Info Conseil

Communiqué n° 390 de 14 juillet 2016

Approvate le modifiche alla disciplina dell'attività venatoria

Seduta consiliare del 14 luglio 2016

Il Consiglio Valle, nella seduta del 14 luglio 2016, ha approvato, con 25 voti a favore (UV, SA, PD-SVdA, UVP), 1 contrario (M5S) e 6 astensioni (ALPE e il Consigliere dell'UVP Gerandin), il disegno di legge che modifica le norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e per la disciplina dell'attività venatoria (l.r. n. 64/1994) e le disposizioni in materia di parchi faunistici (l.r. n. 34/2006).

Il testo, presentato dalla Giunta regionale il 28 aprile scorso e composto di 18 articoli, è stato illustrato in Aula dal Consigliere David Follien (UV): «Le modifiche introdotte nella legge regionale 64/1994 sono tese a razionalizzare la spesa corrente, promuovere le specificità venatorie del territorio valdostano, semplificare le procedure relative all’impianto sanzionatorio. Per quanto riguarda la riduzione della spesa, viene eliminato l'obbligo di revisione quinquennale del piano regionale faunistico-venatorio, sono diminuiti il numero e le indennità dei rappresentanti della Consulta faunistica regionale, è introdotto il permesso giornaliero di caccia, oltre al tesserino annuale, viene dimezzata la quota dei proventi della tassa di concessione regionale per l’esercizio venatorio spettante al Comitato regionale per la gestione venatoria (dall’80% al 40%) a favore dell’Amministrazione regionale, al fine di incrementare il fondo destinato al risarcimento dei danni arrecati agli agricoltori dalla fauna selvatica

«Per quanto attiene alla tutela delle specificità della tradizione venatoria valdostana - ha proseguito il Consigliere Follien -, si fa presente che il territorio della Valle d’Aosta è considerato zona faunistica delle Alpi ed è sempre stato organizzato in un unico comprensorio di caccia, alla cui gestione provvede un solo ente direttivo, il Comitato regionale per la gestione venatoria: con questo disegno di legge si va ad ufficializzare quanto già avviene oggi nella realtà venatoria valdostana, precisando che le circoscrizioni venatorie, quali unità territoriali sub-comprensoriali, individuate in base alle loro caratteristiche ambientali, naturali, faunistiche e sociali, rappresentano le unità di riferimento per la distribuzione dei cacciatori nel territorio regionale e per l’attuazione delle attività di gestione faunistico-venatoria. Riguardo alle modalità di prelievo delle specie cacciabili, al fine di assicurare maggiormente il legame del cacciatore al territorio, il testo chiarisce che, per le specie cacciabili soggette ad assegnazione nominativa, i capi prelevabili in una determinata circoscrizione venatoria sono assegnati ai cacciatori appartenenti alla stessa e sono ripartiti, prioritariamente, nelle sezioni comunali cacciatori situate nel territorio in cui ricade il settore gestionale sub-circoscrizionale di riferimento. Anche il prelievo della specie cinghiale, in forme diverse dalla braccata, è esercitato nell’ambito della circoscrizione di appartenenza. Per tutte le altre specie cacciabili, invece, il prelievo è esercitato nell’ambito dell’intero comprensorio alpino di caccia. Le disposizioni introdotte rappresentano una forte novità nel panorama venatorio valdostano, capace di suscitare reazioni emotive estremamente importanti. Allo scopo di agevolare l’attuazione delle nuove regole, si dispone che queste si applichino a far data dal 1° gennaio 2018. Sino al 31 dicembre 2017, per gli ungulati cacciabili soggetti ad assegnazione nominativa, i capi prelevabili in una determinata circoscrizione venatoria sono prioritariamente assegnati ai cacciatori ad essa appartenenti, sino al raggiungimento della media di prelievo pro capite regionale; i capi eccedenti sono assegnati a cacciatori di altre circoscrizioni venatorie, in modo da garantire una quota media di prelievo pro capite omogenea in tutte le circoscrizioni venatorie e un’equilibrata distribuzione dei cacciatori nel territorio regionale

La Consigliera segretario Carmela Fontana (PD-SVdA) ha sottolineato: «La caccia attualmente rappresenta uno strumento gestionale utilizzato nella regolazione delle dinamiche delle popolazioni di fauna selvatica, in modo particolare degli ungulati. Non a caso, in questi ultimi anni, il settore è stato interessato da un importante percorso di formazione continua; ma questo processo di miglioramento tecnico-culturale va accompagnato dall'ammodernamento dell'apparato normativo. Le modifiche che stiamo esaminando vanno proprio incontro a queste esigenze, e sono volte ad una gestione più rispondente alle peculiarità del territorio, a disporre di regole di comportamento omogenee, ad assicurare la più ampia partecipazione a tutte le categorie interessate, a responsabilizzare il cacciatore. Per tutte queste ragioni, il PD-SVdA esprime il proprio voto favorevole

Il Capogruppo di ALPE, Albert Chatrian ha evidenziato: «Arriviamo al termine di un percorso articolato, avviato già nel 2014 e interrotto a inizio 2016 dopo le dimissioni rassegnate dai rappresentanti di una singola circoscrizione. Come gruppo abbiamo cercato di stimolare il dibattito con la maggioranza, presentando un emendamento che teneva conto del 99% dei desiderata emersi nel corso dei lavori già svolti. Oggi ripresentiamo questo emendamento. Stiamo parlando di un settore che interessa circa 1.400 valdostani: sono persone che hanno perso fiducia nelle Istituzioni.»  Il Consigliere Chatrian ha quindi annunciato l'astensione del proprio gruppo.

Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha affermato che «non ci possiamo bloccare su di un solo articolo: secondo noi, questo disegno di legge ha cambiato in positivo la precedente norma del 1994. Tengo poi a sottolineare che delle tre richieste dei cacciatori, due sono state recepite e fatte proprie della maggioranza. Purtroppo, riguardo ai capi prelevabili, il testo attuale è in contraddizione con lo spirito della legge del 1994, che era quello di legare i cacciatori al proprio territorio: avevamo presentato un emendamento in Commissione che non è stato recepito e che, secondo noi, avrebbe reso la legge perfetta. A ottobre, quando tutti gli organi del mondo venatorio saranno eletti, proporremmo di riunirci tutti intorno al tavolo per vedere se si riuscirà a trovare un accordo tra cacciatori, tecnici e politica per questa norma che ha carattere transitorio

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha dichiarato il suo «no alla caccia, senza se e senza ma. Il Movimento 5 Stelle è da sempre contro la caccia e il mio voto non può che essere contrario a questa legge che nelle premesse dice di voler salvaguardare la fauna, ma nei fatti permette di uccidere animali innocenti per il gusto di sparare. I motivi sono molti ma sopra tutti gli altri devo ribadire che oggi più che mai, è inaccettabile uccidere per divertimento. Altri motivi sono che la crisi ambientale è fortissima, che in Valle d'Aosta il Piano faunistico venatorio regionale è fermo al 2012, che la caccia comporta un devastante disturbo biologico su tutte le specie, anche quelle che non sono oggetto di spari. La caccia continua ad avvelenare l'ambiente con il piombo delle cartucce . Infine, non meno importante, sono contrario perché gli incidenti capitano e il ferimento o la morte di un essere umano non si giustifica in nessun modo.»

L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Renzo Testolin, ha sottolineato: «Occorreva regolamentare nuovamente la caccia, che si è trasformata molto negli ultimi vent'anni, dovendosi confrontare con l'evoluzione della società e dell'ambiente. Sono state introdotte norme tecniche per ottenere un'uniformità sul territorio, non solo dei capi, ma anche dei cacciatori. Si è cercato di dare risposte concrete non solo ai cacciatori, ma a tutte le categorie coinvolte. Ribadiamo che nei due anni prima dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni ci sarà un meccanismo di compensazione equa tra tutti i cacciatori, e siamo certi che il  mondo venatorio saprà di certo fare buon uso della fase transitoria per trovare soluzioni che permettano di favorire e stimolare lo spostamento delle residenze venatorie nelle circoscrizioni a più alta vocazione di caccia, al fine di ottenere a regime percentuali di assegnazioni il più uniformi possibile su tutto il territorio regionale; non solo, lavorerà con la consueta passione a favore della crescita e del mantenimento del territorio. Questa è una norma che potrà contribuire a dare una risposta concreta per i prossimi anni ad un settore sempre più posto sotto la lente d'ingrandimento

Il Consigliere dell'UVP Elso Gerandin ha annunciato la propria astensione perché «pur convenendo sul fatto che il disegno di legge presenta dei contenuti positivi, rimango dell'idea che la reintroduzione del sistema della compensazione nell'assegnazione dei capi ci fa tornare indietro, quando invece, nel 2013, si era scelto di abbandonarlo definitivamente

SC-MM