Info Conseil
Communiqué n° 385 de 30 juillet 2014
Dibattito sulla situazione politica
Riunione del Consiglio del 30 luglio 2014
Come concordato in Conferenza dei Capigruppo, la seduta mattutina di oggi, mercoledì 30 luglio 2014, è stata dedicata alla situazione politica a seguito dell'approvazione dell'ordine del giorno riguardante l'invito alle dimissioni del Presidente del Consiglio approvato ieri.
Il Vicepresidente dell'Assemblea Andrea Rosset (UVP) ha rappresentato la maggioranza «come le tre scimmiette, perché fa finta di nulla, 'non vede, non sente, non parla'. Nessun Consigliere è infallibile, ma le vicende recenti sono gravi a livello politico. La maggioranza accusa l'opposizione di perdere tempo, mentre sono loro stessi a mettersi i bastoni tra le ruote. Riuscite ad essere tre scimmiette addirittura ammaestrate, mentre la simbologia dovrebbe essere una provocazione contro l'indifferenza, l'omertà e a limitazione di pensiero. Il Presidente Viérin non può fingere che il voto favorevole alle sue dimissioni non sia mai avvenuto. La politica ha le sue regole, che devono essere rispettate. Vi chiedo di non nascondervi dietro ad un dito.»
La Capogruppo di Alpe Patrizia Morelli ha constatato «l'abdicazione da parte Presidente Viérin al suo ruolo sia di conduttore di quest'Aula sia di leader di Stella Alpina, sottomettendosi al volere del Presidente Rollandin. La votazione di ieri è stata contro l'arroganza del potere ed è giunta non solo dai banchi dell'opposizione: quanto tempo ci vorrà ancora prima che il Presidente Rollandin ammetta che il suo sistema è un ostacolo al confronto democratico necessario per risolvere i problemi della nostra comunità? Non si può lavorare in queste condizioni, anche se l'opposizione ha sempre cercato di svolgere al meglio i propri compiti, affrontando tematiche delicate in modo costruttivo. La maggioranza invece ha sprecato la seconda opportunità che le era stata concessa dopo la crisi. Ora attendiamo urgentemente risposte e impegni.»
Il Capogruppo del PD-SVdA, Raimondo Donzel, ha precisato: «La responsabilità del cambiamento dell'ordine del giorno di questa seduta è da attribuire esclusivamente al comportamento surreale di una maggioranza inconsistente dal punto di vista politico. Ieri il Presidente Viérin è caduto su una buccia di banana che non è stata tesa da noi, che, anzi, lo avevamo avvertito. Ma peggio ancora è l'incapacità di capire la gravità del tentativo del controllo del voto segreto. Mi ribello a questo comportamento distruttore del Consiglio. Invito chi dissente a manifestarsi per ridare credibilità a quest'Aula. Altrimenti sarà giusto ritornare alle urne.»
Il Consigliere Leonardo La Torre (UV) ha affermato: «La crisi non è della maggioranza, ma della politica. Oggi non attacchiamo la persona di Marco Viérin. Il problema siamo noi tutti, che non riusciamo a capire che la soluzione passa dal riparlare dei reali problemi e delle nostre radici: manca il ruolo guida della collettività dei partiti, mancano i progetti per il futuro. Dobbiamo trovare una tregua dignitosa e corretta, senza vinti, vincitori e vittime. In primis, dobbiamo coronare il progetto della legge sugli enti locali, prendere atto serenamente del problema politico in atto e consegnarlo ai partiti col compito di risolverlo concretamente.»
Per il Consigliere Nello Fabbri (UVP), «lo spirito di collaborazione reale è un refrain che sentiamo da tempo, ma ad oggi riscontriamo solo prevaricazione. Il Presidente Viérin deve dignitosamente abbandonare la sua amata poltrona e la maggioranza deve rispondere ai cittadini. Abbiamo ben chiara l'urgenza dei provvedimenti che dobbiamo adottare, l'avevamo già evidenziata nel documento della 'Renaissance'. Ma la politica non è morta, la situazione può evolversi andando nella direzione della soluzione della crisi. Dobbiamo uscire da questo stallo e far rivedere agli elettori una via di uscita.»
Il Consigliere Roberto Cognetta (M5S) ha osservato: «Il ruolo del Presidente del Consiglio è estremamente difficile, deve avere il pugno di ferro in un guanto di velluto, soprattutto quando si manifestano falle nelle regole ed è necessario approvare provvedimenti urgenti per sopperire alle mancanze. Serve il passo indietro di Marco Viérin. Il sistema di potere dei partiti autonomistici va ben oltre l'ideologia, perché chi fa politica non lo fa per il bene delle persone, ma per i propri interessi. A mio parere ci sono altre tematiche ben più importanti degli Enti locali; ad esempio nessuno pensa all'economia della nostra regione. Il mio gruppo sta svolgendo al meglio il proprio lavoro in quest'Aula, dimostrando un livello politico elevato.»
La soluzione della situazione in atto, secondo il Capogruppo dell'UV Joël Farcoz, «non si ottiene con una semplice sostituzione: occorre certamente una riflessione più lunga ed approfondita. Come maggioranza abbiamo invitato il Presidente del Consiglio a non dimettersi, in modo anche da poter portare a termine i dossier in corso. A questo proposito, ringraziamo la minoranza per aver acconsentito a proseguire oggi nei lavori dell'Aula.»
Per il Consigliere dell'UVP, Laurent Viérin, «la lunga giornata di ieri è da dimenticare: la politica non ha fatto una figura degna di quest'Aula a causa di una maggioranza a pezzi per problemi interni e non per l'atteggiamento delle opposizioni. Per noi la discussione è stata di principio: noi non possiamo accettare che in quest'Aula vi sia il controllo del voto dei Consiglieri, come quello messo in atto ieri dalla maggioranza al suo interno, perché sarebbe la fine della democrazia. In tutto questo, il Presidente del Consiglio ha abdicato al suo ruolo di garanzia di tutti gli eletti: oggi, quindi, lanciamo un appello alla maggioranza per chiedere rispetto su di un atto politico chiaro approvato ieri da questa Assemblea. Noi confermiamo la nostra disponibilità al dialogo, come abbiamo fatto in questi giorni su temi importanti per la nostra comunità (rifiuti ed enti locali), ribadendo però la necessità di aprire una nuova stagione e attraverso un segnale concreto. Crediamo che la Valle d'Aosta abbia bisogno di un cambiamento: la maggioranza deve finirla con l'ipocrisia, evitiamo il teatrino della politica e troviamo delle sintesi per risolvere i problemi della gente.»
Il Capogruppo di SA, Stefano Borrello, ha sostenuto che «la maggioranza deve prendere atto dei voti negativi di questi ultimi giorni: quando vengono meno i numeri, viene meno la garanzia di poter assolvere al ruolo di governo. Dopo un confronto in maggioranza, abbiamo convenuto di sottoscrivere nuovamente la fiducia al Presidente Marco Viérin perché in questo momento abbiamo bisogno di portare a compimento alcuni dossier, come la legge sulla casa, la gestione dei rifiuti, gli enti locali. Non ci sottraiamo all'analisi politica e questo dovrà essere fatta all'interno non solo dei nostri gruppi ma all'interno delle nostre rispettive forze di riferimento. Noi, come Stella Alpina, abbiamo già iniziato perché il momento è difficile per la Valle d'Aosta e la comunità ci chiede serietà.»
La Consigliera di Alpe Chantal Certan ha evidenziato che «dopo la crisi, il problema politico in quest'Aula non si è risolto e il rimpasto è stato solo il frutto di un cambio di poltrone. E, oggi, la debolezza della maggioranza è sempre più marcata, con una maggioranza che abbocca alle provocazioni mentre i metodi di governo continuano ad essere gli stessi e sempre meno graditi. Se alla prima occasione di verifica si cade è perché governare a 18 a 17 è impossibile e ancora di più lo è con l'arroganza e l'imposizione. Urge un cambiamento perché il fatto politico successo ieri è molto grave. Noi siamo sempre stati disponibili a lavorare con serietà, trasparenza, chiarezza, onestà e ci auguriamo che chi oggi ci dà lezioni di politica sappia guardarsi allo specchio.»
Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, si è chiesto «come questa notte possano essere cambiate le idee. Se l'opposizione facesse un calcolo politico, mirerebbe ad arrivare alle elezioni comunali del 2015 con la maggioranza a brandelli. Invece ci interroghiamo su un percorso alternativo: provare a giungere all'individuazione di un Presidente del Consiglio condiviso. Usciamo dall'impasse tutti insieme con un progetto di emergenza concreto.»
Il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SVdA) ha sottolineato: «La crisi è soltanto endogena alla maggioranza: avete la pretesa di governare la regione, ma non siete in grado nemmeno di risolvere i vostri problemi interni. A voi non interessa il bene della Valle d'Aosta, vi preme solo spartirvi le poltrone. Oggi, anziché esservi chiariti realmente, vi siete presentati con un documento di fiducia che è una barzelletta. Siete voi, come maggioranza, ad esservi presi una bastonata. Cerchiamo tutti di essere coerenti, ma voi ricomponete le vostre criticità. Altrimenti, ammettete la vostra incapacità di governo.»
Il Presidente del Consiglio, Marco Viérin, ha preso la parola precisando: «Sono conscio dell'invito alle dimissioni. Ho sempre creduto nel compito che mi è stato affidato e ciò che conta per me è rispondere a me stesso, alla mia coscienza e alla gente che incontro. Non è onesto né nei miei confronti né in quelli dell'Aula addebitarmi il fatto di non aver avuto la volontà di determinare cambiamenti e modificare sistemi in un tempo così limitato come i trentacinque giorni del mio mandato. Ieri avrei anche potuto non accogliere l'ordine del giorno, invece non l'ho fatto perché non ho nulla da nascondere. Certamente qualcosa qui non funziona, l'assetto va verificato, occorre un confronto politico serio, altrimenti si dovrà ricorrere al voto anticipato. Il documento di fiducia della maggioranza nei prossimi giorni deve dimostrare la propria valenza politica.»
Il Capogruppo dell'UVP Luigi Bertschy ha evidenziato: «Nel lavoro del Presidente Viérin ho riscontrato buona volontà, ma ieri, col suo comportamento di obbedienza al leader politico più forte, mi ha fatto perdere fiducia nel ruolo che ricopre. Ormai la fine di un percorso è conclamata. In politica anche le discussioni lunghe non corrispondono a perdite di tempo: stiamo cercando l'assetto giusto per far ripartire la Valle d'Aosta. Non si tratta allora di parole sprecate, perché i cittadini hanno bisogno di un governo capace e forte. Mi auguro che le vacanze permettano ai nostri movimenti di capire che così non si può andare avanti, è l'ora di abbandonare i personalismi. Il vero politico è chi sa capire i bisogni e guidare la gente. Proprio per dimostrare la propria dignità, chiedo al Presidente Viérin di rimettere il mandato: sarà così che, alla ripresa dei lavori, sarà più forte e potrà essere magari riconfermato.»
SC-MM