Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 75 du 26 juillet 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 75/XV - Reiezione di mozione: "Impegno per la revoca delle deliberazioni della Giunta regionale inerenti la realizzazione di investimenti nel settore della gestione dei rifiuti".

Fosson (Presidente) - Ricominciamo i nostri lavori con il punto 39 dell'ordine del giorno. La parola al Consigliere Vesan per l'illustrazione.

Vesan (M5S) - Il tema dei rifiuti è delicato, già dibattuto tante volte in quest'aula, dibattuto a tutti i livelli sul territorio della regione Valle d'Aosta, per cui dirò delle cose che molti già sanno, ma è importante puntualizzare su questi punti. La Regione Valle d'Aosta ha un sistema di gestione del ciclo dei rifiuti diverso da quello che viene applicato nel resto d'Italia; la legge n. 152 prevede espressamente che la competenza sul ciclo dei rifiuti resti in capo agli Enti locali e le Regioni hanno in realtà la funzione di approvare il piano regionale, di definire gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) e le funzioni di coordinamento rispetto ai diversi ATO. La Regione Valle d'Aosta invece ha legiferato, con la legge n. 31/2007, di affidare agli Enti locali esclusivamente la raccolta e il trasporto dei rifiuti organizzati in sub-ATO e di riservarsi invece la titolarità del servizio di smaltimento e di recupero della frazione differenziata. Questo è il motivo per cui siamo qui a parlare oggi di queste due deliberazioni, perché nel resto d'Italia sono le associazioni dei Comuni, radunate in ambiti territoriali omogenei, che decidono come gestire il loro servizio di raccolta rifiuti. Le diverse Regioni hanno definito gli ambiti territoriali omogenei in modi molto diversificati: nel caso del Veneto, della Lombardia e dell'Emilia-Romagna questi ambiti territoriali omogenei coincidono con il territorio provinciale, o comunque con grandi aggregazioni di Comuni; nel caso della Provincia autonoma di Trento, invece sono stati definiti degli ambiti territoriali omogenei molto più piccoli con una consistenza intorno ai 20.000 abitanti, che è approssimativamente quella delle nostre Unités des Communes. In entrambi i casi questi consorzi di Comuni definiti nell'ambito territoriale omogeneo sono completamente autonomi, hanno una loro potestà assoluta per quello che riguarda la scelta di come viene fatta la raccolta dei rifiuti e di come vengono smaltiti o recuperati gli stessi rifiuti, ancorché nell'ambito, nel rispetto del piano regionale di indirizzo. In Valle d'Aosta invece le Unités des Communes si occupano dei servizi di raccolta e trasporto non più in modo autonomo, ma a seguito della legge regionale n. 6/2014 in modo associato due Unités insieme - è rimasto da solo unicamente il Comune di Aosta -, mentre il servizio di smaltimento in discarica e di recupero delle frazioni differenziate rimane di competenza esclusiva dell'Amministrazione regionale, che, in deroga alla legge quadro nazionale, si è riservata questa competenza. Quasi un po' come un atto di sfiducia nei confronti degli Enti locali, che invece a livello nazionale se ne occupano da anni e con risultati particolarmente brillanti. Vogliamo valutare questi risultati. Ci sono dei consorzi di Comuni che gestiscono in modo differente il servizio di raccolta, alcuni in regime di concessione, alcuni con società in house completamente pubbliche, altri con partenariato pubblico/privato, però, andando a vedere, i risultati ottenuti qualitativi si misurano sostanzialmente su due punti: il primo è la percentuale di raccolta differenziata raggiunta, che è molto importante; l'altro (non meno importante) è il quantitativo totale di rifiuti prodotti, importantissimo per stabilire i costi a carico dei cittadini.

Altro parametro importante è quanto pagano le famiglie che risiedono in questi ambiti territoriali di tariffa sui rifiuti. La Regione Valle d'Aosta negli ultimi censimenti, l'ultimo che ho visto è quello dell'ISPRA relativo al 2016, è posizionata relativamente bene rispetto alla media nazionale ma, se si confronta con le Regioni del Nord Italia, si trova tristemente in penultima posizione, davanti solo alla Liguria, con una raccolta differenziata che non ancora raggiungeva i limiti di legge dettati dalla normativa per l'anno 2012 pari al 65 percento. Altre Regioni del nord Italia ottengono risultati prestigiosi, ma direi che vale la pena confrontarsi con quelle che ottengono risultati migliori. La provincia di Treviso è suddivisa in due diversi ambiti territoriali omogenei e entrambi superano abbondantemente l'80 percento di raccolta differenziata: l'80 percento da quattro o cinque anni. Come hanno ottenuto questo risultato? Sono andato a guardarmi le composizioni e i sistemi di gestione dei 10 ambiti territoriali omogenei sopra i 100.000 abitanti, che è un po' la popolazione valdostana: su 10 situazioni 7 sono a gestione completamente pubblica, la gestione del servizio dei rifiuti è rimasta esclusivamente in mano pubblica; le altre 3 sono in partenariato pubblico/privato, in nessuna delle 3 la titolarità della parte pubblica è inferiore al 60 percento. Non è un partenariato privato/pubblico come quello che finora abbiamo adottato in Valle d'Aosta, ma un partenariato pubblico/privato dove le possibilità di intervenire dal punto di vista decisionale sono assolutamente sempre in capo all'Ente pubblico.

Vediamo invece come funziona qui in Valle d'Aosta. È stato individuato un partenariato pubblico/privato, al quale è stata affidata completamente la gestione dei servizi di competenza regionale. È stata istituita questa società a componente prevalentemente privata (Valeco S.p.A.), composta per il 20 percento dalla Regione Valle d'Aosta e per l'80 percento da diversi soci privati. L'affido nei confronti di questo partenariato pubblico/privato è stato fatto direttamente e non con gara, perché c'è stata l'istituzione di questa joint venture che ha fatto partire l'iniziativa. Da quando è nata questa situazione abbiamo continuato a garantire un servizio in mano a una società principalmente privata e quindi con un controllo da parte della Regione piuttosto limitato per 31 anni, fino ad oggi, probabilmente finiremo con il trentaduesimo anno l'anno prossimo, visto che c'è stata un'ulteriore proroga tecnica di questo regime di concessione. Questo regime di concessione rispetto alle altre tipologie di affido dei servizi comporta due elementi sostanziali: uno è naturalmente il controllo pubblico, l'altro è la flessibilità della gestione.

Nell'ambito della raccolta dei rifiuti le tecnologie evolvono molto rapidamente, 10 anni sono un orizzonte temporale lunghissimo in cui cambia praticamente tutto, non solo evolvono le tecnologie, evolvono le normative, escono ogni cinque anni direttive europee e quasi una all'anno delle norme a livello nazionale. Che possibilità ha di adeguarsi a questo tipo di flessibilità un regime di concessione che lascia completamente in mano ad una società privata per 10, 20 o 30 anni il sistema gestionale senza nessun possibile controllo da parte della pubblica amministrazione? Vi faccio un esempio sulla gestione passata. Con il sistema di gestione affidato dalla Regione in passato la Valle d'Aosta ha accumulato un grave ritardo rispetto alle altre Regioni del Nord Italia. Faccio l'esempio della raccolta della frazione organica dei rifiuti: la frazione organica dei rifiuti è stata disciplinata dalla normativa con il correttivo ambientale 2008 che andava a correggere il decreto ambientale 2006. Esiste quindi una norma che sancisce la raccolta dal 2008; quando hanno cominciato a fare la raccolta della frazione organica gli ATO del Veneto e del Trentino che avevano una gestione in mano propria? Nel 2001. È il loro esempio che ha fatto modificare la normativa nazionale in una direzione più virtuosa. Noi invece con il nostro sistema un po' farraginoso e difficilmente flessibile, perché non avevamo quasi nessuna possibilità di modificare un contratto che durava per 10 anni, che dava tutta la possibilità in capo al nostro concessionario, abbiamo cominciato a definire la raccolta della frazione organica di rifiuti solamente nel 2014 e l'abbiamo attivata solamente nel 2015 e il fatto di essere in ritardo rispetto ad altre realtà di 14 anni ha fatto sì che la nostra discarica si sia riempita all'inverosimile di rifiuti che erano trattabili in maniera assolutamente diversificata.

Le due deliberazioni di cui chiedo la revoca - una della Giunta Viérin e una della Giunta Marquis - stabiliscono che la Regione vuole continuare a mantenere il controllo da parte di un'impresa privata sulla gestione dei rifiuti nella sua totalità. Una delle due delibere è relativa alla gestione e all'ammodernamento dell'impiantistica della discarica di Brissogne, quindi il rifiuto urbano assimilato e un'altra è relativa all'ampliamento della gestione della discarica per rifiuti speciali di Pontey che riceve i rifiuti della Cogne. Come viene giustificato all'interno di queste due delibere il ricorso a una concessione, faccio l'esempio di Brissogne, per 17 anni? Se questo affido andrà in porto, questo Consiglio, questa Giunta non avrà più niente da dire sul servizio raccolta dei rifiuti, così come non lo avrà la Giunta della prossima legislatura, così come non lo avrà il Consiglio successivo; il quarto Consiglio da oggi potrà finalmente di nuovo dire qualcosa in ambito di raccolta dei rifiuti.

Perché abbiamo fatto questa scelta? Questa scelta viene presentata come unica possibilità irrinunciabile per due motivi: uno, i soldi; due, i tempi. Dal punto di vista dei soldi, le spese che riguardano il servizio di raccolta rifiuti sono spese che la normativa prevede che siano gestite completamente a tariffa, nel senso che la raccolta dei rifiuti non viene pagata con le tasse ordinarie o con il bilancio regionale, il servizio di raccolta dei rifiuti deve essere interamente caricato sui cittadini e quindi su tutti i cittadini con la TARI viene caricata la realizzazione degli impianti, gli interessi pagati alle banche per avere i soldi per realizzare questi impianti. Nella fattispecie con questo regime di concessione anche l'utile d'impresa delle imprese che si aggiudicheranno la concessione. In realtà, la Regione Valle d'Aosta scarica un suo problema di gestione finanziaria del tipo: "non ho i soldi a bilancio, non so se riesco ad avere un finanziamento da parte delle banche, qui lo faccio fare ad un privato e do carta bianca a questo privato per quanto riguarda la definizione delle tariffe da applicare ai cittadini". Noi stiamo vendendo con questa deliberazione il portafoglio dei nostri cittadini ad un'impresa privata, che sarà libera per 17 anni di recuperarsi le proprie spese, i propri interessi e il proprio utile d'impresa più o meno con le modalità che riterrà opportune, perché le possibilità di andare a modificare una concessione sono molto limitate, presuppongono tempi lunghi e costi esagerati. Il problema dei soldi quindi probabilmente c'è nell'immediato, probabilmente le risorse per fare questi lavori e questa impiantistica sono importanti e bisogna riuscire a reperirli, ma sono società in house che lavorano per gran parte dei cittadini del nord Italia che reperiscono questi fondi sul mercato, li reperiscono con gara, pagano il giusto interesse e senza nessun utile d'impresa, fanno pagare ai loro cittadini anche la realizzazione dell'impiantistica. Vi faccio un esempio pratico preso dall'ISTAT. La tariffa per una famiglia di tre persone in Italia mediamente è di 300 euro, la Valle d'Aosta, rispetto alla media italiana, è abbastanza favorita, perché si trova a 288 euro, nella provincia di Treviso (tra i più virtuosi a livello nazionale) dove hanno una raccolta differenza molto spinta (sono all'85 percento), raccolgono separatamente, trattano e riciclano anche materiali assorbenti (pannolini) applicano una tariffa a famiglia di circa 180 euro. Con una società in house, una società con un rigoroso controllo pubblico quindi riescono a contenere moltissimo le spese per i loro cittadini, e sono quelli che pagano tutto, non hanno altre strane risorse che permettono di coprire queste cose.

C'è l'altro problema che è quello legato ai tempi. Entrambe le deliberazioni che contesto, la precedente delibera propedeutica (n. 349/2017) citano il terribile rischio di commissariamento, perché la Regione Valle d'Aosta non ottiene i risultati auspicati. Da questo punto di vista, per fortuna, l'Assessore competente ci ha già risposto relativamente all'interpellanza della collega Minelli, non dobbiamo portare i rifiuti fuori Valle e non siamo così lontani dal raggiungimento degli obiettivi di legge. L'Assessore ci ha parlato del fatto di poter usare finalmente il quarto lotto senza impianto di selezione, perché il residuo biodegradabile contenuto è diventato finalmente inferiore agli 81 chili all'anno per abitante. Non solo, ma non è necessario il trattamento nel caso in cui siano raggiunti i limiti di legge. L'Assessore ci ha parlato espressamente del 64,5 percento, quindi il limite di legge al 65, che è il prossimo che abbiamo da rispettare, è ormai alle porte: con l'esaurimento della discarica attuale probabilmente ci arriveremo e avremo la possibilità di attivare il quarto lotto e cominciare a separare i rifiuti in questa direzione. Perché allora c'è questa terribile urgenza per cui non si può prendere il tempo di occuparsi di un problema importantissimo? Perché dobbiamo dire: "non abbiamo i soldi, non abbiamo tempo", quando in realtà non abbiamo le idee, la voglia e l'impegno? Altri ci sono riusciti, quasi tutti nel nord Italia ci sono riusciti, tranne la Liguria. Anche la Sardegna, che è partita da risultati drastici, è molto vicina ai nostri. Eppure noi ci dichiariamo, noi Regione autonoma Valle d'Aosta, dal punto di vista della gestione dei rifiuti, degli incapaci e dichiariamo che non abbiamo neanche il tempo per predisporre un progetto per quello che riguarda l'impiantistica che ci serve e che quindi ci va tanto bene e ringraziamo calorosamente un'impresa privata che ci regala questo progetto, un financing project (ce n'è uno in una delibera e uno nell'altra) che è stato regalato all'Amministrazione dalla generosità di un'impresa privata, che probabilmente voleva risolvere il nostro problema visto che ha riscontrato il fatto che non siamo capaci di risolvercelo da soli.

Io sono contento che qualcuno in quest'aula abbia conservato l'ingenuità da ragazzino e il sogno che arrivi Babbo Natale che a Natale ci faccia dei bellissimi regali tipo un progetto, per cui non abbiamo bisogno di sprecare i soldi per pagarlo e il tempo per realizzarlo. Per fortuna ci ha regalato uno strepitoso progetto di gestione e basterà mettere questo progetto in gara - una gara naturalmente a livello europeo, quindi assolutamente legittima - per avere la risposta dal mercato da parte di tante altre imprese private, perché abbiamo detto che questo è l'unico regime di gestione possibile immaginabile, l'abbiamo scritto nelle deliberazioni, quindi probabilmente è quello per cui sono pronte ad operare tutte le imprese private che lavorano in questo settore. È invece stato messo in gara, è attualmente in gara presso la Centrale unica di committenza dell'INVA e quante offerte sono arrivate? Una sola offerta. È strano che per una gara europea così importante arrivi solo un'offerta. Quando ad una gara arriva un solo offerente, di solito sono le prime attenzionate dall'ANAC per verificare se ci sia stata nella predisposizione del bando, della documentazione di gara qualcosa che limiti la libertà del mercato. Stiamo parlando di una gara per un importo di 149 milioni di euro, che sono la redditività che garantiamo all'impresa aggiudicataria della concessione per coprirsi, se non ho capito male, il costo di 26 milioni di euro per la realizzazione degli impianti di trattamento. Abbiamo avuto solo un'impresa, quindi non è ancora dato sapere quale sarà il ribasso d'asta, ma è facilmente intuibile che, quando partecipa una sola impresa e abbia sentore di essere l'unica a poter partecipare, il ribasso sarà piuttosto limitato e quindi il nostro lavoro con una gara pubblica a favore dei cittadini che dovranno pagare quell'importo, perché tutte e due le deliberazioni sanciscono chiaramente che questo strepitoso regalo è bellissimo, soprattutto perché l'Amministrazione regionale non dovrà cacciare assolutamente un soldo e quindi nessuna delle due concessioni peserà sul bilancio regionale, in cambio però l'impresa si riserva di definire e di esigere la tariffa da parte dei cittadini.

Quello che noi del Movimento Cinque Stelle chiediamo con questa mozione è quasi buffo, perché in realtà è quello che questa maggioranza ha nel suo programma. Mi perdonerà la Presidente Spelgatti se anch'io cerco di metterle in bocca delle parole, come hanno già fatto alcuni colleghi, infastidendola peraltro, ma lei ci ha detto che intende modificare la legge n. 63/1987, la legge istitutiva del partenariato con questa chiacchierata Valeco, separando la gestione della frazione indifferenziata da quella differenziata. Con questa deliberazione con l'aggiudicazione definitiva noi daremo in mano ad un concessionario, tra l'altro privato, per 17 anni la gestione di entrambe queste due attività. Il gestore privato gestirà la discarica, farà il trattamento del rifiuto indifferenziato, gestirà la raccolta e la selezione della frazione differenziata e incamererà direttamente tutto l'utile derivante dalle materie secondarie che vengono recuperate. Cosa vuol dire lasciare in mano ad un privato questo tipo di gestione? Il privato non ha la sensibilità del pubblico nei confronti dei temi ambientali e non ha assolutamente la sensibilità del pubblico nei confronti delle tasche dei cittadini. Il privato ottiene risultati in funzione di quanto sono economicamente valide per sé, per i suoi azionisti, per il risultato economico della società e quindi la gestione da parte di un privato non garantisce in nessuna maniera il fatto che ci sarà la spinta a migliorare l'efficienza: l'efficienza da un punto di vista dell'azione ambientale, ma soprattutto l'economicità per quanto riguarda le tasche dei nostri concittadini. Noi eravamo contentissimi di aver visto questo nel programma di questa maggioranza e abbiamo detto: "meno male, finalmente si cambia!". Questa cosa forse gliela metto in bocca, ma sono abbastanza sicuro che l'abbia detta. La Giunta invece si è già riunita parecchie volte e queste delibere sono rimaste in piedi; la gara è tuttora in mano alla Centrale unica di committenza, siamo a buste ormai aperte e quindi in fase di aggiudicazione almeno provvisoria alle porte e la Giunta regionale, forse distrattamente presa da tantissimi impegni, non ha fatto niente.

Allora noi vi stiamo sollecitando con questa mozione al rispetto del vostro programma elettorale, quindi confidiamo nel vostro voto favorevole a questa mozione, perché in realtà non è solo quello che chiediamo noi: è quello che avete scritto voi nel vostro programma. In fondo il Governo del cambiamento ha specificato che vuole andare in una direzione diversa dal passato, ma se la direzione diversa dal passato è: prima c'era un partenariato pubblico/privato (80 privato e 20 pubblico), adesso andiamo invece in una direzione che è 100 percento privato, che forse non era il cambiamento auspicabile, sicuramente non è quello il risultato più efficiente che è possibile raggiungere, perché lo dimostrano i risultati che altri Comuni, altre Regioni e altre Province hanno raggiunto che, adottando un sistema alternativo, sono riusciti ad ottenere risultati veramente importanti. Confido quindi che questa nuova maggioranza, questa nuova Giunta abbia intenzione di seguire una strada diversa, che abbia intenzione di prendere in mano seriamente il problema dei rifiuti e di cercare di risolverlo, non quella soluzione facilona che è stata adottata con queste due deliberazioni... "non abbiamo i soldi, non abbiamo tempo, non siamo capaci, prendiamo un privato e glielo facciamo fare".

Non ho altro da aggiungere. Questo per noi è un passo particolarmente importante, riguarda uno dei temi principali del nostro movimento legato alla tutela dell'ambiente, ma che è legato alla partecipazione dei cittadini nell'attività pubblica. Faccio ancora negli ultimi due minuti che mi rimangono il brutto esempio che ho fatto all'Assessore Gerandin 15 giorni or sono. In tutto il resto del Nord Italia le amministrazioni che hanno seguito in modo distratto e inefficiente il sistema di raccolta dei rifiuti sono state mandate a casa dai loro elettori e il motivo per cui alla fine sono riusciti a risolvere il problema è perché l'attenzione è stata messa. In Lombardia, in Veneto, in Friuli, in Emilia-Romagna gli amministratori si fanno un vanto dei risultati che ottengono da un punto di vista della raccolta dei rifiuti, qui da noi purtroppo i cittadini hanno espresso il loro parere contrario rispetto alla gestione dei rifiuti da parte dell'Amministrazione regionale: l'hanno espressa in occasione del referendum e quando hanno dovuto votare e scegliere fra i loro amministratori, hanno scelto quasi mai l'Assessore all'ambiente, che ha gestito i rifiuti sul territorio della Valle d'Aosta, e sa perché non è cambiato niente in Valle d'Aosta? Perché l'Assessore competente in materia ambientale, pur avendo pagato il prezzo di questa insoddisfazione dei cittadini, non conta niente, perché in un regime di concessione chi decide cosa si fa dei rifiuti è il concessionario. Vogliamo andare avanti con un regime di questo tipo? Tanti auguri a voi, ma soprattutto ai cittadini valdostani.

Presidente - Apro la discussione generale. Abbiamo cercato con i tecnici di sopperire a questo problema di mancato raffreddamento, autorizziamo chi non l'ha ancora fatto a togliersi giacca e cravatta. La parola all'Assessore Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Il collega mi ha evitato una ricostruzione di quello che è successo nei lunghi anni di cui lei ha parlato, ha fatto il riepilogo di quanto è successo. Io sono stato cinque anni in quest'aula e ho sentito davvero di più e di tutto in merito alla raccolta dei rifiuti, ma probabilmente chi ha più esperienza di me avrà sentito tante altre cose. Se c'è una cosa con cui concordo in pieno è che la Valle d'Aosta in questa materia ha lasciato passare davvero troppo tempo senza decidere, di questo gliene do atto. Al di là della sua ricostruzione di quello che è successo nel tempo, pertanto io non voglio riprendere tutti i suoi passaggi, ma riprenderò alcune parti, soprattutto perché alla base di queste due delibere che lei ha citato ci sono delle motivazioni che io non ho sentito nella sua esposizione. Possono essere motivazioni giuste, sbagliate, io non mi permetto di giudicare le motivazioni alla base di queste delibere, però delle motivazioni ci sono: nella sua esposizione mancano alcune di queste motivazioni. Alcune motivazioni provo a dirle, nel senso che la Valle d'Aosta viene da un contenzioso che è durato purtroppo anni con la Noy Ambiente, aggiudicataria del primo appalto della gestione dei rifiuti e questo contenzioso di fatto ha bloccato o quanto meno non permesso di procedere alla gara di concessione dei servizi e tengo a precisare che la rinuncia al ricorso della Noy Ambiente è pervenuto alla Regione solo in data 1° febbraio 2017. Bisogna pertanto fare un ragionamento legato anche a questo periodo di standby per quello che riguarda la materia rifiuti che non ha permesso di procedere in alcuna direzione, in attesa della rinuncia da parte della Noy Ambiente.

C'era un altro problema: il contratto in essere della società Valeco S.p.A. sarebbe decaduto al 31 dicembre 2017, pertanto in questo lasso di tempo (febbraio 2017-31 dicembre 2017) qualche decisione andava presa. Si dovevano evitare vuoti gestionali, soprattutto trovare come proseguire l'attività presso il centro regionale, evitando l'interruzione di pubblico servizio. La cosa - così mi scrivono e io ripeto - era fattibile solo in presenza di un bando di gara per la nuova concessione che risultasse già pubblicato prima della scadenza dell'affidamento in essere con Valeco. L'attivazione di una concessione di servizi ordinaria avrebbe comportato tempi lunghi per la presentazione di un progetto di fattibilità e per questo motivo è stata presa in esame la proposta di finanza di progetto che è pervenuta. Io ricordo che questo progetto di finanza è stato presentato alla Regione da parte di soggetti privati in data 28 dicembre 2016 e acquisito agli atti dell'Amministrazione regionale in data 28 dicembre 2016. La soluzione individuata, inoltre, risultava coerente con la prospettiva formulata dal Garante della concorrenza sulla necessità che nelle fasi terminali di gestione dei rifiuti (trattamento, recupero e smaltimento rifiuti) gli enti interessati facessero maggiormente ricorso al mercato. Qualora si fosse scelta la soluzione della costituzione della società pubblica con l'affidamento in house delle diverse attività, fra cui la realizzazione degli impianti di trattamento, la società avrebbe sostenuto comunque costi di investimento e gestionali paragonabili - magari senza l'utile d'impresa, quello che lei ha citato - a quelli che sosterrà il nuovo concessionario, però avrebbe anche dovuto rivolgersi al mercato finanziario per la ricerca dei fondi necessari agli investimenti, in quanto la Regione non aveva disponibilità finanziarie al momento per finanziare neanche una società in house.

C'è una seconda casistica che afferisce alla proposta di progetto di finanza per la realizzazione del secondo lotto della discarica di rifiuti speciali di Pontey e la gestione è stata decisa nella stessa maniera. Tale impianto è destinato al conferimento di rifiuti speciali non pericolosi a base inorganica, per la quale la normativa non prevede la privativa pubblica necessaria ad assicurare che vengano rispettate le norme sulla concorrenza attraverso la ricerca sul mercato di soggetti interessati ad assicurare i necessari investimenti e la successiva gestione per un tempo utile a consentire l'ammortamento delle spese che saranno sostenute.

La vostra proposta pertanto può anche avere delle basi assolutamente valide, ma sono delle scelte che vanno fatte al momento opportuno. Non si può pensare di interrompere un iter che in questo momento io mi sono segnato cosa comporterebbe: l'avvio della procedura di emergenza rifiuti per rifiuti urbani con il commissariamento della Regione, la chiusura del centro di Brissogne, considerato che fra l'altro decadrebbe la giustificazione a supporto della proroga di due anni a Valeco; la chiusura immediata della discarica di Pontey con l'interruzione del servizio di ricevimento dei rifiuti prodotti dallo stabilimento Cogne di Aosta, con particolare riferimento alle scorie di acciaieria, perché anche in questo caso verrebbe a decadere la motivazione della proroga concessa per assicurare presso la discarica di Pontey il conferimento di alcune tipologie di rifiuti, oltre a quelli che ho detto, anche urbani non a base organica, quali rifiuti da spazzamento, stoccaggio della frazione organica proveniente da raccolte differenziate. Questo è quanto.

Ci sono poi una serie di altre motivazioni che in questo momento, anche di fronte ad una proposta, che può essere ragionevole, perché non è che di base non sia condivisibile, il vero problema è che siamo di fronte ad una fase in cui in questo momento non c'è possibilità di ripensamento. Lo dico perché siamo ormai alla fase di verifica delle anomalie alla CUC, che sono propedeutiche all'aggiudicazione, per cui, tenuto conto dello storico contenzioso che abbiamo avuto sulla base dell'aggiudicazione che è stata fatta l'ultima volta per l'impianto di Brissogne che è durato anni, è del tutto plausibile che, qualora noi interrompessimo il percorso in questo momento, avremmo quanto meno un ricorso da parte di questa impresa, con richieste di risarcimento almeno dei soldi relativi alla progettazione e soprattutto il mancato utile d'impresa, ma soprattutto sono i tempi di un eventuale contenzioso che rischierebbero di paralizzare le future scelte della Valle d'Aosta con il cappio del commissariamento.

In questo momento io ho provato a insistere: "ma c'è un piano B?". Non esiste un piano B a livello regionale. Soprattutto quella che andremmo a creare in questo momento è un'emergenza rifiuti. Costruire un impianto, tra progetto e lavori, i tempi sono lunghissimi, lei lo ha detto e glielo posso confermare; per creare una società in house servirebbero immediatamente disponibilità finanziarie che non ci sono a livello regionale - lei ha citato giustamente che un impianto del genere è stimato come costo per 26 milioni di euro - se non ci sono risorse immediate, significa rivolgersi ad un mercato del credito che in questo momento dovrebbe essere fatto mediante tutta una serie di gare e quant'altro, per cui se l'Assessore all'ambiente deve essere mandato a casa eventualmente perché fa della scelte magari che lei non condivide, io preferirei essere mandato a casa per questo, piuttosto che essere mandato a casa perché sono l'Assessore che fa commissariare la Valle d'Aosta e soprattutto la mette in emergenza rifiuti. Lo dico perché una situazione del genere, che può protrarsi per anni, visto che comunque la sua preoccupazione e di chi ha firmato la mozione è quella di dire: "graviamo per il meno possibile sulle casse dei cittadini", se noi dovessimo entrare in emergenza rifiuti e non avere più le motivazioni per continuare a conferire... lei ha citato i dati che le ho dato, quei dati sono riferiti ad un periodo temporaneo in cui si può stoccare eventualmente, ma non è detto che la nostra discarica sia in grado di ricevere rifiuti, ammesso che abbiamo la proroga, per un periodo e un lasso di tempo utile a revocare due delibere, a stoppare la procedura di aggiudicazione, a mettere in piedi eventualmente un altro tipo di gara o costituire una società in house, un ente pubblico, magari con un contemporaneo contenzioso con la ditta che non sarebbe aggiudicataria del servizio, per cui rischieremmo davvero di far pagare ai valdostani un costo carissimo per una scelta politica che in questo momento non vede un'alternativa.

È vero, noi nel nostro programma ce l'avevamo, è inutile che lo neghiamo, anche il discorso del sub-ATO unico, ma probabilmente, a fronte di reali necessità e di iter già in essere, viene davvero molto difficile in questo momento correre il rischio di lasciare la Valle d'Aosta con queste incognite che ho detto prima. Sottolineo che la vostra proposta non è una proposta che di per sé non abbia un senso logico: è una proposta che in questo momento non può essere accolta, perché, per una serie di motivi, noi non possiamo permetterci neanche di rischiare l'emergenza rifiuti in Valle d'Aosta. Immaginatevi quale potrebbe essere l'immagine di una regione turistica come la Valle d'Aosta commissariata perché in emergenza rifiuti.

Presidente - La parola al Consigliere Bianchi.

Bianchi (UV) - Cercherò di essere breve, anche vista l'ora. Questo è sicuramente un argomento importante e tornerà in aula sicuramente, ma permettetemi di fare alcune considerazioni. La prima è che ringrazio l'Assessore per la ricostruzione: lo ha evidenziato anche lui, gli uffici gli hanno preparato una ricostruzione puntuale di quello che c'era prima, di quello che è successo e di quello che si vuole fare. Al di là di questo, a mio avviso, e senza entrare nel merito della gestione, perché è un argomento che comunque all'interno del Consiglio regionale già è stato ampiamente dibattuto sulla tipologia di gestione, la tipologia di gestione che ti garantisce dei risultati di un certo tipo non c'è, ci sono delle situazioni dove c'è il privato che gestisce e hanno raggiunto degli ottimi risultati, dall'altra ci sono delle situazioni dove c'è il pubblico e i risultati sono molto negativi. Non voglio quindi dilungarmi sulla tipologia e via dicendo, ma, a mio avviso, la mozione che presenta il gruppo Cinque Stelle, nella persona del collega Vesan, ha un perché.

Vengo al programma amministrativo che abbiamo visto, dove chiaramente c'è scritto in maniera chiara - qualcuno sorriderà in questo momento -: "modifica della legge n. 63/1987 separando la gestione della frazione indifferenziata e quella differenziata". Giustamente l'Assessore ha ricostruito tutti i passaggi, ma molto probabilmente chi ha scritto il programma o non faceva parte di questa maggioranza o lo ha scritto per poterlo scrivere, per poterlo vendere, perché oggi l'Assessore ha detto una cosa completamente diversa e cerca anche di scaricare sempre la colpa agli altri, e glielo ricordiamo... Collega Gerandin, la delibera n. 1373 dove lei ha puntualizzato che il project financing è stato presentato il 28 dicembre 2016, la delibera in cui prendeva atto del project financing è stata presentata nel 2017, lei non mi può dire oggi: "se avessimo fatto allora". Lei era in maggioranza allora, se lo voleva fare, lo poteva fare, non l'ha fatto! Non le interessava molto probabilmente, i rifiuti erano un argomento molto probabilmente che in quel periodo non era tra i suoi argomenti. Il principio è che lei in quel periodo, almeno per la prima delibera, quella degli impianti di Brissogne, lei era in maggioranza. Non ci può dire quindi oggi, benché siano le dieci di sera: "potevamo vederlo, adesso è troppo tardi, è colpa di quelli che c'erano prima", no, c'era lei lì. La ricostruzione che ha fatto è giusta, arrivavamo da una situazione che conosciamo tutti e non sto a quest'ora a dire qual era e quindi era l'unica cosa da fare.

Ricordo anche che eravamo al 42 percento nel 2013 e il collega Vesan lo sa benissimo, infatti questa è una cosa che le chiedo Assessore... ai tempi da ex Assessore una cosa che funzionava benissimo era il tavolo con le Unités, io le chiedo di rimettere in piedi quel tavolo, perché è il tavolo che ha dato i maggiori risultati, perché è inutile avere delle Unités o dei sub-ATO tipo la Walser, che oggi è la migliore, quando poi abbiamo degli altri territori, che sono al 42 percento e abbiamo delle eccellenze che sono al 75 percento. Noi non siamo tra le eccellenze perché noi qui non abbiamo la raccolta nei singoli comuni, l'abbiamo come ex Comunità montane (Unités oggi) e adesso sub-ATO e quindi non riusciamo mai ad entrare nella classifica, sennò dei Comuni, delle Unités virtuose le abbiamo: sono oltre il 70 percento, lo sa meglio di me. Obiettivamente quindi quello che è stato fatto, a mio avviso, era l'unica cosa che si poteva fare, Assessore, ma non deve scaricare dicendo: "si poteva, ma bisognava farlo allora", lo poteva fare lei.

Detto questo, noi dell'U.V. condividiamo il principio della mozione che ha presentato il collega Vesan del gruppo Cinque Stelle, perché ha evidenziato bene, mi scuserà il collega Chatrian, ma des deux l'une, se scrivete sul programma una cosa e poi ne fate un'altra, il programma obiettivamente va già un po' messo da parte. Vuol dire che 15 giorni fa avete scritto un programma e oggi state dicendo che quella cosa non verrà fatta. Qualcuno mi suggerisce di dire "farlocca" ed è proprio così. Noi, sotto il punto di vista politico, condividiamo la mozione presentata, perché evidenzia come questa maggioranza scriva una cosa sul programma ma ne faccia subito un'altra, bel inizio.

Noi su questa mozione ci asteniamo per le motivazioni appena esplicitate.

Presidente - La parola alla Consigliera Minelli.

Minelli (IC) - Abbiamo letto con attenzione la mozione presentata dal collega Vésan e dai colleghi del Movimento Cinque Stelle e la riteniamo assolutamente condivisibile e perfettamente in linea anche con il nostro programma e con gli obiettivi di molte associazioni ambientaliste che in parte rappresentiamo. Se si leggono le due delibere di Giunta: la n. 1373/2017 relativa alla proposta di progetto di finanza per la costruzione dell'impianto di trattamento dei rifiuti nell'ambito di una gestione integrata, e la n. 547 relativa alla proposta di finanza di progetto per la costruzione e la gestione del secondo lotto della discarica di Pontey, appare chiaro che la Regione è stata "costretta" ad adottare in entrambi i casi una gestione basata sul progetto di finanza per mancanza di tempo e per mancanza di fondi. Un'emergenza che, a nostro avviso, è stata creata ad arte e questo dimostra che alla trentennale gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta che, se le cose dovessero andare con la conferma di queste delibere continuerebbe per altri 17 anni (tre mandati amministrativi), è totalmente mancata la capacità di pianificare gli interventi in modo da non ridursi ad agire oggi pressati dalla necessità di evitare l'emergenza. Questa mancanza di fondi e di tempo, non è imputabile a questo Governo; ci sono delle decisioni che sono state prese in passato da chi comunque in una maggioranza o nell'altra ha amministrato, che oggi ci portano ad avere una situazione di questo tipo, che ricade sui cittadini, perché il costo dello smaltimento e di tutta la gestione dei rifiuti è a carico dei cittadini. Noi quindi siamo favorevoli a questa mozione, crediamo che la soluzione migliore, da un punto di vista gestionale, sia una gestione in house da parte del Consorzio dei Comuni che utilizzano il servizio; siamo convinti che non si esaurirà di sicuro la tematica dei rifiuti e della loro gestione in queste prime sedute del Consiglio, sarà un argomento che ci impegnerà credo per molto tempo, però per il momento noi appoggiamo e votiamo questa mozione.

Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. La parola al Consigliere Vesan per la replica.

Vesan (M5S) - Non c'è stata una grande discussione, eppure è un argomento che ha preso piede in quest'aula, è stato dibattuto molto dai cittadini. Ho trovato curioso che gli unici che ne abbiano parlato sono stati i due Assessori all'ambiente, in carica attualmente e in passato.

Gerandin mi ha detto che ho saltato alcuni punti, alcune cose relativamente alle motivazioni delle delibere e alcune cose vorrei precisarle: la prima delle motivazioni con cui mi ha giustificato il fatto di voler mantenere queste delibere è la lunga durata del contenzioso con Noy Ambiente, che ci ha impedito di fare delle scelte perché non avevamo risorse in quanto tutti i nostri soldi erano bloccati dalla paura di dover restituire 20 milioni, quello che c'era stato chiesto dall'ATI che ha partecipato alla gara del pirogassificatore e, fino a che non abbiamo avuto la sentenza del Consiglio di Stato, non abbiamo potuto assumere nessun'altra decisione. Avevamo i fondi bloccati perché dovevano servire a pagare i danni all'impresa, che era stata considerata aggiudicataria e poi era stata annullata la gara. Ha citato Noy Ambiente, in realtà non era Noy Ambiente, era un'ATI composta da più imprese; se non ricordo male, oltre a Noy Ambiente, c'erano Valeco, GEA e COGEIS...

(interruzione dell'Assessore Gerandin, fuori microfono)

... Real Dalmine è uno dei due comproprietari di Noy Ambiente, proprio l'azienda che lei ha citato. Come abbiamo quindi pensato di risolvere questo atroce dilemma che ci ha provocato dei gravissimi ritardi? Facendoci regalare un progetto gestionale da parte di chi il contenzioso l'ha attivato contro di noi, da chi ci ha portati fino al Consiglio di Stato per chiederci 20 milioni che, per fortuna, il Consiglio di Stato ha dimostrato quanto non gli spettassero, perché in realtà la politica dei rifiuti la decidono, per fortuna, le pubbliche amministrazioni. E così è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato perché, se hanno delle motivazioni per non affidare e per cambiare il loro sistema gestionale, se hanno delle motivazioni valide, come quelle portate dalla Regione Valle d'Aosta in Consiglio di Stato, allora nulla è dovuto all'impresa aggiudicataria. Noi invece siamo tornati indietro, come se non fosse successo niente prima del referendum e abbiamo detto: "c'è un'impresa che ci regala un progetto, è la stessa che voleva fare il pirogassificatore, ma perché è nostro amico". Voleva fare il pirogassificatore, quindi ci regala un progetto e noi immediatamente lo mettiamo a gara, perché è solo lui che ci può risolvere questi problemi e adesso diciamo che non abbiamo un piano B, perché abbiamo paura del ricorso della Real Dalmine su un'aggiudicazione che non c'è ancora nemmeno stata, quando abbiamo vinto a seguito di un'aggiudicazione già avvenuta, ma un po' di coraggio, per favore, Signori! Stiamo difendendo le tasche dei nostri cittadini! Ci facciamo invece intortare da un'impresa privata e presentiamo due deliberazioni come queste, sulle cui motivazioni possiamo discutere a lungo, però le faccio solo un esempio. Per esperienza diretta, i problemi hanno tante soluzioni, non ce n'è mai solo una e, se qualcuno arriva da lei a dirle che esiste un'unica soluzione, che non ci sono altre strade, che non abbiamo nessuna alternativa, di solito dietro a questo ci sono solo due possibili interpretazioni: una è la pigrizia, l'altra è la connivenza. Una è: "non ho voglia di pensare ad una soluzione alternativa e quindi prendo questa, me l'hanno regalata", oppure "io ho degli interessi, perché questo tipo di soluzione venga adottata", perché altrimenti le strade ci sono, sono state adottate da infinite altre realtà. I rifiuti non sono una peculiarità della Valle d'Aosta, i rifiuti li producono in tutto il mondo e delle soluzioni ai problemi sono state date. Noi vorremmo essere il flambeau citato da Chanoux nella frase alle sue spalle, quelli che portano il loro esempio alle altre realtà, purtroppo su questo tema dobbiamo inchinarci e per una volta magari provare a copiare qualcun altro che i risultati è riuscito a ottenerli, seguendo altre strade rispetto a quella della paura: la paura dei ricorsi.

Volevo dire ancora una cosa al Consigliere Bianchi, che anche lui ha approfondito questo argomento - è stato Assessore all'ambiente, quindi conosce bene l'argomento, ha approfondito, ha fatto degli studi, è andato anche a visitare alcuni sistemi, alcune realtà -, che mi ha parlato di privati che hanno ottenuto ottimi risultati. Qualche minuto ce l'ho, vi racconto di qualche privato che ha ottenuto ottimi risultati. I due ambiti territoriali della Provincia di Treviso già infinitamente citati: Savno Servizi (60 percento pubblico, 40 privato) e Priula (100 percento pubblico), Mantova Ambiente (80 pubblico, 20 privato), Padova, Udine, il Consorzio dei Navigli di Milano - tra l'altro, non è famoso per la tutela ambientale -, il Consorzio Chierese Servizi, con 124.000 abitanti, sono vicini come realtà, sarebbe anche facile copiarli (100 percento pubblico), Varese (100 percento pubblico), CEM Ambiente - una cosa molto grande che occupa parte della provincia di Milano e di Monza-Brianza -, infine Cremona con una compartecipazione (74 percento pubblico e 26 percento privato). Il più scarso di questi consorzi è arrivato al 76,7 percento di raccolta differenziata, ma non è questo il vero risultato importante: il vero risultato importante è che 9 su 10 di questi consorzi, tutti a matrice fondamentalmente pubblica, sono scesi sotto i 100 chili all'anno per abitante. Lei prima mi ha citato importante come risultato il fatto di avere la frazione putrescibile sotto gli 80 chili all'anno d'abitante, questi in totale, quello che viene messo in discarica è sotto i 100 chilogrammi all'anno ad abitante, tutti e 10 sono sotto queste cifre, i primi della classifica sono a 50 chili di totale residuo. Queste non sono delle percentuali di raccolta differenziata... ma sono riusciti a ridurre la produzione di rifiuti. Se noi diamo in mano ad un privato questo tipo di scelta e gli diciamo: "vendi il rifiuto differenziato e ti tieni soldi, metti il rifiuto in discarica e, in funzione di quanto ne metti, ti diamo i soldi", quale sarà l'azione finalizzata a ridurre la produzione dei rifiuti da parte di questo privato? È facilmente intuibile, non insisto.

Volevo però chiedere all'Assessore Bianchi di citarmelo questo brillante risultato ottenuto da una gestione completamente privata, perché io non sono riuscito a trovarlo, anzi ho trovato un caso in cui è stata deliberata la concessione del servizio per 15 anni dalla Provincia di Piacenza, i Comuni consorziati che appartengono alla Provincia di Piacenza hanno deciso di mettere in concessione per 15 anni il servizio della raccolta rifiuti (l'hanno deciso adesso a febbraio), questa decisione non assomiglia però alla nostra, perché hanno tenuto fuori da questo tipo di concessione lo smaltimento del rifiuto indifferenziato in discarica e la gestione del rifiuto differenziato che si gestiscono comunque come parte pubblica.

La raccolta dei rifiuti è nelle vostre mani questa sera. Qualcuno mi ha detto: "è nel nostro programma e quindi ci attiveremo, lo faremo", non sarà così: quando avrete assegnato una concessione per 17 anni, voi non la prenderete più in mano. Se sarete rieletti per quattro legislature, forse ce la farete. Se non lo decidete adesso, perché adesso è il tempo, perché, come ha detto l'Assessore, siamo alla verifica delle anomalie, ma il prossimo Consiglio regionale che potrà decidere in tal senso sarà alla fine dell'estate, quando probabilmente sarà troppo tardi, quando il nostro rischio di richieste di risarcimento, il nostro rischio commissariamento sarà ancora più alto. Sul commissariamento ho ancora delle perplessità; io ho avuto frequentemente a che fare con gli uffici regionali dell'Assessorato dell'ambiente, questi uffici minacciano il commissariamento praticamente una riunione sì e una no, forse lo sa anche l'Assessore Bianchi. Il fatto che non si sia attivato il servizio idrico integrato come previsto dallo "sblocca Italia" ha comportato la minaccia di commissariamento nei confronti delle Unités des Communes tre anni fa e non è successo niente, nessuno ci ha commissariato. Siamo in emergenza rifiuti? Siamo assolutamente in emergenza rifiuti, ma non andremo in emergenza rifiuti se faremo qualcosa, siamo in emergenza rifiuti adesso perché non facciamo niente.

Presidente - La parola all'Assessore Gerandin per la replica.

Gerandin (MOUV') - Solo due brevi precisazioni. Il problema del contenzioso tra l'impresa aggiudicataria della precedente gara e la Regione non era riferito al fatto dei 20 milioni accantonati che non sono in disponibilità: era riferito perché all'epoca, in assenza della rinuncia, non si poteva procedere perché risultava affidataria provvisoria della precedente gara di concessione. In attesa della definizione dell'esito di quella gara, lei ben sa che, se c'è già qualcuno che al momento è affidatario, anche provvisorio, del risultato di una gara, non è che si può attivare una procedura, bisogna prima definire il contenzioso in essere.

Già l'altra volta la collega Minelli diceva che Valeco incamera i proventi dell'avvio della valorizzazione, non è così perché Valeco comunque distribuisce tali proventi ai singoli sub-ATO per quello che riguarda il discorso della differenziata. Ci tenevo a precisarlo, perché ci sono già tanti problemi in essere, diamo l'informazione giusta perché in questo momento i proventi che provengono dalla differenziata vengono ridistribuiti ai sub-ATO.

L'ultima precisazione era quella riferita al collega Bianchi. Io non ho assolutamente detto che volevo dare delle colpe a chi aveva proceduto precedentemente, la delibera di Giunta è del 9 ottobre 2017, una, l'altra è ancora precedente, per cui non è quello il problema. Quello che io ho provato a dire, ma probabilmente mi sono spiegato male, è che da una parte posso capire anche il pensiero dei proponenti e il vero problema è che un'idea di una riorganizzazione della gestione dei rifiuti, come la vedono i proponenti, andava fatta prima di questi atti: questo era il concetto che volevo dire e non scaricare su nessuno la responsabilità degli atti.

Presidente - Possiamo porre in votazione la mozione? La parola al Consigliere Vesan.

Vesan (M5S) - Volevo chiedere il voto nominale relativamente a questa mozione con l'appoggio del mio gruppo, perché sono necessari cinque Consiglieri e confido anche nell'appoggio di Impegno Civico.

Presidente - La parola all'Assessore Restano.

Restano (AC-SA-PNV) - Chiedo la votazione per scrutinio segreto, a nome della maggioranza.

Presidente - La votazione segreta ha precedenza, pertanto procediamo alla votazione per scrutinio segreto. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 8

Favorevoli: 7

Contrari: 1

Astenuti: 26

Il Consiglio non approva.