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Communiqué n° 337 de 7 octobre 2004

APPROVATA ALL’UNANIMITÀ UNA RISOLUZIONE A SOSTEGNO DELLA SITUAZIONE DELLA BARONESSA CORDOPATRI DEI CAPECE

Conclusi i lavori del Consiglio regionale

L’ultimo atto del Consiglio regionale dell’adunanza del 6 e 7 ottobre, è stato l’approvazione, all’unanimità, di una risoluzione, presentata dai Consiglieri André Lanièce, Adriana Viérin, Dina Squarzino, Giovanni Sandri, Francesco Salzone e Massimo Lattanzi, riguardante la situazione della baronessa Teresa Cordopatri dei Capece, in lotta da anni contro il potere mafioso.

Il testo della Risoluzione è il seguente:
Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta
Premesso che Teresa Cordopatri dei Capece, finalista nel 1998 del Premio Donna dell’Anno, organizzato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, ha lottato per lunghi anni contro il potere mafioso che, per potersi appropriare dei suoi terreni e beni, non ha esitato dapprima a minacciare tutta la sua famiglia, poi ad ucciderle il fratello, quindi a sottoporla ad undici attentati per impedirle di testimoniare contro gli assassini di suo fratello, e per questo è stata candidata al nostro prestigioso premio; Preso atto che oggi, a seguito di un suo esposto fatto allora al Consiglio Superiore della Magistratura nel quale lamentò la lentezza con la quale il Tribunale di Reggio Calabria procedeva agli accertamenti in merito alla triste vicenda che aveva portato all’uccisione del fratello, esposto che comportò da parte di alcuni magistrati, che si sentirono calunniati e diffamati, un’azione legale di querela con richiesta di risarcimento che ha visto condannata in appello la signora Cordopatri al pagamento di 200.000 euro, ora rischia seriamente di perdere tutti i suoi terreni e beni; Sottolineato altresì che Teresa Cordopatri dei Capece dopo aver resistito più di 30 anni contro l’ndrangheta, ora rischia di perdere tutto, visto che per pagare i 200 mila euro di danni ai magistrati che si offesero per le sue lamentele, non avendo a disposizione le somme di denari richieste, dovrà mettere in vendita i propri beni; Rilevato quindi che mentre la ‘ndrangheta non l’ha sconfitta, ora dovrà privarsi degli oggetti personali più cari e presto dovrà privarsi dei suoi beni rimanenti per sostenere “il costo della giustizia”; Considerato che questa vicenda non è assolutamente accettabile per uno Stato che si dica democratico ed invita i suoi cittadini a resistere al potere mafioso, a rivolgersi con fiducia alle istituzioni ed alla magistratura;
Visto che giustamente la vicenda ha già avuto l’attenzione di grandi media internazionali che opportunamente ne hanno stigmatizzato gli aspetti ed i contenuti gravemente contraddittori; Evidenziata la necessità di dare alla popolazione italiana ed all’opinione pubblica internazionale, un segnale di coerenza rispetto alla lotta contro la mafia; Osservato che, comunque, oltre alla difesa di un principio generico di giustizia, siano assolutamente da tutelare in nome della giustizia, la dignità ed i diritti di coloro che sono vittime della ‘ndrangheta ed hanno avuto il coraggio di ribellarsi ad essa, auspicando di trovare nello Stato un tutore ed un garante;
Impegna
Il Presidente della Regione e del Consiglio a farsi interpreti presso il Presidente della Repubblica, anche nel suo ruolo di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, delle preoccupazioni e del disagio che la comunità valdostana esprime di fronte al caso di Teresa Cordopatri dei Capece, vittima di una situazione giudiziaria paradossale che rischia di privarla di ciò che neppure la mafia era riuscita a sottrarle.


I lavori del Consiglio della Valle si sono così conclusi e l’Assemblea si riunirà mercoledì 20 e giovedì 21 ottobre prossimi.