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Communiqué n° 610 de 9 décembre 2014

Relazione del Presidente della seconda Commissione sulle leggi di bilancio della Regione 2015-2017

Seduta del Consiglio Valle del 9 dicembre 2014

L’Assemblea regionale ha iniziato nel pomeriggio di oggi, martedì 9 dicembre 2014, l’esame congiunto della finanziaria e del bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2015-2017.

Il Presidente della seconda Commissione, Leonardo La Torre (UV), relatore dei due disegni di legge, ha detto che «la costruzione di un bilancio, riconoscibile come valido dalla collettività, passa dal ridare credibilità ai processi decisionali politico-amministrativi che governano la Pubblica Amministrazione e contribuiscono alla formazione del bilancio come progetto di una comunità e non mero strumento contabile. Nella nuova visione quindi le decisioni politiche, soprattutto quelle del bilancio, vanno considerate rispetto alla loro capacità di inclusione della collettività; i cittadini non possono essere considerati sudditi. Occorre che la politica cambi metodo nella sostanza e nella forma.»

La Torre ha quindi elencato le priorità su cui lavorare. «La prima: difendere la nostra autonomia speciale e la potestà legislativa deve diventare il primo obiettivo di ogni nostra azione politica, amministrativa e finanziaria. E su questo obiettivo si deve ricercare la massima coesione politica nel nostro Consiglio regionale, andando urgentemente a ridefinire con lo Stato italiano un rapporto di reciproco rispetto politico basato sul principio dell'intesa e se non ascoltati, e qui esprimo una mia valutazione personale, essere pronti a fare anche manifestazioni di piazza sostenute da gesti pacifici, ma significativi. La seconda priorità: bisogna sostenere e rafforzare il lavoro svolto dalle segreterie dei movimenti politici per dare in tempi brevi maggior solidità e credibilità alla maggioranza di governo regionale nei numeri e nel progetto di prospettiva. I valdostani, con le elezioni regionali, hanno espresso la volontà di mettere al primo posto i movimenti politici regionalisti e la difesa dei valori autonomisti, escludendo dalla rappresentanza del Consiglio regionale i più importanti partiti italiani, fatto salvo il Partito Democratico che si consolida a livello nazionale e con cui in Valle d'Aosta occorre aprire un confronto approfondito sul suo possibile ruolo cerniera tra Stato e Regione. Solo con un reciproco riconoscimento dei ruoli di minoranza e maggioranza e individuando, con un serio ed approfondito confronto, un progetto per la collettività condiviso si riuscirà a costruire in tempi brevi le fondamenta per una seconda autonomia forte e coesa, non limitata nelle sue prerogative, ma riconosciuta e rispettata dallo Stato, abbandonando concetti superati di indipendentismo, ma capace nella sua autodeterminazione di rilanciare a tutti i livelli la nostra Regione e a gettare le basi per un patto federativo tra le forze autonomiste che si candidi a governare la Valle d'Aosta per i prossimi dieci anni e più. La terza priorità: pur essendo scesi sotto la soglia psicologica del miliardo del saldo di bilancio occorre rileggere con una visione ottimistica le nostre potenzialità, riconoscendo che un miliardo di risorse contengono ancora grandi energie per rilanciare la nostra regione e garantire il benessere della nostra collettività.»

«Il nostro bilancio – ha proseguito La Torre –, così condizionato, non ha ancora questi requisiti di prospettiva, è un bilancio difensivo e di transizione, soggetto a eventi esterni difficili da accettare e ancor di più da spiegare alla nostra gente; un bilancio obbligatoriamente fatto di tagli, molti dei quali non condivisi neanche dalle forze politiche che lo devono sostenere. Un bilancio perciò di attesa e di riflessione che deve introdurre con forza il concetto che se c'è una decrescita e deve essere subita, questa deve avere almeno il pregio di essere ristrutturante. Il bilancio 2015 è perciò un bilancio responsabile che non può risolvere oggi le problematiche di una fase di decrescita generalizzata a tutto il Paese, ma che non le nasconde e le affronta nelle sue linee guida in modo serio, dando comunque risposte concrete alla collettività valdostana. Infatti, vengono garantite le risorse necessarie per l'adesione alla programmazione europea, consapevoli che su questo terreno si giocherà la grande sfida per il recupero di risorse e su cui dovremo impegnarci con convinzione. Si prosegue nell'utilizzo di fondi di rotazione per garantire lo stimolo allo sviluppo di nuovi investimenti. Si supporta il sostegno occupazionale nel settore forestale e nelle opere stradali. Si garantisce il mantenimento degli investimenti già programmati. Si mantengono gli impegni a favore delle famiglie e delle categorie più deboli anche se con rimodulazione dei requisiti per l'accesso. Si introduce il contenimento dei trasferimenti a fondazioni ed enti dipendenti dalla Regione. Si mantengono gli interventi ante-crisi declinandoli: acceso al credito sociale, contributo alla locazione, sostegno all'emergenza abitativa.»

Il Presidente La Torre ha quindi osservato che «il bilancio 2015-2017 è prevalentemente un documento contabile e non ancora il "progetto di una comunità", ma rimane una transizione dignitosa verso una necessaria fase ristrutturante del sistema Valle d'Aosta che deve partire dalla razionalizzazione dell'Amministrazione pubblica, Regioni e Comuni, rileggendo e riscrivendo le leggi di spesa, tagliando gli sprechi, anche quelli della politica, ottimizzando dove è possibile l'efficienza, eliminando la burocrazia, investendo sul territorio e l'ambiente, che restano le radici orgogliose della nostra popolazione, sul turismo e la cultura, motori della nostra economia e sviluppo, affrontando con serietà i problemi, dalla mobilità al Casinò, aprendosi all'esterno e valutando partnership e investimenti, andando a cercare nell'Unione europea nuove risorse in sostituzione di quelle perse con lo Stato, ottimizzando la funzione delle società partecipate e i loro obiettivi, solo così potremo tornare ad essere quel progetto ricco di storia e cultura che ha garantito nel tempo crescita, serenità e benessere a tutti i valdostani di origine e di adozione, diventando addirittura modello di sviluppo e di esempio nell'arco alpino. Io credo, in conclusione, che sia arrivato il momento di fare scelte forti e coraggiose, di non giocare più in difesa, di guardare al futuro con serena determinazione, forti della nostra identità di valdostani.»

 



SC