Info Conseil
Communiqué n° 387 de 30 juillet 2014
Approvata la nuova disciplina per l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali
Riunione del Consiglio del 30 luglio 2014
Nella seduta del 30 luglio 2014, il Consiglio regionale ha approvato, con 33 voti a favore e 2 contrari (M5S), la nuova disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali e soppressione delle Comunità montane.
La proposta di legge, presentata dai gruppi UV, SA, UVP, Alpe e PD-SinistraVdA, si compone di 27 articoli volti a definire gli ambiti territoriali ottimali per l'esercizio delle funzioni e dei servizi comunali e a istituire le Unités des communes valdôtaines, a decorrere dalle prossime elezioni comunali del 2015, in relazione alla contestuale soppressione delle attuali Comunità montane.
Il testo è stato illustrato da due relatori: il Presidente della prima Commissione, Joël Farcoz (UV), e il Consigliere Elso Gerandin (UVP).
La gestione si articolerà su tre livelli: regionale, sovracomunale e comunale. Per quanto riguarda l'ambito territoriale unico regionale, le funzioni e i servizi comunali dovranno essere gestiti in forma associata dal Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta-Celva (formazione degli amministratori e del personale, consulenza e assistenza tecnica e giuridico-legale, supporto alla gestione del personale, riscossione coattiva delle entrate tributarie), dal Comune di Aosta (piano di zona, servizio migranti e accoglienza notturna, servizio di distribuzione del gas metano tra i comuni, servizi cimiteriali di interesse regionale), dall'Amministrazione regionale (reclutamento del personale, procedimenti disciplinari, valutazione della performance).
La gestione in ambito territoriale sovracomunale sarà gestita tramite le Unités des communes e mediante convenzioni tra Comuni. Il limite delle Unités è di 10 mila abitanti, salvo che le proposte di associazione siano identiche a quelle delle attuali Comunità montane. Alle Unités è affidato l'esercizio obbligatorio dello sportello unico degli enti locali, dei servizi alla persona, dei servizi connessi al ciclo dell'acqua e dei rifiuti, del servizio di accertamento e riscossione volontaria dei tributi, mentre tutti i Comuni dovranno obbligatoriamente gestire in forma associata, mediante convenzione tra i Comuni interessati, l'organizzazione generale dell'amministrazione, la gestione finanziaria e contabile, l'edilizia privata e pubblica, la pianificazione urbanistica, la polizia locale e le biblioteche. I singoli Comuni si occuperanno di funzioni e servizi residuali.
«Il s’agit d’une réforme structurelle de nos Collectivités locales – a dit le Président de la première Commission, Joël Farcoz (UV), rapporteur de la mesure législative –. Nous sommes satisfaits d’avoir soutenu un projet de loi partagé par les forces politiques visant à réorganiser le territoire valdôtain dans le respect du principe de subsidiarité. Cette réforme permettra de créer des économies pour épargner sur les services et dans l’exercice des fonctions, tout en sauvegardant les 74 Communes qui sont le point de repère du territoire et l'expression du tissu identitaire, culturel et social et des particularités culturelles, linguistiques et historiques de notre Vallée.»
Il Consigliere Elso Gerandin (UVP), relatore, ha affermato che «la gestione associata di funzioni e servizi comunali è il primo tassello fondamentale verso la riforma organica degli Enti locali, che non potrà prescindere dalla revisione della legge regionale n. 48 (finanza locale) e n. 22 (in materia di personale), della nuova legge elettorale comunale, indennità degli amministratori locali, revisione della legge sui segretari comunali. Questa proposta cambierà il sistema di amministrare nella pubblica amministrazione e darà importanti occasioni, per chi vorrà e saprà coglierne le opportunità, di superare difficoltà reali e contingenti, spesso derivanti da regole europee o statali, come lo è in questo momento il patto di stabilità. Il provvedimento parte soprattutto da una realtà che vede oggi le Comunità montane valdostane esercitare già numerosi servizi comunali in forma associata da un decennio, per introdurre elementi migliorativi in forza dell’esperienza passata, con l'istituzione delle Unités des communes valdôtaines. Ma non è solo un cambio di nome: si interviene in modo sostanziale nell’assetto istituzionale, introducendo novità significative sul piano della “governance” dell’ente, sul piano della riduzione dei costi, sul piano delle politiche tariffarie agli utenti dei servizi. Questo provvedimento era un atto dovuto: le Regioni, in particolare quelle a Statuto speciale, devono essere particolarmente attente nella custodia delle proprie competenze. Pertanto la nostra Regione ha il dovere costituzionale di garanzia delle autonomie territoriali, così come ha il dovere di ricordarsi che la sua autonomia è fondata sulla propria identità culturale e territoriale, di cui gli Enti locali ne sono portatori di valori sani.»
Il Capogruppo di Stella Alpina, Stefano Borrello, ha espresso «soddisfazione per il percorso che ha portato all'elaborazione di un testo condiviso. La disciplina normativa è un legittimo esercizio della potestà legislativa della Regione in materia di Enti locali nell'ambito del ruolo che compete alla nostra Assemblea. Nel ribadire l'importanza dei Comuni quale elemento costitutivo fondamentale della nostra Regione, la gestione associata dei servizi creerà maggiore solidarietà e sinergia tra i Comuni, favorendo delle economie di scala, incrementando la qualità delle prestazioni erogate ai cittadini sull'intero territorio regionale a fronte di una continua riduzione delle nostre risorse finanziarie. Voglio rilevare che quando si scrive una riforma, bisogna porre la necessaria attenzione affinché le volontà del legislatore possano essere recepite in maniera idonea: da qui l'impegno del Consiglio regionale a monitorare gli impatti, sia in positivo che in negativo, che queste nuove disposizioni avranno sui Comuni.»
Per il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, «se definiamo questa legge una riforma prenderemmo in giro i valdostani. Avremmo dovuto iniziare quel cambiamento che la Valle d'Aosta aspettava, invece con questa proposta di legge si è scelto di salvare il sistema, compresi i costi della politica. E' ancora una volta una questione di poltrone, i Comuni sono piccoli sultanati in cui il Sindaco fa il bello e cattivo tempo. Non si è dato il segnale di una politica che si rinnova, perché non ci si è voluti discostare dal controllo del territorio. In questo modo però la Regione non esce dall'impasse.»
Per il Consigliere di Alpe, Alberto Bertin, «questa è una legge positiva: non sarà una rivoluzione, ma introduce molti elementi di novità interessanti e orienta il sistema in maniera precisa. La maggiore collaborazione tra enti diventerà obbligatoria e imporrà un cambiamento di mentalità nella gestione dei nostri territori. Siamo convinti che gli amministratori locali sapranno gestirla in modo positivo. Abbiamo trovato un compromesso accettabile e utile alla nostra comunità che indirizza le autonomie nella giusta direzione e, nel lungo periodo, produrrà dei risparmi.»
Il Capogruppo del PD-SVdA Raimondo Donzel ha espresso il proprio rammarico «per la mancanza di condivisione anche da parte del Movimento 5 Stelle. Questa legge non è da minimizzare, è un importante passo in avanti, soprattutto per lo spirito di condivisione richiesto ai Comuni che dovranno lavorare per continuare a fornire i servizi ai cittadini in forma associata per far fronte alla riduzione delle risorse. Tra i passaggi fondamentali della legge, che fissa stretti paletti, la previsione della convenzione obbligatoria tra le Comunità montane per erogare i servizi alla persona e l'obbligatorietà della convenzione unica tra Comuni. Ora dobbiamo occuparci dell'applicazione della normativa, supportando i Comuni, con risorse adeguate e adattando con una trattativa, da far partire con urgenza, tra le parti sociali le norme del comparto unico, per non penalizzare i lavoratori e, quando possibile, rafforzare il personale sul territorio.»
Le Président de la Région, Augusto Rollandin, a souligné «l'effort de la Commission qui a abordé dans un bref délai un discours très engageant. Le but de cette loi est celui de faire grandir la Commune en la faisant sentir partie d'un ensemble afin de la renforcer en gérant de façon élargie les fonctions et les services. Nous avons introduit des règles claires qui produiront des échanges productifs d'expériences, qui valoriseront le personnel qui y travaille et qui ont été approuvées par le Conseil permanent des collectivités locales. Il s'agit donc d'une réforme très importante pour la Commune, qui est l'élément de base de notre système institutionnel et de démocratie.»
SC