Evénements et anniversaires
5 octobre 2014
70° anniversario delle prime libere elezioni comunali a Valsavarenche
«Il 3 settembre 1944, a Valsavarenche, Federico Chabod promuove le libere elezioni comunali, svolte secondo la legge italiana antecedente al fascismo. Convenuti al capoluogo da tutti i villaggi della vallata, gli elettori maschi capi-famiglia designano, mediante suffragio diretto, la Giunta comunale che deve amministrare tutta la vallata occupata dalla banda “Amilcare Crétier”. A guidare la Giunta popolare è chiamato Valentino Dayné.» Così il pannello posto di fronte al Municipio di Valsavarenche riassume l'evento di 70 anni fa, rievocato ieri, domenica 5 ottobre 2014, con una toccante cerimonia organizzata dal Consiglio Valle e dal Comune di Valsavarenche, in collaborazione con l'Istituto storico della Resistenza.
I discorsi commemorativi si sono alternati ai canti suggestivi della Chorale de Valgrisenche per ricordare come le prime elezioni libere, svoltesi sotto la dittatura fascista, siano state un fatto davvero eccezionale oltre che un atto di coraggio. Soltanto un mese dopo, infatti (il 3 ottobre 1944), i nazifascisti attaccarono improvvisamente il presidio di Molère, scatenando una battaglia cruenta dove persero la vita cinque partigiani e un civile: il che ricorda come l'occupazione non fosse affatto conclusa, anzi si faceva sempre più violenta.
«Gli elettori che si recarono alle urne non furono soltanto coraggiosi, ma si assunsero anche una grande responsabilità: quella di voler riprendere in mano le redini della propria comunità – ha affermato il Presidente del Consiglio Valle, Marco Viérin –. Ed è questa voglia di responsabilità che dobbiamo ricordare oggi e che dobbiamo prendere ad esempio. Così come non dobbiamo dimenticare che le assemblee elettive – dal Consiglio comunale, a quello regionale, al Parlamento – rappresentano la spina dorsale della democrazia perché è fra i banchi di queste assemblee che si esprime la pluralità delle idee e degli ideali, dai quali fiorisce il dibattito e si nutre il confronto, tenace radice della democrazia. A 70 anni da quei fatti dobbiamo avere bene presente che la nostra democrazia e, di riflesso, la nostra autonomia sono certamente perfettibili ma non negoziabili. Autonomia sulla quale dobbiamo vigilare, che dobbiamo difendere e rilanciare, soprattutto in questo periodo in cui assistiamo ad un ritorno del centralismo.»
La cerimonia è stata anche l'occasione per soffermarsi sul ruolo del Comune in quanto pilastro della democrazia ed espressione viva della gente e del territorio.
«Il messaggio che Chabod ha voluto lanciare promuovendo queste elezioni – ha detto il Sindaco Pino Dupont –, che si lega all'idea di Chanoux, è che la democrazia deve reggersi sulle Istituzioni e la prima fra queste, quella più vicina alla gente, è proprio il Comune. In un momento non facile, gli abitanti di Valsavarenche ebbero il coraggio esporsi e seppero rispondere, eleggendo il primo Comune libero d'Italia. È stato questo un momento di riconciliazione e di affermazione dello spirito di indipendenza e di libertà che permeava e permea l'essere dei Vassaveren.»
«Queste elezioni – ha aggiunto il Presidente della Regione, Augusto Rollandin – sono state un punto di riferimento importante perché hanno anticipato il senso della lotta della Resistenza. La nostra Autonomia speciale trova fondamento proprio sull'identità territoriale e i Comuni sono l'elemento di base del nostro sistema istituzionale. A 70 anni da questi eventi, siamo ancora a discutere sullo stesso tema e il Consiglio regionale ha ribadito il proprio impegno a garanzia degli Enti locali e al mantenimento dei Comuni, che dovranno lavorare sempre più in una logica di collaborazione. Allora come oggi, dobbiamo trovare una nuova volontà di impegnarci per la nostra Valle d'Aosta.»
Il Presidente dell'Istituto storico della Resistenza, Cesare Dujany, nel citare gli scritti di Emile Chanoux sul villaggio, il Comune, la Regione, ha lanciato un monito: «I tempi che stiamo affrontando sono particolarmente difficili: bisogna guardare nuovamente a quello che i padri fondatori della nostra Autonomia avevano pensato per la Valle e bisogna avere il coraggio di ritrovare la speranza che li ha animati, perché hanno pagato anche per noi il prezzo della libertà e della democrazia.»