui maintenant n'est plus là mi diceva che tutti i percorsi politici che vengono ampiamente condivisi portano sempre del buono.
Questo è un tema affrontato più volte in Consiglio regionale, è un tema che guarda al futuro dei nostri anziani. Andremo sempre più in là nell'età, avremo sempre più bisogno di assistenza. Si dovrà valutare quale tipologia di assistenza sarà necessaria per il futuro dei nostri anziani. Io avevo iniziato il percorso su Variney, J.B. Festaz, USL e Assessorato già nel marzo 2019, quando, di fronte a situazioni di criticità piuttosto significative, ci siamo più volte confrontati con i soggetti interessati per cercare di capire quale poteva essere la soluzione ideale.
Ovviamente la pausa ha determinato tutta una serie di approfondimenti ed è stata determinata da questo. La mozione che ha presentato l'opposizione è stata affiancata da una risoluzione che noi abbiamo voluto presentare proprio per dare corpo agli impegni che l'Assessore aveva preso, che la maggioranza aveva preso per voce dell'Assessore: riportare in commissione tutto il percorso che si era fatto, entrando nel vivo di quelli che erano i necessari interventi e le necessarie scelte da fare rispetto alla gestione del J.B. Festaz, della RSA della J.B. Festaz, della microcomunità di Variney partendo anche dalle esigenze di carattere sanitario e ospedaliero che riguardano il reparto di psichiatria, che non può più rimanere nel contesto dell'attuale sede di via Saint-Martin-de-Corléans, ma deve essere collocato in ambito sanitario e alle esigenze del reparto di geriatria presso l'ospedale Beauregard, dove c'è ovviamente l'esigenza di avere posti letto per pazienti lungodegenti. Ecco che tutto questo doveva essere inquadrato in un contesto di spostamenti che noi avevamo proposto che potesse essere avviato nel 2020, e si era individuata una data.
C'è ovviamente ancora in ballo l'ipotesi di riorganizzazione generale che è un'ipotesi per la quale mi ero anche qui impegnato a predisporre un ulteriore disegno di legge, oltre a quello presentato nella scorsa legislatura, per raccogliere e recepire le nuove esigenze rispetto ai percorsi che si erano fatti allora, percorsi per i quali c'è del buono e quindi si può ovviamente fare in modo che ci sia una condivisione anche da quel punto di vista. Ecco che abbiamo semplicemente fatto una cosa importante, abbiamo fissato una data. Tra sei mesi ci sarà una legge, una legge di riordino che potrà dare il via a tutta una serie di percorsi che sono già per una parte definiti. C'è l'esigenza di sanità nelle RSA della Valle d'Aosta, c'è l'esigenza di avere presidi sanitari sul territorio e quindi guardiamo a Morgex, la nuova micro di Morgex: anche per voce dei sindaci che abbiamo già sentito ci sarà certamente una volontà di andare in quella direzione, una gestione USL. Ci sono problemi in Bassa Valle, la micro di Perloz e altre micro. Quindi un discorso che a 360° potremmo fare per andare nella direzione giusta.
Quindi la risoluzione un po' riassume le esigenze di tutto questo percorso e va a individuare un'impegnativa che mi accingo a rileggere rispetto alle modifiche fatte a quella risoluzione che avevamo presentato. La prima modifica riguarda l'impegnativa e tiene conto delle audizioni avvenute in V° Commissione relative allo spostamento della RSA J.B. Festaz a Variney e nell'impegnativa, al punto 1: "si impegna a presentare entro 180 giorni - ecco i sei mesi - sentita la Commissione consiliare competente, una proposta di legge di riorganizzazione complessiva del servizio di assistenza agli anziani sull'intero territorio regionale". Al punto 2: "a coinvolgere la V° Commissione consiliare per proseguire gli approfondimenti necessari ai gruppi consiliari al fine di valutare la scelta proposta, in particolare relativamente alle unità di personale e alle tipologie di professionalità necessarie e anche alle soluzioni prospettate per far fronte alle esigenze di trasporto pubblico".
Questa mattina abbiamo incontrato una delegazione di infermiere e OSS del J.B. Festaz e i rappresentanti delle famiglie e abbiamo preso atto anche da loro che, sì, non hanno certo piacere di spostarsi ma c'è una forte esigenza di sanità, anche rimarcata dal collega Restano che ha detto: "Ok, individuiamo a Variney una nuova RSA ma manteniamo il J.B. Festaz in quel contesto". Ci sono una serie di proposte che vanno un po' nella direzione che la maggioranza ha individuato: una maggiore richiesta di assistenza sanitaria all'interno delle RSA.
Il terzo punto dell'impegnativa: "impegna la Giunta e l'Assessore ad approfondire e a condividere ulteriormente nell'ambito del progetto di riorganizzazione complessiva del servizio di assistenza anziani l'eventuale progetto di trasferimento, coinvolgendo tutti i soggetti interessati".
Queste sono le impegnative che abbiamo condiviso come maggioranza con le forze di opposizione. Io credo che il percorso fosse già avviato, nel senso che ci siamo già confrontati con le Unités e con gli uffici in questi mesi per stabilire un perimetro all'interno del quale questa legge doveva avere degli sviluppi. Credo che si dovrà partire dalle considerazioni che si sono fatte tutti insieme in questo contesto e che hanno trovato non così tante differenze, mi sembra di capire, ma che in qualche modo però rinviano a sei mesi ogni decisione.
Io con i miei uffici sarò coinvolto fortemente affinché questa legge venga presentata nei tempi dovuti e sono certo che alla fine cercheremo di fare tutti insieme il miglior lavoro possibile in questo senso.
Presidente - Ci sono richieste d'intervento in replica o in dichiarazione di voto? Ci fate solo avere, per cortesia, il testo? Perfetto. Ha chiesto la parola il collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Semplicemente per puntualizzare un aspetto che ritengo particolarmente importante e che ritengo vada ben sottolineato. Nella proposta di mediazione a cui si è arrivati, ci tengo a dirlo: se siamo stati così tanto tempo a discutere è perché giustamente la questione sanitaria, non soltanto legata a questo aspetto, sta a cuore a tutti. Sappiamo che, come è stato spesso detto, le risorse finanziarie sono sempre centellinate e quindi bisogna scegliere bene e soprattutto bisogna evitare il fenomeno dei tacconamenti, perché, altrimenti, risolto un problema spesso se ne generano altri. Io credo che il punto forte dell'impegnativa sia arrivare a un complessivo riordino dell'intero servizio di assistenza sanitaria, non soltanto legato adesso alla questione Variney, perché Variney è la pietra dello scandalo, però abbiamo tutta una serie di altre strutture e soprattutto un sistema complessivo che deve essere anche rivisto.
Sicuramente ci sono dei problemi grossi a livello sanitario, perché la popolazione invecchia di più, perché comunque abbiamo delle specificità particolari. Dobbiamo prenderci il tempo necessario per capire che cosa dobbiamo fare. Mi si permetta una battuta. Abbiamo inserito e abbiamo mantenuto i 180 giorni. L'ha detto anche informalmente più volte il Presidente della V° Commissione: 180 giorni è un limite massimo, sicuramente si può e si deve far meglio. Se questo progetto di legge segue la stessa celerità di altri progetti di legge, io penso che potremo quanto prima arrivare, sicuramente con una complessità diversa, però si sa a volte la ragione politica aiuta, e io penso che qui abbiamo una duplice ragione, la ragione anche amministrativa di arrivare a una soluzione quanto prima, che ovviamente però tenga conto di quello che ci siamo detti. L'impegnativa mi sembra molto chiara: prima dobbiamo considerare l'intero sistema e poi identificare le soluzioni, non seguire delle soluzioni già preconcette. È per questo che abbiamo ovviamente accettato la mediazione e tutti insieme mi auguro che potremo sostenere questa risoluzione.
Presidente - La parola al collega Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Semplicemente per ringraziare tutti i colleghi che si sono adoperati nel raggiungimento di un'impegnativa che in qualche modo contempera tutti quanti i passaggi. Io credo, Assessore, che probabilmente avremmo dovuto farlo prima questo tipo di lavoro. Mi spiego: quando in Commissione e nei colloqui informali ci è capitato più volte di confrontarci su questo argomento, credo che potevamo trovare una quadra magari anche in altri momenti, senza arrivare fino a questo punto. È stata una cosa, comunque sia, utile, credo. Ora io spero che ci metteremo meno dei 180 giorni, perché alcuni passi sono già stati fatti, alcune situazioni erano già state controllate ed evidenziate e penso che se ci sarà risposta al 116 della collega Russo riusciremo anche a partire magari da un punto fermo. Mi riferisco al fatto... rispetto alla richiesta dati di tutta quanto una serie di questioni relativamente al Welfare per gli anziani. Lei mi dice che ha il protocollo, buon per lei collega! Finalmente magari riesce ad avere una risposta, non come succede a me! Per quanto riguarda, invece, più in generale quello che vorrei soltanto sottolineare ancora una volta, è che le fughe in avanti, non solo su questo argomento, ma in generale, non sono mai piacevoli. Accade purtroppo spesso che il Governo e la maggioranza facciano fughe in avanti su questioni che sono troppo importanti per essere dibattute in quattro e quattr'otto. Quindi non faccio riferimento solo a questa questione specifica, ma più in generale a tante altre questioni che fino a oggi sono state affrontate, secondo noi, in modo troppo approssimativo e troppo legato a esigenze politiche, mentre invece i problemi reali sono altri che vanno affrontati con dati corretti, con idee sul tavolo e con gestione complessiva, per quanto è possibile, di tutti quanti gli attori presenti. Spero quindi che quanto abbiamo raggiunto con questa risoluzione oggi su questo argomento sia d'insegnamento per tutti.
Presidente - La parola al collega Restano.
Restano (GM) - La collègue Morelli m'a souligné ce qui aimait bien dire le sénateur Pierre Fosson. Pierre Fosson disait "c'est bien un mauvais compromis plutôt que pas de solution". Proprio ispirandomi a questa frase ho firmato quest'impegno, perché piuttosto che niente - e prima di fronte a noi avevamo il niente per la sanità valdostana - ci troviamo il piuttosto. Perché dico questo? Perché non sono d'accordo su tutte le premesse. L'ho detto già nel mio intervento, affiancare le esigenze ospedaliere alle esigenze del territorio, quindi la necessità di avere delle RSA, delle UAP sul territorio non ci sembra in questo momento corretto, perché andiamo a rispondere a due richieste completamente diverse. Però devo dire che il confronto ci ha arricchiti e ci ha permesso di arrivare a una soluzione; guardando proprio questa soluzione, quella che è un'impegnativa, guardo con fiducia al futuro, vale a dire alla necessità di approfondire e al programmare il futuro. Programmare il futuro, permettetemi una piccola sollecitazione, non vuol dire solo fare questa legge, ma vuol dire elaborare il piano sociosanitario, perché i contenuti di questa norma devono essere compresi nel piano sociosanitario. Quando si affermava che non dare seguito a questi spostamenti faceva saltare la programmazione sanitaria, noi ci permettiamo di sottolineare che la programmazione sanitaria non ce l'abbiamo dal 2013, da quando è scaduto il nostro piano sociosanitario.
Quindi esorto il Governo nei 180 giorni a fare la legge, ma anche a portare avanti il piano sociosanitario che deve comprendere il contenuto di questa norma e, non come abbiamo fatto in altri settori, invertire l'ordine. Comunque noi voteremo e siamo a favore di questa risoluzione sottolineando questi aspetti che ho appena elencato.
Presidente - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Cercherò di essere breve, anche perché ci sono davvero tanti argomenti importanti da trattare. Era l'8 novembre 2016 quando l'allora Assessore regionale siglò con una relazione sindacale di categoria un documento in cui, tra le altre cose, citava: l'importanza sociale, culturale ed economica del sistema del welfare sociosanitario e assistenziale regionale; la volontà politica d'indirizzo d'investire in questo settore così delicato e strategico per il benessere della comunità e il rinforzo di una regia unica regionale e la piena integrazione tra assistente sociale, socioassistenziale e sociosanitaria; il mantenimento della gestione pubblica dei servizi attraverso un soggetto di diritto pubblico a valenza territoriale, regionale, e la salvaguardia per tutto il personale oggi operante nel settore del contratto di lavoro, pubblico impiego del comparto regionale.
Ripeto la data. 8 novembre 2016. Lei capirà, Assessore, perché davvero abbiamo insistito tanto affinché si desse gambe a questa nuova riorganizzazione del welfare sul territorio, perché sono passati più di tre anni e questo accordo sottoscritto con i sindacati è lettera morta. Ma i problemi non sono solo questi. Noi quando chiediamo di avere una visione strategica sul futuro del servizio socioassistenziale è perché crediamo che vadano date delle risposte. Sono risposte di diverso tipo. Sicuramente un importante oggetto di un'iniziativa, che sicuramente non riusciremo a discutere in questo Consiglio, è quello relativo al famoso protocollo d'Intesa concernente le modalità operative per l'attuazione della mobilità del personale di transito tra l'Amministrazione regionale Valle d'Aosta e l'azienda USL.
Cito la data: 23 settembre 2016. Da allora lettera morta, perché la mobilità delle nostre OSS dai dipartimenti enti locali all'azienda USL non è mai stata attuata. Abbiamo persone che hanno dedicato la vita agli anziani, che hanno fatto una scelta di vita, l'hanno fatta probabilmente 30 anni fa, 35 anni fa. Hanno dei seri problemi queste persone. Purtroppo, malgrado se ne sia parlato negli anni, non si sono viste delle possibilità per dare a queste persone eventualmente una possibilità di, magari, non passare direttamente dall'assistenza a essere ospiti delle micro.
Ci sono altri problemi. Ho già provato a parlarne in altre iniziative, c'è la carenza sistematica di OSS sul nostro territorio in Valle d'Aosta. Forse l'unica professione in questo momento dove possiamo dire ai giovani diplomati: "Fate un corso OSS perché sarete assunti". Una delle poche, se non l'ultima. Anche su questo poche o nessuna risposta da parte dell'Assessorato. Ci sarebbero anche altre cose da dire, per carità, però ho voluto sottolineare questi due, tre aspetti perché quando si parla di progettualità, di futuro del servizio anziani - possono essere anziani, domiciliari o micro, non è solo riferito alle micro, perché abbiamo comunque un'eccellenza anche nel servizio domiciliare, ci mancherebbe! - questi vanno visti in una visione complessiva. E su questo io dico bisogna fare molta attenzione perché non possiamo pensare d'intervenire su un principio che è stato fondamentale negli anni, ovvero passare dal pagamento cash, sulla base di rendicontazioni che venivano fatte negli anni da parte delle vecchie Comunità Montane, alla quota capitaria. È stato un passo sicuramente non facile, ma sulla base di queste scelte ci sono delle Unités che si sono organizzate e altre meno. Ora introdurre un sistema in cui passi il principio che basta avere un deficit nella gestione di una Unité per eventualmente entrare e avere corsia preferenziale è l'esatto opposto del messaggio che noi intendevamo dare all'epoca. Per cui la voto, sono assolutamente contento di aver trovato questo tipo d'intesa. Non sarà facile, lo diceva anche il presidente Fosson che probabilmente ne parlavamo già nell'altra legislatura, però poi quello che si è fatto l'ho detto prima, non sarà facile ma di certo bisogna dedicarci tanto impegno ed essere certi che un'eccellenza come il servizio socioassistenziale della Valle d'Aosta non può essere messo in discussione.
Presidente - La parola al collega Bertin.
Bertin (RC-AC) - Sarò particolarmente breve anche perché sul piano personale sono stato ampiamente citato questa mattina dal collega Restano e quindi finirei per ripetermi. Fortunatamente oggi si è trovata una mediazione a una mozione che va nella direzione d'inserire in un contesto quest'intervento, come dicevo l'anno scorso e come ampiamente citato dal collega Restano.
Abbiamo lavorato alla mozione, sia a quella precedente che a questa di sintesi, perché è importante che sia qualcosa che riguarda tutto il Consiglio. Questa potrebbe diventare un'emergenza se non viene gestita con lungimiranza e con attenzione. L'invecchiamento della popolazione pone delle questioni difficili e conosciamo i numeri, non sto a citarli, ma c'è bisogno di guardare con attenzione alla prospettiva e d'intervenire rapidamente poiché il problema, più il tempo passa e più diventa difficile da affrontare. Come dicevo, abbiamo collaborato alla mozione e a questa di sintesi e credo che sia la direzione giusta. È importante che questo Consiglio, nella sua totalità, assuma questa problematica come una priorità, perché lo è: riguarda tutte le persone, tutte le famiglie di questa regione e sappiamo che non sarà facile modificare un sistema che era stato creato negli anni, che era ben diverso dalle necessità attuali. Questa trasformazione richiederà molta attenzione e, come dicevamo, il coinvolgimento di tutti e un disegno complessivo. Questa mozione va in questa direzione ed è certamente un fatto positivo.
Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il collega Peinetti.
Peinetti (UV) - Mi associo anch'io all'auspicio che questo sia un accordo che riuscirà, nel più breve tempo possibile, a farci arrivare a una conclusione che possa essere condivisa da tutti, dai pazienti che aspettano delle risposte, dagli operatori, dai parenti dei pazienti che aspettano delle soluzioni definitive da questo Consiglio. Innanzitutto, vorrei dire una cosa, primo, non è che fino a oggi il sistema non fosse in qualche modo regolamentato. Ci sono tutta una serie di norme nazionali e regionali, cito il decreto Balduzzi, il DM 70, gli accordi di programma tra regione e USL che si sono succeduti nel corso degli anni, la DGR 11 08 del 2016, quella 1671 del 2017, il vecchio piano sociosanitario che indubbiamente necessita di essere rivisto e dentro il quale questa legge, che noi speriamo di portare il più rapidamente possibile all'attenzione di questo Consiglio, troverà sicuramente locazione. Quindi non eravamo al far west, non eravamo al far west prima e non siamo al far west adesso. Indubbiamente il sistema è complesso. È un sistema abbastanza difficile da spiegare. Io vorrei partire da un dato. Ha detto prima il collega Restano che non si capiva tanto quale poteva essere il collegamento fra questo aspetto e quello che succede all'interno dell'ospedale. È del tutto evidente che oggi, invece, purtroppo, anzi per fortuna, queste due tipologie di servizio sanitario sono strettamente collegate perché si tratta di un percorso che comprende i servizi per acuti ospedalieri, le RSA, le microcomunità, per andare all'assistenza domiciliare integrata, alle dimissioni, alle dimissioni protette e ai servizi ambulatoriali, che si fanno carico di questi pazienti dimessi dall'ospedale, quindi dal centro per acuti, che poi al centro per acuti possono rientrare. Quindi si tratta di un continuo cerchio in cui questi pazienti vengono trattati, visti e rivisti. Sono pazienti per definizione cronici e, quindi, essendo per definizione cronici, afferiscono al sistema sanitario regionale in continuazione. Quindi anche in continuazione, forse sarebbe meglio dire in continuità, questi servizi dipendono strettamente uno dall'altro. Quindi non si può pensare di fare l'operazione, come dire: "riorganizziamo i servizi sanitari territoriali e ci dimentichiamo del servizio per acuti o viceversa"; non è così perché sono strettamente connessi l'uno all'altro.
Abbiamo sentito questa mattina tutta una serie di suggestioni arrivate anche dagli operatori che lavorano al J.B. Festaz, che è una struttura privata accreditata - a differenza di Variney che è una struttura pubblica - che hanno fatto delle giuste osservazioni e ci hanno dato delle suggestioni. Proprio partendo da queste suggestioni, bisognerà tenere conto di tutta una serie di passaggi che dovranno essere fatti. Credo che la proposta che era sul tavolo era comunque una proposta interessante, perché portava da 20 a 34 i posti letto per questi pazienti e, credetemi, 14 posti letto in più per pazienti acuti in questo momento all'ospedale regionale di Aosta sarebbero stati manna dal cielo, perché potevano aiutarci a far fronte a quelle emergenze stagionali che sono le emergenze influenza, le emergenze legate ai traumi di montagna eccetera, che ci colpiscono periodicamente. Avere un reparto polmone, come viene definito in questi casi, sarebbe stato molto importante e 14 posti letto ci avrebbero fatto molto comodo. In realtà non è così, quindi dovremo cercare in qualche modo di trovare più rapidamente... e invito indubbiamente tutti coloro i quali lavorano dentro la commissione, ma non solo dentro la commissione, a essere più efficaci possibile, come ci ha detto l'Assessore anche attraverso i suoi uffici, perché questa è un'esigenza fondamentale; è un'esigenza che ci deve vedere impegnati in maniera trasversale perché questo è un problema di tutti, non è un problema della maggioranza, un problema della minoranza, un problema di più di qualcuno che non di qualcun altro. È un problema che ci riguarda tutti e avere più posti letto dentro l'RSA, che sono dei posti letto estremamente importanti, che hanno anche dei costi molto elevati - oppure nell'unità di assistenza prolungata, che sono associati ai posti di RSA - è oggi fondamentale per mantenere in piedi il sistema sanitario regionale. Per cui non è una cosa secondaria, è una cosa fondamentale a cui bisognerà lavorare e lavorare rapidamente.
Io auspicavo una soluzione diversa, ma in ogni caso credo che sia assolutamente dignitoso votare questa risoluzione e da oggi in poi bisognerà mettersi a testa bassa e cercare di trovare il più possibile una soluzione a un problema che è, sì, annoso, ma che cambia in continuazione, perché cambiano in continuazione i riferimenti con cui noi ci dobbiamo confrontare. I pazienti che noi abbiamo oggi sono sempre più complessi, sono sempre più dei pazienti polipatologici. Sono pazienti che necessitano di cure mediche e di cure sanitarie, neanche più sociali, alle quali si associano anche gli aspetti sociali, si sommano gli aspetti sociali.
Mi auguro e mi farò sicuramente attore all'interno della V° Commissione perché questa legge trovi il più possibile una corsia preferenziale. Credo e spero che tutti quanti noi vorremmo portare il nostro contributo fattivo.
Presidente - Ci sono interventi? La parola al presidente Fosson.
Fosson (PNV-AC-FV) - Due considerazioni finali a nome della maggioranza ma anche di quella passione, di quel pezzo di vita che si è messo per cercare di organizzare i servizi sociosanitari in Valle d'Aosta.
Il nostro sistema sociosanitario è un sistema particolare, straordinario, nel senso che ha scelto il territorio rispetto alle grandi dimensioni di grosse case di accoglienza per malati con problemi sociosanitari. La Valle d'Aosta ha deciso di fare molte microcomunità sul territorio invece di grandi case centralizzate che avrebbero tolto i pazienti dalla loro dimensione territoriale e dalla loro dimensione affettiva. Questo nel tempo ha comportato sicuramente dei problemi perché, come diceva giustamente l'Assessore, i bisogni dei pazienti ricoverati sono cambiati, sono diventati sempre più sanitari; i costi della sanità sono aumentati per cui avere dei piccoli numeri con dei pazienti altamente sanitarizzati è diventato sempre più difficile.
Ringrazio quelli che hanno lavorato su questo proposito e soprattutto perché si è deciso di riportare in commissione il discorso per verificarne tutti gli aspetti. Chiaramente il problema sanitario va organizzato nella sua globalità, ma il fatto di non avere un presidio unico, ma diversi presidi sanitari, porta nel tempo delle difficoltà di organizzazione e a vedere il problema in modo globale: dovrà essere fatto e speriamo che sia fatto presto. Come anche la legge che centralizza o comunque dà una regola di divisione più alta rispetto a quella locale, è necessario, come diceva Gerandin, ci abbiamo già provato: fu una grande difficoltà arrivare alla quota paritaria unica per tutti i pazienti a seconda del livello sanitarizzato della loro microcomunità.
Comunque ci lavoreremo perché più che mai oggi è necessario avere una visione di sistema su questo che è un problema decisamente importante e tenendo conto del fatto che la Valle d'Aosta ha messo nelle sue priorità l'attenzione agli anziani.
Presidente - Altri? Se non ci sono altre richieste, possiamo mettere in votazione. La votazione è aperta. Possiamo chiudere la votazione.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
Il Consiglio approva all'unanimità il nuovo testo condiviso e quindi la mozione è ritirata.