Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2129 du 21 décembre 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 2129/XIII - Reiezione della proposta di legge: "Disposizioni per la razionalizzazione delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie".

Articolo 1

(Accorpamento delle consultazioni elettorali e referendarie)

1. A decorrere dal 2012, le consultazioni referendarie indette dal Presidente della Regione si tengono, ferme restando le disposizioni regionali relative alla possibilità di svolgere le consultazioni in due tornate annuali, nella stessa giornata delle elezioni per il rinnovo dei Consigli comunali o in concomitanza, nell'ordine, con la prima delle due giornate fissate per le elezioni per il rinnovo del Parlamento della Repubblica, del Parlamento europeo o delle consultazioni referendarie nazionali.

2. Nei casi di cui al comma 1, la data di svolgimento della consultazione ha luogo, comunque, in una data compresa tra il 1° maggio e il 30 giugno o il 1° novembre e il 15 dicembre, anche in deroga alle scadenze di cui al comma 1 dell'articolo 26 della legge regionale 25 giugno 2003, n. 19 (Disciplina dell'iniziativa legislativa popolare, del referendum propositivo, abrogativo e consultivo, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale), e dell'articolo 20 della legge regionale 9 febbraio 1995, n. 4 (Elezione diretta del sindaco, del vice sindaco e del consiglio comunale).

3. Nel caso in cui nello stesso anno si tengano le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale e le elezioni per il rinnovo di Consigli comunali, le stesse si tengono nella medesima giornata, ferme restando le disposizioni regionali relative alla possibilità di svolgere le consultazioni in due tornate annuali.

Presidente - La parola al relatore, Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Nella primavera scorsa abbiamo assistito in Italia a diverse consultazioni elettorali che hanno visto coinvolti milioni di elettori. Si è trattato delle elezioni amministrative che si sono tenute il 15 e 16 maggio, con turni di ballottaggio i1 29 ed il 30 maggio e la consultazione referendaria del 12 e13 giugno. Fra le decisioni che risultano maggiormente incomprensibili ai cittadini c'è la scelta di chiamarli ad esprimersi più volte in un lasso di tempo molto limitato, come è accaduto nel corso del 2011. In effetti, come evidenziato, i cittadini di molti comuni italiani sono stati chiamati a votare in ben tre distinti momenti nell'arco di meno di un mese, precisamente nei soli 28 giorni. Questo fatto ha messo in chiaro l'enorme dispendio di risorse che consegue allo svolgimento separato delle consultazioni elettorali rispetto a quelle referendarie, nonostante i cittadini abbiano dimostrato di sapere opportunamente distinguere il diverso significato delle singole votazioni. Uno spreco di denaro pubblico stimato intorno ai 300.000.000 di euro. Si tratta di uno spreco di finanza pubblica che indigna i contribuenti ed appare oltremodo incomprensibile. Per questa ragione, in diverse democrazie occidentali, si è istituito l'election day, vale a dire l'accorpamento tra le elezioni politiche, amministrative ed il referendum in un'unica giornata. Appare necessario assumere, anche a livello legislativo regionale, un preciso orientamento a favore dell'accorpamento in un'unica tornata delle consultazioni elettorali e referendarie che si devono tenere nel corso dello stesso periodo dell'anno, ossia per lo svolgimento del cosiddetto "election day".

Con la presente proposta di legge si intende perciò favorire lo svolgimento contestuale di consultazioni che possono essere agevolmente accorpate, fermo restando che non si svolgono referendum regionali nell'anno in cui si tengono le consultazioni per il rinnovo del Consiglio regionale. L'introduzione dell'election day consentirebbe inoltre di evitare il rischio che la scelta discrezionale della data per la consultazione referendaria sia determinata dalla volontà di chiamare alle urne il corpo elettorale in momenti oggettivamente poco favorevoli al raggiungimento del quorum eventualmente prescritto. La scelta della data referendaria è stata utilizzata in passato in modo strumentale per impedire il raggiungimento del quorum e vanificare la consultazione, con il palese obiettivo di indebolire e sabotare un importante strumento di democrazia e partecipazione. Riteniamo sia utile favorire in tutti i modi la partecipazione dei cittadini alla vita politica e la proposta di legge in questione ha anche questo obiettivo. Insomma, una proposta di buon senso, che potrebbe consentire di risparmiare risorse pubbliche e favorire indirettamente la partecipazione dei cittadini alle decisioni collettive.

Questa proposta di legge è stata depositata ed assegnata alla commissione competente nel luglio del 2011, ormai più di sei mesi fa. Nel corso dell'analisi in commissione, precisamente il 22 settembre, su richiesta di alcuni esponenti della maggioranza regionale è stato disposto un rinvio della discussione al fine di consentire la presentazione da parte della maggioranza di un testo sull'argomento, in modo tale da poterli discutere congiuntamente. Purtroppo nessuna proposta di legge è pervenuta dalla maggioranza e, in extremis, 1'8 novembre il Presidente della Commissione ha dichiarato che un contributo al dibattito potrebbe essere fornito dall'audizione del Presidente della Regione per conoscere le ricadute, in termini di vantaggi e svantaggi, determinate dalla proposta di legge.

Nell'audizione del 25 novembre, il Presidente della Regione ha evidenziato presunte anomalie procedurali della proposta di legge, a suo dire in contrasto con le norme riguardanti le consultazioni regionali e nazionali, poiché essa non tiene conto delle modalità di organizzazione dei seggi elettorali e della precedenza nello scrutinio dei voti, a seconda che si tratti di una consultazione elettorale o referendaria. Il Presidente inoltre ritiene che l'atto legislativo in esame dovrebbe soggiacere alla disciplina prevista dall'articolo 15 dello Statuto di autonomia.

I rilievi del Presidente della Regione sono inconsistenti o facilmente superabili con emendamenti tecnici. L'osservazione più rilevante, relativa alla necessità per l'atto legislativo in esame di soggiacere alla disciplina prevista dall'articolo 15 dello Statuto risulta superabile, dal momento che la diversità di disciplina tra l'iter normale di approvazione di un progetto di legge e l'iter previsto dall'articolo 15 dello Statuto decorre solo dal momento dell'approvazione in aula, per la quale è necessaria la maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati - vale a dire 18 - e consiste essenzialmente nella necessità di sottoporre la legge in esame a referendum, qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio regionale. Appare del tutto evidente che la fase della presentazione del progetto di legge non soggiace, fino al passaggio in aula, ad alcuna disciplina particolare. Anche relativamente alla supposta mancanza di norme di collegamento con la normativa regionale sui referendum ed alla mancata considerazione delle modalità di organizzazione dei seggi elettorali e della precedenza nello svolgimento degli scrutini, occorre ribadire che si tratta di aspetti facilmente superabili, qualora la volontà politica si esprima con chiarezza a favore dell'accorpamento delle consultazioni elettorali con il conseguente risparmio per il bilancio regionale, con emendamenti di natura essenzialmente tecnico-giuridica; emendamenti che abbiamo presentato per precisare ulteriormente aspetti tecnici e prevenire eventuali giustificazioni riguardo alla volontà politica di questa Assemblea legislativa.

Riterremmo grave il tentativo di nascondere dietro un paravento tecnico-legislativo, inesistente ed in ogni caso superabile con gli emendamenti presentati, la mancanza di volontà politica nel voler affrontare un argomento come quello proposto. Ci auguriamo pertanto che questa proposta di legge venga oggi approvata.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, avrei magari avuto piacere di interloquire con qualcuno della maggioranza su questo tema. Devo dire che la relazione del collega Bertin è stata puntuale, precisa e chiara nel determinare il senso di questa proposta.

A me semplicemente spetta rammentare alcune incongruenze che ci appartengono come ceto politico complessivo rispetto al fatto che oggi, chi grida allo scandalo in Parlamento perché si impongono sacrifici terribili ai cittadini...penso ai Parlamentari della Lega che si stracciano le vesti, che si travestono da operai nelle aule del Parlamento...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...qualcuno si è sentito chiamato in causa, stiamo aspettando il travestimento anche qui, da noi, di qualcuno che si ricorda che magari in passato è stato anche lui un operaio...ecco, queste persone hanno buttato dalla finestra milioni di euro perché non volevano consentire a degli elettori, che fino a prova contraria sono persone razionali e consapevoli, di votare contemporaneamente per un referendum ed un'elezione amministrativa! È vero, sicuramente ci sono persone anziane che hanno difficoltà ad esercitare il diritto di voto e bisogna avere il rispetto per queste cose, sicuramente non è un buon viatico per la democrazia mettere in mano ad un elettore 12-13 schede, in quei casi lì assistiamo a forme di degenerazione, però quando noi diamo in mano ad un elettore 2-3 schede, penso che questo elettore sia perfettamente in grado di capire se sta votando per il sindaco del suo comune o per un referendum o per un'altra ragione!

In un momento di crisi, di difficoltà economica, questo provvedimento dei colleghi di ALPE esprime davvero un provvedimento di quelli che vanno nell'ordine di idee della massima razionalità possibile: vediamo, là dove sia possibile, di non sperperare denaro pubblico in una logica puramente mirata a fare gli interessi di un singolo partito e non guardare, invece, al beneficio collettivo, per cui anziché stracciarsi le vesti un giorno perché vengono fatti dei provvedimenti molto duri e vengono richiesti dei sacrifici terribili ai cittadini, quello che auspichiamo è che ci sia una sensibilità verso quei piccoli atti di rinuncia che deve fare la politica ai suoi egoismi, alle sue logiche che le consentono o meno di far prevalere una parte sull'altra...è come dire: guardare a quello che è il bene comune. Questo è l'atteggiamento che abbiamo nei confronti di questo disegno di legge - e ringraziamo i colleghi per averlo esteso a tutti -, che noi sosteniamo con profonda convinzione, perché è arrivato il momento in cui la politica deve decidere che non basta vestirsi da operai un giorno all'anno per essere tali, bisogna davvero vivere la quotidianità delle persone!

Credo che se uno si veste da operaio un giorno e va proprio da uno di quegli operai che vuole rappresentare, magari di colpo si è ricordato che viene da lì, e gli chiede: ma secondo te ha senso che facciamo, a distanza di un mese, due elezioni, oppure le facciamo tutte e due nello stesso giorno? Questa persona, cioè la base dei cittadini risponderà: ma votiamo un solo giorno, per cortesia, finite di fare questo cinema che continuate a fare! Naturalmente, fermo restando che non dobbiamo ingorgare di urne i seggi, resta saldo il principio che anche su questo fronte è possibile fare dei risparmi ed andare incontro all'esigenza di una politica più razionale e di buon senso che possa essere apprezzata dai cittadini. Fra l'altro, nella mia piccola esperienza di Presidente di un seggio, ho avuto modo di apprezzare, quando c'erano più votazioni...quindi la possibilità di prendere delle schede o rinunciare, possibilità che i cittadini esercitavano liberamente. Quindi neppure il fatto di dire che poi il cittadino è obbligato a votare...no, il cittadino non è obbligato a niente, se correttamente informato sa esercitare pienamente il suo diritto di voto! Vi assicuro che anche la vecchietta sa bene dove mettere la sua "x" sulla scheda, quindi il cittadino è molto più preparato di noi che non siamo pronti, invece - ripeto - per logiche in cui sta dentro anche la mia parte politica (a questo non mi sottraggo come responsabilità). Infatti il tentativo è quello di superare, anche a livello di territori, questi limiti che esistono "anche" nella politica nazionale.

Siamo una Regione autonoma, possiamo dare un segnale brillante in questo senso, distinguerci dagli altri, riassumere in pieno il nostro modo diverso di essere e di fare politica: questo è un modo per dare un segnale forte in quella direzione, che sicuramente i cittadini apprezzerebbero.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.

Sicuramente la maggioranza ha guardato con attenzione questa proposta, è stata fatta un'analisi attenta e, in questa sede, siamo a riconfermare i dubbi che sono già stati espressi in commissione dal Presidente Rollandin. Lo stesso approccio e la stessa attenzione riscontriamo nei colleghi dell'opposizione quando, a fronte di certi disegni di legge, chiedono al Consiglio di fare delle valutazioni in merito alla coerenza della proposta di legge con l'ordinamento nazionale piuttosto che con l'ordinamento europeo; abbiamo appena avuto un esempio sulla legge dei rifugi, dove è stato fatto questo tipo di richiesta a cui abbiamo risposto.

L'approccio è speculare nei confronti delle proposte che vengono fatte dall'opposizione; rispetto a questo vi è il manifesto dubbio che la norma contrasti con l'articolo 15 dello Statuto, come è stato rilevato dal collega Bertin. Riteniamo che questo dubbio comprometta l'impostazione; per cui, rispetto a questo tema, non possiamo votare questa proposta, perché la riteniamo fortemente dubbia dal punto di vista della coerenza con il nostro ordinamento. Dopodiché - e credo sia stato fatto - va ricordato che la legge regionale n. 19/2003 prevede una sorta di "election day", stabilendo che il Presidente della Regione, d'intesa con il Ministero dell'Interno, può disporre l'accorpamento del referendum ad eventuali consultazioni referendarie nazionali.

Rispetto a questa proposta esprimiamo quindi parere contrario.

Presidente - La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Ricostruisco brevemente l'iter in commissione di questa proposta di legge. Generalmente i lavori di commissione servono appunto per migliorare il testo legislativo; succede spesso, in commissione, quando arrivano dei disegni di legge della Giunta, che su tre articoli alla fine vengono presentati dalla stessa Giunta quattro emendamenti tecnici per migliorare o per rendere possibile l'approvazione del disegno di legge. È proprio una delle funzioni della commissione quella di approfondire i testi presentati; in effetti questa proposta di legge è rimasta in commissione per ben sei mesi.

Sottolineo che il 22 settembre da parte di diversi esponenti della maggioranza ci è stato chiesto un rinvio della discussione, giustificato dal fatto che...ad esempio vedo il Capogruppo di Stella Alpina, che condivideva l'impostazione della proposta di legge e che aveva intenzione di presentare un testo o di maggioranza o di gruppo, simile a quello presentato da noi a fine luglio. Successivamente i lavori della commissione hanno dimostrato che questo testo non è arrivato, e solo alla fine il Presidente della Giunta è venuto in commissione a sollevare delle questioni di tipo tecnico, che - ribadisco - sono inesistenti, anzitutto quella relativa all'articolo 15 dello Statuto. Si potrebbe interpretare che le modalità di svolgimento non fanno parte dell'indicazione del referendum riferito all'articolo 15, ma, al di là di questo, anche prendendo come buono questo aspetto, l'articolo 15 non va a determinare un iter particolare dell'approvazione della cosiddetta "legge statutaria". In effetti una legge non porta scritto: "si tratta di una legge statutaria"; questa è pur sempre una legge come tutte le altre, come quella per le elezioni del Consiglio regionale...poi bastava fare un emendamento, sarebbe stato ridicolo, ma potevate sempre farlo! Invece nessun emendamento e nessuna soluzione tecnica è stata presentata da parte della maggioranza, che oggi viene a dire che sussistono dei problemi - ripeto - inesistenti. Ci si nasconde dietro a questi aspetti tecnici, ma quella che manca è la volontà politica di approvare una proposta di buon senso, che andrebbe a far risparmiare risorse pubbliche. Si tratta di centinaia di migliaia di euro per la Valle d'Aosta, un'elezione costa una cifra significativa, non sono noccioline!

La questione sollevata dall'Assessore Marguerettaz sul fatto che è possibile accorpare già ora le consultazioni...certo che è possibile, che scoperta! Ma la legge andava ad obbligarlo per evitare, da una parte, uno sperpero di risorse pubbliche - buttiamo via centinaia di migliaia di euro - e, dall'altra, favorire la partecipazione dei cittadini. C'è un duplice obiettivo, è chiaro, ma in realtà - come abbiamo visto in passato - si usano questi meccanismi della scelta della data esattamente per il contrario: chi se ne frega se spendiamo centinaia di migliaia di euro in più per quanto riguarda la Valle d'Aosta - milioni per quanto riguarda l'Italia - l'importante è impedire che i cittadini possano esprimersi o perlomeno renderlo il più difficoltoso possibile!

In questo caso l'idea che sta dietro a non votare questa proposta di legge è quella di voler sabotare lo strumento referendario; abbiamo già visto in questi giorni dichiarazioni del Presidente della Giunta sui referendum, che fanno rabbrividire, soprattutto preannunciata da chi si dichiara ancora "federalista"! Forse bisognerebbe ricordarsi che la caratteristica principale del federalismo è la partecipazione, ma a quanto pare, ormai, anche questo, non viene più tenuto in considerazione!

Abbiamo presentato gli emendamenti proprio per evitare il tentativo di nascondersi dietro a questioni tecniche e non manifestare la vera volontà politica della maggioranza, cioè quella di rendere difficoltosa la partecipazione dei cittadini alle decisioni collettive e...chi se ne frega se buttiamo via centinaia di migliaia di euro! È un atteggiamento grave, che dimostra poca attenzione rispetto all'uso delle risorse pubbliche, dei soldi dei cittadini ed un certo disinteresse per la partecipazione di costoro alla vita politica.

Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato.

All'articolo 1 c'è l'emendamento n. 1 del gruppo ALPE, che recita:

Emendamento

Dopo il comma 3 dell'articolo 1 della proposta di legge n. 152 è aggiunto il seguente:

"3bis. In caso di accorpamento con consultazioni nazionali, al procedimento relativo alla composizione e al funzionamento dei seggi si applica, per tutti gli adempimenti comuni, la normativa statale, previa intesa, anche al fine del riparto delle spese, con il Ministero dell'Interno.".

Lo pongo in votazione:

Consiglieri presenti e votanti: 32

Favorevoli: 8

Contrari: 24

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti e votanti: 33

Favorevoli: 8

Contrari: 25

Il Consiglio non approva.

Presidente - Ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento interno, essendo stato respinto l'articolo 1, la proposta di legge decade.

Il Consiglio

respinge pertanto la proposta di legge n. 152: "Disposizioni per la razionalizzazione delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie".