Objet du Conseil n. 1482 du 17 novembre 2010 - Resoconto
OGGETTO N. 1482/XIII - Approvazione di mozione: "Predisposizione di un progetto per una campagna di informazione su sessualità e contraccezione nelle scuole".
Mozione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Premesso che la relazione annuale del Ministero della Giustizia sull'attuazione della legge concernente le norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza definisce "preoccupante" il fenomeno degli aborti delle minorenni autorizzato dal giudice tutelare e che l'età delle ragazze che richiedono l'interruzione di gravidanza è in continuo calo;
Ricordato che la relazione conferma la progressiva diminuzione degli aborti volontari in Italia, nel 2009 sono stati 116.933, il 3,6% in meno rispetto al 2008, la metà nei confronti del "picco" raggiunto nel 1982 (allora furono 234.801);
Ricordato ancora che continua invece ad aumentare il ricorso all'aborto tra le immigrate: nel 2008 il fenomeno riguardava il 33,0% del totale delle IVG, mentre nel 1998, tale percentuale era del 10,1%;
Constatato che in Valle d'Aosta, mentre i dati assoluti sono fortunatamente in calo, le interruzioni volontarie di gravidanza che riguardano le minori e le donne extracomunitarie sono purtroppo in aumento (8 nel 2009 le minorenni, il 3,70% e 62 le donne straniere, il 28,60%, nel primo semestre di quest'anno le minorenni 5, il 4,45% e le donne straniere 33, il 29,20%);
Preso atto che, secondo i dati Sigo - Società italiana di ostetricia e ginecologia - il 21% dei ragazzi utilizza come fonte di informazione della sessualità la pornografia, il 58% delle ragazze sostiene di non usare contraccettivi perché non li ha "a disposizione", il 64% vorrebbe discutere di sessualità in classe e che una ragazza su 6 a 14 anni ha già fatto l'amore, mentre 6 su 10 lo fanno tra i 15 e i 18 anni e che il 37%, la prima volta, non utilizza alcuna protezione o solo il coito interrotto;
Preso atto ancora che in Italia la prima proposta di legge sull'educazione sessuale nelle scuole risale al 1975, il testo unificato del 1979, riproposto più volte con le dovute modifiche, giace ancora in Parlamento, in Svezia era prevista come materia facoltativa dal 1942 e ora fa parte integrante dei programmi scolastici, in Olanda è attivo un programma "Amore per tutta la vita" nelle medie inferiori e superiori, in Francia l'educazione sessuale è obbligatoria dal 1985, in Germania dal 1970, in Inghilterra dallo scorso novembre (prima era facoltativa), negli USA e in Spagna è presente, ma a discrezione delle scuole;
Impegna
l'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali e l'Assessore regionale all'istruzione e cultura, di concerto, a preparare un progetto per una campagna di educazione sessuale e di prevenzione all'interruzione volontaria di gravidanza per le ragazze e i ragazzi che frequentano le scuole e per le donne straniere che vivono in Valle d'Aosta, da presentare entro 120 giorni alla competente commissione consiliare.
F.to: Rigo - Donzel - Carmela Fontana
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
La mozione mi sembra sufficientemente chiara, ma pare corretto fare alcune considerazioni per spiegarne il senso e la preoccupazione che ne è stata la base di partenza. Continuano, per fortuna, a calare le interruzioni volontarie di gravidanza nel nostro Paese, anche se aumentano fra le donne straniere e rimane "preoccupante" il fenomeno degli aborti richiesti dalle minorenni. È quanto emerge dalla relazione 2010 sull'attuazione della legge n. 194, che il Ministero della giustizia ha recentemente inoltrato al Parlamento. Nel 2009 gli aborti volontari sono stati 116.933, il 3,6 percento in meno rispetto al 2008 e, addirittura, la metà rispetto al "picco" raggiunto nel 1982 (allora furono 234.801 casi). Si conferma dunque il progressivo calo. Il tasso di abortività (numero delle IVG per 1.000 donne in età feconda fra 15 e 49 anni), l'indicatore più accurato per una corretta valutazione, nel 2009 è risultato pari a 8,3 per mille, con un decremento del 3,9 percento rispetto al 2008 (87 per mille) e un decremento del 51,7% rispetto al 1982 (172 per mille), con valori, quindi, fra i più bassi per quanto è possibile osservare nel confronto con gli altri Paesi industrializzati. Se cala il ricorso all'aborto fra le donne italiane, continua ad aumentare fra le immigrate: nel 2008 il fenomeno riguardava il 33 percento del totale delle IVG, mentre, nel 1998, tale percentuale era del 10,1 percento. Va però segnalato - si legge nel rapporto - che negli ultimi tre anni si è osservata una tendenza alla stabilizzazione. Resta purtroppo alto, invece, il numero di richieste di interruzione volontaria di gravidanza al giudice tutelare da parte delle minorenni. Ragazze che abortiscono senza il consenso dei propri familiari, genitori o parenti, che spesso non sono neppure a conoscenza del fatto. E contemporaneamente si abbassa l'età: ragazze sempre più giovani. Questi sono alcuni dati principali del rapporto nazionale, dati in linea con quelli della Valle d'Aosta che voglio brevemente riassumere. Dal "picco" raggiunto nel 2007 con 298 interruzioni volontarie di gravidanza, siamo passati a 240 nel 2008, a 217 nel 2009 e a 113 nel primo semestre del 2010. Le IVG di donne straniere sono state 62 nel 2009 e 33 nel primo semestre del 2010. Rispetto a questo dato, voglio segnalare un fatto, per me preoccupante: mentre il totale dei parti di donne straniere nel 2009 è stato di 267 bambini, il 21,7 percento dei 1.231 nuovi nati nella nostra regione, la percentuale delle IVG delle donne extracomunitarie è stata del 28,6 percento nel 2009 e del 29,2 percento nel primo semestre del 2010. Aumenta in Valle d'Aosta anche il numero delle minorenni che abortiscono: 8 nel 2009 pari al 3,70 percento e 5 nel primo semestre del 2010, pari a 4,45 percento. Questi i dati su cui dovremmo ragionare. A livello nazionale l'età media delle minorenni che si rivolgono al giudice per poter abortire si sta abbassando, lo dice il rapporto del SIGO (Società italiana di ginecologia e ostetricia) e dell'AOGOI (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani). Nel 1995 era di 17 anni, nel 2005 era di 16 anni e 9 mesi, ma con l'1,2 percento di richieste sotto i 14 anni. Da questa amara realtà la proposta di attivare una rete informativa che integri le competenze del medico, con le risorse della famiglia e della scuola, per andare ad intervenire fin dagli esordi dell'adolescenza, nel momento in cui i ragazzi e le ragazze sono alla scoperta del proprio corpo. Per ridurre ancora il numero degli aborti in Italia la parola chiave dei ginecologi è "intervento integrato", dunque sinergia fra scuola, consultorio, medico di base, ginecologo e famiglia che devono lavorare non più come strutture indipendenti, ma come una rete che valorizzi le rispettive risorse e competenze per garantire ai giovani una serena e consapevole educazione sessuale. Solo in questo modo si potranno ridurre i casi di interruzione volontaria di gravidanza tra le minorenni e le immigrate. La via - suggerisce l'Osservatorio nazionale sulle abitudini sessuali e le scelte consapevoli - è lavorare per promuovere un'educazione sessuale consapevole delle due categorie più vulnerabili. Una strategia che punta sulle ragazze e sui ragazzi, investendo molto anche sulla "seconda generazione" di immigrati: trasmettere messaggi di sensibilizzazione alle madri attraverso le figlie. Troppo spesso infatti le donne straniere hanno difficoltà ad ottenere le informazioni necessarie per problemi di lingua, isolamento, difficoltà culturali. Occorre poi ottenere, con l'intervento dei mediatori culturali, la disponibilità delle associazioni delle comunità straniere per definire, nel rispetto delle diverse convinzioni religiose, campagne di comunicazione per prevenire il ricorso all'aborto, migliorare l'accesso ai servizi e promuovere una contraccezione consapevole.
Se le informazioni sulla contraccezione incontrano numerosi ostacoli per arrivare alle ragazze straniere, non è che la situazione sia tanto migliore per le ragazze italiane. Queste ultime presentano un livello di educazione sessuale assolutamente insufficiente; da un'indagine SIGO risulta che solo nello 0,3 percento delle under 19 si può considerare buona e solo una su quattro raggiunge un livello sufficiente e ancora: la prima volta è senza precauzioni per una su tre e solo il 50 percento usa metodi sicuri.
Nelle premesse alla mozione abbiamo velocemente dato conto dell'orientamento di diversi Paesi esteri in merito all'educazione sessuale nelle scuole. Su questo aspetto vorrei richiamare la vostra attenzione sul caso dell'Inghilterra. In Inghilterra da quest'anno scolastico sono istituiti nelle scuole corsi obbligatori di educazione sessuale per i ragazzi e le ragazze dai 14 anni di età. Questa decisione è frutto della necessità di arginare il numero sempre crescente di gravidanze indesiderate fra le minorenni, anche, il tasso di concepimento per le ragazze fra i 15 e i 17 anni. La contraccezione, i pericoli di malattie veneree e dell'AIDS, le istruzioni per un "sesso sicuro", l'omosessualità e l'aborto: questi i temi che sono trattati con gli studenti in Inghilterra ai quali si aggiungeranno, sempre su direttiva del Governo, lezioni specifiche sul pericolo dell'abuso di droghe e di alcol. In Europa ci si mobilita per arginare le gravidanze indesiderate nella fascia più giovane della popolazione e per educare i ragazzi ad una sessualità senza rischi, e noi dobbiamo fare la nostra parte. Certo, non è facile in un Paese dove, tranne poche e interessanti esperienze, l'educazione sessuale dei ragazzi è ancora delegata quasi in toto all'istituzione "famiglia" a prescindere dalla sua preparazione, dal suo livello culturale e dalle sue convinzioni religiose. E, nei casi peggiori, a coetanei più smaliziati. In un Paese in cui ancora le coppie di fatto non sono tutelate, in un Paese che vanta un ritardo di oltre 20 anni rispetto alla Francia sull'adozione della pillola abortiva, in un Paese in cui la visione cattolica della sessualità condiziona tutta la legislazione è lecito pensare che, per recuperare il divario con il resto dei Paesi europei, su questi temi occorreranno ancora decenni. Io invece voglio pensare e credere che la nostra Regione voglia imboccare la strada del diritto di ogni giovane ad essere correttamente informato per vivere in modo sicuro e responsabile la sua sessualità. Un percorso di informazione anche per abbattere gli stereotipi di genere e promuovere, dalla più tenera età, la cultura dell'uguaglianza fra bambine e bambini, fra ragazze e ragazzi. In questa direzione ci sono esperienze attive di laboratori nelle scuole a partire dalle scuole dell'infanzia. Non si parte da zero e sono d'accordo con il primario, dottor. Cannizzo, quando ricorda ne La Stampa di oggi che l'Assessorato competente ha già fatto molto. Io non disconosco mai i progetti e i programmi innovativi e positivi quando essi vengono messi in atto, ma ricordo sempre che tutto è perfettibile, si può sempre fare un passo in più. Nelle scuole medie nell'ultimo anno è previsto uno specifico corso di orientamento. L'azienda USL della Valle d'Aosta, d'intesa con alcune scuole, da tempo sta già facendo corsi, iniziative e percorsi di educazione sessuale, così come nei consultori il tema della procreazione rientra fra gli interventi svolti. Non dimentico poi Il Pangolo che attua interventi di educazione sanitaria, ma soprattutto prende in carico adolescenti che presentano problematiche che spaziano dal disagio, all'uso di sostanze, ad ansie di tipo sessuale. Dobbiamo fare di più: dobbiamo coordinare quel lavoro che oggi si sostiene, possiamo dirlo, anche in modo volontaristico, dobbiamo avere anche il coraggio di fare prevenzione e non solo educazione e raccogliere l'invito che dalle pagine del settimanale La Vallée Notizie il 7 agosto di quest'anno ha lanciato un'ostetrica in servizio presso il nostro ospedale: "Occorre assolutamente fare campagna di prevenzione nelle scuole ma, a mio parere, già negli ultimi anni delle elementari e non solo nelle scuole medie, essendosi infatti abbassata l'età media dei primi rapporti sessuali, intervenire con corsi di educazione sessuale alle scuole medie è, secondo me, troppo tardi". Io non ho specifiche conoscenze o competenze in materia, ma i dati, le ricerche, le cose dette da una persona competente (che ho letto prima) rappresentano una realtà e evidenziano un'ignoranza che va affrontata; ecco perché ho trasmesso le mie preoccupazioni al gruppo e insieme abbiamo preparato questa mozione.
Le conoscenze della scuola e della sanità devono essere raccolte per dare alla politica elementi, suggerimenti e proposte per intervenire in modo corretto e programmato e coordinato; abbiamo indicato 120 giorni, un tempo ragionevole per condividere con la commissione un percorso di informazione prima, prevenzione ed educazione ad una sessualità responsabile. Senza saperlo abbiamo di fatto reso operativa la risoluzione proposta a conclusione dei lavori del Comité de coopération interparlamentaire, appena approvata dall'Assemblea, à propos de l'éducation à la vie affective et sexuelle. Per concludere, vorrei leggervi uno stralcio tratto da una lettera del 1907 di Sigmund Freud al dottor Furst, che gli chiedeva uno scritto sull'educazione sessuale dei bambini: "Che cosa ci si può proporre di ottenere rifiutando ai bambini o diciamo ai giovani tali spiegazioni sulla vita sessuale dell'uomo? Si teme forse di risvegliare precocemente il loro interesse per queste cose prima che si ecciti da solo? O si spera, occultando le cose, di poter trattenere l'istinto sessuale fino a che possa imboccare le sole strade che sono aperte all'ordinamento borghese della società? Si pensa che i bambini non manifesterebbero alcun interesse o alcuna comprensione dei fatti sessuali se la loro attenzione non vi fosse richiamata da un intervento altrui? Si ritiene possibile che quelle cognizioni che si rifiutano loro non vengano fornite per altre vie? O si ha davvero seriamente il proposito di ottenere che essi più tardi considerino basso ed esecrabile tutto ciò che ha anche fare con quella sessualità, da cui genitori ed educatori li hanno voluti tener lontani il più a lungo possibile?". È da notare che nel 1907 si era appena adottata ufficialmente la tesi secondo la quale il concepimento avviene attraverso l'unione di un ovulo e uno spermatozoo, anni luce indietro dal punto di vista scientifico dalle nostre attuali conoscenze, anni luce in avanti invece le considerazioni di Freud rispetto alla mentalità dell'Italia di un secolo dopo.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie Presidente.
Questa mozione dà la possibilità di dire quali sono tutte le attività che si stanno mettendo in campo nelle scuole riguardo tale tema dell'informazione sulla sessualità e la contraccezione, risposta che è stata condivisa con l'Assessorato dell'istruzione e con la Sovrintendenza agli studi. Siamo tutti d'accordo che, per l'acquisizione di una consapevole identità di genere, è fondamentale l'introduzione dell'educazione della sessualità o dell'educazione relazionale affettiva nella scuola; essa non deve essere introdotta come intervento a situazioni di emergenza, ma deve far parte di tutta quella serie di misure preventive: leggi, consultori familiari, campagne di informazione finalizzate alla formazione della persona e ad un atteggiamento consapevole e positivo nei confronti della sessualità. Svolgere una mirata azione preventiva in ambito scolastico può produrre risultati soddisfacenti soprattutto perché tale azione è diretta a tre sistemi di riferimento: per il bambino, l'adolescente, per i genitori, per l'insegnante e i pari. Una buona prevenzione consiste essenzialmente in un progetto educativo globale per il benessere psichico e fisico dello studente e l'informazione è solo uno dei passaggi sicuramente indispensabili per l'obiettivo da raggiungere. L'educazione alla sessualità a sua volta fa parte di quelle attività indirizzate alla crescita della persona, alla comprensione e valorizzazione delle differenze fra ogni tipo di multiculturalità e della conoscenza e consapevolezza del ruolo delle istituzioni sociali e politiche.
È partendo da questi presupposti che negli ultimi tempi le scuole, in stretta collaborazione con i servizi sanitari, hanno introdotto corsi di educazione alla sessualità, che è una delle risposte che gli adulti possono dare ad una necessità evolutiva dei bambini e degli adolescenti; mi sembra giusto che in questa scuola aggiornata ed attenta l'educazione sessuale debba necessariamente trovare il suo spazio e la sua dignità, anche perché molti sono i fattori che hanno recentemente contribuito a rinnovare l'attenzione a questo argomento, i fattori sono: un approccio precoce con la sessualità da parte degli adolescenti, l'insorgere di una nuova ed epocale malattia a trasmissione sessuale come l'AIDS; il prolungamento dell'adolescenza reale causato dalla dipendenza dai genitori strettamente collegata al nuovo livello degli studi e dalla disoccupazione giovanile, che hanno provocato l'innalzamento dell'età matrimoniale; graduale scoperta della sessualità distinta dalla riproduttività con la ricerca di valori nuovi da attribuire alla vita sessuale; diffusione di pubblicazioni editoriali, carta stampata, supporti audiovisivi, internet e di campagne pubblicitarie che utilizzano l'erotismo e spesso la pornografia proponendo nuove forme di soddisfazione sessuale (linee telefoniche erotiche, club, cybersex). Nuovi stili di vita hanno progressivamente modificato i principi, le regole, i ruoli e i modelli della società tradizionale, senza proporre modelli e valori sostitutivi per le nuove generazioni. In questo contesto appare evidente come l'educazione sessuale non sia una semplice trasmissione di informazioni, ma va considerata nello sviluppo globale della capacità comunicativa e relazionale.
La Sovrintendenza agli studi, in collaborazione con i servizi e gli operatori dell'azienda USL e con i professionisti esterni, ha proposto nel catalogo dei progetti di educazione alla salute per l'anno scolastico 2010-2011, approvato con delibera di Giunta regionale n. 1633 del 18 giugno, inviato alle istituzioni scolastiche il 10 agosto 2010 e presentato ai dirigenti scolastici nel settembre 2010, i seguenti progetti che trattano gli argomenti in questione: Promozione del benessere ed educazione all'affettività e sessualità: promuovere l'educazione all'affettività e sessualità per gli alunni delle scuole secondarie di 2° grado; Promozione del benessere ed educazione all'affettività e sessualità sul singolo alunno disabile: promozione dell'educazione all'affettività e alla sessualità degli alunni disabili delle scuole secondarie di 1° e 2° grado; Progetto Edusex: promuovere l'educazione all'affettività e alla sessualità rivolta agli alunni delle classi terze delle scuole secondarie di 1° grado; Progetto Edusex: promuovere l'educazione all'affettività e alla sessualità consapevole e responsabile, prevenzione delle malattie trasmissibili sessualmente rivolte agli alunni del biennio delle scuole secondarie di 2° grado; Progetto Edusex: promuovere l'educazione all'affettività e alla sessualità rivolte alle quinte classi delle scuole primarie; Impara l'ABC: altro progetto, promuovere l'educazione all'affettività e alla sessualità per giovani di età compresa fra i 14 e i 19 anni che frequentano le scuole secondarie di 2° grado, possibilità di estendere l'iniziativa ai ragazzi delle scuole secondarie di 1° grado; Educazione alla sessualità : prevenire comportamenti a rischio sulla tematica della sessualità adolescente rivolto alle classi terze di scuole secondarie di 1° grado; Sì parliamone: percorso di prevenzione all'abuso sessuale, promuovere l'educazione all'affettività e alla sessualità rivolto alle scuole primarie, docenti e genitori.
Accanto ai numerosi progetti dedicati alla scuola è d'obbligo ricordare le attività territoriali, in particolare quelle afferenti al consultorio adolescenti Il Pangolo, questo spazio appositamente predisposto ed attrezzato, separato dalle sedi degli attuali presidi socio-sanitari distrettuali, si caratterizza quale ambito specifico per gli adolescenti che vi accedono liberamente, senza pagamento del ticket. Ha una valenza informativa, preventiva, di accoglienza, di ascolto e di presa in carico di aspetti relativi alla sessualità, alla salute e alle dinamiche relazionali; stiamo studiando un progetto di prevenzione rivolto ai ragazzi adolescenti per tutta una serie di patologie che una volta venivano svelate dalla visita di leva, che adesso non c'è più, in collaborazione con l'Andrologia. Gli operatori che vi operano sono due psicologhe, due ostetriche, un assistente sociale, un ginecologo, un andrologo, un'infermiera generica; gli interventi che portano avanti sono a livello preventivo, dove risulta necessaria una presa in carico in termini curativi, gli operatori accompagnano gli utenti verso le strutture specialistiche del territorio e ospedaliere. Il consultorio è luogo di parola, gli adolescenti possono andarvi liberamente, chiedere informazioni, consulenze, confrontarsi su un problema, effettuare un percorso diagnostico. La struttura è aperta al pubblico tre pomeriggi la settimana, parallelamente gli operatori collaborano con strutture esterne al servizio che sono in stretto contatto con gli adolescenti, come le scuole, centri giovani e parrocchie. In questo caso l'intervento si attua attraverso progetti di educazione alla salute, lavori con gruppi di adolescenti.
Infine, a completamento delle informazioni, comunico che è stato avviato da qualche mese un gruppo di lavoro misto operatori regionali, extraregionali, USL, scuola, privato sociale che nell'ambito del Programma nazionale Guadagnare salute in adolescenza e del Progetto La peer education riguardante la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, al quale come Regione abbiamo aderito e che fra gli altri obiettivi ha quello di creare all'interno di ciascuna realtà regionale un gruppo di peer education, composto da almeno 15-20 ragazzi e ragazze di età compresa fra 15 e 17 anni, che dopo un percorso di formazione siano in grado di realizzare interventi e attività sulle tematiche della sessualità in un'ottica di coinvolgimento dei pari.
Per quanto riguarda il coinvolgimento dei minori e delle donne extracomunitarie, il vero problema è legato alle differenze culturali, in quanto si hanno maggiori difficoltà a trasmettere messaggi sull'argomento in questione; il pensare ad attività specifiche e particolari per extracomunitarie sicuramente potrebbe essere letto come una ghettizzazione. Si confida sul fatto che ormai sono parecchie le minori extracomunitarie che frequentano la scuola valdostana e hanno l'opportunità di partecipare e sfruttare i numerosi progetti che ho menzionato.
Per quanto riguarda la mozione, alla luce di questa attività che si sta portando avanti, dei progetti futuri che ho annunciato, riteniamo di astenerci, ma con convinzione, nel senso che tutta questa tematica non è assolutamente non considerata: ci sono progetti precisi che da quest'anno vengono portati avanti e saranno riconfermati nel prossimo anno.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Mi scusi, Presidente, aspettavo che qualche consigliere prendesse la parola, così non è stato, allora vorrei replicare all'Assessore. Ho apprezzato la relazione fatta, una relazione completa, svolta d'intesa fra i due assessorati; molte cose non le conoscevo, mentre conosco il lavoro fatto in questi anni, in particolare dall'Azienda USL. La nostra volontà, quando abbiamo stilato la mozione, era di affrontare il tema, perché ci sembra importante per la nostra società lavorare per abbattere gli stereotipi partendo dalle scuole, come ha detto l'Assessore, promuovendo una cultura dell'uguaglianza di genere fin dalla più tenera età e da lì cominciare per parlare anche di educazione sessuale, dibattere, organizzare laboratori con le bambine e i bambini della scuola dell'infanzia, articolando il confronto e l'approccio sul controllo delle relazioni amorose, sulla cittadinanza di genere, sull'autenticità e sul valore di questa parola, perché credo che, partendo dalla più tenera età, si possa sconfiggere con l'intelligenza una società fondata sull'immagine, sulla forza, sui falsi miti e anche sulla bellezza, sui simboli per far avanzare una comunità, o far prevalere una comunità saldamente ancorata invece ai valori, agli affetti, alle relazioni di parità fra uomo e donna.
Nella mozione chiedevamo un progetto per le scuole, abbiamo visto che la Sovrintendenza, in particolare in questi mesi, ha approntato una serie di interventi specifici nei diversi gradi di scuole. Vorremmo modificare a questo punto la parte deliberativa: di impegnare non più l'Assessore a presentare un progetto, ma i due assessorati a relazionare d'intesa, a febbraio, sulla campagna di educazione che stanno portando avanti congiuntamente l'Azienda USL e l'Assessorato regionale Istruzione e Cultura per far conoscere gli orientamenti, le positività, ma anche le difficoltà che incontrano questi progetti e poi, per un maggiore coordinamento della politica, con le cose che vengono fatte dai tecnici, dai funzionari, dagli apparati; credo che questo scollamento non faccia bene né alla politica, né alle amministrazioni. Se fosse possibile cambiare la parte impegnativa: a relazionare nella commissione competente sull'attività rispetto alla campagna di educazione e di prevenzione all'interruzione di gravidanza, per testimoniare realmente, anche con l'attività fatta, delle cose dette oggi dall'Assessore, d'intesa con l'Assessore Viérin.
Presidente - Per me va bene, se lei formula l'emendamento... prima bisogna che concordiate la cosa con l'Assessore, è inutile emendare un atto se poi esso non viene approvato! A questo punto sospendo il Consiglio per cinque minuti, va bene?
Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,18 alle ore 17,25.
Presidente - Riprendiamo i lavori. Il testo del deliberato della mozione è stato così modificato:
"Il Consiglio regionale impegna l'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali e l'Assessore regionale all'istruzione e cultura, di concerto, a relazionare, nella competente commissione consiliare, al termine dell'anno scolastico 2010-2011 sui progetti previsti per l'informazione su sessualità e contraccezione nelle scuole e per le donne straniere che vivono in Valle d'Aosta".
La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie Presidente.
Con questa modifica, che va ad impegnare gli Assessori a relazionare in V Commissione alla fine dell'anno scolastico, diamo il voto favorevole a tale mozione.
Presidente - Pongo in votazione la mozione nel testo così modificato:
Mozione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Premesso che la relazione annuale del Ministero della Giustizia sull'attuazione della legge concernente le norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza definisce "preoccupante" il fenomeno degli aborti delle minorenni autorizzato dal giudice tutelare e che l'età delle ragazze che richiedono l'interruzione di gravidanza è in continuo calo;
Ricordato che la relazione conferma la progressiva diminuzione degli aborti volontari in Italia, nel 2009 sono stati 116.933, il 3,6% in meno rispetto al 2008, la metà nei confronti del "picco" raggiunto nel 1982 (allora furono 234.801);
Ricordato ancora che continua invece ad aumentare il ricorso all'aborto tra le immigrate: nel 2008 il fenomeno riguardava il 33,0% del totale delle IVG, mentre nel 1998, tale percentuale era del 10,1%;
Constatato che in Valle d'Aosta, mentre i dati assoluti sono fortunatamente in calo, le interruzioni volontarie di gravidanza che riguardano le minori e le donne extracomunitarie sono purtroppo in aumento (8 nel 2009 le minorenni, il 3,70% e 62 le donne straniere, il 28,60%, nel primo semestre di quest'anno le minorenni 5, il 4,45% e le donne straniere 33, il 29,20%);
Preso atto che, secondo i dati Sigo - Società italiana di ostetricia e ginecologia - il 21% dei ragazzi utilizza come fonte di informazione della sessualità la pornografia, il 58% delle ragazze sostiene di non usare contraccettivi perché non li ha "a disposizione", il 64% vorrebbe discutere di sessualità in classe e che una ragazza su 6 a 14 anni ha già fatto l'amore, mentre 6 su 10 lo fanno tra i 15 e i 18 anni e che il 37%, la prima volta, non utilizza alcuna protezione o solo il coito interrotto;
Preso atto ancora che in Italia la prima proposta di legge sull'educazione sessuale nelle scuole risale al 1975, il testo unificato del 1979, riproposto più volte con le dovute modifiche, giace ancora in Parlamento, in Svezia era prevista come materia facoltativa dal 1942 e ora fa parte integrante dei programmi scolastici, in Olanda è attivo un programma "Amore per tutta la vita" nelle medie inferiori e superiori, in Francia l'educazione sessuale è obbligatoria dal 1985, in Germania dal 1970, in Inghilterra dallo scorso novembre (prima era facoltativa), negli USA e in Spagna è presente, ma a discrezione delle scuole;
Impegna
l'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali e l'Assessore regionale all'istruzione e cultura, di concerto, a relazionare nella competente commissione consiliare, al termine dell'anno scolastico 2010-2011 sui progetti previsti per l'informazione su sessualità e contraccezione nelle scuole e per le donne straniere che vivono in Valle d'Aosta.
F.to: Rigo - Donzel - Carmela Fontana
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.