Evénements et anniversaires

31 mai 2012

Il mal di testa, una malattia invalidante


Un male invisibile che crea tanta sofferenza, un dolore che non solo colpisce il corpo e l’anima ma che deforma o ferisce la rappresentazione che abbiamo di noi. Sono brevi frasi che descrivono il dolore cronico cefalalgico, una patologia oggi diventata a tutti gli effetti malattia riconosciuta, ma per la quale fino a pochi anni fa c’era poca attenzione.

Il tema è stato al centro di una conferenza, che si è tenuta ieri sera, giovedì 31 maggio 2012, alla Biblioteca regionale di Aosta, durante la quale è stata presentata la pubblicazione “Il dolore cronico cefalalgico. Il diritto a non soffrire”, realizzata dai medici del Centro cefalee dell'Ospedale Parini di Aosta da un’idea dell’Alleanza cefalalgica della Valle d'Aosta, con il sostegno del Consiglio Valle e il patrocinio morale dell’Assessorato regionale della sanità, e che sarà a disposizione del pubblico nei presidi sanitari e nelle farmacie della regione.

«E’ stato naturale per il Consiglio regionale aderire a questa iniziativa – ha detto in apertura di serata il Vicepresidente dell’Assemblea valdostana, André Lanièce –, data la propensione dell’Ufficio di Presidenza ai temi attinenti al sociale, alla solidarietà, attraverso il sostegno nell’organizzazione di iniziative volte a sensibilizzare la comunità valdostana su questi importanti temi. A maggior ragione in questo caso, dato che tutti, chi più, chi meno, soffriamo di mal di testa, e tutti possiamo ottenere dei vantaggi leggendo questa pubblicazione che ci spiega le differenti tipologie di cefalee e, grazie agli esperti del Centro cefalee dell’ospedale Parini, risponde alle domande più ricorrenti poste dai pazienti. Perché grazie all’opuscolo abbiamo imparato che la cefalea è una malattia seria e, come dice il sottotitolo, è necessario salvaguardare “il diritto a non soffrire”. E grazie alle azioni concretizzate dall’Alleanza cefalalgici, abbiamo ricevuto conferma del fatto che dove la scienza e la medicina si fermano è là che subentrano la condivisione, la solidarietà. Per offrire sostegno psicologico non sempre servono lauree e formazioni ad hoc: si può dialogare, mettersi nei panni del malato, capire le sue sofferenze e la paura costante di essere colti da un attacco di mal di testa.»

A fare un po’ da padrona di casa è stata Sara Grillo, responsabile dell'Alleanza cefalalgici della Valle d'Aosta, la seconda associazione regionale costituitasi in Italia nel 2006. Sara Grillo, già paziente del Centro regionale cefalee regionale, ha spiegato al pubblico cosa significhi soffrire di questo male, e lo ha fatto a  modo suo, attraverso l’utilizzo di immagini e metafore.

«Cosa vuol dire aver mal di testa? – ha chiesto Sara Grillo –. Significa avere un dolore che tocca la mente, con dei disagi psicologici, emotivi, oltre che fisici, molto forti. Ad esempio, una persona con emicrania non può fare degli sforzi, nemmeno nelle sue attività quotidiane, perché ogni movimento che fa, come ad esempio raccogliere un oggetto che gli è caduto, produce un aumento del dolore alle tempie, per cui deve vivere quel periodo, quella giornata o quelle ore di emicrania, stesa a letto e non fare più nulla. Noi come associazione aiutiamo le persone a gestire il dolore, indirizzandole prima di tutto al Centro regionale delle cefalee dell’ospedale Parini, unico centro in Valle, per fare una terapia mirata sulla persona, al fine di evitare il “fai da te”.»

Alla serata ha preso parte anche il Direttore della neurologia e del Centro regionale cefalee dell’Ospedale regionale, Edo Bottacchi, che ha descritto il fenomeno in Valle d’Aosta. Proprio la nostra regione, inoltre, è la seconda in Italia dopo la Lombardia, ad aver riconosciuto la malattia come invalidante. 
«Se noi stiamo alle statistiche nazionali – ha riferito il dottor Bottacchi –, che indicano una prevalenza della patologia all’incirca del 10% sulla popolazione adulta, considerando gli abitanti della Valle d’Aosta, possiamo parlare tranquillamente di numeri che vanno intorno alle 10mila persone. Tuttavia c’è da distinguere le persone che hanno uno o due attacchi all’anno (e rientrano in questo numero ugualmente), da quelle che invece sono affette da forme più gravi e più invalidanti, e quindi hanno frequenze di attacchi molto più alte: allora i numeri si riducono e sono in generale questi i pazienti che afferiscono al nostro Centro regionale per le cefalee. Proprio quest’anno la Regione ha deliberato precise linee guida per le commissioni mediche collegiali affinché tengano conto anche di questa patologia come causa di invalidità. L’Assessorato regionale della sanità ha quindi fornito un documento a tutte le commissioni affinché tengano conto delle specifiche patologie, per gravità, per frequenza e tipologia di cefalea, nel concedere e nel valutare l’invalidità fino al 45% per i casi più gravi.»