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Communiqué n° 375 de 4 novembre 2004

MOZIONE SULL’INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI ASSETTI PROPRIETARI DEGLI ORGANI DI INFORMAZIONE EDITI IN VALLE D’AOSTA

Adunanza del Consiglio regionale

Il Consiglio ha respinto una mozione sull’indagine conoscitiva sugli assetti proprietari degli organi di informazione editi in Valle d’Aosta, presentata dal gruppo dell’Arcobaleno Vallée d’Aoste.

Il Consigliere Elio Riccarand, nel presentare l’iniziativa, ha detto che “c’è stata una cordata valdostana che ha acquisito il più importante settimanale valdostano e alcuni di questi acquirenti sono presenti in Consiglio. E questo fatto viene occultato. C’è la necessità di adeguate garanzie perché i “giornali indipendenti” siano effettivamente tali e non espressione di partiti politici o di loro correnti, alla quale si aggiunge l’esigenza della necessaria trasparenza negli assetti proprietari degli organi di informazione. La nostra mozione intende demandare alla Commissione consiliare competente, ex articolo 24 del Regolamento interno, la conduzione di una indagine conoscitiva , intesa ad acquisire notizie, informazioni e documentazione in merito agli assetti proprietari e agli eventuali garanti della stampa diffusa in Valle d’Aosta, avente una diffusione di almeno 1.000 copie con periodicità quotidiana o settimanale; e impegnare detta Commissione a relazionare al Consiglio regionale entro 90 giorni dall’approvazione della presente.”

Per il capogruppo dell’Union Valdôtaine Fedele Borrequesta mozione riveste un carattere importante ed ha il merito di ravvivare l’interesse su una tematica particolarmente delicata e complessa. Condividiamo l’esigenza di conoscere la composizione precisa delle case editrici valdostane della carta stampata, della televisione e della radio. Occorre fare il giusto approfondimento, senza però cadere nella demagogia. In considerazione che è all’esame delle Commissione la nuova legge sull’editoria, siamo d’accordo ad approfondire il discorso in Commissione e siamo disposti a verificare la possibilità di modificare eventualmente il testo legislativo.

Per Carlo Curtaz (Arcobaleno Vallée d’Aoste) ha sottolineato che “in aula una buona parte dei Consiglieri non era presente al momento della relazione del Consigliere Riccarand, su una questione di estrema importanza. È un fatto grave. La nostra mozione è indirizzata ad un chiarimento generalizzato. E l’assenza quasi totale di dibattito fa pensare che su questa materia in aula ci sia molta ipocrisia. Si tratta di un atteggiamento pilatesco. Su questa questione si gioca gran parte della democrazia e della trasparenza in questa regione.”

Il capogruppo della Gauche Valdôtaine Giovanni Sandri ha precisato che “mi sento offeso come giornalista dalle parole di Curtaz e in quanto lettore di questi giornali. Il silenzio era solo dovuto alla pietà per una iniziativa che non è di grande pregio.”

Per Dario Frassy (La Casa delle Libertà) “non mi stupisco del silenzio di alcuni colleghi perché ci siamo abituati. Su questa materia in maggioranza c’è imbarazzo. Il problema del conflitto di interessi è più ampio. È un problema etico e ci asterremo su questa mozione.”

Il capogruppo della Stella Alpina Marco Viérin ha detto che “prendiamo atto che il problema esiste, e non solo nel settore dell’editoria. Riteniamo che sia utile rivestire della problematica la Commissione competente. A nome del mio gruppo si può condividere la proposta di Borre nell’affrontare la tematica durante la discussione sulla legge dell’editoria che in esame nella Commissione competente.”

Nel dibattito è anche intervenuto il Consigliere Francesco Salzone (Fédération Autonomiste) per il quale “il testo della mozione è condivisibile. Si tratta di una problematica complessa, e siamo d’accordo nel discutere certi temi all’interno del dibattito sulla legge dell’editoria.”

Per Ennio Pastoret (Union Valdôtaine) “se qualcuno ha dei sospetti ed è a conoscenza di fatti certi lo faccia presente o ne discuta in commissione. Il Regolamento lo permette e la Commissione competente ha tutta la possibilità di affrontare i vari aspetti. Nella nostra attività dovrebbe prevalere il sentimento dell’onestà. Il problema legato all’informazione comunque esiste e dovremo essere attenti e interrogarci sulla capacità di proporci verso l’esterno. Non è il caso di creare delle commissioni d’inchiesta.”

Per Gabriele Maquignaznon è questa la sede per discutere di questa situazione. Ogni cittadino agisce secondo la propria volontà ed è libero di fare le fideiussioni che crede. Non ne deve rispondere in Consiglio regionale, ma in altri luoghi.

La mozione è stata respinta con 4 voti favorevoli, 16 contrari e 6 astenuti (Stella Alpina e Fédération Autonomiste).