Objet du Conseil n. 1455 du 3 novembre 2010 - Resoconto
OGGETTO N. 1455/XIII - Petizione per un centro regionale di compostaggio e per la raccolta dell'umido in Valle d'Aosta. (Reiezione di una risoluzione)
PETIZIONE POPOLARE PER UN CENTRO REGIONALE DI COMPOSTAGGIO E PER LA RACCOLTA DELL'UMIDO IN VALLE D'AOSTA
Al Presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Ai Consiglieri regionali
Premesso che
? La frazione organica rappresenta un'ingente quota dei rifiuti (RSU) che finiscono in discarica a Brissogne: circa il 21% del totale, ovvero 10.000 ton all'anno.
? Una raccolta ben eseguita, oltre a trasformare i rifiuti in risorsa, consentirebbe di allungare fino al 20% la vita residua della discarica, con i relativi benefici economici e ambientali.
? Senza la raccolta della frazione umida risulterà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) imposti dalla legge Italiana e dall' Unione Europea (65% entro il 2012).
? La frazione organica dei rifiuti è responsabile dei cattivi odori e dell'emissione in atmosfera della maggior parte dei gas climalteranti.
? Dalla frazione organica, trattata invece in un centro di compostaggio, si ottiene compost utilizzabile nei giardini e negli orti.
? La raccolta dell'umido con gli appositi cassonetti è una pratica abituale e consolidata in molte città d'Italia e sarebbe fattibile anche da noi.
CON LA PRESENTE PETIZIONE
NOI SOTTOSCRITTI CHIEDIAMO QUINDI
- DI COSTRUIRE UN CENTRO DI COMPOSTAGGIO REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI (o in alternativa vari centri di compostaggio per ogni singola Comunità Montana).
- DI INCENTIVARE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ORGANICI, LADDOVE NON SIA POSSIBILE IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO.
- DI DISTIBUIRE GRATUITAMENTE LE COMPOSTIERE ALLE FAMIGLIE CHE NE FACCIANO RICHIESTA.
Questa petizione è promossa dal Comitato Rifiuti Zero VdA in collaborazione con:
? Legambiente VdA
? Amici del Viale della Pace
? Diritto al Futuro
? Codacons
? Adiconsum
Seguono le firme di 1.072 cittadini
(omissis)
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
"In relazione alla petizione di cui in oggetto, presentata in data 12 luglio 2010 e assegnata alla III Commissione consiliare in data 20 luglio 2010, mi pregio comunicare le risultanze degli approfondimenti svolti dalla stessa.
La Commissione, in data 29 settembre 2010, ha audito una delegazione dei firmatari e l'Assessore competente, dott.ssa Manuela ZUBLENA.
Il primo firmatario della petizione, Sig. Fabrizio ROSCIO, ne ha illustrato i contenuti evidenziando che la stessa propone l'istituzione della raccolta della frazione umida del rifiuto e la costruzione di un impianto regionale per il trattamento di tale rifiuto con la contestuale produzione di compost, utilizzabile come ammendante in agricoltura.
Ha ribadito che l'istituzione della raccolta dell'umido consentirebbe il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalle normative europee e nazionali, oltre ad allungare la vita residua della discarica di Brissogne.
Ha sottolineato, inoltre, l'importanza di incentivare il compostaggio domestico e quello collettivo. Infine, ha relazionato in merito ad alcune iniziative adottate nelle province di Bolzano e di Asti e nei paesi scandinavi.
La Sig.ra Alessandra PICCIONI, Presidente di Legambiente VdA, ha riferito che, tra la cittadinanza, si riscontra una notevole sensibilità in relazione al tema del compostaggio domestico e che l'attivazione della raccolta separata dell'umido potrebbe consentire un miglior funzionamento del costruendo pirogassificatore.
Il Sig. ROSCIO ha fornito alcune indicazioni in merito all'utilizzo del compost in agricoltura.
L'Assessore ZUBLENA ha ricordato che la Direttiva 2008/98/CE deve ancora essere recepita dalla normativa nazionale. Ha riferito in merito all'opportunità di incentivare il compostaggio domestico e all'esistenza di problematiche di carattere legislativo per l'attivazione del compostaggio collettivo.
Ha rammentato che presso la discarica sono presenti notevoli quantitativi di compost (derivanti dalla raccolta degli sfalci verdi) che non trovano una collocazione nel mercato.
Ha, inoltre, riferito di non essere in linea di principio contraria alla realizzazione di un impianto di compostaggio, ma di ritenere opportuno che sia espletata la gara per l'individuazione del concessionario che dovrà elaborare una proposta tecnico-economica per la realizzazione dell'impianto di pirolisi e gassificazione per la gestione del rifiuto indifferenziato.
La Commissione, in data 8 ottobre 2010, ha audito il dr. Giorgio GHIRINGHELLI, Coordinatore scientifico dell'Osservatorio regionale dei rifiuti della Valle d'Aosta.
Il dr. GHIRINGHELLI ha riferito che le istanze sollevate dalla petizione avrebbero potuto essere discusse nell'ambito dell'Osservatorio regionale dei rifiuti. Ha analizzato i diversi punti della petizione, evidenziando che il quantitativo di 10.000 tonnellate indicato nella stessa risulta essere sovrastimato rispetto a quello realmente intercettato e che la raccolta della frazione organica può favorire il raggiungimento della percentuale richiesta dalla normativa vigente.
Ha sottolineato la presenza di due problematicità connesse alla costruzione di un impianto di compostaggio in Valle d'Aosta:
· il quantitativo limitato di rifiuti da trattare per consentire il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario;
· la difficoltà di utilizzare il compost nel territorio regionale, anche alla luce dello scarso utilizzo del compost prodotto dalla Valeco con la raccolta degli sfalci.
Ha concordato con il contenuto della petizione relativamente al fatto che la raccolta dell'umido è ormai una pratica consolidata in molte realtà nazionali.
Ha sottolineato che, per la raccolta della frazione organica di utenze selezionate, sarebbe fondamentale valutare opportunamente i costi e definire il destino del compost prodotto.
Ha sottolineato che un'eventuale soluzione potrebbe essere quella di dotarsi di un impianto di digestione anaerobica, grazie al quale si produrrà dell'energia rinnovabile, mentre gli scarti potrebbero essere destinati alla valorizzazione energetica.
Ha evidenziato che l'efficienza del processo di gassificazione è inversamente proporzionale all'eterogeneità dei rifiuti.
Ha, infine, tratto spunto dalla sua esperienza lavorativa per illustrare un progetto relativo ad un impianto di depurazione delle acque civili dotato di due digestori anaerobici, uno dei quali potrebbe essere dedicato al trattamento della frazione organica - queste sono state le audizioni che la commissione ha affrontato nelle due diverse riunioni -.
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Ricordato
che, a livello europeo, il riferimento normativo è la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 2008/98/CE, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, che definisce il concetto di rifiuto organico e che a livello statale è in corso di modificazione il decreto legislativo n. 152 del 2006... con la finalità di recepire la nuova direttiva europea, il cui termine di recepimento è il 12 dicembre 2010.
Considerato
che il Consiglio regionale con deliberazione n. 1117/XIII del 24 marzo 2010, avente ad oggetto ulteriori determinazioni in merito alle azioni finalizzate all'attuazione e revisione del piano regionale di gestione dei rifiuti di cui alla l.r. n. 31/2007, con particolare riferimento al sistema di trattamento finale dei rifiuti, ha definitivamente approvato le nuove linee strategiche per il nuovo scenario di trattamento dei rifiuti in Valle d'Aosta.
Gli elementi che hanno contribuito alla scelta possono essere riassunti come segue:
- la compatibilità con le azioni di gestione indicate dall'UE aventi l'obiettivo di ridurre i quantitativi di rifiuto indifferenziato attraverso azioni di prevenzione nella produzione di rifiuti, nonché di riuso, riciclo e recupero anche energetico;
- la garanzia di flessibilità e modularità del processo di adattamento ai quantitativi effettivamente prodotti di rifiuti e il perseguimento della loro riduzione;
- la riduzione dell'impatto sull'ambiente tramite la diminuzione delle emissioni di agenti inquinanti prodotti dai trattamenti dei rifiuti. È questa una delle ragioni che ha portato il Consiglio a riconsiderare il progetto di realizzazione di un termovalorizzatore dimensionato in modo da trattare un quantitativo pari al doppio dei rifiuti quotidianamente prodotti, per il quale la metà del combustibile necessario sarebbe provenuto dalla coltivazione della discarica esistente, da cui estrarre il rifiuto stoccato;
- la minimizzazione della produzione di scorie da conferire in discarica;
- la riduzione dell'impatto anche dal punto di vista del paesaggio e dell'occupazione del suolo, attraverso il contenimento delle dimensioni degli impianti e delle discariche. Inutile sottolineare come nel territorio di alta montagna sia importante il risparmio e l'ottimizzazione dell'uso del suolo;
- la valorizzazione energetica a vantaggio della collettività, come previsto dalla legge regionale 31/2007;
- la riduzione dei tempi di costruzione, di messa in opera e di avviamento degli impianti, tenuto conto della capacità residua della discarica di Brissogne anche al fine di pervenire all'utilizzo della stessa quale sistema residuale;
- la garanzia di costi coerenti con le "migliori tecniche disponibili (BAT)", sia rispetto alla realizzazione dell'impianto che alla gestione.
Constatato
che il Piano regionale di gestione dei rifiuti (che prevedeva anche la realizzazione di un impianto di compostaggio dei fanghi prodotti dai depuratori delle acque reflue urbane e dei rifiuti organici provenienti da utenze selezionate), approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 3188/XI, del 15 aprile 2003, risulta ora, limitatamente agli aspetti di trattamento finale dei rifiuti, non più adeguato all'evoluzione normativa, con particolare riferimento alla direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, in corso di recepimento da parte dello Stato.
Gli obiettivi di gestione dei rifiuti definiti dal nuovo quadro normativo comunitario e nazionale prevedono in sintesi:
a) l'obbligo del raggiungimento dell'autosufficienza nel trattamento dei rifiuti urbani e assimilati all'interno degli ambiti territoriali ottimali di produzione (il territorio regionale), nonché l'obbligo della realizzazione di almeno un impianto a tecnologia complessa in ciascun ambito;
b) l'individuazione della discarica come impianto residuale esclusivamente per lo smaltimento dei rifiuti che risultano da attività di trattamento. Con il decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, la discarica ha perso la funzione di impianto di riferimento, che costituiva la base della precedente pianificazione regionale;
c) l'individuazione delle specifiche tipologie di rifiuti da raccogliere obbligatoriamente in modo differenziato (carta, cartone, vetro, metalli, plastiche, alluminio), la cui destinazione finale deve essere l'effettiva valorizzazione;
d) che, in considerazione di quanto previsto dall'articolo 4, secondo paragrafo, dall'articolo 11... eventuali altre raccolte differenziate, ivi compresa quella dell'organico domestico, sono attivabili solo "qualora fattibili sul piano tecnico, ambientale ed economico e devono soddisfare i criteri qualitativi per i settori di riciclaggio pertinenti."
Nello specifico delle problematiche riferite alla frazione organica, la Commissione riscontra:
- che la Regione ha fissato obiettivi finalizzati alla riduzione della produzione dei rifiuti attraverso la promozione del compostaggio domestico;
- che i sottoambiti territoriali ottimali (Comunità montane e Comune di Aosta) hanno individuato, nelle proprie pianificazioni, azioni specifiche volte alla divulgazione della pratica del compostaggio domestico;
- che i fanghi degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane non hanno caratteristiche di qualità tali da essere destinati, sia pure con processi di compostaggio, al riutilizzo nel settore agronomico - da questo punto di vista, sarà il collega Prola ad intervenire -;
- che pertanto, in conseguenza dell'obiettivo stabilito dalle disposizioni comunitarie relativamente all'obbligo dell'avvio dell'utilizzazione agronomica di detti rifiuti, vi sono enormi difficoltà per un loro riutilizzo razionale nella nostra regione;
- che, in base ai nuovi orientamenti in materia di gestione dei rifiuti... approvati dal Consiglio regionale con deliberazione n. 639/XIII del 25 giugno 2009 e deliberazione n. 1117/XIII del 24 marzo 2010, si tende all'abbandono delle discariche per rifiuti urbani.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto,
la Commissione:
ritiene, a maggioranza, che la proposta contenuta nella petizione relativa alla realizzazione di un impianto di compostaggio dei rifiuti organici non sia coerente con le decisioni assunte dal Consiglio regionale in materia di gestione dei rifiuti.".
Questa è la relazione che ho presentato a nome della commissione, ma volevo solo fare alcune riflessioni ulteriori. In modo particolare volevo riprendere anche il passaggio del dottor Ghiringhelli, dove sottolinea che le istanze sollevate dalla petizione avrebbero potuto essere discusse nell'ambito dell'Osservatorio regionale dei rifiuti, così come è previsto fra l'altro dalla legge regionale n. 31/2007, che prevede appunto la possibilità di attivare un osservatorio regionale sui rifiuti, così come poi nel 2009 è stato attivato... Devo dire che sull'attivazione di esso ci fu una grande mobilitazione anche da parte di quelle associazioni che oggi sottoscrivono questa petizione, che chiedevano di avere la possibilità di partecipare all'interno dell'osservatorio, dove vorrei ricordare come ogni componente possa richiedere dei punti all'ordine del giorno da discutere... ebbene è stato attivato, c'è un canale istituzionale come quello dell'Osservatorio regionale dei rifiuti, dove non sono assolutamente state presentate richieste e questo in un organismo tecnico dove avrebbero potuto effettivamente analizzare la questione, dopodiché era lecito eventualmente fare il passaggio successivo, se non erano soddisfatte, attraverso una petizione. Riteniamo che forse c'è una necessità di piantare una bandierina, non so se verde o nera, ma c'è la necessità di avere una presenza più politica rispetto al contributo per cercare di risolvere una questione, che dovrebbe toccare tutti.
Altro punto che voglio sottolineare è la questione che è praticamente al primo punto della normativa europea: quella della riduzione dei rifiuti. Tendenzialmente abbiamo tutti l'abitudine di dire agli altri che devono ridurre, qui c'è un sistema di spreco e in proposito voglio sottolineare il caso ripreso dalla stampa pochi giorni or sono, per la precisione lunedì 1° novembre, che dice che siamo il Paese che butta il cibo. Siccome oggi stiamo parlando proprio di organico, ritengo che questo sia un aspetto importante, perché ogni giorno una certa quantità di cibo, pur essendo perfettamente consumabile, viene gestita come rifiuti. È un paradosso, con conseguenze pesanti sotto i diversi punti di vista: alimentare, ambientale, sociale ed economico. Analizza praticamente i diversi sprechi che vengono fatti nel nostro Paese e passa quello che lui definisce l'ultimo anello, la famiglia, dove dice che ci sono dei valori altissimi di spreco: si raggiunge il 17 percento sull'ortofrutta e il 39 su latte, uova, carne, formaggi! Visto che parliamo di compostaggio, questo è compost e non avremmo bisogno di intercettarlo. C'è un aspetto economico non indifferente: ci sarebbe un recupero economico di 561, che è superiore al bon chauffage, senza bisogno neanche di presentare la domanda.
Ultimo punto che voglio toccare: ho letto che Legambiente definisce già la tariffa e sinceramente sono esterrefatto dalla capacità di queste persone di definire quale sarà il costo della tariffa quando noi siamo ancora in fase di pre-gara! Qui definiscono la ragguardevole cifra di 220 euro a tonnellata, sinceramente non so come siano stati in grado di definire tale tariffa, se queste persone riusciranno a spiegarmelo, mi faranno un grosso favore. Io sinceramente posso dirvi che, come sapete, le tariffe sono la sommatoria di due aspetti: il costo per quanto riguarda la raccolta e il trasporto e il costo di smaltimento.
Per quanto riguarda il discorso relativo al costo di smaltimento, che è quello che riguarderà la nostra gara, vi posso dire che l'aspettativa è che la tariffa futura, al netto degli investimenti, in parità di raffronto con l'attuale sistema, sarà sicuramente inferiore, quindi aspetto eventualmente delucidazioni. Grazie.
Président - Collègues, est parvenue à la Présidence une proposition de résolution signée par ALPE et PD. J'ouvre la discussion générale.
La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Abbiamo oggi davanti a noi una petizione popolare, non è la prima sul tema di gestione dei rifiuti, un'altra petizione qualche anno fa è stata estremamente significativa nell'accompagnare un ripensamento politico da parte della Regione Valle d'Aosta e ancora credo che, senza schieramenti pregiudiziali e ideologici, dobbiamo essere riconoscenti all'attivismo civico dei nostri concittadini, che hanno posto significativamente dei problemi e credo abbiano dato avvio in questa legislatura ad un coinvolgimento serio da parte della Regione su tale tematica. Seppur giungendo a diverse conclusioni, da tempo affrontiamo queste tematiche e, pur senza esserne diventati degli esperti, abbiamo cominciato a praticare linguaggi, terminologie, tecniche e alcuni nostri colleghi, in particolare dal Presidente Comé in avanti, ne sono diventati, forse loro malgrado in un certo senso, a giusto titolo delle persone competenti, più competenti sicuramente di quanto non sia io, ma cerco in questa circostanza, anche per l'assenza forzata involontaria oggi del nostro collega Cerise, di riassumere il punto di vista del nostro gruppo su tale petizione, rispetto alla quale ci siamo dissociati dalla decisione e dalla proposta della maggioranza della commissione.
Questa petizione, lo ricordo, è estremamente sintetica, chiara nel suo enunciato, parte da una constatazione: che finiscono in discarica a Brissogne circa 10.000 tonnellate l'anno di frazione organica, una quota probabilmente individuata per difetto e non per eccesso, quindi anche superiore in termini di valutazione operata dai collaboratori tecnici che hanno messo a loro disposizione delle valutazioni, comunque stiamo parlando di un quinto della massa complessiva di rifiuti che produciamo nella nostra regione, quindi di una quota rilevante. Nella petizione si dice che, se facciamo una raccolta intelligente e trasformiamo questa quota in risorsa, possiamo allungare di un quinto la durabilità residua di una discarica, che già adesso pone dei problemi di contenimento di tali volumi. Gli oltre mille sottoscrittori di tale petizione dicono che senza questa raccolta della frazione umida difficilmente... io credo forse sarebbe addirittura impossibile raggiungere gli obiettivi della raccolta differenziata che ci sono imposti dalla legge e dall'Unione europea. Ricordo che è un obiettivo molto alto, perché si parla del 65 percento entro il 2012, quindi una quota ben superiore a quella che noi oggi siamo in grado di raccogliere in modo differenziato.
Ci sono altre valutazioni di ordine generale sulle conseguenze non esattamente gradevoli di questa quantità di organico mantenuta così in discarica cumulativamente con gli altri residui e anche con effetti di alterazione del clima e si dice che si può fare una cosa semplice, una cosa che ormai è diffusa e praticata non solo in Italia, ma in tutta Europa: il trattamento in centri di compostaggio per ottenere compost utilizzabile nei giardini, negli orti... poi non solo in queste circostanze c'è un utilizzo molto più ampio - e fra un po' ci verremo... - di tali quote. È una pratica abituale, una pratica consolidata e cosa chiede quindi questa quota significativa di nostri concittadini? Chiede che ci sia un centro di compostaggio regionale, oppure una serie di piccoli centri di compostaggio, che si incentivi la raccolta dei rifiuti organici per rendere anche possibile il miglior compostaggio domestico e poi di distribuire delle compostiere alle famiglie che ne facciano richiesta. Non credo che "chiedano la luna": domandano una soluzione concreta e precisa ad un problema.
Devo dire che l'impressione che abbiamo ricavato anche dalla lettura attenta della relazione di maggioranza, oltre che degli atti della stessa commissione, è che si sia partiti su questo terreno un po' prevenuti. Sì è vero, si poteva anche parlare di questo nell'Osservatorio sui rifiuti; Assessore Zublena, perché non ha portato lei tale problema all'Osservatorio? La petizione è stata indirizzata a tutti i consiglieri e alla Giunta, tutti potevano chiedere questa opinione, non è un motivo ostativo il fatto che non se ne sia parlato nell'Osservatorio sui rifiuti, è una valutazione ulteriore che poteva essere fatta. È venuto d'altra parte l'esperto, ha fatto le sue valutazioni, come valutazioni aggiuntive fanno anche altre persone, compresi gli stessi sottoscrittori, che sottolineano fattori come quello delle tariffe, sulle quali una parola andrà detta. Cosa diciamo noi diversamente da questa risposta che dà la maggioranza? Secondo noi, è possibile promuovere forme di raccolta mirata di rifiuti organici presso dei produttori significativi; vi sono determinate attività produttive e di servizio dalle quali residuano quantitativi di rifiuti tali da consentire l'attivazione di un apposito servizio quanto meno a livello di sub-bacino: ci sono le attività di ristorazione, alberghi, ristoranti, mense scolastiche e aziendali, attività di vendita di prodotti ortofrutticoli sia presso i mercati, sia presso i negozi e i supermercati. Considerati i costi di organizzazione che un servizio di raccolta domiciliare comporta, questo servizio può essere proposto nelle località turistiche soprattutto che presentano una forte concentrazione di insediamenti di ristorazione e nelle aree fortemente urbanizzate, in cui vi sia una presenza di insediamenti significativi dove è possibile assicurare un servizio adeguato per mense aziendali e scolastiche. L'attivazione di questi servizi è comunque subordinata alla realizzazione dell'impianto di compostaggio, peraltro già previsto dalla pianificazione regionale, e all'adozione di norme tecniche che consentano il rispetto di disposizioni igienico-sanitarie ambientali.
Presidente Comé e Assessore Zublena, non ho letto i desiderata del gruppo ALPE: questo è il piano rifiuti del 2003 alla lettera dice che è auspicabile, che è bene farlo, che ci sono delle condizioni che lo consentono, anzi lo suggeriscono... il piano del 2003: piano votato dal Consiglio regionale, piano che è ancora pubblicato sul sito internet della Regione. Giustamente, Assessore, nel suo sito mette questa indicazione: "ci vuole un centro di compostaggio". Non è una fanfaluca di Legambiente, dei Verdolini un po' esasperati: è il Consiglio regionale della Valle d'Aosta e posso ricordarlo bene, perché ne ricordo la preparazione in seno alla Giunta regionale di queste scelte, l'indicazione del centro di compostaggio era un'indicazione strategica in quel momento ed è stata nei 7 anni successivi la linea che il Consiglio ha dato ad una Giunta che non ha ritenuto di portarla avanti, che si è orientata diversamente, ha fatto altre valutazioni, ma questo lo vorrei ricordare, altrimenti sembra che queste siano invenzioni! No, il centro di compostaggio regionale o per sub-ambiti è disposizione oggi del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, su questo penso che possiamo convenire. Dalla relazione sembra di capire che il quadro normativo sia in evoluzione, qui abbiamo una situazione non chiara, quindi al momento non si possono assumere delle decisioni.
Ci siamo dati la pena... abbiamo fatto un po' un lavoro di gruppo, perché non era tanto semplice tirare le fila di una materia obiettivamente complessa, ma dalla direttiva n. 98/2008 al decreto legislativo n. 152/2006 oggi vigente, che è stato anche ricordato dal Presidente Comé, alla legge regionale n. 31/2007 non abbiamo trovato una virgola che fosse in contrasto con questa proposta e con questa richiesta. Anzi devo dire che, leggendo bene tali documenti, si capisce che c'è un ordine di fattori da non sovvertire, c'è una certa consequenzialità da mantenere. C'è una gerarchia che è stabilita in modo molto preciso nella direttiva europea: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo e poi viene da ultimo la valorizzazione energetica. In conformità alla gerarchia dei rifiuti e ai fini della riduzione delle emissioni di gas effetto serra, è importante facilitare la raccolta differenziata e l'idoneo trattamento di rifiuti organici: questo ci dice l'Unione europea, quella è la priorità ed è vero che si sta modificando il decreto legislativo del 2006, perbacco se è vero! Lo si sta rafforzando addirittura rispetto alla direttiva europea. La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia del trattamento dei rifiuti, li ribadisce; la gerarchia del trattamento dei rifiuti stabilisce un ordine di priorità di ciò che costituisce la migliore opzione ambientale. Il recupero della frazione organica è quindi un "a priori" rispetto a tutti gli altri problemi, che poi in altro momento abbiamo discusso o discuteremo, ma questo è un "a priori" e, rispetto a questo, abbiamo dei doveri a cui rispondere. L'articolo 181ter della bozza che è stata approvata in Commissione ambiente dice che le Regioni, le Province autonome, i Comuni e gli ATO, ciascuno per le proprie competenze, adottano misure volte ad incoraggiare la raccolta separata, il trattamento dei rifiuti organici entro 180 giorni. Caspita! Stabilirà fra poco anche dei termini molto rigorosi, azioni a breve termine, in modo a noi sembra ancora più restrittivo di quanto non fissi la direttiva europea. Sostanzialmente allora noi temiamo questa condizione di inadempienza, a parte la scelta che riteniamo comunque essere una scelta di civiltà e di buon senso da misurare in termini economici. Valuteremo in parte adesso nei limiti del possibile e in parte più avanti, ma i tentativi che sono stati finora condotti - mi riferisco in particolare alla delibera n. 3586/2008 sull'incentivazione dell'autocompostaggio e l'introduzione delle ecofeste - purtroppo non hanno ancora dato dei risultati molto significativi; nonostante investimenti anche importanti, la produzione dei rifiuti è - in controtendenza con il resto del Paese - in aumento. Non è quindi stato dato seguito al piano regionale di gestione dei rifiuti, che ricordo è ancora valido nella sua sostanza.
Non apriamo allora qui il discorso sullo smaltimento finale dei rifiuti, sulla chiusura o meno in Valle d'Aosta del ciclo, sulle tecniche; avremo modo di discuterne prossimamente, è in corso un lavoro attento in commissione sulle proposte che sono state avanzate, sulle linee guida che sono in discussione. Non credo che queste due problematiche debbano essere messe in conflitto, qui abbiamo una decisione precedente da assumere con assoluta tranquillità, guardiamo a come si sono mossi altri. Io sono rimasto impressionato, andando a fare la ricognizione sulla situazione dei centri di compostaggio fuori dalla Valle d'Aosta, in particolare in provincia di Bolzano, dalla loro capillarità e dal loro taglio, mi hanno colpito molto questi aspetti: sono numerosi, ma sostanzialmente dislocati per vallata in senso di equilibrio geografico e hanno delle quantità di smaltimento che sono assolutamente comparabili con le nostre, addirittura situandosi spesso al di sotto della soglia indicata anche negli studi che ci sono stati rappresentati. Ci sono dei centri che sia per quanto riguarda la fermentazione anaerobica, sia per quanto riguarda il compostaggio domestico hanno una quantità di smaltimento assolutamente in linea con il nostro fabbisogno.
Dall'altra parte c'è il mercato del compost, sul quale ci sono evoluzioni molto decise, perché è un mercato in crescita come dimostrano i dati statistici, si sta viaggiando sulle 600.000 tonnellate l'anno in Italia e, se accompagnato da criteri qualitativi e in particolare da un marchio di qualità sul prodotto, è una garanzia importante e credo che se ne possa assicurare un utilizzo non solo da parte dei privati, ma anche da parte dell'Amministrazione e di chi interviene sugli assetti del territorio in modo sostanzioso: sostanzioso anche perché ci sono delle norme che spingono in questa direzione, il decreto ministeriale sugli acquisti verdi favorisce l'acquisizione di tali prodotti fino alla quota del 30 percento; sono dati molto incoraggianti e non in contrasto con la richiesta che ci viene dalla petizione. Abbiamo una potenzialità di impianto che ragionevolmente possiamo situare fra le 10 e le 15.000 tonnellate annue nella nostra realtà, che potrebbe produrre qualcosa come 6.000 tonnellate di compost di qualità, non di compost che non possa essere utilizzato positivamente come ammendante per l'agricoltura; credo che questa, unitamente alla possibilità di ricorrere ad impianti di digestione anaerobica, possa essere una soluzione positiva. Non siamo esperti, non vogliamo sostituirci ad essi, ma guardare cosa succede intorno a noi, non pensare di avere già la verità in tasca, ma essere pronti e aperti a soluzioni che possono sicuramente alleggerire sia la condizione ambientale, sia anche il peso sulle nostre tasche, credo che ne dovremo parlare... è una cosa di grande importanza.
Altro aspetto: dove? Sembra quasi che il dove sia un problema capitale. Noi abbiamo fatto qualche piccola valutazione, ma un impianto di compostaggio non rappresenta una superficie enorme: stiamo ragionando fra 4.000 e 6.000 metri quadri, quindi un capannone, una base di poligono di 65 e 80 metri lineari. Ne abbiamo visti di peggio, qualcuno ne vuole anche comperare di peggio, ossia ne abbiamo in disponibilità di spazi di questa natura. Vi è molta preoccupazione sugli odori, si cita quello di Borgaro Torinese come veramente deplorevole, lo è sicuramente, ci sono le vicende giudiziarie riguardanti tale Comune, ma non credo che il fatto che un impianto abbia dato luogo a dei problemi squalifichi la scelta di altre centinaia di impianti che funzionano positivamente e addirittura in qualche caso rendono qualcosa a chi li realizza e li gestisce.
Siamo interessati a fare un ragionamento in positivo anche economico, perché il Presidente ha un po' ironizzato sulla preveggenza di chi dice di sapere già quali saranno le tariffe, noi però sappiamo definire che c'è un'esigenza di equilibrio economico fra quanto si spende e quanto si dovrà chiedere attraverso la tariffa; credo che su questo sia lei, sia io ne conveniamo: so che il raggiungimento di tale equilibrio è una necessità per legge. Se questo equilibrio deve essere raggiunto, crediamo che eliminare un quinto del problema attraverso un sistema che ha anche una sua remuneratività sia una soluzione interessante, da approfondire magari; andiamo a vedere - visto che di studi non ne sono mancati, ce n'è già una fila - quanto ci costerebbe e quanto ci renderebbe. Credo che qualcosa potrebbe rendere, magari anche con una gestione diversa da quella che è oggi praticata; peraltro la Valeco in 90 giorni si è vista ritirare 1.800 tonnellate di compost, quindi questi sono dati che devono fare riflettere. Quello su cui sono preveggenti - ma lì senza essere Nostradamus, se lei mi passa la penna, glielo firmo anch'io... - è che, quando si andranno a spendere 230.000.000 di euro per un pirogassificatore, la bolletta sarà piuttosto salata, questo glielo anticipo anch'io. Mi fermo lì.
Quello che vorrei dire proprio per evitare di entrare in rotta di collisione è che non dobbiamo scontrarci sulla questione del trattamento finale: il compostaggio organizzato sia in modo centrale, sia in modo diffuso e capillare non esclude il ricorso alla valorizzazione energetica, lo migliora, Presidente Comé, e lei lo sa meglio di me! Se togliamo la frazione dell'umido, miglioriamo il prodotto della valorizzazione energetica, ma allora, se è così, perché tale chiusura? Questo non siamo riusciti a capirlo. Perché barrare la strada ad una soluzione che abbiamo visto 7 anni fa, che può essere realizzata facilmente, che non costa caro? Questo ci sfugge, se non con dei retropensieri - non troppo simpatici - che si voglia mantenere una quantità di prodotto molto elevata, anche a costo di diminuire la qualità dell'energia prodotta.
Noi diciamo questo semplicemente, speriamo di non avervi annoiato troppo. Siamo meno prevenuti, abbiamo percepito un po' di "a priori" da parte vostra, una rigidità e un arroccamento un po' eccessivo. Le motivazioni che sono indicate nella relazione che è stata presentata non ci hanno convinto e non ci convince questo chiudere la porta ad una soluzione che invece a noi pare interessante.
La nostra risoluzione non ha un pregio di particolare originalità, riprende i contenuti in positivo, gli stimoli, i suggerimenti che ci danno questi concittadini. Riteniamo che la proposta contenuta nella petizione per il centro regionale di compostaggio meriti un approfondimento, in quanto non è in contrasto con quanto abbiamo stabilito finora, in particolare con gli indirizzi del Consiglio regionale, con la direttiva europea, con il decreto legislativo e con la legge regionale. Pensiamo sia indispensabile promuovere una politica seria anche del compostaggio domestico, incoraggiarla, quindi proponiamo che la Giunta regionale si faccia carico di uno studio di fattibilità che ci dica se è meglio una soluzione centralizzata o una soluzione più articolata sul territorio e la creazione eventualmente di vari centri di compostaggio collettivi. A noi questa sembra un'indicazione di buon senso e una linea percorribile. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Grazie Presidente.
Chi mi ha preceduto ha posto giustamente l'accento sull'elemento soggettivo che sta alla base della petizione, ovvero un'iniziativa popolare proveniente da un insieme di cittadini che hanno formulato una proposta, che hanno esposto alcune loro idee in merito alla problematica dello smaltimento di una porzione dei rifiuti prodotti in Valle d'Aosta: la cosiddetta "frazione organica", o umido che dir si voglia, che, secondo gli ultimi dati in nostro possesso, equivale a circa 10.000 tonnellate annue su 95.000 complessive di rifiuti globalmente prodotti. Credo che qui non si tratta di approcciarsi in maniera flessibile o rigida al problema: qui si tratta di verificare se più o meno realisticamente questo problema va affrontato con una soluzione di questo tipo. È indubbio che, essendo 128.000 abitanti, abbiamo una produzione significativa di umido, in particolare quello domestico, ma, come è stato ricordato dal Presidente Comé, siamo nell'ambito di una società consumistica, purtroppo sprecona, che spesso getta nella spazzatura dei prodotti commestibili che potrebbero essere ancora utilizzati. L'altra sera ho visto in televisione un programma che evidenziava come in Gran Bretagna e in altre parti del mondo si stia in maniera bizzarra divulgando l'idea freegan, ossia quelle persone che, per limitare questi sprechi alimentari, vanno a recuperare nei cassonetti, non perché sono dei barboni, ma perché tengono a ridurre questa quantità enorme di cibo che in maniera talvolta assurda viene gettata via. Mi è sembrato esagerato come principio, a vederlo adattato alla mia realtà domestica, alla nostra società valdostana, va un po' oltre certi canoni di pensiero, ma ha segnalato con forza il problema che è stato enunciato dalla lettura di alcuni articoli che oggi stanno campeggiando sui quotidiani.
Il problema della frazione organica esiste, ma dobbiamo ricondurlo alle sue giuste dimensioni: sono 10.000 tonnellate. Per farsi un'idea più compiuta, la III Commissione ha ascoltato tutte le parti e anche il componente di ALPE, il collega Cerise, ha potuto approfondire la sua conoscenza su tale tema. Cosa mi ha colpito innanzitutto di queste varie consultazioni? In primis che, mentre nelle altre regioni italiane le petizioni in genere sono contro gli impianti di compostaggio, in Valle d'Aosta la petizione è a favore dell'impianto di compostaggio. Le iniziative normalmente provengono da settori ambientalisti, da settori che presumono di avere più a cuore l'aspetto naturale o l'aspetto della salute rispetto ai cittadini comuni e la Valle d'Aosta si qualifica come una Regione in controtendenza. Ma perché non piacciono gli impianti di compostaggio? Intanto perché puzzano e comunque è un processo di marcescenza dell'organico, vedi l'esempio della discarica di Brissogne, quel bel biglietto da visita che da qualcuno viene segnalato come si entra, la porta di Aosta è la discarica sulla sinistra che ci regala un gradevole profumo come ouverture sulla città. Di conseguenza, non so quali sono le comunità disponibili a ricevere in casa propria, anche se su 4.000 o 6.000 metri quadrati, una struttura dedita alla trasformazione dell'organico, anche perché il territorio valdostano non è come la pianura padana cha ampi spazi che possono prevedere il dislocamento di questi centri ad una distanza ragionevole dai centri abitati: siamo tutti lì, siamo tutti incassati in quel corridoio che va da Courmayeur a Pont-Saint-Martin lungo l'asse della Dora Baltea, un po' strettini e lì dobbiamo starci, quindi non abbiamo grandi superfici su cui poter giocare come se giocassimo su una scacchiera. In secondo luogo perché gli impianti di compostaggio costano e, nell'ambito di tutte le audizioni e dei sopralluoghi recenti, l'ultimo dei quali in Norvegia con il collega Comé, abbiamo constatato che ogni manipolazione dei rifiuti alla fine consiste in un costo economico. Pensate già solo alla vostra attività domestica: ogni volta che dovete selezionare il vetro dalla plastica o dall'alluminio, o dalla carta, o dall'umido è un dispendio di tempo, che non costa in termini di denaro, ma comporta della perdita di tempo. Da quando le isole ecologiche sono diminuite, sono diventato il "camioncino" del conferimento nei vari cassonetti da parte della mia famiglia, ma come penso faccia ognuno di voi, perché non è che li hai sotto casa... come unico maschio di casa, ho vinto l'appalto, quindi prendo la macchina e vado a conferirli nei vari cassonetti. Questo costo in termini di tempo in famiglia è poi in una struttura più organizzata e gestita a livello pubblico un costo in termini di denaro. Non è che l'idea, ancorché se vogliamo originale, di coloro che hanno proposto tale petizione sia a costo zero: ha un costo. Loro poi dicono che questo costo viene ammortizzato dal collocamento sul mercato del prodotto finale, anche qui sono sorte delle legittime domande, perché abbiamo delle cataste di organico che si stanno accumulando in prossimità della discarica di Brissogne, cataste che giacciono lì dimenticate e non sembra che ci sia tutta questa richiesta di prodotto finale che, se non ho capito male, è un prodotto ammendante, quindi non è un concime, ma è un prodotto che può essere utilizzato solo su certi tipi di terreni e solo per certe finalità agricole. Tra l'altro, ricordo che anche per il letame che viene prodotto in discreta quantità in Valle d'Aosta non c'è uno smaltimento semplice e immediato, quindi il mercato di tutto questo prodotto non è a portata di mano, anzi rischiamo di fare un investimento che alla fine si traduce in un investimento costoso che servirà ad accumulare altre frazioni organiche. Quello che sto dicendo è la sintesi di alcune parole che sono state fornite da un esperto in materia, non certo dal sottoscritto: dal già citato dottor Ghiringhelli, perché ovviamente ci evidenzia delle difficoltà concrete: la prima è la possibilità di intercettare tutto il quantitativo di organico, sono intercettabili 10.000 tonnellate in Valle d'Aosta? Riusciremmo effettivamente ad intercettarle? Riusciremmo effettivamente ad aumentare le performance di raccolta differenziata e quindi separare il secco dall'umido? Anche questo è un bell'impegno e, come tutti gli impegni, costa. È vero che si viene anche qui in aula... qualcuno cita con estrema disinvoltura il "metodo Vedelago", ma quanto costa questo metodo? È un modello importabile nella nostra regione?
Con tutto il rispetto che bisogna avere in primis per la petizione e in secondo luogo per il problema dell'organico, credo allora che oggi il problema fondamentale dello smaltimento dei rifiuti in Valle d'Aosta sia quello che riguarda la frazione indifferenziata: 50.000 tonnellate, la metà, perché, finché non risolviamo il problema principale, manca l'architrave di questo arco, il discorso giace irrisolto. Ritengo che la petizione sia stata esaminata in maniera estremamente obiettiva e regolare dalla III Commissione: non è che sia stata cassata per dei pregiudizi o per delle valutazioni superficiali e aprioristiche, è stata tenuta nella massima considerazione in relazione al nostro contesto regionale; ecco perché anche da parte mia, che rappresento il PdL in quella commissione, c'è stata l'espressione di un parere favorevole a questo documento, il quale riprende i concetti che sono già stati espressi meglio di me dal Presidente Comé e che, di conseguenza, vanno nella direzione di individuare subito una soluzione per la raccolta indifferenziata. Teniamo presente che poi i costi tariffari non sono un argomento di secondo piano, perché la tariffa in questi anni... beh, in questi anni c'è la TARSU e forse solo alcuni Comuni hanno adottato già la tariffa... ecco la tassa è aumentata nonostante le performance di raccolta differenziata che ci sono state in particolare ad Aosta e in qualche altro comune più virtuoso, ma la raccolta differenziata, oltre ad essere un costo domestico in termini di impegno di tempo, è soprattutto un costo economico. Con buona pace dell'Assessore comunale Donzel, che se fosse venuto in Norvegia, si sarebbe reso conto che una certa politica che è stata finora adottata dal capoluogo potrebbe essere tranquillamente dimenticata, perché costa, ma alla fine non soddisfa. Ho citato un suo omonimo, Consigliere Donzel, non lei...
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...magari la continuità politica e amministrativa in Comune consentirà di fare delle riflessioni virtuose in questo senso, sto lanciando delle idee sul tappeto... Dicevo che la tariffa ha inevitabilmente un condizionamento, che dipende dalle quantità e dalle qualità di lavorazione che stanno a monte dei rifiuti, è inevitabile e i cittadini questi conti li stanno facendo.
Leggevo l'altro giorno su La Stampa un'interessante lettera di una Signora che, per ragioni ed opinioni completamente diverse dalle mie, annunciava, dopo tutta una serie di ragionamenti, di rifiutarsi di fare in futuro la raccolta differenziata perché, di fatto, la Regione ha deciso di investire nel gassificatore, di conseguenza ha scelto la via del fuoco, rifiuta di fare il centro di compostaggio... e quindi c'era praticamente una messa alla berlina del lavoro fatto dalla III Commissione e così via. Io arrivo alle stesse conclusioni, ne parlavo proprio con il Presidente Comé rientrando dalla Norvegia: la raccolta differenziata, che oggi viene spinta al massimo, un domani verrà abbandonata ed è normale che sia così, perché costa smaltire in maniera differenziata questi prodotti. Oggi solo le selezioni di qualità vengono ritirate dai consorzi, altrimenti la Regione deve mettere mano al portafoglio affinché qualcuno compri questi prodotti differenziati. Sistemi molto tecnologicamente sperimentati anche sotto il profilo ambientale, della salute, delle emissioni all'aria, che abbiamo visto e che avete visto anche voi da qualche altra parte, allora sono decisamente più convenienti, non sono impattanti, soprattutto vengono incontro anche ad un problema che non è di secondaria importanza: il conto in portafoglio di ogni famiglia. È vero che le leggi fissano dei traguardi a mio avviso impossibili per quanto riguarda la differenziazione dei rifiuti, sarò curioso di vedere quali Comuni, senza barare sui numeri e sulle cifre, riusciranno a raggiungerli, ma sono convinto che ci sarà una forte inversione di tendenza. La differenziata sta andando verso un capitolo che si chiude, si va invece verso delle formule ecologicamente corrette e compatibili, economicamente sostenibili, che siano in grado di soddisfare anche un'esigenza di produzione energetica, quali quelle che abbiamo visto noi in Norvegia, dove abbiamo visto sia un impianto di 12 anni fa, sia un impianto moderno collaudato solo qualche mese fa.
I miei colleghi ed io non avevamo dubbi nel momento in cui si parlava di termovalorizzazione: siamo convinti che la gassificazione possa costituire un passo avanti soprattutto per quanto riguarda la modularità dell'impianto, più piccola, e anche per quanto riguarda le emissioni in atmosfera e le scorie finali che vengono prodotte, a condizione che vengano gestite dall'appalto in avanti con una certa celerità e in questo senso vorrei dire all'Assessore Zublena che abbiamo varcato un tunnel sottomarino per arrivare all'isola dov'è collocato questo gassificatore, che è stato realizzato in un anno: cinque chilometri e mezzo realizzati in un anno! Ci è venuto in mente lo Stretto di Messina, ma quella è una storia a parte, ma in un anno hanno realizzato un tunnel sottomarino. Si può fare quindi, queste sono tutte esperienze; concordo con il collega Louvin, che guardando fuori, si possono imparare molte cose e credo che il buono che abbiamo visto fuori possa essere imitato e riprodotto nella nostra regione con queste avvertenze che ci siamo permessi di porre alla vostra attenzione.
Président - La parole au Conseiller Prola.
Prola (UV) - Merci M. le Président.
Intervengo brevemente visto che il Presidente della III Commissione mi ha coinvolto nella discussione. Innanzitutto devo dire che la III Commissione ha lavorato in maniera seria e con impegno - sicuramente non siamo stati prevenuti, almeno io personalmente non lo ero assolutamente - e credo proprio che la Commissione abbia posto la dovuta attenzione a tutte le considerazioni e le sollecitazioni provenienti dalla petizione, dai cittadini, attraverso una serie di audizioni che sono già state dette: con il primo firmatario, con Legambiente, con l'Assessore competente, con il Coordinatore scientifico dell'Osservatorio regionale sui rifiuti. Abbiamo poi presentato una relazione dettagliata e precisa, un documento di lavoro, e qui concordo con quanto è stato espresso: la petizione riporta dei concetti generali che si possono condividere, ma non sono calati nella nostra realtà locale, nella difficilissima applicazione nella nostra realtà. Innanzitutto il quantitativo - lo ha già detto Tibaldi - limitato di rifiuti da trattare, per consentire che cosa? Per consentire il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario del trattamento. Il quantitativo di frazione organica che la petizione riporta - 10.000 tonnellate l'anno - è un numero esageratamente ottimistico; per intercettare 10.000 tonnellate l'anno, Louvin parlava di raccolta intelligente, di utenza selezionata... tutto vero, però dobbiamo capire quali sono i costi - e la petizione non lo spiegava - che andiamo a sostenere per recuperare tutta la frazione organica che viene prodotta nel nostro territorio e sappiamo bene come quest'ultimo sia problematico, come sia difficile raggiungere tutte le utenze nel nostro territorio in relazione al discorso morfologico. Il dato economico, quindi, deve essere comunque un dato fattibile, razionale e sostenibile; io non lo so se è sostenibile, abbiamo difficoltà veramente a credere che sia economicamente sostenibile per raccogliere 10.000 tonnellate di umido... è difficilmente sostenibile un discorso del genere.
Peraltro già il piano regionale trattava a suo tempo il discorso delle utenze selezionate, ma evidentemente una riflessione su questo aspetto bisogna farla. Alcuni Comuni hanno già avviato l'azione rivolta al compostaggio domestico e, secondo sempre il responsabile scientifico dell'osservatorio, le quantità in gioco sono decisamente insufficienti; secondo lui, sarebbero necessarie dalle 20 alle 25 tonnellate di organico anche introducendo un altro sistema attraverso il digestore anaerobico, altrimenti non è possibile sostenere un discorso del genere, 10.000 tonnellate sono poche: questo lo ha detto lui, io non sono un tecnico. La difficoltà di utilizzo del compost regionale... ma questo lo vediamo già con le montagne di verde presenti a Brissogne, perché questo è un compost di verde, un compost di qualità, non arriva da rifiuti organici: arriva da rifiuti verdi, quindi è un compost di qualità ed è lì: 7.000 tonnellate l'anno, ne hanno vendute 1.800... resta lì, abbiamo dei mucchi che sono inutilizzati.
Qual è la disponibilità dei terreni attuali nella nostra realtà e qual è la possibilità di utilizzo nella nostra realtà del compost? Questa analisi non è presente nella proposta contenuta nella petizione e, a precisa domanda del sottoscritto in commissione, non abbiamo avuto sicuramente una risposta esaustiva; si è fatto riferimento ad altre realtà, quali Asti, Bolzano, Trentino Alto Adige, dove abbiamo delle superfici in gioco che sono decisamente diverse, faccio l'esempio del Trentino: sono 10.000 ettari, noi ne abbiamo 500. La superficie foraggiera che abbiamo è da escludere, lo ha detto prima Tibaldi; abbiamo una superficie cerealicola che è di 5 ettari; se andiamo ad analizzare i dati a livello nazionale di utilizzo del compost e, quando si parla di compost, si parla sempre di compost di qualità, un 50 percento di cellulosa e un 50 percento di organico, è agricoltura a pieno campo: il 70 percento del compost che viene utilizzato è a pieno campo su una superficie cerealicola, ma è impossibile pensare ad un discorso di utilizzo di compost all'interno di superfici a destinazione viticola, frutticola e foraggicola. Se abbiamo 10.000 tonnellate l'anno, abbiamo 4.000 tonnellate di compost di produzione e a pieno campo una dose agronomica standard è di 25 tonnellate l'anno, avremmo bisogno di 160 ettari, mentre noi ne abbiamo 5. Possiamo parlare di tutto quello che si vuole, ma non riusciremo mai a smaltire una quantità del genere e quindi è un mercato che è sicuramente difficile. Abbiamo poi difficoltà a trovare un'area, si è fatto l'esempio di Borgaro Torinese, ma non c'è solo Borgaro Torinese, un impianto di compostaggio comporta gravosi impatti ambientali e con la potenzialità che abbiamo, che è irrisoria, dovremo comunque sostenere dei costi per avere tutti i presidi igienico-sanitari e ambientali per avere un impianto di compostaggio, quindi sono oneri che graveranno comunque sulle tariffe degli utenti finali. Abbiamo poi la difficoltà di produrre compost di qualità, perché i compost urbani vengono utilizzati esclusivamente come materiale da ricopertura in discarica, oppure in bonifica, ma non in campo.
Credo, a conclusione di queste piccole considerazioni, che ci siano enormi problematicità in tale discorso e sicuramente noi dovremo attendere almeno la conclusione dell'appalto in definizione, perché sì si parla di 220.000.000 di costo, ma si parla di gestione di più di 20 anni e questo non è il costo che deve sostenere la Regione, perché, da quanto ho capito in commissione, si parla comunque di progetto finanza, quindi dovremo anche far chiarezza su questi punti. Quando si legge sui media che si spendono 220.000.000 di euro, non è la Regione che li spende, è un progetto finanza, quindi ci sarà anche chi andrà a gestire e chi li spende, bisogna essere precisi e corretti nel dare le definizioni. Grazie.
Presidente - Do volentieri la parola al Consigliere Donzel, sperando che si sfoghi, così ci risparmia i suoi interventi fuori microfono.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, mi scuso se sono stato un po' intemperante, ma devo dire che la politica, come accade a livello nazionale, è sempre più sorprendente anche a livello locale, nel senso che si assiste ai ribaltamenti di fronte in continuazione, per cui abbiamo visto questa mattina il PdL lanciarsi in un'azione ambientalista contro l'inquinamento dell'aria prodotto dai fumi della Cogne e nel pomeriggio si torna ad evocare l'inceneritore come scelta di fondo del PdL. Che dire? Così va il mondo, così è fatta la politica, l'importante sono i titoli, non resterà traccia di queste discussioni, si perderanno, sarà una chiacchierata qui, quindi si può dire tutto e il contrario di tutto: l'importante è avere il titolo, la fotografia sulla prima pagina di un giornale, questo è quello che conta...
Almeno per quanto riguarda il Partito Democratico, cercherò di fare ordine, perché sono stati evocati sia percorsi precedenti, quindi non ci si è limitati già nell'introduzione del Presidente Comé a discutere esclusivamente della petizione, ma si è fatto riferimento a scenari più ampi, come la delibera di marzo che il Partito Democratico aveva sostenuto e continua a sostenere con coerenza. Innanzitutto mi preme fare chiarezza su una questione, credo che il tentativo come al solito di dire: "ma questi cittadini non hanno seguito un percorso corretto, altre erano le strade...", ossia tutti i giorni ci lamentiamo che non c'è partecipazione all'attività politica, non ci sono persone che si interessano dei loro problemi, della società, poi ci sono dei cittadini - e intendiamoci non ho firmato questa petizione, né ho partecipato alla raccolta delle firme - che hanno qualcosa da dire e subito noi gli diamo "una legnata" e diciamo: "non è questa la forma migliore, dovevate andare nell'altro ufficio, perché questo è un ufficio che arriva solo dopo che siete passati all'osservatorio"...
(interruzione di un consigliere, fuori microfono)
...Presidente, vede che non sono il solo che interviene...
Comincio allora con il dire che non si può al mattino dire: "voglio la partecipazione dei cittadini", poi, quando i cittadini cominciano a partecipare, si dice: "ma questa non è la procedura giusta". Hanno scritto un testo che è di una limpidezza, di una chiarezza... per nulla provocatorio, puntuale e cos'hanno chiesto questi cittadini, dei quali naturalmente sotto sotto si ventila essere estremisti dell'ambientalismo, gente che ha visioni utopiche irraggiungibili? In questa petizione i cittadini hanno detto al Consiglio regionale: "per cortesia, rispettate la legge!"; io capisco che questa è una cosa strana, perché dovremmo essere noi ad andare fuori a dire ai cittadini: "noi abbiamo fatto le leggi, dovete rispettarle!", è il contrario: sono dei cittadini che vengono in Consiglio regionale a dire: "per cortesia, amministratori, rispettate la legge!". Uno allora direbbe: "normative europee, cose troppo difficili, le pensano gli scienziati dell'Europa, la direttiva 2008/98/CE... sono quei livelli che fissa l'Europa, irraggiungibili! No, lasciamo perdere la direttiva europea"; uno allora dice: "legge nazionale, stiamo parlando del decreto legislativo n. 152/2006, sono quelle cose che fanno a Roma, adesso lo stanno già cambiando...", eccetera. Intendiamoci, il testo che stanno cambiando a livello nazionale, già approvato in una delle due Camere, alza ancora l'asticella della raccolta differenziata, anche se sta governando il Governo della spazzatura di Napoli, per legge si alza ancora il livello. Perché parliamo di non fare raccolta differenziata? Perché diciamo: "tanto è meglio buttare tutto nell'indifferenziato" quando le leggi vanno in un'altra direzione? Ma non basta: questi cittadini non ci chiedono né di rispettare una legge europea o nazionale, ma almeno di rispettare la legge regionale, che fissa al 60 percento entro il 2011 il livello della raccolta differenziata. Ora, i dati che dai banchi della maggioranza e della maggioranza aggiunta sono usciti fuori, ossia le 50.000 tonnellate di indifferenziato sulle 95.000 di rifiuto complessivo prodotto in Valle d'Aosta, ci dicono che siamo al 45 percento della differenziata, ossia non siamo in termini di legge e non possiamo... abbiamo visto che i miracoli dei 10 giorni sulla spazzatura non si fanno, non li faremo neanche noi in Valle d'Aosta l'anno prossimo, non riusciremo a fare un 15 percento di salto in avanti nella raccolta differenziata per arrivare al 60 percento! Soprattutto visto che qualcuno che fa parte adesso della maggioranza di Aosta già dice che sono tutte cose da eliminare queste raccolte differenziate, idee folli e utopistiche quelle dell'Assessore all'ambiente del Comune di Aosta, che vuole implementare la raccolta differenziata! Invece no, non sono idee folli: sono le leggi che noi stessi ci siamo dati, ossia noi ci siamo dati la legge che prevede l'effettuazione della raccolta differenziata e non siamo in grado di rispettarla! L'obiettivo quindi qual è? È trovare gli strumenti per "raggiungere" questa legge e uno degli strumenti per raggiungere questi livelli è sicuramente quello della riduzione del rifiuto... e la raccolta differenziata. Uno allora dice: "ma queste cose qui il PD dove le va a prendere?", le vado a prendere nella delibera che insieme abbiamo votato con la maggioranza, tanto per parlare di maggioranze costruttive, di collaborazioni, eccetera. Nella delibera di marzo sono graduati, nella delibera si dice: "rideterminare le azioni finalizzate all'attuazione e revisione del piano regionale...", punto n. 1, non dice: "bruciare", ma "...confermare l'opportunità di avviare un piano di azioni volte alla riduzione e prevenzione nella produzione dei rifiuti", punto n. 1 della delibera che tutti quanti qui abbiamo approvato. Non dice che qui bisogna fare in fretta a smaltire i rifiuti, ma che bisogna ragionare sulla riduzione e infatti oggi qualcuno ha detto: "ma come, buttiamo via la roba da mangiare, bisogna recuperarla!". Siamo assolutamente d'accordo con questa impostazione e vorrei dire, per sgombrare un altro campo, visto che non facevamo parte della III Commissione, che ho apprezzato moltissime delle cose che sono scritte nella delibera della commissione, cose che sono assolutamente condivisibili, perché oggi nessuno può più dire queste cose... poi vedremo dove c'è un piccolo distinguo che fa la differenza. Vi è quindi assoluta stima del lavoro fatto in III Commissione, non avete scritto delle cose che "non stanno né in cielo, né in terra", ma cose condivisibili.
Al secondo punto della delibera di marzo pluricitata non si dice: "valorizziamo" ma: "confermare la necessità che siano potenziate le attività finalizzate a perseguire livelli importanti di raccolta differenziata da avviare al recupero e anche volte a migliorare i quantitativi e soprattutto la qualità delle singole frazioni in accordo con le autorità di sotto-ambito". Il secondo punto, quindi, è la raccolta differenziata, il PD ha votato questa delibera a marzo, quindi non è uscito dai gangheri... come anche alcuni ambientalisti hanno attaccato il PD perché abbiamo votato questa delibera di marzo... io mi ricordo cosa ho votato a marzo e cosa ho detto rivolgendomi all'Assessore: "ci ricorderemo poi di finanziare queste voci per poterle realizzare?". Cosa scopriamo? Che al punto n. 1 per la riduzione dei rifiuti vi è 160.000 euro il primo anno, 160.000 euro il secondo anno, 160.000 euro il terzo anno, questo è quello che mettiamo al primo punto, quando invece parliamo di 225.000.000 di euro in 20 anni, ma se li dividete anno per anno, vi verrà una cifra che si aggira intorno agli 11.000.000 di euro per la valorizzazione energetica del rifiuto, ossia bruciarlo, contro 160.000 euro per ridurre. È chiaro che vediamo ridurre poco il rifiuto: perché l'investimento nella riduzione è minimo e ci credo, è un calcolo matematico! È chiaro che, se investo di più nella valorizzazione energetica, avrò degli altri risultati.
L'altro ragionamento perché avevamo votato questo tipo di delibera era che, potenziando la raccolta differenziata, si poteva ragionare su un impianto che andava nella direzione della soluzione finale evocata da Tibaldi, che avrebbe dovuto trattare una quantità molto più limitata di materia indifferenziata, quindi avere anche dei costi minori e un impatto ambientale minore. È chiaro che, se io rinuncio a fare la raccolta differenziata potenziata, dovrò costruire un più grande impianto che inevitabilmente avrà un più grande impatto sull'ambiente. Il collega Tibaldi e altri hanno detto: "qui bisogna stare attenti perché queste cose costano, questi ambientalisti sparano delle cifre incredibili" e giustamente si evocano i viaggi nel territorio di quelli che mangiano le balene a dire: "ma lì non hanno problemi i norvegesi: cultura ambientale, mangiano balene e quant'altro, andiamo lì a prendere esempio". Io preferisco andare nell'astigiano dove fanno del buon vino, non mangiano balene, perché forse è meglio che andare in altri territori molto diversi da noi. Il ragionamento è: stiamo attenti che voi fate salire i costi della tariffa con queste scelte... ma attenzione, la scelta del gassificatore è la scelta dell'acquisto di una Ferrari, ossia il gassificatore è la scelta più costosa che c'è oggi sul mercato; allora non potete accusare qualcuno di fare delle scelte costose, quando qualcuno sta ipotizzando la scelta più costosa che c'è sul mercato! È la più costosa, è la Ferrari, ce l'hanno i Paesi che hanno gli schei (traduzione letterale dal dialetto veneto: soldi); questo per rispondere alle considerazioni di Tibaldi che diceva: "andiamo nel senso di ridurre i costi", non è vero che riduciamo i costi scegliendo una tecnologia costosissima.
Veniamo ai costi che potrebbero venir fuori da un compostaggio a livello regionale: si va da 4.000.000 a 7.000.000 di euro, è una cifra importante, però corrisponde esattamente al 3 percento dello scenario ipotizzato dal livello regionale, quindi non è che hanno sparato una cifra fuori dai gangheri: è una cifra che sta dentro l'ambito di quella dei 225.000.000.
Altra considerazione: c'è un punto debole e lo riconosco, è quello che ha individuato il collega Tibaldi, ossia il compostaggio puzza e può creare dei seri problemi di tolleranza ai cittadini intorno. Noi siamo di quelli che non edulcorano le cose, però, proprio perché puzza, sono state trovate delle soluzioni, perché viviamo in un'era in cui, come si riesce ad inventare un macchinario che riesce a trasformare in gas i rifiuti, si trovano anche le soluzioni per risolvere questi problemi. Esistono adesso dei capannoni che sono a ventilazione che possono abbattere, se non annullare, l'effetto dei cattivi odori. Quella che invece puzzerà per 15 anni è la discarica, perché noi continuiamo a buttare l'organico lì dentro e continueremo a buttarlo anche nel quarto lotto e l'organico in discarica fa puzzare. La discarica continuerà a puzzare, non è che si ferma di colpo, dovremmo fare un'azione di bonifica. Qualcuno ha detto: "perché tormentarci, l'umido buttiamolo nel gassificatore". È qui che c'è il punto più strampalato, perché è il professor Genon, colui che l'Amministrazione regionale ha scelto per dare dei pareri, che dice: "bisogna assolutamente ridurre la quantità di organico che arriva nei gassificatori, altrimenti questi non rendono bene". L'Assessore smentisce quello che sto dicendo? Lo dice il tecnico che lei ha chiamato... Cosa ci stiamo raccontando allora? Ci stiamo "contorcendo" tutti in una questione che non ha senso. È ovvio che ci sono dei vantaggi e degli svantaggi da una parte e dall'altra, ma il rispetto della legge ci impone più raccolta differenziata e più raccolta differenziata si fa solo differenziando l'umido e io mi compiaccio che ci siano delle amministrazioni comunali come quella di Sarre che fanno partire il porta a porta ed è importante che si continui. Mi compiaccio con le amministrazioni che fanno del compostaggio domestico una bandiera, perché quelle amministrazioni che ci hanno creduto hanno trasformato davvero le loro comunità; fra l'altro, il compostaggio domestico è una cosa tipicamente della nostra cultura valdostana, è una cosa di cui dobbiamo riappropriarci, ma io dico cose banali...
(nuova interruzione di un consigliere, fuori microfono)
...lo so che queste cose ci sono, ma vanno nell'idea che si aumenta il compostaggio domestico, si aumenta quindi la gestione autonoma dei territori, noi avremo un conferimento, se facciamo la raccolta differenziata, non di una quantità smisurata di umido... e arriviamo anche alla questione del compost... il compost prodotto adesso è di qualità, detto da chi? Ce lo diciamo fra di noi, non esiste un atto di certificazione di questa qualità; Assessore, esiste una certificazione del compost di qualità? Non lo so. Chi è che lo fa, chi è che certifica che questo compost è di qualità? A noi non risulta che sia della qualità tale da essere gestito sul mercato, nonostante questo, c'è un crescente afflusso di persone che va ad utilizzare questo compost in maniera molto spontanea. Il mio collega Prola, che è più preparato di me sul tema, ha ricordato che questo compost può essere utilizzato non nei terreni a pascolo, perché qui abbiamo una produzione anche in eccesso di letame, ma può essere utilizzato nelle bonifiche. Domando allora: abbiamo mai valutato negli appalti di scrivere quanto compost deve essere utilizzato e possibilmente utilizzare il compost del prodotto in discarica? Già tutto fatto, tutto che funziona, certamente... non è così! Non è mai stato dato un contributo ai viticoltori per utilizzare questo compost, diamo contributi per tantissime cose, si poteva dare un contributo ai viticoltori per usare il compost lì. Non sono state fatte delle vere e proprie azioni, è più un passa parola che sta cominciando a funzionare, che porta a crescere l'utilizzo del compost. Uno allora dice: "ma noi ci troviamo con l'avere tanto compost e come facciamo a sbarazzarcene?", ma guardate che una delle virtù del gassificatore è proprio quella che, nel caso in cui ci trovassimo nell'emergenza che abbiamo prodotto troppo compost, ne possiamo anche gassificare un'eccedenza, ma non tutto. Un'eccedenza è possibile anche gestirla in quel modo e, fra l'altro, avendo una quantità di umido inferiore presente è più facilmente gestibile. Il compostaggio, quindi, non è in contrasto con la soluzione del gassificatore, ma si affianca a questa soluzione, non è una cosa che: "ah, ma se facciamo il compostaggio dobbiamo rivedere tutto, non sappiamo più se fare il gassificatore...", eccetera. Non c'entra niente, questa petizione sul compostaggio era riferita esclusivamente a potenziare la raccolta differenziata, che è un obbligo di legge regionale, nazionale, europeo, i cittadini devono arrivare a chiedere: "per favore, rispettate la legge!". Questo è l'obiettivo di fondo della petizione e non era in contrasto con lo scenario che ipotizza anche la realizzazione di un gassificatore o di un impianto di pirolisi, anzi favoriva una soluzione di un impianto più piccolo e a una dimensione regionale più accettabile, quindi con minori rischi di inquinamento, evitando di andare ad implementare quell'inquinamento che stamani il collega Zucchi ci ha descritto, di questo terribile impianto cattivo della Cogne che inquina la nostra regione e noi gli costruiamo un grosso impianto vicino, con la grossa coerenza di dire: "attacco una cosa e poi voto a favore dell'altra".
Il documento della Commissione termina dicendo - ed è questo punto finale che mi lascia perplesso -: "la Commissione ritiene, a maggioranza, che la proposta contenuta nella petizione relativa alla realizzazione di un impianto di compostaggio dei rifiuti organici non sia coerente con le decisioni assunte dal Consiglio...", su questo non sono d'accordo. Condivido tutte le cose che avete detto prima, ma non condivido quest'ultima frase, perché è assolutamente falso che non è coerente, anzi, proprio per andare nell'indirizzo del gassificatore, bisogna ridurre i rifiuti e fare la raccolta differenziata, il compostaggio è solo un modo di gestire una parte di raccolta differenziata, ma cosa raccontiamo ai cittadini: che differenziamo e poi buttiamo nel gassificatore? Questa è un'idea dell'amico Tibaldi, ma che senso ha? Spendiamo per differenziare e poi bruciamo? No, differenziamo perché vogliamo anzitutto valorizzare la materia prima della valorizzazione energetica e l'Assessore mi insegna che nelle direttive viene sempre prima della valorizzazione energetica la valorizzazione materiale, cosa che con l'umido possiamo fare. Ecco perché ritroviamo la coerenza della delibera di marzo: riduzione del rifiuto, raccolta differenziata, eventuale ipotesi di gassificazione... per nulla in contrasto con l'ipotesi della raccolta differenziata dell'umido e di un impianto, o più impianti di compostaggio, che mi piace di più a livello di comunità montana, nella Valle d'Aosta.
Président - Est-ce qu'il y a d'autres conseillers qui souhaitent intervenir? Je ferme la discussion générale.
La parole à l'Assesseur au territoire et à l'environnement, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - Grazie Presidente.
Credo che la discussione fatta in quest'aula sia piuttosto interessante, forse però un po' a ruota libera, abbiamo messo assieme una serie di concetti, di elementi e di valutazioni fra tecniche e politiche. Ritengo al contrario che la scelta della commissione consiliare sia stata piuttosto opportuna, una commissione che voglio ringraziare, perché ha dedicato a questo argomento molto tempo e ha svolto un approfondimento basandosi su valutazioni il più possibile tecniche: credo che questo sia il tratto che ha contraddistinto la scelta, avendo abbandonato un approccio ideologico qui oggi non si tratta di dire "sì al compost" o "no al compost", dichiararsi contro o a favore della raccolta dell'organico, direi che non è questo l'atteggiamento, né si debba avere a priori un approccio di chiusura, come invece denunciato dal collega Louvin. Il parere è formulato su valutazioni e dati relativi al nostro contesto locale, ossia su alcuni modelli, alcune esperienze che non si possono esportare tout court, valutazioni che guardano alla realtà di produzione dei rifiuti locali, quindi al quantitativo sicuramente ridotto, teorico, che è altra cosa rispetto a quello che potenzialmente si intercetta per poi destinare ad un impianto. È un dato che ha fatto dire agli esperti che, da un punto di vista dei costi-benefici, un impianto di compostaggio pone delle preoccupazioni, una difficoltà oggettiva che già riscontriamo per collocare un compost che è prodotto esclusivamente dagli sfalci e dal verde, compost che è corredato di tutte le analisi previste dai riferimenti normativi. Un compost che, come giustamente è stato detto dal collega Prola, non può essere utilizzato in tutte le realtà produttive, ma è necessario considerare la destinazione del terreno, perché abbiamo prodotti DOP, come la Fontina, che richiedono una serie di tutele a cui bisogna porre attenzione.
Occorre anche attendere lo svolgimento della gara relativa all'individuazione del sistema finale di trattamento dei rifiuti, gara che ci dirà che tipo di tecnologia vincerà l'appalto e potrà anche dare delle indicazioni sulla tipologia di rifiuto e sull'utilità di separare o non separare, essiccare la frazione dell'umido... Credo quindi che, alla luce di questi elementi, la scelta espressa in tali condizioni e con questo quadro normativo sia corretto.
Proprio sulle norme vorrei fare alcune osservazioni. È stato citato il piano rifiuti del 2003, ma da allora sono avvenuti alcuni fatti, sono state emanate ulteriori normative, tra cui la legge regionale sui rifiuti del 2007. Questa legge invita all'autocompostaggio domestico, che va incoraggiato con varie modalità: una, che è stata adottata con delibera del 2008, prevede un incentivo in termini di sgravio sulla tariffa, da attuare da parte delle autorità di sub-ATO nel caso in cui il cittadino effettui l'autocompostaggio. Chiaramente bisogna aspettare il passaggio a tariffa, bisogna che le Comunità montane adottino tale modalità, ma questo è un primo strumento di incentivazione. Nei fatti successi dopo il 2003 poi c'è stata la decisione presa da questo Consiglio nel marzo 2010 che orienta la scelta sul trattamento finale dei rifiuti chiedendo un recupero energetico da rifiuto mediante le tecniche di pirolisi e gassificazione: anche questa scelta è intervenuta a modificare l'indirizzo dato qualche anno or sono. La scelta, confermata nel 2007, di favorire l'autocompostaggio è poi assolutamente coerente con la gerarchia delle azioni di trattamento e di gestione dei rifiuti indicata dalla direttiva europea. Se è vero che alla base della gerarchia c'è il recupero energetico, è altresì vero che al primo posto c'è la prevenzione della produzione del rifiuto, ossia non fare proprio il rifiuto; quindi, per non fare rifiuto dalla frazione organica, l'unica cosa è trattenerlo in casa il più possibile, in modo da non alimentare tutta la filiera che comprende la raccolta, la predisposizione nel cassonetto, il trasporto, il trattamento. Questa scelta è assolutamente coerente con quanto ribadito nel 2010 e in tale direzione intendiamo proseguire nelle azioni del piano di riduzione dei rifiuti, che il collega Donzel ha rimarcato essere il primo punto della delibera del marzo scorso.
Premettendo che l'impegno principale è quello di evitare di fare dei rifiuti, noi, in quanto Paese dell'Unione europea, dobbiamo ottemperare alle percentuali di raccolta differenziata, con tutte le difficoltà sottolineate dal collega Tibaldi per rendere economica questa filiera, che economica non è per varie ragioni: innanzitutto perché c'è tutta l'organizzazione della raccolta e del trasporto, ma anche perché abbiamo assistito a delle difficoltà di collocazione di alcune frazioni, per esempio la plastica, sul mercato del recupero, che hanno fatto sì che il Consorzio Corepla abbia abbassato la percentuale di impurità ammessa nella plastica, per poterla acquistare e favorirne un recupero. Resta fermo un impegno e una sensibilità al fatto che, al di là della valutazione economica, dobbiamo porre l'attenzione al consumo delle risorse naturali e quindi cercare il più possibile di recuperare una materia che chiaramente non si rigenera così facilmente secondo un ciclo naturale.
Un'ultima riflessione la voglio fare sul costo delle bollette. Oggi, purtroppo, si sta giocando molto sulle prospettive: "aumenteremo... mettiamo tutto in fumo", come ha detto una Signora sul giornale, quindi "io non differenzio più tanto devo pagare", ma credo che vada precisato innanzitutto che oggi noi non copriamo con le nostre tasse il costo dello smaltimento e trattamento dei rifiuti, perché la tassa che paghiamo copre solo una parte di tutto il costo per la gestione complessiva dei rifiuti. Per il rimanente intervengono l'Amministrazione regionale - che è intervenuta fortemente per tutte le spese di investimento -, le Comunità montane e i Comuni; credo che questo vada detto e che correttamente vadano anche letti i costi di un sistema che è stato definito "lussuoso" per il trattamento dei rifiuti, ma che riteniamo sia ad oggi ciò che la tecnologia mette a disposizione come sistema più attento a concetti di tutela dell'ambiente.
Detto questo, la nostra posizione è contraria all'accoglimento della risoluzione, anche perché si è centrato tutto sul compostaggio, ma non dimentichiamo che dobbiamo trattare altre migliaia di tonnellate dei rifiuti e l'umido è una frazione molto ridotta.
Presidente - Il Consiglio prende atto della petizione.
Il Consiglio
Premesso che:
- in data 12 luglio 2010 è stata presentata alla Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'articolo 36 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio, una petizione popolare, sottoscritta da 1072 cittadini, per un centro regionale di compostaggio e per la raccolta dell'umido in Valle d'Aosta;
- a norma del suddetto articolo 36, l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 132/2010 del 16 luglio 2010, nel decidere sulla ricevibilità ed ammissibilità della petizione, ne ha avviato l'istruttoria con richiesta di informazioni al Presidente della Regione in quanto legale rappresentante della Regione, all'Assessore al territorio e ambiente, in quanto competente in materia di gestione dei rifiuti, e alla Commissione consiliare competente "Assetto del territorio";
- l'Assessore al territorio e ambiente, con lettera in data 16 settembre 2010, prot. n. 10208/TA, ha trasmesso la relazione predisposta dagli uffici competenti;
- il Presidente della III Commissione consiliare permanente "Assetto del territorio", con lettera in data 25 ottobre 2010, prot. n. 9554, ha comunicato alla Presidenza del Consiglio le risultanze degli approfondimenti svolti;
Ai sensi del quarto comma dell'articolo 36 del Regolamento interno
prende atto
della petizione e della documentazione ad essa relativa.
Presidente - È aperta la discussione sulla risoluzione.
La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Abbiamo presentato questa risoluzione, perché le argomentazioni a sostegno della relazione - fra l'altro, fatta anche bene in commissione - non ci hanno convinto, come ci aveva del resto poco convinto anche la scelta dell'inceneritore. Non ci hanno convinto per tante ragioni: sempre l'Assessore Zublena, quando si parla di compostaggio, parla del compostaggio domestico, che è assolutamente positivo e che va incentivato, ma se guardiamo concretamente in cosa consiste l'incentivazione... in un eventuale futuro sconto quando si passerà a tariffa... chissà quando e in ogni caso riguarderebbe una parte limitata del territorio, sarebbe soprattutto da incentivare le regioni più periferiche, evidentemente nelle regioni centrali il compostaggio domestico avrebbe dei risultati meno interessanti e anche difficilmente attuabili. Per quanto riguarda gli aspetti legati all'impossibilità di realizzare un compostaggio in Valle d'Aosta, se prendiamo l'esempio del Sud Tirolo, sono 10 gli esercizi di impianto di compostaggio per un totale di 25.000 tonnellate di rifiuti organici e 12.000 di rifiuti verdi; faccio fare a voi la divisione e vi renderete conto che sono dei numeri piccoli. Nel caso della Valle d'Aosta non c'è bisogno di farne 10, se ne possono fare molti di meno, ma va studiata attentamente la scala nella quale realizzare questo centro di compostaggio, che è la richiesta della nostra risoluzione.
Prendere ad esempio la Norvegia mi pare un po' fuori luogo, nel senso che l'Assessore Zublena commentava che per il momento siamo ancora in Europa, spero che vi rimarremo ancora... e anche per quanto riguarda la normativa dei rifiuti, che ci pone dei vincoli che la Norvegia non ha. In Norvegia poi realizzano anche i tunnel sottomarini in un anno, ma in tale Paese succede anche che un sindaco che progetta un teatro da realizzare in un tempo X... che si dimetta se non lo realizza, è un altro Paese, come esempio non mi pare dei più appropriati.
Voteremo pertanto la risoluzione e ci dispiace di questa chiusura rispetto ad un'ipotesi che andrebbe approfondita, perché, come detto, non è in contrasto con la normativa vigente, anzi.
Président - Je soumets au vote la résolution présentée par les groupes ALPE et PD, qui récite:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Esaminata la petizione per un centro regionale di compostaggio e per la raccolta dell'umido in Valle d'Aosta presentata il 12 luglio 2010;
Ritenuto che l'istituzione di un sistema capillare di raccolta dell'umido faciliterebbe il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalle normative europee e nazionali, come ampiamente dimostrato dalle esperienze di alcune realtà territoriali particolarmente sensibili al rispetto dell'ambiente;
Rilevato come tale scelta consentirebbe altresì un sensibile allungamento della vita residua della discarica di Brissogne;
Considerando coerente con le determinazioni finora assunte l'istituzione della raccolta della frazione umida del rifiuto e la realizzazione di un impianto regionale per il trattamento di tale rifiuto con la contestuale produzione di compost, utilizzabile come ammendante in agricoltura;
Ritenendo utile che si approfondiscano ulteriormente le problematiche di carattere legislativo legate all'attivazione del compostaggio collettivo come soluzione complementare alla pratica, da incentivare, del compostaggio domestico;
Ritiene
la proposta contenuta nella petizione per un centro regionale di compostaggio e per la raccolta dell'umido in Valle d'Aosta meritevole di approfondimento, in quanto non in contrasto con gli indirizzi assunti dal Consiglio regionale in materia di gestione dei rifiuti e coerente con il quadro normativo attuale, e segnatamente con la Direttiva Europea 98/2008, con il D.Lgs nazionale152/06 e con la legge regionale 31/2007;
Considera
indispensabile promuovere la distribuzione di compostiere alle famiglie che ne facciano richiesta e incentivare ulteriormente la raccolta differenziata dei rifiuti organici nelle località in cui non risulti attuabile la pratica del compostaggio domestico;
Demanda
alla Giunta regionale la realizzazione di uno studio di fattibilità che valuti comparativamente le opzioni della costruzione di un centro di compostaggio regionale unico per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e, in alternativa, la creazione di vari centri di compostaggio collettivo.
F.to: Louvin - Chatrian - Patrizia Morelli - Bertin - Donzel - Rigo
Conseillers présents et votants: 31
Pour: 6
Contre: 25
Le Conseil n'approuve pas.