Info Conseil
Communiqué n° 182 de 26 mars 2014
Approvata una risoluzione sulla revoca immediata dell'intera dirigenza della Casa da gioco di Saint-Vincent
Seduta del Consiglio regionale del 26 marzo 2014
Nella seduta del 26 marzo 2014, l'Assemblea regionale ha approvato in sede di votazione segreta, con 17 favorevoli e 16 contrari, una risoluzione, iscritta dai gruppi di minoranza (Union Valdôtaine Progressiste, Alpe, PD-Sinistra VdA e Movimento 5 Stelle) e volta a far revocare dal Governo regionale immediatamente ed in modo inderogabile l'intera dirigenza della Casa da Gioco di Saint-Vincent.
In base all'esito di questa risoluzione, non si è provveduto all'iscrizione all'ordine del giorno dell'iniziativa proposta dai gruppi Union Valdôtaine e Stella Alpina, che impegnava il Governo regionale a farsi parte attiva per ricomporre la delicata vertenza in atto e per ricercare soluzioni per salvaguardare l'attività produttiva e i livelli occupazionali, rivalutando l'attuale assetto strutturale dell'impresa, anche con una ridefinizione delle responsabilità.
Il dibattito ha preso avvio con l'illustrazione della risoluzione della minoranza da parte del Consigliere Albert Chatrian (Alpe), che ha spiegato che la Giunta regionale ha concesso troppo tempo e credito a una dirigenza manifestamente inadeguata, ma che è costata più di un milione di euro all'anno. E' ora, ha affermato, di cambiare rotta, perché non ci sono più alternative. Il Consiglio deve far fronte alla evidente e ripetuta incapacità del Governo regionale e del Presidente di decidere. Ha quindi dichiarato che non è più tempo per privilegi alle caste e ha evidenziato che il nuovo Piano di sviluppo e la ristrutturazione non sono serviti, sebbene la maggioranza e il management non l'abbiano mai ammesso. Si è poi soffermato sui tagli agli stipendi, solo agli impiegati dei livelli medio-bassi, su cui è ricaduta la colpa del fallimento. Il Consigliere ha poi precisato che non tutte le responsabilità sono da attribuire alla dirigenza, ma di certo i manager non hanno messo in campo azioni concrete per evitare la situazione disastrosa della Casa da gioco, che sta perdendo quote di mercato. Revocare la dirigenza è un segnale per ridare dignità ai valdostani.
Il Consigliere Roberto Cognetta (M5S) ha affrontato l'argomento dei provvedimenti disciplinari al personale del Casinò, colpevole di aver espresso il proprio dissenso, anche in gruppi ad accesso riservato sui social network. I manager hanno ulteriormente dimostrato di compiere azioni senza cognizione di causa e sono stati sfiduciati dagli stessi dipendenti.
Il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SinistraVdA) ha ricordato che i lavoratori sono in stato di agitazione permanente e che la dirigenza, per peggiorare le cose, ha sospeso alcuni dipendenti per lesa maestà, prima ancora di svolgere il regolare procedimento disciplinare. Il personale sospeso non perde la retribuzione, quindi la Casa da gioco, dovendo provvedere alla sostituzione, paga due volte: il Consigliere ha suggerito che, prima di essere licenziato, il manager che ha firmato la sospensione paghi lo stipendio dei sospesi. Ha quindi evidenziato che la dirigenza del Casinò è venuta a conoscenza delle dichiarazioni sui social network evidentemente avvalendosi di delatori, perché le conversazioni dei dipendenti erano private. I manager si sono rivelati inadeguati a gestire la struttura, figurarsi a fronteggiare la crisi, ha concluso precisando la sua netta contrarietà a un'eventuale privatizzazione dell'azienda.
Per il Consigliere Laurent Viérin (UVP) si sta parlando della cronaca di una morte annunciata, perché la maggioranza non ha mai riconosciuto il disastro della Casa da gioco e oggi questa presa in giro viene smascherata sulla pelle dei lavoratori. L'opposizione, ha puntualizzato, da tempo invoca una condivisione per trovare soluzioni adeguate e con la risoluzione intende individuare i responsabili del fallimento, che non sono i dipendenti, e non risiedono tutti a Saint-Vincent. Ha quindi sottolineato le misure inique che si stanno prendendo, toccando unicamente i lavoratori, senza incidere sul vertice del Casinò, che comprende 45 persone, per una spesa superiore ai cinque milioni di euro. Ha poi comunicato che i lavoratori hanno espresso l'intenzione di contribuire ai sacrifici, ma solo a fronte di un piano concreto di rilancio. Ha infine invitato a votare favorevolmente la risoluzione, per difendere i lavoratori e riattivare la Casa da gioco, uno dei gioielli di famiglia che deve tornare a risplendere per il bene della Valle d'Aosta: basta soluzioni democristiane che vogliono salvare capra e cavoli.
L'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica Marco Viérin (SA) ha affermato che è essenziale discutere di come arginare il rischio di una futura chiusura della Casa da gioco in un momento di crisi dei Casinò in tutta l'Europa. E' un problema di tutti, da affrontare con estrema delicatezza, superando gli schieramenti politici. Il presente è un'ombra del passato proiettata sul futuro: tutti devono farsi un esame di coscienza. Ha ribadito che occorre ragionare congiuntamente, in primis sui vertici dell'azienda e sul piano di rilancio, e che l'eventuale sacrificio sul costo del lavoro deve essere equamente distribuito fra tutti i dirigenti, soprattutto in un'ottica di giusto equilibrio tra le parti.
Il Consigliere dell'UV Leonardo La Torre ha riferito che la preoccupazione è forte e non bisogna svalutare la posizione dei lavoratori. La politica deve trovare il buon senso comune per trovare soluzioni valide. La politica, ha sottolineato, non deve essere sorda, deve dire la verità, riconoscendo che i sacrifici devono essere compiuti seriamente da tutti, con obiettivi precisi. Bisogna azzerare questa una carneficina sociale che non fa onore ai valdostani e non risolve i problemi dei lavoratori. Dobbiamo dare un'immagine positiva del Consiglio regionale, ha concluso, risanando il Casinò con un progetto condiviso che garantisca un futuro.
Dopo una sospensione dei lavori, il Capogruppo della Stella Alpina Stefano Borrello ha annunciato il deposito della risoluzione da parte della maggioranza, rappresentando l'esigenza di riportare serenità all'interno dell'attività produttiva per trovare soluzioni per il rilancio della Casa da gioco.
Il Capogruppo del PD-SVdA Raimondo Donzel ha giudicato vergognoso il continuo terrorismo sui lavoratori, mentre il Consiglio regionale dovrebbe riappropriarsi del suo ruolo di indirizzo, senza distinguo politici per salvarsi la faccia. Ciò significa, ha detto, che non è più tempo delle mezze misure: l'emergenza chiede un intervento urgente e la revoca della dirigenza può ricostruire una speranza per la Casa da gioco.
Per la Consigliera di Alpe Chantal Certan la risoluzione della maggioranza è poco seria, perché è un puzzle che non riprende i contenuti espressi dalla minoranza, proponendo un impegno generico e vergognoso. Ha dichiarato di rimandare al mittente la proposta della maggioranza di "ricomporre la delicata vertenza in atto", perché la rottura è stata creata dai vertici della Casa da gioco, dalla maggioranza e non certo dalla minoranza. Ha affermato infine che sarebbe meglio che la gestione dell'azienda fosse affidata direttamente ai lavoratori, piuttosto che a una dirigenza tanto inadeguata.
Il Capogruppo dell'UVP Luigi Bertschy ha affermato che la minoranza ha dato voce a chi protesta contro il pensiero unico, mentre la maggioranza rischia solo di esasperare la situazione. Non è una soluzione, ha detto, cercare di risolvere il conflitto con le persone che lo hanno creato: per ridare l'entusiasmo ai lavoratori che l'hanno perso, bisogna cambiare la dirigenza, così come indicato chiaramente dalla risoluzione. Il Casinò deve continuare a rappresentare un atout, anche dal punto di vista turistico. Bisogna far sì, tutti insieme, che la gente abbia di nuovo voglia di lavorare ad uno sviluppo della Valle d'Aosta, che si merita un Governo che ha a cuore la sua comunità.
L'Assessore al bilancio, finanze e programmazione, Mauro Baccega, dopo aver ripercorso la storia della Casa da gioco, ha rappresentato la forte attenzione della Giunta, senza per questo volersi sostituire ai Sindacati, ribadendo la necessità di ridurre i costi di gestione e di tutto il personale, parametrando le ottimizzazioni.
Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine Ego Perron ha evidenziato che la maggioranza non ha mai preso sotto gamba le difficoltà che i lavoratori vivono sulla propria pelle e la risoluzione proposta contiene un impegno preciso, riconoscendo che al Casinò non tutto è perfetto. La ristrutturazione era necessaria per il rilancio e ora occorre elaborare un piano di sviluppo, anche rivalutando i costi di gestione, tra cui le spese del personale. Se sacrificio ci deve essere, ha ribadito, deve avvenire per tutti i livelli occupazionali. Ha manifestato la disponibilità della maggioranza di discutere una riorganizzazione dell'assetto dell'azienda, non in una logica di taglio delle teste, ma per valorizzare gli investimenti fatti. Pensiamo, ha concluso, che la struttura rinnovata abbia ancora la possibilità di produrre reddito e al Governo regionale chiediamo di farsi parte attiva per ricomporre la vertenza, per salvaguardare l'attività, soprattutto fornendo indirizzi per il rilancio. Il tutto, sempre pensando al benessere del Casinò.
Per il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Ferrero, la maggioranza deve restituire la fiducia accordata, è una questione di onore. L'opposizione pretende una pulizia totale alla Casa da gioco, eliminando le persone che creano solo danni. Non si può più continuare a dire bugie. Ha infine precisato che parte della responsabilità ricade anche sugli amministratori comunali, che non sono stati all'altezza, trasformando Saint-Vincent in una cittadina fantasma.
Ha infine preso la parola il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, per evidenziare che si sono create le premesse per poter guardare al futuro con una certa fiducia, malgrado le difficoltà di tutti i Casinò. Oggi, ha sostenuto, dobbiamo capire come rilanciare l'azienda senza penalizzare i lavoratori e la ristrutturazione già portata a termine. La soluzione non è revocare la dirigenza, ma individuare le criticità e tradurle in dati positivi. Il Presidente ha poi precisato che si può fare ancora molto in favore della Casa da gioco, facendo ritrovare stimoli ai dipendenti, e ha comunicato che non si è dato corso ai provvedimenti disciplinari di sospensione. Ha ribadito che non si è mai parlato di privatizzazione, tantomeno di chiusura. E' necessario riprendere un dialogo forte sulla gestione del patrimonio dell'Amministrazione regionale, trovando un accordo proficuo concludendo una trattativa difficile. E' certo che non si risolve la situazione soltanto cambiando la dirigenza, ha concluso.
MM