Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 153 du 26 septembre 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 153/XIV - Reiezione di mozione: "Impegno a ribadire nelle sedi opportune il rispetto delle procedure previste per la revisione della Carta costituzionale".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Abbiamo già avuto occasione di affrontare il tema nella I Commissione, quindi cercherò di essere molto sintetico e sostanzialmente di dare qualche informazione soprattutto che vada anche al di fuori dell'aula del Consiglio regionale. È in corso, in Parlamento, una manovra secondo noi molto rischiosa che andrebbe a minare quello che è una garanzia prevista dalla Costituzione, che è l'articolo 138. In sostanza, questo articolo prevede una procedura di tutela per quanto riguarda le modifiche alla Costituzione, proprio perché la Costituzione, la nostra Costituzione, è una Costituzione rigida e, di conseguenza, deve avere dei sistemi che la vanno a cambiare che costituiscano una garanzia per quello che è l'assetto istituzionale. Questa questione stranamente è stata presa, secondo noi, sottogamba dai due Parlamentari valdostani, che hanno fatto riferimento a delle generiche assicurazioni ricevute dal Governo Letta, e forse anche dal Presidente Napolitano, riguardo al fatto che andare a intervenire sull'articolo 138 non avrebbe costituito, non sarebbe stato un rischio anche per l'articolo 116, che sappiamo che è quello che regola la nostra autonomia.

Secondo noi questa è una considerazione che è veramente disinvolta, dobbiamo alzare l'attenzione su questa questione, diversamente da quanto è stato fatto purtroppo dai nostri rappresentanti a Roma, perché si apre un precedente che potrebbe poi effettivamente andare ad intervenire in maniera secondo noi pesante su quello che è anche l'assetto della nostra autonomia, senza quelle garanzie che invece l'articolo 138 attualmente ci assicura. Quindi noi auspicheremmo, come c'è stato da parte nostra, ovviamente - ma non poteva essere diverso - un sostegno per i disegni di legge costituzionale che sono stati precedentemente trattati, anche un'attenzione da parte della maggioranza regionale su questa questione. Non è vero che non c'è un rischio per l'autonomia regionale valdostana se si inizierà ad usare questo grimaldello sull'articolo 138.

Noi invitiamo tutti a una scelta responsabile, quindi a dare un parere favorevole riguardo alla mozione che è stata presentata.

Presidente - Grazie. Apriamo la discussione generale. Qualcuno vuole prendere la parola?

Il n'y a pas de requêtes d'intervention? La parole au collègue Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Non riprenderò le considerazioni fatte in precedenza riguardo alle proposte di modifica costituzionale. In questo caso, con la modifica dell'articolo 138, si comprimono i tempi di analisi del progetto di revisione costituzionale riducendoli almeno della metà. Al di là di questo aspetto tecnico, se vogliamo, questo è, di fatto, l'elemento che collega questa modifica dell'articolo 138 al Governo Letta, "governo delle larghe intese", trasformando questa modifica costituzionale in un obiettivo di governo. In effetti, come dicevamo anche in precedenza, il Governo Letta ha preso un impegno di collegarsi direttamente alla riforma costituzionale e di rimanere in carica i 18 mesi che sono esattamente i tempi previsti con l'articolo 138 per la modifica della Costituzione.

Non crediamo che esista un clima politico generale favorevole a una fase costituente, lo vediamo con i continui cambiamenti a livello politico. Legare le riforme al destino del Governo, a nostro avviso, è un fatto piuttosto pericoloso e poi, legarlo al Governo vuol dire legarlo al destino giudiziario di Berlusconi e alle ambizioni dei vari "Renzi". Sono molto scettico sulla possibilità di riformare la Costituzione in questo modo e non credo, in effetti, che ci riusciranno. Ciononostante credo che per modificare la Costituzione ci vada un clima diverso che coinvolga, e soprattutto, anche in fase precedente all'elezione, se ne discuta. In alcuni Paesi europei è previsto: quando si modifica la Costituzione, si scioglie il Parlamento e si apre una fase costituente, nella quale tutti propongono i vari progetti di modifica costituzionale. Come detto, in questo caso tutto si baserà su un lavoro svolto da una commissione speciale, istituita ad hoc da...adesso, su una base di lavoro di questa commissione e, poi, sulla Commissione dei 40, bicamerale, come fatto in altre occasioni.

Accelerare i tempi certamente non è un fatto positivo; poi, come detto, in questo contesto legare le riforme costituzionali al Governo non è affatto positivo. Per questo riteniamo che modificare la Costituzione deve essere una cosa seria, anche i tempi abbiano un loro senso e un loro significato. E questa non è la fase giusta per intraprendere un'avventura legata ad un governo, costituita da un pregiudicato a rischio decadenza, con tutto quello che ne deriva sulla stabilità e sulle velleità di riforma di questa Costituzione della quale a nessuno importa nulla, in questo momento, certamente non a Forza Italia e, ancora meno, al PD.

Pertanto, per quanto ci riguarda, crediamo che il mantenimento dei tempi sia comunque una garanzia per tutti.

Presidente - Grazie. Ci sono altre richieste di intervento?

La parole au Vice-président Rosset.

Rosset (UVP) - Merci Madame la Présidente.

L'aula della Camera ha approvato giorni fa il disegno di legge che istituisce il Comitato parlamentare dei 40, il Comitato per le riforme costituzionali. La proposta di riforma costituzionale che prevede una deroga all'articolo 138 aveva già ottenuto il primo via libera dal Senato. Ora è prevista una pausa, una pausa credo di tre mesi, in entrambi i rami del Parlamento. Cosa capiterà da questo momento ad allora nella turbolenta politica italiana è difficile da prevedere.

Su questo argomento, comunque sia, non si può che esprimere una forte preoccupazione e non risulta consolante la notizia fornita dai nostri Parlamentari, e cioè che un rappresentante fra i 40 sarà espressione delle minoranze linguistiche. Tra l'altro, visto che nelle precedenti tre bicamerali per le riforme furono presenti rispettivamente Fosson, Luciano Caveri e Guido Dondeynaz, non si può che auspicare almeno che un valdostano faccia parte di questo Comitato, ma questo comunque non cambierebbe il giudizio negativo per una serie di ragioni. In Italia non esiste, oggi, un clima costituente, è una constatazione di tutta evidenza.

La scelta di intraprendere un percorso di riforma costituzionale sembra più dettata da un desiderio di allungare questa legislatura, già di per sé traballante, più che affrontare seriamente una riforma costituzionale. Tuttavia, l'esito già reso dal celebre Comitato di esperti preoccupa, preoccupa per le sorti del regionalismo, con questa nuova nozione, "il supremo interesse della Nazione", che conferma una visione centralista di cui diffidare. Infatti, sarà pur vero che questi saggi hanno confermato la validità delle autonomie speciali, ma con osservazioni ambigue, ambigue, che indugiano ad una sorta di normalizzazione della specialità. Questo deve essere considerato un campanello d'allarme. Peraltro sappiamo - è già stato citato questa mattina - come prima Berlusconi e poi il Governo Monti, la nostra autonomia speciale sia stata attaccata, sia sotto il profilo finanziario che ordinamentale.

Ora anche con il Governo Letta non è che si sia avuta una reale inversione di tendenza. Capiremmo subito le intenzioni dallo sblocco o meno delle attese nuove norme di attuazione dello Statuto giacenti da troppo tempo dall'applicazione di norme di attuazione sinora rimaste esclusivamente sulla carta. Resta dunque centrale per noi la questione della tutela dell'articolo 116, che prevede le autonomie speciali e gli statuti speciali da esso derivanti. In questo senso stupisce che la nascita del Comitato per le riforme non sia stata l'occasione per incardinare nella deroga al "138" il principio fondamentale dell'intesa per le modifiche statutarie. Stamattina è stato citato fortemente il discorso dell'intesa e, visto il clima ostile verso le speciali, la mancanza di garanzie derivanti dall'intesa rende pericolosa ogni scorciatoia rispetto alla procedura rinforzata oggi prevista proprio dall'articolo 138 della Costituzione. Mi sembrano solo fredde questioni giuridiche, ma così non è. Vi è nel nostro Statuto il cuore pulsante della nostra autonomia e ci sono posizioni da cui non si può arretrare per nessuna ragione al mondo. Anche questo è il significato della nostra mozione e per questo auspichiamo il voto dell'aula. Grazie.

Presidente - Grazie.

Il y a quelqu'un d'autre qui veut intervenir? Pas d'autres? La parole au collègue Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Seulement pour souligner que l'Union Valdôtaine Progressiste, l'UVP, a copartagé les contenus de la motion, pour le simple fait que les contenus sont une conséquence, on pense, de la proposition de loi constitutionnelle que tout le Conseil a partagé avant. Et je parle de copartage quand je pense qu'il soit une...conséquence car, si d'un côté on va demander d'introduire à niveau constitutionnel le discours de l'entente, de l'autre côté on pense qu'on ne peut pas renoncer à tout ce qui est la sauvegarde constitutionnelle qui nous dérive. Et c'est très facile de rappeler dans le passé, que plusieurs fois la Constitution nous a préservés d'attaques, d'attaques vers les autonomies spéciales, vers la Vallée d'Aoste. Les attaques plusieurs fois transversales, car il faut rappeler que la sensibilité à niveau parlementaire, pour ce qui regarde la Vallée d'Aoste et les autonomies spéciales, elle a été plusieurs fois mise en discussion. Alors je pense que, comme pour ce qui regarde l'entente, même pour cette motion, on aura une copartage de la part même de la majorité.

Volevo fare alcuni riferimenti ad alcune minacce, che ci toccano, ci toccano da vicino, perché seguendo alcuni passaggi della relazione fatta dalla Commissione per le riforme costituzionali, quella presieduta da Quagliariello, ebbene, se noi leggiamo alcuni passaggi, io penso che sia una ragione in più per votare questa mozione. Noi leggiamo che...leggo testuale: "Si ritiene che il legislatore statale possa conferire o delegare, con legge bicamerale, l'esercizio della propria potestà legislativa esclusiva delle Regioni". Leggo ancora un passaggio: "Non sono mancate proposte tendenti all'accorpamento delle Regioni di minori dimensioni, razionalizzando organicamente gli assetti territoriali di tutti i livelli di autonomia". Ancora: "Secondo alcuni sarebbe utile ed opportuno prevedere in Costituzione, nel perseguimento del medesimo principio di adeguatezza, il principio dell'esistenza di una dimensione minima del Comune. Questa dimensione sarebbe stabilita con legge bicamerale che differenzi i criteri, in relazione alle caratteristiche generali dei Comuni: i Comuni al di sotto delle dimensioni minime potrebbero diventare Municipi".

Tornando al breve cenno che il Presidente ci aveva fatto prima, dicendo che, per quello che riguarda i contenuti della relazione, le Regioni a statuto speciale sono toccate marginalmente...beh, è vero, ci sono veramente quattro righe, ma ve le leggo: "Ferma la distinzione fra autonomie ordinarie e autonomie speciali, si presenta tuttavia necessario favorire un processo di riduzione delle diversità ingiustificate, definendo alcuni criteri generali, ad esempio nel numero dei componenti degli organi, della relativa indennità, che vincolino tutte le Regioni, anche ad autonomia differenziata, nonché i termini generali dell'integrazione di esse nel sistema nazionale del federalismo fiscale e della perequazione". In questo senso, lo stesso articolo 119 potrebbe essere adeguato chiarendo che i territori cui si riferisce il fondo perequativo sono, in generale, i territori della Repubblica e dovranno, poi, essere conseguentemente adeguati i rispettivi statuti speciali.

Ora - l'ho ricordato prima - noi, più volte, ci siamo aggrappati alle norme, alle garanzie costituzionali per salvaguardare il nostro Statuto, la nostra autonomia e quant'altro. Ora, veramente ci viene difficile capire...ma l'abbiamo già detto in I Commissione, quando abbiamo avuto i nostri Parlamentari in audizione e ci hanno detto...beh, noi, questa modifica del 138, noi l'abbiamo votata, e ci hanno detto: perché abbiamo avuto delle garanzie verbali...questo mi pare di ricordare, verbali da Letta e forse prima ancora da Bersani, può darsi anche dal Presidente Napolitano. Ora, veramente, tenuto conto che gli accordi verbali passano, e non solo, tenuto conto che è già difficile mantenere gli accordi scritti, noi veramente non riusciamo a capire; capiamo magari anche, forse, la difficoltà della maggioranza a recepire questa mozione, ma noi vorremmo che il percorso, il voto dei nostri Parlamentari sia stato un incidente di percorso, perché con questo voto mettono a rischio quello che è il discorso della nostra competenza statutaria, delle nostre riserve, che sono garantite il più delle volte dalla Costituzione. Ora, non riusciamo a capire, veramente, come mai delle garanzie costituzionali possano essere modificate da un disegno di legge governativo, andando in deroga all'articolo 138. Su questo non possiamo riconoscerci, perché abbiamo a cuore la Valle d'Aosta, i valdostani, e soprattutto quell'autonomia che è stata per anni un vanto e nella quale noi crediamo ancora. Se qualcuno ci crede, è il momento di votarla questa mozione. Grazie.

Presidente - Grazie. Ci sono altre richieste? La parola al collega Donzel...colleghi, scusate, vista l'ora, io credo che possiamo comunque terminare questo punto...non credo ci siano molte altre richieste. Va bene? Va bene.

La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Brevemente, perché, per rispetto ai colleghi della minoranza, è giusto che io chiarisca bene la posizione del gruppo Partito Democratico-Sinistra VdA su questa mozione. Nel merito dirò con franchezza che quanto enunciato dai colleghi del Cinque Stelle sull'importanza dell'articolo 138, e da noi sentito in modo particolare a livello personale, pensiamo e abbiamo fatto battaglie per non toccare la Costituzione, per difenderla, e quindi riteniamo molto importante che venga espresso questo concetto. Però siamo anche consapevoli di una storia, di un percorso; in passato sono state cercate delle soluzioni, si chiamavano "bicamerali", o quant'altro; la Valle d'Aosta con i suoi rappresentanti ha fatto parte di questi strumenti che andavano a modificare la Costituzione. Si è risolto tutto in un nulla di fatto e noi abbiamo fatto una difficile campagna elettorale, in cui ci siamo anche presi degli impegni.

Abbiamo detto che noi volevamo ridurre il numero dei Parlamentari e volevamo cambiare il bicameralismo perfetto. Non andrà bene la modifica del 138, però queste modifiche bisogna poi farle, eh! Non si tocca la Costituzione, però io voglio poi capire se gli impegni che abbiamo preso in campagna elettorale, almeno noi...se andasse a Roma Jean-Pierre Guichardaz, cosa fa? Vota o non vota per la riduzione dei Parlamentari? Sì, garantendo il Parlamentare valdostano. Questo lo abbiamo detto con chiarezza! Non possiamo pensare di dire: aspettiamo cinque anni per...bisogna mettere in campo un percorso riformatore, delle leggi che vadano in quella direzione lì.

Sul fatto del bicameralismo perfetto...l'abbiamo detto in tutte le salse che non ne possiamo più del bicameralismo perfetto, abbiamo chiesto da anni - e votato anche in questo Consiglio regionale - che ci fosse un Senato delle Regioni in cui fosse garantita la rappresentanza dignitosa della Valle d'Aosta. Quindi capisco tutta la delicatezza e apprezzo molto l'intervento a difesa della Costituzione e i suoi principi fondamentali, ma ci sono degli impegni presi con gli elettori che ci chiedono di modificare la Costituzione. Sul fatto, poi, delle garanzie, io ho delle perplessità, sul testo, non sul principio, perché al punto 2 si chiede di accedere al referendum. È esattamente quello che si vorrebbe fare con le riforme costituzionali in campo, cioè se si deroga al "138" c'è un meccanismo rafforzativo, cioè si va per forza a referendum confermativo, mentre invece nel "138" è previsto che, quando si vota con i due terzi il meccanismo c'è; invece questo meccanismo, in ogni caso, prevede il ricorso al referendum.

Per quanto attiene al terzo punto, noi abbiamo appena votato un disegno di legge che dice, nella relazione: "Quanto ai profili tecnici del disegno di legge, merita segnalare che si è preferito agire direttamente sugli statuti di autonomia delle Regioni, perché la modifica dell'articolo 116 della Costituzione richiederebbe comunque un conseguente adeguamento degli stessi". Insomma, la partita sul "116" si può giocare sia su quelle leggi che abbiamo votato, sia attraverso il meccanismo della correzione diretta. Nella stessa mozione - questo lo condividiamo - si dice ai Parlamentari valdostani: agite per promuovere la riforma costituzionale in quella direzione. Adesso, io sicuramente...noi abbiamo sostenuto con forza la candidatura di Morelli e di Guichardaz, quindi non abbiamo votato per Lanièce e Marguerettaz, ma Lanièce e Marguerettaz ci hanno garantito che quello è il percorso che intendono fare. Quindi, da questo punto di vista, ci mancherebbe che i Parlamentari valdostani non fossero portatori della voce unanime del Consiglio regionale! In questo senso, trovando in questa mozione delle cose in cui ci riconosciamo profondamente e altre che ci lasciano perplessi, noi quindi ci asterremo.

Presidente - Grazie. Non ci sono altri iscritti. Possiamo chiudere la discussione generale. La discussione è chiusa. Sì, per la replica, la parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

Credo che la discussione sia stata interessante, ma è stata fuorviante rispetto a quello che è il tema! E tutto quello che si sta discutendo è una contrazione di due mesi nel passaggio alle Camere; anziché aspettare tre mesi per la seconda lettura, si aspetta un mese, tutto lì! Qual è il problema? Si accelera il passaggio da una Camera all'altra, questa è la contrazione che con l'813 si è fatto d'accordo con le due Camere. Non vedo qual è il vulnus in questo caso, cioè il passaggio, la tempistica per fare la doppia lettura, tenendo conto che quello che si chiede...e condivido quello che ha già detto il collega Donzel...il referendum non solo questa volta c'è, ma è obbligatorio comunque, anche se fossero due terzi d'accordo! Quindi è ancora più garantista di quello che era prima.

Francamente io sono per il massimo rispetto del "138", però in questo caso era questa distinzione: questa riduzione da tre mesi a un mese non tocca certo il "138", tocca i tempi previsti per la doppia lettura, la seconda lettura avviene dopo un mese anziché tre. Fine, qui non c'entra lo Statuto speciale, non c'entra niente, questo è specifico, la norma, questa deroga approvata è specifica per questa riforma costituzionale, non per altro! Non è che è ad aeternum, è per questa, poi si può dire: ma no, ci vogliono, se non ci sono tre mesi di riflessione tra il passaggio alla prima...non so se è questo che avete in testa...i nostri Deputati e Senatori non sono in grado, in un mese, di farsi un'idea se effettivamente devono rivotare uguale o no... Se è questo, io capisco che bisogna mettere il rallentatore in quelle che sono le valutazioni...ma è tutto lì! Il resto...non succede niente, non c'entra niente lo Statuto, non c'entra niente il nostro Statuto, non c'entra niente!

Il resto, i tre punti che sono stati qui detti, stabilire che nelle sedi opportune una rigida...la nostra Costituzione...perfetto, ma non può che essere così! Chiede al fatto che qualsiasi modifica attraverso il compimento...del resto il terzo punto è già stato detto, è quello che abbiamo visto questa mattina.

Quindi io chiederei di ritirarla questa mozione, perché francamente non ha senso. Il concetto che voi avete espresso, che da altri colleghi ho sentito dire, con grande intensità, va nella logica di dire: attenzione, non tocchiamo il "138"! Siamo d'accordo, ma non è questo il caso! Non è quello che si chiede! Perché se toccasse il "138", dire: è una modifica del "138", ma non è una modifica, è una deroga per questa riforma costituzionale, che proprio perché vuole tempi stretti vuole che ci sia tra una lettura e l'altra questo! Fatto salvo - lo ripeto - il referendum obbligatorio, che è la parte essenziale. Quindi io chiederei di ritirare questo, perché sennò non capirei qual è la logica con cui viene presentato questo tipo di problema. Per cui noi non siamo d'accordo, anche perché condividiamo un'accelerazione, fatto salvo che sono convinto - come diceva Donzel - che non se ne farà nulla, perché se questo è il clima, tutta questa bella discussione rimane agli annali, è uno dei tanti...quando uno non sa cosa fare va a rileggere i verbali del Consiglio per dormire prima, ecco, per pensarci su. Quindi non penso che ci siano argomenti in questo, ecco, tutto lì.

Presidente - Grazie. Per dichiarazione di voto, la parola al collega Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie Presidente.

Ma se non cambia nulla tanto vale che lo possiate approvare, no? Tanto non modifica nulla, quindi... Sono d'accordo anch'io che prevede una deroga all'articolo 138, sono convinto anch'io che ha ottenuto un primo via libera dal Senato...rimane comunque una pausa di tre mesi, non di un mese...ho capito, cosa c'entra? Rimane comunque la forte preoccupazione! Cosa capiterà da oggi a domani? Questo è da sapere, da capire...rimane comunque una forte preoccupazione. Ora, se non c'è questa preoccupazione e se i tre punti di impegno non creano grossi problemi, perché comunque non cambia nulla, l'approviamo! Grazie.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Una battuta velocissima, così andiamo a mangiare...

Dunque, non mi voglio cimentare in lezioni di diritto costituzionale, ma sappiamo bene che la maggior parte dei costituzionalisti ritiene che alcuni passi della Costituzione non siano, diciamo, derogabili, perché questo costituirebbe una modifica sostanziale di quello che era il dettato costituzionale all'inizio stabilito. Tra questi passaggi vi è anche la modifica temporanea dell'articolo 138 della Costituzione. Tra le atre cose c'è da sottolineare che si andrebbe incontro comunque a una carta firmata in bianco a favore di questo Comitato che si è creato, che potrebbe anche intervenire sull'articolo 116. Quindi a noi pare che i presupposti e i rischi ci siano, siano dei rischi che sono dei rischi reali; poi, per carità, abbiamo capito che voi siete della corrente giurisprudenziale minoritaria che ritiene che non ci siano rischi. Benissimo, si vede avete già delle garanzie dal Governo Letta o da qualcun altro, quindi vedremo come andranno a finire le cose! Comunque la mozione per noi rimane.

Presidente - Grazie. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Avevamo chiaro anche noi che si trattava solo di una, se vogliamo, di una deroga legata a questo momento, se vogliamo, necessario per rivedere le riforme istituzionali, però attenzione! Quello che noi vogliamo ribadire è il fatto che per la prima volta, con un disegno di legge, si deroghi alla Costituzione, questo è il fatto fondamentale di questo! Se non ci siamo capiti...probabilmente non ci siamo spiegati bene, allora, perché se con un disegno di legge ordinario si deroga alla Costituzione, caro Presidente, se un domani un disegno di legge parlamentare metterà in discussione il nostro Statuto, lo voterete, perché l'avete votato, perché avete votato una volta, questo è il fatto fondamentale! Certo, è la prima volta che con un disegno di legge ordinario si mette in discussione lo Statuto e si va in deroga allo Statuto. È il principio, non è la sostanza di questo, è il principio, perché per una volta tanto si legittima il fatto che un disegno di legge ordinario possa mettere in discussione la Costituzione! Grazie.

Presidente - Grazie. Ci sono altri iscritti? La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Quello che più ci preoccupa non è tanto la riduzione dei tempi, ma è la deroga alla Costituzione, rispetto a questa riduzione dei tempi. Una deroga che è un precedente molto...da questo punto di vista, insomma...una deroga che poi serve essenzialmente a legare questa riforma costituzionale ai destini del Governo Letta e che mi pare non sia, legandolo ai destini di un Governo, un clima favorevole ad una revisione costituzionale seria e ad una fase costituente, nella quale, a leggere la relazione della Commissione cui ho già accennato questa mattina, limitandone la parte riguardante il titolo V, si va a intervenire su tutta la Costituzione, legandola al disegno del Governo Letta. Questo è l'elemento che invece fa sì che sia necessario per il Governo anticipare i tempi, altrimenti si potrebbe tranquillamente riformare la Costituzione senza deroghe, con un accordo politico, che non è vincolato alla stabilità del Governo: per questa ragione voteremo in modo favorevole alla mozione.

Presidente - Grazie. Possiamo mettere in votazione? No.

La parola al collega Viérin Laurent, per dichiarazione di voto.

Viérin L. (UVP) - Oui, merci Présidente.

Simplement pour exprimer une préoccupation pour cette attitude, non seulement pour l'attitude du Président, qui probablement a décidé de cette façon, mais pour les collègues de la Ie Commission, car les travaux de la Ie Commission ont débuté avec un climat d'entente et nous l'avons démontré lors de l'approbation, ce matin, des deux dessins de loi de réforme constitutionnelle, et nous ne comprenons pas cette attitude. Nous comprenons dans votre justification le fait d'adhérer aux réformes constitutionnelles, mais ce sont des réformes constitutionnelles qui n'ont pas de garantie pour la sauvegarde de notre Statut.

Noi crediamo che sia una delega in bianco che con la vostra complicità è stata data, non solo per delle riforme che non tuteleranno in modo codificato - che oggi sono solo accordi verbali - la nostra storia, il nostro elemento fondamentale che è lo Statuto di autonomia; Costituzione, è stato ricordato, che tante volte ha salvato questo Statuto. Ha fatto specie anche in commissione l'atteggiamento del Deputato Rudi Marguerettaz che, nell'avallare questa posizione, ha anche affermato che...ma sì, questi passaggi anche macchinosi da una Camera all'altra poi per modificare una Costituzione...

Ecco, noi sottolineiamo questa grande preoccupazione e riteniamo che vi assumete, oggi, la responsabilità, sapendo che non è il voto dei due Parlamentari valdostani che inciderà sulle riforme che comunque saranno fatte; ma, anche qui, com'è stato ricordato, questa è forma che tante volte diventa sostanza.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, quello che mi dispiace è che si voglia far passare per adesione a una riforma che non è stata, se non presentata, di cui conosciamo il testo...come se noi aderissimo a questa cosa. Noi non abbiamo mai espresso dei giudizi su questa riforma, voglio che sia chiaro! Noi non è che siamo per le modifiche a casaccio della Costituzione, né del "138", questo è l'attuazione di un principio che la legge 813 aveva dato con l'approvazione delle due Camere, quindi come riforma istituzionale e come forma di indirizzo...questo lo possono fare comunque, questo è l'atto! Allora noi ci permettiamo di dire, in questo momento, che questa deroga temporanea non c'entra niente con l'adesione alle riforme che non è mai stata discussa, né con la salvaguardia della Costituzione a cui noi crediamo di aderire da sempre...quindi siamo per il rispetto della Costituzione, ma crediamo che questo passaggio, come è stato predisposto, abbia, nella sua sostanza, la volontà di accelerare i limiti temporali di una riforma che tutti si auspicano.

Presidente - Ha già fatto la sua dichiarazione di voto...una breve puntualizzazione.

Viérin L. (UVP) - Solo per chiarire: non abbiamo detto che con questo voto voi aderite alle riforme; abbiamo detto che voi aderite "con complicità" alla riforma della Costituzione che potrà portare a riforme che potranno incidere anche sul nostro Statuto di autonomia, senza avere garanzie, senza avere garanzie, se non quelle verbali che sono state citate in commissione, e che quindi noi esprimiamo la nostra preoccupazione.

Presidente - Ci sono altri? Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta. Colleghi, votate. Possiamo chiudere la votazione.

Presenti: 35

Votanti: 32

Favorevoli: 14

Contrari: 18

Astenuti: 3 (i colleghi Donzel, Fontana e Guichardaz)

Il Consiglio non approva.

I lavori riprenderanno alle ore 15,30.

---

La seduta termina alle ore 13,14.