Info Conseil

Communiqué n° 446 de 25 septembre 2014

Respinta una mozione sul piano di controllo dei corvidi

Riunione del Consiglio del 25 settembre 2014

Nella seduta del 25 settembre 2014, il Consiglio regionale ha respinto, con 17 astensioni (UV e SA) e 12 voti favorevoli (UVP, Alpe e PD-SVdA), una mozione volta a promuovere iniziative per una maggiore condivisione del piano di controllo dei corvidi, proposta al gruppo Alpe.

Nell'illustrazione, il Consigliere segretario Fabrizio Roscio ha spiegato le ragioni di questa iniziativa: «Premesso che riteniamo che bisogna tutelare gli interessi di chi vive di agricoltura in un territorio difficile come il nostro, il piano di controllo numerico della ghiandaia, della cornacchia grigia e della cornacchia nera, approvato dalla Giunta regionale nel mese di luglio scorso, ha scatenato, anche da parte di persone note al di fuori della regione, notevole disapprovazione, che, associata all'amplificazione mediatica e dei social networks, riteniamo possa costituire un danno reale e grave all'immagine della Valle d'Aosta e dei suoi prodotti, al termine di una stagione estiva peraltro quanto mai critica per il turismo, forse più ancora dei danni concreti causato dai corvidi. E' per questo che riteniamo che da subito la Giunta regionale debba intraprendere tutte le iniziative necessarie per condividere e meglio comunicare all'esterno il piano di controllo dei corvidi, soprattutto per recuperare un'immagine della nostra regione rispettosa delle sue ricchezze naturali.»

L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Renzo Testolin, ha affermato: «Sono molte le iniziative in ambito ambientale e tutela della fauna intraprese dall'Amministrazione regionale, volte a proteggere in senso ampio la natura valdostana. Incontri ripetuti con le Associazioni ambientalistiche hanno permesso di condividere percorsi: a titolo esemplificativo, l'istituzione di oasi di protezione della lepre, la creazione di zone di bramito del cervo, interventi di recupero e salvaguardia di specie a rischio. Ma cito anche eventi e attività divulgative che hanno coinvolto direttamente la popolazione. Tutto questo dimostra la massima attenzione posta al riguardo dall'Amministrazione regionale negli ultimi anni. Non si può tuttavia prescindere dall'andamento dell'agricoltura, che deve essere tutelata con piani di controllo che nascono da una condivisione con le rappresentanze interessate, così come successo il 22 luglio scorso per quanto riguarda i corvidi. Spiace che una parte della popolazione sia avversa a questo controllo, ma la nostra agricoltura, che ha saputo recuperare terreni da zone boschive, va salvaguardata. Gli abbattimenti di questi volatili sono comunque contenuti e concentrati nelle zone più a rischio. Pur restando aperti al dialogo, il nostro voto alla mozione sarà di astensione.»

Il Consigliere Roscio ha ribadito che la mozione «non è in contrasto con la tutela dell'agricoltura. La mancata approvazione di questa iniziativa è un'occasione persa.»

Il Consigliere Vincenzo Grosjean (UVP) ha invitato «chi si è lamentato del piano di contenimento a tenere presente che per un agricoltore i prodotti della campagna corrispondono al ritiro a fine mese della busta paga per un impiegato. Ad essere tutelati devono essere innanzitutto gli agricoltori.»

Per la Consigliera di Alpe, Patrizia Morelli, «la Giunta regionale deve chiarire alle Associazioni ambientaliste se il danno dei corvidi sia o meno rilevante, perché per qualcuno i danni sono stati davvero ingenti. Non c'è un approccio ideologico a questa mozione, ma è lecito chiedersi se l'abbattimento sia davvero efficace, dal momento che ogni anno il problema si ripropone.»

Il Capogruppo del PD-SVdA Raimondo Donzel ha affermato: «Ho verificato che in altre regioni i piani di contenimento sono ben più invasivi del nostro, quindi mi pare ingiusta la lapidazione dell'agricoltura valdostana e del nostro turismo. E' tuttavia essenziale e indispensabile aprire nuovamente un dialogo con le Associazioni ambientalistiche per rivalutare congiuntamente la situazione, tenendo comunque presente che in Valle d'Aosta il rischio di sparire non lo corrono le ghiandaie, ma i coltivatori diretti, perché la Regione non ha più le risorse economiche per sostenere costosi sistemi di protezione a fronte di una produzione di nicchia.»

MM