Rédaction informelle du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 32 du 14 février 1974 - Resoconto

OBJET N° 32/74 - Requête de modification de la loi régionale sur les Communautés de montagne. (Rejet de Motion)

Dolchi (Presidente) - Chi illustra la mozione? La parola al Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - Beh, non è che io mi attribuisco il compito di illustrare la mozione che sarà illustrata anche da altri Consiglieri dell'Union Valdôtaine, io mi volevo limitare a dire che già nella seduta del 31 gennaio 1973 quando si era discusso della cosiddetta bozza, del cosiddetto piano che poi invece era monografia di due insegnanti universitari, in quella occasione, cioè nella seduta ripeto del 30 gennaio 1973, io modestia a parte avevo previsto le cose negative che sono poi verificate a proposito delle Comunità Montane.

Io dicevo: non mi diffondo a parlare della questione dei comprensori che si identifica con la questione delle Comunità montane. Anche i qui i demo-popolari sulle Comunità montane si sono dati delle arie come se avessero inventato loro le Comunità montane quando la verità è ben diversa poiché tutti sanno che c'è una legge nazionale che statuisce in materia.

Comunque noi dell'Union Valdôtaine, dicevo allora e non faccio che leggere il testo di quello che ho detto allora, come autonomisti e come regionalisti non crediamo che una legge nazionale possa affrontare in modo soddisfacente le realtà economiche e sociali delle varie regioni, e la prova è proprio nella legge nazionale sulle Comunità montane che è scritta per certe Regioni che hanno una loro configurazione geografica e una loro composizione economico-sociale di un determinato tipo che non corrisponde affatto alla configurazione geografica e alla composizione economica e sociale della Valle d'Aosta e dicevo: in Toscana, in Lombardia, in Piemonte si può forse applicare quella legge anzi senz'altro, diamo atto che si può applicare quella legge delle Comunità montane, ma in Valle d'Aosta è oltremodo difficile e il Presidente della Giunta e la Giunta hanno capito benissimo che delimitare le Comunità montane in Valle d'Aosta è una cosa difficilissima tanto più che il legislatore nazionale almeno ha avuto il buon senso di dire che queste Comunità dovrebbero essere omogenee, io vi voglio vedere - dicevo allora - a trattare delle Comunità omogenee in Valle d'Aosta, abbiamo sentito oggi i Consiglieri regionali fare delle osservazioni al riguardo, ma qui voi vi troverete per questo problema delle Comunità montane di fronte a un ginepraio.

A proposito di omogeneità, che omogeneità c'è nella Comunità n. 7 che comprende Champorcher, Pont Bozet, Hône, Bard, Donnaz, Pont-Saint-Martin e i Comuni della Valle del Lys? Nessuna omogeneità o perlomeno c'è la stessa omogeneità che ci può essere in tutta la Regione della Valle d'Aosta, in tutto il territorio della Valle d'Aosta. Quindi non ci sono zone che siano più omogenee del complesso totale della Valle e voi lo sapete benissimo perché voi naturalmente avete preso contatti con i Sindaci e avete visto se è facile arrivare a questa definizione. Ho sentito degli amministratori regionali dire che nelle Comunità montane pensano di assorbire i Comuni come ho sentito dei Sindaci dire esattamente il contrario e cioè che pensano di avere sempre la mano nelle Comunità montane che anzi queste Comunità montane dovrebbero addirittura assorbire l'Amministrazione Regionale e che all'Amministrazione Regionale deve rimanere solo la tutela e non so più quale altro problema e quindi voi vedete quale Babilonia potrà scatenarsi.

Ora purtroppo, io sono stato in quella occasione facile profeta. In quell'occasione l'allora Presidente del Consiglio aveva detto che la mia trattazione di questo argomento era fuori tema, io avevo replicato che non era niente affatto fuori tema perché la questione dei comprensori, di cui a quale tale monografia di quei due professori universitari, è strettamente legata alla questione delle Comunità montane.

Noi pensiamo che i comprensori e le Comunità montane sono destinate ad essere i doppioni dell'Amministrazione Regionale, dei doppioni dei B.I.M., dei doppioni dei Comuni e noi contestiamo che nelle Comunità montane vi possano essere degli uomini competenti a fare i piani quinquennali di sviluppo. Lo contestiamo e d'altra parte vediamo che non siamo a momenti capaci noi di fare, anzi finora non siamo stati capaci di fare un piano regionale di urbanistica, immaginiamoci se nelle 7 o nelle 14 o nelle 21 Comunità Montane vi sarà la possibilità di fare questi piani quinquennali. Se si vorranno fare questi piani quinquennali bisognerà che l'Amministrazione Regionale provveda nominando dei tecnici, degli specialisti, questo è evidente e naturalmente noi ce lo aspettiamo già e vedrete che stamattina nell'aria abbiamo fiutato un certo odorino di questa specie, abbiamo già visto le manovre di corridoio stamattina, evidentemente ci saranno delle équipe di cosiddetti programmatori o di cosiddetti tecnici che si butteranno a corpo morto sulla questione delle comunità montane come già è avvenuto per i piani regolatori e vedremo di nuovo delle parcelle essere presentate all'Amministrazione regionale o alle sette burocrazie delle Comunità montane di diecine, di centinaia di milioni con dei piani puramente teorici che lasceranno il tempo che trovano così è avvenuto di certi piani regolatori che erano fatti in un modo completamente fantastico e megalomane.

D'altra parte non penso di essere il solo a sostenere questa tesi, io so che un Consigliere regionale, non voglio sottrarre a questo Consigliere regionale l'argomento, che non è del nostro gruppo ha previsto, con un calcolo abbastanza convincente, che la burocrazia di queste sette comunità è presumibile che venga a costare sui 530 milioni all'anno. Ora noi viviamo in un momento difficile di una grave, gravissima situazione nazionale, di una difficilissima e preoccupante situazione internazionale e sarà sempre più difficile per gli Stati, per le Regioni, per le Provincie, per i Comuni di potere impiantare e varare i loro bilanci. È certo che al periodo delle vacche grasse è subentrato il periodo delle vacche magre e proprio adesso in questo momento di così gravi difficoltà che sono tali da far tremare le vene e i polsi a chi ha responsabilità di governo, di fatti noi vediamo che i governi non controllano più gli avvenimenti, si susseguono i vertici degli uni e degli altri e degli altri ancora ma oramai siamo in pieno marasma ed è in questo periodo che si vogliono buttare dalla finestra 400-500 milioni di spese per le burocrazie delle 7 Comunità montane, quindi perlomeno questo numero è un numero eccessivo perché più si aumenta il numero delle Comunità montane più aumentano le spese per le sedi, spese generali, spese di tecnici, burocrati di vario genere.

Si dirà che questo è un cambio verso una maggiore democrazia, non solo lo si dirà ma lo si è già anche detto e invece non è niente affatto vero, come non è vero quello che ha detto un Assessore regionale e io non lo nomino perché non voglio personalizzare i problemi, non è vero che la popolazione sarà chiamata a decidere del problema delle Comunità montane perché sarebbero delle oligarchie ristrette che esamineranno questi problemi quindi la popolazione ancora una volta sarà alla finestra o dietro la porta e non entra niente affatto a decidere quello che ci sarà da decidere.

In realtà noi camminiamo anzi ci siamo già in una piena, in un sistema feudale, in un nuovo sistema che è feudale, abbiamo la Regione, abbiamo il Consorzio dei Bacini Imbriferi, abbiamo le sette sorelle, le sette Comunità Montane, abbiamo i Comuni, abbiamo tutta una catena di Enti, se era detto che bisognava sopprimere gli enti inutili o poco utili e invece si continua a moltiplicare gli Enti e a moltiplicare i carrozzoni con degli intenti clientelari e di politica di bassa lega.

Ho detto sistema feudale, è così perché nella Francia feudale c'erano "les vassaux et les arrière-vassaux" e in Italia c'erano i Vassalli, i Valvassori e il Valvassini e questo sistema ricomincia con la creazione di tutti questi Enti perché anche qui abbiamo la catena feudale della Regione, del Consorzio dei Bacini Imbriferi, delle sette Comunità e dei Sindaci che in questa situazione sono i Valvassini della Valle d'Aosta e d'altra parte c'è da dire anche un'altra cosa che, trattando i problemi della Valle d'Aosta, si prescinde completamente dalla realtà del territorio della Regione Valle d'Aosta; in una delle riunioni della Commissione per l'urbanistica io ho detto che prima di decidere qualunque cosa si sarebbe dovuto stabilire una buona volta in Valle d'Aosta il rapporto necessario come punto di partenza e un rapporto fra territorio e popolazione. Questa è la prima esigenza perché dove vogliamo arrivare, che cosa si vuol fare della Valle d'Aosta? Stamattina l'Assessore dell'Agricoltura piangeva, versava delle lacrime su quella zona del Breuil di Cervinia, dei larici ecc. ma avremo occasione di versare altre lacrime sul macello della realtà della Valle d'Aosta che è determinata da che cosa? Di volere, perché non si è mai pensato che ci deve essere, bisogna stabilire un rapporto tra territorio e popolazione.

Quindi io dico siamo ancora in tempo a correggere qualche cosa, siamo ancora in tempo a evitare che gli inconvenienti e le cose negative di queste Comunità montane moltiplicate per sette producano un "gaspillage", uno sperpero di denaro. Siamo ancora in tempo a fare un ripensamento e a vedere come si può fare, appunto nella nostra mozione noi chiediamo che la Giunta e la Commissione degli Affari Generali riesamini il problema e veda come si possano evitare queste cose negative e super-negative che verranno fuori da questo numero che è eccessivo.

Noi riconosciamo che la Giunta si è trovata di fronte a delle difficoltà, è un problema arduo però sapendo che ci sarà questo sperpero di denaro dobbiamo impedire che questo sperpero avvenga o perlomeno che si riducano le spese e l'unico sistema di ridurre è quello di ridurre il numero di queste comunità montane.

Jorrioz (PSDI) - Appena adesso il Consigliere Caveri diceva: siamo in tempo per prendere dei provvedimenti, per vedere di rimediare su quanto è stato fatto. Ora io sono tra quei pochi nuovi al Consiglio, nel Consiglio, vorrei conoscere un pochettino qual è la situazione delle Comunità montane, c'è una legge del 5 aprile del '73 che stabilisce alcune cose che devono essere fatte della Comunità montana ecc. però io personalmente non so a che punto sono tutte queste cose, a un certo momento si legge che le Comunità montane devono adottare entro i sei mesi dalla loro costituzione un proprio statuto formulato in conformità delle norme della presente legge, noi non sappiamo, perlomeno io non lo so, non so se gli altri Consiglieri sono al corrente della situazione, cioè non sappiamo a che punto si trova in questo momento tutta l'impostazione delle Comunità montane in base alla legge 5 aprile del '73 e sarebbe secondo me opportuno conoscere questa situazione, a che punto siamo perché se le Comunità montane dovevano presentare il loro Statuto sei mesi mi pare che dall'aprile ne siano già passati di più e il Consiglio Regionale avrebbe dovuto essere messo al corrente della situazione, di come vanno le cose. Cosa dicono i Sindaci? Nella mozione presentata dai Consiglieri dell'Union Valdôtaine si parla di proposte ecc. la maggior parte dei Sindaci ecc. si è pronunciata contro la ripartizione attuale, ritengo che il Consiglio dovrebbe essere messo al corrente su tutta la situazione che interessa le Comunità montane. Grazie.

Bordon (DC) - Era mia intenzione di intervenire più tardi perché ammaestrato dai precedenti le critiche che portiamo avanti noi della Democrazia Cristiana hanno un peso diverso da quelli che portano altri componenti della minoranza, non ci stupiamo neanche di questo perché mentre da parte di certe parti della maggioranza si sa che con la Democrazia Cristiana non si potrà mai andare d'accordo, io capisco questo trattamento di favore che si fa ad altre parti della minoranza perché si vagheggiano ancora possibili alleanze che purtroppo o meglio per noi non potranno mai verificarsi. E allora stavo sentendo quello che ha detto, stavo ascoltando attentamente quello che aveva detto il Consigliere Avv. Caveri e quello che ha detto Jorrioz, però mi sembra che questi due interventi mi inducano a spendere la mia prima cartuccia, la mia prima chiacchierata riservandomi poi di rispondere successivamente per altri problemi, in quanto ché mi sembra che invece di fare un dibattito tanto lungo avremmo già forse potuto sentire la voce della Giunta che avrebbe potuto dirci se era d'accordo o meno nell'accettare questa proposta di inviare questo agli affari generali e il Presidente della Giunta con il quale difficilmente parliamo, ma che ci comprendiamo forse un po' al volo per vecchie battaglie precedentemente fatte nello stesso partito e quindi una certa consanguineità c'è ancora oggi perché da questi stessi posti noi portavamo avanti le stesse battaglie che porto avanti io oggi ed è giusto che questi cambiamenti possano avvenire in una Regione perché forse potranno anche fare del bene, dare una vita nuova, io di questo non discuto; ora se effettivamente io fossi convinto che la Giunta accetta la proposta di riportare in discussione questo alla Commissione Affari Generali io taglierei molto corto perché tutto quello che ho da dire qui dentro, che dovrei dire qui dentro lo dovrei dire in altro loco, in altra sede.

Ora però penso che la situazione sia molto delicata perché la legge è stata approvata e il ritirarla così di colpo non so che cosa si possa fare, sospenderla non è possibile, ad ogni modo vedremo da chi ha il dovere e il compito di assumersi queste responsabilità, le decisioni che dovrà prendere, da parte mia, da parte nostra della Democrazia Cristiana cerchiamo di portare il nostro modesto contributo.

E allora dirò innanzitutto che ho condiviso immediatamente la posizione dell'Avv. Caveri già in Commissione Affari Generali perché già in quella sede noi, lui, noi, tutti, almeno in parte, avevamo fatto presente questo grave pericolo che si poteva creare con l'attuazione di queste Comunità montane; indubbiamente perché non ci si attribuiscano delle intenzioni che non sono nostre noi non diremo no alle Comunità montane perché questo non possiamo dirlo, sarebbe mi sembra non molto possibile, sulla discussione di come devono farsi queste Comunità montane invece possiamo dire molto, però seguire e aggiungere qualche cosa a quello che ha detto il Consigliere Caveri potrebbe anche essere facile, ma mi sembra che le cose più importanti le abbia dette. L'uomo della strada si preoccupa e dice: arrivati a un certo momento come funzioneranno, quali sono i compiti di queste Comunità, come faranno a portare avanti questi problemi veramente difficili e questi compiti che vengono accollati alle Com unità, come faranno, quali elementi hanno, e sono cose da sviscerare perché effettivamente è qui che si vede poi se si costituiscono dei carrozzoni nuovi come, per esempio, potrebbe essere il Consorzio Agrario ultimamente costituito che mi preoccupa molto anche per certi articoli che vengono fuori sui giornali per futuri finanziamenti ecc. e quindi vedendo un po' questa piega di come appaiono all'orizzonte ci si preoccupa anche per questo. Quindi d'accordo. Per Jorrioz, io lo ringrazio perché mi dà lo spunto di continuare il discorso portato avanti questa mattina. Jorrioz dice: io a un certo momento vorrei un po' sapere come vanno avanti queste Comunità, con tutti i dati che chiede lui a un certo momento dice: ma io vorrei sapere che cosa accade nelle trattative coi Sindaci perché io non le so. Ecco, bravo Jorrioz, anch'io non le so ed è per questo che continuo a protestare come Consigliere regionale, ho protestato stamattina, protesterò stasera, continuerò a protestare perché, secondo me, l'impostazione che è data adesso per la soluzione di determinati problemi regionali è contro il Consiglio della Regione. Perché vi dico questo? Allora arrivati a un certo momento in Commissione Affari Generali noi eravamo perplessi di trovarci di fronte a queste Comunità però mi si è detto i Sindaci ne volevamo 13 e naturalmente per chi è da tanti anni in Amministrazione e ha sempre sostenuto l'autonomia dei Sindaci e dei Comuni, noi siamo stati riverenti davanti a queste idee, a queste soluzioni. Perché 13 Comunità? Beh, dicevano siccome le Comunità devono sorgere per creare un qualche cosa di interesse omogeneo nelle Comunità ne vogliono 13 a me parevano troppe però a un certo momento abbiamo saputo che in seguito a incontri e... del Presidente della Giunta coi vari Sindaci, e il Presidente della Giunta partecipò con noi alla Commissione Affari Generali, si capì che si finiva per avere queste comunità. Bene. Io sarei stato contrario anche a quelle sette, ma forse tacitato o tratto in errore benevolmente da qualche amico che mi diceva: ma le vogliono i Sindaci queste Comunità, come facciamo noi a insorgere contro questo parere? E da qui incomincerebbe la discussione che ha fatto Jorrioz perché noi, da quel momento lì, non abbiamo più saputo niente e allora io per sapere qualche cosa, cosa devo fare, lo consiglio a te benevolmente, devi informarti sulla pagina della Valle perché la pagina della Valle non dirà forse tutte cose esatte ma se io voglio recepire qualche cosa per poterlo dibattere qui dentro lo devo prendere lì e, allora dopo aver votato la legge qui a un certo momento, come dicevi giustamente tu, noi veniamo a sapere che, con un bel titolo, abbiamo i 74 Sindaci della Valle d'Aosta che contestano le Comunità montane e allora cosa vuoi fare; e mi si dirà: ma ragazzo mio bello, tu come Consigliere regionale per documentarti dei problemi della Regione devi andare a prendere il giornale? Ma qualsiasi cittadino valdostano prende il giornale come fai tu, però dimmi tu se hai potuto risolverlo in un altro modo? No. Perché questo? Perché a un certo momento si porta un problema, si approva la legge, si dà sei mesi, un anno di tempo a quello che dici tu che basterebbe qui con la legge rivederlo perché si sappia qualche cosa ma non lo si sa più. Chiuso l'argomento.

Allora viene fuori a un certo momento questo articolo e si legge qui sopra che giustamente i Sindaci si sono riuniti, hanno avuto altre perplessità, dicono - io chiedo scusa salterò brevemente da un pezzo all'altro, quindi non molte volte la coerenza sarà molto, molto perfetta - però qui a un certo momento incominciamo a dire che i Sindaci hanno notato che diventeremo dei rapaci, non finiremo mai, ci piglieremo per i capelli, io penso che questo corrisponda al vero, adesso però, se non nelle precise frasi, nelle precise parole, indubbiamente il succo del discorso è quello , quindi i Comuni incominciano a accorgersi che queste varie Comunità, non si azzanneranno è troppo forte, discuteranno perché ognuno cercherà di tirare l'acqua al suo mulino, ma poi si continua e si dice, per esempio, che è grazie a queste Comunità che si dovrebbe far partire un qualche cosa di nuovo, di operativamente attraverso la Regione, per portare i problemi sotto un altro aspetto, quindi avremo meno contributi di prima dicono i Comuni, i fondi li mangeremo per il funzionamento, per la burocrazia della Comunità montana. Ora se dicessimo noi democristiani queste cose naturalmente sarebbe della demagogia, io mi servo di quello che ho qui perché spero che abbiano riferito quello che qualcheduno ha ripetuto e continuiamo, qui ce ne sono tante di queste cose da ricordare, avremo meno contributi di prima ve l'ho detto, ci sono Regioni - hanno sottolineato i Sindaci - per le quali le Comunità montane sono utili non così per la Valle d'Aosta dove tutti i Comuni hanno avuto da 25 anni alle spalle mamma Regione, la difficoltà maggiore è questa, nelle Comunità montane si formeranno delle maggioranze, questo avverrà naturalmente a scapito di alcuni Comuni, ma è logico perché a un certo momento ogni Comune deve presentare tre rappresentanti, sono 74 Comuni è ben qui che io dicevo un giorno: se non si troverà qualche palliativo, qualche soluzione diversa è indubbio che parlare solo di una comunità 74 Comuni tre rappresentanti per Comune 3 per 4 uguale a 12, e 3 per 7 uguale a 21, 222 membri, alla faccia della burocrazia e della celerità ovviamente se ci fosse un Consiglio di 222 persone, quindi problema da esaminare, però è indubbio che queste sette Comunità quali compiti avranno? Avranno il compito - e lo si legge su un altro articolo dove si dice e lo ha già detto l'Avvocato Caveri con altre parole, con parole sue io parole mie non ne ho perché mi devo servire di quello che vengo a conoscere attraverso la Stampa - perché sarebbe anche bello io dicevo un giorno, per un Consigliere regionale che quando c'è un incontro di questa importanza fra Giunta e Sindaci, che almeno le Commissioni interessate oggi per la scuola, domani per la sanità, domani per gli Affari generali, siano chiamati, vengano a partecipare, non date loro il diritto di parola, per esempio, perché potrebbero poi intralciare i lavori, questo io sono d'accordo perché purtroppo potrebbero affiorare polemiche politiche però io penso che sarebbe anche giusto che i Consiglieri, per esempio della Commissione Affari Generali qualora fossero poi chiamati a discutere questo, abbiano sentito dalla voce diretta dei Sindaci quali erano i loro punti di vista, ma forse questo è pretendere troppo non lo si può fare e andiamo avanti con il sistema che abbiamo avuto sempre fino adesso.

Allora popolazione chiamata a decidere sul futuro sviluppo del territorio ma io ne sono veramente lieto e ci siamo documentati qui e vi ho detto prima vi farò grazie di una parte di tutto questo perché qui parleremo solo brevemente di quello che ci riguarda ma poi potremmo parlare delle Comunità montane ora una realtà in Piemonte, cosa è cambiato in Piemonte, fare i paragoni fra quello che è la Regione Piemonte e quello che è la Regione valdostana e ha detto bene l'Avv. Caveri ci sono delle misure, delle dimensioni da prendere in esame, però arrivati a questo punto rimaniamo a casa nostra. Cosa devono fare le sette Comunità? Innanzi tutto devono riunirsi i vari rappresentanti di ogni Comunità e io vi chiedo scusa, sarebbe nascondersi dietro non un dito mignolo, ma nascondersi dietro qualche cosa di ridicolo il non pensare che già tutte queste comunità 7-8-9-10-11 Comuni ci sono due della maggioranza e uno della minoranza e quindi è già portato il problema in campo politico perché noi arriveremo quindi in queste Comunità che avranno un Presidente, un Consiglio di Amministrazione, una Giunta, un direttivo non so come si chiami ma l'essenziale è avere il quadro davanti, gli occhi ben chiaro, avremo già lì una battaglia e in ognuna di queste Comunità ci sarà una maggioranza e una minoranza.

Quali compiti noi attribuiamo a queste Comunità? E beh sono compiti che sono veramente importanti, sono compiti che dovrebbero cambiare un po' tutta l'impostazione e allora io qui non ho subito sott'occhio il pezzettino che vorrei leggere ma noi diciamo tanto per cominciare che noi oggi qui in Valle d'Aosta paghiamo lo scotto di tutti gli errori che sono stati fatti prima alla Regione questo è un pezzettino che ho qui lo potrei anche leggere se corrisponde al vero. Per esempio l'errore di avere costruito molte strade prima, poche fognature, pochi acquedotti. Beh io non perché mi colpiscano queste cose, ormai abbiamo fatto il callo e l'abitudine ma mi sembra che del senno di poi sia troppo facile la critica perché io penso che, prima di poter fare magari una fognatura in un determinato posto, le amministrazioni precedenti regionali hanno dovuto pensare alle strade e naturalmente oggi si dice: cambieremo l'impostazione, meno strade e più fognature e più acquedotti. E beh lo credo! Perché una gran parte di strade sono state fatte grazie a Dio, quindi certe impostazioni noi le vedremo cambiare ma devono cambiare per naturale maturità però io sostengo e dico, queste Comunità dovranno portare avanti che cosa? L'organizzazione, le nuove impostazioni delle necessità di ogni comunità. Benissimo. E allora io mi domando quali organi hanno queste comunità per portare avanti questi studi, queste programmazioni, che cosa hanno? Noi avremo sette Comunità, ognuna di esse dovrà formarsi un ufficio, mi si potrà dire: l'ufficio lo troverà nel Comune della sede della Comunità cioè del Comune che le riunisce tutte, però io penso che i compiti siano veramente difficili, e allora io mi domando, ed è stato detto prima e l'ha detto molti bene l'Avv. Caveri come ne siamo a conoscenza noi, qualcheduno che è venuto, che è qui in questo Consiglio, ha fatto dei calcoli e dice: ma per far funzionare queste sette Comunità se hanno da funzionare bene, quanti denari dovrebbero avere? Quanti ne mangerebbero? E si parla di centinaia di milioni, ecco allora le preoccupazioni come vengono fuori, ecco allora oggi, di fronte a queste perplessità nuove dei Sindaci, dove addirittura qualcheduno dice: rivediamo il tutto per ridurle a una o a due o a tre, questo verrà discusso successivamente ma di fronte a queste perplessità di fondo, mi sembra che sia veramente giusto che senza nessun rancore verso nessuno, senza fare della demagogia si esamini che cosa si può fare perché, se così noi non facessimo, eh, ricadremmo di nuovo in certi errori, per esempio adesso mi viene un'idea penso a Maquignaz quindi lo vedo Assessore all'Agricoltura quando giustamente con me si parlava di problemi agricoli e si diceva che il Sig. Mansholt era un matto, perché? Perché a un certo momento certe impostazioni di fare uccidere le bovine, di tagliare le piante in una agricoltura come la nostra non poteva andare. Vedi, Maquignaz, noi senza essere dei tecnici così straordinari ma, basandoci solo sul buon senso, beh in fondo in fondo avevamo ragione perché Mansholt pochi giorni or sono diceva: se io fossi stato a conoscenza che facendo ridurre i generi alimentari della Comunità del 5% avrei creato questo 48% e beh... ma è troppo comodo! Non si deve creare il 48 con la massima tranquillità e poi si viene fuori e si dice: Signori, vi chiedo scusa mi sono sbagliato. È un po' comodo, io vorrei che pagassero di persona e quando domani si porterà avanti una impostazione, che è anche prevista pericolosa, beh io penso che ognuno di noi debba dire in questa sede quali sono le sue perplessità e le sue paure e se qualche volta i pareri possono anche essere discordi e le decisioni non concordi e con decisioni non ben viste e impopolari politicamente parlando, io ritengo che si debbano portare avanti.

Quindi io chiedo scusa di questo intervento, chiedo scusa in particolare al Presidente della Giunta con il quale ci eravamo guardati e poteva anche dire: Signori, noi vi diciamo che questo problema verrà rivisto attraverso la Commissione Affari Generali se è possibile, ma in caso contrario interverremo la seconda volta perché questo è un problema della massima, perché quando mi si dice che queste Comunità devono trovare della omogeneità io mi preoccupo molto e mi preoccupo in modo particolare perché se noi prendiamo una cartina del Piemonte, beh ne vediamo nel Piemonte delle vallate e la Valle di Susa e tante valli che ci possono essere che hanno formato una Comunità, qui da noi il problema è particolarmente delicato, innanzitutto è particolarmente delicato e da studiarsi perché mentre nel Piemonte innanzitutto c'è una Regione a Statuto ordinario noi qui abbiamo una Regione a Statuto speciale e la bilancia su queste due gioca a nostro vantaggio, e ci dà delle possibilità che il Piemonte non ha, per cui stiamo effettivamente in gamba di non fare e di non cadere nell'errore come ci ha segnalato anche Caveri, di fare dei doppioni amministrativi che non servirebbero altro che a tirare avanti dei carrozzoni burocratici di burocrazia e di amministrazione facendo spendere i denari che dovrebbero essere spesi in altre cose più utili e più proficue.

Fosson (UV) - Monsieur le Président, chers amis, il a déjà dit le collègue Caveri le pourquoi le Groupe de l'Union Valdôtaine et le Rassemblement Valdôtain a présenté cette motion, ce n'est pas pour faire de l'opposition stérile mais simplement dans le but vis-à-vis de l'intérêt général de notre Région, d'éviter tant que nous sommes en temps les choses négatives devant lesquelles nous pourrions nous trouver dans un proche avenir.

Je veux donc soumettre au Conseil Régional certaines réflexions, je n'ai pas eu la possibilité de discuter la loi quand elle est passée au Conseil Régional parce que dans ce moment je ne faisais pas partie du Conseil Régional et donc je profite du moment pour faire un peu un examen et soumettre au Conseil certaines réflexions qui doivent nous faire penser et qui sont - comme je l'ai dit avant - exclusivement manifestées pour voir s'il y a une possibilité d'éviter des erreurs et c'est pour cela que nous n'avons pas dit avec précision ce qu'on doit faire, parce que c'est une question qui doit être encore étudiée et nous avons dit dans notre motion que nous demandons à la Junte qu'avec la Commission aux Affaires Générales étudient et approfondissent ce problème dessous tous ses aspects.

La legge nazionale del 3 dicembre 1971 agli articoli 2-3-4-5-6-7 parla delle finalità e dei mezzi che le Comunità hanno, che le Comunità montane hanno e fra queste finalità e i compiti che vengono assegnati a queste Comunità, ci sono, se noi esaminiamo a fondo dei compiti che attualmente sono esercitati in modo precipuo dall'Amministrazione Regionale, con una rappresentanza in questo Consiglio eletta direttamente dalla popolazione, mentre nelle Comunità montane che vengono istituite questa rappresentanza non sarebbe più direttamente eletta dalle popolazioni ma sarebbe già una elezione di secondo grado, questione che dico marginalmente, dico marginalmente, potrebbe a un certo momento anche deformare completamente la volontà popolare perché praticamente cosa noi vediamo? Ogni Comune deve nominare tre delegati di cui uno è il Sindaco e un rappresentante della minoranza e potremmo domani essere posti davanti a questo problema, che per un gioco attraverso, di maggioranze e di minoranze dei vari componenti della Comunità montana, il Presidente della Comunità montana fosse un delegato magari della minoranza di un dato Comune in maniera che ci sarebbe un primo forse contrasto che nascerebbe proprio in quel nucleo principale che riteniamo tutti che sia democratico perché eletto direttamente dalla popolazione, dove ci sarebbe un contrasto che sarebbe certamente insanabile. Voi mi direte che questo è un esempio portato forse un po' all'estremo, analizzate le varie situazioni e vedete se questo è una cosa che è possibilissima a verificarsi e che sarebbe certamente una palla al piede e al funzionamento delle Comunità e quell'armonia che dovrebbe esistere fra Comuni che fanno parte della Comunità e comunità stessa, questo è un primo esempio.

Noi non siamo a priori, l'ho detto prima, qui a contestare, l'ha detto anche il collega Caveri, ha detto: la Giunta s'è trovata dinanzi a una legge nazionale, si è trovata un po' presa alle strette, ha fatto la sua legge regionale e ha determinato le 7 Comunità Montane. Ora si è parlato di territori omogenei, io non vorrei ripetere e chiedo scusa se farò qualche ripetizione ma effettivamente anch'io avevo notato, dico quando parlando di omogeneità, che omogeneità c'è fra Gressoney e Pont Bozet che sono nella stessa Comunità, fra Ayas e Champdepraz che sono nella stessa Comunità, non c'è certamente omogeneità maggiore di quella che può esserci in tutta la Valle.

Ora, i compiti che vengono dati a queste Comunità sono dei Compiti importantissimi se si vogliono svolgere come sono designati nella legge perché è sufficiente di parlare della, dei piani di sviluppo economico-sociale dell'articolo 5, parlare dei piani di sviluppo urbanistico dell'articolo 7 tutto questo presumo delle spese non indifferenti perché credo che nessuna Comunità montana che va formandosi, se deve svolgere questi compiti, dovrà avere una certa burocrazia, dovrà avere degli uffici tecnici e dei vari professionisti che lavorino esclusivamente per questo e praticamente con queste spese automaticamente, è già stato detto, verrebbero tranquillamente assorbiti tutti i fondi che attualmente sono dati alle Comunità montane. Ci sarebbe anche un'altra domanda da fare a un certo momento: cosa starebbe a fare l'Amministrazione Regionale? Quello di coordinare queste varie cose.

Abbiamo visto che praticamente questo coordinamento è già difficile con i vari Comuni, non so come potrebbe avvenire anche fra le Comunità montane. I fondi sono scarsi perché i fondi dello Stato per il 1973 sono 440.000.000 lo stesso Ministro dell'Agricoltura On.le Natali allora, quando ha parlato di questa legge al Senato, ha detto qualche cosa che noi, che dovrebbe farci riflettere e dal resoconto parlamentare permettetemi se io lo cito il Ministro diceva questo: sono questioni che dobbiamo tenere presenti nel vedere il problema nel suo complesso. Sappiamo che il provvedimento all'esame presenta alcune carenze esso forse non soddisfa pienamente la nostra volontà e le nostre intuizioni, lo ha sottolineato per alcuni aspetti il relatore Sen. Mazzoli che ha messo in evidenza come il provvedimento non sia e non possa essere né organico, né armonico anche se è un ponte non solo di rifinanziamento ma anche di rinnovamento perché in definitiva non è altro che un rifinanziamento per le somme che sono messe attualmente a disposizione del Ministero dell'Agricoltura, non è altro che un rifinanziamento della vecchia legge sulla montagna.

Evidentemente il provvedimento presenta delle limitazioni nelle sue attuali dimensioni finanziarie, del resto più volte richiamate nel corso del dibattito, ma ancor più questo è un provvedimento che, anche dal punto di vista normativo, si prospetta in una proiezione transitoria nella proiezione... cioè Sen. Mazzoli..., suggerita non solo dalla necessità di riflessione imposta dal completamento del quadro delle competenze regionali e dalle dimostrazioni della capacità di azione delle Comunità montane ma anche, vorrei aggiungere mi permetto di sottolineare l'esigenza di valutare la rispondenza stessa delle norme che oggi proponiamo agli obiettivi che si debbono perseguire, voglio dire che dovremo a suo tempo valutare l'esperienza applicativa che avremo avuto per definire se e come alcuni aspetti di queste norme andranno modificati.

Questo nel momento della stessa formazione, votazione della legge al Senato, veniva detto direttamente dal primo interessato che era l'allora Ministro all'Agricoltura Natali.

Quindi se c'erano queste perplessità in quel momento sia sulla carenza dei finanziamenti, sia su l'esperimento che si andava facendo io dico dobbiamo riflettere maggiormente noialtri per non fare un esperimento destinato a perire perché praticamente tanto bene che male, fino adesso l'Amministrazione Regionale ha pensato a tutto il territorio della Regione, tutto territorio che è un territorio omogeneo perché tutto il nostro territorio salvo la città di Aosta è territorio montano e quindi siamo una Valle con 110.000 abitanti e se noi guardiamo ci sono delle Comunità montane che sono basate su un numero di abitanti inferiore certamente al nostro, ma ci sono anche Comunità montane che hanno più o meno, che sono basate più o meno su una popolazione com'è quella della Valle d'Aosta, tolto il centro urbano di Aosta, perché ci sono delle Comunità montane che si basato su 70-75.000 abitanti e forse con un quantitativo territoriale più piccolo ma nel nostro quantitativo territoriale, se noi consideriamo tutte le nostre montagne improduttive, credo che di quelle va tenuto conto.

Quindi si può discutere sul numero delle Comunità non abbiamo nessun preconcetto, noi non vogliamo in questo momento dare addosso alla Giunta e come ho detto prima fare una opposizione preconcetta, ci siamo preoccupati e ci preoccupiamo di quello che sarà il futuro funzionamento in rapporto anche alla situazione dell'Amministrazione Regionale.

Quindi siamo aperti ad ogni discussione, siamo aperti per vedere insieme tutto quello che è possibile fare perché se si deve iniziare con le Comunità montane queste inizino bene e abbiano un buon funzionamento.

Quindi su questo punto vorrei che fosse chiaro sia alla Giunta sia a tutti i Consiglieri di tutti i gruppi quella che è la nostra posizione, quindi aperti a vedere insieme il numero delle Comunità montane se si vorrà mantenere, noi riteniamo che bisogna fare attenzione di vedere bene il problema in rapporto a quello che è, a quello che sono i compiti della Regione in Valle d'Aosta, a quelli che sono i compiti del B.I.M. che sono abbastanza limitati in questo momento ma certo che in Valle d'Aosta avere una Regione che si occupa già di tutti i problemi che verrebbero poi affidati alla Comunità montane se si vogliono affidare in base alla legge, avere il B.I.M. che attraverso l'introito dei canoni elettrici ridistribuisce ai Comuni certe somme, avere delle Comunità montane che debbono occuparsi di cose che fino adesso, penso che debba occuparsi ancora in futuro la Regione, c'è pericolo di sovrapporre in un ambiente molto piccolo diversi Enti che in definitiva invece di collaborare fra loro o invece di integrarsi a vicenda si crei dei dissidi e si crei un qualche cosa che porterebbe facilmente al caos, porterebbe facilmente al caos nel senso dell'organizzazione e delle decisioni, porterebbe certamente al caos dal punto di vista finanziario perché praticamente, se si vuole che certe comunità montane vivano, bisogna che la Regione dia un tale finanziamento alle 7 Comunità montane che il Consiglio Regionale praticamente potrebbe limitarsi a un certo momento a decidere la suddivisione del bilancio regionale fra le sette comunità montane e punto e basta e non avrebbe altro da fare secondo me.

Quindi la questione è da vedere a fondo e praticamente queste cose, che noi oggi discutiamo e i cui ci preoccupiamo e che facciamo presenti a voi le nostre perplessità sono state già sottolineate anche da altri, sono state sottolineate da coloro stessi che sono stati promotori di questa legge in Parlamento perché è sufficiente vedere anche certi commenti alla legge che sono stati fatti dall'UNCEM e noi vediamo che queste preoccupazioni sono affiorate e sono affiorate perché, permettetemi che anche qui faccia solo due brevi citazioni, l'eliminazione della norma per l'assunzione delle funzioni di Comunità montane da parte dei Consorzi B.I.M. non ha rilevanza perché se il territorio coincide con una zona omogenea il Consorzio B.I.M. esistente, che è composto dai Comuni beneficiari del sovracanone sugli impianti idroelettrici legge 23.12.1953 n. 959, può assumere, come in qualche caso è avvenuto anche recentemente, tali funzioni, ovviamente modificato lo Statuto per adeguarsi a quello della Comunità montana.

Altra considerazione perché voglio farvi grazia di letture troppo lunghe, al terzo comma dell'art. 4 la sostituzione della parola "dovranno" con "potranno", significa che le Comunità montane, ove non ritenessero di disporre di un proprio ufficio e comitato tecnico per la redazione ed attuazione del piano di sviluppo, potranno... altresì concordare con altro Ente operante nella zona (Consorzio di bonifica, Consorzio B.I.M. o Amministrazione Provinciale per citare i più importanti) la effettuazione di tale servizio tecnico evitando la duplicazione di uffici tecnici nello stesso territorio del resto l'art. 6, prevedendo che la Comunità possa di volta in volta delegare ed altri Enti talune realizzazioni, sostituisce una chiara indicazione per l'utilizzo nelle varie zone montane di determinati enti e uffici.

Ho voluto citare queste cose perché praticamente è sempre in noi la preoccupazione di avere una moltiplicazione della burocrazia, degli uffici e via dicendo che a un certo momento assorbirebbero completamente i fondi per il ...i fondi sarebbero assorbiti completamente per il personale di tutta questa burocrazia e certamente che, essendo assorbiti per il pagamento del personale, rimarrebbe sempre molto meno per eseguire quelle opere che noi riteniamo siano necessarie invece nella nostra Valle per continuare ad andare avanti.

Quindi ancora una citazione se permettete ed è quella sulla misura della grandezza delle Comunità e questo è nella conclusione che veniva prospettata in quelle direttive che l'UNCEM dava anche ai Comuni. Concludendo si può affermare che la capacità operativa della Comunità e la sua aderenza ai reali problemi della montagna sarà in diretto rapporto alla omogeneità dei territori che la compongono tenendo presente che in linea generale la tendenza dovrebbe essere quella dell'ampliamento della concezione territoriale verso spazi programmatici intersettoriali e sociali sempre più ampi. Ora io non voglio spendere maggiori parole per questo perché ogni Consigliere sa qual è la situazione della Valle d'Aosta, praticamente ognuno, ogni amministratore conosce i vari punti della Valle perché non sono così distanti, è stato detto prima che questa legge nazionale ha un valore particolare per le grandi Regioni che sono state oggi istituite perché praticamente lì sì che una difformità fra i comprensori di pianura e i comprensori di montagna, nel nostro caso questo non esiste perché tutta la Valle d'Aosta è una zona di montagna ripeto e solo la Città di Aosta non è considerata nei territori montani. Quindi, tenuto conto dei fondi assegnati dallo Stato, tenuto conto di quanto noi possiamo avere a disposizione come Regioni e tenuto conto dei compiti che sono assegnati alle Comunità montane, io ritengo che si impone il problema di come ha già detto l'Avvocato Caveri prima, di evitare fin che siamo in tempo degli errori che potremmo domani rimpiangere e pagare amaramente.

Se dovesse sussistere il numero, se si dovesse mantenere il numero delle 7 Comunità montane come è stato proposto dalla legge regionale praticamente si potrà vedere di studiare qualche cosa di diverso per ovviare a tutti quegli inconvenienti che ho fatto presente perché sin che queste Comunità rimanessero come Assemblea che discutono i loro problemi e poi per l'attuazione si servono eventualmente di un ufficio che può essere messo al servizio di tutti, allora questa potrebbe essere un'altra forma quindi vedete che non so se sono stato chiaro ho cercato di dire così le varie perplessità che abbiamo su questo problema, la questione per nostro conto va studiata a fondo si deve vedere effettivamente se conviene avere una sola Comunità montana per tutta la Regione, se questa Comunità montana può identificarsi col B.I.M. o meno, noi non diciamo bisogna far questo piuttosto di quello, se dobbiamo mantenere, ridurre il numero attuale delle Comunità montane, se dobbiamo mantenere attuale delle Comunità montane ma allora con quell'altra organizzazione tecnica che permetta di non fare uno spreco di personale, di non fare uno spreco di uffici ma di porre su un piano di sana economia e di effettiva efficienza tutti i servizi che devono provvedere allo sviluppo di queste Comunità. L'ultima questione è da vedere se attraverso questi uffici è necessario istituirli ad hoc o se non conviene servirsi degli uffici dell'Amministrazione Regionale che continuerebbero in quel senso a svolgere il loro compito con necessità anche di decentramento per quei servizi che è possibile decentrare in modo da non tenere tutto accentrato ad Aosta.

Io penso che sono problemi che la Giunta e i vari Consiglieri devono esaminare a fondo perché oggi noi stiamo istituendo le Comunità montane ma potremmo trovarci ben presto ad avere un pentimento di come abbiamo lasciato andare le cose e una volta che il maccanismo fosse tutto avviato sarò molto più difficile di porre il correttivo mentre in questo momento noi siamo ancora in tempo di porre questo correttivo.

Dujany (DP) - Per comprendere pienamente il senso della legge regionale sulle Comunità montane mi pare che occorre rifarsi alla legge del 1971 n. 1102 "Nuove norme sullo sviluppo della montagna", la quale dispone appunto la costituzione delle Comunità montane. Da una parte questa legge si propone il riequilibrio socio-economico tra aree a differente sviluppo circoscrivendo le zone montane e facendone delle unità autonome capaci di promuovere il proprio sviluppo, dall'altra parte invece, sull'esempio di quanto già fatto nelle Provincie di Trento e di Bolzano, indica nelle comunità un elemento di organizzazione per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane.

Ho voluto fissare in modo sintetico questi due punti e preciso che il primo punto ovviamente non riguarda la Valle d'Aosta che ha un territorio geograficamente e naturalmente omogeneo ma riguarda invece quelle regioni con territorio misto, pianura, montagna, quale il Piemonte, la Lombardia ed altre, dove effettivamente la montagna è diventata un'area di squilibrio che abbisogna di appropriati interventi.

Il secondo punto al contrario, ci interessa direttamente e non tanto perché un tale sistema organizzativo è già stato applicato in altre Regioni che ci somigliano per cui costituisce un positivo e costruttivo precedente. Il secondo punto ci riguarda perché come sappiamo il progresso e lo sviluppo sociale ed economico rischiano di mettere in crisi le istituzioni se l'amministratore pubblico non interviene a sorreggerlo organizzandole e adeguandole ai nuovi problemi.

L'applicazione della legge sulle comunità montane non risponde dunque alla necessità di attuare una legge nazionale, bensì alla esigenza di realizzare la nostra autonomia, di realizzare la nostra regione. Le provincie di Trento, di Bolzano, del Friuli-Venezia-Giulia che ha tempo ci hanno preceduti in questo sforzo hanno potuto utilizzare la legge 1102 in un modo diverso cioè la hanno utilizzata come un canale di finanziamento, noi dobbiamo invece utilizzarla anche come una occasione di organizzazione che risponde all'esigenza di pilotare meglio il nostro sviluppo, l'utilizzazione del territorio chiamando a parteciparvi i maggiori strati possibili della popolazione; si tratta quindi di un impegno organizzativo che nasce soprattutto dalla necessità di una migliore distribuzione di funzioni e di poteri di una organizzazione e di una riorganizzazione delle strutture amministrative che come sono oggi risultano a tutti inadeguate per molteplici aspetti e motivi ad avviare e sostenere un processo di sviluppo socio-economico del nostro territorio.

La ripartizione attuale in tale senso costituisce quindi l'avvio di un programma di equilibrio socio-economico basato essenzialmente sul rapporto che si intende stabilire tra una data condizione territoriale e di ambiente e gli interventi di attuazione di tale sviluppo, d'altra parte è evidente che se omogenei sono il territorio e le sue zone non altrettanto sono omogenei i problemi che sul territorio e sulle zone si muovono, così come non possono essere omogenei gli interventi e gli strumenti per promuovere uno sviluppo unitario e coordinato nella nostra Regione, ciò ovviamente non significa che ogni comunità montana avrà un piano di sviluppo a sé stante e che a sua volta la Regione farà la programmazione delle programmazioni, tale opinioni erano tipiche e purtroppo resistono ancora in qualche parte della burocrazia statale che considera le Regioni come Enti periferici dello Stato, si tratta di opinioni da mentalità accentratrice che oltre ad essere ridicole rivelano le tendenze di chi ne fa il portavoce.

Il piano zonale di sviluppo è evidente, non è atro che la specificazione di parte del piano generale di sviluppo della Regione, con esso da un lato si superano i limiti oggettivi del comune e della pianificazione comunale dall'altra si articola la pianificazione, la programmazione regionale per aree di piano e di intervento diversificando e particolareggiando gli interventi secondo le varie esigenze.

La ripartizione dunque oltre che adempiere a particolari compiti di piano ha lo scopo di avviare un colloquio fra comuni e regione che allo stato attuale realizzato attraverso un rapporto diretto regione comune singolo rischia di essere veramente fonte di confusione, di sperequazione e di inasprire nel tempo sempre più i rapporti intercomunali, organizzare a nostro avviso non significa separare e dividere ma collegare più attività, più funzioni, più persone in un comune sforzo di sviluppo. Le perplessità relative alle comunità montane evidenziano, a nostro avviso, il profondo senso di responsabilità degli amministratori locali la loro maturità semmai una certa emotività ed apprensione pienamente giustificate di fronte ai nuovi compiti non invece in senso di disorientamento così come affermano coloro che si fanno profeti di faide intercomunali o di sventure regionali, i cosiddetti dissensi rivelano invece, da parte di chi se ne fa portavoce e rappresentante, un evidente senso di sfiducia negli amministratori locali, considerati immaturi ad affrontare e risolvere i problemi della collettività, rivelano cioè attraverso una strumentalizzazione la vocazione ad un certo rapporto gerarchico e ad un desiderio di centralismo simile a quello statale.

La comunità montana ovviamente non ha nulla a che vedere con tutto questo, la sua formazione infatti non deve corrispondere alla creazione di un organico tecnocratico e burocratico estraneo ai Comuni, al contrario esso deve essere considerato come un prolungamento del potere comunale nel senso che i Comuni affrontano in sede di Comunità montana una serie di nuovi compiti che recuperano poi nei propri poteri attraverso l'istituto assembleare. Ed è proprio questa caratteristica unita alla contemporanea presenza della maggioranza e della minoranza nell'assemblea comunitaria che impedisce di fare delle comunità montane una occasione di moltiplicazione di centri operativi e di clientelismo.

Si deve affermare che attraverso la comunità montana, il Comune potrà con tutta probabilità recuperare servizi ed attività che già sono cadute e che rischiano presto di cadere nelle sfere delle sue attribuzioni. Resta da osservare invece, e mi pare giusta questa osservazione, dello squilibrio esistente fra il Finanziamento della legge nazionale e le finalità dichiarate nella legge stessa. Tale insufficienza già reclamata in Parlamento in sede di approvazione della legge potrà essere superata operando nelle opportune sedi, non dimentichiamo però che la legge regionale nell'articolo 19 predisponendo l'integrazione dei fondi previsti dalla legge statale con quelle regionali oltre a provvedere a questa grave assenza evidenzia il significato proprio e peculiare che si è voluto dare alla legge istitutiva delle comunità montane.

Oggi la discussione si è soprattutto incentrata su una critica di una legge che la Giunta ha presentato al Consiglio regionale nel marzo del 1973, se non vado errato marzo o aprile, legge che è stata fatta sotto la spinta dei rappresentanti dei Comuni i quali in quel momento accusavano la Giunta di lentezza nel realizzare quanto era stato previsto dalla legge 1102 in collaborazione con tutti i Sindaci attraverso riunioni comuni e approvata all'unanimità dal Consiglio regionale...

La riunione del Consiglio regionale ha avuto 26 voti presenti su 26 votanti e poi come al solito nelle schede segrete tre voti sono mancati. La votazione articolo per articolo è avvenuta all'unanimità.

I Consigli comunali - e credo di poter rispondere anche a quanto è stato richiesto da Jorrioz, Bordon e qualcun'altro - hanno provveduto ultimamente a nominare i loro rappresentanti in sede alla comunità, successivamente sono stati riuniti come stabilisce la legge per fissare le sedi provvisorie di queste comunità e successivamente è stato dato il termine di 40 giorni che dovrebbe scadere, se non vado errato, verso la metà di marzo e per riunire le Assemblee delle varie comunità per eleggere i Presidenti, il Direttivo e per approvare il proprio Statuto per il funzionamento delle Comunità.

Consiglieri comunali hanno provveduto a tutto questo, con alacrità, con diligenza, con estrema tranquillità, mi pare quindi che il tutto è avvenuto senza drammi e senza eccessive preoccupazioni.

È stato fatto, evidentemente un panorama molto critico, drammatico e pessimistico sul funzionamento delle Comunità Montane. Evidentemente come tutti i provvedimenti legislativi della Regione hanno i loro lati positivi e i loro lati negativi, possono subire modificazioni nel tempo, possono durare tempi più lunghi e tempi più brevi, sarà naturalmente compito del Consiglio di seguire l'andamento di queste istituzioni e di verificare i propri provvedimenti in base alla realtà che si opererà.

Mi pare che però fino ad oggi sul piano operativo, sul piano del comportamento delle amministrazioni comunali, sul piano dell'elezione dei loro rappresentanti, sul piano delle scelte provvisorie delle sedi, sul piano della prima Comunità, mi pare che sia quella del Gran San Bernardo, che ha nominato i suoi membri in questi giorni scorsi, nulla di drammatico sia successo.

Quindi da una parte c'è un aspetto direi pessimistico dall'altra parte c'è un aspetto di speranza, c'è un aspetto di fiducia per cui noi speriamo che questo sia uno strumento idoneo e valido per far crescere in un modo responsabile la Regione della Valle d'Aosta attraverso una maggior espansione di responsabilità che possa collaborare in un modo maggiormente responsabile con l'Amministrazione regionale per far crescere meglio la Regione.

Non vorrei che alcuni discorsi di sfiducia verso gli Organi componenti le Comunità Montane, verso lo sperpero di denaro non siano i discorsi che il Partito Liberale faceva alcuni anni fa in occasione di istituzione delle Regioni, non siano i discorsi che ancora oggi sentiamo frequentemente a Roma da parte di vari Ministeri sulla incapacità o l'insufficienza o la impreparazione delle Regioni ad affrontare i problemi reali del Paese.

Certo che ogni decisione ha i suoi rischi, ha le sue preoccupazioni, però io ritengo che l'unico mezzo per formare dei cittadini è quello di dar loro delle responsabilità.

Parisi (MSI-DN) - Signor Presidente, l'ho ascoltata molto attentamente e Le dirò che Lei è molto convincente e vorrei che effettivamente tutto dovesse svolgersi secondo quanto Lei in questo momento ha detto.

Ma le perplessità vengono anche dal fatto di aver sentito le diverse campane degli altrui Signori Consiglieri e allora mi sorge il dubbio che forse non suoni male il mio riferimento, esclusa la Valle d'Aosta che è una Regione Autonoma a Statuto Speciale, per cui nulla si deve obiettare, ho la netta sensazione che lo Stato, non potendo istituire altre Regioni per formare altri carrozzoni, abbia varato quella legge delle Comunità Montane.

Ma la legge delle Comunità Montane, evidentemente, Signor Presidente, si adatta molto bene alla Regione Piemonte, alla Regione Lombardia e a molte altre Regioni perché vi è uno squilibrio tra zona e zona che ovviamente dovrebbe essere accettata come buona. Ma la Valle d'Aosta, forse ripeto quello che hanno detto degli altri, è tutta una bellissima Regione montana che bene amministrata non ha bisogno della formazione di altri carrozzoni perché per me l'istituzione di queste Comunità Montane hanno la sensazione, per lo meno voglio sperare che sia come Lei ha detto, Signor Presidente, e ne sarei felicissimo, ma se per ipotesi dovesse verificarsi quello che si verifica con le Regioni a Statuto normale, a Statuto ordinario, che erano state istituite con la spesa di mille miliardi, che invece costeranno quattro o cinque miliardi, se adesso le Comunità montane costeranno 400/500 milioni eh Signori miei questa povera Italia, la situazione attuale la consociamo tutti, io non ne voglio far colpa a nessuno, sarà il progresso, sarà tutto quello che volete, ma con questi carrozzoni la stiamo spolpando.

Vi sono rimasti soltanto i tendini e porteranno via anche quelli con l'istituzione delle Comunità montane.

Ecco perché, Sig. Presidente, io faccio tesoro delle sue parole, vorrei che si realizzasse quello che Lei ha detto, che con l'istituzione delle Comunità montane, ma mi consenta di non poterci credere perché quando un carrozzone è formato prende il via e se ne va per conto proprio dando dei fastidi all'Amministrazione Regionale.

Grazie.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Andrione.

Andrione (UV) - Quand nous avons décidé de présenter cette motion nous nous faisions aucune illusion sur les possibilités objectives d'une discussion concrète dans la matière au Conseil Régional.

Il faut dire cependant que la réalité a dépassé de très loin nos prévisions les plus pessimistes, parce que est difficile de brasser plus de mots pour dire moins de choses que ce que le Président de la Junte a dit en cette salle.

Il y a un système qui est typiquement fasciste, d'employer de grands mots pour non rien dire, parce que ce que vous avez dit, Monsieur le Président, peut justifier une Communauté de Montagne, deux, seize, quarante-six, il n'y a rien de concret, il y a des mots, des mots comme démocratie, comme participation de la population, comme amélioration, comme confiance etc. mais dans la réalité qu'est-ce c'est ? Instrument "regni" moyen à travers lequel on veut arriver à gérer d'une certaine façon le pouvoir, la seule chose qui vous intéresse, parce que tout le reste pour vous ce n'est que du sentimentalisme. Et il est vrai que personnellement j'ai voté à faveur de cette loi, avec une réserve précise, en disant : les Communautés de montagne se justifieront, elles auront leurs mérites ou leurs notes de démérite seulement devant la preuve des faits, et les faits, les petits, les petites pour le moment qui sont en train de retenir à nos oreilles nous font paraître le danger du gouffre qui va s'ouvrir pour l'institution de l'autonomie régionale, pour le sérieux de ce que nous croyons être notre autonomie.

Et, en effet, qu'est-ce que ce vérifie ? Il se vérifie qu'encore une fois, étant incapables nous valdôtains d'être à la hauteur de la situation, nous imitons régulièrement la République Italienne en multipliant les offices, en italien "Enti" inutiles, qui devraient tous faire les mêmes choses, qui devraient tous penser à l'école, tous penser à l'urbanisme, tous décider un certain type d'intervention sur le territoire de la Région.

Je n'ai pas oublié personnellement que en battant de très loin la fameuse Administration pour les piémontais de la Province de Cuneo nous sommes arrivés en Vallée d'Aoste à faire, dans la Commune d'Allain, deux routes pour aller au même endroit et qu'avec ce système et à travers les pressions que nous connaissons, les pressions que en partie sont même justifiées par la situation économique de notre Région par l'extrême politisation et par l'habitude de nourrir les clientèles politiques à travers de places de travail qui sont payées par le contribuable nous ne doutons pas que les Communautés de montagne ne seront que une distribution indue de l'argent public.

Et comme nous n'avons pas d'illusions nous savons, et nous savions déjà quand nous avons présenté cette motion, que nous serons les seuls, presque les seuls, je m'excuse pour ceux qui s'uniront à nous, à la voter, mais nous voulons qu'il reste aux actes et que chacun prenne ses responsabilités, parce que la vérification nous la ferons dans peu d'années, Monsieur le Président, dans peu d'années, et nous verrons sur le terrain ce que cela aura donné et sur ce point-là on ne peut pas responsabiliser quelqu'un si on ne lui donne pas les moyens de sa responsabilité, parce que on ne peut pas dire à quelqu'un : tu es responsable de ce que tu fais, cependant tu n'as pas l'argent pour être responsable, parce que tu devras toujours passer à la Vallée, demander à M. Pollicini ou à autres Assesseurs ce que tu pourras faire dans cette Communauté de montagne.

Or, et cela a été très bien expliqué avant, nous avions proposé nous de discuter le problème, on nous a répondu par des mots qui, par leur solennité, m'ont rappelé le serment du jeu de paume et je croyais qu'on parlait des droits de l'homme et non pas d'une chose si modeste que les Communautés de montagne, mais, comme je répète, j'espère à être vivant dans quelques années, nous ferons la vérification et probablement, comme cela s'est vérifié pour d'autre choses, nous aurons l'honneur de recevoir le goût de bonne leçon sur le comment il ne fallait pas faire les Communautés de montagne.

Dolchi (Presidente) - Altri che chiedono la parola?

La parola al Consigliere Chincheré.

Chincheré (PCI) - la tentazione di rifare da capo il dibattito che è contraddistinto il nostro Partito, il nostro Gruppo sul problema delle Comunità Montane è indubbiamente forte, anche perché credo che si sia parlato molto su quello che si dice, sulle Comunità Montane, ma si è parlato molto poco su quello che sono le Comunità Montane.

Non solo su quello che sono e che dovrebbero essere ma sulle cose che dobbiamo fare tutti insieme nel modo più unitario possibile perché questo obiettivo importantissimo per lo sviluppo della democrazia in Valle d'Aosta vada verso quella direzione che noi tutti ci auspichiamo, che tutti vogliamo e perciò questo aspetto lo limito al massimo e vengo subito al sodo, anche perché non voglio anticipare quella che sarà la dichiarazione di voto del nostro Capo Gruppo, ma per rispondere un po' alla dichiarazione di voto ovvia del Consigliere Andrione.

Noi voteremo contro questa mozione e votiamo contro per due motivi: per un motivo di merito che andrò a spiegare e che non è assolutamente da sottovalutare a nostro avviso, e per un motivo di metodo.

Il merito: questa mozione, se mi è consentito il termine, raccoglie la schiuma, le cose meno motivate, le più negative, le meno verificate di quello che si dice sulle Comunità Montane, e, se mi è permesso un'altra cattiveria, su quello che qualcuno è interessato a dire male su questo Ente dice, e si dicono delle cose estremamente inesatte, la prima è addirittura ridicola, si dice: visto che i fatti hanno provato... quali fatti? Hanno provato che la ripartizione in sette Comunità Montane non è giusta?

Ma un'altra parte, la maggioranza dei Sindaci si pronuncia contro la ripartizione attuale, quando noi sappiamo addirittura che alcuni Sindaci, per fortuna soltanto alcuni, volevano delle Comunità Montane e dimensione propria, con il risultato che forse la Valle d'Aosta, se avessimo seguito quella strada, ne avrebbe avute 20 o 25 di Comunità Montane. Poi con un'altra questione che è di metodo: noi siamo convinti che quando un gruppo di persone, che formano un movimento, che formano un partito, che si dicono espressione di una classe sociale o di un settore della società nella quale operano, abbiano il dovere di non far partorire il topolino dalla montagna, infatti dopo una lunghissima serie di affermazioni ci si limita, senza fare nessun tipo di proposte, senza preannunciare, lasciare intravvedere nessun tipo di proposta alternativa di rinviare a chi il problema? A rinviarlo alla Commissione Affari Generali.

Il che significa nei fatti non avere nessuna proposta concreta, non avere nessuna disponibilità a fare delle proposte concrete o peggio ancora non avere nessuna cognizione esatta del problema che consenta quell'apporto politico di fare delle proposte attorno alle quali noi siamo sempre stati, siamo oggi e saremmo anche in futuro disposti a discutere.

Creso che queste semplici motivazioni siano sufficienti a spiegare il nostro voto contrario a questa mozione, ma direi che è necessario andare più in là di queste affermazioni e dire alcune cose, come le vediamo noi comunisti, sul problema delle Comunità Montane, anche perché, mi sia concessa un'altra cattiveria e la scrivo minuscola fra virgolette perché per natura non sono cattivo, mi sembra che l'autonomismo così difeso dall'Union Valdôtaine e credo che siano in pochi a negare un certo ruolo anche positivo che l'Union Valdôtaine ha svolto, svolge e mi auguro svolgerà in futuro in Valle d'Aosta, ha una visione molto strana dell'autonomia, direi che è una visione ministeriale dell'autonomia, autonomia sì da Roma, però qui in Valle d'Aosta gestiamo il potere come lo gestiscono i Ministri, no, noi non siamo assolutamente d'accordo, siamo del parere che la gestione del potere - la democrazia non è un fatto astratto, e allora, evidentemente noi dobbiamo andare verso un decentramento effettivo che non sia così fumoso, che non sia teorico, ma che sia operativo verso un decentramento operativo nei confronti della nostra Regione e credo che le Comunità Montane, malgrado i gravissimi ritardi con i quali sono state messe in opera, la Giunta mi scuserà di questa critica, che è la minima che posso fare sull'argomento, mi auguro che si vada verso le Comunità Montane e il decentramento amministrativo e politico della nostra Regione.

Ma poi una cosa che non capisco, in Valle d'Aosta, di fatto, le Comunità Montane esistono da almeno 20 anni, quando noi vediamo al di là poi dei bisticci che vengono fuori e per alcuni versi anche quei bisticci e quel livello contribuiscono allo sviluppo della democrazia della partecipazione, quando vediamo dei Comuni che si consorziano per fare determinate cose, evidentemente di fatto, quella è una Comunità Montana che non è un ente sovracomunale, ma vuole, e deve essere soltanto un ente intercomunale per risolvere in comune quei problemi che i Comuni singolarmente non avrebbero la forza né i soldi per risolverli. Con questa differenza che, mentre il consorzio non ha nessun valore effettivo, la Comunità Montana, essendo un ente di diritto pubblico, opera, cioè un ente locale, opera ad un livello di potere reale superiore al consorzio.

Pertanto su questo problema non creso che si siano, ci possano essere delle grosse perplessità. Ma un'altra cosa che si viene a dire e che mi sembra abbastanza grave e forse esco un po' dalla mozione per allacciarmi a un'intervista del Consigliere Andrione rilasciata ad un giornale locale. Dice: dobbiamo vedere la possibilità anche di fare una sola Comunità in Valle d'Aosta e si aggiunge, unificarla magari al BIM.

Beh! Credo che questo significhi due cose precise: la prima avrebbe risultato di avere un certo centro di potere alternativo e contrapposto alla Regione, cosa che sicuramente non creerebbe nessun tipo di vantaggio ma questo sì sarebbe reale e grossa confusione.

Seconda di vedere la Comunità Montana come un ente ripartisce dei fondi quando la Comunità Montana non è un ente che ripartisce dei fondi ma è un ente che gestisce il potere nella zona dove opera e sono due cose diverse.

Un'altra cosa che si dice è, ma in Valle d'Aosta siamo tutte in base alla legge 991 del 25 agosto 1952 è considerata tutta territorio montano di conseguenza non abbiamo bisogno delle Comunità Montane, da direi che questo è un fatto talmente positivo che sarebbe molto sciocco da parte nostra non valutare giustamente e non sfruttare fino in fondo.

Cosa significa avere una realtà come le Comunità Montane in tutta la Regione? Significa che noi arricchiamo in modo generale e permanente e costante tutta la Regione di questo nuovo istituto democratico che garantisce e favorisce la partecipazione della gente alle decisioni delle cose pubbliche e perciò questo è un fatto positivo che tutta la Valle d'Aosta sia una zona montana, quella dei finanziamenti è la parte più delicata.

Evidentemente e anche qui, non credo che la DC possa venir fuori con problemi sul finanziamento, perché la Democrazia Cristiana che in Valle d'Aosta dice spesso e volentieri certe cose e magari avrebbe anche il coraggio qualche volta di attaccare da sinistra o presunta tale il nostro Partito, non ha le carte in regola per parlare del finanziamento, dei finanziamenti sulle Comunità Montane perché la Democrazia Cristiana è quel Partito che a Roma, in tutti i Governi succedutisi in questi 30, ha la maggioranza e di questa legge e soprattutto sul finanziamento ne porta le maggiori responsabilità perché se è una legge ben fatta questa alla quale noi crediamo, ma non è una legge della Democrazia Cristiana perché l'ha fatta l'UNCEM e l'hanno fatta i contadini e lo sappiamo tutti, l'ha finanziata poco, è il solito vecchio trucco delle leggi pochi soldi così facciamo bella figura ma il potere lo teniamo noi. Anche su questo argomento la DC è meglio che non dica assolutamente niente anche se so che dirà qualcosa ma non credo che possa smontare questa tesi che è storicamente dimostrata. (voci). Certo, per vostra fortuna mi auguro non siete dei democristiani, poi non lo so, forse è meglio non andare a...

Allora però il problema dei finanziamenti si pone, lo possiamo risolvere in due modi e lo dice anche la legge regionale nostra con un emendamento dal nostro Partito e votato da questo Consiglio tant'è vero che fa parte integrante della legge. L'emendamento dell'articolo 19, dice che i piani stralcio devono essere, salvo l'istruttoria della Giunta, portati in Consiglio alla fine, in ordine alle decisioni sui finanziamenti prima della discussione del bilancio regionale, il che in concreto e questa è una legge non c'è scritto ma è talmente... che è chiarissimo che i prossimi bilanci regionali dovranno essere articolati previa la discussione di tutto il Consiglio, devono essere articolati sui piani stralcio delle Comunità Montane. Una parte di finanziamento dovrà essere quello e noi ci batteremo perché sia quello il finanziamento.

Ma un altro grosso problema è questo, noi dobbiamo chiedere, e il Consigliere Jorrioz me lo può confermare al Convegno di Riva del Garda di cui ho letto gli atti, l'UNCEM ha chiesto allo Stato il rifinanziamento della legge. Noi dobbiamo come Consiglio Regionale prendere tutte quelle opportune iniziative per garantire il finanziamento della legge che abbia dei parametri particolari per la Valle d'Aosta in considerazione che è tutta montana, proprio perché siamo in una situazione specifica, vogliamo dei parametri che siano adatti alla nostra realtà.

Ecco un'indicazione positiva di lavoro concreto all'interno del quale la Giunta e il Consiglio può lavorare in un modo estremamente costruttivo.

Il problema poi del carrozzone mi fa morire dal ridere perché a me non risulta, che affiancato alla legge regionale sulle Comunità Montane ci sia una legge sul personale, una legge di organico, il che significa che l'Ente predisposto all'assunzione di personale sono gli stessi Sindaci, gli stessi Consiglieri comunali che sono loro a decidere e soltanto loro sul tipo di organigramma e di organizzazione che dovrà avere la Comunità Montana.

Pertanto non potrà essere una responsabilità demandata a forze diverse che non ai Sindaci stessi, che poi loro ne faranno dei carrozzoni, beh! Signori noi non abbiamo nessun tipo di responsabilità, se non altro di quella di dire a priori che ci batteremo contro uno svilimento delle Comunità Montane per farne dei carrozzoni.

(voce) Certo lo nomineranno i Consigli delle Comunità Montane e nessun altro, nessun altro, anche perché forse noi non ci rendiamo conto dei compiti che hanno le Comunità Montane. Ho qui sotto mano uno studio preliminare della Regione Veneto che loro hanno portato a tutte le Comunità Montane. In queste cinque pagine sono riportati soltanto i titoli e i sottotitoli delle cose delle quali si dovranno occupare le Comunità Montane, di cui al primo punto c'è l'aspetto idrogeologico del territorio. Ecco questo è soltanto un esempio di quante cose possono e devono fare le Comunità Montane.

Credo che, certo hanno anche una Regione più grossa, noi alcune possiamo toglierle, ecco credo che un dibattito sulle Comunità Montane non possa prescindere da queste cose soprattutto non possa prescindere da delle indicazioni che siano positive nei confronti di questo problema.

Chanu (DP) - Ma, Colleghi Consiglieri, in ogni discussione è bene essere chiari e secondo me l'elemento di chiarezza di questa discussione e di onestà intrinseca di ciascuno di noi è questo. Queste Comunità le vogliamo o non le vogliamo. A questa Comunità ci crediamo o non ci crediamo e un certo punto vi confesso che ho apprezzato di più l'intervento in anticipo del Consigliere del Partito Liberale e l'intervento del Consigliere del Movimento Sociale Italiano che dicono: noi non ci crediamo, noi non le vogliamo le Comunità Montane, quindi siamo contro, contro logicamente che la serie di tentativi portati avanti su critiche per una legge che ancora non è messa in attuazione sulla base di fatti portati in senso generico che evidentemente non ci sono perché non possiamo ritenere fatto le perplessità di cui si è potuto rendere diligente interprete un corrispondente di un giornale per venire poi, in fondo a fare un ragionamento che vuole dire, noi alle Comunità Montane non ci crediamo, noi le Comunità Montane non le vogliamo perché poi fare gli acrobatismi di andare a dire ne vogliamo, sette sono troppe, potrebbero essere soltanto tre, quando poi a un certo momento si dice, ma se anche, ognuna di queste sette non presenta quel carattere di omogeneità che dovrebbero essere propri della Comunità Montana, evidentemente è un errore logico che io non riesco a capire o a giustificare se non in questo senso, si vuole mandare avanti una politica di critica a un qualcosa che è stato approvato dal Consiglio che è in via di attuazione, che non è attuato e quindi partendo da un'ipotesi del tutto errata, cioè "attendu que les faits ont prouvé et les faits n'ont pu prouver rien car les faits sont encore à faire", per poter in definitiva dire da queste critiche viene poi fuori sotto sotto, gratta, gratta, cioè il senso che le Comunità Montane effettivamente non si vogliono.

Invece noi riteniamo che come Democratici Popolari, sulla linea che il Consiglio Regionale ha assunto una sua legge con un suo provvedimento dell'istituzione delle Comunità Montane si debba andare avanti. Sarà la legge perfetta? Non sono certo io a dire che si tratta di una legge perfetta, certamente potrà essere perfettibile, potremo vedere, potremo vedere la prova dei fatti se qualche cosa è da farsi, qualche cosa è da modificarsi, qualche cosa è da aggiornarsi in relazione a quelli che saranno poi i fatti concreti che vedremo, non le ipotesi drammatiche o suggestive che ci sono state dette da parte del Consigliere Andrione che ha accusato il Presidente della Giunta di aver fatto della drammaticità o meglio della retorica e della suggestione ma non si è accorto di essere stato più volutamente drammatico, retorico e suggestivo dello stesso Presidente che è stato invece tutt'altro che drammatico, ma che naturalmente non poteva che partire da questo presupposto che è un presupposto che il Consiglio Regionale nella sua sovranità si è posti ed ha voluto la Comunità Montana come Organo di partecipazione democratica a livello regionale, è una realtà che ci deve essere e dev'essere portata avanti. È evidente che una base, che sulla base di questi presupposti quelle che sono le critiche che vengono mosse a aprioristicamente, quelle che sono le critiche per un futuro che non si sa ancora e d'altra parte è evidente che questa carenza è dimostrata dalla parte conclusiva della mozione perché se evidentemente queste critiche avessero una ragion d'essere, la mozione non si limiterebbe a rimandare il tutto ad un nuovo studio sulla base di che cosa, sulla base di quali elementi di fatto. È evidente che sotto questo profilo e sotto questi presupposti dobbiamo dire da una parte le Comunità si vogliono e si vuole andare avanti, dall'altra parte, nonostante i tentativi di voler dire sì le Comunità Montane sono, però, però le Comunità Montane in effetti non si vogliono. E su questo profilo evidentemente è inutile parlare di convergenza o di divergenza. Alla prova dei fatti, e qui naturalmente ci vedremo alla prova dei fatti, si potrà dire se questo istituto della Comunità Montana che vogliamo portare avanti sarà un istituto che è servito come noi confidiamo perché, confidiamo nel senso di responsabilità, nella maturità e nella capacità degli amministratori a livello locale, dei valdostani, sarà un elemento positivo oppure se sarà stato un elemento negativo, oppure ancora se ci sarà bisogno di qualche accorgimento, di qualche strumento, di qualche nuovo elemento per poter dire se c'è qualcosa che all'inizio poteva apparire ottimale o buono, dev'essere tuttavia modificato, saremo sempre pronti a vedere da discutere, naturalmente sulla base di dati e di esperienze concrete, quello che è da modificare, quello che è da aggiornare.

Quindi, io credo che su questo, sulla base di questi presupposti il senso della mozione deve essere interpretato in quello che veramente è la volontà di chi ha presentato la mozione, c'è una sfiducia da parte dei presentatori della mozione nell'istituto stesso della Comunità Montana e si vuole mascherare questa sfiducia sia sotto la base della possibilità dei carrozzoni, sia sotto la base della possibilità di uno sdoppiamento di competenze, sia sotto la base di problemi di finanziamento ma quello che manca effettivamente nei presentatori della mozione è quella fiducia nell'istituto della Comunità Montana che noi invece della maggioranza abbiamo e che intendiamo perseguire, che intendiamo portare avanti sollecitamente venendo poi alla prova dei fatti, se effettivamente questo strumento ha quelle funzioni e assolverà quelle funzioni che noi riteniamo debba e possa assolvere.

Viglino (RV) - Che mi sia permesso di esprimere delle perplessità per quanto riguarda il futuro funzionamento delle Comunità Montane, penso sia dato dall'unico documento che io ho potuto procurarmi su queste Comunità Montane tranne evidentemente le leggi e che è rappresentato da uno Statuto, da relazione al progetto di Statuto tipo della Comunità Montana. Questo Statuto tipo è stato varato dalla Giunta in data 9 gennaio e naturalmente io l'ho letto con molta attenzione ed è questo che ha provocato in me numerose perplessità sul futuro funzionamento di queste Comunità Montane perché si legge per esempio all'articolo 2, come dico è uno Statuto tipo che è stato diciamo approvato dalla Giunta per facilitare a queste costruende Comunità Montane uno Statuto da stabilirsi Comunità per comunità. Comunque è certamente una guida che verrà tenuta in conto dalle Comunità Montane che si stanno facendo.

Ora, gli scopi della Comunità Montana, in base a questo Statuto tipo, devono essere i seguenti: la Comunità adotta e attua i piani di sviluppo socio-economico;

adotta e attua il piano urbanistico comprensoriale; promuove le misure atte a garantire la difesa del suolo e la tutela dell'ambiente naturale; promuove e realizza le iniziative necessarie per stabilire ed incrementare ogni forma di cooperazione fra gli Enti operanti nella Comunità e con le Comunità con termini; opera come Organo intermediario di decentramento amministrativo, organizzativo ed operativo tra la Regione e gli Enti operanti nella circoscrizione della Comunità; favorisce la partecipazione dei componenti la Comunità alle scelte per lo sviluppo economico-sociale; promuove le iniziative necessarie per garantire la difesa del paesaggio, del patrimonio cultural-storico e archeologico.

Ora, evidentemente sono dei punti bellissimi, ma ritorno sull'argomento che è stato sviluppato dal Consigliere Chincheré evidentemente non è con l'attuale disponibilità dal punto di vista personale amministrativo che i Comuni potranno senz'altro servendosi di questo personale come diceva il Consigliere Chincheré in modo da diminuire le spese, attuare tutti questi, soprattutto nel punto uno e nel punto due per l'attuazione di piani di sviluppo e per l'attuazione del piano urbanistico comprensoriale.

D'altra parte gli Organi, oltre ad essere il Presidente, il Vice Presidente il Consiglio direttivo prevede come Organo un'Assemblea, ora sono anch'io ben d'accordo che la popolazione sia chiamata a discutere democraticamente ma sono stata colpita dalle argomentazioni del Consigliere Fosson che trovo senz'altro molto pertinenti perché questa Assemblea è soltanto consultiva, in ultima analisi quello che verrà deciso dal Consiglio e dal direttivo e quindi dove il gioco pressappoco si potrà vedere che sia già fatto.

Comunque io non voglio adesso prolungare questa discussione che è già stata esauriente e, d'altra parte ringrazio tutti gli intervenuti perché come l'amico Jorrioz, evidentemente prima della presentazione di questa mozione che ho sottoscritto ben volentieri a nome del mio Movimento, sapevo poche cose su queste Comunità Montane, adesso ho le mie perplessità, le ribadisco, ma evidentemente ho acquisito qualche cosa. Questo senz'altro e in fondo, naturalmente il Rassemblement Valdôtain tramite il mio voto voterà a favore della mozione perché ritengo che questa mozione chiede poi soltanto una discussione su questo argomento, non è che dica come suggerire il Consigliere Chanu, che mi premetta di dire, ha fatto un po' il processo alle intenzioni, non è che noi diciamo noi non vogliamo le Comunità Montane, noi diciamo soltanto, è un argomento che dev'essere studiato a fondo perché, per quanto io sia stata sempre un'ottimista, e abbia sempre avuto tanta fiducia nelle persone, man mano che passano gli anni, e purtroppo ne sono passati molti, questa fiducia, io lo devo dire, diminuisce ogni giorno e quindi è per questo, anch'io vorrei che tutti fossero all'altezza dei compiti che siamo soliti attribuire a destra e a sinistra, ma purtroppo la realtà dei fatti ci costringe a riconoscere qualche volta le persone non sono sempre all'altezza dei compiti e quindi, mi sia permesso di dire ancora una volta che io ho delle perplessità, le conservo e naturalmente voterò a favore della mozione che ho sottoscritto.

Andrione (UV) - Simplement pour faire quelques considérations inutiles, inutiles par rapport à la personne à laquelle elles s'adressent, mais peut être utile pour d'autres, Monsieur Chanu, sais très bien que de critiquer par exemple la Région sicilienne ne veut pas dire critiquer l'institut de l'autonomie et que veut dire que n'a aucune confiance de la façon actuelle de laquelle on veut faire les Communautés de Montagnes ne signifie pas de ne pas avoir confiance dans l'institution des Communauté des Montagnes. Mais bien plus grave de cela c'est que Monsieur Chanu a très bien compris que notre manque de confiance va à cette Junte et à cette majorité.

Deuxième, très courte, petite considération qui est celle-ci ; bien que nous soyons comme Mouvement responsable de l'ouverture du Casino de Saint-Vincent nous ne refusons de jouer à la roulette et qu'on nous vienne pas nous dire c'est comme cela, si c'est noir, c'est noir et si c'est rouge c'est rouge. Voyons comme la goule ira tomber si sort le trois je gagne, si sort le trente-six je perds. Voilà, pour nous cela n'est pas faire de la politique, cela c'est un peu se moquer des gens et surtout des Conseillers régionaux.

J'ai fini.

Borbey (DC) - Perché anche noi siamo favorevoli al ripensamento sulla costituzione delle Comunità Montane, cioè di principio siamo favorevoli all'istituzione delle Comunità Montane in Valle d'Aosta ma siamo perplessi sui numeri su cui queste Comunità debbono essere costituite e perché diciamo questo, perché come Gruppo consiliare siamo coscienti che la legge sulle Comunità Montane e la ripartizione delle sette Comunità Montane sono state fatte a spron battuto e questo ne è la riprova sulle dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta. Infatti la legge è stata fatta nel marzo del 1973, parlo della legge regionale, dietro spinta da parte dei Sindaci delle amministrazioni comunali o oltre che, dietro alla spinta anche perché stava per scadere il tempo utile di fare la legge altrimenti la Regione Valle d'Aosta perdeva il primo contributo che la legge nazionale dava alla Regione valdostana con la costituzione delle Comunità Montane.

Ecco che ad un certo punto nel giro di un paio di tornate si sono fatte le riunioni con i vari Sindaci, il Geom. Lanivi quale Presidente della Programmazione veniva con le sue cartelline e lì si discuteva su un tavolo, ne facciamo 13, se ti ricordo bene Lanivi i Sindaci erano favorevoli a fare 13, invece da parte della Programmazione si era favorevoli a fare queste sette Comunità Montane, ma a questo a parer nostro senza che la Giunta ne avesse fatto uno studio ben preciso che, uno studio per pensare al futuro di queste sette Comunità Montane che poi sono state costituite e se il Chincheré da giovane come me non ha nessuna preoccupazione in merito che si possono creare dei carrozzoni, altri forse del suo Partito con ben più esperienza amministrativa hanno queste preoccupazioni e noi abbiamo queste preoccupazioni ma no perché siamo contrari alle Comunità Montane, ma perché abbiamo il timore che queste Comunità Montane possono creare questi carrozzoni e allora vi porterò soltanto un esempio che, secondo il mio punto di vista e di attualità e secondo l'economia valdostana, è importantissimo se non il più importante e cioè quello che la legge regionale dà il compito alle Comunità Montane e cioè l'articolo 17 "Le varie Comunità Montane dovranno fare il piano pluriennale di sviluppo economico e sociale ed al piano urbanistico comprensoriale della Comunità debbono adeguarsi i piani degli altri Enti" e via dicendo.

Cioè parliamo un po' di urbanistica in questa nostra benedetta Regione, le altre Regioni nate ieri stanno già facendo tutti i piani regolatori, noi che siamo nati da alcuni decenni nessuno si muove ancora. Sì è stata formata la Commissione dell'Urbanistica, grazie al nostro Presidente e l'altro giorno abbiamo avuto una breve relazione di quello che la commissione cerca di fare.

Cosa cerca di fare la Commissione, è lì che cerca di indovinare qualcosa, di spostare dei quadrettini nel punto giusto, le pedine nei punti giusti senza avere un'assistenza legale tecnica adeguata. Ora, mi scuseranno i tecnici della Regione ma non dico assistenza qualificata perché chi assiste alle nostre riunioni e l'architetto Bellone che è l'unico urbanista che la Regione Autonoma Valle d'Aosta ha in possesso, cioè... l'unico.

Ora, se queste Comunità Montane sono nate e si vuole che siano operanti ad un certo punto e se l'articolo 17 dice: voi Comunità dovreste fare i piani regolatori, mi sembra e questo senz'altro i direttivi delle Comunità Montane inizieranno questo lavoro perché è un lavoro importantissimo per lo sviluppo economico della Valle d'Aosta. Ma cosa iniziano a fare, iniziano a fare un altro doppione di quello che stanno facendo i Comuni e cioè un piano regolatore comunale senza avere delle direttive da parte di un piano regolatore regionale, e allora che cosa vorremmo creare, secondo me dei carrozzoni punto e basta perché sono convinto che un direttivo di una Comunità Montana quale quello della Comba Freida chi è nato ieri dirà, allora Signori miei abbiamo la sede, noi Comune di Grignod siamo già stretti quindi iniziamo prima di... chiedere all'Amministrazione regionale se ci fa una nuova sede, abbiamo bisogno di due tecnici almeno per fare lo studio del nostro piano urbanistico perché il nostro piano urbanistico diciamo, oltre che a studiare le varie risposte nostre in fatto diciamo di turismo dovremo studiare i vari collegamenti del Traforo verso il Breuil e via dicendo, collegamenti funiviari. Quindi senz'altro i vari Sindaci e amministratori delle Comunità Montane la prenderanno sul serio questa legge fatta e quindi vorranno lavorare, ma come, con che direttive? Ecco la nostra preoccupazione grande, cioè siamo favorevoli alla Comunità Montana ma che queste Comunità Montane possano lavorare, possano cioè, ad un certo punto svolgere gli articoli che sono su questa legge ed abbiamo grandissime perplessità ed ha ragione Andrione nel dire, allora avremo un quarto di studio alla Regione urbanistico per fare una legge urbanistica o un piano regolatore, le Comunità Montane avranno un decimo di studio, i vari Comuni ne hanno un ventesimo, non faremo niente, non faremo niente e questo su un punto e sugli altri punti tutto perché il Comune farà il suo piano dei lavori, lo porterà alla Comunità Montana, la Comunità Montana farà il suo piano di lavori, lo porterà alla Giunta regionale o all'Assessorato ai Lavori Pubblici ed ecco che noi creiamo sempre dei passaggi in più, ed ecco perché vengo a terminare che per principio noi non siamo contrari alle Comunità Montane, anzi, ma riteniamo che sia doveroso da parte nostra, visto come la Regione valdostana ha costituito la legge, ha costituito le sette Comunità Montane e a parer mio, ritengo un po' così alla vitesse, ritengo che sia doveroso da parte nostra riportarlo così per fare uno studio più approfondito perché diceva bene Chincheré voi fate una mozione il Gruppo dell'Union Valdôtaine fa una mozione ma non ci dite niente di concreto e perché il Chincheré accetta le sette Comunità e forse non accetta le tre Comunità, perché forse non si ritiene di fare una Comunità della media Valle con 25 o 30 Comuni e adoperare la sede del BIM quale sede della Comunità Montana dove ci sono già tre impiegate, un Segretario un usciere, dove, secondo me, sempre a titolo personale, è sprecato un personale del genere solo per distribuire i soldi al Comune e senza nient'altro fare, perché nient'altro fare? Perché quando il BIM ha presentato alla Regione determinate idee per operare diversamente la Regione ha detto: voi BIM non cercate di fare alcune leggine per aiutare l'agricoltura perché questo è di competenza della Regione, va bene. Quindi abbiamo un organismo li, degli uffici che sono magnifici, tre impiegate, un segretario, un usciere e cosa ne facciamo di questa sede, non potremmo usarla come sede di Comunità Montana che comprende forte 30 Comuni? Questo vorrei chiedere a Chincheré, ha meditato forse questo? Noi vi chiediamo di riportarlo in discussione, facciamone una discussione sincera, portiamolo nelle Commissioni competenti e poi senz'altro tutti saremo propensi a costituire delle Comunità Montane, non dico il più omogenee possibile ma quelle Comunità che non siano solo un dispersivo ma forse quelle Comunità che possano collaborare con la Regione per fare qualcosa di concreto e non di continuare come stiamo continuando, oggi una fabbrichetta qui, domani uno skilift a Saint-Remi-Bosses, domani... in quella zona, solamente così buttato in aria, e senza programma socio-economico ben preciso.

Bordon (DC) - All'amico Borbey, penso che aggiungerò ben poco, ma volevo soltanto, per quel po' di esperienza che abbiamo acquisito in tanti anni, puntualizzare alcune cose e innanzitutto dire che il dibattito si svolge secondo le previsioni perché forse il collega, mi sfugge il nome, Parisi aveva detto scherzando forse, dice, Lei Signor Presidente della Giunta è stato molto, molto convincente, lo ha detto poi con la battuta che è seguita perché qui dentro, caro Parisi, si potrebbe stare fino a domani mattina, io non riesco a convincere il Presidente della Giunta, e il Presidente della Giunta non riesce a convincere me, perché siamo su due impostazioni diverse se non per la sostanza perché le mie puntualizzazioni invece, si riferiscono a due o tre cose, Dujany, tu hai parlato, attribuendo se non forse proprio al Gruppo democristiano, forse ad altri che qui noi prevediamo delle faide e dei dramma tra comuni. Noi siamo noi che abbiamo detto questo, noi ci siamo permessi di leggere un trafiletto dove stimavamo le perplessità degli amministratori comunali.

Quindi quando loro ti dicono noi ci divoreremo per prenderci questi fondi, non sono frasi nostre, sono perplessità che sono venute fuori da loro. È vero te l'ho detto prima, tu non c'eri purtroppo perché so che dovevi essere assente, non è un rimprovero, ma a un certo momento, io ho detto qui dentro e questo lo attribuisco a Chanu prima che se ne vada che noi non siamo contrari alle Comunità Montane, dice le volete o non le volete, ma non si può presentare il problema sotto quella forma, perché è pazzesco innanzitutto si potrebbe dire io non le voglio, mi salta su Borbey e mi dice, bravo così perdiamo i fondi che ci dà lo Stato per esempio. Ma io penso che la risposta sia semplice, vogliamo tutti qui dentro, indipendentemente dal colore politico, che queste Comunità Montane abbiano a funzionare nel migliore dei modi. Adesso è vedere quel migliore dei modi come lo vediamo, noi lo vediamo in un modo, noi presentatori della mozione, noi che la seguiamo perché la condividiamo, voi in buona fede la vedete in un altro modo, però, indubbiamente ci sono delle cose che si devono puntualizzare, per esempio in aggiunta a quanto detto prima mi dite, ma qui dimostrate mancanza di fiducia agli amministratori comunali, ma sia ben precisato questo, noi siamo lontanissimi da qui, noi abbiamo sempre detto che gli amministratori comunali sono degni di tutta l'autostima possibile immaginabile, noi abbiamo sempre detto che fare il Sindaco oggi come oggi in Valle d'Aosta, beh! Scusatemi la battuta ma col cavolo che io farei il Sindaco in Valle d'Aosta perché potrei andare domani mattina con la massima tranquillità in galera, magari perché ho dimenticato un documento o un qualche cosa con quelle leggi urbanistiche che noi discutiamo da tanto tempo attraverso consiglieri della DC e che non abbiamo ancora come strumenti. Quindi fare l'amministratore comunale è tutt'altro che piacevole, quindi la massima fiducia in essi, ma non abbiamo mica detto questo noi. Noi abbiamo detto che la nostra preoccupazione è quella che si fanno gli stessi amministratori comunali già adesso, che ci sono, che hanno visto con la nuova applicazione, prendete per esempio, non so, una zona ve l'ho detto prima, una comunità, la zona pinco pallino ma non la voglio precisare perché potrei essere mal interpretato perché sembrerà strano, tutto quello che noi diciamo qui come critica costruttiva viene sempre male interpretata. Prendiamo una zona dove ci sono undici, dodici Comuni, allora incominciamo a parlare di 33, 36 membri che fanno parte in un Comune in un Consiglio e state pur tranquilli che si presentano in questi Consigli e bisogna eleggere il Presidente, e, io vi dicevo prima, non nascondiamoci dietro un dito perché è la battaglia che facciamo da sempre, perché si parla di amministrazione, ma purtroppo la politica ha inquinato anche l'amministrazione, forse giustamente, non lo so perché qualche volta dovremo fare solo dell'amministrazione e non della politica che non facciamo mai nessuno, quindi quando si tratterà in mezzo a quei 33, 36 di eleggere un Presidente, un Direttivo, state pure tranquilli che incominceranno a dire cerchiamo di mettere il Presidente di questo colore, quello dell'altro colore, perché è umano, sono le maggioranze, le minoranze che portano a questo e allora, quando noi diciamo che siamo preoccupati per quello che sentiamo attraverso i Sindaci stessi che ci vengono a illustrare perché si dicono sì, guardate che potrà succedere questo, noi avremo formato la nostra zona, la nostra comunità e a un certo momento ci presenteremo dopo aver portato ogni Comune la sua richiesta alla Comunità, il suo sviluppo, quello che ritiene di avere nell'ambito del suo Comune e questi sette, otto, dieci, dodici Comuni dovranno incominciare a mettersi d'accordo fra di loro per quello che devono chiedere.

Io sono sicuro che il buon senso, specialmente dei valdostani della periferia in modo particolare, che hanno ancora quelle vecchie tradizioni di autonomia ecc. che il popolo valdostano ha e che forse si sente molto meno qui al centro che in periferia, io sono sicuro che si metteranno d'accordo. Ogni Sindaco cercherà di portare un po' l'acqua al suo mulino, ogni rappresentante cercherà fare l'interesse del proprio Comune e quindi io sono convinto che questi dibattiti ci dovranno essere perché se non ci fossero è segno che quella gente lì non farebbe il proprio dovere e lunghe difficoltà, speriamo brevi difficoltà per non essere pessimista, arrivati a un certo momento si mettono d'accordo poi dovranno arrivare qui alla Regione, dovranno presentarsi agli Assessorati interessati e chiedere, chiedere che cosa... noi per fare questo dobbiamo avere questi denari perché noi questo non l'abbiamo ancora capito, noi lo vedremo poi attuato. Ma Signori, io vi dico sempre che voglio essere molto breve perché a un certo momento si finisce sempre a ripetere la stessa storia, ma noi qui non abbiamo criticato la legge della Giunta, noi qui l'abbiamo approvata all'unanimità, salvo quei franchi tiratori di cui parlava Dujany e si vede che è una malattia che in questo Consiglio persiste da tanti anni e non vuole scomparire, ma questo non ha importanza, la verità è un'altra, la verità - questo poi me lo dici in separata sede tu - non farmi perdere il filo perché è una delle tue arti, ma non mi disturbi per questo, guarda io quando parlo con te mi diverto un mondo, meno con Chincheré, Chincheré è più giovane, è molto più serio di te perché Chincheré viene qui, fa delle discussioni che sono fondate, delle discussioni che cercano di portare un po' di acqua al mulino o tanta acqua, invece tu non fai questo, tu fai solo della polemica, tu ogni tanto poi addirittura insulti il collega dicendogli che siamo dei maleducati e ci obbligherai una sera o l'altra andare a lezione di educazione da te il che non è molto sicura, ecco, allora se tu me lo permetti e se non me lo permetti questo permesso me lo prendo perché qui c'è quella democrazia che quando tu comanderai non ci sarà più e qui ricadiamo sempre nella stessa discussione, allora io vado avanti e ti dico, che arrivati a un certo momento, noi non critichiamo questo, noi siamo venuti qui, ci hanno detto, tutti i Sindaci sono d'accordo, l'abbiamo dovuto votare per forza proprio per la fiducia che abbiamo nei Sindaci, ora oggi non dovete averla a mala, se noi pressati da molti Sindaci che hanno avuto delle perplessità anche loro, le portiamo in questa sede perché mi sembra che sia la sede giusta. Ora io potrei fare un'altra cosa e qui non voglio continuare perché se mettessi un po' di benzina sul fuoco, ma per esempio Chincheré, tu dici delle cose che io me le aspetto da sempre perché mancano i finanziamenti, la DC ne ha la colpa, ma naturale, però io penso che tu sia a conoscenza di questo che a Roma, in queste decisioni di legge c'è la DC, il PSI che tu non tocchi mai perché è tuo alleato qui dentro, hai paura che scappi, quindi te lo coccoli ben bene, c'è il PSDI, ci sono i Repubblicani. Quindi io mi domando perché deve essere soltanto la colpa della DC... (voce) ...benissimo che fa la maggioranza con gli altri perché il Partito della maggioranza con la bellissima legge che voi avete voluta e che tutti noi abbiamo voluto la proporzionale, mette i Partiti di maggioranza alla mercé delle minoranze, dei Partiti più piccoli e questo vedrete che si verificherà sempre di più e che anche in Valle d'Aosta darà i suoi frutti negativi, ma lo vedrete arrivare con calma, non preoccupatevi, noi siamo arrivati a un punto che non abbiamo più preoccupazioni, noi siamo arrivati a un punto tranquilli, abbiamo fatto il nostro arco, abbiamo cercato di dare il nostro contributo, vedrete voi più giovani quello che saprete fare e quello che porterete avanti e lo vedrete se lo porterete avanti come l'abbiamo portato avanti noi con tutte le difficoltà del dopo guerra o adesso con quelle che vengono su, vedrete voi.

Ad ogni modo continuo e dico, allora tanto per finire perché questo è il desiderio vostro ma è anche mio, che arrivati a un certo momento, per mettere un po' di benzina sul fuoco, mi viene voglia qualche volta di dire, ma perché noi della minoranza ci scaldiamo tanto, ma facciamo come fanno certi Partiti al centro, che non avendo mai fatto parte della maggioranza ma essendo sempre stati in minoranza, hanno criticato, hanno sabotato, hanno fatto tutto quello che potevano per non lasciare andare avanti la baracca, facciamolo anche noi e invece noi questo non siamo capaci di farlo.

Noi qui portiamo il nostro contributo che cerchiamo essere costruttivo e anche questa sera abbiamo detto tutte le nostre perplessità, vi abbiamo detto quello che noi temiamo, temevamo, temiamo e possiamo anche dirvi che andando avanti di questo passo noi potremmo anche avere delle soddisfazioni. Io dicevo prima quel Signore che viene fuori dice scusatemi ci siamo sbagliati. Noi alla Giunta e a voi non auguriamo questo perché se noi dovessimo augurare questo sarebbe la rovina per noi qui, perché noi vorremmo invece arrivare qui e essere noi a dire, Signori non avevamo visto bene perché questa è serietà amministrativa, ma non ce lo auguriamo che abbiate ragione voi e allora noi vi diremo che non siamo contro le Comunità, noi vi diciamo che abbiamo portati qui le nostre perplessità, sono le perplessità dei Sindaci ancora più che le nostre, noi siamo qui per dirvi facciamo tutti, non fate perché è vero che faccio parte della minoranza ed è una vita veramente comoda, lo dico sempre ai miei amici perché è più facile fare la minoranza che la maggioranza ma se si vuol fare la minoranza con serietà si deve fare il discorso che abbiamo fatto adesso.

Quindi noi ci auguriamo che nessuno, che voi non abbiate a ricredervi però vi ricordiamo ancora una volta che qui dentro in conclusione che cosa si è chiesto, la proposta, non fate proposte, dice Chincheré, poi si è corretto. La proposta è quella di studiare ancora se è possibile attraverso la Commissione Affari Generali questa impostazione.

Non lo volete fare e fate quello che volete voi, vuol dire che domani se ci saranno dei dispiaceri da subire, questo a verbale rimarrà, la colpa non sarà nostra ma sarà vostra.

Dolchi (Presidente) - Non c'è più nessuno iscritto a parlare, si iscrive il Consigliere Parisi, ci sono altri che si iscrivono per avere un po' l'idea del dibattito, Chincheré, Avv. Caveri, ci sono altri? Prima delle dichiarazioni di voto insomma, poi per avere un'idea anche perché gli altri Consiglieri sappiano eventualmente come regolarsi.

Parisi (MSI-DN) - Signori della Giunta, Signori Colleghi, io riprendo la parola in questo dibattito solo per puntualizzare la verità. Per puntualizzare la verità debbo dire all'Avv. Chanu, Vice Presidente del Consiglio, che non è affatto vero che nel primo intervento mi sono dichiarato contro le Comunità Montane.

È una sua interpretazione... è una sua interpretazione, ma io che non ho votata la legge dell'aprile del 1973 evidentemente ho le carte in regola per poter parlare più di tutti quanti.

Ho detto che mi aveva convinto con le mie perplessità naturalmente il Presidente, l'illustre Presidente della Giunta.

Evidentemente forse non sono stato ben capito perché tra condividere le affermazioni del Presidente della Giunta e tra non credere alle affermazioni del Presidente della Giunta non si deve dire che il Movimento Sociale è contro le Autonomie Montane ma leggendo ancora quello che ha letto la Prof.ssa Viglino, lo Statuto tipo e si parla che queste Comunità Montane debbono provvedere da sole vero, a tutto ciò alla sistemazione dei bacini montani per i vincoli idrogeologici che vi sono e quindi portare a fondo un problema non sempre facile, e non voglio con questo sminuire le possibilità, le capacità dei Signori Sindaci che saranno chiamati a queste Comunità, però mi sembra che andiamo troppo in là.

Ho detto invece che la Valle d'Aosta così bella, vero, fa parte di una sola Comunità e allora se veramente vogliamo fare qualche cosa per la Valle d'Aosta, a partire dalla Giunta Regionale e tutti noi dobbiamo renderci conto dei problemi che attendono la Valle d'Aosta perché non dobbiamo metterci a casa, starcene tranquilli ecc. dobbiamo interessare, camminare, vedere che cosa ha bisogno la Valle d'Aosta ed allora ecco che la Comunità Montana viene ad essere una unica, bella forte Comunità Montana dove noi possiamo amministrare, possiamo risolvere tutti i problemi e che di questo ha bisogno. Grazie.

Chincheré (PCI) - L'intervento della Democrazia Cristiana che ha ripreso poi alcuni aspetti, mi sembra che la cosa che maggiormente voleva mettere in evidenza erano i suoi timori giustificati nel seno che sono realizzabili, sono possibili questi timori a proposito di quello che viene chiamato il carrozzone. Beh! Quali sono le condizioni affinché non abbiamo un'esperienza amara di questo genere ma bensì abbiamo delle Comunità Montane che funzionano e sono rispondenti alle esigenze e ai compiti che istituzionalmente hanno... sono quelle di avere chiari i compiti che le Comunità Montane devono affrontare in base alla realtà specifica della nostra Regione e specificare bene quali sono le funzioni delle Comunità Montane e poi altro grosso fatto, come vengono governate, da chi vengono governate le Comunità Montane.

Facciamo degli esempi molto concreti, oggi sul tappeto e lo dice anche l'On.le Rumor, le riforme sono un fatto indilazionabile. Oggi è indispensabile non solo per i problemi di giustizia sociali pur importanti ma indispensabili per risollevare l'economia della nostra Nazione, andare verso le riforme, al limite si va ad affermare che le riforme sono un'esigenza esclusivamente soprattutto economica.

Ma in Valle d'Aosta le riforme concretamente chi le porta avanti? Le possono portare avanti soltanto gli istituti democratici, soltanto gli istituti preposti al Governo della Regione, Comuni che restano caposaldo della Democrazia e dell'autonomia in Valle d'Aosta in tutto il nostro Paese; le Comunità Montane che finalmente sembra che abbiano le gambe e la Regione.

Ma i Comuni da soli sono in grado di affrontare in termini concreti al di là delle presunzioni il problema delle riforme?

È indubbio che non sono in grado di affrontarle, ma non perché i Sindaci sono degli incapaci, sarebbe un torto gratuito che facciamo a questi nostri amministratori, ma perché i Comuni non hanno la forza, non hanno il potere, non hanno la possibilità di dare le gambe alle riforme. È necessario arrivare ad un organismo che comprenda pezzo di territorio più ampio, che possiamo chiamare anche comprensorio per comodità, al fine di dare una dimensione possibile alla realizzazione delle riforme.

Facciamo l'esempio della Sanità, prendiamo quello che ha compiuto il Comune di Aosta sul problema della sanità e quello che non hanno potuto compiere i Comuni della Valle facendo poi nascere anche delle polemiche qualunquistiche pericolose.

Per fare una riforma sanitaria, per iniziare, non per fare, per dare timidamente avvio ad una riforma sanitaria, la prima condizione è fare il censimento sanitario della popolazione e mettere in piedi un minimo di struttura organizzata che consenta di usare questo censimento e lo usi al fine di avviarsi verso la riforma sanitaria.

Un conto è mettere in piedi un'organizzazione di questo genere per il Comune di Aosta che ha 35.000 abitanti, che ha le strutture, la possibilità concreta di farlo.

Un conto è mettere in piedi una struttura di questo genere al Comune di Chamois che non avrà mai la forza e la capacità di impiantare un'organizzazione che consenta la riforma burocratica, ma il discorso riusciamo a realizzarlo se il Comune di Chamois e cito lui perché per alcuni versi è il Comune più infelice, è il meno popoloso della nostra Regione.

Il Comune di Aosta quando ha affrontato la variante del piano regolatore non ha potuto fermarsi al Ponte di Pietra o al Ponte del Clou di Sarre, ha dovuto fare delle riunioni, delle consultazioni con tutti i Comuni della cintura di Aosta perché evidentemente un piano regolatore, un assetto del territorio della cosiddetta piana di Aosta investe naturalmente i Comuni che insistono su questa piana, ma ora ci rendiamo conto della indispensabilità che i Comuni che non hanno la possibilità di risolvere al loro interno i problemi che hanno li proiettino all'esterno, insieme ad altri li vadano a risolvere. Le Comunità Montane al di là delle chiacchiere, delle posizioni politiche, diverse che possiamo avere, sono queste e non sono nient'altro che queste. Sulle sette Comunità, ecco se questo si verifica e le Comunità Montane hanno compiti chiari, funzioni chiare, diritti chiari, certezza del diritto e strumenti per l'assolvimento dei questo diritto, soprattutto questa è autonomia, se si verificano queste condizioni, le Comunità Montane non saranno mai dei carrozzoni.

Al limite potranno assumere un numero che non voglio precisare di personale ma questa istituzione sarà funzionale a quelle scelte, a quel modo di affrontare i problemi e pertanto non sarà mai un carrozzone.

Ma l'altra condizione fondamentale per la quale noi Comunisti ci siamo battuti in Consiglio Regionale per la formazione della legge, ci batteremo nelle Comunità Montane e la nostra posizione ufficiale è nel nostro giornale perciò non invento niente, è che le maggioranze all'interno delle Comunità Montane non si formino su schieramenti precostituiti in base a quelle che vengono definite le etichette ma si formino su delle scelte, si formino e si spacchino e si riformino su scelte concrete attorno a dei problemi alla cui soluzione sono interessati effettivamente le popolazioni che risiedono in quella Comunità.

Se noi ci muoviamo in questa dimensione, e io sfido chiunque a dimostrare che noi Comunisti ci vogliamo muovere in una dimensione diversa da questa e noi saremmo sempre nemici da posizioni diversa da questa, io sfido chiunque a dimostrare che in questo modo si corre il rischio di avere dei carrozzoni.

Direi di più, se queste cose non le facciamo noi avremo dei carrozzoni per di più inutili e allora sì che avremo problemi di diaframmi di potere e di rapporti fra Comune e Regione, ma se noi abbiamo questa visione organica, democratica, popolare delle Comunità Montane, noi questi problemi non li avremo mai, certo problemi ne verranno fuori, forse qualche Consorzio irriguo avrà dei piani di sviluppo che non coincidono perfettamente con il piano di sviluppo della Comunità Montana, forse l'Assessorato alle Foreste tenderà a fare un tipo di forestazione che non è molto ben vista da quella Comunità Montana, certo che questi scontri ci saranno, dico saranno degli scontri concreti su problemi concreti per delle realizzazioni concrete, e allora questi scontri, mi sia consentito, sono i benvenuti perché la soluzione è positiva perché la soluzione è in avanti, non è certamente all'indietro.

Dico, sul problema dei carrozzoni io non ho più niente da dire, credo di essere stato, al di là che uno abbia accettato o meno, chiaro e sufficiente.

Sul problema delle sette Comunità Montane, a parte il fatto che degli uffici istituzionalmente preposti come quello della Programmazione alla quale noi crediamo. Programmazione che non è un fatto astratto di gente che si richiude intorno a un ufficio e fa degli studi e si limita a fare quello, ma una Programmazione che mi dà delle indicazioni operative, diciamo per la Programmazione su questo non c'è alcun dubbio.

Dico la Programmazione ha proposto sette Comunità Montane, quando qualcuno e non voglio polemizzare né parlare male di nessuno ne proponeva ben più di tredici, ben più di sette. Tu vuoi che noi Comunisti mettiamo la mano sul fuoco sulle sette Comunità Montane? No perché può darsi benissimo che fra due anni, tre anni, quando alcune cose si saranno verificate se si verificheranno, saremo i primi a proporre che diventino otto o cinque, non per giocare alla morra, ma perché dico, quando certi processi saranno avviati il problema si collocherà ad un livello superiore ed alcune cose dovranno essere necessariamente modificate. Però non siamo nemmeno d'accordo che ci si impunti su questo problema specifico su sette Comunità Montane avendo come obiettivo reale più o meno conscio più o meno inconscio di bloccare il processo di messa in moto delle Comunità Montane. Questo è il nostro dissenso che non è un pronunciamento acritico, un giuramento alle sette , ma è il rifiuto di pensare, di permettere a chiunque e non solo ai presentatori della mozione, a chiunque di strumentalizzare questo fatto specifico che secondo noi non è determinante nella via della riforma istituzionale e degli Enti locali in Valle d'Aosta per bloccare anche di un mese solo, anche di un mese solo questo processo che noi abbiamo promosso per primi nella nostra Regione e non vi cito le mozioni, interpellanze presentate prima della legge e alla quale noi crediamo e ci siamo battuti, ci batteremo, mi auguro con lo stesso coraggio e la stessa fermezza e rigorosità democratica con la quale ci siamo battuti sino ad oggi.

Caveri (UV) - Io non ho aspettato al 14 febbraio di oggi per denunciare i lati negativi e i pericoli che vi possono essere con la moltiplicazione della Comunità Montane. Io ho letto prima quello che ho detto il 30 gennaio 1973 che corrisponde a tutto quello che è stato detto dai vari oratori dei diversi Gruppi consiliari.

Io non ripeto quello che ho detto il 30 gennaio del 1973 perché ho letto all'inizio di questa discussione il testo del mio intervento di quella data. Io voglio soltanto fare delle brevissime considerazioni e prima di tutto dico che vi sono due modi di trattare i problemi politici economici e sociali. Uno è di ostentare un ottimismo à tout casser, "tout va très bien madame la marquise" e questo è il metodo in primo luogo dei demopopolari e in modo particolare del Presidente della Giunta, il quale viene a negare e a contestare un pericolo che è certo che è più un pericolo perché è una certezza nostra che dal fatto di avere istituito sette Comunità Montane verranno fuori sette burocrazie comunitarie, sette burocrazie comunitarie e quindi ne nascerà certamente, nessuno lo può negare, una elefantiasi burocratica.

Il Presidente Dujany parla di crescita, quale crescita ci sarà, ci sarà la crescita della burocrazia perché quando si tratterà di fare i piani di ciascuna delle sette Comunità evidentemente non saranno né i Sindaci, né i delegati che faranno questi piani ma dovranno ricorrere a quelle équipes di cui parlavo prima, di programmatori o di presunti tecnografi, ma non avranno nemmeno bisogno i Sindaci ed i delegati di cercare i tecnografi ed i programmatori poiché vi saranno dei nugoli di aspiranti programmatori e di aspiranti tecnografi che andranno a offrire i loro servigi a ciascuna delle sette Comunità.

Noi abbiamo scelto non il sistema o la mentalità dell'ottimismo e neanche quella del pessimismo a tutti i costi, noi riteniamo che dobbiamo riconoscere i vantaggi che vi possono essere da certe istituzioni ma non dobbiamo avere paura di denunciare certi pericoli che esistono perché nessuno in questa sala in buona fede può negare che attraverso la creazione di ben sette Comunità Montane si formeranno sette burocrazie comunitarie con la spesa relativa, perché impiegati e tecnici, programmatori, architetti bisogna pur pagarli e saranno pagati profumatamente come sono stati pagati profumatamente con l'erogazione di centinaia di milioni quando si è trattato di fare quei piani regolatori che poi non hanno servito a niente e noi vedremo di nuovo i piani di ogni singola comunità e l'avvenire ci dirà che cosa di concreto, di preciso sarà venuto fuori da quei piani perché se con le parole si potesse costruire la realtà che ci circonda e allora sarebbe troppo facile, sarebbe troppo facile e allora è facile sbandierare sempre la parola democrazia ma che cosa s'intende con questa parola democrazia, mi piacerebbe saperlo, non si accresce la democrazia in Valle d'Aosta con la creazione di sette Comunità Montane perché si creano sette oligarchie e non è vero, noi neghiamo che la popolazione possa partecipare a queste discussioni, d'altra parte questo sarebbe persino impossibile, ma comunque con la creazione di sette Comunità Montane si creano sette oligarchie ristrette e quindi quello non è certamente un sistema democratico.

D'altra parte noi sappiamo che esiste quel tale conto che è stato fatto da quel tale Consigliere di un certo Gruppo consiliare che esiste in questa sala, io non faccio il nome di quel Consigliere e non faccio il nome del Gruppo consiliare, comunque c'è un riassunto, una previsione di spesa di quelle sette comunità che si compendia nella bella cifra di 530 milioni. Spesi per che cosa, per la burocrazia comunitaria e quindi quei 450 milioni stanziati dallo Stato sono destinati a essere ingoiati da quelle spese burocratiche. Questa è la realtà delle cose e allora non è forse saggio da parte nostra e non è senso di responsabilità e di consapevolezza che ci spinge a denunciare queste cose e di raccomandare alla Giunta di rivedere questo numero delle Comunità Montane e in modo da restringere, in modo da diminuire anche le spese.

Quindi si tratta di considerazioni di buon senso, si tratta di considerazioni di senso comune di quello che si chiama senso comune ma che poi in realtà non è nient'affatto comune perché vediamo che invece è rifugiato dalla demagogia e dallo stile parolaio imperante per cui si parla per delle ore, delle ore come se si fosse in una riunione di Partito per dire poi delle cose stringi, stringi, che hanno poco di concreto e poco di preciso.

Quindi noi non siamo dei nemici delle Comunità Montane come troppo facilmente ha voluto dire il Consigliere Chanu, noi denunciamo i pericoli, denunciamo le cose negative che vengono fuori dalla realtà delle cose, che sono venute fuori dal marzo 1974 fino ad oggi perché a un certo momento anche i Sindaci quando si sono trovati davanti i problemi precisi hanno incominciato a grattarsi la pera e a capire tutte le cose negative che venivano fuori da questa moltiplicazione delle Comunità Montane. Noi diciamo soltanto questo e in questa sede non diciamo che bisogna fare una Comunità o che bisogna farne tre, questo è un discorso che bisogna meditare seriamente in sede di Commissione dove le discussioni sono più serie perché quando si è in Commissione non è presente la platea e purtroppo la lunghezza degli interventi in questo Consiglio tende ad aumentare a dismisura perché si parla soltanto per la platea e non per la risoluzione dei problemi concreti.

Dolchi (Presidente) - Non c'è più nessuno iscritto a parlare, siamo sempre in discussione generale, poi se consideriamo chiusa la discussione generale, tenuto conto che alcuni hanno già fatto nell'intervento una dichiarazione di voto, ma hanno ancora la possibilità di farla. Se si chiude la discussione generale apriremo la tornata delle dichiarazioni di voto.

Possiamo considerare chiusa la discussione generale, nessuno più interviene in sede di discussione generale. Dichiaro chiusa la discussione generale, si passa alle dichiarazioni di voto. C'è qualcuno che chiede la parola per dichiarazione di voto?

La parola all'Assessore Marcoz per dichiarazione di voto.

Marcoz (UVP) - Dopo questo ampio dibattito solamente per dichiarazione di voto vorrei precisare, ci terrei moltissimo a un punto che mi ha colpito maggiormente in questo Consiglio.

Io non sono polemico, la polemica non mi piace, non mi piace soprattutto la demagogia, in sette mesi di amministratore regionale non mi hanno fatto dimenticare i tre anni di Sindaco, i tre anni passati nella Associazione dei Sindaci in cui ho dato quello che potevo dare soprattutto la mia buona volontà. Però trovo una cosa non logica e nemmeno onesta che si sia soprattutto in questo Consiglio strumentalizzato i Sindaci. L'Associazione dei Sindaci è nata non con questo spirito ma con lo spirito di collaborazione verso la Amministrazione Regionale, certo all'inizio noi spingevamo che le Comunità Montane avessero avuto... più presto possibile, ci sono stati dei ripensamenti, diversi ripensamenti e discussioni tanto è che l'ultimo ripensamento dei Sindaci che ho trovato in data 5 febbraio 1974, e di cui ve ne leggo solamente parte, lettera inviata a tutte le Comunità Montane dice che il Consiglio Direttivo dell'Associazione Valdostana dei Sindaci, riunita in Assemblea ordinaria in data 5/2/74, esaminato il problema della costituzione delle Comunità Montane, formulano auguri di proficuo lavoro, continua dicendo che fa voti perché nell'ambito della costituzione degli Organi burocratici comunitari siano evitate spese superflue di qualsiasi natura per non... fondi destinati a interventi di carattere comunitario.

Questo indica veramente la volontà dei Sindaci, dei nostri Amministratori comunali di togliere certi campanilismi e di aiutare veramente un lavoro proficuo per la nostra Regione.

Pertanto sento il dovere di ringraziare in particolare il direttivo dei Sindaci e tutti i Sindaci della Valle d'Aosta che, seppur con questa legge che presenta dei lati oscuri e tutti quanti ne siamo convinti, noi come Union Valdôtaine Progressiste siamo dell'opinione che le Comunità Montane devono partire, devono iniziare e poi dopo si vedrà se le cose andranno bene o male, ma non si vedrà solamente... cercheremo di portare delle modifiche che riterremo opportuno dopo due, tre anni di attività. Pertanto come Union Valdôtaine Progressiste e mio particolare noi voteremo contro questa mozione.

Dolchi (Presidente) - Altri che chiedono la parola per dichiarazioni di voto prima che si passi alla votazione, la parola al Consigliere Monami.

Monami (PCI) - ... per quanto possibile anche se parò alcune considerazioni non essendo intervenuto in dibattito generale di mantenermi nei limiti e contenuti che può essere una dichiarazione di voto.

Il Gruppo Comunista vota contro la mozione non perché ostenta una certezza e una sicurezza delle cose su cui va dicendo, vota contro quella mozione per il semplice fatto che coerenti con le nostre posizioni che abbiamo sempre assunto a Roma per le Comunità Montane e ad Aosta per le Comunità Montane contro alla posizione di alcuni Partiti che, pur dicendosi non contrari alle Comunità Montane, però non riescono a dimostrare per quale motivo si debba votare la mozione. E dico, ecco dove nasce il dubbio e la perplessità anche si volesse aderire ad una mozione di questo tipo avendo tutta una serie di perplessità che noi abbiamo dimostrato di avere, che lo stesso compagno Chincheré ha detto di avere. Non siamo certi né cosa andranno a fare, né quale sarà il loro risultato politico, né qual è il numero ottimale della loro costituzione, abbiamo però detto che è necessario farle camminare, farle iniziare a lavorare. Ma perché allora nasce il dubbio per votare una mozione di questo tipo, Signora Viglino, Lei che giustamente ha dei dubbi come noi. Quando si conclude dicendo di demandare alla Giunta Regionale e alla Commissione Affari Generali di preparare delle modifiche alla legge regionale n. 13, 3 aprile 1973, studiando per eliminare o quanto meno ridurre gli inconvenienti suddetti. Ma quali inconvenienti può avere creato una macchina che ancora non è stata creata, siamo a livello di ipotesi, cioè, queste Comunità Montane, una o sette così concepite e così volute da quella legge che noi tutti abbiamo fatto, ma soprattutto se teniamo conto dei contenuti e dei lavori che dovrebbero fare queste Comunità Montane e che ha molto spiegato bene Chincheré nel suo secondo intervento che l'amico Bordon non ha sentito, dico, ecco allora, si ipotizzano dei danni, ragion per cui io preparo la mozione e sono quindi tranquillo per quel che succederà domani per poter dire se le cose sono andate bene hanno tenuto conto, sia pur lasciando quella legge, quelle norme, quel numero di Comunità Montane, di alcune correzioni nella lingua politica, nella direzione che io ho detto e quindi avevo ragione. Così altrettanto ragione si avrà domani se le cose andranno a dimostrarsi fallaci e quindi non dando quelle soddisfazioni che noi vogliamo a questo Ente. Dico, se questa è la posizione, ed io non entro nel merito delle Comunità Montane perché è stato sufficientemente spiegato, cerco di capire il motivo della mozione, una mozione cioè che mi invita a studiare i mezzi per eliminare dei danni che ancora non ci sono stati e che neppure sono stati sufficientemente indicati come previsione perché si è soltanto detto, e concordo probabilmente in questa direzione soltanto il collega Caveri, ha detto delle cose sensate dicendo che la mia preoccupazione è che diventino sette burocrazie o sette oligarchie, ma l'amico Borbey, dice io sono soltanto preoccupato del numero, ma allora bisognava già saperlo nel marzo del 1973 come Partito della Democrazia Cristiana, non come Borbey che non era presente, anche perché va tenuto conto, Borbey, che non è vero che è stato un disegno di legge affrettato, tu dimentichi che la legge nazionale è del 1971, quindi ci siamo arrivati con due anni quasi, non dico di ritardo, perché voglio anche essere generoso nei confronti della passata Giunta, ma quanto meno con due anni di studi e di riflessioni attorno alle quali la Democrazia Cristina soltanto oggi ritiene di aver scoperto che quel tipo di legge procurerà dei danni, dei guasti, quali? Non si sa, ma ai quali però bisogna porre rimedio adesso demandando alla Commissione Affari Generali, alla Giunta, che comunque esprimono l'una e l'atra una maggioranza, per farvi riproporre che cosa? La fedele legge del marzo del 1973? Ecco, proprio perché dalla mozione non traggo motivo di come modificare io stesso, e noi stessi, e tutti noi stessi, quelle perplessità che abbiamo su come andremo a verificare domani il funzionamento di queste Comunità Montane, proprio perché questa mozione non mi indica il mezzo, non è possibile accettarla.

Dico, pur rimanendo tutte quelle perplessità che ognuno di noi ha detto e che ha completato, mi pare, il Vice Presidente Chanu, quando ha detto, dice: nessuno di noi ha in questo momento la sicurezza, la certezza che domani non modificheremo le nostre posizioni; ma lo stesso collega Andrione - me lo permetta - ha detto: avranno del merito o del demerito queste Comunità Montane; e come potete dire che già abbiano acquisito del demerito se non hanno fatto neppure il primo passo? Come fate a dire che un bambino è cattivo se ancora non ha fatto il primo pianto, il primo strillo?

Ecco la impossibilità di accogliere, l'impossibilità di votare, Sig.na Viglino, una mozione di questo tipo che contiene quelle perplessità ma che non mi indica minimamente il modo come superarle e come andare oltre a queste difficoltà e questi danni.

Ecco per questi motivi sostanzialmente noi votiamo contro la mozione, soprattutto perché, dicevo, la nostra linea in materia di Comunità Montane è sempre stata chiara, da Roma ad Aosta, non siamo mai stati e ne saremo dei contorsionisti.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Andrione per dichiarazione di voto.

Andrione (UV) - Semplicemente per ribadire questo in relazione a quanto è stato detto ultimamente: che proprio perché eravamo coscienti che perplessità potevano esistere non abbiamo voluto presentare, come soluzione ottimale, un dato tipo di soluzione che però politicamente avremmo potuto discutere se la nostra proposta fosse stata accettata perché non crediamo noi - e forse il Consigliere Monami per lo meno sul concetto è d'accordo - che l'opposizione debba semplicemente e soltanto negare e fare come Mefistofele di Goethe che diceva "io sono il maligno spirito che tutto nega"; semplicemente prendere atto di una situazione di perplessità e rivedere alla luce di certi fatti, non ripeto, di certe considerazioni, che sono elementarissime, se questo Consiglio voleva scendere nei particolari, discutere e vedere certe cose.

Ci si oppone invece un fatto di maggioranza, che noi rispettiamo, ci si oppone una speranza e una fiducia nel futuro che, come ripeto, verificheremo, noi votiamo questa mozione, lor Signori voteremo contro.

Dolchi (Presidente) - Altri che chiedono la parola per dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Jorrioz.

Jorrioz (PSDI) - Ne avevo accennato nel mio primo intervento, avevo delle perplessità, prima di tutto non ero a conoscenza dell'esatto problema portato in questa discussione perché non avevo partecipato precedentemente alla costituzione di queste Comunità Montane, però dal dibattito che ne è seguito si è sentito che da varie parti ci sono delle perplessità, il carrozzone, come diceva qualcuno che mi ha preceduto, o la carrozza o quello che sarà, non è ancora in movimento, di conseguenza non si può dire che andrà male, che tutto andrà male, però visto che questo "carrozzone" non è ancora in movimento, o sta per mettersi in movimento, nulla impedisce al Consiglio, alla Commissione Affari Generali, alla Giunta, di esaminare questo problema, di discutere questo problema; di conseguenza io ritengo che la mozione presentata dagli amici dell'Union sia una mozione che avrebbe dovuto essere presa in considerazione dalla Giunta e voto a favore della mozione.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Bordon per dichiarazione di voto.

Bordon (DC) - La dichiarazione di voto dovrebbe essere veramente solo tale perché è giusto che gli altri dicessero qualche cosa di più perché non avevano parlato prima, quindi cercherò di rimanere nei limiti.

Quindi vorrei soltanto dire...

Dolchi (Presidente) - Sono dieci minuti.

Bordon (DC) - No, ma me la cavo con poco - non accettiamo il rimprovero, la D.C. solo adesso, ha fatto sentire le sue perplessità non è vero, basta andare a vedere il verbale, - qui è un sabotaggio che mi fanno vedete! (...microfono che fischia...) basta andare a vedere i verbali per dire se noi eravamo già allora del parere e quali erano le nostre perplessità; siccome ci era stato detto che i Sindaci erano tutti d'accordo, noi proprio per la fiducia che abbiamo sempre avuto nei Sindaci, per non mettere degli intralci, abbiamo votato a favore.

Oggi come oggi ci si dice che i Sindaci hanno le loro perplessità, ci siamo permessi di esporle. Pertanto noi vi abbiamo detto: paura, carrozzoni non carrozzoni, non stiamo a ripetere tutto quello che vi ho detto prima se no mi linciate, le nostre perplessità sono state dette, illustrate, sono a verbale, potevamo farne molto a meno, potevamo attenuare, non dimenticando di essere una minoranza, lo abbiamo fatto per fare una opposizione costruttiva, quindi noi oggi come oggi che cosa facciamo?

Mi servo dell'augurio che ha letto l'Assessore Marcoz che, se ho letto bene, è un augurio dei Sindaci come giustamente mi suggeriva l'amico Borbey, che i Sindaci fanno a sé stessi perché si augurano di avere un risultato proficuo ed è il nostro desiderio, noi ci auguriamo che queste Comunità abbiano a dare dei risultati proficui. Perché noi votiamo a favore di questa mozione? Votiamo a favore di questa mozione perché è di una semplicità lineare, non dice niente, se uno, non dice niente di male perché se uno non vuol fare dei processi alle intenzioni basta rimanere a quello che sta qui scritto "de confier à la Junte Régionale et à la Commission Affaires Générales de préparer des modifications à la loi régionale du 3 avril 1973, étudier de façon à éliminer ou de moins à réduire les inconvénients". Alors nous sommes parfaitement d'accord, parce que nous ne critiquons rien, nous disons rien, que c'est déjà le moment d'examiner ceci, e noi votiamo a favore di questa per questa motivazione e così, se mi consentite una boutade, come l'amico Monami tirava fuori il bambino che piange, potrebbe anche piangere non perché non ha ancora tirato fuori il primo pianto, ecc. perché potrebbe già piangere per il mal di pancia, ma io questo non lo so, non sono un medico, io invece dico che noi abbiamo tutti questi timori perché abbiamo un motore di quattro cilindri che va a tre e pertanto noi ci auguriamo come si augura Monami che strada facendo i cilindri diventino quattro perché se continuiamo andare a tre certamente ci fermeremo presto e non faremo nessuna salita; ecco perché noi votiamo a favore di questo.

Dolchi (Presidente) - La parola al Vice Presidente Chanu per dichiarazione di voto.

Chanu (DP) - A nome dei Democratici Popolari, ribadendo quanto è già stato detto in sede di discussione generale, tenuto conto che si contesta la validità della premessa che fa parte, fa corpo della mozione, cioè che i fatti, quali non si sa, avrebbero provato che la ripartizione attuale delle Comunità Montane non corrisponde alle necessità della popolazione, tenuto conto dell'esistenza di una legge regionale votata all'unanimità, almeno per le parti in cui ognuno doveva esporti di persona al rischio del voto, è la legge del 3 aprile 1973, tenuto conto che questa legge 3 aprile 1973 non è stata rafforzata all'ultimo momento e portata all'ultimo momento ma che è stata frutto di studi, di approfondimenti, di contatti soprattutto fra l'Amministrazione Regionale ed i Sindaci interessati, tenuto conto che i Democratici popolari hanno fiducia e ritengono che di questa fiducia debbano essere meritevoli e risultare meritevoli coloro che saranno chiamati in prima persona a dare dignità e a dare possibilità di attività alle Comunità Montane votiamo naturalmente contro la mozione contestandone questi principi, queste premesse, confidando quindi che sia necessario dare il più rapido avvio al lavoro delle Comunità Montane piuttosto che ritornare - mi si permetta fumose, perché fumose sono, non sappiamo come, quali debbano essere gli eventuali criteri diversificatori rispetto alla legge presa il 30 aprile 1973 che non avrebbero altro scopo, a mio avviso, ed altre finalità, e soprattutto altra conseguenza, è piuttosto di non sentir piangere il bambino, di soffocare il bambino al momento della nascita.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Manganone per dichiarazione di voto.

Manganone (DC) - Siccome questo motore è partito a quattro e fino a prova contraria non funziona ancora a tre, io non posso votare favorevolmente questa mozione.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Parisi per dichiarazione di voto.

Parisi (MSI-DN) - Come già detto prima, non essendo responsabile, almeno quale voto apportato alla legge che ha istituito, che vuole istituire queste Comunità Montane, il Movimento Sociale Italiano-Destra nazionale, che ho l'onore di rappresentare, vagliato il pro e il contro delle discussioni che vi sono state, si astiene dalla votazione.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Di Stasi per dichiarazione di voto.

Di Stasi (PSI) - Io non credo di fare un torto all'amico e compagno Milanesio - Capo Gruppo del PSI - se dichiaro di votare contro questa mozione, il compagno Milanesio è indisposto, stante le dichiarazioni fatte dal Presidente del Consiglio, quindi il Partito Socialista - e io parlo a nome del Partito Socialista - voterà contro la mozione presentata dai Consiglieri Andrione, Fosson, Blanc, Viglino e Caveri.

Dolchi (Presidente) - Ci sono altri che chiedono la parola?

Mi sembra che tutti i Gruppi si sono pronunciati; allora metto in votazione, per alzata di mano, la mozione nel testo trasmesso in allegato ai Signori Consiglieri all'oggetto n. 15.

Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano - chi non è d'accordo? Grazie. Chi si astiene? Grazie.

Esito della votazione: presenti trenta; votanti: ventinove; astenuto il Consigliere Parisi. A favore nove, contrari venti.

Il Consiglio non approva.

Signori Consiglieri, come già annunciato nelle precedenti sedute, il Consiglio sarà nuovamente riunito il 28 febbraio.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 19,43.