Objet du Conseil n. 2497 du 2 avril 1997 - Resoconto
SEDUTA POMERIDIANA DEL 2 APRILE 1997
OGGETTO N. 2497/X Indisponibilità ad ospitare immigrati albanesi sul territorio della Valle d'Aosta. (Reiezione di mozione)
Mozione Osservati gli avvenimenti accaduti in questi giorni in Albania che hanno generato un incontrollato flusso di profughi sulle coste pugliesi;
Ritenuto che la situazione in Albania si stia normalizzando, come documentato da vari servizi televisivi e che il flusso dei profughi avvenga prevalentemente per motivi economici e non per motivi politici;
Visto che tutti i detenuti nelle carceri sono evasi approfittando del momentaneo stato di confusione in cui versava lo stato balcanico;
Preoccupati che parte di questi pericolosi malviventi non siano riconoscibili, e mischiandosi con i profughi giunti in Puglia possano rappresentare manovalanza a buon mercato per organizzazioni criminali;
Vista l'accertata inefficacia della normativa sull'immigrazione italiana che rende praticamente impossibile l'identificazione e l'espulsione dei soggetti che si trovino in regime di clandestinità;
Sentite le affermazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri che intenderebbe trasferire una cospicua parte dei profughi, dai centri di accoglienza pugliesi e non ancora precisate destinazioni situate anche al Nord;
Considerato il momento di difficoltà economica e sociale che attraversa la Valle d'Aosta, con un vistoso calo dei consumi, un aumento della disoccupazione e una ormai cronica difficoltà per i giovani valdostani a reperire unità abitative;
il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Impegna
la Giunta regionale a comunicare alle autorità statali preposte, la propria indisponibilità ad ospitare sul territorio della Valle d'Aosta immigrati albanesi.
F.to: Linty
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.
Linty (LNPIAP) Credo che in questi giorni si sia scritto tutto e il contrario di tutto sui giornali, quindi chi ha seguito le cronache che arrivavano dall'Albania si sarà potuto fare un'idea in proposito.
Questa mozione però è da osservare in un contesto che a mio modo di vedere è molto importante, e che è quello europeo.
Dico questo per due motivi sostanziali: il primo perché dall'Unione Europea vi è un silenzio assoluto sulla materia e la cosa mi fa pensare che sia un silenzio voluto, perché nel momento in cui l'Unione Europea prende posizione o riconosce ufficialmente una guerra civile in Albania, si deve poi sobbarcare gli oneri che vengono generati dai profughi. Invece così stanno tutti in silenzio, pertanto l'onere se lo deve sobbarcare per intero lo Stato italiano.
Il secondo punto, che riguarda sempre l'Unione Europea, è quel famoso trattato di Schengen. È un trattato che vede tutte le nazioni facenti parte dell'Unione Europea, esclusa solo l'Italia, far parte di una libera circolazione sul territorio europeo di diversi cittadini.
Questo perché l'Italia non ha una sufficiente legge sull'immigrazione, una legge che possa garantire un'individuazione dei soggetti che si presentano alle nostre frontiere e una giustificazione dei motivi per i quali stanno sul territorio nazionale.
I commenti sono stati i più disparati. C'è chi parla di guerra civile in Albania; forse trovare una definizione esatta di guerra civile è molto difficile, per quanto ne so io quando c'è una guerra civile di solito le armi sono puntate ad altezza d'uomo, non si spara in aria. Quindi il rifugiato politico da guerra civile, per il proponente, non esiste.
L'Albania ha sicuramente dei problemi economici e da questo punto di vista penso che tutti ne conveniamo. Ma mi chiedo se in tutte le nazioni dove ci sono problemi economici, la gente prende le barche e viene in Italia cosa succede?
Quindi, se da una parte si chiede maggiore rigore per l'entrata di immigrati in Italia, in questo caso chiamati profughi - io aggiungo: economici e non politici -, dall'altra parte credo che sia doveroso un intervento per garantire a queste persone una vita decorosa nella loro nazione con il loro popolo, sul loro territorio. È questa l'azione che deve fare la pubblica amministrazione, non certo quella di creare questi campi; a tale proposito ricordo che gli ultimi dati parlano di 13.260 Albanesi sbarcati a Brindisi, quindi è sicuramente una presenza che desta qualche problema.
Veniamo a noi. Vi sono stati distribuiti due paragrafi in più, che non c'erano quando è stata presentata la mozione, perché non era ancora stata fatta la riunione del 26 marzo, dalla quale emerge che in una nota la Presidenza della Giunta comunica che in Valle d'Aosta non esistono strutture disponibili ad accogliere i profughi albanesi, e cita anche - ed è questo il rafforzativo e il significato più grande che ha la mozione - che il Ministero degli interni, pur chiedendo la disponibilità della Regione ad accogliere i profughi, non ha previsto nessuna assegnazione alla Valle d'Aosta.
Non voglio entrare nelle teste dei funzionari o del Ministro dell'interno, se dicono che non hanno previsto nessuna assegnazione alla Valle d'Aosta potrei anche in parte fidarmi, però credo che sia giusto che questo Consiglio regionale, nella fattispecie la Giunta regionale, comunichi al Ministero degli interni che non esistono strutture idonee all'accoglienza degli Albanesi per i motivi che sono evidenziati in questo sondaggio fatto sul territorio valdostano, e comunichi la sua indisponibilità ad ospitare sul proprio territorio immigrati albanesi.
Contestualmente in questa mozione - che, così come tutte le altre, è passibile di emendamenti e di modifiche - potrebbe eventualmente impegnarsi per fare ciò che dicevo poc'anzi, cioè per cercare di ridare a questo popolo una nazione dove poter vivere decorosamente.
Questa è in sintesi l'illustrazione di questa mozione. Mi riservo di intervenire successivamente.
Presidente È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) Questo è uno dei problemi più difficili su cui dire qualcosa.
Una delle cose più facili è dire che qui non abbiamo posto, che se li tengano giù in Meridione dove c'è anche il posto. E il problema si risolve così.
Penso che, come ha detto nelle sue affermazioni Linty, il problema si doveva risolvere un po' prima, in Albania, però l'Europa a cui facciamo tanto riferimento, se si toccano le banche, allora si muove, se si toccano invece un po' di disperati, non si muove.
Non voglio dire che la Valle d'Aosta debba mettere a disposizione qualcosa, però non credo neanche che, se dovesse essere solidale con altre regioni per accogliere momentaneamente delle persone, non abbia le disponibilità; d'altra parte si sono trovate disponibilità in campeggi del Friuli, dell'Emilia Romagna, e via dicendo. Non sapevo di quest'affermazione della Giunta, per cui non c'è in Valle una struttura idonea ad accogliere profughi albanesi, perché con la stessa ottica con cui gli immigrati albanesi sono stati ospitati in campeggi, si può provvedere anche qui.
Con questo non voglio dire che gli Albanesi debbano rimanere qui, tuttavia devono pur rimanere in Italia per il tempo previsto dalle normali leggi dell'accoglienza! Il Consigliere Linty dice che in Albania non sparavano ad altezza d'uomo; voglio ricordare che queste persone rischiano, pur di fuggire, la vita in mare, e qualcuno è anche morto in mare, qualcuno dei nostri politici ci ha giocati dicendo che lui li avrebbe affondati, poi, caso strano, il giorno dopo la nave è affondata; ebbene, fossi al posto di quel politico mi vergognerei di essere al mondo, non di essere in Italia!
Comunque mi sembra egoista dire che qui non abbiamo posto; è una cosa che ho già sentito da esponenti del partito di Linty in più occasioni, ho visto anche l'esponente maggiore dell'opposizione andare con una maglia sportiva a Bari, finché qualcuno gli ha detto che i Presidenti di regioni che appartengono al Polo non li accettano, per cui se li deve tenere il Meridione. Ma siccome al sud lavoro non ne hanno, e anche se sono ventimila in più lavoro non ne hanno lo stesso, tanto vale tenerli lì e così risolvere il problema!
Con questo non voglio dire che si debba per forza offrire ospitalità, però anche dire che in Valle d'Aosta non esistono strutture disponibili ad accogliere i profughi albanesi mi sembra una cosa troppo facile. Anzi condanno quest'affermazione della Giunta, che non conoscevo, ma che mi sembra abbastanza grave!
Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Le problème soulevé par la présentation de cette motion est un problème grave et complexe qui peut certainement être examiné sur deux plans. Il y a le plan général, où sans doute l'on peut parler à juste titre de tragédie qui s'est déclenchée à la suite d'une prétendue guerre civile en Albanie, mais surtout en raison des conditions socio-économiques de ce pays. Tragédie qui engendre en tout cas plusieurs responsabilités et qui touche différents problèmes.
Il y a une responsabilité de l'Union européenne en tant que telle, mais aussi les politiques concernant l'immigration au sein de cette Union également sont touchées; on ne peut savoir exactement s'il s'agit de réfugiés politiques ou d'immigrés clandestins ou d'immigration à des fins pécuniaires avec collusion avec les différentes "mafia" italiennes, et il y a également matière à réflexion sur les politiques de solidarité qui sont menées en faveur de ceux qui dans le temps étaient appelés pays en voie de développement, ou sur la signification des actions humanitaires. Donc c'est un thème sur lequel on peut exprimer aujourd'hui des considérations, des jugements, mais où l'on ne peut porter en tout cas d'avis définitif.
Ce que j'espère c'est que de toute façon cette tragédie pourra faire réfléchir les différents pays et notamment ceux de l'Union Européenne quant à la nécessité de trouver une cohésion vis-à-vis des problèmes de politique internationale qui se déclenchent aux frontières de cette même Union.
Le deuxième plan est lié par contre à la présence, voulue ou non voulue, d'un nombre considérable d'Albanais sur le territoire italien et notamment dans les Pouilles; dès le 15 mars une cellule centrale avait été constituée au sein du Cabinet du Ministère de l'intérieur en raison de la crise albanaise et selon les déclarations qui ont été exprimées lors de la Conférence Etat-Régions du 20 mars, des structures d'accueil avaient été prévues pour 3500 personnes. C'est le nombre d'Albanais qui a mis en crise ce même système.
Depuis lors les directives en matière de contrôle et d'accueil se sont succédé et toutes les associations et organisations ont été invitées à prendre contact et à concerter avec leurs préfectures respectives les éventuelles initiatives.
Le 20 mars par ailleurs la Conférence des Présidents des régions a adopté à l'unanimité des directives que je voudrais rappeler - il s'agit de 8 points - parce qu'elles définissent la ligne politique qui, par la suite, a été suivie même par ce Gouvernement. Les points sont les suivants:
"Delibera i seguenti punti:
- esprime solidarietà nei confronti delle regioni impegnate nell'immediato a fronteggiare l'enorme flusso di profughi provenienti dall'Albania, in primo luogo la Regione Puglia che ha dovuto finora subire le conseguenze più pesanti;
- respinge il principio della territorializzazione del flusso migratorio, che essendo diretto verso l'Italia e non specificamente verso le zone costiere adriatiche, va equamente distribuito sull'intero territorio nazionale;
- chiede al Governo precise garanzie per quanto attiene il controllo della spesa, che va considerata a carico dello Stato e che le regioni possono impegnarsi esclusivamente ad anticipare;
- sollecita il Governo a coinvolgere le regioni e gli enti locali nei processi decisionali relativi alle misure che si intendono adottare per fronteggiare l'emergenza, tenuto conto degli effetti che essa produce sul tessuto economico e produttivo a livello locale, ben al di là dei meri aspetti di ordine pubblico a cui sembra esclusivamente ispirarsi l'atteggiamento dell'Esecutivo nazionale;
- chiede altresì al Governo di farsi carico di rappresentare nelle sedi opportune l'assoluta necessità di un coinvolgimento diretto dell'Unione Europea, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per fronteggiare e trovare soluzioni durature ad un problema che non può essere considerato di esclusiva pertinenza dell'Italia;
- rivolge all'Esecutivo, al Governo una richiesta di chiarimento in merito ai rapporti fra l'Italia e il Governo albanese, anche al fine di procedere ad una precisa definizione dello status giuridico degli Albanesi che stanno giungendo nel territorio italiano, onde scongiurare equivoci che possano incentivare fenomeni di immigrazione clandestina di massa anche da altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo;
- auspica l'accelerazione dell'iter relativo alla legge nazionale sull'immigrazione clandestina;
- chiede la costituzione di un tavolo di concertazione tra Stato e regioni, al fine di valutare le problematiche relative alla attività di accoglienza".
En application de ces directives et également à la demande précise du Ministère de l'intérieur, formulée le 21 mars, la Présidence du Gouvernement a tenu le 26 mars une réunion à ce sujet.
Entre temps l'USL a mis sur pied un groupe chargé de l'organisation des interventions en matière de santé publique, susceptibles de s'avérer nécessaires dans le cas d'un afflux de population étrangère sur notre territoire.
La réunion du 26 mars s'est tenue sous l'égide du Cabinet de la Présidence du Gouvernement valdôtain et y ont participé des représentants de la Questure, des Carabiniers, de la Brigade financière, des autorités militaires, de l'USL, de l'Association des syndics, de la Caritas, du Comité régional de la Croix Rouge, du Centre des immigrés de la Commune d'Aoste, de la Protection civile et de l'Assessorat de la santé. A l'ordre du jour il y avait le repérage de structures fixes et d'aires équipées, ou bien de terrains susceptibles d'accueillir des campements ainsi que de solutions éventuelles de gestion.
Après un examen attentif et détaillé de la situation locale tous les représentants de ces forces - et donc ce n'est pas une déclaration du Gouvernement, il y a eu un communiqué de presse du Gouvernement, qui relatait les décisions prises à l'unanimité au cours de cette réunion - ont pris acte qu'il n'existe pas sur le territoire valdôtain de macrostructure qui soit en mesure de recevoir une masse d'Albanais.
Les participants à la réunion ont fait en tout cas montre d'une disponibilité générale et ont avancé différentes propositions quant aux modalités d'intervention en faveur de l'Albanie et de ses réfugiés. Ils ont décidé de procéder à une vérification ciblée des possibilités d'accueil dans des structures publiques et privées, au cas où la situation d'urgence se prolongeait et la Vallée d'Aoste serait insérée dans le projet accueil Albanie.
C'est ce que nous avons communiqué le jour suivant: "È stato deciso di effettuare un'indagine sull'intero territorio regionale, finalizzata ad individuare strutture fisse ricettive private - alberghi, campi, parrocchie - disposte ad ospitare temporaneamente singoli nuclei omogenei, profughi ed espatriati albanesi, riservandosi ulteriori notizie al riguardo non appena esperite relative indagini di settore". Après avoir constaté qu'il n'existe pas sur notre territoire de structure qui soit en mesure d'accueillir les Albanais, nous avons lancé cette campagne de disponibilité d'autres structures et nous avons à cet égard envoyé une communication aux différents responsables des associations qui sont présentes à l'intérieur de la Vallée d'Aoste et sur la base de ces réponses nous donnerons la disponibilité dans le cas où nous serions sollicités dans cette direction.
Avec ces précisions je ne pense pas pouvoir accepter la motion qui a été présentée par M. Linty. Nous avons, il est vrai, déjà donné une réponse, mais ce n'est pas sur la base d'une non volonté d'accueil ou d'une non disponibilité, mais sur la base d'une vérification des conditions pour pouvoir accueillir d'ores et déjà des Albanais.
Donc une première vérification a été faite et a donné des résultats, et sur la base de cette vérification on a déjà fourni une réponse. Mais par ailleurs nous avons manifesté notre disponibilité à recevoir sur la base des données qui nous seront communiquées, et nous ne pouvons pas, du point de vue du principe, accepter une motion qui nous demande de déclarer que le Gouvernement, et partant, la Vallée d'Aoste ne sont pas disposés à exprimer concrètement leur solidarité et, sur la base des adhésions volontaires de la part d'organes publics ou de particuliers d'accueillir un quota éventuel d'Albanais, qui nous serait envoyé par la coordination mise en place dans le cadre de ce projet accueil Albanie.
C'est la position que nous avons adoptée et que j'ai voulu vous exprimer, et c'est la raison pour laquelle nous ne pouvons pas accepter la motion dans la formulation qui nous a été soumise par M. Linty.
Président Pour compléter l'information, je tiens à rappeler que ce Conseil régional le 15 mars 1991 avait déjà voté une délibération pour l'accueil d'Albanais dans la Région Vallée d'Aoste. Je tiens également à rappeler qu'un Conseiller, que je ne vais pas nommer ici, avait fait manifestes dans tout le Piémont pour dire: "Albanesi, no grazie".
La parole au Conseiller Linty.
Linty (LNPIAP) Parto dall'ultima precisazione fatta dal Presidente del Consiglio, perché ho vissuto a quel tempo in maniera forse non diretta, diciamo indiretta, lo smistamento degli Albanesi. Ricordo che il Presidente della Giunta chiese a tutti i comuni della Valle d'Aosta di farsi carico di un determinato numero di profughi albanesi, e - lavorando in comunità montana - avevamo coordinato a livello di comunità montana questo smistamento.
Credo che le situazioni comunque non siano paragonabili; a distanza di 6 anni ci troviamo ad affrontare più o meno lo stesso problema con condizioni e disponibilità totalmente differenti.
Per venire a quanto comunicato dal Presidente della Giunta, è vero che la cosa si può distinguere su due livelli: il piano generale rimane comunque sempre quello di più ampio respiro perché diventa difficile dare una definizione di guerra civile; io ho dato un'interpretazione del tutto personale di cosa intendo per guerra civile, non credo che esista un codice che la definisca in maniera analitica.
Il problema però si pone - ed è stato anche citato all'interno di questa mozione nelle premesse - per la condizione nella quale ci troviamo oggi. Con questo non voglio fare il pessimista e dire che in Valle d'Aosta va tutto male, assolutamente; però anche dal punto di vista occupazionale ci troviamo con dei seri problemi, che dobbiamo affrontare ad ogni seduta del Consiglio regionale; abbiamo problemi a livello abitativo; pertanto credo che sia controproducente per il Popolo valdostano in questo momento arrivare a dare alloggio a profughi albanesi, che ripeto non sono giustificati dal punto di vista politico, lo sono molto di più dal punto di vista economico.
Ripeto però la domanda che ho fatto prima: se le crisi economiche del Mediterraneo spingono queste persone indigenti ad imbarcarsi per mare per arrivare sulle coste italiane, con una Unione Europea che fa di nuovo finta di non vedere, cosa facciamo? Tocca sempre a noi?
Il problema è molto sentito. Ho un concetto molto personale della solidarietà: ritengo che la solidarietà sia quanto ognuno di noi può dare, non sia solidarietà quella di attingere da fondi pubblici, perché questo credo che lo sappiano fare tutti. Se si aprono i cassetti dove ci sono i soldi delle tasse pagate dai contribuenti, e se si prendono e si danno non importa a chi, penso che questo non costi nessun sacrificio da parte di chi elargisce questi soldi o da parte di chi deve coordinare determinate cose. I sacrifici però li sentono i contribuenti o coloro che si trovano a dover convivere, adesso mi viene in mente quel paesino della Toscana di non più di 200 abitanti, che si è visto arrivare in casa 300 albanesi. Quindi se di solidarietà verso le altre regioni si parla, la intenderei proprio verso questi paesi che si sono visti affibbiare dall'alto questa presenza.
Non voglio discutere poi del destino di parte di questi albanesi (e so perfettamente con quanto sto per dire mi sottoporrò a raffiche di "dagli al razzista"): mi risulta che anche nella nostra regione questi si siano resi rei di furti, di sfruttamento della prostituzione, e anche questo secondo me è un aspetto da valutare, perché finché chi viene accolto accetta le regole civili che la società che lo accoglie gli impone, è un discorso. Ma pretendere di chiedere l'alloggio, di chiedere il vitto ad un altro Stato e poi andare a comportarsi come ci si comporta regolarmente a casa propria, questa mi sembra una violazione dei diritti del popolo che ospita!
Questa Conferenza dei Presidenti delle Regioni vedo che ha esaminato diversi punti della questione, però sempre a sostegno di questa mozione io dico che ormai ci stiamo abituando in questo Stato a vedere definitive le cose provvisorie. Vengono emessi dei decreti d'urgenza con cui si assegna un termine temporale a tutti i problemi, poi regolarmente questi problemi diventano stabili, cioè i decreti vengono trasformati in legge e rendono il provvedimento definitivo. Perché se fossimo una nazione in grado di poter prevedere i tempi in maniera precisa con provvedimenti legislativi precisi e certi, sicuramente anche il tenore dei discorsi fatti e scritti sarebbe diverso.
Credo che invece questo flusso spropositato di albanesi costituisca quanto meno un problema e la mozione prende atto della situazione che esiste oggi in Valle d'Aosta, una regione molto piccola, che ha forse meno problemi di altre regioni, però è notizia di poche settimane fa che a Saint-Vincent un Albanese è stato arrestato per sfruttamento della prostituzione, e quindi una regione dove per certi versi è anche molto facile portare avanti determinati traffici. È una sorta di mettere le mani avanti, di preservare la nostra regione da eventuale criminalità.
Non so chi di voi ha visto il rimpatrio forzato ad opera dell'esercito dei 250 evasi da un carcere di Valona: consegnati dai militari italiani alla Polizia albanese, questa li ha messi dentro un prato e ha dato loro il via, anche perché le carceri sono ormai distrutte. Secondo me queste sono cose che devono far riflettere, perché queste persone o per terra o per mare in Italia tenteranno di tornarci e credo che sia doveroso per un'istituzione come la nostra preservare la comunità valdostana - che di problemi ne ha già - da altri che potrebbero arrivare.
Per questo motivo mantengo la mozione peraltro così come da me emendata:
Emendamento
Nella premessa, tra il penultimo e l'ultimo paragrafo aggiungere:
"Atteso che in Valle d'Aosta non esistono strutture disponibili ad accogliere i profughi albanesi, così come comunicato dalla Giunta regionale in data 26 marzo 1997;
Rilevato come il Ministero degli Interni dello Stato italiano abbia richiesto la disponibilità della Regione ad accogliere i profughi, pur non prevedendo alcuna assegnazione alla Valle d'Aosta;"
Presidente Speravo, collega Linty, che chiedesse di ritirare questa mozione o almeno di modificarla nel senso di ospitare sul territorio immigrati albanesi criminali.
Questo Consiglio già nel ?91, ripeto, aveva accolto una delibera in cui si diceva: "Atteso che nelle ultime settimane si è verificato il massiccio arrivo in Italia di cittadini albanesi, esuli dal paese di origine, in relazione alla precaria situazione politica e civile di quel paese, considerato...", eccetera, e da questa partiva per intervenire a favore degli Albanesi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lanivi.
Lanivi (PVA) Sarò brevissimo. Anche se in apparenza questa mozione può apparire lontana come problema, perché tutto sommato le coste pugliesi sono molto lontane dalla nostra regione - circa 12 ore di macchina - e anche se apparentemente il problema ci tocca pochissimo perché non siamo stati investiti dall'obbligo di ospitare cittadini albanesi, questo deliberato è vergognoso. Bisogna dirlo con molta chiarezza, io non ho paura di dirlo, anche se la moda attuale è di considerare questa gente come dei delinquenti.
Mi complimento con il Presidente del Consiglio, perché si richiama ad una tradizione, ad un fondamento vero e sostanziale della cultura valdostana, che è la cultura dell'ospitalità. Allora, approvare una mozione che dice: "Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta impegna la Giunta a comunicare alle autorità statali preposte la propria indisponibilità ad ospitare sul territorio della Valle immigrati albanesi" sarebbe per me una vergogna storica.
Per cui ringrazio il Presidente del Consiglio regionale di aver ricordato che la Regione Valle d'Aosta non solo ha ospitato un piccolo numero di Albanesi, ma ospita centinaia di Africani, e che la popolazione valdostana ha saputo ospitare in montagna, in silenzio, e in una situazione di grande convivenza civile. Questo fa onore alla Valle d'Aosta!
Per quanto riguarda gli Albanesi voglio fare due considerazioni. Se l'India avesse dichiarato l'indisponibilità ad ospitare gli Albanesi, non avrebbe avuto Suor Teresa di Calcutta; voglio ricordare che Madre Teresa di Calcutta è albanese. Considerare dei fatti delinquenziali o dei fenomeni criminali albanesi che esistono e considerarci privi di questi mali sarebbe ridicolo! Mi guarderei bene, in quanto rappresentante di una regione a Statuto speciale, di ragionare con quello che ci vogliono far credere e far vedere; mi richiamo piuttosto all'unico segnale coerente e costante in questa fase, che è stato quello del Papa.
Abbiamo avuto degli esempi penosi di un teatrino meschino e povero dell'intera classe politica italiana, e questo dobbiamo dirlo con forza: ribaltamenti di posizioni e di atteggiamenti, di criminalizzazione assurda, dimenticando un semplice fatto: che chi abbandona la terra molto probabilmente non ha piacere di abbandonarla, ma sarà pur sempre un fatto doloroso, e che, al di là dei criminali, ma su questo forse non possiamo ergerci a giudici supremi, si tratta di persone, di uomini, donne e bambini.
Dire che la Giunta regionale deve comunicare la propria indisponibilità, ma se qualche famiglia valdostana, come è successo quando sono stati adottati bambini negri perché è di moda, o brasiliani perché è di moda, o tailandesi perché è di moda, volesse avere un bambino albanese, per esempio? Non glielo dovremmo consentire? Faccio una domanda provocatoria.
Allora riconduciamoci alla realtà dei fenomeni: è giusto avere le strutture, se non si hanno non si può ospitare, ma il testo della mozione, Linty, è brutto in questi "ritenuto", "visto", "detenuti", "visti i criminali"... ma visto che cosa? Sono dei disperati, c'è un paese in una situazione tragica, se la dovranno sistemare loro la loro situazione, non saremo certamente noi, possiamo però dare un contributo!
Riprendendo anche quanto ha detto Chiarello, c'è un atteggiamento mentale su cui dobbiamo riflettere. È tragico il destino non dell'Italia, ma dell'Europa intera: si assume la veste di un paese che con le armi - perché finirà così - intende contrapporsi o non aprirsi alle realtà che premono sui confini, che si chiamano l'Europa dell'Est con dietro la grande realtà russa e a sud la realtà africana.
Non sono certo io a dare soluzioni, ma secondo me ergere muri e metterci le sentinelle armate su queste mura è una posizione sbagliata che vedrà nel tempo l'Europa perdente. Non voglio certo sposare le tesi politiche di un partito né farne una questione politica, però l'Europa non si fa certamente con o solo con gli accordi e le regole fissate soprattutto dai sistemi bancari. Queste produrranno disoccupazione, se interessa loro produrre disoccupazione, o assumere atteggiamenti che non corrispondono alla sostanza della cultura né europea né valdostana.
Fino a prova contraria, e ritorno alla Valle d'Aosta, la nostra regione è stata una terra accogliente, malgrado tutte le stupidaggini che sono state dette su questo argomento, e deve rivendicare la Valle d'Aosta questa sua gloria culturale e non certamente accodarsi a mode effimere, perché come qualche mese fa ci dichiaravano tutti buoni perché abbiamo partecipato a iniziative umanitarie (costruzione dell'asilo in Africa, fornire stampelle a chi non ne ha, ecc.) facciamo tutte cose buone e quindi siamo buoni, poi improvvisamente abbiamo individuato il nemico e il nemico è costituito dagli albanesi, e si dice sono tutti delinquenti, e se la nave è affondata, è stata una disgrazia, ma va bene così! Nel sottofondo mentale si può arrivare fino a questi punti.
Allora il compito di un politico è di utilizzare o cercare di far crescere il meglio che c'è nella persona, non di utilizzare dei bassi istinti, che non conducono da nessuna parte!
Concludo ringraziando ancora il Presidente del Consiglio per avere avuto il coraggio - perché oggi è un coraggio - di dire che la Valle d'Aosta ha ospitato degli albanesi e che il problema sarà di strutture, quindi un problema molto reale, ma non di una dichiarata chiusura e indisponibilità rispetto a questa gente, che ripeto sono persone, non sono né numeri, né fantasmi, né personaggi di spettacoli televisivi più o meno decenti.
Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Aloisi.
Aloisi (RV) Ringrazio il Consigliere Lanivi alle cui considerazioni ho poco da aggiungere, se non quella di continuare nella linearità comportamentale che questa regione ha sempre avuto con forme, modi diversi e tempi nel percorso storico.
Credo che solidarietà e tolleranza debbano essere una costante del nostro cammino, una costante che va al di là dei momenti di facciata o dei momenti contingenti o delle opportunità politiche da cogliere.
Per un attimo cerco di dimenticare che sia avvenuta una tragedia, per richiamare tutta una serie di fenomeni culturali che in questi ultimi anni hanno accompagnato il dibattito nel nostro Paese. Sono stati momenti di difficile comprensione e di difficile interpretazione, dove spesso si è dimenticato che il Popolo italiano in altre circostanze ha avuto solidarietà, accoglienza e tolleranza dai Paesi europei, e non solo europei. Vorrei ricordare solo la parentesi del fascismo, che ha visto tanti Italiani avere accoglienza in paesi là dove forse le condizioni economiche non erano nemmeno tanto floride.
Uno di questi paesi alla caduta del fascismo che ha accolto circa 25mila italiani che andavano dall'Italia oltre il Canale d'Otranto è stata proprio l'Albania. Ogni famiglia albanese, e non avevano ricchezze, ha tanti italiani perseguitati dal fascismo e dal nazismo. È forse una ricorrenza storica che quando cadono i regimi spesso si verificano le fughe e nel ?91 è iniziato questo percorso difficile, complicato, per certi aspetti da "tragedia", che ha colpito parte di questo popolo e che ha trovato naturale uno sbarco nel nostro paese.
Sono d'accordo con Lanivi quando sostiene che non bisogna ricadere nei luoghi comuni, che tutti sono delinquenti o che tutti sono criminali; esiste anche della gente che non è più in condizioni minime da poter vivere civilmente e nella sicurezza e che ha dignità umana da vendere.
In questo momento abbiamo assistito al teatrino: c'è stato il teatrino della Lega, c'è stato il teatrino di Forza Italia, del suo leader, che forse avrebbe fatto bene a farsi accompagnare anche da Gasparri o da Storace, che in materia d'intolleranza qualcosa ancora la insegnano e la insegnano in modo virulento! C'è stato avanspettacolo.
E non si può accettare nemmeno il modo in cui certa Sinistra si sia trovata impreparata proprio nel ragionamento culturale, come se un Albanese di oggi valesse meno di un Vietnamita di ieri. Credo che su certi valori, su certe esigenze, su certe considerazioni, si debba essere chiari e lineari sempre nello stesso modo ieri come oggi.
Allora, se posso riassumere oggi una mia posizione, direi che oggi non si può stare né con la Lega, né con il Polo, né con l'Ulivo, ma con la Chiesa, che in silenzio ha accolto e ha fatto sempre opere di solidarietà e di carità, conscia che al centro di tutto viene prima l'uomo con il rispetto che gli è dovuto.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.
Ferraris (GV-PDS-SV) Credo anch'io che di fronte a questa che è una vera e propria tragedia dell'Albania si debba cercare di ragionare con alcuni elementi di equilibrio.
Siamo un paese di 50 milioni di abitanti, io non credo che possiamo considerare un'invasione il fatto che arrivino in questo paese 13mila persone. Invece vediamo che si è scatenata una crisi psicologica, e Linty per certi versi ha interpretato questi sentimenti nel senso che i problemi dell'occupazione e della casa sembrano discendere dagli Albanesi, mentre sappiamo benissimo che i nostri problemi sono sicuramente altri, ma non sono sicuramente una conseguenza della venuta di queste povere e disgraziate persone.
Abbiamo visto emergere dei sentimenti negativi: sindaci che rifiutano accoglienza, si scavano fossati, si invocano leggi marziali, si chiedono campi di concentramento, e qui concordo con chi dice che in effetti hanno brillato tutte le parti politiche in questa situazione, perché i sindaci della Lega hanno fatto la loro parte, ma sicuramente anche i sindaci del Centro-Sinistra in alcuni casi non si sono tirati indietro.
Non penso che sia necessario giungere a conversioni, come mi è parso di capire nell'ultimo intervento di un consigliere laico che oggi ha scoperto la Chiesa, credo però che, mantenendosi all'interno di un pensiero laico, si debba tenere conto come questo pensiero abbia una tradizione di solidarietà e di accoglienza che assolutamente non va sottaciuta.
Non possiamo seguire chi dice che vanno ributtati in mare gli Albanesi; forse questa è una cultura alla quale appartiene la Pivetti, che ha fatto parte anche di un movimento in passato a cui Linty continua ad appartenere. Dobbiamo invece a mio avviso fare ragionamenti diversi.
"Tocca sempre a noi", è stato detto. A questo riguardo vanno stabiliti alcuni elementi di chiarezza. La Germania federale ha sopportato 7 milioni di immigrati, fra i quali c'erano Tedeschi dell'Est vero, c'erano Slovacchi, c'erano Turchi ma c'erano anche Italiani. L'Austria ha ospitato 120mila Bosniaci, il Lussemburgo, che ha una superficie pari a quella della Valle d'Aosta ma una popolazione quadrupla, ha accolto 12mila Bosniaci. E poi si potrebbe continuare con la Francia e altri paesi extraeuropei.
Ora l'Europa vive in un momento di particolare delicatezza, l'egemonia culturale ed economica che aveva in passato non c'è più, però credo che sicuramente non sia questa la strada, quella di andare a costruire muri, quella di andare a trovare un diverso in una popolazione che abita a 70 chilometri da noi, perché questo è il dato.
Il tratto di mare fra Puglia e Albania è di 70 chilometri ed è sorprendente fra l'altro che questi sentimenti ostili nei confronti dei Pugliesi si sentano più al nord. Fortunatamente la Valle d'Aosta, anche per gli interventi che sono stati fatti e per gli atti che sono stati compiuti, si è mantenuta al di fuori di questo coro, però direi che al nord si sentono più queste preoccupazioni che là dove gli Albanesi sono sbarcati.
Questo per dire che questo tipo di mozione indubbiamente è inaccettabile, ma anche intrinsecamente contraddittoria per come è scritta. Se si dice che in Albania la situazione si sta normalizzando, vuol dire che il flusso di immigrati praticamente è cessato, quindi non si capisce l'allarmismo che viene fuori. Così come quando si dice che non si sa quali saranno le destinazioni a nord, in cui verranno inviati gli Albanesi, e contemporaneamente si dice che in queste destinazioni non è prevista la Valle d'Aosta, credo che anche qui ci sia qualche elemento di contraddittorietà formale.
È chiaro che poi la parte impegnativa è assolutamente inaccettabile, lo hanno detto altri e non sto a ripeterlo, per cui credo che sarebbe una cosa positiva per questo Consiglio se questa mozione venisse ritirata.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Secondina Squarzino.
Squarzino (VA) A questa mozione noi sicuramente voteremo contro per una serie di motivi che sono già stati detti precedentemente. È chiaramente offensivo l'impegno che qui viene indicato, è un'offesa che colpisce ogni persona che vive in questa regione, lo si è già ricordato prima ma vorrei ribadire come la Regione Valle d'Aosta non si sia mai sottratta al dovere dell'ospitalità, più che dovere direi a questo suo valore di ospitalità nei confronti di tutti coloro che di volta in volta sono venuti qui per lavorare e per vivere, sia della nostra stessa lingua e cultura, sia di lingua e cultura diversa. Credo che in pochi posti ci sia questa capacità di far dialogare fra di loro le persone, che hanno una storia e una tradizione diversa.
Questa è una regione in cui la società civile già si è attivata rispetto al dramma dell'Albania. Tutti abbiamo potuto leggere che la Caritas ha aperto un conto, a cui stanno già pervenendo delle offerte, e queste saranno direttamente consegnate alla Caritas, quindi ad altri cittadini, dell'Albania, fra l'altro attraverso le diocesi con cui le diocesi del Piemonte e della Valle d'Aosta sono gemellate. Quindi c'è una tradizione già comune.
Non dimentichiamo che la stessa regione aveva individuato dei progetti di aiuti in Albania, che poi per motivi vari non sono stati realizzati.
Noi riteniamo offensiva, ripeto, questa mozione. Le motivazioni presentate da Linty sono proprio pretestuose, come pure questa moda di generalizzare i giudizi su un intero popolo, come se ogni popolo non fosse formato da persone, ciascuna con una sua dignità; è come se dicessimo che tutte le donne nigeriane sono delle prostitute, solo perché alcune di queste lo sono.
Si parla di flusso sproporzionato, sono 13.260 in Italia; se ogni comune italiano si dichiarasse disponibile ad accoglierne, ogni comune ne ospiterebbe 1,4, quindi 3 albanesi in 2 comuni. Questo per dire che effettivamente la loro distribuzione è irrisoria rispetto alle risorse che questo Paese ha ancora. Così come non possiamo parlare di debolezza economica della Valle d'Aosta e di difficoltà nei confronti di questo problema. Basta vedere i vari indici di qualità della vita in tutti i sensi, per concludere che noi proprio siamo la regione che meno di altre ha difficoltà economiche rispetto a problemi di disagi, di disoccupazione, di abitazione, e via dicendo.
Rimane, certo, il problema grande della tragedia di questa gente, una tragedia che ha avuto anche un suo momento drammatico il Venerdì Santo, in cui donne, bambini e uomini sono rimasti sepolti in quella nave, che è diventa la loro bara, nel canale di Otranto, e vorrei proprio che oggi da questo Consiglio regionale andasse un senso di rispetto nei confronti di queste vittime, come già è stato espresso da chi mi ha preceduto, e che si osservasse un momento di silenzio rispetto a questa tragedia che si è verificata.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.
Linty (LNPIAP) Ho sentito una serie di interventi che, devo dire, mi stavano convincendo, perché sembravano quelle prediche che ogni tanto si sentono quasi con le lacrime agli occhi. Ma credo che qui ci sia un concetto di solidarietà e di concezione della comunità valdostana che non collima.
Consigliere Squarzino, quando lei dice che questa è un'offesa che colpisce ogni persona che vive in questa regione, le consiglio vivamente di girarla un po' di più questa regione e si renderà sicuramente conto che molte persone di fronte a questa mozione non si sentono affatto offese, anzi. Quando si parla di non generalizzare sono pienamente d'accordo, però dicevo prima nell'illustrazione della mozione che viviamo in una regione molto piccola e sarebbe interessante ad esempio sapere cosa pensano le famiglie dei Comuni di Montjovet e di Champdepraz, che hanno subito il furto delle loro macchine, e tutti questi furti avevano una targa precisa. Non voglio generalizzare, io cito, poi ognuno trae le conclusioni che vuole!
Dicevo del concetto di solidarietà: ma, signori miei, se siete così solidali, fatela voi di tasca vostra la solidarietà, perché continuate a chiedere ai contribuenti di pagare e poi, con le loro tasse, nel nome della solidarietà si elargisce agli Albanesi? Gli Albanesi in Italia costano mezzo miliardo al giorno. Avete tutti questi sani principi nelle menti? Ma fatela voi! È facile così, è troppo facile chiedere ai contribuenti i soldi e poi fare la solidarietà con i loro soldi! Perché non partite nei campi profughi a dare una mano fisicamente? Lì cambia, eppure quella è la solidarietà, del vostro, del nostro, è lì che si vede la solidarietà delle persone, mica ad aprire le casse pubbliche e a tirare fuori i miliardi come fossero noccioline! Facciamo attenzione quando si parla di solidarietà, perché viene citata sempre troppo a sproposito! È facile, mi rendo conto, dobbiamo essere tutti solidali, dobbiamo aprirci a tutto il mondo, creiamo una universalità del mondo, abbattiamo le frontiere, a questo punto non ha più senso nemmeno che ci siano le frontiere, esistono scelte fatte a livello europeo che valgono su tutto il territorio europeo, al di là delle banche centrali, fuorché l'Italia.
Oggi ho sentito qui gente che se ne vantava, si vantava del fatto che l'Italia non fa parte del trattato di Schengen. Bellissimo, è veramente questo lo spirito europeo che guiderà questo Paese per quanto rimarrà ancora in piedi?
I riferimenti con il passato. Lo diceva prima il Consigliere Aloisi, quando cade il potere la gente fugge. Allora dico, se nel ?91 c'è stato quel che c'è stato, quindi un grande esodo di gente che scappava perché le condizioni erano quelle, sei anni dopo si ripresenta la stessa situazione, poi magari fra 4 anni si ripresenta ancora una situazione simile, noi continuiamo a star qui a guardare e a dire che non si può fare niente? È questo che mi domando! Sono 6 anni che abbiamo una polveriera a 70 chilometri, e quando salta per aria una polveriera si sente lo scoppio, ma soprattutto sapere che c'è una polveriera e non fare nulla, secondo me questo richiede un serio esame di coscienza!
Quindi io credo di potermi fare interprete, per carità sarà una minoranza, saranno poche persone, giudicate voi quanto numericamente può contare questa parte, ma io vi garantisco che c'è, magari vi preoccuperà, mi dispiace, ma c'è. C'è una parte di Valdostani che non vuole saperne di accogliere sul loro territorio gli Albanesi, perché è vero che Valle d'Aosta ha dato lavoro a tante persone, verissimo, ha dato il lavoro, ha dato la vita civile a tante persone, e le persone che sono venute in Valle d'Aosta si sono adeguate a quello che la Valle d'Aosta loro chiedeva nel passato. A me risulta almeno essere stato così, nel presente non posso dire lo stesso; basta leggersi qualche pagina di cronaca. Voi direte che generalizzo. Non generalizzo, cito fatti di cronaca. Poi ognuno dà al fatto di cronaca l'importanza che ritiene più giusta. Quindi credo che siano paragoni che in questa sede oggi, 1997, non stiano in piedi.
Facciamo poi attenzione perché non ho assolutamente detto che qui le cose vanno tutte male. Ci sono dei problemi, ammessi da tutti ragionevolmente; quindi mi metto nella condizione di ragazzi che si trovano non in questa regione in questo momento - del resto era preventiva questa mozione, non ci troviamo di fronte al problema reale, era per mettere le mani avanti - e penso, nel caso di un'ipotetica presenza di Albanesi in Valle d'Aosta, al sentimento che si sviluppa nell'animo di tanti giovani che purtroppo sono ancora senza lavoro, che hanno dei seri problemi a trovare casa. E secondo me non è qualificante per la nostra istituzione.
Torno a dire, e concludo che, a mio modo di vedere, troppo spesso si sventaglia questa solidarietà, quasi fosse fatta solo da qualche forza politica, quasi fosse patrimonio di qualche forza politica o di qualche religione. Secondo me la solidarietà è quanto noi siamo in grado di dare e vogliamo dare, non quanto vogliamo dare con i soldi dei contribuenti, perché è troppo facile fare così. Per questo ritengo, con lo stesso spirito con cui ho presentato questa mozione, sulla base di spinte di diverse persone e non certo per sprazzi del tutto personali, di doverla mantenere così come emendata, accettando democraticamente il voto che questo Consiglio darà.
Presidente Possiamo mettere in votazione la mozione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz per dichiarazione di voto.
Marguerettaz (PpVA) Visto che tutte le forze politiche hanno detto qualcosa, mi limiterò a fare una breve dichiarazione di voto.
Ha ragione il collega Linty quando dice che c'è una parte della Valle d'Aosta che senz'altro condivide i contenuti di questa mozione. Guardo davvero con preoccupazione, come lui stesso ha anticipato, a questa parte di Valle d'Aosta, perché è una parte che oggi è indisponibile ad ospitare immigrati albanesi, domani sarà indisponibile ad ospitare immigrati tout court e dopo domani sarà indisponibile ancora ad ospitare magari la persona anziana o il bambino che ha dei problemi all'interno del proprio nucleo familiare. Cioè è una Valle d'Aosta che non ha più il senso della solidarietà o per meglio dire è una Valle d'Aosta che sta scivolando lentamente, almeno questa parte, su una posizione culturale molto diffusa purtroppo nel mondo occidentale, che è quella che vede al centro l'uomo, ma nel senso più deleterio del termine, quindi l'uomo con i suoi propri, individualistici e inattaccabili interessi, siano essi di alta o di bassa lega (non c'è un gioco di parole in questo).
Semplicemente quindi per dire che, anche analizzando i contenuti della mozione, non c'è una frase fra tutte quelle scritte nella mozione che mi possono far pensare anche ad una semplice astensione. Se c'è una parte della Valle d'Aosta che è indisponibile verso questo problema così come io purtroppo penso verso tutta una serie di altri problemi, io sto dall'altra parte e finché starò in questo Consiglio, chiaramente a rappresentare quell'altra parte, la rappresenterò votando contro questa mozione.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) Anch'io per dichiarazione di voto. Probabilmente Linty si riferiva a qualcuno che ha parlato di solidarietà, io almeno non ho parlato di solidarietà. Qui si parla di umanità, più che di solidarietà. Mi è piaciuto quello che ha detto Marguerettaz, come mi è piaciuto quello che ha detto Lanivi. Noi politici non dovremmo andare dietro alla società, specialmente quella peggiore; noi dovremmo essere, come ho letto qualche volta sulla politica, i maestri di una società. Per carità, non voglio fare il maestro a nessuno, sarebbe facile in questo momento attaccare i manifesti sui muri e dire che siamo con quelli che vogliono mandare via gli Albanesi perché sono tutti delinquenti. Io non me la sento!
Voglio solo dire, Consigliere Linty, che io ho degli avi che sono andati in America, non erano delinquenti, ma fra quelli che sono andati in America ci sono i capi mafiosi della mafia italiana; qui non stiamo neanche discutendo di quella cosa, perché probabilmente la maggior parte di questi Albanesi torneranno al loro paese perché tutti siamo legati al nostro paese e se ci sono le condizioni per poter vivere si resta volentieri al proprio paese. Quindi stiamo parlando di un' immigrazione momentanea, di un'emergenza, e mi dispiacerebbe confondere la solidarietà con i pacchi regalo che puoi mandare, o con quello che ti senti di fare, con l'umanità.
A differenza di Aloisi, io non richiamo la Chiesa, ricordo però che la Rivoluzione francese ha insegnato a tutti cosa vuol dire essere ospitali e accettare anche i diversi. Mi sembra che un qualsiasi laico, un qualsiasi uomo di buonsenso debba accettare i diversi. Se la società valdostana in maggioranza non vuole gli Albanesi, poi non vorrà nessuno che disturbi una certa ricchezza acquisita; io sto con l'altra parte di società valdostana che vuole difendere certi diritti e certi doveri.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (Ind) Penso che questa mozione tocchi un punto di estrema importanza, anche perché è allarmante e tragica la situazione che sta vivendo in questo momento il nostro Paese. Alla data del 2 aprile sono 13mila i profughi - ma saranno senz'altro di più fra alcuni giorni - che approderanno sulle coste pugliesi e che dovranno essere collocati, sistemati ed ospitati da parte delle strutture che esistono sul territorio.
Sinceramente certi interventi che sono stati fatti in quest'aula mi sembrano carichi di retorica, per alcuni versi patetici, specie quando fanno riferimento in maniera gratuita alla parola solidarietà.
Solidarietà, e qui condivido quanto detto da Linty, deve essere intesa non sempre nel semplice senso che probabilmente intende la Sinistra sociale, che la solidarietà si fa con i soldi degli altri; la solidarietà si fa anche impegnando del proprio.
Di questa mozione tuttavia non condivido la forma, perché tende a generalizzare situazioni che non sono così facilmente generalizzabili, come quando si fa riferimento agli aspetti di ordine pubblico e di criminalizzazione tout court di un popolo. Su questo assolutamente non si può essere d'accordo.
Non si può tuttavia disconoscere che la questione albanese riguarda l'Italia e di conseguenza anche la Valle d'Aosta in quanto regione italiana sotto il profilo socio-economico. Abbiamo sentito anche di recente quali squilibri abbia provocato l'immigrazione - non solo quella albanese, ma quella di qualunque provenienza - all'interno dell'Italia e di altri stati europei. È vero quello che diceva Ferraris che la Germania ha assorbito 7 milioni di immigrati, fra virgolette, considerando immigrati anche quelli dell'ex Repubblica democratica tedesca; però è altrettanto vero che queste situazioni di flusso dal cosiddetto "Sud del mondo" stanno creando notevoli problemi all'interno di quello che viene considerato il "Nord del mondo". Questo non vuol dire ragionare solo in termini egoistici se si cerca di prevenire il fenomeno, piuttosto che poi curarlo quando il problema esiste all'interno della nostra società.
Quindi ritengo che non si possa sempre affrontare con facili interventi demagogici che tendono ad avvilire quelli che sono comunque problemi reali, esistenti, che vive anche la società valdostana o che rischierà di vivere e ai quali dovrà adeguarsi, condannando la mozione tout court.
Chiedo al Consigliere Linty se è disponibile piuttosto ad una revisione di alcuni termini del dettato, che sono qui stati sintetizzati nelle premesse e nel dispositivo, pertanto chiedo se è possibile la sospensione della seduta, oppure in caso contrario mi asterrò dal votare la mozione.
Si dà atto che, dalle ore 19,39, presiede il Vicepresidente Aloisi e che, dalle ore 19,45, riassume la presidenza il Presidente Stévenin.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.
Parisi (RV) Voteremo contro questa mozione anche perché riteniamo che il problema albanese sia un falso problema, almeno per quello che è lo spirito della mozione.
D'altra parte non è la prima volta che la Lega o il movimento che rappresenta il Consigliere Linty assume questi atteggiamenti, basta andare a vedere cosa è successo al Parlamento di Mantova, leggere le dichiarazioni fatte dal suo Segretario generale, per rendersi conto che lui non fa altro che seguire quella che è ormai una strada verso la quale si è incamminata la Lega dalla sua nascita. Per cui non mi meraviglio di questa mozione, che è in linea perfetta con l'atteggiamento che adotta la Lega.
La cosa più preoccupante è invece che si voglia attraverso questi meccanismi creare un clima di tensione e di scontro, se vogliamo anche sociale, tra categorie deboli, perché poi è facile andare a parlare contro l'Albanese o contro l'immigrato in generale. Credo infatti che la mozione abbia velatamente un significato molto più vasto di quello che è il discorso riferito al popolo albanese.
Ma questi atteggiamenti sono gli stessi che già si sono avuti in passato e sinceramente chi ha subito questa forma di chiusura anche mentale non è stato contento di quello che è avvenuto in passato.
Faccio riferimento ai momenti delle prime immigrazioni; probabilmente lei, Consigliere Linty, non ha avuto questi problemi, ma io sono un immigrato che è stato accolto in Valle d'Aosta, che ha dato quello che poteva dare in termini di miglioramento e credo che la società valdostana sia cresciuta proprio grazie all'apporto dato da tutti coloro... sì, forse mi sono allargato un po', ma probabilmente non avete colto il significato di questa mozione.
Credo che il significato di questa mozione vada al di là di quello che è il discorso strettamente albanese e lo ha detto chiaramente il Consigliere Linty nel momento in cui ha fatto riferimento a quella percentuale di Valdostani che lo hanno spinto a presentare questa mozione, però io credo che sia estremamente pericoloso andare a fomentare certi scontri, perché poi questo porterà a uno scontro di carattere non solo culturale, ma anche sociale.
Quindi mi sono permesso di dire questo, perché ho intravisto in questa mozione qualcosa che va ben al di là di quello che è il discorso albanese.
Presidente Colleghi consiglieri, oggi non c'è il collega Perrin che in Albania si è recato insieme ad un nostro funzionario nel quadro delle intese dell'AIPLF; con il Liceo linguistico di Scutari esistono dei collegamenti, nel senso che come Ufficio di Presidenza ci siamo presi l'impegno di inviare dei libri, perché è un liceo linguistico francese.
Ma credo che sia possibile anche andare al di là di questo tipo di solidarietà, così come il collega Lanivi mi ha dato lo spunto, adottando delle iniziative di solidarietà con questo stesso comune. Al di là del tema che oggi stiamo affrontando, potremmo, prendendo i dovuti contatti, agire in questa direzione.
C'era una richiesta di sospensione fatta dal collega Tibaldi, intesa a modificare il testo; chiederei una sospensione rapida perché si sono manifestati tutti i gruppi consiliari contro questa iniziativa, ma se viene richiesta, siccome non l'abbiamo mai negata, concedo 5 minuti di sospensione.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,48 alle ore 19,49.
Presidente Riprendono i lavori. Mi dicono che la sospensione è stata infruttuosa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Linty per dichiarazione di voto.
Linty (LNPIAP) Voterò favorevolmente a questa mozione. Volevo solo replicare a chi è intervenuto prima di me in queste dichiarazioni di voto e ancora in sede di discussione generale.
Dopo aver apprezzato le doti medianiche e preveggenti tipiche di Michel de Notre-Dame che abbiamo in Consiglio regionale, non sapevo che Parisi riuscisse a leggere così fra le righe delle mozioni, dichiaro, riprendendo quanto ha appena detto il Presidente del Consiglio, che l'Ufficio di Presidenza si è preso l'impegno di trasmettere libri a questo liceo, di non avere niente in contrario, come ho detto fin da subito, ad aiutare il popolo albanese in Albania. Da questa mozione non mi potete dire che si evince questo concetto.
Per quanto riguarda la questione della generalizzazione, credo che sia il terzo o il quarto paragrafo che dice: "Visto che tutti i detenuti nelle carceri sono evasi approfittando del momentaneo stato di confusione in cui versava lo Stato balcanico;" non ho detto che tutti gli Albanesi erano detenuti o criminali. E nell'altro paragrafo si dice: preoccupato, oggi più che mai perché ho visto che quando rientrano in Albania vengono lasciati liberi nei prati, quindi ancor più preoccupato. Quindi non me la sento di cambiare queste cose e riconfermo tutto ciò che ho detto prima, ricordando anche al Consigliere Chiarello che diceva che sarebbe facile fare dei manifesti, che non ho fatto nessun manifesto.
Ho portato il problema in quest'aula, senza voler seguire telefonate o citofonate, perché se avessi dovuto seguire questo non avrei fatto nulla, dal momento che nessun gruppo consiliare della Lega, nessun ente ha presentato una mozione di questo genere. Quindi non è un input, a salvaguardia della mia autonomia decisionale alla quale tengo.
Riconfermo voto a favore.
Presidente Pongo in votazione la mozione in oggetto:
Mozione Osservati gli avvenimenti accaduti in questi giorni in Albania che hanno generato un incontrollato flusso di profughi sulle coste pugliesi;
Ritenuto che la situazione in Albania si stia normalizzando, come documentato da vari servizi televisivi e che il flusso dei profughi avvenga prevalentemente per motivi economici e non per motivi politici;
Visto che tutti i detenuti nelle carceri sono evasi approfittando del momentaneo stato di confusione in cui versava lo stato balcanico;
Preoccupati che parte di questi pericolosi malviventi non siano riconoscibili, e mischiandosi con i profughi giunti in Puglia possano rappresentare manovalanza a buon mercato per organizzazioni criminali;
Vista l'accertata inefficacia della normativa sull'immigrazione italiana che rende praticamente impossibile l'identificazione e l'espulsione dei soggetti che si trovino in regime di clandestinità;
Sentite le affermazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri che intenderebbe trasferire una cospicua parte dei profughi, dai centri di accoglienza pugliesi e non ancora precisate destinazioni situate anche al Nord;
Considerato il momento di difficoltà economica e sociale che attraversa la Valle d'Aosta, con un vistoso calo dei consumi, un aumento della disoccupazione e una ormai cronica difficoltà per i giovani valdostani a reperire unità abitative;
Atteso che in Valle d'Aosta non esistono strutture disponibili ad accogliere i profughi albanesi, così come comunicato dalla Giunta regionale in data 26 marzo 1997;
Rilevato come il Ministero degli Interni dello Stato italiano abbia richiesto la disponibilità della Regione ad accogliere i profughi, pur non prevedendo alcuna assegnazione alla Valle d'Aosta;
il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Impegna
la Giunta regionale a comunicare alle autorità statali preposte, la propria indisponibilità ad ospitare sul territorio della Valle d'Aosta immigrati albanesi.
F.to: Linty
Presenti e votanti: 22
Favorevoli: 1
Contrari: 21
Il Consiglio non approva