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Communiqué n° 305 de 21 septembre 2004
MESSAGGIO DI CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLA VALLE EGO PERRON
Nel 2001 era stata finalista del Premio internazionale “La donna dell’anno"
Nella giornata di ieri, lunedì 20 settembre, a Matera, è morta all’età di 86 anni la scrittrice ebrea Elisa Springer, finalista nel 2001 del Premio internazionale “La donna dell’anno”, promosso a partire dal 1998 dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta.
La Springer, nata a Vienna nel 1918 da commercianti ebrei di origine ungherese, è sopravissuta ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz – Birkenau, di Bergen-Belsen, Ragun e Theresienstadt, da dove è stata liberata nel maggio del 1945. Dal 1946 è vissuta in Manduria (Taranto) e dopo 50 anni di silenzio, su insistenza del figlio decide di scrivere e raccontare la sua tragica esperienza che raccoglie nel libro “Il silenzio dei vivi”.
“La sua scomparsa – afferma il Presidente Ego Perron – lascia un vuoto incolmabile. La ricchezza della sua sofferta testimonianza di vita e il coraggio di sapersi raccontare rimarranno un ricordo indelebile, così come la sua grande serenità d’animo malgrado le sofferenze patite. Il suo messaggio di speranza costituisce un esempio per le giovani generazioni, perché dalla sua terribile vicenda di schiavitù deve poter nascere una cultura basata sulla tolleranza, sulla fraternità e sul rispetto dei diritti civili.”
La Springer, nata a Vienna nel 1918 da commercianti ebrei di origine ungherese, è sopravissuta ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz – Birkenau, di Bergen-Belsen, Ragun e Theresienstadt, da dove è stata liberata nel maggio del 1945. Dal 1946 è vissuta in Manduria (Taranto) e dopo 50 anni di silenzio, su insistenza del figlio decide di scrivere e raccontare la sua tragica esperienza che raccoglie nel libro “Il silenzio dei vivi”.
“La sua scomparsa – afferma il Presidente Ego Perron – lascia un vuoto incolmabile. La ricchezza della sua sofferta testimonianza di vita e il coraggio di sapersi raccontare rimarranno un ricordo indelebile, così come la sua grande serenità d’animo malgrado le sofferenze patite. Il suo messaggio di speranza costituisce un esempio per le giovani generazioni, perché dalla sua terribile vicenda di schiavitù deve poter nascere una cultura basata sulla tolleranza, sulla fraternità e sul rispetto dei diritti civili.”