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Communiqué n° 25 de 14 janvier 2015

Approvate le modifiche alle disposizioni in materia di elezioni comunali

Riunione del Consiglio del 14 gennaio 2015

Nella seduta del 14 gennaio 2015, il Consiglio regionale ha approvato, con 28 voti a favore (UV, SA, UVP, PD-SVdA), 2 contrari (M5S) e 5 astensioni (Alpe) il disegno di legge che modifica le norme regionali in materia di elezioni comunali (n. 4/1995 e n. 54/1998).

Il provvedimento, iscritto in via d'urgenza in Aula, ha ricevuto il parere favorevole a maggioranza della prima Commissione "Istituzioni e autonomia", riunita nel primo pomeriggio di oggi, la quale ha prodotto un nuovo testo di Commissione composto di 49 articoli.

Il Capogruppo dell'UV, Joël Farcoz, ne ha illustrato i contenuti: «Questo disegno di legge introduce una novità fondamentale rispetto alla disciplina attuale, modificando il sistema di elezione nei Comuni con popolazione inferiore a mille abitanti, ove il corpo elettorale procede ad eleggere a suffragio universale e diretto, con sistema maggioritario, esclusivamente i consiglieri comunali. In tutti i Comuni con popolazione superiore a mille abitanti, ove le cariche di Sindaco e di Vicesindaco restano di origine elettiva diretta, l'impianto rimane invece immutato. In particolare, nei Comuni con popolazione sino a 1.000 abitanti con elezione a sistema maggioritario, è prevista l'attribuzione dei due terzi dei seggi comunali alla lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi, nel primo o nel secondo turno, al fine di assicurare governabilità.»

Il disegno di legge interviene anche nella composizione dei consigli comunali. Nei comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti, il consiglio è composto dal Sindaco, dal Vicesindaco e: da 13 consiglieri nei Comuni da 1.001 a 3.000 abitanti; da 15 consiglieri nei Comuni da 3.001 a 5.000 abitanti; da 17 consiglieri nei Comuni da 5.001 a 15.000 abitanti; da 27 consiglieri nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti.

«Al fine di promuovere la rappresentanza di entrambi i sessi nelle liste – ha precisato il Consigliere Farcoz –, la proposta introduce la previsione secondo cui nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 20% dei candidati, analogamente, per quanto concerne l'espressione delle preferenze, nel caso in cui ne vengano espresse tre, una deve riguardare candidati di sesso diverso, pena l'annullamento dell'ultima preferenza. Si prevede poi il prolungamento dell'orario di votazione dalle ore 22 alle ore 23 della domenica, mantenendo però lo scrutinio il lunedì mattina.»

«Il disegno di legge – ha aggiunto Farcoz – procede poi a distinguere le diverse modalità di convocazione e di presidenza della prima seduta del consiglio dopo le elezioni, nonché a introdurre l'elezione del Sindaco, del Vicesindaco e della Giunta tra gli adempimenti da svolgere nei comuni con popolazione sino a mille abitanti nel corso della prima seduta. Inoltre, per i comuni con popolazione superiore ai mille abitanti, è stata inoltre introdotta la possibilità di prevedere nello Statuto un Ufficio di Presidenza e la figura del Presidente del Consiglio. Viene poi definita la composizione della Giunta comunale. Nei Comuni fino a mille abitanti, la Giunta è composta dal Sindaco, dal Vicesindaco e da un numero massimo di due consiglieri; nei Comuni con popolazione superiore a mille abitanti, la Giunta è composta dal Sindaco e dal Vicesindaco e da un massimo di: due Assessori nei Comuni tra 1.001 e 3.000 abitanti; tre Assessori nei Comuni da 3.001 e 15.000 abitanti; cinque Assessori nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Con Statuto, è prevista la possibilità di stabilire un numero di Assessori superiore ai limiti previsti a spesa invariata. In tutti i Comuni è garantita nella Giunta la presenza di entrambi i generi qualora nella lista che è risultata vincente siano stati eletti consiglieri del genere meno rappresentato per almeno il 15% degli eletti. Infine, in merito alla limitazione dei mandati, il cui numero viene calcolato a far data dalla prima elezione effettuata in ciascun Comune successivamente all'entrata in vigore della legge regionale 4/1995, le modifiche prevedono che nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di Sindaco non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alla medesima carica e di Vicesindaco e di Assessore; nei Comuni con popolazione sino a 15.000 abitanti, chi ha ricoperto per tre mandati consecutivi la carica di Sindaco, non è allo scadere del terzo mandato, immediatamente rieleggibile alla medesima carica, né a quella di Vicesindaco o Assessore.»

Il Capogruppo del PD-SVdA, Raimondo Donzel, ha evidenziato: «Nella passata Legislatura, avevamo sostenuto la non possibilità per il Sindaco, una volta raggiunto il limite di mandati, di ricandidarsi a Vicesindaco: oggi siamo soddisfatti per il pieno accoglimento di questo principio, esteso anche agli Assessori. Abbiamo poi apprezzato la riduzione contenuta del numero dei Consiglieri, salvando in tal modo la democrazia e il ruolo delle Assemblee comunali, perché i Consiglieri sono veri e propri "volontari" che operano sul territorio. Abbiamo superato le perplessità sulla non elezione diretta del Sindaco grazie al mantenimento del sistema maggioritario, che per noi è fondamentale, perché obbliga i candidati a presentare un programma cui attenersi e cui dare conto al termine del mandato. Particolare attenzione ha avuto la questione di genere, da intendersi nel senso di rafforzare ed estendere diritti e pari opportunità che devono sussistere in ogni ambito; abbiamo quindi accettato l'espressione di tre preferenze, solo a patto che una sia di genere. Questo ha fatto emergere la necessità di introdurre una quota minima di donne in lista, che deve essere un trampolino per andare verso quella parità che noi auspichiamo e non certo un traguardo, analogamente all'obbligo della presenza di genere diverso in Giunta. Questi sono segnali forti di un cambiamento culturale in Valle d'Aosta, devono essere valorizzati da una corretta prassi attuativa. Questa è una legge che impedisce il proliferare dei costi ma non impedisce di allargare la Giunta ad invarianza di costo per i cittadini. Non esiste la norma migliore, poiché leggi di tal genere sono mediazioni tra sensibilità diverse, ma questa contiene un lavoro innovativo, una mediazione tra forze politiche differenti. Pur ravvisando di essere giunti in ritardo all'approvazione di questo testo, sosterremo questo disegno di legge.»

Per il Consigliere di Alpe Alberto Bertin, «si è persa un'altra occasione per dare una legge innovativa alla Valle d'Aosta, che fosse in grado di dare maggiori spazi di democrazia e partecipazione. Nella sostanza resta l'impianto attuale e per questa ragione il nostro voto sarà di astensione. Con questa legge, si consolidano le tre preferenze: un meccanismo che permette il controllo del voto e che noi condanniamo fermamente. La libertà di voto in democrazia è un punto fondamentale ed è da questo che si deve partire per un vero cambiamento di sistema. Si supera poi l'elezione diretta del Sindaco, con l'elezione indiretta del Sindaco e del Vicesindaco nei Comuni con meno di mille abitanti: una novità che riteniamo positiva, ma avremmo preferito il meccanismo del "panachage", ossia la possibilità di votare i candidati tra più liste, invece si è scelto di continuare con il vecchio metodo della competizione partitica tra liste. È positivo che si sia presa in considerazione la rappresentanza di genere, ma è stato fatto in modo sbagliato consolidando le preferenze multiple.»

Il Capogruppo Stefano Borrello ha esplicitato la posizione della Stella Alpina, sottolineando «la necessità di salvaguardare le autonomie locali. All'interno del gruppo di lavoro abbiamo sostenuto la conservazione del sistema elettorale che aveva garantito stabilità alla Valle d'Aosta, quindi il maggioritario e l'elezione diretta Sindaco. Abbiamo però condiviso il nuovo sistema, pur ribadendo ancora una volta la validità del precedente. E' stata invece accolta la nostra valutazione sulla non limitazione del numero degli Assessori con il contestuale blocco della spesa, dando la possibilità ai singoli Statuti comunali di definire il numero di rappresentanti in governo. Come capita in tutti i percorsi di condivisione e mediazione tra posizioni diverse, ci sono alcuni elementi da noi proposti che non sono stati accettati, altri sono stati accolti. L'approvazione di questa norma è un gesto di responsabilità nei confronti delle autonomie locali e quindi, pur riconoscendo elementi che non ci convincono, il nostro voto sarà favorevole.»

Il Consigliere dell'UVP Elso Gerandin ha osservato che «questo disegno di legge è una giusta mediazione con il vecchio testo di legge (n. 4/1995), che pur avendo garantito stabilità di governo all'ente, ha anche portato ad una progressiva riduzione delle liste presentate nei Comuni. Da sottolineare comunque come il sistema proporzionale che prevede un premio di maggioranza assicurerà governabilità all'ente. Riteniamo questa proposta un compromesso valido e oltre 40 comuni si confronteranno con un sistema diverso alle prossime elezioni. La riduzione a 29 del Consiglio comunale di Aosta è un impegno anche in previsione della riduzione del numero dei componenti del Consiglio regionale, in un'ottica di contenimento dei costi della politica. Dobbiamo ora proseguire in questo percorso che ci ha visti lavorare insieme, andando a rivedere la normativa sui segretari comunali, sulle indennità degli amministratori e sul personale del comparto pubblico. Voteremo convintamente a favore, perché riteniamo che questa sintesi che abbiamo trovato tra forze politiche sia un passo avanti per innovare il nostro sistema.»

Per il Capogruppo di Alpe, Albert Chatrian, «il nostro impianto andava in direzione alternativa, mettendo in discussione l'elezione diretta del Sindaco. Su questo aspetto siamo parzialmente soddisfatti, dato che per 41 su 74 Comuni non ci sarà più l'elezione diretta, ma riteniamo che si sarebbe potuto osare ancora di più, reintroducendo la possibilità all'elettore di attribuire preferenze in liste diverse. Sulle incompatibilità siamo ovviamente d'accordo, così come siamo favorevoli all'equilibrio migliore tra maggioranza e opposizione nei Comuni più piccoli, creando stimoli e idee per mantenere vive tutte le comunità. Il nostro obiettivo all'interno del gruppo di lavoro era portare il nostro contributo e sottoporre le elaborazioni di questi anni per creare una legge che potesse creare i presupposti per la partecipazione di tutti i cittadini

Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha puntualizzato di «non aver partecipato volontariamente al gruppo di lavoro per non pregiudicare l'operato di forze politiche che avevano visioni simili. Noi siamo per una rappresentanza proporzionale, avremmo tagliato più nettamente le poltrone, avremmo dato una sforbiciata agli stipendi di certi Sindaci. Sicuramente avremmo denunciato la questione delle tre preferenze, che è un meccanismo che fa rimanere la Valle d'Aosta ancorata ad una sorta di Medio Evo del ricatto e dei santini. Il nostro voto sarà contrario: vi siete fatti la vostra legge, che altro non è che una spolverata di cipria sulla moglie di Matusalemme.»

Le Conseiller Laurent Viérin (UVP) a affirmé: «Nous vivons un important moment de partage sur la défense de notre communauté. Aujourd'hui cette loi est fondamentale, elle va réglementer la participation. Il faut approcher les gens, les jeunes notamment, à la politique, en donnant à nouveau vigueur au lien "tradition et renouveau". Tutti ci siamo mossi per adattare alle esigenze attuali il sistema elettorale. L'elezione diretta del Sindaco ha garantito la governabilità, ma ha anche accentuato la personalizzazione e le divisioni. Ora, in 41 Comuni tutti dovranno rimettersi all'elettorato, e sono certo che sarà un aspetto positivo, così come l'aver adatto il numero degli eletti alle varie comunità. Crediamo che le donne abbiano capacità sufficienti per difendersi da sole, senza norme a priori, ma abbiamo accolto con favore il meccanismo studiato. La maggior parte delle forze politiche che hanno a cuore il sistema delle autonomie locali ha avuto la capacità di sintesi, la maggioranza dei Sindaci ha avallato questo testo di legge e quest'Aula ha saputo carpire le esigenze di cambiamento, pur mantenendo le parti di un sistema che ha funzionato. Ora si aprono nuove sfide per quanto attiene alle riforme, comunali e regionali. E' il momento di confrontarci per rivedere le regole del gioco della governabilità

Per il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, «questa legge è il frutto del clima di collaborazione che si è creato in questo Consiglio e che ci ha portati a lavorare su di una legge che è fondamentale per il nostro sistema delle autonomie locali assieme a quella votata a luglio scorso sull'esercizio associato delle funzioni comunali. Desidero ringraziare i colleghi che hanno partecipato al gruppo di lavoro con la disponibilità di trovare un accordo. Una legge va nella direzione di aumentare la democrazia, la libertà e la partecipazione.»

 

 

SC-MM