Info Conseil
Communiqué n° 261 de 10 juin 2014
Dibattito sull'elezione degli Assessori regionali
Sessione straordinaria del Consiglio del 10 giugno 2014
L'illustrazione delle priorità di governo da parte del Presidente della Regione ha dato luogo ad un approfondito dibattito, durato cinque ore e mezza, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio di oggi, martedì 10 giugno 2014.
Il Presidente del Consiglio uscente, Emily Rini, ha preso la parola al termine della sua esperienza «vissuta con grande impegno e profondo senso di responsabilità nei confronti dell'Aula, la massima manifestazione della democrazia rappresentativa in Valle d'Aosta. Ricoprire il ruolo di Presidente dell'Assemblea valdostana è stato per me un grandissimo onore, e lo è stato perché il Consiglio regionale è l'espressione della nostra comunità: siamo stati eletti per rappresentare e servire il territorio e la sua gente. Ciò che ci unisce, pur nella differenza delle nostre convinzioni e visioni politiche, è la passione per l'impegno politico. Oggi si apre una nuova fase. Mi appresto ad iniziare un nuovo percorso che intraprendo con lo stesso entusiasmo e con la stessa umiltà, sapendo che il bene della Valle d'Aosta e della sua comunità sono alla base del mio e del vostro impegno politico.»
Per la Capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli, «il progetto della Renaissance è stato fatto cadere nel vuoto in favore di una mera ricerca di poltrone, che non risolve di certo l'equilibrio fragile della maggioranza. Come forze di opposizione, non abbiamo avuto il coraggio e la sfacciataggine di presentare immediatamente la mozione di sfiducia costruttiva: abbiamo pensato ai contenuti, elaborando il documento della Renaissance, senza attuare la strategia della spallata, ma agendo alla luce del sole, consci che la nostra Regione ha bisogno di persone nuove e leggi innovative. Occorrerebbe trovare una risposta al perché il Presidente Rollandin non ha ceduto la sua carica, anche perché subito la Renaissance sembrava aver attecchito, sei Consiglieri dell'Union Valdôtaine avevano aderito e stavano per uscire allo scoperto. Per ingenuità politica o forse troppa speranza abbiamo sbagliato a fidarci: è una lezione per il futuro, questi 75 giorni non sono passati invano, anche se hanno risolto soltanto momentaneamente la crisi, perché ben presto i malumori all'interno dell'Union Valdôtaine rispunteranno. Riguardo al programma del Presidente Rollandin, la prima impressione è che non ci sia niente di nuovo e che, nonostante l'apertura del Presidente ai contenuti sollevati dalla minoranza, la conclusione sia gattopardesca: tutto cambia affinché nulla cambi. Alpe continuerà a fare ciò che ha sempre fatto, contrastando un sistema che non condivide, lavorando sempre e solo per il bene della comunità.»
Il Consigliere dell'UVP Laurent Viérin ha ripercorso le tappe della crisi, «fatta di mal di pancia, piuttosto che contenuti e volontà di reale cambiamento. Noi invece abbiamo percorso una strada all'insegna della trasparenza. La soluzione della crisi, dovuta ad una maggioranza priva dei numeri per governare, si riduce a qualche variazione di nominativi e poche azioni innovative e concrete per placare gli appetiti. Il primo punto della Renaissance era la riduzione dei costi della politica, peccato che siano stati mantenuti gli otto Assessorati: il messaggio lanciato alla collettività è quindi che ci sono più appetiti che poltrone. Non condividiamo questo progetto di spartizione. Qualcuno ha voluto addossare sulle forze di opposizione la responsabilità della mancata soluzione della crisi: evidenzio che noi abbiamo sempre agito con linearità, non con ingenuità, rivendichiamo la trasparenza nel coinvolgere le persone. Non siamo andati contro le persone, rifiutiamo la politica strumentale, personalistica. Questo rimpasto è una rilettura del programma iniziale, introducendo tre bocciature. Spiace che i contenuti della Renaissance non siano stati recepiti, se non parzialmente, perché crediamo che siano utili per la Valle d'Aosta. Dobbiamo constatare che è la politica ad uscire sconfitta. Noi continueremo in un lavoro puntuale per cambiare il sistema, lottando quotidianamente, sicuri che il cambiamento arriverà.»
Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha parlato di «delusione per lo spettacolo cui abbiamo assistito in questi due mesi. Un film vergognoso, costato milioni di euro all'economia valdostana e iniziato con le dimissioni degli Assessori: perché non bisogna dimenticare che la responsabilità di questa crisi è della maggioranza, che è diventata minoranza, poi qualcuno si è pentito e ha fatto marcia indietro. Spiace che sia il Consigliere più giovane a farne le spese, senza aver fatto meglio o peggio dei suoi colleghi. L'attore principale del film è il Presidente: attorno alla sua figura ruotano personaggi minori – una ex Presidente del Consiglio schierata, che non ha mai preso posizione per difendere questa Assemblea – e attori co-protagonisti, come il Consigliere La Torre, che prima invoca le dimissioni del Presidente, poi si tira indietro. Vi sono poi le comparse, come il Consigliere Perron che, dopo aver placato la sua insofferenza, come una pecorella smarrita ha ritrovato il suo buon pastore. Un'alta operazione di grande politica, che è stata vissuta alle spalle dei cittadini. E oggi, le mie sono le parole dei tanti cittadini esclusi che non sopportano più la politica falsa che è per pochi e che tiene fuori molti.»
La Consigliera del PD-SVdA Carmela Fontana si è detta «amareggiata e disgustata: pensavamo di arrivare alla fine di un percorso capace di un cambiamento radicale aperto alla trasparenza e alla meritocrazia, invece non è così. Questi due mesi sono stati tempo sprecato e oggi torniamo alla solita palude politica con le stesse facce e con gli stessi modi di fare. Il vero cambiamento avviene cambiando le persone e non rimescolandole. Questa è una pagina buia e triste della politica valdostana: è il fallimento di una politica che ha il solo intento di rigenerare se stessa, dove ciò che conta sono le poltrone e non gli obiettivi. Rimarremo all'opposizione e vigileremo affinché il cittadino e i suoi problemi siano sempre al centro del dibattito politico.»
Il Consigliere di Alpe Albert Chatrian ha rivendicato per il suo Movimento «di aver assunto, insieme al PD, una responsabilità che andava oltre a ciò che ci si aspettava dai gruppi di opposizione: abbiamo scritto nero su bianco le priorità che erano per noi indifferibili al fine di poter portare la Valle d'Aosta fuori dal passato e procedere ad una vera discontinuità di sistema. Abbiamo subìto un linciaggio anche da parte degli alleati, ma abbiamo scelto di andare avanti perché volevamo portare il nostro contributo per un reale cambiamento nell'ottica delle pari opportunità per tutti, cosa poi non avvenuta. Oggi, ripartiamo dal documento presentato dal Presidente Rollandin: vediamo se qualcosa cambierà, se ci sarà condivisione, partecipazione, trasparenza. Se sarà una nuova stagione lo vedremo subito: basterà dare risposta alle nostre richieste che attendono da 72 mesi, in particolare sulle società partecipate. Oggi assistiamo ad una sorta di restaurazione: non il Re Sole, ma un deus ex machina che governa tutto. Noi di Alpe non crediamo nel mito del superuomo, a maggior ragione non ci crediamo oggi, a fronte di quanto abbiamo sentito in questi mesi da alcuni Consiglieri di maggioranza che lamentavano i metodi del Presidente Rollandin. Vi aspettiamo al varco. Del resto, se a Casal di Principe ha vinto il sindaco anticamorra, c'è speranza anche per la Valle d'Aosta.»
Il Consigliere Alessandro Nogara (UVP) ha compiuto una disamina del programma di governo: «Il Presidente Rollandin non ha dato risposte. Bisogna concludere l'aeroporto, ma le altre grandi opere sono in alto mare, quindi la loro interruzione non comporterebbe sprechi per la collettività. Non ho ravvisato interventi utili a supportare l'imprenditorialità, l'occupazione e ritengo che occorra affrontare al più presto la nuova legge elettorale. Questa crisi è stata una delusione anche per i cittadini che ci hanno visto lavorare per trovare soluzioni. Noi comunque restiamo disponibili a qualsiasi confronto costruttivo, ma non come si è fatto sinora, quando si è riusciti solamente a concludere il dossier sui cantieri forestali.»
Il Consigliere Leonardo La Torre (UV) ha evidenziato: «Stiamo chiudendo una fase di serrato confronto per riportare la politica al centro della discussione. Questo Consiglio che ha visto un continuo muro contro muro era percepito come fazioso, non capace di essere presente nella realtà valdostana. Oggi si apre un nuovo momento politico per ripartire e avviare un nuovo corso, trovando momenti di condivisione. La fase che si è chiusa si doveva chiudere, le elezioni sarebbero state il male peggiore, quindi credo che questa crisi abbia fatto bene a tutti: alla maggioranza perché ha potuto esaminare il proprio malessere e trovare il metodo di lavoro migliore; alla minoranza perché ha potuto esprimere in modo più nitido le sue istanze e creare la proposta della Renaissance; ai partiti, che hanno parlato nuovamente di politica. Quindi non è stato tempo perso. E' difficile realizzare cambiamenti stratosferici con questi numeri, ma si può ripartire perché si è aperto il dialogo. La colpa di tutti è stata proprio il non aver dialogato prima, nell'interesse dei valdostani.»
Il Vicepresidente del Consiglio Andrea Rosset (UVP) ha sostenuto che «oggi, la maggioranza pensa di aver vinto, ma di fatto siamo tornati al punto di partenza. La Valle d'Aosta vuole un cambiamento in termini di equità, partecipazione, trasparenza. Invece, siamo di fronte ad un sussulto politico che non ci porterà lontano: un elastico che viene tirato, che resiste, ma che è sempre più debole. I regimi politici camminano sulle gambe degli uomini, però la crisi di oggi, che la maggioranza incarna, è innanzitutto morale. E voglio qui sottolineare la gravità del comportamento politico dei cosiddetti "responsabili" della maggioranza, pronti a fare il grande passo e poi tornati indietro: un comportamento irrispettoso della comunità e del ruolo del Consiglio regionale. Da sempre la politica ha vissuto momenti di scontri feroci: oggi, abbiamo raggiunto l'apice, con un clima venato da una profonda malafede, che pensa solo a logiche premiali, a promesse elettorali, che prende tempo. Nel vuoto delle idee e delle azioni concrete, sono preoccupato: il cinismo non ci porterà lontano, ma noi continueremo a lavorare per il progetto Renaissance. Accogliamo positivamente le parole del Presidente Rollandin e del Consigliere La Torre: che questa crisi ci porti ad un nuovo momento politico, di rilancio del dialogo, dell'affermazione del merito. Mi auguro che tutto questo non sia carta straccia, ma che diventi realtà.»
La Consigliera di Alpe Chantal Certan ha parlato «di clima da fine anno scolastico: il Presidente Rollandin, da buon preside, ha tirato le somme, tra bocciature e promozioni. La caduta definitiva è rimandata, si tira un sospiro di sollievo fra le file della maggioranza: l'astuzia con la quale il Presidente ha operato meriterebbe quasi i nostri complimenti e oggi, ha presentato la sua nuova collezione di prêt-à-gouverner, ma peccato che a farne le spese sia stato l'ex Assessore più giovane che ci ha lasciato le penne. Credo che questi 70 giorni non siano stati negativi e inutili: abbiamo continuato a lavorare e a portare avanti la nostra azione. Alcuni dei temi che avevamo presentato negli incontri politici con l'Union Valdôtaine sono stati ripresi e non possiamo che compiacerci di questa considerazione! Speriamo che nel prossimo governo Rollandin ci siano tutti quelli che oggi ancora il programma del Presidente non cita e non declina in agenda come urgenza: tutta la Valle d'Aosta e i valdostani se li aspettano.»
Il Capogruppo di Stella Alpina, Stefano Borrello, ha affermato: «La crisi ha comportato molte problematiche dal punto di vista istituzionale, amministrativo, economico, oltre ad aver minato la credibilità di tutta la classe politica. Riteniamo urgente e non procrastinabile varare un nuovo governo. Con le elezioni non si potrebbero dare risposte ai valdostani, si acuirebbero le criticità. Stella Alpina valuta positivamente il confronto avviato con le altre forze politiche, svoltosi in un clima sereno, nel rispetto dell'importanza del momento. Dato che questo confronto ha consentito di accertare l'uniformità di vedute su alcune questioni, abbiamo ritenuto integrare il programma di legislatura con alcuni temi, in particolare le politiche del lavoro, la verifica delle grandi opere, la revisione delle società partecipate e le riforme istituzionali. La Stella Alpina ritiene allora di dover proseguire in questo dialogo. La Giunta dovrà farsi carico di una notevole mole di lavoro, conscia delle difficoltà che stiamo vivendo: l'auspicio è che sappia guadagnarsi ogni giorno la fiducia che ora le attribuiamo.»
Per il Consigliere Nello Fabbri (UVP), «oggi è una triste giornata per la politica e per la Valle d'Aosta in generale. Si è persa l'occasione di un rinnovamento in favore di un rimpasto da manuale della vecchia politica, tutto si è risolto con un cocktail fatto con gli stessi ingredienti di prima. L'unica Renaissance è stata quella degli Assessori dimissionari che oggi tornano al potere. Tutto è stato messo a tacere per non aprirsi al confronto ma per temporeggiare. Il momento difficile che viviamo richiede coesione politica, invece resiste una maggioranza fragile. In questi dieci mesi in cui ci è stato negato il dialogo di soluzioni ne sono state prospettate ben poche: mi chiedo come saprete affrontare i problemi.»
Il Consigliere di Alpe Alberto Bertin si è detto «scettico rispetto al nuovo programma» e ha parlato di «incapacità della maggioranza di svolgere il proprio ruolo: dopo un arresto, si riparte con un piccolo restyling. Questa è stata una crisi al buio, con un protagonista: l'incomprensibile Consigliere La Torre che ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità, parlando e contraddicendosi in continuazione. Non poteva finire quindi che con un rimpasto di governo in puro stile democristiano da prima Repubblica, preludio di un governo balneare, di galleggiamento, che non sarà in grado di rispondere alle necessità della nostra Valle. La debolezza politica è confermata: il sistema è alla fine, ma non sarà questo governo a cambiarlo. Un governo che affronterà l'ordinaria amministrazione ma che non potrà affrontare le grandi questioni necessarie a dare un futuro alla nostra regione. Purtroppo non sarà in grado di farlo.»
Il Consigliere segretario Fabrizio Roscio (Alpe), richiamando le priorità enunciate dal Presidente della Regione, ha osservato che «se veramente si voleva imprimere un cambiamento, bisognava inserire uno dei pilastri fondamentali del progetto della "Renaissance", ovvero la riforma della legge elettorale: questo per evitare il sistema di controllo del voto o il verificarsi della stessa situazione alla prossima tornata elettorale. Ma non ne vediamo traccia. I due documenti, quindi, il nostro e quello della maggioranza, non sono neanche lontanamente paragonabili: né sulla gestione dei rifiuti, né sulle partecipate, né sui trasporti, con dichiarazioni generiche e senza sostanza. Non diciamo quindi che siamo la stessa cosa: noi guardiamo al futuro e facciamo fatica a pensare che il cambiamento della Valle possa essere incarnato da chi ha incarnato il sistema che noi combattiamo.»
Il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SVdA) ha ironizzato: «Oggi il Presidente Rollandin ha deciso di premiare le competenze e lasciarsi alle spalle scelte improvvide, come dimostra l'aver affidato Assessorati a persone di comprovata esperienza nelle rispettive materie e confermando agli altri dicasteri rinomati esperti. Un rimpasto a favore della qualità, perché il Presidente ha capito di non poter proseguire coi vecchi metodi, con la vecchia legge elettorale, coi soliti criteri per le società partecipate. Siamo contenti poi che siano stati messi in discussione i progetti delle grandi opere e siano stati ridimensionati i costi della politica, della sanità, delle società para pubbliche. Con questa nuova visione si evidenzia un drastico cambio di rotta rispetto al passato.»
Per il Consigliere Elso Gerandin (UVP), «la maggioranza ha condotto la Valle d'Aosta all'isolamento politico, non ha difeso il nostro Statuto e l'Autonomia, allineandosi alla politica romana, mentre ad esempio le Provincie di Trento e Bolzano hanno ottenuto risultati positivi nell'ambito fiscale. Siete stati assenti sin dall'insediamento della Legislatura, non avete dimostrato di avere a cuore i valdostani. Ci preoccupa il futuro, perché la sostanza non è cambiata; semplicemente, la paura delle elezioni ha partorito il topolino. Noi invece non cercavamo poltrone, non condividevamo il sistema. Dopo questa crisi, la minoranza si colloca tra i vincitori, contrariamente alla Stella Alpina, che si avvia ad essere cannibalizzata dall'Union Valdôtaine, come il PdL nella scorsa Legislatura. Ma soprattutto a perdere è stata la Valle d'Aosta, visti i contenuti del programma della maggioranza, in cui non rientrano interventi nel campo del sociale. Questo è un governo senza futuro e senza prospettive, che cadrà per la vostra azione politica sbagliata e per l'intervento della magistratura. Se proporrete atti in favore della Valle d'Aosta li voteremo indipendentemente all'essere all'opposizione.»
Il Vice Capogruppo dell'UV, Claudio Restano, citando l'ordine del giorno approvato dal Conseil fédéral dell'UV che richiama gli eletti al dialogo e alla collaborazione con le altre forze politiche, ha affermato che «si tratta di un chiaro messaggio che gli Unionisti vogliono dare ai Consiglieri e alla comunità. Un messaggio di apertura e di condivisione che nasce da questa lunga crisi. Una crisi che ha portato ad un confronto acceso e serrato con gli imprenditori, gli artigiani, le associazioni, i lavoratori: tutti ci invitavano ad andare avanti e a dare alla Valle d'Aosta un governo che ci permettesse di superare la crisi guardando avanti. Ma anche ad un confronto tra Consiglieri: il momento odierno vuole essere un inizio di un nuovo percorso da fare insieme nel rispetto dei ruoli che ognuno di noi ricopre all'interno del Consiglio Valle.»
Per il Consigliere dell'UVP Vincenzo Grosjean, «c'è bisogno di un cambiamento reale nel fare politica e non solo di un ricambio. Serve una svolta per rilanciare la Valle d'Aosta e penso in particolare all'agricoltura, dove c'è la possibilità di creare posti di lavoro e di aumentare la produzione, ma il settore è completamente abbandonato a se stesso. La maggioranza continuerà ad avere Assessori ubbidienti, e noi continueremo a fare opposizione.» Il Consigliere ha poi «stigmatizzato il comportamento di alcuni Consiglieri di maggioranza che prima si sono detti disponibili a firmare il documento delle opposizioni e poi hanno fatto marcia indietro, come i Consiglieri Restano e Rini.»
Ha quindi ripreso la parola il Consigliere Restano per precisare: «Forse il Consigliere Grosjean si confonde: non ho mai firmato il documento della "Renaissance", sono invece uno dei "responsabili" e non mi vergogno a dirlo, perché grazie a noi è stato fatto un tentativo di aprire il dialogo. E in politica bisogna parlarsi.»
Il Capogruppo del PD-Sinistra VdA, Raimondo Donzel, omaggiata la figura di Giacomo Matteotti, di cui ricorre l'anniversario della scomparsa, ha evidenziato: «L'esigenza di un cambiamento in Valle d'Aosta è forte, è stata avvertita già anni or sono, ma le si sono sempre tarpate le ali. Per uscire dalla crisi altre possibilità erano fattibili, tra cui un governo di emergenza che consentisse il cambiamento della legge elettorale, al quale siamo disponibili a collaborare. Avevamo chiesto il passo indietro di chi non vuole il rinnovamento, non la testa dei più giovani; invece ci ritroviamo con un governo balneare, un monocolore Rollandin, che non ha tenuto conto delle nostre proposte. E' poi paradossale che durante lo stallo siano state votate le uniche due leggi del 2014; sta a significare che il programma di Union Valdôtaine e Stella Alpina è fumo e non arrosto. Il nostro gruppo, il partito e tutte le forze di sinistra che ci sostengono credevano in un dialogo sincero, non solo in un passo indietro dei responsabili della crisi, ma anche una condivisione di questioni come l'allargamento ad altre forze politiche, ma questo non è stato possibile. Da parte nostra non c'è la preclusione a ragionare di ogni singolo tema, ma solo con onestà e rispetto per le idee altrui. Abbiamo chiesto la raccolta differenziata dell'umido nel fondovalle e i centri di compostaggio, non la riedizione della Commissione rifiuti che ha ben operato più di un anno fa. Sui rapporti con il governo nazionale, siamo disponibili a lavorare a 360° perché la nostra Regione non sia penalizzata a livello nazionale.»
Il Capogruppo dell'UVP, Luigi Bertschy, ha dichiarato: «Questo governo nasce per dare piccole e puntuali risposte e per mettere insieme i pezzi di una maggioranza in grave difficoltà. Nel programma presentato oggi dal Presidente non c'è nulla di nuovo, se non il richiamo ad un'apertura nei confronti delle opposizioni: questo è quanto la maggioranza è riuscita a fare in 75 giorni; noi in 100 giorni avremmo potuto mettere in campo i sette punti programmatici declinati nel progetto "Renaissance"! Si fa solo finta di fare delle riforme, senza però rispondere chiaramente e concretamente alla comunità. Si tratta di due modelli diversi che non si sono ritrovati: noi siamo per un reale cambiamento del sistema e non possiamo rinnegare il nostro progetto. Per noi, le grandi opere sono da dilazionare per versare risorse nell'economia valdostana, per creare concrete opportunità di lavoro, non elemosina. Abbiamo voluto fermare un sistema di governare, ma la responsabilità della crisi non è nostra: è della maggioranza.» Il a conclu en soulignant que «a un peu plus d'un an et demi de sa naissance, l'UVP, avec les autres forces politiques de l'opposition, a su mettre en difficulté la méthode de faire politique et d'administrer qu'elle combat dès son début. Pour nous c'est un grand résultat. Les Valdôtains nous ont demandé d'être cohérents, convaincus et déterminés : les forces d'opposition, ensemble, continuerons de travailler pour un projet alternatif et pour une nouvelle et différente politique pour notre région.»
SC-MM