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Communiqué n° 248 de 2 juillet 2004

RICHIESTO IL RINVIO DELLE PROPOSTE DI MODIFICA DELLA NORMATIVA REGIONALE RIGUARDANTE IL CONDONO EDILIZIO

Al termine della riunione della III Commissione “Assetto del territorio”

Dovremo attendere che il Governo e il Parlamento approvino una nuova legge che modifichi l’articolo 32 del decreto legge 269/2003 nei sette punti considerati illegittimi dalla Corte costituzionale con la sentenza 196/2004, prima di procedere all’esame delle proposte di modifica della normativa regionale in materia di condono edilizio, presentate dalla Casa delle Libertà e dalla Stella Alpina e che sembrano, la prima, trovare risposta nell’attuale normativa, e la seconda non corrispondere alle finalità originarie del legislatore”.

E’ questo il commento di Fedele Borre, presidente della III Commissione consiliare “Assetto del territorio”, al termine della riunione di oggi, venerdì 2 luglio, durante la quale è stato deciso all’unanimità di proporre al Consiglio della Valle il rinvio delle proposte delle due forze di minoranza.

Pertanto, - spiega Borre - all’indomani del provvedimento della Consulta che conferma l’esclusività della competenza statale sulla materia penale dell’estinzione del reato e sulla possibilità di varare solo alcuni limitati contenuti di principio, riconoscendo la competenza delle Regioni nel decidere quali tipologie di abusi siano sanabili sul proprio territorio e a quali condizioni, mi sento di poter confermare, d’accordo con quanto affermato dall’assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche Alberto Cerise, la validità della legge regionale n. 1 del 2004. Questa normativa, infatti, nel prevedere delle limitazioni notevoli rispetto a quanto fissato dalla legge nazionale opera nel senso stabilito dalla Corte Costituzionale, indicando con chiarezza i limiti del condono nella nostra regione, finalizzato a sanare gli abusi di modesta entità e che non determinano un consumo di territorio o un’alterazione dei siti e degli immobili tutelati. Evidenzierei, inoltre, come tale provvedimento non autorizzi e non comprenda il condono di opere che determinano aumenti volumetrici che inducono ad una crescita del carico urbanistico”.

Operativamente – conclude il presidente Borre -, dopo che il Parlamento avrà licenziato la nuova legge, ferme restando le finalità originarie del testo approvato dal Consiglio regionale, insieme all’Assessorato e alle sue strutture competenti verificheremo, fra l’altro, se saranno confermate le nostre scelte”.