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Communiqué n° 198 de 11 avril 2014

In Consiglio il dibattito sulla situazione politica

Adunanza del Consiglio di venerdì 11 aprile 2014

Nella seduta dell'11 aprile 2014, in Consiglio si è aperto un ampio dibattito sulla situazione politica scaturita a seguito dell'approvazione della risoluzione che invitava il 26 marzo scorso il Presidente della Regione e la Giunta a dimettersi.

I Consiglieri dei gruppi Union Valdôtaine Progressiste, Alpe, PD-SinistraVdA e Movimento 5 Stelle hanno sottoposto all'attenzione dell'Aula un documento che contiene una serie di linee programmatiche che hanno lo scopo di riformare il modello Valle d'Aosta, declinate in dieci punti: lavoro, welfare, equità sociale; riforme e costi della democrazia per una autonomia responsabile; riforma delle società partecipate; stop a grandi opere; diritto alla salute per una sanità di qualità e accessibile a tutti; piano di rilancio dell'agricoltura di montagna; rispetto del territorio attraverso paesaggio, energie rinnovabili e rifiuti zero; una nuova mobilità per uscire dall'isolamento; turismo volano dell'economia; crescita culturale attraverso l'istruzione, la formazione, la ricerca e lo sport. Nel testo sono presentate le azioni da portare a compimento entro i primi 100 giorni: riduzione dei costi della politica, riforma delle società partecipate, proposta di legge su reddito minimo di cittadinanza, stop alle grandi opere, riforma della legge elettorale e degli enti locali, predisposizione del piano regionale dei rifiuti e del piano investimenti straordinari per il lavoro, sburocratizzazione e implementazione dei fondi di rotazione per il sostegno e lo sviluppo del settore produttivo.

Per il Capogruppo dell'UVP, Luigi Bertschy, a seguito dell'approvazione della risoluzione che invocava le dimissioni della Giunta, il Presidente aveva un solo passaggio da fare: ritornare in Aula per riprendersi la fiducia. Questa poteva essere la risposta forte di chi si sente forte: ma non è più così. Malgrado le critiche mosse ai gruppi di opposizione, definiti una forza d'urto per abbattere un uomo, ha aggiunto Bertschy, abbiamo dimostrato, in questi nove mesi, di essere anche capaci di proporre: oggi, presentiamo un progetto nuovo per cambiare la Valle d'Aosta. Un modello per uscire dalle logiche del passato, perché c'è bisogno di una svolta innanzitutto nel modello di organizzazione del lavoro, nell'ottica di una riduzione dei costi della democrazia, di introdurre una reale semplificazione e di avviare le riforme di cui la Valle d'Aosta ha bisogno. La maggioranza, secondo il Capogruppo dell'UVP, non ha più un progetto valido per dare risposte alla crisi che si è abbattuta sulla regione: la gestione di un uomo solo al comando, con dei Consiglieri che non sono liberi di lavorare ed esprimersi, sono per i Consiglieri dell'UVP un ricordo negativo che hanno deciso di abbandonare. Oggi bisogna lavorare con il solo obiettivo della "renaissance": riforme, trasparenza, equità per una Valle d'Aosta migliore.

La Capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli, ha ribadito il Governo regionale deve dimettersi, e per questo ha chiesto al Presidente del Consiglio di abbandonare il ruolo di passacarte e cominciare a dare il buon esempio. En présentant le document des groupes d'opposition, Madame Morelli a souligné qu'il ne s'agit pas d'un texte fermé, puisqu'il y a la disponibilité à la confrontation, à l'accueillement des intégrations des collègues. Nous n'avons pas la prétention d'être les seuls à avoir à cœur le bien de la communauté, a-t-elle affirmé, mais nous voulons le faire par le biais de méthodes bien différentes. Per la Consigliera Morelli, l'opposizione mira a un modo di amministrare più aperto, equo, rispettoso delle pluralità: è il confronto che fa progredire, per quanto sia un percorso più faticoso. Questo decalogo non è aria fritta, ha proseguito, ma il frutto di un confronto serrato e collegiale, con obiettivi immediati e prioritari. Oggi la Valle d'Aosta è una comunità profondamente divisa, ma non è con atteggiamenti buonistici e ipocriti che si può trovare la soluzione. Per la Consigliera, occorre invece ripartire con basi paritarie e civili: il Presidente della Regione deve fare un passo indietro, e se così non sarà, la decisione unica spetterà agli elettori. Pensiamoci bene, però, ha concluso, prima di portare alle elezioni una comunità spaccata in due.

Per il Capogruppo del PD-SinistraVdA, Raimondo Donzel, è evidente che non è l'azione dei 17 Consiglieri di opposizione che porterà alle elezioni anticipate, ma sarà la scelta precisa del Presidente Rollandin e di chi, silenziosamente, gli siede accanto per difendere il proprio potere e non l'interesse dei valdostani. Oltre ai tagli dovuti alla diminuzione di risorse che sono il frutto del patto scellerato sul federalismo fiscale siglato con Berlusconi, il fatto più grave è che la maggioranza ha sbagliato rotta in ambito economico portando avanti le grandi opere: oggi, la Valle si ritrova con aeroporti deserti, con progetti inattuabili di università e ospedali che mettono in ridicolo la regione e hanno indebolito tutti i valdostani. Il Consigliere ha quindi sottolineato che il progetto di rinascita che viene presentato oggi è patrimonio collettivo di una società civile valdostana che già nel 2006 si era messa in moto per invocare un cambiamento attraverso i referendum: chiediamo, ha detto Donzel, lo stop al controllo del voto degli elettori attraverso le tre preferenze, chiediamo di ripartire dal lavoro dando spazio all'iniziativa privata, valorizzando la piccola e media impresa, i giovani e la meritocrazia per favorire l'occupazione. Servono investimenti mirati per contrastare la chiusura delle aziende e la crescita continua della disoccupazione. Serve agire subito per rispettare il referendum per la gestione a freddo dei rifiuti che la Giunta ha disatteso completamente. L'ora, per il Capogruppo del PD-SVdA, è venuta per un vero progetto di cambiamento per la Valle d'Aosta, attraverso un accordo serio su di un documento puntuale capace di dare risposte immediate.

Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Ferrero, ha affermato che al momento esistono due Valle d'Aosta: una falsa, rappresentata dalla maggioranza, da alcuni sindacati e associazioni di categoria che agiscono "a comando"; l'altra è quella vera, di chi tutti i giorni affronta i disagi per il trasporto ferroviario, di chi non trova lavoro e non è protetto, di chi non si vede pagare i contributi promessi. Nel documento dell'opposizione, ha proseguito il Consigliere Ferrero, c'è la primavera della Valle d'Aosta, senza ribaltoni e coltellate alle spalle, perché rappresenta una nuova politica che affronta a viso aperto, che vuole cambiare le regole del gioco. Chiediamo l'adesione ad un progetto nuovo, ha detto, non un programma delle favole. Ha quindi evidenziato che il programma è volutamente bilingue, in nome di un francese sinora non utilizzato come risorsa, ed è articolato in dieci punti, scolpiti nella pietra, ma pur sempre integrabili. Ha infine annunciato che il proprio gruppo non vuole le elezioni anticipate, ma non le teme, tanto da chiederle, se necessario, perché preferisce il tumulto della libertà alla quiete della servitù. Rivolgendosi alla maggioranza, ha auspicato il coraggio, la responsabilità e la coscienza di comportarsi allo stesso modo.

Il Consigliere dell'Union Valdôtaine, Ego Perron, ha evidenziato che è difficile esprimersi su di un documento di cui si viene a conoscenza per la prima volta solo oggi in Aula. Ha quindi chiesto, per senso di responsabilità di fronte ad una proposta articolata e puntuale – che il Consigliere ha interpretato come un contributo sincero e onesto ad un dibattito politico e ad un'azione programmatica –, che ci sia la possibilità di avere del tempo al fine di fare una valutazione politica, seria, attenta e dettagliata, che non sia il frutto di posizioni soltanto personali. Perron ha poi puntualizzato che se da una parte si possono apprezzare i modi con cui alcuni Consiglieri hanno posto all'Aula il progetto, diventa difficile dialogare con chi, come il Consigliere Ferrero, si esprime con velate minacce miste a insulti, anche sul piano personale. Malgrado i giudizi duri sull'operato di questa maggioranza, ha detto Perron, noi non disconosciamo il lavoro svolto sino ad ora, in un contesto difficile: siamo pronti ad affrontare la situazione per superare questo momento di difficoltà della politica valdostana, essendo consci del fatto che le elezioni invocate da tanti e volute da pochi non sono la soluzione.

Il Consigliere dell'Union Valdôtaine Leonardo La Torre ha affermato che i cambiamenti così radicali, come quello in atto, o si subiscono o si guidano, ragionando anche sulle prospettive future. Sappiamo tutti, ha evidenziato, che rischiamo di perdere quanto abbiamo ottenuto nel cammino della nostra autonomia per colpa delle decisioni a livello statale. Non sprechiamo questi momenti in cui dobbiamo difenderci, ha continuato, non trasformiamoli in uno scontro, perché c'è in gioco il futuro della nostra Regione. Il Consigliere La Torre ha poi precisato di aver aderito al documento dei quattro saggi per rispondere, da valdostano, a un richiamo che supera le divergenze politiche a favore del bene della Valle d'Aosta. Esiste un grave malessere generale, ha proseguito, perché le questioni in discussione sono tante e toccano direttamente la cittadinanza: basti pensare ai forestali, su cui probabilmente sono stati compiuti degli errori, e al Casinò. I sacrifici vanno fatti, ma forse, per il Consigliere La Torre, sono stati spiegati e gestiti male. Le preoccupazioni sono tante, in molti ambiti, si va incontro a momenti molto difficili, ha proseguito il Consigliere: abbiamo sforato il Patto di stabilità nel 2013, ma già a giugno rischiamo di sforare anche quello del 2014. Ha quindi affermato che, se serve, è il momento di scendere in piazza per difendere l'autonomia. La politica, a suo avviso, deve ritrovare la capacità di rispondere, perché altrimenti si va incontro alla disaffezione, come già si riscontra nella comunità valdostana divisa. Il Consigliere La Torre ha quindi evidenziato che una classe politica seria si mette in prima linea, si identifica in ciò che fa, ma è legittimo esprimere le proprie posizioni anche nel voto segreto. Ha infine precisato che il proprio richiamo è volto a ritrovare insieme all'Union Valdôtaine un percorso che faccia riconoscere alla gente il ruolo politico dell'Assemblea consiliare, e ha invitato i colleghi a riflettere sulla necessità di avviare un cambiamento, che presuppone una fase di credibilità reciproca, che può passare anche attraverso un azzeramento: sarebbe un passo riconosciuto dalla cittadinanza come un nuovo corso che si può intraprendere.

Per il Capogruppo di Stella Alpina, Stefano Borrello, la Valle d'Aosta non ha bisogno di fazioni politiche, ha bisogno di gesti di responsabilità, guardando non al passato, ma al futuro per una Valle d'Aosta migliore: questo il mandato che hanno dato i cittadini al Consiglio e se non lo rispettiamo, ha detto il Consigliere, è un fallimento ed è quindi giusto andare a elezioni, perché questa è la democrazia, con tutte le conseguenze negative che questo comporterebbe. Per Borrello c'è ancora spazio per il dialogo e per il confronto tra tutti i gruppi e i movimenti politici, che devono cercare di sbloccare questo momento di stallo: lo chiede la gente, lo chiedono le associazioni di categoria. Il Capogruppo di SA, definendo importante il documento presentato dai gruppi di opposizione, ha auspicato che questo sia affrontato in maniera trasversale da tutte le forze politiche, di maggioranza e di minoranza: siamo qui per trovare delle soluzioni per la Valle d'Aosta.

SC-MM