Objet du Conseil n. 2151 du 24 mai 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2151/XIV - Reiezione di risoluzione: "Presentazione delle osservazioni formulate dai collegi docenti in merito all'applicazione della metodologia CLIL nella scuola alla commissione consiliare competente".
Viérin M. (Presidente) - Punto n. 33.02 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola la Consigliera Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Credo che quest'oggi abbiamo presentato ripetutamente a pezzetti questa risoluzione con cui le chiediamo, Assessore, di venire a presentare in commissione due punti in particolare, anzi tre perché il primo punto ha due elementi e l'ultimo ne ha uno. Le chiediamo chiaramente di non procedere immediatamente alla sperimentazione, come l'ha definita prima, perlomeno non prima di aver preso in considerazione quanto i collegi docenti hanno detto per una questione di rispetto, per una questione anche di opportunità e per una questione credo anche di buon gusto nei confronti di insegnanti, che si sono presi anche la briga di leggere tutte les adaptations, di leggere tutte le cose che sono state prodotte e hanno scritto delle osservazioni.
Siccome crediamo che non siano state ancora prese in considerazione e già domani mattina viene fatta una riunione con i dirigenti, le chiediamo di venire proprio a presentarci queste osservazioni dei collegi in commissione, di venire anche ad esplicitare, perché nell'ultima audizione lei ci ha portato du modèle andorrien, di Trento, ci ha parlato di tante realtà che alla fine sono tutte realtà che hanno modelli diversi, quindi non abbiamo ancora capito da dove avete pescato le motivazioni pedagogico-didattiche per iniziare la sperimentazione nelle classi prime di ogni ordine e grado e chiediamo davvero che venga in modo preciso indicato questo. Ci ha parlato infine in audizione di risorse che dovrebbero essere trovate a livello di Fondo sociale europeo, mi pare di aver capito, comunque di progetti europei per attivare una sperimentazione: vorremmo che lei venisse in commissione anche ad enunciarci in modo dettagliato sia le risorse economiche, ma anche quelle umane che pensate di poter utilizzare per portare avanti questo. Noi le chiediamo veramente domani...perché sappiamo che c'è questa riunione - poi lei non ce l'ha né confermata, né smentita - che è stata convocata un po' in sordina con tutti i dirigenti; crediamo che non sia il momento di convocare riunioni con i dirigenti e bypassare i collegi docenti, quindi chiediamo veramente un'attenzione particolare.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Come faccio ad evitare su un argomento così bello a dire due parole all'Assessore Rini che è così gentile? Credo che pecchi un po' di presunzione politica, Assessore: lei ritiene di poter passare sopra tutte quante le istituzioni scolastiche che hanno detto chiaramente che questa roba qui non la vogliono. Devo dire che come pervicacia non è male per un Assessore. Non so se ha letto qualcuno dei vari documenti che sono sul sito "Web École"...
(interruzione dell'Assessore Rini, fuori microfono)
...li ha letti tutti. Si vede che li interpreta in maniera differente da quanto è scritto, per esempio, ci sono scuole che dicono: "riteniamo infatti di essere insieme ai nostri alunni e alle loro famiglie, che ignorano totalmente in quale direzione stia andando la scuola valdostana, i protagonisti del processo educativo di questa regione". Altri dicono che non sono assolutamente d'accordo, che non c'è nessun tipo di supporto né informativo, né tecnico per andare avanti con questa pseudo riforma - me la faccia chiamare così - perché adesso è diventata una cosa che non si sa se si fa o meno. Lei stessa ha detto: "facciamo una sperimentazione di due anni, poi vediamo" e comunque tutto quello che viene fuori dalle scuole...ci sono quasi tutte, mi sembra un paio non si siano espresse, non hanno detto: "va bene", semplicemente hanno detto: "lasciamo stare, è meglio che non parliamo", per esempio, ce n'è una che dice al Consiglio scolastico regionale di "non esprimere un parere agli organi regionali competenti, ma di avviare un confronto chiaro e proficuo tra docenti, sindacati, amministratori per la messa a punto di una riforma condivisa della scuola valdostana, che recepisca le istanze di tutti i soggetti coinvolti".
Questa storia di recepire le istanze dei soggetti coinvolti e di avere la massima possibile condivisione quando si tratta di programmi scolastici e di quello che dovrebbe essere il futuro dell'istruzione dei nostri giovani, forse, al di là della sua presunzione politica, andrebbe ricercata, credo io, poi ognuno fa come crede, ovviamente. Ce n'è una molto interessante che dice: "si insegni pure l'inglese in maniera massiccia, e questo sarà positivo, ma non lo si adoperi per sottrarre spazio ai saperi che si trasmettono meglio e in maniera più naturale nella lingua materna, la quale, tra l'altro, serve da ponte verso le altre lingue". Mi sembrano tutte considerazioni di buon senso, lei ritiene? E non credo che vadano nella direzione che auspica lei. Ce ne sono alcune bellissime poi anche sul fatto che l'informatica non è solo usare la LIM e il registro elettronico, ma questo mi sembra naturale. Mi fa strano che glielo debbano sottolineare, perché credo che anche lei ci arrivi, però glielo sottolineano, vuol dire che in qualche caso lei è scivolata su queste cose. Io non lo so, è quello che scrivono loro. Per non parlare del fatto che già molte lamentano che già con le ore che hanno non riescono a sostenere tutto quanto il carico di lavoro, soprattutto per via del fatto che ci sono diversi alunni che hanno deficienze tipo BES, o altre questioni di apprendimento molto importanti.
Assessore, a me sembra perlomeno improvvido il fatto che domani lei chiami tutti i dirigenti - non lei chiaramente, li chiama un organo tecnico nominato da lei - e vada avanti indipendentemente da ciò che invece dicono tutte le istituzioni. Io credo che una riforma così non sia una riforma, è un'imposizione. Chiamiamola in un altro modo: chiamiamola "la legge della Rini", potrebbe essere più corretto dal punto di vista politico, la Rini vuole che la scuola si faccia così. È una cosa che si può scegliere di fare, d'altronde i politici sono lì per assumere decisioni, le chiederei solo per quale motivo si prende questa decisione: andava così male la scuola che bisognava distruggerla in questa maniera? È questo il discorso?
Anche per quanto riguarda il famosissimo, famigerato ormai metodo CLIL, c'è qualcuno che dice che sia più adatto alle ultime classi, in particolare a quelle delle scuole superiori: la quarta o la quinta. È tutta gente che però sicuramente non è capace: è vero che sono docenti, ma certe cose, secondo me, non le capiscono, perché se smontano così quanto proposto, probabilmente non hanno una grande conoscenza tecnica, che sicuramente invece hanno i suoi uffici e il suo Sovrintendente. Secondo me, posso permettermi nel mio piccolo, è di buon senso fermare la cosa e provare a trovare maggiore condivisione. Se invece cerca di farla passare, come sta cercando di fare, io non so quali saranno i risultati. Una cosa è certa, ci sono alcune scuole che fanno delle domande tipo questa: "emerge ancora il timore che tali proposte pongano inesorabilmente i docenti davanti ad una scelta assolutamente cogente: sacrificare i contenuti della materia o sacrificare l'insegnamento della lingua?". Mi spiego meglio. Siccome già la scuola negli ultimi tempi non è che abbia dato segno di tirare fuori persone che hanno poi della preparazione effettivamente cogente, diventa poi difficile, quando si leggono queste cose, non preoccuparsi di ciò che accadrà alle generazioni future. Non vorrei che questa sulla carta sia una cosa che magari è bellissima, è fantastica, è meravigliosa, ma che, calata di forza nella realtà valdostana, sarà un flop peggiore di quello che è stato provato con l'École de la langue", anch'essa richiamata perché di fatto ci troviamo di fronte ad una trasformazione nel nome di quello che è già stato proposto, non lo dico io, anche questo viene fuori da qui dentro.
Per ricapitolare, io credo che debba essere sostenuta questa risoluzione, debba essere in qualche modo fermato quello che lei sta cercando di fare. Capisco che il Governo, quando prende una decisione, qualunque essa sia, in qualunque direzione vada, è comunque una decisione giusta, indipendentemente da ciò che dicono tutti quelli che magari lavorano nel settore, però io credo che il tempo di fare le leggi per dare un certo tipo di impronta sia finito. Se invece lei o voi Governo ritenete di continuare così, continuiamo pure così, "tanto alla fine che ci frega", come giustamente dice il Presidente Rollandin, a lei soprattutto che gliene frega, l'importante è che ottiene il suo scopo, per il resto si frega chi resta: la scuola, infatti. Attendo volentieri una sua risposta in merito.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, chiudiamo la discussione generale. Per la replica, ha chiesto la parola l'Assessore Rini, ne ha facoltà.
Rini (UV) - Ringrazio i colleghi che con toni credo anche simpatici hanno portato all'attenzione di quest'aula un tema, che in realtà abbiamo più volte affrontato sotto diverse angolazioni e sotto diverse prospettive.
Innanzitutto farei una premessa, che riprende un po' quello che ricordava il collega Cognetta: credo che dobbiamo dividere bene il percorso della legge di adattamento della n. 107, perché sono due percorsi completamente diversi: qua stiamo parlando di sperimentazione, quindi stiamo parlando di adattamenti statutari, quindi è un altro percorso. Nulla ha a che vedere con la tecnologia, con i richiami che lei giustamente ha fatto, ma che riguardano un'altra tematica. Sugli adattamenti abbiamo seguito un tipo di percorso, che ha esulato anche dalla prassi, ovvero il Consiglio scolastico ha ritenuto opportuno chiedere delle osservazioni scritte ai collegi docenti proprio per coinvolgere il mondo della scuola nella sua interezza. Cosa che è stata fatta, abbiamo recepito questi documenti che sono adesso al vaglio e all'analisi puntuale del Consiglio scolastico, che è l'organo preposto per analizzare, sintetizzare e recepire tutte le osservazioni che possono essere recepite e, come tali, inserite all'interno del testo degli adattamenti. Il Consiglio scolastico nella sua ultima riunione ha deciso proprio questo: con un lavoro di sintesi delle varie proposte dei collegi dei docenti stilerà una serie di proposte che verranno poi valutate al più presto dallo stesso Consiglio scolastico, che deciderà, in base anche all'impatto che le diverse osservazioni producono poi nell'impianto dell'idea iniziale, se inserirle, quindi andando a modificare o meno quello che è stato un testo tecnico presentato iniziale.
Qui nessuno ha intenzione di portare un testo preconfezionato senza ascoltare il mondo della scuola. Io però colgo quest'occasione per dire che credo profondamente in questo progetto, credo profondamente nell'importanza dell'inserimento del plurilinguismo, così come credo nell'importanza del rafforzamento del nostro bilinguismo e questo l'abbiamo anche condiviso in commissione.
Abbiamo avuto recentemente un incontro in V Commissione e ringrazio il Presidente Restano e tutti i Commissari perché è stato un incontro lungo a livello di tempo, ma soprattutto molto approfondito; incontri in cui sono venuti gli ispettori tecnici scolastici, che hanno spiegato nel dettaglio le motivazioni tecniche che hanno portato alla stesura e soprattutto alla proposta di questi testi che sono stati in maniera molto puntuale esplicitati. Io chiederò poi anche una copia del verbale di quella commissione, dove peraltro sono inserite la gran parte delle risposte che si chiedono con questa risoluzione.
Io ribadisco, come abbiamo sempre fatto, la totale disponibilità a venire in commissione a relazionare ogni qualvolta i commissari lo ritengano opportuno, ma nel merito noi ci asteniamo perché questi singoli punti sono stati trattati in maniera anche piuttosto approfondita. Lei parla di risorse: credo che gli ispettori tecnici siano entrati davvero nel dettaglio delle risorse, che abbiano davvero spiegato come si è riusciti, attraverso fondi europei peraltro, a reperire risorse per la formazione del personale, quindi io credo che ci asteniamo soprattutto per le premesse di questa risoluzione, ma ribadisco la mia totale disponibilità a venire in commissione ogni qualvolta lo riteniate opportuno.
Concludo davvero dicendo che non vuole essere un'imposizione. Le preoccupazioni - così come l'ho detto in commissione, lo ribadisco in quest'aula - le abbiamo anche noi: è sicuramente una sfida ambiziosa, una sfida però che non può che trovarci tutti d'accordo. Dobbiamo davvero cercare di puntare in alto quando parliamo della scuola valdostana, proprio perché la scuola valdostana ha sempre dimostrato di essere in grado di saper cogliere al meglio le sfide e ha dimostrato di essere una scuola di eccellenza. Proprio però per le preoccupazioni che con voi condividiamo, abbiamo proposto - e l'abbiamo fatto in maniera esplicita durante proprio l'incontro di commissione, proponendo questa sperimentazione per inserire l'elemento della gradualità, quindi non ci sarà niente di impattante, niente di invasivo, nessuno stravolgimento della scuola a partire da settembre, così come gli ispettori peraltro hanno ben dettagliato - gli elementi della gradualità e soprattutto del monitoraggio, cosicché passo passo tutti insieme possiamo monitorare, valutare ed eventualmente correggere il tiro laddove diventi necessario.
Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Tre passaggi credo siano stati molto interessanti: la scuola valdostana è in molte parti una scuola di eccellenza grazie agli insegnanti direi anche, ad un corpo docente che lavora con grandissima competenza e grandissima passione, probabilmente ci sono anche cose da regolare. Quel corpo docente che oggi in qualche modo lei bypassa, perché hanno fatto delle osservazioni e lei già ci ha detto prima che il 3 giugno il Consiglio scolastico approverà questa nostra sperimentazione, quindi si sa già che questo andrà avanti.
Sa qual è stato il passaggio più umiliante? Il collega Cognetta le ha riportato dei passaggi interessanti, ma una delle cose uscite in tutti i collegi docenti da tutti gli insegnanti è stato il metodo con cui lei o chi per lei ha chiesto di correggere o di fare le osservazioni su tale bozza: "scrivete, per favore, il numero, la riga, la parola e la pagina che volete correggere", quindi vuol dire che quella è l'impostazione, quello sarà il documento, quindi "se volete andare a correggere "pinco" con "pallino", scrivete a che pagina e quale parola volete correggere e poi andate avanti sulla pagina successiva". Questa credo sia stata, Assessore Rini, la parte che tutti i collegi - forse non l'hanno scritto, ma l'hanno notato e sollevato - hanno considerato più umiliante, perché voleva dire che quel documento era già comunque chiuso: si potevano anche cambiare delle paroline. Io non sono più in collegio docenti e quindi le riferisco - lei può smentire - queste indicazioni che avete dato, cioè "correggete solo la parola, l'aggettivo, se c'è qualche errore ortografico, grazie" e voilà.
Le ricordo infine che gli insegnanti, il corpo docente ha una grande risorsa, che fortunatamente per ora non credo sia neanche in discussione con la riforma costituzionale: la libertà di insegnamento che ogni insegnante ha. In fin dei conti ogni insegnante ha degli obiettivi che deve raggiungere entro la fine dell'anno scolastico e, quando questi obiettivi vengono raggiunti, l'insegnante ha fatto il suo lavoro. Alla fine - mi dispiace dirlo - perderemo ancora un'opportunità se non si terranno in considerazione tutte le esperienze del corpo insegnante. Lei probabilmente ha già risposto ampiamente che vuole procedere, beh, proceda.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Assessore, le sue parole: "vogliamo puntare in alto", cosa lodevolissima, mi hanno fatto scattare. Come si fa a puntare in alto? Naturalmente, per puntare in alto, in genere in un'azienda piuttosto grande, complessa e articolata, si ascoltano le persone che lavorano nei vari settori: le si mettono una stanza, si cerca di capire cosa si potrebbe migliorare, quello che si potrebbe fare per migliorare e si comincia a fare questo ragionamento senza avere dei preconcetti e senza avere nessun tipo di imposizione di partenza. Da lì si portano avanti delle idee: quello è il modo migliore per puntare in alto. Quando invece si impongono le cose, non si punta in alto, perché non si ottiene collaborazione e, di conseguenza, anche le idee migliori, più belle, più performanti in genere falliscono.
È chiaro che questo discorso fatto qui può sembrare una lezione, ma non è affatto questo il punto: il punto è che volevo dare un suggerimento rispetto a come si sarebbe potuta fare questa stessa cosa evitando tutto ciò che sta accadendo. È chiaro che poi ognuno ha i suoi metodi; il metodo della condivisione deve averlo un po' dentro come persona, anche come struttura politica rispetto a certi argomenti: il suo partito non è il massimo degli esempi di condivisione che possiamo conoscere sulla faccia della Terra, quindi se volessimo davvero puntare in alto, Assessore, forse una frenata ogni tanto e un ascolto più attivo di chi parla potrebbe dare qualche soluzione migliore; potrebbe veramente rendere la scuola valdostana ancora migliore di quella che è. Pertanto, io la invito ancora una volta a ritornare sui suoi passi e ad evitare lo scontro frontale, perché poi succedono cose che magari non sono piacevoli né per gli alunni, né per lei, intendo chiaramente cose politiche. Non vorrei mai che qualcuno fraintendesse il significato. Visto che ogni parola che viene detta, viene commentata, ci tenevo a precisarlo.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Un piccolo contributo alla discussione, perché ho seguito i lavori della commissione, ho provato a leggere le osservazioni che hanno formulato alcuni collegi docenti e un leitmotiv che ritorna spesso sui pareri e le osservazioni è il poco tempo avuto a disposizione per formulare osservazioni magari un po' più strutturate e questo è qualcosa che viene riportato praticamente in tutte le osservazioni dei collegi dei docenti.
Al di là di questo, ascoltando le parole dell'Assessore, viene da dire come non si possa condividere lo spirito con cui si porta avanti questo: se non abbiamo capito male, da un lato, mantenere alto il livello delle competenze e, se possibile, migliorarle anche proprio nelle discipline; dall'altro, incrementare la conoscenza delle lingue, quindi lo spirito mi sembra più che condivisibile. Dove si vedono alcuni problemi e forse dove anche l'espressione di alcuni collegi docenti hanno indicato le criticità maggiori è poi su come applicare praticamente questo. Se da un lato l'Assessore introduce questo concetto della gradualità, che dovrebbe in qualche modo consentire di applicare praticamente, dall'altro uno dei timori usciti anche durante l'audizione è stato quello di dire: "noi facciamo la formazione agli insegnanti e poi per l'applicazione pratica...lasciamo all'autonomia scolastica attuare per vedere cosa sono in grado di fare". Su questo passaggio se mancano alcuni passaggi intermedi, come la condivisione, e poi tutta una serie di risorse finanziarie che anche nei pareri ritorna spesso, spesso si dice: "come facciamo a migliorare quando mancano le risorse per poter fare il lavoro quotidiano: mancano i laboratori, mancano le risorse per avere il materiale di consumo", e questo c'è scritto nei documenti che sono riportati...quindi se manca questo passaggio, c'è il rischio che si faccia tutto un investimento, anche politico in una certa direzione e poi, nel momento in cui si passa all'attuazione pratica, si arriva a dire che le autonomie scolastiche non hanno le risorse, non hanno la condivisione per...quindi muore tutto lì.
Alcune considerazioni che sono state fatte, e ci piacerebbe capire quali sono le intenzioni del Governo, riguardano da un lato anche aspetti contrattuali, perché la scelta delle materie che poi andrebbero insegnate in altre lingue comporta comunque dei carichi di lavoro aggiuntivi per gli insegnanti. Questa è una cosa che andrebbe chiarita: come fare all'atto pratico, perché ovviamente, quando ci sono delle disuguaglianze, si creano anche dei contrasti per cui il mondo è complicato, gli insegnanti potrebbero anche avere un rigetto su questo.
Un'altra cosa non banale, espressa molto bene, è come fare con le difficoltà legate alla lingua a non banalizzare dei concetti che banali non sono, perché spesso sia gli insegnanti, ma anche gli alunni, non possiedono lo strumento, quindi c'è il rischio veramente di banalizzare dei concetti. Su queste cose gradiremmo che si rispondesse e che si approfondisse la cosa, perché sennò si rischia di fare degli sforzi e poi scontentare tutti e soprattutto fare che le riforme rimangano lettera morta.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Laurent Viérin, ne ha facoltà.
Viérin L. (UVP) - Abbiamo sottoscritto sia la precedente iniziativa che questa e cercheremo di unire gli interventi su temi che sono diversi, ma che riguardano comunque una medesima intenzione di riforma.
Assessore, per quanto riguarda la questione del Convitto, abbiamo ascoltato con attenzione la sua risposta e crediamo che effettivamente ci sia una parte di questione non risolvibile immediatamente, relativa al fatto che sono contratti nazionali che non abbiamo la regionalizzazione della scuola, ma le chiediamo un impegno nella riforma della Buona scuola. In tale riforma a livello nazionale il Convitto non è stato riconosciuto e ricompreso in questa parte che a noi invece interessa, ma aggiungere nella parte di riforma che riguarda l'infanzia un piano di assunzioni e di valorizzazione, magari anche attraverso il bonus, per quanto riguarda quella vicenda del Convitto, può essere un elemento di discussione. Noi sicuramente in commissione, quando arriverà l'iter della legge sulla Buona scuola, una soluzione per la questione del Convitto, anche tecnica, oltre che politica, ce l'abbiamo e quindi gliela suggeriremo. Anche perché effettivamente - è stato riconosciuto anche da lei - esiste una valorizzazione negli anni di tutta una parte di personale all'interno di questa realtà che, prendendo spunto da una riforma che noi non applichiamo o, meglio, adattiamo alle nostre esigenze, può tranquillamente prevedere nell'autonomia, attraverso quella norma che voi avete condiviso con il Governo, una valorizzazione per quanto riguarda la parte relativa all'infanzia.
Al di là di questo, sulle adaptation crediamo che sia stata molto utile l'audizione in commissione effettivamente, però anche noi consigliamo prudenza che, se non abbiamo capito male, è arrivata nell'incontro che lei ha avuto con le organizzazioni sindacali la decisione di fare una sperimentazione limitata nel tempo per vedere quali siano le risultanze, ma soprattutto un ascolto a tutte quelle considerazioni che stanno arrivando dal mondo della scuola effettivamente. Noi quindi prendiamo per buono il suo impegno ad ascoltare ciò che arriva oggi dal mondo della scuola, perché se non abbiamo capito male, è l'input che voi avete dato alle scuole: "noi partiamo con una fase di sperimentazione, lavoriamo sulle adaptation", il gruppo di lavoro ha prodotto tutte le risultanze, ma avete chiesto alle scuole di dire la loro. I tempi valutateli voi; noi crediamo che forse non sia il caso di accelerare troppo nel recepimento di queste adaptation e nella sperimentazione: si parlava del 2 giugno, si parla del fatto che ci saranno degli incontri previsti con i dirigenti scolastici domani. L'impegno che lei aveva assunto in commissione era quello comunque di tornare, al di là degli aspetti tecnici, anche in commissione per vedere, da un punto di vista della filosofia generale, qual è l'impostazione. Ci uniamo quindi all'invito alla prudenza, ma proprio per evitare che quel mondo poi crei effettivamente un cortocircuito come abbiamo sottolineato in commissione, tra degli indirizzi politici, dei lavori tecnici che sono stati portati avanti e così il partage con il mondo della scuola.
Assesseur, une dernière considération sur les langues vu qu'on a abordé ce thème et vous avez souligné dans les axes de réforme et surtout dans les axes d'intérêt la question linguistique.
Nous avons participé la semaine passée au "Concours Cerlogne", il s'agit d'une manifestation qui depuis plus de cinquante ans est organisée par l'Administration et elle reporte beaucoup d'intérêt sur le thème linguistique.
C'est clair que nous avons vu que le nombre d'élèves est presque la moitié par rapport au plus de 4 mille enfants qu'on avait atteint il y a quelques années. Nous avions frôlé les 4 mille présences à Hône, après il y avait le concours de La Salle, nous étions en croissance depuis cinq années, en effet de 2500 nous sommes arrivés presque à 4 mille petits. Le fait de voir aujourd'hui qu'il n'y a plus une adhésion, sans vouloir forcement cibler sur ce qui s'est passé, veut dire qu'il faut revoir un peu la façon de travailler sur ce thème, car s'il n'y a plus d'intérêt, essayons d'ouvrir une confrontation, de nous interroger sur comment, au-delà du domaine familial de l'administration, de tout ce qui est important pour valoriser les langues en générale, notre plurilinguisme et aussi le patois, de voir comment relancer cet intérêt, car s'était et reste une des occasions scolaires les plus importantes pour véhiculer des messages en langue avec des animations.
Sur ce thème nous retournerons car nous croyons qu'il est important aussi de ne pas dissiper ce qui a été fait ; nous savons que, d'un point de vue technique, les fameux distacchi ont été revus, il n'y a plus les gens qui s'occupent expressément sur le thème linguistique...sur ce thème et après parallèlement on a des projets de financement qui vont directement aux bureaux qui s'occupent de cela. Nous croyons que les ressources humaines, professionnelles, surtout ces enseignants qui sont historiques et qui ont une expérience en langue très importante...sont des expériences à ne pas dissiper, car ce n'était pas des détachements de l'enseignement simplement pour avoir des ressources en plus: c'étaient des détachements de l'enseignement qui étaient, d'un point de vue professionnel, insérés dans des projets pédagogiques, didactiques en langue pour le patois, pour la valorisation de cette langue du cœur des valdôtains.
Nous avions préparé même une initiative, mais, vu qu'il y aura l'occasion de parler des thèmes linguistiques, nous la reporterons plus en avant et nous la présenterons et soumettrons à l'attention du Conseil, mais sur les langues quelques questions ont été produites aussi en commission sur comment l'enseignement est en train d'évoluer, est quelque chose qu'il faudra reprendre.
In conclusione noi abbiamo votato e voteremo quest'iniziativa semplicemente per ribadire e ci fa piacere che il tema sia ancora così sentito, perché abbiamo iniziato sin dal mese di febbraio, dopo questa delibera del 29 gennaio, a sottolineare che questa riforma va di pari passo e andava anche di pari passo fra riforma della Buona scuola, adaptation, concorso per trasformare una riforma nazionale in un'occasione di riflessione: nel mondo scolastico, le adaptation sono molto sentite e anche il dibattito vivace è qualcosa di positivo. L'importante per noi amministratori è ascoltare, ponderare, concertare con le organizzazioni sindacali, con il mondo della scuola e soprattutto con chi opera quotidianamente all'interno di questo sistema scolastico valdostano, che è fatto di acquis decennali, affinché non ci siano né dei malintesi, né delle forzature sia tecniche che politiche. Anche una riforma tecnica pensata nel migliore dei modi deve avere delle sperimentazioni effettivamente applicative per vedere se sono delle questioni migliorative, come si evolvono sapendo che anche il mondo della scuola si fa valutare per vedere se si è ancora in linea con l'evoluzione della società. Ricordiamoci anche che oggi insegnare è sempre più difficile, perché si ha spesso la tendenza a scaricare sulla scuola tutti i problemi della società: se c'è la crisi della famiglia nella società, alla fine viene scaricato sulla scuola e la scuola deve supplire a tutto quello che non viene affatto in altri ambiti; abbiamo dei problemi di bullismo, dei problemi sulle fasce generazionali - ne abbiamo parlato nello scorso Consiglio su certi problemi un po' più pesanti - e la scuola patisce di questa cosa. Non vorremmo neanche sia nei contenuti che nella riforma che ci sia di nuovo la tendenza a sottovalutare il ruolo effettivamente che in una scuola plurilingue si svolge rispetto ad un altro sistema scolastico fuori dai nostri confini.
Pensiamo che le ultime audizioni in commissione siano andate in questa direzione, che ci sia una volontà di partage. Facciamo attenzione solo che non ci sia un cortocircuito tra le indicazioni politiche di una legge, tra l'altro, di riforma, al di là delle adaptation e del concorso che dovrà essere condivisa e votata da questo Consiglio e quelle che sono le esigenze del mondo e del sistema scolastico valdostano, soprattutto un invito alla prudenza, a spiegare bene e a rimanere all'ascolto delle istanze del corpo insegnanti della scuola valdostana nel suo insieme.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, possiamo passare alla votazione. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presidente: 32
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 19 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Marco Viérin)
Il Consiglio non approva.