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Communiqué n° 614 de 10 décembre 2014

Discussione sulle leggi di bilancio: gli interventi dei Consiglieri Donzel, Nogara, Péaquin Bertolin, Morelli, Grosjean, Restano, Gerandin, Farcoz, Bertin

Seduta del Consiglio Valle del 10 dicembre 2014

La seduta pomeridiana del Consiglio del 10 dicembre 2014 è proseguita con la discussione generale abbinata della finanziaria, del bilancio di previsione 2015-2017 della Regione e delle relazioni della Sezione di controllo della Corte dei conti.

Sui due disegni di legge sono stati presentati 98 emendamenti, di cui 3 della seconda Commissione consiliare, 17 dell'Assessore alle finanze, 1 dell'Ufficio di Presidenza, 13 del gruppo consiliare Union Valdôtaine Progressiste, 19 del gruppo Alpe, 42 del gruppo PD-SinistraVdA e 3 del gruppo Movimento 5 Stelle.

Nella dibattito hanno preso la parola i Consiglieri Donzel, Nogara, Péaquin Bertolin, Morelli, Grosjean, Restano, Gerandin, Farcoz, Bertin.  

Il Capogruppo del PD-SinistraVdA, Raimondo Donzel, ha aperto gli interventi del pomeriggio, sottolineando che «come ci ha insegnato Simone Weil, da soli non si fa gran strada, la scelta delle democrazie è chiara: più persone concorrono a tracciare una strada. Ed è quello che noi vorremmo fare con il bilancio. Con questo dibattito, si è aperta una fase congressuale da parte dei movimenti autonomistici, noi in questa sede intendiamo ribadire che solo se ci sono le condizioni programmatiche di cambiamento, il dialogo proseguirà. Se, invece, siamo qui per fare teatro di facciata per salvare il disastro politico, perché da quello economico non ci si salva con questo bilancio, sicuramente non ci sarà il nostro consenso. Questa non è la strada per rendere migliore il Consiglio regionale: servono trasparenza e serietà e noi, in questi anni, non abbiamo visto scelte strategicamente decisive per la tutela del lavoro e dei cittadini.» Analizzando la parte delle entrate, il Consigliere ha detto che «un ripensamento va fatto, ma sicuramente non siamo in mezzo ad una strada perché il nostro ordinamento finanziario ci assicura i 10 decimi sulle imposte. La mascherata che la maggioranza continua a fare contro lo Stato nasconde la mancanza di serietà e di responsabilità nel gestire le risorse disponibili. Noi non ci stiamo. Lo Stato italiano non funziona; ma anche la Regione Valle d'Aosta è gestita male, in alcuni casi molto male. Le scelte politiche messe in campo registrano una riduzione della spesa del 2% per gli organismi istituzionali della politica, mentre all'agricoltura si tolgono il 50% e agli investimenti il 31%. La classe politica e dirigente deve invece dare un segnale forte alla comunità valdostana, iniziando a fare per prima i sacrifici richiesti ai cittadini. Nel settore della scuola, ci sono delle eccellenze, ma l'abbandono scolastico è in aumento, l'edilizia scolastica è disastrata e si continua a tagliare sul diritto allo studio universitario. Non ci sono soluzioni per risolvere la crisi dell'industria e dell'artigianato, si perde tempo. Non si stabilizzano i precari anche se in molti casi si risparmierebbe denaro pubblico. La sensazione è che si stia abbandonando la comunità: molti sono lasciati soli ad affrontare la povertà; noi, invece, non vogliamo abbandonarli e vogliamo trasformare il sistema valdostano, anche per garantire a tutti una chance di lavoro e di vita.»

Per il Consigliere Alessandro Nogara (UVP), «questo è un bilancio unicamente di misure di natura assistenziale, non intervenendo sulle cause strutturali della crisi. Spesso si parla delle questioni ambientali, ma poco effettivamente si realizza. I cantieri forestali sono molto importanti per questo settore, i piani lavoro dovrebbero essere fatti per i bisogni reali. Invece, ad esempio, sono stati sottovalutati i problemi della processionaria dei pini e del bostrico. Nell'ambito degli alpeggi, la Regione ha fatto tanto, ma sarebbe necessaria un'incisiva valorizzazione del prodotto fontina. Nel bilancio l'agricoltura è all'ultimo posto, è penalizzante il fatto che le risorse vengano pescate solo dal piano di sviluppo rurale. Gli agricoltori vanno aiutati anche per semplificare le procedure burocratiche.»

Per la Consigliera dell'UV Marilena Péaquin Bertolin, «questo è un bilancio che vede privata la nostra Regione di fondi importantissimi, ingiustamente trattenuti da uno Stato sempre più accentratore e deciso nel voler dare un taglio netto alle realtà regionali. Uno Stato per il quale la nostra Regione è diventata soltanto un salvadanaio da rompere quando c'è bisogno di fare cash, senza considerare che gestiamo competenze che in altre Regioni vengono finanziate dallo Stato. Con questa manovra, dovremo indubbiamente sopportare sacrifici non indifferenti, rinunciando ad un sistema che ormai difficilmente tornerà come prima. La classe politica dovrà far capire che, nella necessità dei tagli, ha voluto mantenere una serie di servizi indispensabili per la crescita della nostra Valle. Una classe politica che dovrà, però, avvicinarsi di più ai sacrifici della gente, dando priorità alle esigenze dei cittadini valdostani. Alle imprese, che mi sento umilmente di rappresentare, chiedo di non demoralizzarsi, ma di continuare a credere nei loro progetti. Sicuramente non abbiamo mai visto un tasso di disoccupazione così alto, né così tanti giovani senza lavoro: per questo dobbiamo condividere un percorso di razionalizzazione della spesa che migliori la qualità dei servizi erogati, scongiurando ulteriori pressioni fiscali su cittadini e imprese. Serve uno scatto d'orgoglio e la collaborazione di tutti per riportare la Valle d'Aosta ai livelli che si merita.»

La Consigliera di Alpe, Patrizia Morelli ha osservato: «Etre autonomistes signifie avoir la capacité d'élaborer des solutions originales, novatrices et partagées. C'est en démontrant d'avoir les comptes en ordre que l'on défend l'autonomie. Nei momenti difficili come quelli attuali i toni devono essere misurati ma non piatti, le proposte realistiche ma non rassegnate. Nell'iter di questo bilancio, da parte di tutti si è compiuto uno sforzo per affrontare i problemi nel merito, ma nel documento non c'è traccia della serietà che ci è richiesta, vale a dire la riduzione dei costi della politica. Questo è un aspetto improcrastinabile, e non si tratta di demagogia. Che il nostro bilancio fosse destinato a scendere in modo inesorabile era risaputo da anni e lo dicevano gli atti, tra cui l'accordo Rollandin-Calderoli. Il governo regionale, anziché tacere, avrebbe dovuto mettere in atto dei correttivi, limitando gli sprechi per non compromettere i servizi per i cittadini, elaborando una strategia di sviluppo che comporta scelte di certo scomode. In questi anni, per ragioni meramente elettoralistiche, la maggioranza ha preferito rinviare, riproponendo lo stesso schema di bilancio con tagli lineari. Tuttora si sceglie di non scegliere. Eppure bisogna intervenire, e penso a due settori: il turismo e la sanità, il cui sistema va riorganizzato per essere più vicino ai cittadini. Di fronte alle sfide che ci attendono l'atteggiamento di Alpe è propositivo, va oltre la critica.»

Il Consigliere Vincenzo Grosjean (UVP) si è soffermato sull'agricoltura: «È preoccupante non vedere nessuna innovazione in questo ambito: un conto è tagliare, ma qui bisogna fare una riflessione per cercare di rilanciare un settore che sta soffrendo a causa di un cambio repentino del sistema e che da solo non può camminare, ma deve essere integrato con l'ambito turistico, al fine di valorizzare al meglio le produzioni locali che fanno della Valle un territorio di eccellenza. L'agricoltura ha quindi bisogno di essere riorganizzata, rimettendo in marcia le competenze tecniche. Così come bisogna rivedere la legge regionale sui riordini fondiari per dare nuova luce ad un mondo che vive nella penombra: i consorzi di miglioramento fondiario non interessano solo l'agricoltura, ma anche l'ambiente perché contribuiscono a mantenere il paesaggio. Dobbiamo darci degli obiettivi di lungo termine, altrimenti non potremo immaginare uno sviluppo integrato che dia un futuro e delle certezze ai nostri giovani.»

Il Presidente della quinta Commissione "Servizi sociali", Claudio Restano (UV), ha affermato: «Le cifre di questo bilancio, in particolare il fatto che solo 11% è destinato agli investimenti, ci fa percepire tutta la drammaticità del momento, ma anche capire il percorso da seguire: occorre ridurre la spesa corrente, ad esempio con una ristrutturazione della macchina regionale, a medio e lungo termine, che salvaguardi i dipendenti e le famiglie. Dobbiamo cercare di arginare l'emorragia delle risorse, impostando rapporti diversi col governo romano: dobbiamo saperci presentare uniti e compatti. Le elezioni anticipate dimostrerebbero il fallimento della classe politica e l'incapacità dei movimenti di proporre soluzioni serie e credibili. Il grande cambiamento passa attraverso la volontà dei movimenti a confrontarsi e proporre soluzioni alla crisi. Se falliranno, il boccino passerà nelle mani dei trentacinque Consiglieri. Soffermandomi sul bilancio, punto la mia attenzione sulla sanità, per cui sono impegnati 243 milioni di euro (-4.12% rispetto al 2014). Sono già state avviate economie, ma i risparmi non si vedranno a breve termine. L'essere riusciti ad andare in deroga al patto della salute è stato un passo avanti importante, ma bisogna disporre di maggiori risorse rispetto a quelle previste dallo Stato. Disponiamo di una sanità completa ed efficiente, ma molto costosa. Per ogni riorganizzazione, razionalizzazione o ottimizzazione è determinante il contributo di ogni operatore del settore: il nuovo atto aziendale ha previsto profondi cambiamenti, con effetti indiretti di risparmio, recupero di professionalità e migliore impiego del personale. Di pari passo la sanità va riorganizzata territorialmente, anche per ridurre gli accessi al Pronto soccorso, con un'azione sinergica che comprende ulteriori ticket aggiuntivi. Nell'ambito scolastico, rilevo una riduzione a bilancio dell'1% delle risorse: questo significa che il sistema sta reggendo. Per quanto attiene all'inserimento della lingua inglese, ciò già avviene nella scuola primaria. Infine, sottolineo che lo sport non è solo divertimento, ma ricopre una funzione sociale, aggregativa, le risorse qui destinate saranno investite sul futuro dei nostri giovani, delle professioni turistiche e della montagna.»

Il Vicecapogruppo dell'UVP, Elso Gerandin, ha parlato di «amara realtà, ma noi vorremmo guardare al bilancio quale strumento di programmazione e sviluppo. Non condividiamo il tono di rassegnazione della maggioranza, perché noi crediamo che, a saldi invariati, si possa comunque realizzare un bilancio di sviluppo. Ma per farlo, bisogna rendersi conto che il sistema va cambiato. Chiediamo la disponibilità a riconsiderare scelte e accordi pregressi, a condividere strategie per il benessere, non della politica, ma dei valdostani. Non vogliamo tatticismi politici sugli emendamenti che presenteremo: siamo disposti a correzioni sulla forma, ma non nella sostanza.» Analizzando la spesa, il Consigliere ha commentato: «Ogni risorsa che metteremo a disposizione dovrà essere mirata allo sviluppo e all'imprenditoria privata, che genererà positività anche per le entrate. Occorre anche ridurre i costi del personale regionale: con una media di 50 pensionamenti annui, la spesa in otto anni è rimasta invariata. Gli Enti locali devono essere una risorsa attiva: la finanza locale non sono 244 milioni, senza dimenticare che 10 milioni vanno per il contributo al risanamento della finanza pubblica, 25 milioni vanno per la compensazione dell'Imu. Riguardo alle società partecipate, dobbiamo farle crescere facendole dialogare con il privato, altrimenti con il diminuire delle risorse, segneremo il loro amaro destino: è un sistema che non ha futuro e che va cambiato, scegliendo innanzitutto manager nell'interesse delle società e non per coprire caselle della politica. Per fare ripartire il settore della piccola impresa e del commercio, noi rilanciamo con forza un piano straordinario di 350 appalti da 250 mila euro affidando lavori a cottimo fiduciario o con il principio della rotazione.»

Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Joël Farcoz, esaminate le cause della crisi e dei condizionamenti statali al bilancio, ha precisato che occorre «un nuovo accordo con Roma, con la politica valdostana coesa. Oggi lavoriamo ad un rilancio responsabile, con una reazione nei confronti dello Stato e una revisione al nostro interno di un modello che in questi anni ha saputo garantire il benessere ai valdostani. Per questo occorrono le idee, l'Amministrazione regionale deve fungere da coordinatore delle iniziative private che potranno dare una boccata di ossigeno alla nostra economia. La Regione deve continuare a ridurre il peso della burocrazia, anche per agevolare i privati attraverso leggi di settore chiare. La Valle d'Aosta deve puntare alla green economy, settore che senza dubbio sarà trainante per la ripresa economica mondiale. Importante poi che siano stati mantenuti i fondi di rotazione. Da valutare attentamente il ruolo dell'Europa, che rappresenta opportunità, contatti, legami utili, ingrandire l'export che non dobbiamo trascurare. Il est évidant qu'il s'agit d'un bilan de sacrifices, qui change le rôle de la Région Vallée d'Aoste dans les différents secteurs, mais qui nous permet de disposer d'un document sur lequel travailler dans le 2015. En étant un budget ouvert, tous les amendements de l'opposition seront examinés.»

Per il Consigliere di Alpe Alberto Bertin, «si tratta di un bilancio desolante, che spicca per mancanza di scelte e che non contiene una visione della Valle d'Aosta futura. In questa manovra, non si intravede l'uscita dalla crisi. È una copia in piccolo e più brutta degli anni passati: si dice che è un bilancio ponte, ma questo ponte non porta da nessuna parte, è un ponte verso il niente, che sposta solo le decisioni più avanti. Un bilancio che non prende decisioni, non dà indirizzi, non fa delle scelte, nella speranza che il sistema regga ancora per un po'. Un sistema clientelare con una presenza soffocante della politica, che ha prodotto l'effetto negativo di bloccare ogni possibilità di sviluppo oltre che di inibire le capacità dei valdostani di fare da soli. La fine dell'abbondanza finanziaria impone oggi dei cambiamenti radicali. È il momento delle scelte, non quello dei tagli lineari. Qui, invece, ci sono delle sforbiciate qua e là, andando a smantellare il sistema delle autonomie locali, la sanità, i servizi sociali, creando seri problemi in tutti i settori. Si continua ad attribuire la responsabilità allo Stato, ma chi ha sottoscritto il famigerato patto di Palazzo Grazioli? Non noi. Per quanto ci riguarda, abbiamo delle proposte, anche per dare un contenuto di novità a questo bilancio. Vedremo quindi se questo è davvero un bilancio aperto.»

La seduta è momentaneamente sospesa per una Conferenza dei Capigruppo.



SC-MM