Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 156 du 26 septembre 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 156/XIV - Reiezione di mozione: "Impegno a rivedere la normativa regionale che regola le nomine nelle società partecipate e controllate dalla Regione".

Président - Merci. Pour l'illustration, la parole au collègue Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, l'antipolitica è un neologismo che assume, come tutti i neologismi, significati diversi a seconda dei punti di vista. Per alcuni l'antipolitica è l'avversione ad ogni forma di politica e, soprattutto, ai politici, considerati come portatori di interessi personali o di lobby a discapito del popolo; per altri è una filosofia, addirittura un indirizzo politico: una sorta di paradosso quest'ultimo che negli anni ha contribuito alla nascita di partiti e movimenti che si ispirano alla cancellazione della vecchia politica, dei politici di professione e dei tradizionali schieramenti, ponendosi quindi in alternativa. In un caso e nell'altro il sentimento predominante è di fastidio contro il vecchio modo di fare politica, anzi è meglio dire: contro i politici e con loro contro tutto quel sottobosco di ex politici in disarmo o a fine carriera, di lacchè, di fedeli servitori recuperati a vario titolo nei posti di sottogoverno, spesso ben retribuiti e di scarso impegno. Il popolo - quello che lavora, che si sottopone a pesantissime selezioni per conquistarsi un impiego, magari mal retribuito, che non sottostà a compromessi, che non conosce il potente di turno o il potente di sempre - deve fare immani sforzi per ottenere un posto al sole, o anche, semplicemente, un posticino all'ombra, visto che i meriti e le capacità non sempre sono un atout, soprattutto quando si parla di nomine fiduciarie. I cittadini normali, quelli che non hanno particolari agganci nelle alte sfere, quelli che manzoniamente possiamo definire "genti meccaniche di piccoli affari", faticano molto più degli altri ad ottenere ciò che spetta loro, che sia un credito, una prestazione dovuta, un impiego. L'italico costume della raccomandazione, del "favoretto" all'amico, o all'amico dell'amico è diventato prassi anche qui da noi e non è difficile scorgerne tracce un po' ovunque. Il perverso sistema delle partecipate-controllate poi ha amplificato questa anomalia, facendo precipitare in una voragine ogni forma di meritocrazia, per lasciare posto alla più becera e smaccata distribuzione, spesso ridistribuzione di posti ed incarichi a volte molto ben retribuiti. Mi direte ora che esiste una legge regionale - la legge regionale n. 11 del 1997 -, che detta dei criteri molto stringenti per le suddette nomine. Va bene, esiste una legge, anche se, personalmente, la modificherei in alcuni suoi punti, ad esempio, prevedrei limiti di mandati ben più tranchants, perché massimo tre mandati consecutivi dello stesso incarico? Potrebbero essere tre mandati e basta e uno torna a lavorare. Fisserei dei requisiti di moralità molto più rigidi, perché "condanna definitiva con pena detentiva" solo per le due leggine di fascistissima memoria sul credito e sul fallimento, eventualmente per i mafiosi, ma non credo che sia il caso...e non "sentenza" tout court per reati che giustificano il licenziamento in tronco in qualsiasi posto di lavoro pubblico e privato, tipo l'abuso d'ufficio, ad esempio, il peculato o comportamenti che nella percezione comune non sono eticamente accettabili, tipo la frode fiscale, il falso in bilancio, il finanziamento illecito, ma anche l'abuso edilizio, soprattutto quando si tratta di abusi di una certa entità. Chiedo: quale datore di lavoro infilerebbe nei suoi ranghi, anzi, nella sua dirigenza, anzi a capo dei suoi consigli di amministrazione, personaggi che hanno avuto dei guai con la giustizia o dal passato non proprio cristallino? E penso che anche un buon manager, un abile capitano di industria che vuole fare funzionare la sua azienda non andrebbe di sicuro a prendersi come presidente o amministratore delegato qualche vecchio marpione dal curriculum infarcito di incarichi politici, ma con nessuna esperienza nello specifico ambito di cui dovrà occuparsi.

Mi si potrà obiettare che la legge regionale in questione prevede requisiti stringenti per i consiglieri e per i posti di vertice nelle società partecipate-controllate. Sarà anche, ma da nessuna parte c'è scritto che il nominato deve essere necessariamente affine, attiguo o, peggio, far parte di un partito politico, soprattutto di un partito della maggioranza. È vero, il punto c) dell'articolo 4 della citata legge regionale fissa, tra i vari requisiti, anche l'aver fatto il Consigliere o l'Amministratore in seno all'Amministrazione regionale, o il Sindaco di un Comune, o il Presidente di una Comunità montana della regione, ma chiedo a voi, cari colleghi, questa possibilità concessa a chi ha il compito di nominare il proprio rappresentante in seno alle società partecipate-controllate non dovrebbe essere l'estrema ratio nel caso non ci fosse nessun altro candidato in possesso dei requisiti di professionalità di cui ai comma precedenti? Perché la legge regionale prevede che prima - lo prevede in ordine di indicazione - debbano essere valutate, eventualmente, competenze con specifica esperienza nel settore cui si riferisce la nomina o la designazione - questo è il comma 3.a della legge -, altrimenti sarebbe solo un modo per riciclare i politici a fine carriera o, peggio, i "trombati".

Per tornare alla mozione, mi sono guardato l'elenco dei nominati negli enti partecipati-controllati e, con sorpresa, ho riconosciuto persone dai nomi evocativi: vecchi e nuovi amministratori pubblici, presidenti di sezioni politiche, sindaci in carriera, componenti di segreterie politiche, alcuni, come il prezzemolo, siedono da tempi immemorabili su poltrone e poltroncine, ma anche qui c'è una gerarchia: naturalmente, qualcuno si accontenta dei rimborsi spesa, o anche solo del gallone, ma è difficile trovare in questi enti e in queste fondazioni certi ex politici; altri, invece, lo fanno per denaro e non per pochi euro. Tanto per rimanere sui nominati di cui alla mozione, il Presidente di INVA S.p.A. percepisce 40.500 euro l'anno lordi, per fare che cosa? A me non è dato saperlo, visto che mi sono state negate dal Presidente Rollandin le informazioni sui suoi compiti e doveri, sul suo impegno, sui suoi orari d'ufficio ed anche sulla location. Non so neanche dove questo Signore risieda ed eventualmente dove risiederà, visto che mi dicono che stanno ristrutturando degli uffici al piano alto di INVA. Quali criteri adotta la Giunta che lo ha nominato per valutare il suo operato? A me non è dato saperlo, visto che il Presidente Rollandin mi ha rifiutato ogni informazione con la famosa nota fotocopia che rimandava al Consiglio ogni curiosità in tal senso, comunque aspetto che mi si diano delucidazioni sull'argomento eventualmente in Commissione!

Come se non bastasse, l'attuale Presidente di INVA S.p.A. continua imperterrito ad occupare la poltroncina di Consigliere di amministrazione non del Centro studi e cultura walser o del Comitato per il diritto al lavoro dei disabili e svantaggiati - questo lo lasciamo ai volontari, visto che non sono previsti compensi - bensì della società Servizi S.p.A al costo di euro 10.000 all'anno. Per dovuta informazione, la società Servizi S.p.A. è la cosiddetta "salvaprecari", è un nome davvero fuorviante, me lo si lasci dire. È un'agenzia di somministrazione mascherata, al cui vertice, guarda caso, troviamo un ingegnere della telecomunicazione - che ci azzecca con la somministrazione del lavoro un ingegnere della telecomunicazione qualcuno prima o poi me lo dovrà dire...-, che, oltre ad essere nel c.d.a. di un'emergente cooperativa sociale che fornisce servizi alle amministrazioni pubbliche, in una società di grafica ed altro, che fornisce servizi alla pubblica amministrazione, mi pare che sia anche tra i fondatori di una sezione del partito di maggioranza e, se ben ricordo, anche tra i papabili per le primarie dell'Union Valdôtaine, candidatura poi ritirata all'ultimo momento. E qui potrei aprire una bella discussione sul conflitto di interessi che potrebbe nascere tra le due nomine, ma lascio a voi valutare se una persona così possa avere qualche imbarazzo nel tenere i piedi in tutte queste scarpe.

Abbiamo letto ed ascoltato dal Movimento Cinque Stelle - devo dire con un certo disagio personale, non so voi - il curriculum professionale e non professionale dell'attuale Presidente di INVA, il Dottor Rusci...a proposito, non so se lo devo chiamare "dottore", o solo "Signor Rusci", non lo posso sapere visto che il Presidente Rollandin si è rifiutato di fornirmi il suo curriculum, quindi eventualmente mi correggerò...comunque, diciamo il Signor Rusci. La motivazione del rifiuto ve la leggo perché è simpatica, mi scrive: "l'istanza non riguarda atti o documenti specificati o individuati - io chiedevo proprio il curriculum - ma sarebbe - anzi è a detta del Presidente - una richiesta di valutazione su scelte di amministrazione già effettuate", cioè la mia richiesta di curriculum del Signor Rusci e dei curricula degli altri 22 candidati sarebbero opinioni, valutazioni o scelte amministrative. Come dicevo, ho ascoltato e letto, per quel poco che si può ascoltare e leggere su internet, con un certo disagio il curriculum del Signor Rusci.

Per fortuna, qui non parliamo del Presidente del NUV, che sarà poi oggetto di successive iniziative, limitiamoci al Signor Rusci. Non mi pare che, alla luce delle poche informazioni a noi note, la Giunta e, in particolare lei, Presidente, visto che la nomina è su sua proposta, previa intesa con l'Assessore Baccega, e ci mancherebbe che non ci fosse l'intesa in questo caso...dicevo, non mi pare che, alla luce delle poche informazioni, la Giunta possa mettere sul tavolo tutte queste grandi competenze in campo tecnico-informatico, anzi qualche malalingua mi dice che non sia proprio un fulmine con gli apparecchi elettronici. Spero che gli abbiate fatto quanto meno l'esame di informatica giusto perché la presidenza di una società che si occupa di tecnologia dovrebbe richiedere quanto meno un minimo di competenze. L'unica cosa che ci è data sapere è che ha avuto una sfolgorante carriera politica e che oggi è nella Segreteria della Stella Alpina. Mi dicono che è anche stato un imprenditore, non so in quale campo, se nel campo della ristorazione o degli intrattenimenti notturni, questo non sono riuscito a trovarlo su internet, non siamo neppure riusciti a trovare - i nostri servizi di intelligence hanno frugato dappertutto - informazioni sulle sue presunte conoscenze informatiche. Non si può neppure dire che sia un giovanotto in cerca di primo impiego, il suddetto ha 63 anni, e non credo neppure che abbia bisogno dei 50.500 euro l'anno di compenso, notare: 50.000 euro è pari al compenso lordo di due infermiere laureate! Visti i suoi pregressi politici ed imprenditoriali, presumo che ritiri delle belle pensioncine a fine mese, quindi io credo che questi 50.000 euro avrebbero potuto anche essere investiti in altre persone. Insomma, il Signor Rusci pare che abbia come unico merito valutato ex lege - ricordo che i requisiti dei candidati previsti sono quelli dell'articolo 4 della legge 11 del 1997 - una solida carriera politica ed una militanza attiva in uno dei due partiti della maggioranza. Mi spiace dirlo in questa maniera, ma, se oggi avessi ricevuto risposta alla mia richiesta di dati ed informazioni, magari potrei dire che il Signor Rusci invece è competente in tutte le materie e nel settore per il quale è richiesta la nomina.

Sulla revoca del Presidente dell'ARER ha già fatto tutto da solo il Signor Grosjacques! Leggo dal suo folto curriculum, trovato fortunosamente su internet, che è diplomato al Liceo scientifico di Ivrea, quindi non gli farò una scortesia se non lo chiamerò "dottore"... Sulla revoca del Presidente dell'ARER, del Signor Grosjacques ha già fatto tutto lui! Non so se per i motivi che ho letto sul giornale, per motivi professionali, o se per qualche altro insondabile motivo di ordine politico e caratteriale. Dico solo che anche in questo caso emergono più le referenze politiche del personaggio che non le specifiche competenze professionali che, freudianamente, Grosjacques ha messo alla fine del suo curriculum, ha scritto alla fine: "Dirigente dell'impresa di costruzioni BGF S.r.l. di Issogne dal 1987". Se voi leggete il curriculum, è tutto un "membro di qua", "consigliere di amministrazione di là", "presidente di qui", è stato Segretario particolare del Presidente del Consiglio regionale nel periodo 2003-2006 e, dulcis in fundo, Sindaco di Brusson, questo è un titolo evidentemente di merito. Curriculum invidiabile non c'è che dire, ma che poco ci azzecca con la nomina alla presidenza dell'Azienda regionale per l'edilizia residenziale, anzi, mi correggo: forse ci azzecca, anche troppo, e non mi stupirei se, ad una valutazione più approfondita, ci fosse anche il rischio di qualche conflitto di interesse tra i vari ruoli attualmente ricoperti dal Signor Grosjacques, compresa la sua attività professionale e la presidenza dell'ARER, ma credo che anche questo sarà poi oggetto di un futuro approfondimento in Consiglio. Il Signor Grosjacques, comunque, si è dimesso e quindi l'oggetto del contendere è venuto meno, ma sono sicuro che contesa su questa mozione non ci sarà, perché, come tutte le mozioni che abbiamo presentato, anche questa è una mozione di buon senso, visto che il merito e le competenze stanno a cuore a ciascuno di noi, maggioranza compresa, credo.

Resta quindi il Presidente dell'INVA, la nostra mozione si riferiva anche al Presidente dell'ARER. A proposito del testo della mozione, noi abbiamo indicato anche il Presidente dell'APS, non è un lapsus freudiano neanche questo, ma era solo per evidenziare che certe scelte di vertice, attuate con criteri spesso di pura appartenenza politica, non sono solo prerogativa della Regione, in particolare del Presidente della Giunta, ma anche di certi sindaci e di certe giunte comunali. Grazie.

Presidente - Possiamo aprire il dibattito. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie, Presidente.

Per dare un'idea più precisa delle problematiche che riguardano le nomine di questi personaggi, garantendo ovviamente rigorosamente l'anonimato, la segretezza, vale la spesa di esaminare uno a caso dei curricula dei vostri top manager. Notiamo allora che nel curriculum c'è un diploma di geometra conseguito al Manzetti, un'iscrizione al Politecnico di Torino, Facoltà di architettura, con 28 esami sostenuti e con l'indicazione - che è veramente notevole - che "non ha ritenuto, tuttavia, né utile, né opportuno conseguire una laurea tardiva, ritenendosi soddisfatto dell'esperienza tecnico-culturale compiuta". Altri titoli professionali sono: amministratore delegato in varie società private, lingue straniere: francese, è stato geometra presso una società, è stato insegnante presso un istituto e, soprattutto, funzionario politico di lunga carriera, ovviamente c'è anche un'elezione in Consiglio comunale e in Consiglio regionale, che non potrebbe mancare...ricopre ovviamente anche cariche non di uno, ma anche di altri enti, sempre sulla base di nomine effettuate dalla Regione; è stato anche redattore di una rivista di cui ovviamente non diciamo il nome.

Questi sono personaggi che, sulla base di curriculum, che verrebbero rispediti al mittente in una qualsiasi ditta che abbia più di tre o quattro dipendenti, occupano posti a cui vengono assegnati oltre 90.000 euro l'anno, tenuto poi conto dei rimborsi spese e degli altri benefit che stanno a parte. Questo è il curriculum-tipo dei personaggi che sono a capo delle società controllate o, comunque, partecipate dalla Regione. Vediamo che, come per questo caso, il diploma di geometra viene considerato un elemento notevole per quanto riguarda la managerialità, ma, guardate: non ho nulla contro i geometri, perché sennò poi mi saltano addosso già le segretarie degli Assessori, per cui...per carità! Andiamo avanti che è meglio! Questi sono i manager che dovrebbero portare avanti la politica delle partecipate regionali. Noi vorremmo, effettivamente, che ci fosse un qualcosa di meglio; pensiamo che qualcosa di meglio ci potrebbe essere ed è ovvio che bisogna porre - lo avevamo già sottolineato le scorse volte - delle regole semplici che prevedano una selezione, che deve essere effettuata come in una qualsiasi ditta privata. Noi chiederemmo solo questo, se dobbiamo continuare con i manager che avete messo fino ad adesso, beh, vedremo le situazioni di volta in volta andare a finire come è successo per il Casino de la Vallée.

Presidente - La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

In questi primi quattro Consigli, in questa nuova legislatura più volte abbiamo parlato di società partecipate e controllate, ma anche nella scorsa legislatura, purtroppo, abbiamo solo parlato, perché tutte le proposte che sono arrivate...che noi abbiamo portato sul tavolo sono state sonoramente bocciate, perché, secondo quella che allora era la maggioranza, non era prioritario, non interessava, le regole c'erano, le normative erano abbastanza chiare. Noi da subito con quel senso, da una parte, costruttivo, dall'altra, di responsabilità e, dall'altra ancora...nel momento in cui, la partita non si gioca più qui, in quest'aula, quando la partita non si gioca neanche in commissione, quando la partita non si gioca neanche a livello di Governo regionale, ma si gioca fuori da questo Palazzo - e, quando dico "fuori", dico nelle nostre società partecipate-controllate -, l'unica cosa che si può fare è indubbiamente modificare, legiferare e cercare di introdurre quella che è una bussola perduta, perché, anno dopo anno, la partita è stata sempre più alimentata...le scelte sempre più discrezionali e quelle regole, quella poca trasparenza, quelle cose dette e non dette, a nostro avviso, diventavano sempre più importanti.

È quindi un tema che, a nostro avviso, è à la une e lo sarà sempre di più, anche legato al fatto che le nostre finanze, come tutti ben sappiamo, sono calate in questi cinque anni. Se nel 2008, nella passata legislatura, il bilancio regionale si attestava a circa 1.720 milioni di euro, il prossimo bilancio che andremo a discutere in quest'aula per il 2014 si attesterà intorno ai 1.250 milioni di euro, come per dire: ci sono meno risorse...qua, ma fuori ce ne sono ancora tante e le regole non sono uguali per tutti, alla partita non si gioca tutti alla stessa maniera. Non esiste il principio di pari opportunità più volte da noi denunciato, più volte da noi criticato, più volte da noi...quasi come quel messaggio di totale apertura, come per dire: "la società valdostana chiede trasparenza, o quanto meno una parte della società valdostana chiede trasparenza", "trasparenza" vuol dire sapere le cose.

I miei colleghi prima hanno dettagliato curricula, hanno dettagliato posizioni che quasi tutti sanno...ma "quasi" tutti sanno, perché non fare sapere bene a tutta la collettività valdostana? È una scelta di natura politica...soprattutto per le nomine sapere la storia, sapere gli studi che sono stati fatti, sapere il proprio impegno nella collettività, conoscere anche i punti di forza delle varie persone che si occuperanno di gestire decine di milioni, o magari centinaia di milioni di euro, nostri, della collettività valdostana. Noi siamo sicuri di questo e lo ribadiamo con grande convinzione come ALPE, siamo sicuri di non avere assolutamente la bacchetta magica, sicuri...penso che la prima regola però sia quella della trasparenza più totale. Forse quando noi intendiamo che questa proposta di mozione, che è condivisa dai gruppi di opposizione e che speriamo diventi una proposta approvata da tutto questo Consiglio...diciamo proprio a rivedere la normativa vigente, introducendo criteri di rinnovamento, di meritocrazia e di non cumulabilità degli incarichi. Vorremmo poi che fossero degli incarichi trasparenti - perché no? - nomine direttamente fatte dal Consiglio regionale, dove il collega Guichardaz non deve scrivere 10 lettere per avere il curriculum o i curricula dei vari candidati! Ma che i valdostani sappiano tranquillamente chi in questo momento sta guidando questa società "x", quanto percepisce, ma, soprattutto, cosa fa e quali sono le sue competenze, quali sono i suoi atouts, quali sono le sue possibilità e quant'energia intende mettere in campo per l'incarico che la persona assume. Io penso che su questo noi non possiamo più aspettare, io penso che questo Consiglio, comunque, se non oggi - lo auspichiamo -, sarà domani, sarà il prossimo mese, o sarà il mese di gennaio 2014, ma non si può più...mi sembra una cosa che ricorda quelle barricate dove il cemento armato non tiene, quelle barricate dove costruisci il muro, ma non tiene, come per dire: "la valanga è partita...", sì, è partita, ve lo assicuriamo, le persone, come dico, vogliono conoscere tutto quello che succede.

Sappiamo perfettamente...abbiamo delle difficoltà noi come Consiglieri a tempo pieno, eletti, che abbiamo un mandato per un quinquennio, a conoscere degli atti amministrativi di queste società, altro che la non cumulabilità, la meritocrazia o il rinnovamento! Io penso che sia comunque una valanga che è già partita, in ritardo, in Valle d'Aosta, ma che è partita. Penso che, se oggi questa mozione non passa, passerà nel mese di dicembre, gennaio o febbraio, perché la richiesta che parte dal basso è alta, ma non solo nei gruppi di opposizione: nella collettività, nel singolo cittadino, perché stiamo parlando comunque di risorse pubbliche, stiamo parlando di ingenti risorse pubbliche e poi, come dico, in questo momento di magra per tutti la discrezionalità...lo sappiamo tutti, noi abbiamo denunciato qui in quest'aula, non nei bar, con degli atti, con dei documenti, con delle documentazioni, che la partita non è uguale per tutti in questo momento. Questa nostra iniziativa quindi va in quella direzione: veramente di trasparenza, di capacità e anche di valutazione, perché poi comunque noi ci occupiamo di bene collettivo, di bene comunitario, ma in questo momento il tabù all'interno delle società partecipate-controllate è ancora altissimo. Grazie.

Presidente - Altri? La parola al collega Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci, Madame la Présidente.

Questa mozione si inserisce nel processo di cambiamento di cui vogliamo essere portatori e si ispira a principi che sono alla base dei nostri programmi per i quali noi siamo stati eletti ed ai quali noi oggi rispondiamo non solo qui in Consiglio, ma principalmente nelle istituzioni. È una mozione che ha creato qualche turbolenza anche nelle fila della maggioranza, consapevoli che, come è stato ricordato, questo è un tema che oggi sta facendo presa non solo sulla comunità, ma anche fra le persone, fra gli eletti che si rendono conto che un mondo sta cambiando, che una società si sta evolvendo, che un sistema alla cui costruzione abbiamo contribuito in tanti, oggi necessita di avere delle regole nuove proprio per rispondere a quest'esigenza di cambiamento. Una turbolenza che potremmo anche definire come dei risvegli di coscienza che noi capiamo essere gli stessi che ci hanno fatto ad un certo punto abbandonare non tanto il sistema, quanto la degenerazione del sistema, perché è sempre l'esasperazione, l'esagerazione di certe prassi che porta a dover mettere delle regole fisse e a dover codificare ciò che è un'esigenza che si sente e che è anche un'esigenza della comunità. È un'iniziativa che prende spunto da due fatti: intanto, per quanto ci riguarda, riprende un'iniziativa che avevamo sollecitato sulla questione delle nomine INVA, chiedendo lumi al Presidente sulla normativa vigente, perché esiste in questo momento una normativa nazionale, che ha cercato di incarnare quest'esigenza di cambiamento, di regole più fisse nella politica e, soprattutto, nelle nomine. Essa è quindi una procedura che si inserisce all'interno di normative nazionali e, in generale, è una riflessione sulle società partecipate, che fa parte di questo dibattito che noi abbiamo cercato di iniziare in questa legislatura, per portare che cosa? In parte questo è già stato ricordato: per portare criteri, regole certe, trasparenza, rinnovamento, meritocrazia ed anche la questione della non cumulabilità (cosa che non è indifferente e sulla quale tornerò). Società partecipate, controllate non solo regionali, anche quelle comunali (una è stata citata), che spesso sono diventate il luogo per riciclare personaggi o persone che non avevano più sbocchi né politici, né amministrativi nel mondo amministrativo o politico. È quello quindi che potremmo chiamare "il posteggio politico", che per anni è stato forse anche uno degli elementi che ha portato oggi alla distanza, alla lontananza della gente dalla politica, perché forse la crisi ha accentuato quest'atteggiamento nei confronti della politica e sicuramente uno degli elementi è stato anche questo: il fatto di sapere, di vedere persone posteggiate politicamente in società con compensi cospicui senza avere titoli e meriti, che forse erano rapportati anche al momento del vissuto personale, ma oggi l'avanzare della società, l'evoluzione dei tempi ed anche di tutto ciò che viene richiesto in qualsiasi tipo di incarico da affidare ha fatto modificare questa realtà. Oggi questa crisi, dicevo, forse ha accentuato quest'esigenza di cambiamento che noi sentiamo nella volontà di portare regole certe e norme che poi sono uno degli impegni che noi chiediamo attraverso questa mozione.

C'è da dire che lo Stato ha anticipato questo dibattito, un dibattito che chiaramente non è solo un dibattito a livello regionale, è un dibattito che si è sviluppato a livello nazionale e per una volta lo Stato ha anticipato ciò che spesso era stata una buona prassi, come Regione Autonoma e, soprattutto, come Valle d'Aosta, di avere delle regole, di avere degli atteggiamenti diversi rispetto ad un atteggiamento statale nel quale sinceramente spesso non ci riconosciamo, basta anche guardare la televisione ogni giorno. In questo caso invece lo Stato è intervenuto attraverso una normativa, e quale normativa? Il decreto chiamato "anticorruzione", che è il decreto 39, di cui abbiamo parlato sollevando la questione di legittimità, comunque, nella prassi dell'iter di nomine INVA, che ha codificato attraverso questo decreto ciò che in parte ci stanno chiedendo i cittadini, ciò che in parte sentiamo all'interno delle nostre sensibilità e che ha previsto, dal punto di vista della codificazione normativa, alcune previsioni. Intanto è all'origine di quella...l'impossibilità di parcheggiare politicamente i cosiddetti "trombati", quello che ha fatto venire il mal di pancia ad alcuni colleghi che conosciamo, che incontriamo per strada, che non hanno potuto essere piazzati come segretari particolari di qualche Assessore, che hanno dovuto tornare a scuola ad insegnare, che non hanno potuto in qualche modo beneficiare di quello di cui magari altri hanno potuto beneficiare, questo proprio in virtù di questo decreto.

Sempre all'articolo 7, comma 2, di questo decreto vengono citate anche e soprattutto le società partecipate-controllate, e non solo quelle regionali, si fissano dei paletti: "popolazione superiore ai 15.000 abitanti". Che cosa si dice? Si dice che chi nei due anni antecedenti abbia ricoperto non solo ruoli politico-istituzionali all'interno dei Consigli regionali o provinciali, ma anche chi ha fatto parte, con ruoli di responsabilità apicale, di certe società non può essere rinominato. Ecco perché noi ci eravamo chiesti - e credo che fosse alla base del ritardo nell'iter INVA e forse anche del cambiamento che poi è avvenuto -: come mai in INVA vengono ritardate le nomine? In base a quali disposizioni normative in INVA si procederà con il rinnovo? Anche perché il decreto anticorruzione ha creato un po' di sconquasso nell'interpretazione di queste norme. Con il Presidente avevamo avuto un confronto ed il chiarimento era stato in uno dei pareri di questo decreto anticorruzione, sono delle note che quest'autorità fornisce agli Enti locali o agli Enti territoriali...che richiedono puntualmente quesiti, i sindaci su tutti...l'Associazione nazionale dei sindaci su tutti aveva chiesto chiarimenti...e aveva chiarito che l'interpretazione andava nell'ottica del divieto che opera soltanto per quanto riguarda l'incarico di amministratore presso un diverso ente e non impedisce invece la conferma dell'incarico già ricoperto. Aveva quindi fatto chiarezza dicendo: "nella stessa società si può essere rinominati, mentre in un'altra società no e c'è il limite se negli ultimi due anni si è ricoperto un ruolo apicale". Questo per dire che lo Stato è già intervenuto e ha fissato queste norme e lo Stato oggi traccia già una strada, un sillon che va nella direzione di ciò che noi chiediamo al primo punto dell'impegno, cioè di rivedere la normativa vigente inserendo dei criteri di rinnovamento: questo vincolo dei due anni è sicuramente un vincolo che lo Stato ha inserito per garantire un minimo di rinnovamento e per evitare anche la cumulabilità, o il fatto che ci siano sempre le stesse persone nelle medesime società, o comunque nel panorama delle società partecipate o controllate.

Noi quindi che cosa chiediamo? Chiediamo due cose: intanto l'impegno condiviso affinché tutti assieme...noi non pretendiamo di avere una ricetta, ci possono essere sensibilità diverse sia nella maggioranza, sia nell'opposizione sui crismi: un mandato, due mandati, chi può accedere e con quali titoli...ma sicuramente quello che chiediamo è un impegno condiviso nel rivedere queste norme, questa normativa, inserendo criteri di rinnovamento, quindi il fatto di non poter più ricoprire ruoli per...nelle stesse società, di meritocrazia, quindi legandoli a titoli e a competenze e la non cumulabilità. La non cumulabilità è stata in parte ricordata perché abbiamo esempi, senza scomodare nomi e cognomi, di amministratori pubblici, anche sindaci che sono amministratori di società pubbliche, che sono segretari particolari...altro che legge del PD che impedisce il doppio lavoro per i consiglieri regionali! Qui abbiamo dei Superman! Dei Superman perché sono dappertutto: otto, nove società nel privato, una nel pubblico, sindaci, segretari, ci chiediamo anche materialmente, al di là del fatto di accumulare gli emolumenti, come facciano a svolgere tutte queste mansioni! Dico questo perché, da amministratore, ognuno di noi si è scontrato in un certo momento con la possibilità o con la difficoltà di conciliare quella che è una norma generale con quelle che sono norme di interesse politico. Vi faccio un esempio: quando abbiamo lavorato all'istituzione della Film Commission, onde evitare le nomine politiche in un istituto che si deve occupare di cinema, la legge era partita con un certo iter e poi in commissione - i colleghi se lo ricorderanno -, onde evitare che nel Consiglio di amministrazione fossero appioppati i cosiddetti "nominati politici", avevamo inserito i coordinatori dei due dipartimenti e ci eravamo messi al riparo anche da una certa spartizione...poi in quel momento la maggioranza allargata vedeva anche la questione della Lega Nord, che poi è transitata, ma aveva delle rivendicazioni su questo dossier, dico questo per dire... Abbiamo detto: "benissimo, noi inseriamo il criterio dei coordinatori e per il direttore, per il presidente mettiamo la laurea e mettiamo: esperienza pluriennale internazionale in ambito cinematografico", e così siamo ricaduti su delle professionalità che in qualche sorta erano ineludibili dal punto di vista delle competenze. Ho citato questo per dire che noi chiediamo semplicemente che l'esigenza che abbiamo sentito come amministratori, che oggi incarniamo, e penso non facciamo una battaglia nostra solo come forze di opposizione, ripeto: sicuramente è qualcosa che serpeggia anche nella maggioranza...questa cosa noi chiediamo che venga codificata con intervento normativo. Questa è la prima parte.

Seconda parte: noi vorremmo sottolineare che non abbiamo nulla di personale con le persone che oggi incarnano e ricoprono questi ruoli. Noi cerchiamo di fare dei discorsi di quadro generale. Oggi le uniche nomine che sono state fatte dal Governo in questi primi mesi sono quelle di questi due organismi. Il collega Guichardaz ha ben ricordato che esiste un'altra nomina che fa parte della coperta politica, ovvero quella dell'APS e qualcuno, tra l'altro, ha dovuto anche dimettersi dal posto di lavoro per poter rientrare in una certa nomina, comunque quello è più competenza dell'Amministrazione comunale di Aosta, quindi auguriamo a chi sarà nominato di essere poi realmente nominato, altrimenti forse le scelte non sono state proprio quelle che qualcuno sperava, soprattutto se si vede il destino di chi oggi appunto è oggetto di quest'iniziativa. Non abbiamo nulla di personale e nulla a che vedere con la stima che noi riserviamo per le persone in generale, ma queste due società, la prima...è chiaro che, al di là di essere state le prime nomine che sono state portate avanti, i criteri che noi rivendichiamo sono in antitesi con le persone che incarnano oggi e che rivestono questi ruoli, perché, per quanto riguarda l'ARER, è un ruolo che è già stato ricoperto all'interno del medesimo organismo, la cumulabilità delle cariche è indubbia, perché, insomma, è quella che noi tutti conosciamo e il rinnovamento anche non fa parte di quello che queste persone rappresentano.

Il problema oggi pare superato perché, come immagino che i mal di pancia siano derivati non solo dalla persona nominata, ma dal fatto di avere letto sui giornali della nomina, beh, sugli stessi giornali abbiamo letto delle dimissioni. Non sappiamo se sia più fittizia la nomina o se sia più fittizia la vicenda delle dimissioni, anche perché non sappiamo come in effetti queste si svilupperanno, e magari chiediamo anche lumi visto che questa è l'occasione per parlare: se esistono queste dimissioni, se esse siano state ratificate, nel senso che ci sia stata una presa d'atto, visto che si parla di presa d'atto in caso di dimissioni all'interno degli organismi stessi, ma non riteniamo superata la questione solo per aver appreso sui giornali che sono avvenute delle dimissioni.

Chiediamo quindi sia per quanto riguarda l'ARER che per quanto riguarda l'INVA, dove i crismi ed il metro di giudizio sono gli stessi, nulla di personale, ma, ecco, il rinnovamento per quanto riguarda chi, da un punto di vista amministrativo, ha solcato una lunga carriera e che ricopre già cariche (è stato citato), ha già cariche in altre società, nella società "salvaprecari". Tra l'altro, inviterei magari anche a chiedere un'interpretazione, perché quest'interpretazione del decreto anticorruzione, che dice: "il divieto opera soltanto per quanto riguarda l'incarico di amministratore presso un diverso ente"...oggi abbiamo un amministratore di un ente che viene nominato in un altro ente, poi le funzioni apicali o meno...qui si parla di amministratori, quindi solleviamo anche un dubbio inerente a quest'interpretazione che, come quesito, credo sia fattibile da richiedere. Noi crediamo che, approvando questa volontà di intervenire da un punto di vista legislativo e normativo e revocando sin da subito queste nomine già effettuate, si possa ripartire in modo corretto e cercando di porre i paletti in un inizio di legislatura, sondando le disponibilità e le sensibilità ad agire in questo campo, evitando che ci sia, come sempre, la Giunta che agisce prima che ci sia una condivisione del Consiglio, tutto intero - noi lo ribadiamo - sulla volontà di intervenire in questa materia, se non altro, facendo un bel confronto in commissione e misurando quali sono le diverse sensibilità. Chiediamo un intervento e, ripetiamo, noi siamo fermamente convinti che il sistema vada cambiato, altrimenti non avremmo fatto certe scelte che oggi ci vedono seduti qui; non avremmo scelto di effettuare un certo percorso; non avremmo abbandonato un sistema nel quale non ci riconoscevamo più e, ripeto, soprattutto nella sua degenerazione ed esagerazione. Noi saremmo felici se ci fosse veramente una presa di coscienza anche da parte di membri della maggioranza per porre un freno all'esagerazione, perché spesso non sono le regole...che sono quelle su cui discutere in vista di un'impossibilità di trovare un accordo, spesso è la non applicazione di regole, in questo caso l'assenza di regole, ma, una volta discusso sul contenuto delle regole, si potrà soprattutto evitare questa degenerazione che proprio l'assenza di regole oggi ha causato e, ripeto, anche con malumori che serpeggiano non solo fra coloro che sono seduti a questi banchi. Il nostro, quindi, è un impegno che noi richiediamo in modo sereno, cercando non solo su questo tema, ma sul tema delle partecipate in generale, visto che già è stato accettato un atto di impegno in II Commissione, a dibattere serenamente tutti assieme per modificare quello che è un sistema che oggi non può più continuare ad andare avanti così. Grazie.

Président - Merci. La parole au collègue Bertin!

Bertin (ALPE) - Grazie, Presidente.

Brevemente, anche perché questo è un tema che seguiamo da anni ovvero quello della galassia delle società partecipate: le quasi 50 società che girano intorno al potere pubblico regionale. Un argomento che abbiamo approfondito sotto diversi aspetti anche per quel che riguarda le nomine. È evidente a tutti che le nomine non vengono fatte in funzione delle società e nell'interesse delle società stesse o nell'interesse generale. Le nomine negli anni sono ricadute essenzialmente in logiche che poco hanno a che fare con la gestione delle società medesime, ma rispondono a logiche politiche di spartizione. Con le nomine si creano nuove alleanze politiche, si soddisfano i mal di pancia di turno e si sistemano gli amici, una logica che non è più sostenibile! Il sistema Valle d'Aosta non può più permettersi queste nomine di persone che hanno già altri incarichi, che spesso sono pensionati e che, comunque, come ripeto, non rispondono a delle logiche legate a delle società e al buon funzionamento e alla gestione delle società, ma rispondono a delle logiche diverse. Bisogna superare questa fase, devono essere previsti dei criteri meritocratici e pubblici. Negli Stati Uniti d'America, una tra le democrazie più vecchie del mondo, uno dei modi per scegliere i vertici delle agenzie statali federali è quello di compiere delle audizioni pubbliche delle commissioni nelle quali i candidati presentano i loro curricula pubblicamente, generalmente in diretta televisiva, e diventano eventi politici. Garantendo così la scelta di persone con il curriculum giusto, svincolate da logiche partitiche, di potere e in modo assolutamente trasparente: questo è un esempio, l'esempio degli Stati Uniti d'America, ma ne esistono altri. Certamente bisogna introdurre, come si chiede in questa mozione, degli elementi di meritocrazia e di trasparenza in questa scelta, perché queste società, questo settore para-regionale ormai è talmente importante e pesante che non possiamo permetterci di affidarlo a persone non in grado di gestirlo in modo corretto. È una riflessione che va fatta adesso e questa potrebbe essere l'occasione. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Altri? Non ci sono altre richieste di intervento? Possiamo chiudere la discussione generale? La discussione generale è chiusa. Per la replica, la parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Nella discussione, gli interventi su questo tema sono stati secondo le previsioni. Interventi che vanno nella logica di immaginare che solo qualcuno conosce i criteri per individuare le persone giuste, che le persone che non hanno magari dei grandi titoli di studio non possono occupare certe posizioni. Non ho però capito con quale logica dovrebbero essere individuati, nel momento in cui fanno parte, in base alla legge 11, di un assolvimento di quelli che sono i criteri base, tenendo conto che, evidentemente, la 39 è applicabile... La 39 non è la questione di modifica della legge 11... Credo che imprenditori assolutamente eccellenti nelle piccole e medie imprese hanno dimostrato di esserlo senza a volte grandi preparazioni scolastiche, come era una volta. Oggi sicuramente tutti hanno un certo titolo di studio. Non ho capito l'insistenza sul geometra, piuttosto che su un altro, che cosa significhi, che cosa voglia dimostrare il discorso di avere un diploma, che può essere di geometra, di ragioniere. Fino a prova contraria, eminenti personalità a livello nazionale ed internazionale non avevano dei titoloni: credo che Guido Carli fosse ragioniere, ma è diventato Direttore della Banca d'Italia e Ministro, così come tante altre personalità hanno dimostrato di essere dei grandi manager senza avere particolari titoli che, secondo quanto emergerebbe, dovrebbe essere la modalità con cui si scelgono i candidati.

Ora, è evidente che la legge 11 lascia la discrezionalità alla Giunta di scegliere. Questo, quando lo sento dire da alcuni, lo accetto. Quando lo sento dire da chi fino ad ieri ha adottato questo sistema in piena sintonia, mi sembra un po' più difficile da accettare. Se oggi si fanno tanti distinguo su quello che è l'INVA, quando si trattava di fare le nomine all'Istituto musicale, credo che non ci fossero tante perplessità ad andare avanti con dei nomi, per la carità, rispettabilissimi, noi non li abbiamo messi in discussione e sono stati sicuramente presentati ed accettati nell'ambito di quelle che sono le nomine...così come in tanti altri enti che si possono oggi evidenziare tranquillamente. Ora, non credo che sia questa la logica con cui c'è necessariamente il rinnovamento. Come quando si parla di chi si mette in lista e non è eletto, sicuramente fare quest'elenco e chiamarli "trombati", è un sistema poco elegante di guardare a chi comunque si è confrontato con un'elezione, non è stato eletto, ma non credo che per questo abbia perso la dignità! Succede a tutti, è successo anche ad alcuni qui in questa sala. Cosa vuol dire? Con ciò vuol dire che uno non ha più diritto di avere una possibilità di essere preso in considerazione per la sua esperienza o per quello che ha svolto anche in altri campi? Non dimentichiamo che anche l'esperienza nei Comuni è importante, non è che per questo non può più essere considerato nell'ambito di quelle che sono le esperienze che possono fare in certi collegi ed in certe amministrazioni, anzi io ritengo che proprio le esperienze che uno acquisisce possono essere un punto di riferimento per svolgere bene il lavoro. Come non mi sembra che sia un elemento determinante dire: "Ma quanto tempo dedica al lavoro? Il Presidente che orario fa?", uno può stare in ufficio tutta la giornata e combinare poco, un altro può andare due ore ed essere molto brillante e lavorare anche senza essere necessariamente nell'ufficio dedicato o dove svolge le sue funzioni. Ormai sappiamo tutti quanti che i manager lavorano fuori dagli uffici. Quanti? Ormai la gran parte! Con la possibilità di essere collegati in rete...! Quanti manager in Valle d'Aosta, passano la settimana in questo periodo lavorando come se fossero in ufficio a Milano o da altre parti! Quante ormai soluzioni con videoconferenze sono ormai gestite tranquillamente senza spostarsi, che cosa significa: dove uno lavora? Quanto lavora? L'importante è vedere i risultati! L'importante è che chi è inserito in una certa logica sappia che ruolo deve svolgere! Non voglio farla troppo lunga, però mi sembra che il fatto di fondo sia che chi amministra non deve poter scegliere le persone di fiducia nelle partecipate, ciò, secondo noi, è sbagliato, perché poi giustamente uno risponde anche di chi ha nominato, è corretto così! Risponde anche per chi ha nominato: se io nomino "A", è giusto che io risponda del fatto che questi è stato nominato dalla Giunta con una valutazione di quello che è il suo curriculum. Chi ha svolto funzioni di un certo tipo quando...adesso avevamo parlato dell'attuale Presidente dell'INVA, credo che egli sia stato Assessore alla pubblica istruzione con grande merito, forse oggi diventa un titolo di demerito? Non ho capito perché si debba di colpo ribaltare la storia personale, diventando automaticamente i giudici, o quelli che colpiscono...con quale criterio? Che cosa dobbiamo ancora chiedere ad una persona per poter gestire un certo ambito? Che chi va a gestire una società informatica sia necessariamente un informatico? Errore grossolano! Non significa un tubo! Chi gestisce la direzione, chi dà le dritte, allora sì, ma il presidente deve gestire quelle che sono le linee strategiche per portare avanti quella che è l'attività della società, poi sicuramente avrà la possibilità di avere da parte di chi tecnicamente deve seguire le varie parti le sollecitazioni per essere in grado di fare delle scelte che siano in linea con quello che... Ora, tutto questo...credo che una serie di aspetti siano speciosi, siano sicuramente fuori luogo, noi capiamo quella che è la logica con cui certe volte questo viene fatto. Chi poi non è nel momento di scegliere automaticamente diventa il grande censore: "Questo non va fatto, questo non si può fare, quell'altro non va bene", vanno bene solo quelli che sono poi in linea con un certo tipo di pensiero, una corrente di pensiero, questo a turno è sempre successo. Qui nessuno può dire che non ha...come Comune, come Regione, qui, per fortuna, non abbiamo la Provincia...sennò succede a tutti i livelli, anche nei più piccoli Comuni! È inutile che cerchiamo di fare finta di essere tutte vergini sotto quest'aspetto, non c'è nessuno, se non nel fatto di chi non ha amministrato e non ha avuto modo di esercitare questo ruolo; allora questo sicuramente lo è perché non ha mai avuto la possibilità di scegliere, questa è la verità! Credo che le considerazioni che voi fate da parte della gente...la gente, sicuramente...chi è eletto, chi è scelto per una posizione non è soggetto ad un'elezione. Non si pone di fronte alla gente che deve votare, però poi, a risultato ottenuto, di quelli che sono gli eletti anche su di noi...mica penserete che non ci siano commenti di tutti i livelli! Non penserete che in questa legislatura, come per altre, non ci sia gente che commenta: "Guarda qui! Guarda quello: adesso è seduto lì!", questo succede per gli eletti come per chi è nominato. Cosa vuol dire questo? Io credo che chi è qui abbia, secondo le proprie competenze, secondo la propria storia, la possibilità di dire la sua e in quest'ambito io credo che sia giusto così! Qui si amministra la Regione, chi amministra una società amministra la società con lo spirito costruttivo di guardare quale sia il bene in quel momento di quella società. Io credo che una piccola riflessione andrebbe fatta anche su questo, perché altrimenti dovremmo fare anche scelte diverse su altre tematiche che sono ancora più coinvolgenti. Noi quindi riteniamo che una riflessione l'abbiamo fatta e potrà essere fatta se e come, ma non riteniamo adesso di dover cambiare queste regole che applichiamo nel modo che conosciamo in quanto la scelta discrezionale e di fiducia deve esserci sempre, non può mancare. Non vogliamo andare ad altri livelli, dove le scelte di quelli che poi ci amministrano sono state fatte a capocchia. Sono state scelte di fiducia, Governi che sono stati costituiti e formati, scelte di fiducia non tra gli eletti, ma tra gente che non aveva mai fatto parte di un Governo! Eppure questi hanno governato l'Italia...benissimo! Erano tutti...siamo tutti convinti...dopo un anno che c'era il Governo Monti in quanti erano ancora a sottolineare che era il meglio di tutti? Questo succederà sempre ed in ogni caso. Questa è la realtà delle cose e noi crediamo che anche nelle nomine si cerchi di fare il possibile per scegliere le persone che abbiano le capacità giuste per gestire in modo corretto la società che viene loro affidata. In quest'ambito noi riteniamo che la logica della legge 11 sia ancora valida, che i criteri siano validi, pur con gli adeguamenti che sono automatici per quella che è la norma della 39, quindi non riteniamo di dover ad oggi cambiare e respingiamo anche la seconda parte di richiesta delle dimissioni.

Per quanto riguarda l'ARER, voglio solo specificare che sono state date le dimissioni da parte dell'interessato, dimissioni irrevocabili di cui è già stato preso atto.

Presidente - Grazie Presidente. La parola al Consigliere Cognetta, per dichiarazione di voto.

Cognetta (M5S) - Vorrei solo dire che il Movimento Cinque Stelle voterà a favore di questa mozione e, se mi permette, solo un accenno di risposta rispetto a quanto detto...lei ha una capacità di eloquio veramente molto importante, perché sposta sempre l'attenzione da un punto ad un altro e, grazie a questo - diciamo così -, fa seguire tutto il discorso verso un altro punto. Quello che a noi premeva evidenziare rispetto a questa mozione, rispetto all'esempio che ha fatto il mio collega Ferrero, è che se tu in un curriculum, scrivi con prosopopea, con - diciamo così - menefreghismo, anche con una certa aria un po' da guascone - senza riferimenti personali - che "va beh, io ho frequentato l'università, poi fino ad un certo punto, dopodiché ho imparato abbastanza e vado avanti...", è questo che è emblematico della situazione, perché poi quella persona sceglie di conseguenza tutte le altre! È questo il punto! Non sono i geometri, o i ragionieri, o gli architetti, o chissà cos'altro! È questo che non va bene! Tu lo metti in un curriculum, lo presenti e non ti viene il dubbio che magari, se lo presentassi in un'azienda, qualcuno ti direbbe: "ma che cosa scrivi? Scrivi semplicemente che hai fatto gli esami e basta!". Tutto qua! Per il resto poi è chiaro che scegliete voi, decidete voi e valutate voi, però, possiamo valutare anche noi! Non solo valutiamo noi, noi valutiamo per gli elettori che ci hanno portato qua. Per carità, se dovessi sedermi e vedere tra due curricula esattamente identici uno che però rimarca dove non è arrivato e l'altro che invece semplicemente dice che cos'ha, io propenderei per il secondo, ma è una questione di punti di vista. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Non ci sono altre richieste? Colleghi, siete invitati a prenotarvi se volete intervenire, sennò mettiamo in votazione. La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Intanto volevo dichiarare che il gruppo PD-SINISTRA VDA voterà a favore di questa mozione, se non fosse abbastanza evidente. Mi dispiace che, e condivido pienamente l'analisi del collega Cognetta, il Presidente riesca sempre a spostare l'attenzione su questioni di scarsa importanza: questa cosa dei geometri...sono geometra anch'io, per cui vorrei capire! Lei sa benissimo che nessuno l'ha messa sulla questione dei titoli di studio. L'abbiamo messa su una questione di opportunità, abbiamo parlato di moralità, abbiamo parlato di cumuli di impiego.

Per quello che mi riguarda, io ho fatto un 116, dove le chiedevo delle informazioni precise, ovvero i curricula dei 22. Poi, siccome non li ho ricevuti, non ho avuto modo né di verificare, né di capire perché gli altri 22 candidati non sono stati scelti...voi dite che è nelle vostre competenze, che la scelta è una scelta di tipo fiduciario...è evidente che...a leggere l'elenco delle nomine, mi sembra che davvero la fiducia prevalga spesso e volentieri sulle competenze, perché nel momento in cui io vedo delle sovrapposizioni di nomina...quando vedo persone che ricoprono ruoli in società diverse, ad esempio, che potrebbero anche entrare in conflitto tra di loro, o agevolarsi l'una con l'altra in situazioni di sinergia all'opposto, probabilmente, bisogna fare una valutazione più attenta. Nel caso specifico, per esempio, del Signor Rusci il fatto che sia Consigliere di amministrazione nella "salvaprecari" e al tempo stesso Presidente di INVA, mi chiedo: potrebbe ingenerare un conflitto di interesse?

Per quanto riguarda la questione dei "trombati", nessuno parla dei "trombati" in termini dispregiativi, ma non è necessario ogni volta che politici, diciamo, di vecchia carriera non riescono ad essere rieletti, recuperarli necessariamente da qualche parte. Capisco che l'esperienza acquisita in anni di amministrazione potrebbe essere utile al servizio della comunità, però, secondo me, esistono anche persone che allo stesso modo potrebbero servire alla comunità, potrebbero mettere a disposizione le proprie competenze. È una questione anche lì di valutazione. Io non credo che l'aspetto della carriera politica debba essere necessariamente un atout. Posso capire che li conosciate meglio, questo sì!, allora, nel momento in cui si conoscono meglio dei personaggi perché si sono frequentati per lungo tempo, è più facile che questi possano essere votati? Qui è solo una questione, ripeto, di amministrare delle società, che spesso e volentieri portano dei benefici anche alle casse pubbliche, che sono società che devono funzionare bene, e allora si scelgano gli amministratori migliori! possibilmente si rinunci a scegliere amministratori solo per affinità politica o per attiguità! Tutto lì! Poi, per il resto, le valutazioni le fate voi, a me piacerebbe se la legge potesse essere modificata, evidenziando di più le competenze, le professionalità che non la carriera politica.

Presidente - Grazie! Ci sono altri? La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Per dichiarazione di voto, il gruppo ALPE sosterrà convintamente questa mozione. Come dicevo poc'anzi, crediamo necessario ed urgente che si vada a rivedere la normativa vigente, crediamo necessaria ed urgente una trasparenza anche nelle nomine, e non solo nelle nomine, nelle società partecipate e controllate. Presidente Rollandin, lei non ci ha assolutamente convinto su questo tema...no, assolutamente, proprio nella maniera...probabilmente non è più convinto neanche lei. Mi sembra che il contenitore faccia acqua da tutte le parti e faccia talmente acqua da tutte le parti che la sua opinione non è più sostenibile, questo è il nostro punto di vista. Indubbiamente lei ha esposto il suo punto di vista, banalizzando, come sa fare molto bene lei, deviando il discorso come sa fare molto bene lei, perché lei è assolutamente molto bravo a deviare il discorso! Già nella scorsa legislatura sovente nei temi importanti più volte lei deviava completamente il dibattito su altri temi, ma proprio quel dibattito spicciolo: "ma il titolo di studio...ma voi vi fermate sul titolo di studio, sulla non esperienza", proprio sul qualunquismo più totale! Stiamo parlando di cose serissime, stiamo parlando di gestione di bilanci importanti, di scelte fiduciarie - sì, condivido questo -, ma che siano fatte qua le scelte fiduciarie, qua in Consiglio, che i curricula siano qua e che la popolazione valdostana possa conoscere perché è stato...no, no, se fa sorridere...non so...pensavo stessimo parlando di cose importanti, ma probabilmente a qualcuno del Governo regionale, non a lei, fa sorridere, ma mi spiace, perché veramente stiamo parlando del nostro futuro, anche il nostro, non solo il suo, il vostro, ma anche il nostro, e noi ci crediamo! Le dico quindi che noi voteremo convintamente questa mozione, ci spiace però che lei abbia un po' superficialmente non solo deviato, come dicevo prima, ma anche banalizzato l'obiettivo di questa mozione, che a me pare sia stata scritta elegantemente: "rivedere la normativa vigente, introducendo criteri di...", rivedere... Lei ci ha detto che la norma attuale è più che sufficiente, a noi va bene così (il suo succo è stato questo). A noi non va bene e le diciamo soprattutto il perché, però le chiediamo uno sforzo, Presidente Rollandin: non banalizzi queste cose! Non banalizziamo perché le assicuro che non solo i nostri elettori sono attenti a queste cose, ma anche i vostri. Ci conosciamo, conosciamo la nostra piccola Valle d'Aosta, allora forse conosciamo anche le "miserie" di questa piccola Valle d'Aosta, però, se riuscissimo un po' ad alzare l'asticella soprattutto su questi temi, io penso che sarebbe un passo avanti per tutto il Consiglio regionale ed occorrerebbe avere anche quella trasparenza - in questo momento non c'è -, io penso che questo sarebbe un atout per tutti, maggioranza ed opposizione, in questo momento. Grazie.

Président - Il y a quelqu'un d'autre? La parole au collègue Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Présidente.

Vede lei, Presidente, non è proprio la persona più indicata per venire qui a fare la paternale, anzi forse è la persona meno indicata, al di là del fatto che lei è qui da 40 anni - e noi non entriamo nel merito di questa cosa -, lei è alla base della degenerazione di questo sistema! La sua testardaggine, il suo modo di gestire è all'origine dei problemi di questa mozione, perché lei ha voluto operare in solitudine nella nomina dell'ARER e si è trovato da solo a difenderla: questa è la realtà! Siete corsi ai ripari con le dimissioni, ma la realtà è che lei in questi anni ha gestito le partecipate come a casa sua, piazzando i suoi colonnelli, pluridecorati, pluristipendiati e l'obiettivo non è sempre stato il bene comune, anzi l'obiettivo è stato quello di alimentare un sistema anche elettorale. Il suo disegno personale che si è foraggiato attraverso queste società partecipate quindi oggi forse rischia di essere in crisi con queste proposte. È inutile che lei citi l'Istituto musicale, perché io le spiegherò, anzi spiegherò al Consiglio perché sull'Istituto musicale non c'è stata lotta per le nomine: perché non ci sono emolumenti! Non ci sono emolumenti, quindi sicuramente, quando abbiamo fatto le nomine per l'Istituto musicale, nessuno si è strappato le vesti per occupare quei posti. La realtà oggi è che lei viene qui a difendere l'indifendibile, cioè sé stesso ed il suo sistema. Noi, anche se lei vuole sempre tornare su chi fino ad ieri era...sì, ma noi, questo sistema, anzi, questa degenerazione l'abbiamo abbandonata proprio perché non ci riconosciamo nel suo modo di gestire, in questa deriva. L'abbiamo rifiutata, forse troppo tardi - e questo lo diciamo spesso -, ma l'abbiamo rifiutata. Noi, quindi, crediamo che non siamo gli unici a pensarla così. Ha ragione il collega Chatrian: questa deriva le sarà fatale politicamente chiaramente! La realtà è che lei, senza questo sistema impostato in questo modo, non ha più modo di esistere in termini di gestione del potere, perché questo potere è alimentato proprio da questo sistema e il cuore di tutto sono le partecipate, le nomine, gli emolumenti. Come diceva il giudice Falcone: "seguire il denaro" e in questo caso questo sistema che addomestica, che compra, che rabbonisce le persone...altro che la lotta interna, tante volte! Certe persone sono state piazzate, anche in quest'ultimo periodo pre-elettorale, affinché questa loro voglia di manifestare il dissenso si placasse. Lei, quindi, senza questo sistema impostato in questo modo, non ha più il sistema che alimenta il suo potere e noi siamo certi che...sapendo che non è che se sempre si è fatto così bisogna continuare a fare così, altrimenti non esisterebbe il cambiamento. Noi è questo il cambiamento che proponiamo, ma siamo anche certi che questo cambiamento arriverà indipendentemente da lei e da questa sua volontà di arrogare la possibilità di mantenere a tutti i costi il potere, perché i cambiamenti, anche se uno prova con tutte le sue forze a fermarli, non sempre ci si riesce e i numeri esigui che anche il nostro progetto di cambiamento oggi ha contribuito a disegnare in questo Consiglio sicuramente favoriranno il cambiamento, e noi siamo certi, Presidente, che questo suo sistema è destinato a finire e che lei finirà insieme al sistema.

Presidente - Prego ha la parola.

Cognetta (M5S) - Sì, soltanto appunto, Presidente, per chiedere, a nome della minoranza, la votazione segreta. Grazie.

Presidente - Grazie collega Cognetta. Possiamo? Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, per dichiarazione di voto. Nel dichiarare che noi voteremo contro, vorrei sottolineare come il tentativo di cercare in ogni modo di personalizzare tutto quello che succede è l'obiettivo che voi avete. Questo lo avete dichiarato, ora, le realtà, i fatti dicono cose diverse. Purtroppo la possibilità di avere quest'immediato riscontro, per quanto ci riguarda, non è così automatico, perché viviamo in un momento sicuramente difficile, allora il sistema che riteniamo, come maggioranza, di portare avanti è quello di avere delle idee di cui siamo convinti e su cui si possa costruire il bene non dei singoli, ma dell'insieme della collettività, con la partecipazione e la collaborazione di gente che sicuramente può anche essere di fiducia. Questa è la verità, il resto è naturalmente legato ad una necessità da parte di qualcuno di dover dimostrare che, chiaramente, tutto il male è concentrato in una certa zona, in una certa persona, perché così è comodo, perché è la modalità con cui voi immaginate di poter individuare quello che è un attacco, che sicuramente non va nella logica che voi programmate di cambiare qualcosa. Il problema del cambiamento lo vogliamo tutti nel sistema e nelle situazioni che possono essere gradualmente portate avanti e potete stare certi che i cambiamenti li stiamo facendo e li portiamo avanti con convinzione quanto voi non immaginate e quindi noi voteremo contro.

Presidente - Colleghi, apriamo la votazione. Tutti hanno votato, possiamo chiudere la votazione.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 17

Contrari: 18

Il Consiglio respinge.

Punto 65 all'ordine del giorno.