Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1138 du 2 décembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1138/XV - Inizio della discussione generale sulla Mozione: "Interruzione delle operazioni di trasferimento della RSA dal J.B. Festaz alla microcomunità di Variney sino alla riorganizzazione complessiva del servizio di assistenza anziani".

Farcoz (Président) - Point 54 à l'ordre du jour. Pour l'illustration, la parole au collègue Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Questa mozione nasce a seguito di tutto quanto il dibattito che c'è stato all'interno delle Commissioni e non solo, relativamente all'idea - non è ancora una proposta formalizzata in termini tecnici all'interno delle Commissioni - di spostare il reparto RSA dal J.B. Festaz alla microcomunità di Variney, trasformando quest'ultima da microcomunità a gestione diretta USL in RSA. Questa mozione chiede molto semplicemente di interrompere questa azione fino a che non venga approvata, entro 60 giorni dall'approvazione della stessa, una legge di riordino complessivo di tutto il settore.

Nell'impegno è una mozione estremamente semplice. Non è affatto semplice il ragionamento che c'è dietro a questa mozione. Siamo arrivati a questa mozione perché è ormai da moltissimo tempo che in questo Consiglio si dibatte della necessità, che ormai sta diventando urgenza, di riforma del settore e perché più volte è stato sollecitato dai banchi dell'opposizione, ma non solo, che venga fatta una legge che in qualche modo sistemi ciò che in questo momento è in capo alle Unités des Communes e che, con il passare degli anni, l'invecchiamento della popolazione e tutto quello che conosciamo, deve essere in qualche modo riformato. Stesso discorso vale per la gestione dei lavoratori. In questo momento abbiamo lavoratori qualificati OSS in un settore, lavoratori altrettanto qualificati OSS in un altro settore, ma i due settori non si parlano e questo è un altro problema grosso.

Latente, ma non tanto, c'è il problema molto grave, secondo noi, relativo alle privatizzazioni che si stanno facendo, che si sono fatte e che abbiamo timore si facciano ancora della gestione delle microcomunità. Sullo sfondo c'è una questione politica: la gestione da chi deve essere fatta? Come deve essere fatta? Ora, il primo punto che secondo noi è da discernere, da valutare con attenzione e da verificare nelle Commissioni e nelle opportune sedi sono i dati, i dati complessivi: servono altri posti letto? Se sì, quanti? Dov'è meglio piazzare questi posti letto? Dobbiamo lasciare la gestione alle Unités des Communes, dobbiamo prenderle in carico all'USL, dobbiamo fare un'altra società? Su questo ultimo punto la proposta è stata fatta non ufficiale nella legislatura precedente, dall'ultimo governo che c'era e poi è rimasta ferma per questioni politiche.

Noi come opposizione, firmatari di questa mozione ma non solo, non ci vogliamo sottrarre da questo ragionamento, anzi vogliamo essere attori principali di questo ragionamento perché, come abbiamo detto tantissime volte in quest'aula, questo è problema che tocca tutti. Non è una questione solamente politica o di potere. Qui andrebbe ridisegnato un sistema e questo sistema dovrebbe andare a vantaggio, se non di tutti, perlomeno della stragrande maggioranza, anche perché accontentare tutti è praticamente impossibile; ma diciamo della stragrande maggioranza dei cittadini. Ci sono forti resistenze su qualsiasi variazione, fortissime resistenze, citate anche in Commissione in maniera non così esplicita, ma che io riconosco: sul territorio ci sono enormi resistenze su questo, su un possibile cambio di assetto, su una possibile modifica di ciò che è gestito in questo modo fino a oggi.

Nonostante queste resistenze, nonostante il fatto che forse, qualora decidessimo di spostare la gestione, per esempio dalle Unités des Communes attuali all'USL, qualora dicevo dovessi ritenere, dati alla mano, che è una decisione giusta da prendere, io non mi farei problemi a prendere una decisione del genere e a supportarla perché, come dice qualcuno, le cose giuste vanno votate a prescindere. Però dobbiamo mettere insieme tutti gli attori, valutare tutto ciò che c'è in questo momento e fare delle scelte corrette da un punto di vista politico. Dopodiché ognuno si assume le sue responsabilità, come è giusto che sia.

Il problema di questa mozione che nasce oggi è che fino a oggi non si è voluto decidere, nonostante i numerosissimi solleciti avvenuti in quest'aula. Noi siamo qui per cercare una volta per tutte di mettere dei tempi, rispetto a una decisione che ormai è ben oltre il punto nel quale doveva essere presa. Quindi, chiedo a questo Governo di darci una risposta chiara e precisa su ciò che vuole fare e su come vuole farlo.

Dalle ore 11:24 assume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Apriamo la discussione generale. La parola al collega Restano.

Restano (GM) - Preliminarmente devo dichiarare al Consiglio e anche a chi ci ascolta che noi siamo a favore del mantenimento della microcomunità di Variney in qualsiasi forma esso avvenga, però vale la pena per questo argomento fare alcune considerazioni, così come ha poc'anzi detto il collega Cognetta.

Tante audizioni sono state fatte, su richiesta, permettetemi, della minoranza. Volevo partire da una dichiarazione del commissario straordinario dell'USL: "alle problematiche complesse non si risponde con una risposta semplice", nel senso che la risposta è molto articolata. Il commissario rispondeva a una domanda che non era diretta ed esplicita sul mantenimento della microcomunità di Variney o sul trasferimento della RSA, però ritengo che sia molto chiara. Poi, vorrei anche riprendere una dichiarazione del collega Bertin a un'interrogazione del 23 maggio 2019, riguardante la riorganizzazione del sistema di assistenza alle persone anziane. Nel corso delle sue considerazioni diceva questo: "Sappiamo come è nato il sistema anni fa, era ben diverso da quello attuale. Bisogna intervenire e farlo con una certa lungimiranza e non con interventi limitati a spot, che poi creano delle situazioni difficilmente gestibili". Come non condividere quanto detto dal commissario straordinario e dal collega Bertin!

Veniamo all'argomento di oggi, perché noi riteniamo, come abbiamo sentito dire dalle persone audite in Commissione, che si stia facendo un pochino il gioco delle cinque carte; non delle tre carte, delle cinque carte. Andiamo a vedere chi sono i soggetti chiamati in causa, se così possiamo definirli. L'RSA del J.B. Festaz ha dei problemi di gestione. Lo abbiamo visto da una nota di tanti medici ospedalieri che hanno fatto emergere queste problematiche, dando anche delle soluzioni al decisore politico. Non ultimo sottolineo un punto che mi ha veramente colpito: "disporre di personale dipendente dall'azienda USL motivato e formato semplifica i rapporti e consente di lavorare in modo omogeneo con le diverse articolazioni di lavoro dell'azienda". Ma mi chiedo: il personale della RSA del J.B. Festaz non è formato, non è motivato? Ci siamo permessi di sindacare. Abbiamo chiesto ai parenti degli utenti, che hanno avuto solo lodi rispetto a questo personale e se avrò modo poi di riprendere la questione vi dico che è altamente specializzato, con corsi ad hoc sui pazienti che vengono ospitati nell'RSA, cosa che non hanno attualmente le OSS dipendenti delle microcomunità e neanche dell'azienda USL, perché fanno un altro lavoro.

Ci sono problemi di spostamento dei letti all'interno della RSA del J.B. Festaz e questo lo sappiamo. Reparto di psichiatria, altro soggetto chiamato in causa: ci sono dei problemi strutturali e lo si sa da tantissimi anni. C'è il problema dell'antincendio: si poteva cercare di risolverlo forse in altre maniere e anche in altri periodi. Problemi del reparto infetti: necessità di ammodernamento, ha i suoi anni, si deve ristrutturare. Il reparto di geriatria necessita di delocalizzare i lungodegenti. Poi alla fine arriviamo alla microcomunità di Variney, a un grosso buco in bilancio. Da più parti si dice che a oggi sembrerebbe già attorno ai 500 mila euro. È lievitato nel tempo, anche a fronte di quella che nel tempo è stata l'attività degli assessori che hanno lavorato su questo dossier.

Cosa è stato fatto in passato, a differenza di quanto ci viene proposto a oggi? Parto dal collega Fosson, che da assessore aveva avviato una ricerca, uno studio, un approfondimento sulla situazione delle microcomunità, coinvolgendo anche i sindacati. Siamo passati poi al collega Viérin e al collega Bertschy, proprio per evitare quanto ci ha detto il collega Bertin e quanto ci ha ricordato il commissario Pescarmona: hanno cercato di dare una risposta articolata a un problema complesso. Hanno avviato in forza degli studi e delle ricerche fatte a monte, una proposta di norma per arrivare infine alla ASPES, che è una proposta di agenzia relativa alla gestione delle microcomunità, che sappiamo hanno molti problemi. La collega Certan ha proseguito in questo solco. Sono a conoscenza che alcune Unités des Communes non avevano risposto alle sue sollecitazioni, fra queste anche la Grand Combin, che era quella di allinearsi a una certa razionalizzazione delle spese.

Tutto questo ci è stato detto in audizione, queste sono le cose che abbiamo appreso. Mi viene da dire: chi sono gli assenti da questa discussione? Gli utenti! Si guarda alla soluzione di problemi specifici e non si citano gli utenti. Non si cita il benessere degli utenti. Non si è andati a vedere le distanze, i tempi che si mettono dalla RSA del J.B. Festaz ad arrivare all'ospedale, quali sarebbero i tempi per un'eventuale ambulanza a scendere verso l'ospedale in caso di emergenza, i danni che provocherebbe. Quali sono i pazienti? Interloquendo con alcuni parenti di pazienti abbiamo saputo quanto è importante che sia il più possibile vicina all'ospedale questa struttura e i danni che potrebbe provocare un suo allontanamento.

Ma andiamo avanti. Un altro attore che manca sono i dipendenti. Che fine faranno i dipendenti della RSA? Questo patrimonio, lasciatemelo chiamare così, che è frutto di investimenti, perché è personale che è stato formato, che viene continuamente aggiornato attraverso la frequenza di corsi ECM, quindi a spese dell'azienda pubblica e anche, a volte, ho saputo, a spese personali loro. Che fine farà questo personale? Non lo possiamo riqualificare, riutilizzare in caso di eventuale spostamento?

Quello che balza agli occhi con questo gioco delle cinque carte è che non si ha un'organizzazione globale, perché forse le quattro problematiche che stanno al lato del problema della microcomunità di Variney si potevano e si possono e si potranno risolvere una alla volta. E si potevano anche risolvere in tempi passati: forse non ce n'era la volontà, forse non ce n'è stata l'occasione. Però la questione Variney si può risolvere autonomamente, senza dover chiamare in causa altre questioni, altri soggetti.

Due considerazioni rispetto ad alcune sollecitazioni. Tutto questo giro, spostamento di letti dalla psichiatria, di qua e di là, dove ci porta? Sostanzialmente ad avere un'aggiunta di letti al Beauregard per le post acuzie, un'aggiunta di letti ospedalieri che sappiamo, mi sembra, che dovrebbero - sono definiti per legge - rimanere quelli. Un'aggiunta di posti letto ospedalieri sicuramente utili, che noi auspichiamo, ma che escono dalla normale programmazione dei reparti. Si può fare lo stesso? Si potrebbe arrivare lo stesso? Possiamo iniziare la ristrutturazione della cosiddetta palazzina D senza spostare l'RSA del J.B. Festaz a Variney? Possiamo risolvere il problema di Variney senza spostare la RSA di Variney? Secondo noi, sì, si può fare.

Ma soprattutto possiamo dare una risposta articolata e complessa, in cinque minuti, con un sistema semplice, così come ha detto il commissario Pescarmona? Noi pensiamo che il commissario abbia ragione. Non si può liquidare in quattro e quattro otto con quattro sopralluoghi en cachette, una questione articolata e complessa. Per questo ci permettiamo di proporre al Consiglio di aspettare, di approfondire, di audire, perché vorrei ricordare che i vecchi metodi della politica di fare intervenire la comunità scientifica all'interno delle valutazioni politiche hanno portato in passato a perdere dei referendum. Non bisogna entrare a gamba tesa, bisogna rispettare i ruoli. Questo noi chiediamo: che vengano rispettati i ruoli e si facciano i percorsi dovuti con i tempi dovuti.

Si può evitare la chiusura della microcomunità di Variney: si può, perché no. Lancio una provocazione: trasformiamo in RSA la microcomunità di Variney, ma teniamo il J.B. Festaz, che è un patrimonio! E non diciamo che non c'era la possibilità di aggiungere posti letto al J.B. Festaz, perché sappiamo che quando c'è stato quel famoso sopralluogo c'erano degli spazi liberi. Lo abbiamo sentito in audizione: c'erano 400 metri quadri liberi, quindi si poteva implementare l'attività dell'RSA del J.B. Festaz.

Noi siamo disponibili a qualsiasi soluzione e a qualsiasi tipo di confronto. Siamo disponibili a valutare un progetto di legge, siamo disponibili ad approfondire e avviare un percorso di ristrutturazione di tutto quanto, ma guardando dei documenti, potendoli valutare, valutando le spese. È questo che chiediamo. Ci sembra il minimo sindacale. È questo che chiedono alcune sigle sindacali. È questo che chiedono i parenti degli utenti del J.B. Festaz. È questo che chiedono alcuni dipendenti, non tutti, perché ovviamente quelli a cui si fa intravedere la possibilità di trasferirsi all'azienda sanitaria locale quelli non possono che essere d'accordo. Ma abbiamo ipotizzato, abbiamo in mano, non solo come ci è stato detto in audizione, delle stime neanche scritte dei costi? Abbiamo l'idea di quelli che possono essere i danni che sarebbero provocati a una certa tipologia di utenza dell'RSA? Abbiamo appreso che solo lo spostamento di stanza di tre o quattro metri provoca un forte scompenso emotivo che poi si traduce in un aggravamento della patologia. Questi sono i dubbi che sorgono non solo a noi, ma ai parenti degli utenti e agli utenti stessi.

Abbiamo valutato il contenuto delle linee guida dettate dal Ministero della Sanità n. 1 del gennaio 1994, poi aggiornate, riprese da alcune delibere? Me le sono stampate tutte le delibere e ci dicono in quale contesto va costruita una RSA e leggo "localizzazione". Vanno localizzate, soprattutto quelle di nuova costruzione, in zone già urbanizzate. Questo per dire che si può trasformare quella di Variney in RSA? Ne abbiamo l'esigenza? Lo si fa. Ma quella di Aosta non la spostate. È un patrimonio per la nostra regione.

Non ultimo, mi preme sottolineare che i sanitari, giustamente dal loro punto di vista, sottolineano l'esigenza di posti letto in RSA. Ricordo per chi era in quest'aula nel 2015 che abbiamo chiuso le RSA di Antey, perché sottoutilizzata. Allora anche qua dico: facciamo una profonda valutazione. Forse l'RSA serve più vicino alla città di Aosta. Allora a maggior ragione non spostiamo quella del J.B. Festaz, ma trasformiamone un'altra. Forse ad Antey c'erano altri problemi. Però liquidarla così tout court non mi sembra corretto e neanche dare una risposta semplice e rapida a questo Consiglio, ma soprattutto ai tre o quattro assessori che in precedenza avevano affrontato l'argomento in maniera diversa, proponendo anche delle soluzioni che non sono mai arrivate in Commissione, perché se fossero arrivate e la Commissione le avesse cassate allora avrebbero senso.

Sono tanti gli interrogativi che noi ci siamo posti analizzando questo dossier e vedendo soprattutto che tendeva a sfuggire all'analisi della Commissione, perché più volte l'abbiamo richiamata all'attenzione, più volte abbiamo chiesto di analizzarla in maniera approfondita. Abbiamo, per così dire, dovuto un pochino imporlo. Allora con questa mozione, come già detto dal collega che mi ha preceduto, ci permettiamo di evidenziare ulteriormente la problematica. Siamo disponibili ovviamente a condividere ancora un percorso insieme, un percorso che vada nel senso dell'approfondire la questione, del salvare la comunità dei Variney, ma di non fare delle scelte affrettate, piuttosto delle scelte che siano, come ha detto il collega Bertin, lungimiranti e supportate da degli studi almeno cartacei.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Russo.

Russo (M5S) - In questa mozione si parla di una questione molto specifica: la realizzazione e l'esercizio di una residenza sanitaria assistenziale e di un'unità di assistenza prolungata per anziani nel comune di Gignod, nell'attuale struttura socioassistenziale di Variney. La questione in realtà, come sappiamo e come hanno detto i miei colleghi, rimanda a un tema molto complesso, cioè a una sfida centrale per la nostra regione, come per tante altre regioni del nostro Paese: come gestire l'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche, tramite la necessità ormai non più rimandabile di una riorganizzazione del welfare anziani.

Proprio in vista di un'ipotesi di riorganizzazione del welfare anziani ho fatto, il 30 ottobre 2019, un 116 in cui ho richiesto numerosissimi dati sulla situazione delle strutture socioassistenziali e sanitarie private e pubbliche della nostra regione e sull'assistenza domiciliare, a cui non ho ancora avuto risposta nonostante i solleciti. Sono dati certamente in possesso dell'assessorato, perché diversamente non capisco in base a quali dati e a quali valutazioni vengano fatte le scelte come quella di cui si parla oggi. Vorrei chiedere al Presidente del Consiglio e all'Assessore di farmi arrivare quanto prima i dati richiesti, che in realtà ci dovrebbero essere serviti anche oggi in questa discussione, per avere una cornice di dati da cui partire.

Torno all'oggetto della mozione e porto l'attenzione su tre elementi in particolare. Il primo punto, abbiamo una struttura di Variney che può accogliere, a quanto abbiamo capito, fino a 34 posti da destinare a RSA e UAP. Abbiamo l'azienda USL, che è già in accordo con la casa di riposo del J.B. Festaz di Aosta e ha la necessità di ampliare i posti letto, così da liberare la geriatria e garantire un'adeguata presa in carico dei pazienti che arriveranno in reparto. Abbiamo con questa azione un aumento quindi di 14 posti letto. Ma se questa è una necessità importante e reale, ed è certo che lo sia, mi chiedo perché non ne abbiamo mai parlato in Commissione in modo approfondito e condiviso. Questo è un tema che non richiede assolutamente solo le audizioni dei sindacati e del presidente dell'Unité des Communes Grand-Combin, ma almeno anche del direttore generale e del direttore amministrativo dell'USL, del direttore del J.B. Festaz e del primario di geriatria. È un tema che a necessità di una definizione precisa dei costi di questa azione per l'amministrazione regionale, che non sono di mia conoscenza e penso neanche di molti altri colleghi, nonché una programmazione dei principali step della riorganizzazione del welfare anziani. Almeno dobbiamo sapere in che cornice ci inseriamo.

Inoltre, come descritto nella convenzione, e quindi poi concretamente nella gestione della struttura, saranno coinvolti quattro soggetti giuridici con impegno e funzioni differenti anche molto dettagliate, ma che si vanno a sovrapporre. Quindi, abbiamo: Regione, USL, Unité des Communes e J.B. Festaz. Mi sembra veramente che siano troppi.

La tempistica: il tutto si dovrà sviluppare entro il mese di aprile 2020. Mi sembrano tempi assolutamente irreali, impossibili da realizzare.

Il punto 2. In Commissione e nelle varie audizioni non abbiamo mai o quasi mai parlato degli utenti, che sono pazienti, che sono coinvolti in questo processo di spostamento da una sede all'altra e delle loro famiglie. Gli utenti non sono fantasmi, non sono entità astratte. I pazienti hanno delle necessità e devono essere posti al centro di qualsiasi scelta. Spostare un paziente cronico dal J.B. Festaz a Variney richiede attenzioni e azioni di cura importanti, così come lo spostamento dei pazienti che ora si trovano nella microcomunità di Variney e che dovranno essere spostati al J.B. Festaz o in altre strutture assistenziali della nostra regione, che non si sa ancora quali saranno. Questo trasferimento non è scontato e creerà non pochi problemi alle persone e ai familiari, spostamento che avverrà non appena la convenzione sarà firmata, come c'è scritto nell'articolo 7.

Il punto 3: i dipendenti delle due strutture. Le risorse umane, le figure professionali coinvolte in questi spostamenti sono le figure essenziali che devono dare concretezza alle scelte politiche che comportano cambiamenti e riorganizzazioni. Lo scarso rispetto per la professionalità di tutte le figure coinvolte, nonché la riduzione della motivazione a svolgere lavori delicati come quelli di chi sta accanto a persone in stato di sofferenza fisica ed emotiva, incide sulla qualità della prestazione sanitaria finale. Questo è un elemento da non sottovalutare per nulla, anzi da tenere in fortissima considerazione.

Vorrei invece fare due riflessioni, che forse dai miei colleghi precedenti non sono state fatte, in merito a come si potrebbe partire per pensare a una riorganizzazione del welfare anziani. L'obiettivo prioritario deve essere quello di migliorare lo stato di salute e di benessere delle persone anziane e delle loro famiglie, in tutte le aree della nostra regione. Persona anziana è uguale a familiari che gli stanno intorno: questo deve sempre essere tenuto in considerazione in uguale importanza. L'insieme di interventi d'assistenza alla persona anziana si è sviluppata sulla base di una società molto differente da quella di adesso, una società più giovane e con reti familiari più ampie rispetto sia alle attuali sia a quelle che si stanno creando.

Proprio partendo da questo presupposto, alcuni elementi del sistema attuale di accesso ai servizi devono essere presi in considerazione. Chiaramente, il trend di invecchiamento della popolazione in crescita costante, di cui abbiamo parlato spesso. Il quadro frammentato che abbiamo nella nostra regione: ognuno fa bene la sua parte, ma manca una visione unitaria nella presa in carico del paziente. La necessità di assistenza dell'anziano entra in contatto con i servizi spesso e solamente quando ormai il paziente è diventato grave. Fino a quel momento sono le famiglie che si fanno carico della situazione. Ciò può portare all'affaticamento e all'impoverimento del capitale delle famiglie, riducendo le possibilità di intervento a carattere preventivo.

I servizi vengono attualmente erogati da soggetti diversi sul territorio. Abbiamo le Unités des Communes, i privati, l'USL e il terzo settore. Questo fa ricadere sull'utente la necessità di comprendere un sistema molto complesso e di muoversi al suo interno per soddisfare le sue esigenze. Gli utenti più deboli e con meno risorse a disposizione sono quindi coloro che accedono al sistema con maggiori difficoltà. I piani di assistenza che possono essere proposti risentono grandemente di questa molteplicità di offerta, quindi non sempre possono rispondere a esigenze dell'utente in modo flessibile e modulare, come sarebbe richiesto. Inoltre, questo lo sappiamo benissimo, in attesa dell'attivazione dei servizi, le famiglie spesso ricorrono a risorse fuori dal sistema, cioè a una badante spesso non qualificata.

La proposta. Gli obiettivi che dovremmo perseguire in una riorganizzazione del welfare anziani sono: migliorare la capacità di visione di insieme, in modo da consentire una programmazione delle politiche e lo sviluppo dei servizi in base alle esigenze delle persone, cioè la prevenzione, la domiciliarità e i vari servizi intermedi, prima dell'RSA e delle microcomunità; porre sempre più al centro dei servizi la persona e la sua rete familiare, come ho già detto, offrendo un interlocutore unico in grado di attivare e personalizzare le migliori risorse per ogni caso; rafforzare l'integrazione tra assistenza sociale e assistenza sanitaria, in modo da poter migliorare l'efficienza, la qualità delle cure e la presa in carico della persona. Tutto questo coerentemente con un piano per la salute che ancora deve essere redatto, che deve evidenziare come il benessere della persona è frutto dell'interdipendenza di fattori fisici, mentali, sociali e relazionali. Nelle persone anziane questo particolare è evidente.

Questo trasferimento deve essere effettuato quindi solo a fronte di un piano di riorganizzazione del welfare anziani, che però non può essere pensato in 60 giorni come ha scritto il collega Cognetta nella mozione, ma almeno in 120 giorni.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Innanzitutto, intervengo in quanto presidente della V Commissione e nello stesso tempo presenterò anche la risoluzione che questa maggioranza ha voluto proporre, in funzione della mozione presentata da parte dell'opposizione. Obiettivamente chi è intervenuto fino ad adesso ha evidenziato in ogni caso, che ormai è da anni che si discute su questa problematica, dovuta al fatto che la popolazione, non solo valdostana, italiana ed europea sta invecchiando sempre di più e le problematiche del welfare anziani chiaramente devono essere viste sotto un altro aspetto rispetto ai tempi passati.

Permettetemi di evidenziare anche il fatto che se oggi siamo qui a discutere e parliamo di quelle strutture, di microcomunità che oggi sono sparse sul territorio valdostano, è anche bene ricordare che si vede che chi ha amministrato nel passato ha avuto la lungimiranza, come qualcuno ha voluto evidenziare in articoli di giornali, di costruire questa rete di servizi sul territorio. Quindi è un bene, anche perché in altre regioni questa tipologia di servizio non è sicuramente pubblica, ma è privata: evidenziamolo! Dall'altra è indubbio che la problematica del welfare anziani, come qualcuno ricordava prima, è un problema che già da anni si sta discutendo. Si sono susseguiti gli assessori, ma qualcuno ha evidenziato che non era arrivato niente in Commissione. Proprio per questo fatto si è voluto partire a ritroso, vale a dire che qualcuno ha evidenziato il fatto: è un'idea (me lo sono segnato). Vale a dire che dalla Commissione abbiamo detto: da qualcosa bisogna parlare, perché il problema esiste. Quindi si sono fatte delle audizioni, dove non c'era nessuna documentazione. Ma non c'era nessuna documentazione - poi avrà modo l'Assessore di spiegarlo - perché era una delle richieste che i sindacati avevano fatto, vale a dire di non arrivare con della documentazione già in Commissione, prima che se ne fosse discusso con tutti gli attori, che, come qualcuno ricordava prima, sono tanti. Però, concordo con la collega Russo che comunque il primo attore, quello a cui noi dobbiamo fare fede, è l'utente. Tutto il resto è un corollario. Quindi, prima dobbiamo guardare l'utente.

A fronte di questo, ricordo all'aula che sono stati auditi alcuni attori, ma nello stesso tempo è stato anche deciso un primo sopralluogo che faremo dopodomani, proprio per rendersi conto dei due edifici, cioè Variney e il J.B. Festaz; questo proprio perché c'è volontà da parte di tutti i commissari di andare a valutare qual è la cosa migliore. È chiaro che, come in qualsiasi cosa dove si interviene per cambiare qualcosa, si creano dei problemi. Però, lo ricordavo prima, noi dobbiamo guardare gli utenti, non il corollario.

Dall'altra, ancora solamente un ragionamento. La risoluzione che abbiamo presentato mi sembra che vada un po' nella direzione di chi è intervenuto prima, perché fa una fotografia della situazione di Variney oggi, perché è questa in discussione, però condividiamo in maniera totalitaria che il problema non è solamente Variney, ma si deve guardare nel complesso, cioè tutto il territorio regionale. A fronte di questo abbiamo presentato questa risoluzione, della quale leggerei l'impegnativa, tanto per farne capire un po' il principio: "Impegna la Giunta e l'Assessore competente a coinvolgere la V Commissione consiliare", quella preposta, "per proseguire gli approfondimenti necessari ai gruppi consiliari al fine di valutare la scelta proposta", quindi di valutare la scelta proposta. "In particolare, relativamente alle unità di personale, alle tipologie di professionalità necessarie e anche alle soluzioni prospettate, per far fronte alle esigenze del trasporto pubblico", questo anche perché era emerso dalle prime audizioni in Commissione, "ad approfondire e a condividere ulteriormente il progetto di trasferimento con tutti i soggetti interessati e, infine, a presentare entro 180 giorni, sentita la Commissione consiliare competente", vuol dire che prima di essere scaricata in Giunta, viene discussa in Commissione, quindi con la massima disponibilità di coinvolgimento per tutti i gruppi consiliari, "una proposta di legge di riorganizzazione complessiva del servizio di assistenza agli anziani sull'intero territorio regionale".

Noi qui oggi diciamo che c'è il problema di Variney e del J.B. Festaz ma, come qualcuno ha già evidenziato, nello stesso tempo è un problema che dobbiamo analizzare sull'intero territorio, perché la popolazione sta invecchiando. Quindi c'è la massima disponibilità per discuterne, per valutare e per vedere qual è la soluzione migliore per dare delle risposte agli utenti, ai nostri anziani, a chi sarà ricoverato in queste strutture, su tutto il territorio nazionale, però dobbiamo essere consapevoli che questo problema esiste e non può più essere trascinato. Questa risoluzione va in tal senso e spero che all'interno del Consiglio ci sia la volontà di trovare condivisione per analizzare e approfondire tutte le tematiche del caso.

Presidente - Prima di proseguire con la discussione, è pervenuta alla Presidenza una richiesta di incontro con una rappresentanza di un gruppo rappresentativo di parenti, pazienti e operatori dell'RSA, della Casa di riposo J. B. Festaz e della microcomunità. Io vi propongo di sospendere il Consiglio, chiedere a una piccola delegazione di scendere in sala Commissioni con la Conferenza dei Capigruppo allargata ovviamente all'Assessore competente e ai commissari della V Commissione che sono interessati.

Chiedo scusa a chi, come la collega Pulz, si era già prenotato, ma credo che audirli può rendere anche più ricco e completo il dibattito. Grazie.

Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 12:00 alle ore 13:01.

Rini (Presidente) - Colleghi, vista l'ora, chiudiamo i lavori di questa seduta mattutina.

La seduta termina alle ore 13:01.