Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 175 du 6 octobre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 175/X - Subconcessione al Comune di Val­tournenche di deriva­zione d'acqua dalle sorgenti Grand-Roc in Comune di Valtournenche, per il poten­ziamento dell'acquedotto comunale a servizio dell'abi­tato del Breuil.

Deliberazione - Il Consiglio regionale

Premesso che:

con domanda in data 06.03.1987, il Comune di Valtournenche ha chiesto all'Amministrazione regionale la subconcessione di derivare dalle sorgenti sgorganti dalle morene del Furggen de­nominate Grand Roc, moduli 0,25 di acqua per l'ulteriore po­tenziamento dell'acquedotto comunale al servizio dell'abitato del Breuil;

la domanda, corredata da progetto in data 20.08.1986, a firma Ing. Luciano GALLI, prevede la costruzione di tre opere per la captazione delle polle sorgive e la posa di una condotta, per il convogliamento delle acque a quota 2.482,80 m.s.m. nella esi­stente opera di presa della sorgente Anservegne;

le sorgenti Grand Roc non sono iscritte nell'elenco delle acque pubbliche della Regione, ma che l'Amministrazione regionale provvederà ad istruire la relativa pratica d'iscrizione. non es­sendovi dubbi sul carattere pubblico di tali sorgenti, in quanto concorrono ad alimentare il torrente Cervino, iscritto al n. 148 dell'elenco delle acque pubbliche della Regione, dichiarato pubblico dallo sbocco ai ghiacciai del Monte Cervino;

l'Amministrazione regionale non ha esitato, in pendenza della conclusione della pratica della loro iscrizione nell'elenco delle acque pubbliche, ad ammettere ad istruttoria la domanda del comune, avendo giudicato del tutto legale il procedimento istruttoriale, dato che l'iscrizione nell'elenco delle sorgenti co­stituisce il semplice atto formale dichiarativo e non costitutivo della loro pubblicità.

Inoltre:

a) il Magistrato per il Po di Parma, con nota n. 10959 in data 16.09.1987 ha rilasciato il nulla-osta nei riguardi idraulici per l'ammissione ad istruttoria della domanda di cui si tratta;

b) l'avviso di presentazione della domanda 06.03.1987 del Co­mune di Valtournenche è stato pubblicato sul Foglio Annunzi Legali della Valle d'Aosta n. 23 in data 04.11.1987 e riprodotto nel n. 261 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (Foglio Inserzioni) in data 07.11.1987 senza dar luogo alla pre­sentazione di domande incompatibili e concorrenti;

c) con Ordinanza dell'Assessore ai LL.PP. n. 139 in data 09.02.1988, è stato disposto il deposito della domanda e del re­lativo progetto presso l'Assessorato dei LL.PP. della Regione per 15 giorni consecutivi, decorrenti dal 22.02.1988, a disposi­zione di chiunque intendesse prenderne visione nelle ore d'uf­ficio;

d) copia dell'ordinanza è stata affissa per il predetto periodo di 15 giorni all'Albo Pretorio del Comune di Valtournenche e copia della medesima è stata inviata al Ministero dei LL.PP., al Ma­gistrato per il Po di Parma, alla Sezione Idrografica per il Po di Torino, alle Associazioni irrigue Est-Sesia di Novara e Ovest-Sesia di Vercelli, alla Prima Direzione del Genio Militare di Torino, al Consorzio regionale Pesca, alla ditta Frassy Matilde ed al Sindaco del Comune di Valtournenche;

e) la pubblicazione presso il Comune di Valtournenche, come risulta dal referto in calce all'Ordinanza, è regolarmente avve­nuta e non sono state presentate osservazioni od opposizioni;

f) la visita d'istruttoria, come stabilito nell'ordinanza, è rego­larmente avvenuta il 15 aprile 1988 ed alla medesima sono in­tervenuti i funzionari dell'Ufficio Concessioni Acque della Re­gione, il signor Maquignaz Luciano, assessore comunale di Valtournenche, assistito dal capo dell'Ufficio tecnico ing. Billo Maurizio, la signora Frassy Matilde, comproprietaria dei map­pali da cui scaturiscono le sorgive ed il signor Bogazzi Cesare, in rappresentanza del consorzio regionale Pesca. In tale occa­sione, la signora Frassy si è riservata 20 giorni di tempo per decidere la conferma dell'autorizzazione in data 13.11.1987 all'occupazione dei terreni su cui dovranno sorgere le opere re­lative alla captazione delle sorgenti di cui si tratta ed ha chie­sto che la sopracitata autorizzazione venga controfirmata, per accettazione delle clausole contenute, dalle competenti autorità comunali. In particolare, le clausole di cui si tratta sono le se­guenti:

- l'indennità di esproprio dovrà essere liquidata in base ai va­lori medi agricoli determinati per l'anno in corso dall'U.T.E. ed al contributo regionale integrativo;

- il Comune di Valtournenche dovrà provvedere a lasciare una presa di troppo pieno per l'estate, ad uso irrigazione dell'al­peggio Cretaz, nella vasca di raccolta delle tre sorgive e secondo le indicazioni dei proprietari stessi; il comune dovrà inoltre predisporre una presa da 1" 1/2 sulla condotta adduttrice in prossimità dell'arrivo della sciovia n. 5, in previsione della co­struzione di un posto di ristoro per gli sciatori;

- le opere di presa non dovranno avere delle recinzioni che pregiudichino l'utilizzo delle piste di sci o la libera circolazione vicino agli impianti;

- il Comune di Valtournenche dovrà provvedere alla variazio­ne catastale relativa alla costruzione delle opere di presa ed al pagamento delle indennità relative all'esproprio entro l'anno 1988.

Oltre a ciò, sempre in sede di visita d'istruttoria, non sono state presentate opposizioni e si è accertato, per quanto possibile, che le rappresentazioni grafiche di progetto corrispondono, di mas­sima, alla situazione delle località interessate dall'acquedotto.

Le prescrizioni richieste dalla signora Frassy Matilde per il ri­lascio dell'autorizzazione all'occupazione dei terreni interessati dall'acquedotto, sono state accettate dal sindaco del Comune di Valtournenche, che ha controfirmato, in data 06.05.1988, l'au­torizzazione, e che per il rispetto delle prescrizioni contenute nell'accordo, che si ritengono ammissibili, è stata inserita ap­posita clausola nell'articolo 6 del disciplinare di subconcessione.

Infine:

a) le sorgenti da captare sgorgano ai lati della pista di sci n. 24 bis, nel tratto compreso tra la quota 2615 m.s.m. e la quota 2710 m.s.m. e sono costituite da tre polle principali che scaturi­scono sul mappale n. 2 foglio m del Comune di Valtournenche;

b) la captazione delle sorgenti avverrà mediante la costruzione di una tubazione drenante del diametro di 400 mm., completa­mente incassata nel terreno, per permettere a tutta l'acqua delle polle di affioramento e di quelle che sottopassano, di esse­re incanalata;

c) dato l'andamento a mezza costa del terreno, la captazione sarà possibile mediante la costruzione di un muro di sbarra­mento che impedisca all'acqua di fuoriuscire dal drenaggio ar­tificiale;

d) la parte superiore delle prese sarà protetta con la costruzio­ne di una platea in conglomerato cementizio per impedire alle acque superficiali di scorrimento di entrate nelle prese;

e) le tre opere di captazione verranno impostate rispettiva­mente a quota 2619, 2654,60 e 2703,40 m.s.m. e saranno es­senzialmente uguali: consisteranno in tre manufatti in cls. composti di due scomparti per la decantazione delle acque, ri­spettivamente delle dimensioni di mt. 1,20 x 2,90 e di mt. 1,50 x 1,60, e di due camere di manovra nelle quali verranno siste­mate le saracinesche per la messa in esercizio dell'impianto, lo scarico di fondo ed il troppo pieno;

f) dalle rispettive opere di presa, l'acqua verrà convogliata mediante una tubazione in acciaio del diametro di 150 mm. nell'esistente opera di captazione della sorgente Anservegne ubicata a quota 2482,80 m.s.m.;

g) la distribuzione delle acque avverrà mediante l'esistente impianto del Breuil.

In considerazione di quanto sopra esposto, l'utilizzazione delle sorgenti Grand Roc corrisponde ad una reale necessità per i fabbisogni potabili dell'abitato del Breuil e le modalità di cap­tazione e delle loro condotte di adduzione sono da ritenersi ido­nee allo scopo, e quindi tecnicamente approvabili.

Infine, il Magistrato per il Po, di Parma, con nota n. 14975 in data 01.12.1988 ha rilevato che l'istruttoria è stata regolar­mente espletata ed ha espresso parere favorevole all'accogli­mento della richiesta di subconcessione, sotto l'osservanza delle condizioni espresse nel sottoriportato schema di disciplinare.

Visto il parere favorevole rilasciato dall'Ingegnere Capo incari­cato, Dirigente il Servizio Assetto e Tutela del Territorio dell'Assessorato dei LL.PP., ai sensi del combinato disposto dell'articolo 72 della legge regionale 3/1956 e successive modifi­cazioni e dell'articolo 21 della legge regionale 18/1990 e suc­cessive modificazioni, in ordine alla legittimità della presente proposta di deliberazione;

Richiamato l'articolo 9 della legge costituzionale n. 4 del 26.02.1948;

Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;

Delibera

1) di subconcedere al Comune di Valtournenche, giusta la do­manda 6 marzo 1987 di derivare acqua dalle sorgenti Grand Roc, in Comune di Valtournenche, per il potenziamento dell'ac­quedotto comunale al servizio dell'abitato del Breuil;

2) di autorizzare l'emanazione del decreto di subconcessione da parte del Presidente della Giunta regionale, previa sottoscri­zione del disciplinare da parte del legale rappresentante del Comune di Valtournenche;

3) di ordinare ed accertare l'introito delle seguenti somme, da versare presso la Tesoreria dell'Amministrazione regionale:

a) lire 20.000 (ventimila) pari al minimo prescritto dall'articolo 5 della legge 21 dicembre 1961 n. 1501, a titolo di cauzione, somma che sarà restituita, ove nulla osti, al termine della sub­concessione stessa;

b) lire 10.000 (diecimila) pari al minimo fissato dall'articolo 3 della legge 21 dicembre 1961 n. 1501 e per gli scopi di cui al se­condo comma dell'articolo 7 del T.U. 11 dicembre 1933 n. 1775, somma da introitare al capitolo 08800 della parte ENTRATE del bilancio preventivo della Regione per il corrente esercizio finanziario (Provento delle concessioni e subconcessioni di ac­que pubbliche e miniere);

c) lire 750.000 (settecentocinquantamila) quale somma a di­sposizione dell'Amministrazione regionale (Ufficio Concessioni Acque dell'Assessorato dei LL.PP.) per spese di sorveglianza, esperimenti di portata, collaudo, registrazione di atti, eccetera, somma da introitare al capitolo 13500 della parte ENTRATE del bilancio preventivo della Regione per il corrente anno fi­nanziario (Gestione di fondi per conto terzi per istruttoria do­mande e pratiche varie);

4) di stabilire, come specificato nell'articolo 10 del disciplinare di subconcessione, che, trattandosi di derivazione d'acqua per usi potabili e di igiene, nessun canone è dovuto a termini dell'articolo 9 dello Statuto Speciale della Regione Autonoma della Valle d'Aosta, promulgato con legge costituzionale n. 4 del 26 febbraio 1948;

5) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, lettera e) del Decreto Legislativo 13 febbraio 1993, n. 40.

Presidente - La parola all'Assessore dei lavori pubblici, Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Si tratta sostanzialmente di piccole de­rivazioni infatti, salvo una, sono tutte inferiori ai 100 kw. L'istruttoria è stata condot­ta in modo regolare, si tratta di una parte delle pratiche, delle domande per le quali le Giunte re­gionali precedenti avevano autorizzato la prosecuzione dell'istruttoria.

Vi posso dunque dare un quadro della situazio­ne per quanto riguarda le doman­de giacenti alla fine del mese di settembre. Le domande perve­nute all'Ufficio concessioni ac­que del mio Assessorato erano 128; di queste, 101 erano ad uso idroelettrico e le altre ad uso industriale ed irrigazione. Per 44 è stata autorizzata la prose­cuzione dell'istruttoria dalla Giunta regionale in data 21 giu­gno 1991. Di queste 44, 26 sono ad uso idroelettrico, si tratta di derivazioni con potenza inferio­re alla soglia dei 2220 kw salvo due, e 18 ad uso diverso dall'idroelettrico.

Vi sono poi 33 do­mande, anche queste libe­ralizzate dalla Giunta regionale in data 5 febbraio del 1993; di queste 33, 28 sono ad uso idroelet­trico e 5 ad uso non idroelet­trico. Da queste cifre risulta che rimangono bloccate, cioè non è autorizzata la prosecuzione dell'istruttoria, 51 domande perve­nute; 38 sono domande ad uso idroelettrico presentate in data antecedente al 5 febbraio del 1993, 9, sempre ad uso idroelet­trico, presentate in data po­steriore al 5 febbraio del 1993 e 4, presentate in data posteriore al 5 febbraio del 1993, sono do­mande a uso diverso da quello idroelettrico.

Sulle singole subconcessioni potrei poi rispondere alle vostre domande anche se mi pare che tutto sia contenuto nelle delibe­re.

Presidente - La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Forse finalmente cominciamo a lavora­re su proposte nuove e una di queste è l'acqua. Ciò che mi spin­ge ad intervenire sulla questione delle concessioni per le cen­traline idroelettriche non è certo la volontà di polemica, ma il desiderio di portare un contributo costruttivo alla questione in oggetto. Facendo rife­rimento allo studio redatto dall'ingegnere Boffa leggiamo che la portata rilasciata in concessione corri­sponde al valore medio ri­cavato dalla curva di durata estesa a tutto il periodo di osservazione.

Date le caratteristiche dei no­stri torrenti, alimentati per lo più da acque di fusione con por­tate massime nei mesi estivi e periodi di magra per tutto il re­sto dell'anno, non è dif­ficile capire che i titolari delle conces­sioni potranno, nei periodi di magra, prosciugare i torrenti e potranno farlo nella piena le­galità data loro dalla concessione; del resto che ciò già ora av­venga lo si può osservare laddove si sia in presenza di molte prese d'acqua per gli utilizzi idroelet­trici.

Alcune regioni a noi vicine, probabilmente più attente ai pro­blemi ambientali, si sono mosse in modo ben diverso, adottando un piano direttore delle risorse idriche.

In tal piano si stabilisce molto chiaramente che l'acqua non è una risorsa da sfruttare, ma un bene da utilizzare intelligentemente, infatti per quanto riguarda le eventuali concessioni si darà sempre e comunque la precedenza al torrente o al fiume tramite l'introdu-zione e il completamento di una serie di azioni tese alla salva-guardia dei corsi d'acqua quali la tutela delle acque sotterranee e la norma del DMV, deflusso minimo vitale, che definisce la portata mi­nima da mantenere nei corsi d'acqua soggetti a derivazioni al fine di garantire la conservazione della vita acquatica e che viene calcolato tenendo presente parametri biologici e idrologici quali l'ampiezza del bacino e le precipitazioni degli ultimi 10 anni.

Sfogliando la relazione del Prof. Boffa si legge che: " i co­muni, i consorzi, le cooperative e i privati che intendono indi­rizzare risorse proprie nel settore idroelettrico hanno predi­sposto numerosi progetti di massima per l'installazione di im­pianti; si è rilevato che alcuni di questi non sempre presentano i requisiti più idonei per il miglior utilizzo dell'acqua e spesso sono in concorrenza tra loro".

Segue quindi uno studio volto ad individuare la producibilità residua paragonandola alla attuale produzione, scendendo fino ad individuare, bacino per bacino, le centrali che è ancora possibile e conveniente costruire.

Si comincia a notare nello studio la differenza sostanziale tra le zo-ne in cui è suddivisa la Valle d'Aosta; l'alta Valle infatti a fronte di un accettabile sfruttamento attuale, dispone ancora di notevoli ri-sorse idriche mentre le altre due zone, a fronte di uno sfruttamento ben più massiccio, dispongono di irrisorie residue zone idriche.

Poiché, nonostante le rassicurazioni, le conces­sioni che attualmente sono state prese in considerazione non rientrano in quelle previste dallo studio del Prof.Boffa, tra l'al­tro commissionato e pagato dalla Regione, vorremmo sapere se­condo quali criteri sono state iniziate le pratiche per tali con­cessioni e quale rapporto producibilità-investimento tali pro­getti hanno.

Alla luce di tutto ciò a noi pare che l'Amministrazione regionale si stia muovendo ai limiti della costituzionalità e certamente in modo moralmente discutibile.

Occorre invece che la regione si doti di un piano energetico regionale e di un piano direttore delle risorse idriche che permettano di perseguire tutta una serie di obiettivi quali la salvaguardia delle risorse idriche at­traverso norme e dispositivi di gestione finalizzati al recupero ed al mantenimento quantitativo e qualitativo delle risorse, la realizzazione di infrastrutture idriche, gli interventi di risana­mento e ottimizzazione dell'uso dei corpi idrici con particolare attenzione all'approvvigionamento idropotabile e per la gestio­ne multiobiettivo delle acque, ivi comprese eventuali conces­sioni a fine di produzione di energia, l'adozione di provvedi­menti legislativi e amministrativi e di iniziative finanziarie a sostegno dell'attuazione di tale obiettivo.

Nello specifico e cioè in merito alle domande di subconcessione per la progettazione e la costruzione di impianti idroelettrici, le nostre proposte sono: rifiuto assoluto di concessione ai privati se non per alpeggi, rifugi o siti in cui sia comunque antiecono­mica ogni altra forma di elettrificazione, proprietà totale della Regione degli im-pianti da costruirsi, costruzione laddove è possibile di impianti ad accumulo giornaliero in galleria in modo da avere energia dispo-nibile quando serve. La strada in­trapresa dall'Amministrazione regionale ci pare invece un ben strano modo di amministrare.

Si vuole permettere a qualcuno, sia esso un privato o un singolo comune, di utilizzare soldi pubblici ed una risorsa comune per arricchirsi, mentre coloro che già oggi pagano in termini di cessione del proprio territorio continueranno a pagare la bolletta a pieno prezzo. Riteniamo viceversa del tutto legittima la richiesta dei comuni, servizi, imprese, artigiani ad avere energia a basso costo perché in tal modo il beneficio andrebbe a tutta la comunità valdostana. Per questo noi voteremo contro.

Presidente - La parola al Vicepresidente del Consiglio Vié­rin.

Viérin M. (DC) - Diciamo che Chiarello ha già sollevato la questione; noi non siamo contrari ad esaminare oggi le doman­de di subconcessione. Sicuramente dobbiamo ricordare qui in Consiglio che esiste già un piano di Boffa del 1992, come diceva Chiarello, ma esiste già anche un piano del 1988, detto di Quinson, che è di ben 17 volumi più un volume che praticamen­te riassume tutta la questione.

Detto questo, volevo arrivare al fatto che manca ancora, ad oggi, la legge di indirizzo sull'uti­lizzo di questa risorsa energetica, anche se con le leggi 9 e 10 del gennaio 1991 lo Stato ha già dato sue indicazioni e la pos­sibilità alle Regioni di fare questi piani regionali. Attualmente noi facciamo ancora riferimento, per le concessioni di questo ti­po, ad una legge che esiste nella vicina Svizzera che però non può essere inserita direttamente e in maniera precisa nella nostra realtà. Ritengo che due anni e mezzo siano passati e che in un momento così difficile, soprattutto nel settore energetico, sia più che mai necessario realizzare questo piano.

Per fare questi due studi la Regione ha speso parecchio e, cosa ancora più grave, pare che ci sia un grosso scollamento fra i lavori pubblici che verificano l'iter delle concessioni e l'Assessorato all'industria che provvede all'istruzione delle pratiche per eventuali contributi in merito a questi interventi.

Vi è anche questo aspetto amministrativo che denuncia che non c'è un rapporto fra i due assessorati che gestiscono questo set­tore ed è per questo che io solleciterei questo Consiglio a far fronte nel più breve tempo possibile a questi problemi per evi­tare di trovarci in questa aula fra alcuni mesi a concedere altre concessioni, dopodiché non sapremo più come fare per regola­mentare questa risorsa delle acque.

Sottolinerei ancora il fatto che c'è anche una grossa imprecisione del servizio dei lavori pubblici che gestisce le concessioni delle acque perché in molti casi non si sa ancora bene se ci siano o meno concessioni in merito a consorzi irrigui o meno e quindi se siano valide o me­no. Quindi vi è un grosso marasma e chi va a chiedere notizie non può averle. Chiederei quindi all'Assessore competente di verificare anche questo aspetto. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Florio.

Florio (VA) - Che questo sia un argomento di importanza formidabile per la Regione credo che sia nella mente di tutti. Credo anche che, come chi mi ha preceduto ha già detto, questa regione abbia ac­cumulato un ritardo poco giustificato nella formulazione di quello che deve essere fatto con estrema urgen­za, vale a dire il piano energetico regionale che è diventato an­cora più urgente dopo che è diventata operante la legge regio­nale n. 62 del 1993 che dice al primo comma del primo articolo che la Regione Valle d'Aosta "favorisce ed incentiva, in accordo con la politica ener­getica della comunità Economica Europea e dello Stato, l'uso razionale dell'energia, il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia" e che poi nei ti­toli a seguire indivi­dua fonti di finanziamento per quanti ab­biano intenzione di in­vestire in questo settore così importante dell'energia.

Dal punto di vista generale quindi i dati che l'As­sessore Ferrero ci ha dato sono sì preoccupanti per un verso, ma significativi da un altro punto di vista; significativi perché c'è la diffusa sensazione che il settore energetico possa costitui­re effettivamente per la no­stra regione, negli anni a venire, una fonte di lavoro e di inve­stimento che finalmente, guarda caso, attiene ad una delle ri­sorse del nostro territorio.

Questa pressione quindi, alla quale guardo con estremo inte­resse, proprio per questa attenzione nei confronti di questa no­stra risor-sa, deve essere fortemente controllata e regolamenta­ta e sapiente-mente gestita dall'Ente Regione per tutta una se­rie di motivi, al-cuni dei quali sono già stati citati: certamente il deflusso minimo all'interno dei torrenti e dei corsi d'acqua, certamente l'aspetto am-bientale e paesaggistico, ma non sol­tanto, anche quello di una ne-cessaria e indispensabile distri­buzione collettiva fra tutti i Val-dostani della ricchezza che la Regione Valle d'Aosta può ricavare dall'utilizzazione di questa formidabile e tutta nostra risorsa.

Quindi io richiamo l'esecu­tivo alla indispensabilità della predisposizione del piano ener­getico regionale con il quale è necessario individuare tutte le potenzialità idroelettriche che siano strategiche, da controllare e da programmare tenuto conto di tutti quegli aspetti ugual­mente importanti che ho citato.

Per quanto riguarda poi segnatamente i punti che sono oggi all'ordine del giorno, il discorso, seppure da collegarsi con quello che ho appena finito, può essere diverso. Non mi sembra che corrisponda al vero quello che ha poco fa detto il Consiglie­re Chiarello e cerco di spiegarmi.

L'oggetto n.18 si riferisce ad una subconcessione per il potenziamento di un acquedotto co­munale per l'abitato del Breuil; credo che questa sia una que­stione fuori discussione. Tutte le altre invece hanno ottenuto tutti i nullaosta sia del magistrato del Po sia dell'Enel, ma per la verità ci sono alcune cose curiose, ci sono anche degli abusi edilizi per il punto 19, ci sono due derivazioni in sanatoria; si intuisce cioè una sorta di faciloneria con la quale sovente questi richiedenti le subconcessioni si comportano poi nel concreto.

Anche qui si tratta di controllare queste questioni con severità e con coerenza, proprio per porre tutti i cittadini valdostani sullo stesso piano.

Per quanto riguarda poi le potenzialità nominali in kw/h, sono tutte molto contenute tranne forse quella della Cofarco che ar­riva a 247,25 kw/h e per tutte queste derivazioni nell'appendice 1 della ricerca Boffa "Individuazione delle derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico di elevata rilevanza strategica" è detto che non ci sono incidenze sulle successive utilizzazioni; ad esempio rispetto all'oggetto 19 è chiaramente detto che la concessione richiesta da Favre Ferruccio di 58 kw/h sul torrente Contenery può essere accordata se non interferente con altre.

La numero 20, quella sul torrente Valcornera, relativa al rifu­gio Prarayer, può essere concessa pur richiamando il fatto che ci sono altre due domande e che queste potrebbero prendere parte ad un consorzio, ma in relazione a queste è detto che po­trebbe essere concessa, così pure la numero 21 alla pagina 16 dell'appendice di Boffa e che si riferisce al torrente Cervino e ancora oltre, la 22 sul torrente Marmore e l'oggetto 23 sul tor­rente Valbona su cui alla pagina 11 si dice "le richieste possono essere soddisfatte salvo interferenza fra di loro" e anche le al­tre, sia quella di Busso Walter e quella della Cofarco, perché le richieste presentate non interferiscono con altri impianti e se non esistono le suddette interferenze le concessioni possono es­sere accordate. In sostanza ci sembra che queste subconcessioni che sono in discussione oggi siano approvabili perché non rien­tranti tra quelle ritenute a suo tempo strategiche dallo studio di Boffa.

Il nostro gruppo sottolinea comunque con forza l'esigenza di avviare la predisposizione del piano energetico regionale.

Presidente - Se nessuno chiede la parola riteniamo chiusa la discussione generale e lasciamo intervenire l'Assessore dell'industria, commercio e artigianato Mafrica.

Mafrica (GV-PDS-SV) - Io procederò ad una breve rico­struzione dei lavori e degli studi che riguardano questo settore e degli orientamenti che sono stati successivamente presi dal Governo regionale.

Il Governo regionale nel 1989 aveva bloccato tutte le istruttorie di tutte le richieste di subconcessione sia per quanto riguarda l'uso idroelettrico sia per altri usi.

Nel 1991, dopo che era stata approvata la legge sulla valutazione d'impatto ambientale, poi­ché in questa legge era stata scelta una soglia di 120 kw oltre la quale bisognava riservare particolare attenzione dal punto di vista ambientale alle concessioni, una deliberazione di Giunta ha scelto di autorizzare la prosecuzione dell'istruttoria per le domande giacenti fino al quel momento di potenza inferiore ai 220kw, quindi nel giugno 1991, in relazione a questo fatto si­gnificativo, si è fatta questa scelta perché altrimenti sarebbero rimaste bloccate domande di pochi kw di potenza relative a ri­fugi, aziende agricole e piccole attività economiche.

Per fare un calcolo di massima per sapere che cosa significa una centralina credo che si possa dire che il valore beneficio massimo ottenibi­le da una centralina per kw di potenza sia intorno al mezzo milione per kw quando la producibilità media viene rispettata per tutto l'anno quindi una centralina di 20 kw ha un beneficio teorico massimo di 10 milioni in un anno; questo per dire le di­mensioni economiche del fenomeno.

Nell'anno 1991, inizio 1992 è stato affidato al Prof. Boffa l'incarico di studiare delle linee guida per il piano energetico e queste linee guida hanno stabili­to rispetto ai beneficiari due criteri di massima e rispetto alla precedenza un criterio netto.

I beneficiari possibili nelle linee guida del piano energetico sono individuati nei titolari di attività produttive e nella popolazione che non può usufruire dei vantaggi derivanti da altre fonti energetiche agevolate dalla Regione. Rispetto ai criteri con cui assegnare le subconcessioni è stato individuato questo ordine: che siano titolari delle subconcessioni comuni e comunità montane, in secondo luogo consorzi a maggioranza pubblica, in terzo luogo le cooperative di produzione, in quarto luogo coloro che chiedevano la subconcessione per produrre energia per uso proprio e soltanto ultimi coloro che chiedevano la subconces­sione per vendere all'Enel e quindi per uno scopo finanziario.

Questo ordine è stato introdotto tale e quale nell'articolo 24 al com-ma 11 della legge che prevede finanziamenti per lo sviluppo delle risorse energetiche nella nostra regione, quindi mi pare chiaro il criterio da seguire quando vi siano domande che ri­guardino lo stesso tipo di derivazione per l'assegnazione delle subconcessioni.

Nel febbraio 1992, alla luce delle linee guida del Prof. Boffa e di un approfondimento da lui fatto su tutte le domande allora gia­centi e su tutte le domande possibili previste nello studio Quin­son, la Giunta regionale, in seguito a una valutazione congiun­ta degli uffici dell'energia e dei lavori pubblici, ha scelto l'orientamento di autorizzare la prosecuzione dell'iter a centrali ritenute dallo studio Boffa non di interesse regionale strategico, quindi centraline che non potevano avere per il futuro un inte­resse regionale prevalente e a quelle per cui lo studio Boffa prevedeva un pronunciamento da parte regionale in merito all'interesse regionale per il futuro.

Sono state quindi autoriz­zate le prosecuzioni dell'iter per doman-de che interessassero i comuni o soggetti a maggioranza pubblica quando non fossero in presenza di problemi di interferenza.

I criteri quindi finora adottati sono stati di autorizzare l'iter sotto i 220 kw fino al giugno 1991, per le altre ancora bisogna decidere, di autorizzare sulla base di uno studio quelle poche che non erano di interesse regionale o che andavano ad incon­trare esigenze dei comuni e di consorzi a maggioranza pubblica.

Sono state ferme finora le richieste di concessione che riguar­dano le più grosse centrali idroelettriche e su questo si è avvia­to, in collaborazione tra l'Assessorato all'industria e l'Assesso­rato ai lavori pubblici e anche con l'Assessorato all'ambiente, un gruppo di lavoro che prenda orientamenti definitivi per il futuro, tenendo conto di una questione importante che è quella del rilascio delle acque di deflusso cioè della parte che non può essere concessa perché serve per la fauna ittica o per ragioni inerenti il territorio.

Questa è una questione da approfondire perché finora sostan­zialmente gli uffici dei lavori pubblici seguono, da questo punto di vista, le normative vigenti a livello di Stato mentre è auspi­cabile che si abbia un orientamento preciso a livello regionale. Si sta con questi gruppi tecnici predisponendo un criterio guida che possa poi essere presentato alla Giunta, alle Commissioni e al Consiglio per l'orientamento rispetto a tutte le altre subcon­cessioni possibili bloccate che sono dal punto di vista della po­tenza e dell'interesse regionale quelle più interessanti.

Io quindi colgo positivamente le osservazioni fatte dai consi­glieri in merito alla necessità di portare a conclusione gli studi sul piano energetico regionale in un confronto possibile, aperto con le forze della maggioranza e con l'intero Consiglio. Si tratta qui di passare da una fase di contenimento, perché sostanzial­mente in questi due anni anche in una situazione politica di una certa instabilità si è fatta un'opera di contenimento, a una precisa politica di scelta più definita dei beneficiari, dei criteri di utilizzazione delle singole aste d'acqua e del migliore rispetto possibile dei problemi ambientali.

Diciamo che rispetto ad altre regioni abbiamo due vantaggi e anche dei rischi: il vantaggio è la titolarità delle subconcessioni che probabilmente va indagata anche rispetto all'Enel dopo che l'Enel è stato trasformato in una società per azioni, quindi si tratta di verificare se anche ri­spetto alle concessioni in scadenza l'intervento dell'Enel si pone negli stessi termini di prelazione in cui si poneva nel passato.

Il secondo vantaggio della Regione è quello di avere ancora risor­se idroelettriche potenziali disponibili di grande interesse, su cui in tutti questi anni si sono manifestati interessi di svariati gruppi privati che finora sono da definire dal punto di vista della scelta definitiva.

Un vantaggio è poi anche quello di potere, con proprie norme, volgere a un uso collettivo prevalente questa risorsa importan­te per l'economia e la comunità valdostana. Si tratta di evitare il rischio che studi puntuali condotti nel territorio blocchino per anni, nella definizione precisa di ogni cosa, tutte le possibili at­tività, si tratta anche di evitare il rischio opposto e cioè che norme non sufficientemente dettagliate possano dare in capo a privati possibilità di intervento fuori da un indirizzo generale.

L'indirizzo generale finora seguito che andrà definito meglio nella prosecuzione degli studi del piano energetico regionale è quello dell'interesse collettivo, dei comuni e delle comunità montane e delle attività economiche.

Io credo che con una prosecuzione di questi studi, con una con­sultazione delle forze politiche si possa arrivare ad uno stru­mento che sia sufficientemente agile, non richieda tempi lunghi per la sua definizione e in questo senso in collaborazione con l'Assessorato dei lavori pubblici e dell'ambiente predisporremo materia per le commissioni del Consiglio regionale.

Presidente - La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Io volevo solo mettere in evidenza due cose: a parte il fatto che siamo contrari alle centraline private perché andiamo a creare anche in questo campo dei Valdostani di serie A e di serie B, quello che voglio sottolineare è che si può fare tutto, ma a fronte di un piano energetico. Quello che mi stupisce è che si comincino a dare delle concessioni senza avere un piano ener­getico e un piano direttorio delle acque. Fra l'al­tro mi viene an­che da pensare che ci sarà poi un pullulare di centraline nei nostri torrenti e se si ripeteranno i fatti che sono recentemente avvenuti, tutti i proprietari di queste centraline chiederanno dei contributi per i danni subiti e la regione dovrà dunque partecipare alle spese.

Presidente - La parola al Consigliere Marco Viérin.

Viérin M. (DC) - Il gruppo della Democrazia Cristiana proprio per il dibattito avvenuto in aula, si asterrà sulle con­cessioni che riguardano i privati per evitare disparità fra sog­getti che hanno già presen­tato la domanda o devono ancora presentarla, ma le cui prati­che non sono ancora state inoltrate in quest'aula mentre voterà a favore per le tre richieste che ri­guardano gli Enti Pubblici.

Presidente - Consigliere Chiarello, lei ha già fatto due in­terventi, avevamo chiuso la discussione generale e il regola­mento prevede che lei a questo punto non possa più intervenire neanche per fare delle precisazioni.

Possiamo a questo punto passare alla votazione.

Presenti, votanti, favorevoli: 26

Il Consiglio approva.