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Communiqué n° 491 de 4 décembre 2013

Discussione sulle leggi di bilancio della Regione: gli interventi di Borrello, Chatrian, Restano, Bertin, Viérin, Ferrero e Bertschy

Seduta del Consiglio regionale del 3 dicembre 2013

La discussione generale sui disegni di legge in materia di finanziaria e di bilancio  di previsione della Regione per il triennio 2014-2016 si è chiusa nella seduta notturna del 3 dicembre 2013 con gli interventi dei Consiglieri Borrello, Chatrian, Restano, Bertin, Laurent Viérin, Ferrero e Bertschy.

Il Capogruppo di Stella Alpina, Stefano Borrello, ha dichiarato: «Il bilancio 2014 è influenzato dalle manovre di uno Stato che chiede sempre più sacrifici, indipendentemente dalle risorse disponibili. Esso è stato redatto in seguito a una seria analisi economica ed è in linea con gli orientamenti dell'Amministrazione regionale. Gli inevitabili tagli prospettati tengono conto della realtà della comunità valdostana e sono stati definiti in modo da avere l'impatto meno negativo possibile. Il 15% del bilancio è dedicato agli investimenti e permette un margine di manovra limitato. Le scelte, anche se ridotte, ci sono e saranno rafforzate dai proventi delle partecipate, dai fondi europei e dai 42 milioni di rimborso dei mutui, che saranno utilizzati per iniziative concrete sul territorio. Sappiamo che si registreranno difficoltà che cercheremo di rendere meno gravose. Sottolineo poi che non si è voluto aumentare le tasse. In merito a un settore sensibile, la sanità e le politiche sociali, abbiamo cercato di garantire qualità e servizi, seppure con disponibilità inferiori, a dimostrazione della forte volontà di provvedere a problematiche di primaria importanza. Le misure anticrisi rappresentano un importante supporto, per questo le manteniamo, seppure con una rimodulazione. In un contesto di crisi si cerca dare sollievo ai cittadini attraverso interventi rivolti alle famiglie bisognose, soprattutto ad anziani e invalidi. È un bilancio concreto che tiene conto della realtà e si assume la responsabilità di creare le premesse per continuare nella gestione politico amministrativa della nostra Regione.»

Il Consigliere Albert Chatrian (Alpe) ha evidenziato: «Nel bilancio domina il silenzio colpevole sulla macchina amministrativa, sulle società partecipate, sulla Casa da gioco, sui compensi dei manager incaricati senza trasparenza. Purtroppo non è in quest’Aula che si prendono le decisioni che contano per la nostra Regione; la minoranza ha invece condotto un'operazione verità, perché vogliamo fare meglio, senza nascondere nulla,  focalizzando l'attenzione sulle società partecipate e controllate, dove a far da padrone è la discrezionalità: sono terra di nessuno, o forse solo di qualcuno. E' possibile che in Consiglio non sia mai stata affrontata la mission del gruppo CVA? Oggi non discutiamo solo di bilancio, decidiamo il futuro della nostra Regione. L'opposizione ha scritto a più mani una controproposta, frutto di un dettagliato lavoro, mentre questa maggioranza presenta una  fotocopia del 2013, un bilancio di rassegnazione che conferma che questo modello è esausto, stanco, insostenibile. Il nostro non è un discorso legato a questioni personali, ma l'epoca dell'uomo solo al comando sta scomparendo. L'irrinunciabile sfida imminente è affrontare la disoccupazione giovanile. La finanziaria che proponiamo è aperta sulle partecipate, crea opportunità e inserisce risorse per nuovi posti di lavoro. Dà risposte certe, elimina ogni discriminazione, non rimanda i problemi. Dobbiamo essere autonomi nelle scelte, attuare politiche lungimiranti che possono essere condivise tra maggioranza e minoranza. In caso contrario, il declino delle Istituzioni e della stessa Valle d’Aosta sarà inarrestabile.»

Il Consigliere Claudio Restano (UV) si è soffermato sui temi di competenza della quinta Commissione, di cui è Presidente. «In pochi anni sono venute a mancare risorse per circa 600 milioni di euro, ma è nei momenti di crisi che si vedono i buoni amministratori e io credo che questo bilancio ne sia la dimostrazione, in particolare per quanto attiene alla sanità. Per il 2014, l'importo per il finanziamento dei LEA (Livelli essenziali di assistenza), della mobilità sanitaria e del Pay back (la spesa farmaceutica) è di oltre 254 milioni di euro a fronte dei 276 milioni dell'assestato 2013 e dei 280 milioni dell'anno precedente, che ci porta ad una diminuzione del 9%. Si tratta di una cifra importante ed è un chiaro segnale dell'attenzione che la Giunta regionale pone rispetto ad un settore così delicato. Ed è altrettanto limpida la volontà del Governo di addivenire ad una riorganizzazione dell'azienda USL attraverso una riduzione dei Dipartimenti, delle strutture complesse e dell'area territoriale, senza pregiudicare l'efficienza dei servizi e il personale impiegato. Infine, vorrei citare lo sport, un settore poco trattato, ma che nel bilancio trova una giusta collocazione: ritengo, infatti, corretta la scelta, stante l'attuale situazione e quanto realizzato nel tempo, di non investire nelle infrastrutture, mentre rimane fondamentale disporre di risorse per la manutenzione di tutti gli impianti. Perché lo sport è anche avviamento al lavoro e penso in particolare alle professioni della montagna, quali le guide e i maestri di sci che sono gli attori principali dell'offerta turistica estiva e invernale.»

Il Consigliere di Alpe, Alberto Bertin, ha affermato: «Questo documento contabile non è all'altezza della situazione, si tratta di un "bilancio di galleggiamento", per mantenere a galla questa maggioranza senza avere un'idea precisa di dove approdare. Se fino a qualche tempo fa la finanza pubblica regionale poteva ricordare un grande panfilo, ora assomiglia sempre più ad uno scafo, con inoltre alla guida degli scafisti che hanno perso la bussola. La verità finora tenuta nascosta, anche se da noi denunciata, si è manifestata in tutta la sua crudezza. Per la prima volta, si conteggiano gli utili della CVA, si attinge al salvadanaio, una scelta che rende evidente la gravità della situazione. Tutte le analisi economiche denunciano una crisi trasversale. Sintomatico il calo dell'occupazione femminile, precedentemente in crescita, come pure la disoccupazione giovanile, giunta a un preoccupante 25%. Affrontiamo una crisi strutturale, di sistema, che affonda le radici in un modello di sviluppo che manifesta i suoi limiti. Si dovrebbe puntare su sostenibilità ambientale ed equità, la popolazione è pronta a seguire questo indirizzo, i rifiuti potevano essere un primo settore su cui investire, ma non sono state previste risorse in bilancio. Si sarebbero dovute adottare, fin dal 2008, quando ancora le risorse finanziarie erano abbondanti, misure che permettessero l'emancipazione del sistema produttivo valdostano, intervenendo inoltre su sprechi e costi eccessivi dell'apparato amministrativo regionale. Oggi i nodi vengono al pettine. Bisogna superare la presenza capillare della Regione nell'economia, assegnando all'ente pubblico un ruolo di regolatore, di indirizzo e controllo. Come per gli anni precedenti, una costante risulta il ricorso all'indebitamento per finanziare le grandi opere. Da questo bilancio, purtroppo, non emerge una visione della Valle d'Aosta futura

Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha affermato: «Contestiamo l'impossibilità di capire la gestione delle risorse della Valle d'Aosta rispetto ad una crisi che peggiora. Nel 2013, il bilancio è stato costruito unilateralmente, senza nessuna possibilità per la minoranza di intervenire. Si è trattato dell'inizio del tentativo di nascondere la verità, continuato con il congelamento di fondi, poi riaperti con la politica dei rubinetti, facendo morire settori come la cultura e l'agricoltura. Oggi dobbiamo spiegare alla comunità che anche da qui la gestione è errata, visto che addirittura si sono bloccati i contributi già promessi. Questo bilancio avrà conseguenze sui prossimi dieci anni, contiene paradossi, scelte incomprensibili sulle società partecipate, sui costi della politica. Ci sentiamo derisi da certi atteggiamenti, come quando si parla di pareggio di bilancio, che è un mero artificio contabile. C'è la volontà di far morire la cultura, confermata dai tagli spropositati che non possono garantire la salvaguardia dei monumenti, l'edilizia scolastica, il diritto allo studio, la didattica. Questo bilancio può avere margini di miglioramento, ma a causa di queste scelte è difficile che ci siano prospettive per il futuro. Questo sistema poteva funzionare coi soldi, ora è fallito, ma continuerà a vivere se alimentato dalla complicità. Ci appelliamo alla coscienza di chi vuole il cambiamento: non continuate a seguire il predicatore, fatelo diventare un eremita.»

Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Ferrero, ha sostenuto che «il bilancio è il destino della Valle d'Aosta, ma questo non è un bilancio di previsione: è la consegna al tribunale dei libri contabili. È la testimonianza del fallimento di un sistema. La Giunta ha presentato la Valle d'Aosta come un ustionato del quarto grado, con ustioni su tutte le parti del corpo. Le cure che la minoranza propone, che sono le stesse che le forze politiche di maggioranza hanno portato in campagna elettorale, sono l'indispensabile per tamponare le ferite e per salvare la Valle. In questo bilancio non c'è un taglio agli sprechi e i valdostani devono capire cosa sono questi sprechi. Quali sono? Mezzi che hanno sei anni di vita che hanno bisogno di manutenzione straordinaria che costa cifre esorbitanti; spese per prodotti alimentari acquistati dalle partecipate al doppio del loro prezzo; pubblicazioni pagate per essere distribuite non si sa troppo a chi. L'invito costruttivo che rivolgo è ai Consiglieri di maggioranza: staccatevi dalla Giunta perché diversamente fareste il suo gioco e aiutereste a perpetuare il sistema. Diamo un segnale al manovratore che il periodo è finito.»

In conclusione della discussione generale, ha preso la parola il Capogruppo dell'UVP, Luigi Bertschy, che, dopo aver ringraziato i colleghi per il dibattito, ha dichiarato: «Questo non è il bilancio che la maggioranza vuole descrivere: si elenca solo quello che fa piacere sentire. La finanziaria non dovrebbe aggiungere nemmeno un euro per le fasce deboli, ma nemmeno incidere sugli abitanti della bassa e alta Valle che giornalmente si devono recare ad Aosta. Non è possibile aggiungere spese alle tante persone che stanno tribolando. Nella stesura del documento non si sono ascoltate le parti, non si è trovato un sistema strategico. Si poteva procedere ad una riorganizzazione dell'organico della Regione, in particolare dei dirigenti, che devono poter esprimere le loro intelligenze in settori strategici o per rinforzare la nostra diplomazia politica a Roma o Bruxelles. Noi abbiamo cercato di aprire un percorso nuovo nell'interesse della comunità, ma non abbiamo potuto contribuire alla progettazione del bilancio. Non si può far finta di non poter ridurre le spese, ad esempio evitando l'ottavo Assessorato, ma decidere di tagliare sui servizi per le persone. Con spirito costruttivo ma determinato, auspico a nome della minoranza che i nostri emendamenti vengano letti con attenzione e discussi, per far capire che qualcuno pensa ancora a chi ha più bisogno e va sostenuto.»

I lavori sono proseguiti con le repliche degli Assessori regionali.

SC-MM-CaSa