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Communiqué n° 31 de 16 janvier 2014

Dibattito sulle risoluzioni in materia di federalismo fiscale e rilancio dell'autonomia

Seduta del Consiglio del 16 gennaio 2014

Le risoluzioni riguardanti il federalismo fiscale e il rilancio dell'autonomia della Regione Valle d'Aosta discusse dal Consiglio regionale nella seduta del 16 gennaio 2014 hanno dato luogo ad un vivace dibattito. Le iniziative sono state presentate, una, dai gruppi UV e SA e, l'altra, da UVP, Alpe, PD-SVdA e M5S.

Il Consigliere Roberto Cognetta (M5S) ha dichiarato: «Abbiamo scoperto uno scenario completamente diverso da quello, seppur difficile, che ci aspettavamo dopo l'approvazione del bilancio. Si sarebbe potuto ragionare tutti insieme su come approcciarci al Governo nazionale e su come tentare di risolvere la situazione. Un primo passo è il gruppo di cui chiediamo la costituzione con la risoluzione che ha presentato la minoranza, perché quella della maggioranza non risolve la questione. D'altronde, chi crea il problema non può creare la soluzione. Voi proponete solo abbellimenti e giochetti politici, ma se vogliamo fare uno sforzo per migliorarci dobbiamo ragionare diversamente, altrimenti ne dovrete rendere conto ai valdostani, in primis ai vostri familiari.»

Il Consigliere del PD-SinistraVdA Jean-Pierre Guichardaz ha rilevato: «Questa sommarietà non è ammissibile, non amministrereste i vostri denari come vi state comportando con i soldi dei valdostani. Fate gli spavaldi, ma appena uscite dai confini regionali vi coglie una sgradevole sensazione di sottomissione. La situazione attuale è la débâcle della politica estera del Presidente della Regione, di cui non ci fidiamo, dati i risultati conseguiti, anche in conseguenza del patto 'di Palazzo Grazioli'. Oggi la Valle d'Aosta, grazie alla vostra incapacità, è in fondo alle classifiche delle Regioni in termini di considerazione e credibilità. Il Presidente Rollandin deve mettersi da parte, o almeno porsi a disposizione del Consiglio, perché si eviti la bancarotta.»

Il Consigliere di Alpe Albert Chatrian ha evidenziato che «con la risoluzione presentata dalla maggioranza, la forma è salva, ma la sostanza no. Noi vogliamo incidere e vogliamo superare un modus operandi che ha portato al fallimento del nostro sistema. Chiediamo un atto di responsabilità al fine di costituire insieme un gruppo di supporto che sia rappresentativo di tutte le forze presenti in Consiglio. Con questa risoluzione offriamo alla maggioranza una via di uscita alternativa: modificare il modello dell'uomo solo al comando e decidere insieme le sorti della Valle d'Aosta, perché le deleghe in bianco non hanno portato ad alcun risultato. Ma proponiamo anche di uscire dall'isolamento politico e di riprendere i contatti con le altre autonomie speciali più virtuose. La partita è capitale, l'accordo fatto non è più sostenibile. Auspico realmente che all'interno di questa risicata maggioranza ci sia qualcuno che, per la prima volta, decida di rompere con il passato fallimentare e, con un sussulto di dignità, dica basta a una gestione personalistica, solitaria e rinunciataria. Voltiamo pagina, è inevitabile.»

Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha osservato che «come noi, tutte le altre Regioni sapevano a cosa si sarebbe andati incontro, ma non sono così disperate come lo siamo noi adesso. Per questa situazione in cui si trova la Valle d'Aosta dobbiamo ringraziare le scelte politico-economiche del Presidente Rollandin.»

Per il Consigliere dell'UVP Vincenzo Grosjean, «questi sono i risultati del momento in cui la politica diventa un mestiere e non una missione. Non avete dato le risposte ai cittadini, sarebbe quindi l'ora di fare un passo indietro, perché la Valle d'Aosta torni a essere la petite Patrie de chez nous.»

Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha ricordato: «Diverse forze politiche già da tempo hanno espresso perplessità sugli accordi finanziari, ma le scelte sono state compiute in solitudine. Quegli accordi sono stati scellerati, per questo chiediamo di rivederli. Riteniamo che non ci siano più i presupposti perché il Presidente gestisca questi dossier, non gli accordiamo più fiducia. Occorre invece creare una task force che possa seguire in modo condiviso le prerogative dell'autonomia valdostana. Finché siamo in tempo, dobbiamo agire in un'ottica di condivisione e di trasversalità, senza bugie. La Valle d'Aosta è troppo importante per continuare a seguire i metodi del Presidente della Regione, l'inefficacia della sua azione. I problemi della maggioranza non devono essere preminenti rispetto alla comunità valdostana. »

Il Consigliere Alberto Bertin (Alpe) ha ribadito che «l'accordo del 2010 ha segnato uno spartiacque nel sistema finanziario regionale. Ci si è affidati ad una questione prettamente politica tra il Governo romano e quello valdostano e la negoziazione è stata sigillata poi dall'entrata del PdL nella maggioranza regionale. La mancanza di strategia nei rapporti con Roma si manifesta oggi in tutta la sua debolezza: questa nostra iniziativa potrebbe essere l'occasione per aprire un nuovo percorso nel rilancio della nostra autonomia.»

La Consigliera di Alpe, Chantal Certan, ha apprezzato «la risoluzione della maggioranza perché, perlomeno, c'è stata la volontà di confrontarsi, almeno a parole. Tuttavia la maggioranza continua ad insistere sulla bontà dell'accordo sul federalismo fiscale che, per noi, è invece un patto scellerato che ha rappresentato l'inizio della nostra fine. In questo momento la nostra Regione è isolata in tutti i sensi, ora anche politici. Occorre smettere di rincorrere le promesse che ci vengono fatte e cominciare a programmare il futuro di una regione che era e che vorrebbe ancora essere il carrefour d'Europe.»

Per la Capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli, «questa è la cronaca della morte annunciata di un sistema personale verticistico. Nonostante le logiche dello scontro politico, non ci rallegriamo dei risultati mancati, anzi, ne siamo molto preoccupati perché è in gioco la sopravvivenza della nostra Regione. Oggi da parte della maggioranza si gioca ad un bluff o si vuole realmente un cambiamento epocale che veda coinvolto l'intero Consiglio? Se si raggiungesse la svolta auspicata, la minoranza vedrebbe riconosciuto il ruolo che le compete e si affermerebbe che la strategia e gli accordi in atto sinora vanno ritarati perché nettamente penalizzanti rispetto ad altre Regioni. La risoluzione della maggioranza non lascia intravvedere questa possibilità di svolta, ma nulla è ancora detto.»

Il Vicepresidente del Consiglio Andrea Rosset (UVP) ha precisato: «La grande entente non ci convince, servirebbe solo ad allungare l'agonia della maggioranza e confondere le idee alla popolazione; per questo la nostra risoluzione costituisce una proposta di responsabilità. La nostra autonomia speciale è stata ferita: per superare questa situazione occorrono collegialità, impegno, lucidità. Noi chiediamo un punto e a capo per lasciarci alle spalle una difesa solitaria e ripartire.»

Per il Consigliere dell'UVP, Nello Fabbri, «il Consiglio Valle rappresenta tutta la comunità valdostana e tutti lavoriamo per il bene comune: se insieme riusciremo a difendere l'autonomia finanziaria, insieme riusciremo anche a tutelare la nostra autonomia statutaria. La nostra risoluzione non è un escamotage politico per prevalere, ma un comune agire per cercare di ottenere dei risultati positivi.»

Il Presidente della seconda Commissione, Leonardo La Torre (UV), ha sottolineato che «dobbiamo affrontare questo tema mantenendo un grande equilibrio, gettando acqua, più che benzina, sul fuoco che sta bruciando le nostre fondamenta. La mia posizione politica è nota: lo Stato non tiene più conto della nostra specialità, bisogna quindi rinverdire la pianta dell'autonomia, riportando il dibattito all'interno della Valle, anche attraverso manifestazioni di piazza che possono essere il simbolo della nostra resistenza. La difficoltà nel confronto che stiamo cercando risiede nella questione amministrativa e parte dal 2010 con l'accordo sul federalismo fiscale sul quale abbiamo posizioni diverse. La posizione politica, invece, deve essere univoca: dobbiamo fare fronte comune sulle azioni da innescare e riuscire ad avere la capacità, non di accusarci l'un con l'altro, ma di costruire insieme e di guardare avanti.»

Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero: «La risoluzione della maggioranza è una scatola vuota e non porta le idee che ci sono state rappresentate da alcuni Consiglieri della Stella Alpina. La situazione di oggi è quella di un bilancio di 40 anni di sprechi che hanno ridotto la Valle d'Aosta ad un lumicino. Siamo la regione meno virtuosa, con 739 milioni euro di debiti. Ci rimangono i debiti, il bilancio in rosso e una gestione che per quanto ci riguarda è giunta alla fine. Le responsabilità rimangono in capo alle persone e la squadra, quando non funziona, va cambiata.»

In sede di replica, l'Assessore al bilancio, Mauro Baccega, ha spiegato che «la maggioranza ha sempre sottolineato le pesanti difficoltà di un bilancio le cui risorse sono sempre più ridotte. Avevamo la consapevolezza di non aver risolto l'accordo con lo Stato, e questo fatto ha determinato una sorta di atteggiamento prudenziale che si è riflettuto nella delibera di Giunta di assegnazione dei fondi alle strutture, cui abbiamo chiesto di non utilizzare tutta la somma concessa, ma di ottimizzare circa il 20%. L'accordo del 2010 era valido per la Valle d'Aosta, perché consentiva un livello di trasferimenti e risorse che, se fosse rimasto intatto, era accettabile. I cambi al Governo nazionale hanno però apportato modifiche a nostro sfavore. Il percorso avviato da questo dibattito porterà una condivisione rafforzata, ma non riteniamo di dover votare favorevolmente la risoluzione della minoranza.»

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha aggiunto che «il tema politico è sempre stato trattato con la maggioranza di allora, quello amministrativo con gli uffici competenti e la revisione del nostro ordinamento finanziario è stata votata dal Consiglio regionale. Se ci sarà una ripresa, come credo, andremo a vedere gli effetti che questo accordo sul federalismo fiscale produrrà. Oggi, l'importante è che venga rispettato. Stiamo lavorando con Trento e Bolzano per la ripartizione del contributo delle Speciali al risanamento della spesa pubblica. Noi abbiamo fatto di tutto per avere un confronto serio con lo Stato e non abbiamo mai lavorato secondo il concetto degli amici o dei nemici nei confronti del Governo nazionale. Siamo pronti a confrontarci in questo Consiglio per esaminare in che termini andremo a concludere l'intesa con lo Stato. La trattativa, forse, non è stata portata avanti come la minoranza voleva, ma noi abbiamo cercato di affrontare nelle sedi opportune quello che noi ritenevamo giusto dal punto di vista tecnico, tenendo nella massima considerazione la volontà di tutti nel cercare di risollevare le sorti dei rapporti tra Stato e Autonomie speciali.»

Il Capogruppo dell'UVP, Luigi Bertschy, ha ribattuto: «Fosse vero che per una volta si instaurasse un modo di lavorare diverso, ma questo lo vedremo da domani mattina. Il sistema di lavorare non è quello di vedersi ogni tanto in Commissione, a noi interessa una formula politica che permetta, in maniera trasparente, di iniziare un nuovo percorso che fermi la caduta libera in cui siamo entrati. L'impegno che chiediamo è quello di garantire alla Valle d'Aosta voglia di fare e ampliamento delle possibilità politiche: l'autonomia finanziaria si insegue attraverso ragionamenti acuti e rivolti al futuro, come hanno fatto i nostri predecessori in varie epoche. Non è la questione di essere bravi o meno bravi, ma di cercare di guardare avanti e di aver ben presente che non esiste autonomia politico-istituzionale senza autonomia finanziaria.»

SC