Objet du Conseil n. 3457 du 8 avril 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 3457/XII - Proposta di legge: "Disposizioni in materia di telelavoro". (Approvazione di un ordine del giorno)
Articolo 1
(Finalità ed oggetto)
1. La Regione, con la presente legge, nel quadro delle strategie e degli indirizzi normativi dell'Unione europea, promuove, ai sensi dell'articolo 4, comma 4, della legge 16 giugno 1998, n. 191 (Modifiche ed integrazioni alle leggi 15 marzo 1997, n. 59, e 15 maggio 1997, n. 127, nonché norme in materia di formazione del personale dipendente e di lavoro a distanza nelle pubbliche amministrazioni. Disposizioni in materia di edilizia scolastica), il lavoro a distanza, di seguito denominato telelavoro, nell'ambito degli enti del comparto unico del pubblico impiego della Valle d'Aosta, di cui all'articolo 1, comma 1, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 (Riforma dell'organizzazione dell'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta e revisione della disciplina del personale).
2. Con la promozione del telelavoro la Regione persegue i seguenti obiettivi strategici:
a) razionalizzazione dell'organizzazione del lavoro e realizzazione di economie di gestione attraverso l'impiego flessibile delle risorse umane;
b) conciliazione del lavoro con la famiglia e la vita privata;
c) lotta allo spopolamento delle località decentrate;
d) decongestionamento dei poli urbani;
e) riduzione dei costi, pubblici e privati, di trasporto.
Articolo 2
(Definizione e modalità di svolgimento del telelavoro)
1. Per telelavoro si intende la prestazione di lavoro effettuata dal dipendente in un luogo ritenuto idoneo dal datore di lavoro, collocato al di fuori della sede di servizio, in cui la prestazione sia tecnicamente possibile utilizzando le tecnologie informatiche che consentono il collegamento del dipendente stesso con l'ente di appartenenza e sotto la direzione del relativo dirigente.
2. Il telelavoro può svolgersi con le seguenti modalità:
a) domiciliare, se svolto nell'abitazione del dipendente stesso;
b) telecentrale, se svolto in una sede periferica gestita con altre istituzioni;
c) convenzionato, se svolto presso la sede di un ente diverso da quello di appartenenza.
3. Le attività che possono essere svolte con modalità di telelavoro devono:
a) essere informatizzabili;
b) prevedere un livello di collaborazione ed interazione con altri dipendenti compatibile con la modalità del telelavoro;
c) essere programmabili;
d) non prevedere interazioni con il pubblico.
Articolo 3
(Disciplina del telelavoro)
1. La contrattazione collettiva adegua la disciplina economica e normativa del rapporto di lavoro alle specifiche modalità di svolgimento del telelavoro, garantendo in ogni caso ai lavoratori un trattamento equivalente a quello dei dipendenti impiegati nella sede di lavoro, con particolare riguardo alla tutela della sicurezza e della salute durante il lavoro.
2. La contrattazione collettiva definisce altresì, nel caso di telelavoro domiciliare, le modalità per l'accesso al domicilio del dipendente per l'effettuazione degli interventi di competenza del datore di lavoro.
3. L'assegnazione al telelavoro è possibile solo in presenza di un assenso espresso da parte del dipendente.
4. Il lavoratore addetto al telelavoro conserva in ogni caso la situazione giuridico-economica di cui godeva al momento dell'espressione dell'assenso di cui al comma 3.
5. È demandata alla contrattazione collettiva la definizione e la ponderazione dei criteri per l'accesso al telelavoro da parte dei dipendenti interessati. In ogni caso, la contrattazione deve tener conto delle seguenti situazioni:
a) distanza dalla sede di lavoro;
b) esigenze legate alla conciliazione del lavoro con la famiglia e la vita privata ed alla cura e all'assistenza di familiari;
c) grave disagio personale, inclusa la malattia, e particolari condizioni psico-fisiche durevoli nei quali incorra il dipendente.
6. Gli enti di cui all'articolo 1, comma 1, provvedono, sulla base dei criteri di cui al comma 5, all'approvazione delle graduatorie, ove necessarie, e alla relativa assegnazione dei posti.
Articolo 4
(Postazione di telelavoro)
1. Per postazione di telelavoro si intende l'attrezzatura informatica e telefonica necessaria allo svolgimento dell'attività lavorativa, con i relativi arredi, fornita ed installata dall'ente datore di lavoro, che ne garantisce la manutenzione.
2. Nel caso di telelavoro convenzionato, le postazioni di telelavoro sono collocate presso spazi idonei concessi in comodato gratuito dagli enti del comparto, attraverso una convenzione che ne regola le modalità di utilizzo.
Articolo 5
(Formazione)
1. Ai dipendenti interessati è garantita l'opportuna formazione finalizzata a rendere possibile la prestazione del telelavoro. A tal fine, gli enti di cui all'articolo 1, comma 1, predispongono un apposito progetto di formazione volto all'acquisizione di nozioni relative alle tecnologie dell'informatizzazione, alla comunicazione e in materia di sicurezza sul lavoro.
Articolo 6
(Attuazione del telelavoro)
1. L'attuazione del telelavoro avviene sulla base di appositi progetti, elaborati dagli enti di cui all'articolo 1, comma 1, con il supporto del Comitato di cui all'articolo 8, che individuano le specifiche mansioni telelavorabili, verificano la fattibilità logistico-strumentale, individuano il percorso formativo necessario e definiscono i criteri, orientati ai risultati, di verifica della prestazione di telelavoro.
Articolo 7
(Periodo di sperimentazione)
1. Le attività di telelavoro sono promosse in via sperimentale per un periodo di tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
2. Le modalità della sperimentazione sono definite nel rispetto del sistema di relazioni sindacali.
3. Durante il periodo di sperimentazione il Comitato per il telelavoro, di cui all'articolo 8, è incaricato di monitorare i risultati della sperimentazione al fine di valutare il passaggio dal regime di sperimentazione a quello definitivo.
4. Alla conclusione della contrattazione collettiva, gli enti di cui all'articolo 1, comma 1, provvedono con idonei mezzi a diffondere la conoscenza dell'istituto del telelavoro tra i loro dipendenti.
Articolo 8
(Comitato per il telelavoro)
1. La contrattazione collettiva individua un apposito Comitato paritetico avente i seguenti compiti:
a) supportare gli enti nella redazione e attuazione dei progetti di telelavoro;
b) monitorare e valutare i risultati della sperimentazione;
c) sostenere gli enti nella diffusione della conoscenza dell'istituto del telelavoro;
d) svolgere funzioni consultive;
e) promuovere il telelavoro attraverso l'organizzazione di seminari e convegni.
Articolo 9
(Rinvio)
1. La disciplina di ogni altro adempimento relativo all'attuazione della presente legge, ad eccezione di quelli riservati alla contrattazione collettiva, è demandata alla Giunta regionale che vi provvede con proprie deliberazioni.
Articolo 10
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione della presente legge è determinato complessivamente in euro 300.000 per l'anno 2008 e in euro 500.000 per gli anni 2009 e 2010.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno 2008 e di quello pluriennale per il triennio 2008/2010 negli obiettivi programmatici: 1.3.2. (Comitati e commissioni), 2.1.5. (Programmi di informatizzazione di interesse regionale), e 2.1.6.02 (Congressi, convegni e manifestazioni).
3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede mediante l'utilizzo delle risorse iscritte nell'obiettivo programmatico 3.1 (Fondi globali) dei medesimi bilanci, al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) per 50.000 euro per l'anno 2008 e per 100.000 euro annui per gli anni 2009 e 2010, e al capitolo 69020 (Fondo globale per il finanziamento di spese di investimento) per 250.000 euro per l'anno 2008 e per 400.000 euro annui per gli anni 2009 e 2010, a valere sull'apposito accantonamento previsto al punto A.3 dell'allegato 1 ai bilanci stessi.
4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.
Président - Nous sommes en discussion générale sur l'objet n° 45.
La parole au Conseiller Vicquéry.
Vicquéry (UV) - Intervengo a nome dell'"Union Valdôtaine" essendo cofirmatario di questa proposta di legge. Siamo convinti della bontà di tale proposta, che è una legge comunque che definisce i principi perché di fatto demanda all'accordo della contrattazione collettiva la disciplina sia economica, sia normativa del rapporto di lavoro che andiamo ad instaurare con questa proposta di legge. È lì che si giocherà la partita, è in questa fase che andranno definiti i rapporti, le modalità concrete di attuazione di tale proposta di legge. Siamo convinti che il telelavoro non sarà la panacea di tutti i mali, ma sarà un piccolo intervento per andare nella direzione che più ci sta a cuore: quella della sopravvivenza delle vallate laterali. Con questa proposta di legge probabilmente riusciremo, anche se in minima parte, ad evitare un pendolarismo di tipo lavorativo soprattutto per dipendenti pubblici, che dalla bassa valle principalmente devono raggiungere Aosta per motivi di lavoro. È una scommessa, non siamo convinti che la scommessa la vinceremo, ma è un tentativo per dare una regolamentazione ad una possibile attività che va verso un'organizzazione del lavoro futuristica. Siamo convinti che più che nell'attività domiciliare, che dovrà essere limitata a casi legati alla disabilità e a problemi di salute, la proposta di legge potrà avere una sua applicazione concreta nell'aspetto che riguarda l'attività in sede periferica gestita con altre istituzioni. Faccio riferimento principalmente agli enti locali, alle AIAT e quant'altro. In quella direzione potremo muoverci ragionando in termini concreti; ultimamente è apparso su un grosso settimanale a tiratura nazionale un'interessante intervista ad una lavoratrice casalinga, che aveva scelto questa opzione per motivi di famiglia, il famoso problema legato alla gestione in simultanea dei problemi della famiglia, dei problemi dell'educazione dei figli e della contestuale necessità di avere un'attività lavorativa. Questa Signora diceva che dopo alcuni anni era sorta in lei una qualche alienazione dovuta alla mancanza di rapporti non solo di lavoro, ma di rapporti personali con i colleghi: questo è un problema centrale, perché non immagino una società valdostana futura che sarà operativa solo grazie a "internet", o a sistemi telematici, o a modalità di convivenza che sono molto distanti dalla nostra cultura. La nostra è una cultura di villaggio, di prossimità, di scambio di battute, di rapporti reciproci e a volte anche di scontro, ma di rapporti di tipo personale.
Questo provvedimento ha il merito di tentare di risolvere i problemi legati alla conformazione geografica della regione, spero che abbia un futuro. Non attendiamoci troppo dall'applicazione concreta della legge, diamo mandato alle istituzioni, in questo caso alla Giunta regionale e alle organizzazioni sindacali affinché nella disciplina del telelavoro si trovi una giusta sintesi fra le necessità di decentramento e le necessità di miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia del rapporto di lavoro del pubblico impiego.
Ho firmato l'ordine del giorno che verrà presentato nella logica che si debba procedere ad un ragionamento per progetti; sono d'accordo con chi ha sostenuto che dovrebbe passare l'epoca della timbratura e della definizione di obiettivi astratti a favore di una logica di definizione di obiettivi per progetti. Chi raggiunge l'obiettivo, chi concretizza il progetto che gli ho dato come Amministrazione ottiene i risultati anche economici che gli sono dovuti, per il telelavoro questo è fondamentale. Se la Giunta regionale e le organizzazioni sindacali capiranno questo concetto e non vorranno trasformare il lavoro che sia domiciliare o presso una sede periferica in una fotocopia mal fatta del lavoro che viene fatto nelle sedi centrali, sicuramente avremo dei risultati concreti. Se invece non verrà recepito questo principio, probabilmente tale proposta di legge sarà destinata a fallire.
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (PdL) - La discussione che c'è stata in Commissione su questa proposta di legge, nonché le audizioni che si sono svolte, hanno evidenziato che tale provvedimento sul telelavoro più che servire a facilitare per le donne, ma non solo, a rendere più flessibile l'orario, una maggiore libertà nella prestazione d'opera, la possibilità di far lavorare da casa molte persone disabili, si traduce, anziché in una razionalizzazione del sistema o in una riduzione del personale, in un aumento del numero delle sedi regionali. Questa legge in realtà di telelavoro non ha quasi niente, salvo qualche accenno di possibilità che non si attivano, mentre ha la simpatica iniziativa di aprire una sede distaccata sul territorio per far risparmiare benzina a qualcuno che se lavora a Pont-Saint-Martin come se fosse ad Aosta, ma senza doverci venire, fa 100 chilometri al giorno in meno e così via. Dei problemi che ci si pone in tutto il mondo con l'introduzione del telelavoro quindi qui non ce n'è traccia, salvo una possibilità remota, peraltro smontata nell'esposizione delle tematiche sottese dalla legge dai funzionari regionali in sede di audizione, per cui alla fine non c'è disponibilità, non ci sono servizi che hanno posti da mettere a disposizione per il telelavoro... e che comunque il domiciliare non si farà mai, ma che è inserito così perché ci sta bene, tutto questo non è accettabile. Secondo il Presidente della Regione, è sorpassato, prendo atto della sua posizione che rispetto, ma per noi non è sorpassato per nulla! Non è sorpassato soprattutto perché poi lo si capisce dalle preoccupazioni o dalla posizione critica anche se favorevole del collega Sandri, che non ha sottaciuto il rischio che i lavoratori che fanno questo tipo di attività non sono sindacalizzati. Il problema quindi è il seguente: i sindacati, siccome non possono concentrare molti lavoratori in spazi limitati, sono contrari perché perdono attrattiva sui lavoratori, come già ne stanno perdendo. Potrei citare le posizioni di alcuni giuslavoristi - nel caso specifico del "PD", quindi non è una questione di parte - i quali sono fortissimamente critici sul modello sindacale che si è raggrumato sul mercato del lavoro italiano, dove siamo ancora fermi a quella che viene definita la sindacalizzazione di tipo competitivo, che vede le aziende contro i lavoratori e soprattutto i lavoratori e i sindacati contro le aziende, anziché la sindacalizzazione di tipo cooperativo, dove il sindacato assieme ai datori di lavoro si siede intorno ad un tavolo per vedere come i lavoratori, nel loro interesse e portando a casa i risultati di maggiore vivibilità, migliori trattamenti economici... possono con i sindacati aiutare l'azienda. Questo passaggio in Italia non è ancora avvenuto e c'è tutta una corrente di pensiero al riguardo; qui è stato pubblicato un libro sull'altra casta, siccome le caste vanno di moda, anche perché Teresa d'Avila era una casta anche se parlava con Dio e questo di Stefano Livadiotti parla di privilegi, carriere e misfatti, fatturati da multinazionale... l'inchiesta sul sindacato, c'è un dibattito nel Paese sul ruolo del sindacato in un Paese che avanza, un sindacato che è necessario per un sano mercato del lavoro, ma che deve cambiare. Il telelavoro secondo il Presidente Caveri è sorpassato - poi ci spiegherà il perché - forse fra 2 anni sparirà "internet", rimane il fatto che questa legge alla quale in linea di principio non si può essere contrari, perché è un'esigenza che va nell'interesse dei lavoratori quella di risolvere alcuni problemi che soprattutto le donne non possono risolvere per vari problemi di gravidanza, di malattia... ma che non risolvono qui se non trovandosi un'altra sede regionale più vicina a casa. Questa legge, diciamolo chiaro e tondo, non fa altro che moltiplicare le sedi regionali, magari pagando anche un affitto ai Comuni si potrebbe vedere di aiutarli...
Ho sentito parlare di difficoltà di tornelli elettronici... difficoltà zero. I tornelli virtuali esistono in 1.000 aziende proprio per chi, lavorando in sedi distaccate quando non a casa, timbra il cartellino elettronicamente attraverso un sistema di "password" protette. Il problema è che, partendo dal presupposto che il lavoro domiciliare è superato, perché lo ha detto il Presidente, cosa facciamo per i disabili? Ci sono dei disabili che potrebbero utilmente essere inseriti nel circuito del lavoro o essere spostati nel circuito di lavoro in una posizione in cui possono lavorare molto meglio e che, se non attiviamo il telelavoro domiciliare, non possono trovare un'adeguata collocazione e un'adeguata soddisfazione alle loro giuste aspettative.
Secondo il collega Vicquéry lavorare a casa porta all'alienazione, lui ha riportato un articolo su una rivista in cui una Signora che fa questo lavoro dice dopo 2 o 3 anni.... ma mica nessuno dice che ci siano degli obblighi di telelavoro, si sta parlando di scelte libere delle persone che possono essere attivate in periodi nei quali questo è necessario, non è un modello di lavoro per tutta la vita!
Come non mi sembrano molto giustificati i riferimenti del collega Sandri al precariato. Qui stiamo parlando di dipendenti regionali che dovrebbero lavorare a distanza. Quale precariato? Vi risulta che tutti i dipendenti regionali sono precari? Non mi risulta. C'è un precariato regionale, ma che non c'entra con il telelavoro, parliamo dei cantieri forestali o di altre situazioni, ma che non riguardano questa tematica. Qui siamo di fronte ad una legge di principio che dice: "facciamo un passo avanti", la "roba" sperimentale... e già nella "roba" sperimentale si parte dal principio che il telelavoro domestico non si può attivare... e tutti i funzionari che sono venuti in Commissione ci hanno detto che non si può fare: primo perché non ci sono progetti, non ci sono posti, non ci sono servizi disponibili...
Ho visto l'ordine del giorno che sta per essere presentato e mi è stato sottoposto per la firma del nostro gruppo e devo dire che saremmo disponibili a firmarlo qualora impegnasse la Giunta ad attivare una sperimentazione anche nel telelavoro domestico, ancorché limitata in un certo modo, mentre nel documento c'è solo "impegna a individuare il percorso", si parla di progetti e si parla di progetti non a caso, perché i funzionari che sono venuti in audizione hanno detto che servizi disponibili a fare il telelavoro non ce ne sono! Per poterlo attivare quindi bisognerebbe che vi fossero degli specifici progetti orientati e su questo siamo tutti d'accordo. Sarebbe opportuno che tale ordine del giorno contenesse un riferimento a progetti di telelavoro a domicilio, oltre che telelavoro in sedi distaccate. In questo senso saremmo disponibili ad esaminare il testo e quindi a votarlo: a condizione che possa essere modificato. Chiedo perciò se c'è la disponibilità da parte dei presentatori e che l'hanno già firmato, al termine della discussione generale, a fare una breve interruzione per poter concordare le posizioni su questo ordine del giorno e poterlo votare.
Si dà atto che dalle ore 15,57 presiede il Vicepresidente Tibaldi.
Presidente - La parola alla Consigliera Fontana Carmela.
Fontana (PD) - Non volevo intervenire, anche perché sono una di quelle che ho votato favorevolmente questa legge, senza dubbio, anche perché ritengo che una legge in via sperimentale, come tutte le cose, man mano che vanno avanti si vede dove ci sono dei difetti e si possono migliorare. Assolutamente non concordo con il collega Ottoz, che da sempre è in testa al sindacato e anche ai lavoratori: anche se una sola persona usufruisce del telelavoro, io lotterò per quella persona. Lei non ha di questi problemi, caro Consigliere Ottoz, perché non ha problemi di timbrare, non ha problemi di stipendi, ma c'è gente che ha problemi di tali cose. Lei non si può permettere di dire che non serve, accontentiamo i lavoratori e facciamo quello che è fattibile per loro. Ho sentito anche i sindacati, sono stati sentiti tutti, ci hanno detto che è una legge propositiva, l'ho votata senza difficoltà e ne sono veramente convinta. Man mano che andiamo avanti, se ci sono delle cose da migliorare, lo faremo, ma non bisogna sempre distruggere tutto, altrimenti non andremo da nessuna parte. Cominciamo ad essere dalla parte della tutela dei cittadini, perché ci dimentichiamo dei bisogni e dei problemi dei cittadini: siamo distanti anni luce e poi andiamo a dire capiamo quello che provano i cittadini! Dove vogliamo andare con questo sistema! Cominciamo a metterci nei loro panni e poi vedremo che saremo giudicati bene.
(applausi in aula)
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz, per fatto personale.
Ottoz (PdL) - Per fatto personale, vorrei che la collega Fontana, che stimo molto, evitasse di mettermi in bocca cose che non ho detto. Qui nessuno ha parlato male dei lavoratori o contro i lavoratori, perché la tutela dei lavoratori passa esattamente attraverso una modifica del comportamento dei sindacati. Non confondiamo i sindacati intesi come corporazione che si è "incrostata" in questo Paese in un certo modo, senza dare significati negativi alla parola, e i lavoratori. Qui non stiamo parlando di non tutelare i lavoratori, ma è proprio per tutelare i lavoratori che si deve fare il telelavoro e non aumentare il numero delle sedi regionali in giro per la Valle, che non è tutelare i lavoratori, perché stiamo parlando dei lavoratori che ci sono già! Lei mi spieghi se tutela di più i disabili, permettendo, organizzando dei progetti per il lavoro domiciliare o se per i disabili il problema diventa spostarli da casa alla sede distaccata, anziché da casa alla Regione, me lo spieghi! Perché nessuno qui ha parlato contro i lavoratori nella maniera più assoluta, lei non me lo metta in bocca, mi dica che non è d'accordo con me, ma non mi faccia dire cose che non ho detto. Ci sono le registrazioni.
Presidente - La parola alla Consigliera Fontana Carmela, per fatto personale.
Fontana (PD) - Volevo solo ribadire che questa legge, per quanto penso di aver capito, sono stati i lavoratori che l'hanno chiesta, non ce la siamo inventata noi! Per esigenze di qualche persona che aveva problemi di venire a lavorare ad Aosta, questo mi sembra di aver capito, e io ho lavorato in tale funzione, solo questo.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Stamani avevo ringraziato il collega Lanièce perché aveva preso l'iniziativa rispetto a questa proposta di legge, oggi vorrei ringraziare invece in modo particolare quelle lavoratrici che hanno sollecitato a più riprese sia il collega Lanièce, sia gli altri Consiglieri e che hanno con la loro testardaggine portato all'attenzione dei Consiglieri il loro problema. Non credo che questa legge sia stata fatta per dare la risposta a quelle 3 persone che hanno oggi tale esigenza. Tali persone sono coloro che hanno messo l'accento sul problema e hanno fatto vedere come la Regione non possa non legiferare su tale tema, su cui moltissime altre Regioni, nonché Comuni e Province, si sono già attivate da tempo, per cui noi come Regione siamo in ritardo rispetto a questa problematica. Parlare di telelavoro in tale legge relativamente al comparto unico non è parlare dei "call center", quello è tutto un altro discorso che non ha niente a che fare con il telelavoro di cui si parla in questa legge. Sia chiaro, tutte le osservazioni fatte contro i "call center" mi trovano anche d'accordo, ma sono un altro problema e non riguardano tale legge. Trovo ridicolo che qui ci mettiamo a discutere se devono farlo a casa o devono farlo negli uffici comunali o della Comunità montana, quando queste sono al massimo delle traduzioni concrete relative ai singoli problemi, ma se una persona sta lontano un'ora di macchina dalla sede comunale, deve andare lì a lavorare in omaggio al fatto che non può farlo a casa? È ridicolo ragionare in questo modo! Trovo molto dequalificante l'immagine del lavoratore che fa a casa il telelavoro, ciascuno di voi lo immagina come uno che svolge un lavoro al computer. I consulenti della Regione, pagati fiori di quattrini, mica si chiede loro di venire a lavorare in Regione? Lo fanno i consulenti scelti come consulenti cui poi si chiede di lavorare in Regione per svolgere un lavoro di impiegati che dovrebbero essere gli altri a svolgere, ma i consulenti, le persone serie, chi fa una tesi, chi svolge una ricerca non deve stare lì a timbrare o far vedere, ma viene valutato per il progetto. È chiaro che oggi sono una decina, ci diceva il dott. Malfa, le mansioni che, oggi come oggi, con questa organizzazione rigida del lavoro possono essere subito demandate ad un telelavoro, ma in prospettiva possono essere moltissime altre mansioni e lavori, il problema grosso è che, finché abbiamo in mente culturalmente un lavoro in Regione, in cui si arriva, si timbra, si aspetta che il capo dica cosa bisogna fare, ci si mette a fare, c'è il capo che controlla, si chiude il lavoro quando suona la campanella, finché uno ha in mente questa tipologia di lavoro, è chiaro che il telelavoro non ci azzecca! Nel momento in cui ci sono delle persone a cui viene affidato un compito ad esempio di ricerca, di studio, di analisi di documenti per cui devono produrre una relazione o una ricerca, dei contatti con una serie di enti esterni, perché non si può fare a casa? Il problema piuttosto è un altro, ma di questo non se ne parla. Chiediamoci se in tutti i centri periferici di questa Regione è possibile realmente il telelavoro, ossia se è possibile collegarsi in modo veloce attraverso la banda larga e tutti gli altri sistemi di informatizzazione: questo è il problema da affrontare.
Sono 2 quindi i problemi strutturali da affrontare: uno, che è un problema tecnico che riguarda l'Assessore Marguerettaz, che ora non è presente; secondo, il problema dell'organizzazione del personale che non si sa bene in questa Regione a chi tocca, perché per un aspetto che riguarda i processi organizzativi è il Dipartimento di informatica, DSI, che è chiamato a ripensare a tutte le procedure secondo una logica di informatizzazione, che consente, quella sì, di lavorare per obiettivi, ma chi si preoccupa della qualità organizzativa di tale macchina? Nessuno. Questo è il problema reale. Se questa legge fallirà, fallirà non perché il telelavoro è una cosa che non va bene, perché da altre parti la stanno già facendo con tutti i rischi che ci possono essere, ma solo perché qui non si è fatto quel lavoro di organizzazione per progetti; per questo ho sottoscritto volentieri l'ordine del giorno in cui si mette l'accento su tale aspetto.
Ancora: non ragioniamo per schemi, dove mai è scritto che se c'è un lavoro per progetti, questa persona sta a casa tutto il tempo? C'è il momento in cui si discute quale progetto, come farlo, il telelavoro non vuol dire che uno per 40 anni della sua vita sta in casa a lavorare, ma vuol dire che c'è una parte del lavoro che fa fuori dall'ufficio, ma tutto il rapporto con i dirigenti per analizzare la situazione, come risolverla, tutto questo uno non lo fa da lontano... ma ci saranno questi momenti. Provate poi un po' oggi a chiedervi come avviene la comunicazione fra i giovani: via "internet". È la comunicazione in cui si dicono di tutto, dai sentimenti... quindi c'è anche questo.
Ripeto: secondo me, le critiche che vengono fatte adesso a questa legge, che non è perfetta come ogni cosa, sono osservazioni da tenere in conto nel momento in cui ci si metterà ad attuare e io condivido quello che diceva la collega Fontana, è un primo passo, lavoriamo in questa direzione.
Presidente - Adesso è stata annunciata la presentazione di un ordine del giorno che non è ancora pervenuto ai banchi della Presidenza.
La parola al Consigliere Sandri, per mozione d'ordine.
Sandri (PD) - Mancando abbondantemente il numero legale, praticamente quasi tutta la Giunta, forse sarebbe opportuno fare una verifica, perché su questi temi non sarebbe male che vi fosse un maggior interesse da parte della Giunta.
Presidente - Prego il Consigliere Segretario di fare la verifica del numero legale... il Consigliere Segretario mi conforta sulla presenza del numero legale.
La parola al Vicepresidente Lanièce.
Lanièce (SA) - Voglio intervenire a conclusione della discussione generale per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, e lo faccio non solo come relatore, ma come primo firmatario di questa proposta di legge. Sicuramente, come ha detto la collega Squarzino, si tratta di una proposta di legge importante per me e per la maggioranza, ed è un primo passo: oggi siamo infatti qui per dare l'assenso all'introduzione in Valle del telelavoro attraverso una sperimentazione, che durerà 3 anni, durante la quale potremo verificare tutte le migliorie da apportare alla proposta di legge, in modo che, finita la sperimentazione, si possa passare a regime con tutte le dovute migliorie, a fronte dei riscontri avuti. Si tratta di una legge innovativa che sta prendendo piede in altre Regioni e anche la Valle d'Aosta vuole mettersi al pari con le altre Regioni e portare avanti questa iniziativa, che va nella direzione di venire incontro alle esigenze dei lavoratori.
Il collega Ottoz rimarcava il fatto che è importante che il telelavoro sia sotto forma domiciliare. La proposta di legge prevede le 3 tipologie, non dice se è meglio una o l'altra, anche perché la cosa positiva di questa proposta di legge è che tutto quanto viene demandato alla contrattazione collettiva. Saranno i rappresentanti dei lavoratori, assieme alla Regione e agli enti del comparto unico, che assieme decideranno come effettuare la sperimentazione.
Nel disegno di legge abbiamo previsto le 3 tipologie chiedendo che, per quanto riguarda quella convenzionata, che può sembrare quella più facilmente e velocemente realizzabile, vi sia da parte dei Comuni la messa a disposizione gratuita di locali in modo che l'Amministrazione possa introdurre gli apparecchi informatici necessari, ma questo non vuol dire che non si vuole fare la domiciliare, in quanto sarà la contrattazione a decidere in merito. Si poteva fare forse diversamente, anche perché l'idea di presentare un disegno di legge è nato nel 2003, quando il sottoscritto presentò in quest'aula all'allora Assessore Ferraris un'interpellanza chiedendo se era possibile predisporre una legge regionale sul telelavoro, a fronte della legge nazionale e del fatto che per la prima volta a Montjovet si era iniziata una sperimentazione di telelavoro. Ovviamente eravamo a fine legislatura, quindi l'Assessore trovò l'idea positiva, ma purtroppo non c'erano i tempi per portare avanti la procedura. La nuova maggioranza però non inserì nel suo programma il telelavoro. Come tutti sapete, nel 2006 il gruppo "Stella Alpina" è entrato in maggioranza, e tramite il sottoscritto ha chiesto e ottenuto, grazie anche alla disponibilità del Presidente Caveri, di inserire nel programma della nuova maggioranza il telelavoro e da quel momento si è cominciato a lavorare. Sono state da me predisposte 2 proposte di legge e il Presidente Caveri ha scelto quella più articolata, mentre l'altra era più risicata e demandava direttamente alla Giunta tutte le iniziative conseguenti. Il Presidente Caveri poi ha messo a disposizione del sottoscritto un gruppo di lavoro tecnico, coordinato dal dott. Malfa e composto dalla dott.ssa Zublena, dalla dott.ssa Donato, dalla Dott.ssa Poliani, dal Dott. Donati, dal Dott. Formento Dojot e dal Dott. Verthuy, che assieme a me ha affinato la bozza di legge iniziale e che sta predisponendo tutto l'iter per rendere applicabile il telelavoro in Valle. Tra l'altro venerdì prossimo ci sarà un'ulteriore riunione di questo gruppo di lavoro, per cui non è che il compito del gruppo di lavoro si è esaurito, ma il gruppo di lavoro, dopo aver discusso sul testo di legge, sta predisponendo tutto l'iter necessario per fare sì che, una volta approvata la legge dal Consiglio, si possa "andare sul territorio" ad attuarla.
Per rispondere al collega Ottoz, devo ribadire che non c'è nessuna preclusione: abbiamo fatto la legge quadro, abbiamo dato indicazioni, il lavoro è stato utile, c'è stata la condivisione da parte della maggioranza, siamo qui per chiedere oggi il via libera da parte del Consiglio regionale per far sì che questa proposta diventi legge e poi spetterà subito alla contrattazione collettiva il compito di individuare i criteri per l'avvio della sperimentazione. Abbiamo indicato alcuni criteri che sono quelli della distanza, conciliazione lavoro e vita familiare, problemi psicofisici, quindi anche un'attenzione al mondo dei disabili, ma non solo, a tutti quanti! Abbiamo cercato di inserire tutte le possibilità per far sì che questa legge si possa attuare, ovviamente se essa avrà successo dipenderà soprattutto dalla contrattazione. Oggi fare un processo alle intenzioni non mi sembra giusto, anche se posso capire le posizioni politiche. L'invito quindi è quello di approvare oggi questa legge, che è innovativa e che può portare a dimostrare ancora una volta l'attenzione del Consiglio regionale nei confronti delle famiglie. Spesso vogliamo mettere al centro l'uomo, la famiglia, poi non facciamo nulla; questo è un piccolo esempio in cui il Consiglio regionale vuole dare un piccolo segnale, a favore dei cittadini e delle famiglie, dando loro una possibilità di migliorare la loro vita, permettendo di conciliare la vita lavorativa con la vita familiare, diminuendo i costi di trasferimento e andando incontro a chi, per difficoltà motorie, ha difficoltà a spostarsi dalla sua residenza alla sede lavorativa. È un piccolo ma importante segnale e mi auguro che il Consiglio regionale approvi questa proposta di legge, di cui sono il proponente.
In conclusione vorrei solo ricordare che abbiamo anche firmato un ordine del giorno, che va nella direzione auspicata dalla Commissione guidata dal collega Vicquéry, che afferma che il telelavoro è innovativo, ma presuppone un modo di vedere diverso, un modo di lavorare per progetti. L'ordine del giorno impegna la Giunta regionale ad individuare il percorso e le modalità per introdurre, in modo sistematico, all'interno dell'Amministrazione regionale il modello organizzativo dell'attività lavorativa per progetti e ad operare per un sempre più diffuso decentramento dei servizi. Prima di consegnare questo ordine del giorno, chiedo se si vuole fare una sospensione per verificare se anche il "PdL" vuole firmarlo.
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz, per secondo intervento.
Ottoz (PdL) - Apprezzo la foga e la tensione con la quale il collega Lanièce si occupa di questo problema, che gli sta molto a cuore. Quello che contestiamo, ed è per questo che vorremmo vedere una modifica sull'ordine del giorno, è il metodo, ossia questa legge, per tutta una serie di cose che abbiamo sentito in Commissione, ha un problema: che su 2.500 dipendenti regionali, secondo il dott. Malfa, ce ne sarebbero 10 papabili o, meglio, sono solo 10 mansioni in tutto.
Concordo con quanto ha detto la collega Squarzino sulla necessità di sperimentare effettivamente questo strumento superato secondo il Presidente Caveri del lavoro domiciliare. Contesto il metodo che ha appena ora illustrato il collega Lanièce, ossia che di fatto la legge dice: "potete fare a) b) o c), si può fare il lavoro normale (sede staccata), il convenzionato e il domiciliare, poi tutto è demandato alla contrattazione sindacale". Diamogli anche da chiudere la "questione Alitalia" così abbiamo risolto tutto... Il Consiglio fa le leggi e stabilisce quali sono, nel caso di una legge come questa, le sperimentazioni e la contrattazione sindacale viene a Valle, ossia non si possono fare le leggi dicendo: "potremmo fare 3 cose e stabiliscono i sindacati quali si fanno e quali non si fanno".
Sull'ordine del giorno, e chiedo la sospensione, vorrei che fosse chiaro che noi impegniamo la Giunta a mettere in piedi almeno 3 progetti, di cui uno per il lavoro a domicilio, uno per il lavoro in sede distaccata - perché poi se qualcuno mi spiega la differenza per una donna di allattare a casa o allattare alla sede distaccata come telelavoro sarei grato - e uno per verificare quanto questo può aiutare i disabili. Se si mettono in piedi questi 3 progetti, immediatamente dopo si può fare tutta la contrattazione sindacale che si vuole, ma che i 3 progetti siano tutti messi in sperimentazione, altrimenti ricadiamo nel discorso che poi noi ipotizziamo 3 cose, ci riempiamo la bocca di tante parole inutili e poi qualcun altro decide cosa si fa cosa non si fa, cosa si sperimenta e cosa non si sperimenta.
Chiedo una sospensione per trovare un accordo sul testo dell'ordine del giorno.
Presidente - Sospensione accordata.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 16,29 alle ore 16,49.
Presidente - Riprendiamo i lavori con la presentazione di un ordine del giorno a firma dei colleghi Lanièce, Vicquéry, Lavoyer, Ferraris, Fontana Carmela, Squarzino Secondina e Ottoz.
La parola al Consigliere Sandri, per secondo intervento.
Sandri (PD) - Solo per chiarire alla fine di questa discussione 2 questioni: la prima, come già illustrato dalla collega Fontana e come lo abbiamo fatto in Commissione, il "Partito Democratico" voterà convintamente tale provvedimento di legge. Abbiamo voluto però evidenziare alcune di quelle che potrebbero essere delle difficoltà di cammino, perché avevamo percepito un andamento baldanzoso su questo provvedimento di legge. C'è un punto di cui non avevamo parlato nel primo intervento, ma che volevamo sottolineare come un aspetto positivo della legge ed è laddove si evidenzia la possibilità all'interno del comparto e credo sia all'articolo 4, comma 2, ossia quella è una di quelle soluzioni intermedie che possono consentire di dare una risposta, da una parte, alle esigenze del lavoratore che rimane vicino al suo domicilio; dall'altra, quella di poter condividere una sufficiente socialità insieme al restante personale del comparto. È chiaro che non è la stessa socialità che può avere con dei colleghi di lavoro con cui si fa lo stesso lavoro, ma è un momento assolutamente importante. Auspicando che nella fase di sperimentazione si tenga conto di questa possibilità prodotta dal comma 2 dell'articolo 4, quindi ribadiamo il nostro voto positivo.
Presidente - Chiudo la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Questo è un provvedimento che è stato a lungo studiato dalla Commissione a cui ha fatto cenno il collega Lanièce, che ringrazio per l'attività svolta nell'ambito di questo "dossier", che ha seguito con grande scrupolo e che ha portato, con la collaborazione dell'Ufficio legislativo della Presidenza della Regione, alla definizione di questa proposta di legge. Non ripeterò quanto è già stato detto finora, mi permetto solo di segnalare che le tipologie di telelavoro che qui vengono esplicitate sono tipologie molto varie. Esiste anche quella tipologia di cui ha parlato il collega Ottoz, che vale per il telelavoro nella concezione più antica, che è quella un po' solitaria del lavoro nella propria abitazione, certamente preziosissimo per i disabili. Penso ai disabili che lavorano al centralino della Regione, penso ad un'ipotesi di remotizzazione di parte dei centralini nell'abitazione di una persona non vedente, penso ad un ragazzo che tutte le mattine scende da Cogne per lavorare qui al centralino, il giorno in cui avessimo delle tecnologie che gli consentissero di lavorare a casa, credo che sarebbe un miglioramento della qualità della vita per lui.
Tuttavia, credo che vada rimarcato il lavoro prezioso che è stato svolto dalla dott.ssa Zublena, di cui si è fatta portavoce nei miei confronti la Vice Capo Gabinetto dott.ssa Poliani, c'è una grandissima evoluzione in questo settore, ossia sempre di meno si ritiene che il telelavoro sia il telelavoro a casa, perché esiste un rischio di isolamento di questo lavoro da un contesto sociale. Devo dire, come ricordato dal collega Vicquéry, che ci troviamo oggi di fronte ad una problematica seria: oggi abbiamo una gigantesca mobilità verso la città di Aosta, anche se ritengo che il numero delle sedi dell'Amministrazione, che è salito a 100, sia eccessivo. Oggi quindi non si tratta di moltiplicare le sedi, per cui nelle diverse tipologie per me la più convincente è quella convenzionata, ossia immaginare che nuclei di lavoratori che si devono recare tutti i giorni ad Aosta possano immaginare nei municipi di appartenenza, svolgendo dei lavori che siano in connessione con una filosofia di riscrittura della legge n. 54, che non sia esclusivamente un decentramento verso il sistema degli enti locali, ma talvolta forme di decentramento medesimo dell'Amministrazione regionale, che non comportino nel caso in cui si collochino nelle strutture dei municipi di alcuni Comuni, spese ulteriori, ma finiscano per remotare in quei luoghi la postazione di lavoro di dipendenti che altrimenti sarebbero costretti, con grande spreco e grande congestionamento della città di Aosta, a venire ad Aosta. Questa è una legge quadro e come tale si configura, quindi si tratterà in un momento successivo di tornarci sopra, di riflettere sulle tipologie, di concordare con il sindacato; per fortuna, esistono le rappresentanze sindacali, ogni tanto lo dico con vivo dispiacere perché non sempre al tavolo della trattativa si ottengono dei risultati magari da me auspicati, ma credo che oggi l'alternativa ad avere le rappresentanze sindacali sia il caos. Potremmo poi riflettere se, come le Regioni a statuto ordinario, dobbiamo anche noi fare le RSU e forse l'unico metodo per la determinazione delle rappresentanze sindacali è quello democratico; oggi non è così, vedo il collega Bortot che scuote il baffo, sa che non sempre i meccanismi attuali sono trasparenti nei criteri della rappresentanza. Lo dico in senso evolutivo perché oggi il concetto di rappresentanza derivante dal voto democratico dovrebbe essere un caposaldo anche per il mondo sindacale.
Credo sia molto interessante questa sperimentazione che faremo, non ne dovremo abusare e tuttavia è una porta aperta; devo dare atto al collega Lanièce e ai miei collaboratori di aver trovato in una legge cornice la possibilità di inserire diverse tipologie di sperimentazione che credo siano positive. In fondo è quanto diceva il collega Vicquéry: oggi ci troviamo di fronte ad una situazione che solo apparentemente si è invertita rispetto ai paesi di montagna; abbiamo molte comunità, quelle minori che non hanno il turismo di massa, che gonfia fittiziamente la demografia di alcuni Comuni - e penso alla zona del cuore verde della Valle, che va dal Piccolo San Bernardo fino alla Valle di Champorcher -, che hanno una situazione di grande sofferenza nella vita sociale e che rischiano un'implosione demografica e una crisi profonda nella loro esistenza. Temo che sotto alcuni profili dovremo pensare al di sotto di quale soglia di reali residenti un Comune cessa nella realtà fattuale di esistere e credo che oggi consentire a delle persone di restare nel loro Comune di appartenenza, pur appartenendo al comparto regionale, sia una riflessione seria che possa consentire - perché le nuove tecnologie devono essere "friendly", amichevoli - un miglioramento complessivo della vita di ciascuno di noi, per questo credo che tale provvedimento sia utile e che dovrà essere concretizzato dalle prossime amministrazioni.
Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno, che recita:
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Vista la proposta di legge regionale n. 203/XII, recante "Disposizioni in materia di telelavoro", presentata in data 1° febbraio 2008 dai Consiglieri regionali André Lanièce, Claudio Lavoyer, Roberto Vicquéry e Marco Viérin;
Atteso che, ai sensi dell'articolo 6 della citata proposta di legge, l'attuazione del telelavoro avverrà, in applicazione delle tre modalità previste nell'articolo 2, comma 2, sulla base di appositi progetti, i quali dovranno, tra l'altro, definire i criteri, orientati ai risultati, per la verifica della prestazione di telelavoro;
Considerato che il modello organizzativo sotteso al telelavoro introduce, rispetto ai modelli tradizionali, significative ed ambiziose innovazioni, consistenti in particolare nella predeterminazione di obiettivi misurabili per mezzo di indicatori di realizzazione e di risultato, da conseguire entro termini definiti e a fronte di risorse strumentali e finanziarie assegnate;
Ritenuto che per la migliore valorizzazione delle risorse umane, quale fattore strategico per lo sviluppo e la crescita dell'Amministrazione, sia necessario diffondere, in ambiti diversi dal telelavoro, il modello organizzativo dell'attività lavorativa per progetti;
tutto ciò premesso
Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a individuare il percorso e le modalità per introdurre in modo sistematico, all'interno delle strutture dell'Amministrazione regionale, il modello organizzativo dell'attività lavorativa per progetti e ad operare per un sempre più diffuso decentramento dei servizi.
F.to: Lanièce - Vicquéry - Lavoyer - Ferraris - Fontana Carmela - Squarzino Secondina - Ottoz
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 26
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato. All'articolo 1 vi sono 2 emendamenti del "PD".
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Per quanto riguarda il telelavoro, il problema era il decongestionamento dei poli urbani. Credo che in questa Regione tutto si possa fare, ma credo che la prima cosa che si debba evitare è di prendersi in giro, ossia che il telelavoro sia messo in piedi per decongestionare i poli urbani, quando la città di Aosta è passata da quasi 40mila abitanti di qualche anno fa a poco più di 30mila, mi sembra che sia una cosa un po'... poi se abbiamo bisogno di ammantare, ammantiamo insomma... Per quanto riguarda il traffico, non sono quelle 10 persone con il telelavoro che cambieranno il traffico, ma questo l'ho evidenziato soltanto e annuncio il ritiro di questo e di tutti gli altri emendamenti per il fatto che su tale legge si è lavorato molto, ma forse si poteva fare ancora qualcosa in più. Comunque, proprio perché c'è un'atmosfera positiva, abbiamo votato tutti insieme un ordine del giorno condiviso, ritiriamo tutti gli emendamenti a questo progetto di legge.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - All'articolo 2 vi sono 2 emendamenti della II Commissione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1, che recita:
Emendamento
La lettera c) del comma 3 dell'articolo 2 è sostituita dalla seguente:
"c) essere programmabili e verificabili in termini di risultato;".
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 27
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 2 della II Commissione, che recita:
Emendamento
La lettera d) del comma 3 dell'articolo 2 è sostituita dalla seguente:
"d) non prevedere interazioni fisiche con il pubblico.".
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2 nel testo così emendato:
Articolo 2
(Definizione e modalità di svolgimento del telelavoro)
1. Per telelavoro si intende la prestazione di lavoro effettuata dal dipendente in un luogo ritenuto idoneo dal datore di lavoro, collocato al di fuori della sede di servizio, in cui la prestazione sia tecnicamente possibile utilizzando le tecnologie informatiche che consentono il collegamento del dipendente stesso con l'ente di appartenenza e sotto la direzione del relativo dirigente.
2. Il telelavoro può svolgersi con le seguenti modalità:
a) domiciliare, se svolto nell'abitazione del dipendente stesso;
b) telecentrale, se svolto in una sede periferica gestita con altre istituzioni;
c) convenzionato, se svolto presso la sede di un ente diverso da quello di appartenenza.
3. Le attività che possono essere svolte con modalità di telelavoro devono:
a) essere informatizzabili;
b) prevedere un livello di collaborazione ed interazione con altri dipendenti compatibile con la modalità del telelavoro;
c) essere programmabili e verificabili in termini di risultato;
d) non prevedere interazioni fisiche con il pubblico.
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 10:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.