Info Conseil
Communiqué n° 309 de 26 juin 2014
Approvate le modifiche a tre leggi in materia di paesaggio, normativa urbanistica e servizio idrico integrato
Seduta del Consiglio regionale del 26 giugno 2014
Con 18 voti favorevoli (UV e SA) e 16 astensioni (UVP, Alpe, PD-SVdA e M5S), il Consiglio regionale, nella seduta del 26 giugno 2014, ha approvato il disegno di legge che modifica la norma regionale che delega ai Comuni funzioni amministrative in materia di tutela del paesaggio (l.r. 18/1994), la normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta (l.r. 11/1998) e la legge in materia di organizzazione del servizio idrico integrato (l.r. 27/1999).
Il provvedimento, presentato dalla Giunta regionale il 17 marzo 2014, si compone di 3 capi per 5 articoli complessivi.
«Questo provvedimento è particolarmente urgente e necessario per tre motivi in particolare – ha spiegato all'Aula il Presidente della terza Commissione, Stefano Borrello (SA), che unitamente al Consigliere David Follien (UV) è relatore del disegno di legge –: il primo perché modifica le disposizioni del 2012 in materia di deleghe ai Comuni sul paesaggio che sono state ritenute illegittime dalla Corte costituzionale e i cui effetti stanno creando notevoli problemi interpretativi e applicativi agli uffici tecnici comunali e ai professionisti interessati, soprattutto per quanto riguarda le pratiche di ristrutturazione e di restauro sui cui l'Amministrazione regionale ha fondato da sempre le proprie politiche di indirizzo dell'attività nell'edilizia privata.»
«In seconda battuta, per quanto concerne il servizio idrico integrato – ha aggiunto il Consigliere Borrello –, alla luce di recenti disposizioni statali, vi è la necessità di ribadire le competenze statutarie della Regione in materia di gestione idrica oltre che di disporre di un quadro normativo aggiornato per procedere all'individuazione del nuovo sistema tariffario, il cui regime di proroga scade il 31 dicembre 2014. Infine, questo disegno di legge dispone una proroga straordinaria dei titoli abilitativi edilizi che, in un contesto economico e sociale di crisi, non potrà che portare una boccata di ossigeno a imprese e cittadini. Le disposizioni che consentono la proroga dei titoli abilitativi allungano la realizzazione delle opere senza oneri aggiuntivi.»
Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara si è soffermato in particolare sulle modifiche alla legge regionale n. 18/1994 in materia di deleghe ai Comuni sul paesaggio: «Secondo noi, non è così urgente accettare subito quanto ci è stato imposto dallo Stato con una sentenza: noi in questo campo abbiamo potestà legislativa e, esercitando responsabilmente la nostra Autonomia, dovremmo fare una riflessione più ampia per difendere questa legge fino in fondo. Ad un'azione amministrativa degli uffici, dobbiamo fare un'azione politica, confrontandoci con il Governo romano per vedere se riusciamo a ribadire le nostre competenze.»
Per il Consigliere di Alpe Fabrizio Roscio, «complessivamente la logica del provvedimento è condivisibile perché si parla di semplificazione a beneficio dei nostri cittadini, ma ci associamo alla riflessione del collega Nogara sul pieno esercizio della nostra autonomia di legislatori. Rimangono delle perplessità: non vorremmo che la deregulation, che presuppone da parte dei cittadini una grande civiltà, si trasformasse, in mancanza di un controllo superiore, in una giungla.»
Il Consigliere Borrello ha aggiunto: «È importante ribadire la competenza primaria della nostra Regione, ma c'è un discorso da fare: le sentenze si applicano e non si discutono. Abbiamo ritenuto di proseguire il percorso per evitare i problemi di interpretazione che stanno vivendo uffici e cittadini. Io invito quindi a votare questo disegno di legge proprio per sanare una situazione di oggettiva difficoltà per la nostra comunità.»
Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha ricordato che «il testo del 2012 era il frutto di un lavoro condiviso fra Sovrintendenza, Ordini professionali, Enti locali – che fu votato all'unanimità da questo Consiglio – ai fini di una sburocratizzazione e di una delega ai Comuni di certe funzioni. Fa specie che le forze autonomiste rinuncino alla difesa della nostra autonomia: noi riteniamo, invece, che l'autonomia sia un principio che si esercita quotidianamente e se vi si crede, bisogna osare. Ogni volta che si rinuncia, perdiamo un pezzo del bagaglio amministrativo della nostra regione.»
Anche la Capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli, ha espresso «un giudizio di perplessità nei confronti di due forze autonomiste che si piegano su argomenti che possono sembrare marginali, ma quando si tratta di difendere la nostra autonomia niente è marginale. Avremmo auspicato una presa di posizione più forte che meglio rappresentasse il principio di autonomia cui tutti noi facciamo riferimento.»
L'Assessore all'istruzione e cultura, Emily Rini, in sede di replica, ha concordato sul «paradosso del Governo centrale che della sburocratizzazione fa il suo baluardo e poi non adegua le sue normative in questo senso. Di conseguenza, ci troviamo di fronte a norme che vengono impugnate costantemente. È vero che l'impugnativa a questa legge è del Governo Monti, ma bisogna ricordare che l'apparato ministeriale non è cambiato ed è questo che decide su basi formali e non su regole di buon senso, così come non è cambiata la norma statale di riferimento, il Codice dei beni culturali e del paesaggio. Condivido il pensiero espresso dai colleghi sulla difesa della nostra autonomia: già allora sapevamo che poteva esserci un problema di illegittimità, ma abbiamo osato. Oggi, il forzare nell'opporci, creerebbe dei problemi concreti ai nostri cittadini.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha aggiunto: «La tutela del paesaggio è oggi una competenza a forte rischio per le Regioni: noi crediamo che un'azione politica forte debba essere fatta a livello istituzionale nell'ambito della discussione sulla riforma del Titolo V della Costituzione. Non è con questo disegno di legge che svendiamo una nostra competenza, teniamo semplicemente conto di una sentenza della Corte costituzionale, di cui non possiamo far finta di nulla, e per uscire da un impasse.»
SC