Info Conseil
Communiqué n° 132 de 9 mars 2016
Interrogazione sulla presenza del lupo in Valle d'Aosta
Seduta consiliare del 9 marzo 2016
Nella seduta consiliare del 9 marzo 2016 il gruppo Union Valdôtaine Progressiste, con un'interrogazione, ha voluto analizzare la situazione della presenza del lupo in Valle d'Aosta.
I Consiglieri infatti non solo hanno voluto sapere se in Valle d'Aosta sia stato effettuato un censimento sulla popolazione del lupo, quali siano i numeri e in quali zone sia diffuso, ma hanno anche posto l'attenzione sull'impatto che questo predatore ha sulla conduzione delle aziende di allevamento e, più in generale, sulla comunità, chiedendo se sia stata effettuata una valutazione dei rischi sul piano della sicurezza.
L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali ha risposto che a partire dal 2005, anno in cui il primo lupo erratico fece la sua comparsa nell'area intorno al Mont Fallère, il territorio regionale è costantemente monitorato dal Corpo forestale valdostano, che è stato adeguatamente formato: attualmente è stata segnalata la presenza di un branco formato da 4 lupi tra la valle di Champorcher e il vallone di Clavalité, oltre che di un secondo gruppo di 4 lupi tra il vallone di Saint-Barthelemy e l'alta valle di Gressoney. L'Assessore Testolin ha riferito che gli attacchi del lupo, dal 2010 ad oggi, hanno coinvolto un numero limitato di animali, con la predazione di 29 capi. L'Amministrazione regionale ha ritenuto opportuno assicurare la coesistenza del lupo con l'allevamento tradizionale di montagna, cercando di creare le condizioni per evitare restrizioni non sostenibili per gli allevatori e per ridurre al minimo i danni causati da eventuali attacchi di lupi al patrimonio zootecnico: in quest'ottica, tutti i capi predati sono stati indennizzati secondo il loro valore di mercato ed è stata incentivata l'attuazione di misure di prevenzione degli attacchi.
In merito alla valutazione dei rischi per la comunità, l'Assessore ha evidenziato che non si ravvisano problemi di sicurezza legati alla presenza del lupo, che ha un carattere schivo e di norma evita il contatto con l'uomo. Infine, Testolin ha sottolineato che il lupo, pur rappresentando un elemento di criticità per il settore zootecnico, può trasformarsi in un valore aggiunto per altri ambiti: oltra al valore ecologico nel campo della biodiversità animale, in alcune realtà la presenza di questo animale è stato un elemento di richiamo turistico e di attività di ricerca scientifico-naturalistica.
Il Consigliere Alessandro Nogara ha chiarito che la posizione dell'UVP non è quella di eradicare la presenza del lupo in Valle, pur con alcune raccomandazioni: come scaturito dalla serata organizzata dall'Assessorato, ha detto Nogara, gli esperti sono d'accordo sul fatto che la presenza del lupo sia un problema, soprattutto per gli allevamenti ovo-caprini, ma anche per quelli bovini. Non vorremmo, ha aggiunto il Consigliere, che succedesse la stessa cosa che è avvenuta per i cinghiali, che oggi rappresentano una grossa criticità: bisogna agire per tempo, al fine di evitare che si trasformi in un pericolo per il settore zootecnico. Non si capisce inoltre, ha concluso Nogara, come l'Amministrazione regionale potrà aiutare gli allevatori valdostani in quanto, analizzando il bilancio 2016/2018, scopriamo che le risorse per le misure preventive finalizzate a mitigare l'impatto della fauna selvatica sul patrimonio zootecnico sono pari a zero e, per quanto riguarda il risarcimento dei danni sempre al patrimonio zootecnico, sono pari a 500 euro per anno. Aiuti ridicoli, secondo il Consigliere, che non porteranno a nulla.
SC