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Communiqué n° 42 de 20 janvier 2016
Approvata una modifica alle misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito
Seduta consiliare del 20 gennaio 2016
Nella seduta del 20 gennaio 2016, è stato iscritto in Aula in via d'urgenza il disegno di legge che modifica le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito (l.r. 18/2015).
Il testo, approvato con 21 voti a favore (UV, SA, PD-SVdA), 2 contrari (M5S) e 12 astensioni (UVP, ALPE), è volto a ridurre a 24 mesi, in luogo degli attuali 36, la durata ininterrotta della residenza sul territorio regionale per l'accesso alle provvidenze previste dalla legge.
Contestualmente è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno, depositato in Aula dal gruppo UVP, volto ad impegnare la Giunta a utilizzare prioritariamente le risorse stanziate dalla legge di stabilità per il 2016 che istituisce il fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
«Il Dipartimento per gli affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha espresso dei dubbi di legittimità costituzionale sulla durata eccessivamente prolungata della residenza richiesta per l’accesso alle provvidenze – ha spiegato il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SVdA), relatore insieme al collega Pierluigi Marquis –. Quindi, al fine di evitare contenziosi dall'esito incerto, si è ritenuto di tenere conto della proposta di riduzione del periodo di residenza, da 24 a 36 mesi, vista l'importanza di questo provvedimento in questo particolare periodo storico.»
La Consigliera di ALPE Patrizia Morelli, annunciando il voto di astensione, ha osservato: «Il lasso di tempo della residenza era stato uno dei temi che aveva generato una lunga discussione e si era addivenuti alla soluzione dei 36 mesi perché c'erano diverse posizioni contrarie rispetto ad un periodo inferiore espresse proprio all'interno di quella maggioranza che oggi sostiene la modificazione. Ci chiediamo che senso abbia oggi questa modifica, visto che il rischio impugnativa era una cosa già risaputa prima e andava opportunamente valutata.»
Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha dichiarato: «Votiamo contro anche in questa occasione, perché restringere il periodo a due anni comporterà un fatto inequivocabile: i cittadini extra-comunitari saranno facilitati nell'acquisire il contributo, cosa che non era piaciuta a molti Consiglieri. Ancora una volta si calano le brache di fronte allo Stato: dov'è finita la bandiera dell'autonomia? È una legge che ha creato tante illusioni, ma non c'è ancora la delibera attuativa. Forse è giunta l'ora di agire.»
Il Consigliere Nello Fabbri (UVP), nel motivare l'astensione del suo gruppo, ha detto: «Ci eravamo già astenuti sulla legge, oggi lo facciamo ancora più convintamente. Per due motivi: la legge doveva aiutare la platea dei lavoratori che erano rimasti senza lavoro e i 36 mesi andavano nell'ottica di premiare qualcuno che con il suo lavoro aveva già contribuito al sistema Valle d'Aosta; secondariamente, rileviamo che al primo stormir di fronde, facciamo retromarcia e non difendiamo le nostre posizioni di fronte allo Stato.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha replicato che «il testo della nostra legge è stato preso ad esempio da più Regioni. Venire a dire che la modifica dei 24 mesi è una rinuncia è distogliere l'attenzione dalla verità. Insistere sui 36 mesi significava farsi impugnare la legge e fermare tutto: noi non ci stiamo. La delibera è già pronta e aspettavamo questa modifica per poterla approvare. A volte siamo deboli nella difesa della nostra autonomia, ma non in questo caso.»
SC