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Communiqué n° 407 de 24 octobre 2013

Respinta una mozione sulla riallocazione delle risorse per le domande di contributi

Adunanza del Consiglio regionale del 24 ottobre 2013

Nella seduta del 24 ottobre 2013, il Consiglio regionale ha discusso una mozione relativa ai contributi economici concedibili ai sensi delle leggi regionali di settore. L'iniziativa, proposta dai gruppi Alpe, PD-SinistraVdA, UVP eM5S, è stata respinta, con votazione segreta, con 18 voti contrari e 17 a favore.

Il Consigliere di Alpe, Albert Chatrian, nell'illustrarne i contenuti, ha richiamato la delibera di Giunta che ha sospeso, dal 4 ottobre, la ricevibilità delle domande di contributo delle leggi di settore. «Oggi, a fronte di una crisi drammatica che ha investito tutti i settori economici della regione, ravvisiamo la necessità di reperire risorse aggiuntive al fine di soddisfare le domande già pervenute alla data del 4 ottobre 2013 e permettere, quindi, quanto prima la riammissione delle istanze di contributo. Noi crediamo che si possa fare, immaginando un nuovo percorso: da una parte, rimodulando le priorità d'investimento e riprogrammando il finanziamento delle cosiddette "grandi opere" che impattano fortemente sul bilancio ma che, forse, non sono così necessarie; dall'altra, riesaminando le modalità di utilizzo degli utili prodotti dalle società partecipate al fine di reperire nuove risorse. Con questa mozione intendiamo quindi impegnare il Governo regionale ad effettuare un'analisi approfondita delle risorse destinate alla realizzazione di opere non essenziali per l'economia regionale e a definire una proposta di riallocazione delle risorse liberate. E chiediamo che la Giunta illustri le risultanze di questa attività alla Commissione consiliare competente entro 30 giorni, perché abbiamo il dovere di intervenire con urgenza. Per troppo tempo, la maggioranza ha tenuto nascosta la reale situazione del bilancio regionale e della nostra economia: non possiamo più accettare questo silenzio quasi omertoso. Siamo stati inascoltati nello scorso quinquennio, abbiamo lanciato allarmi, mentre si facevano promesse impossibili da mantenere: oggi la maggioranza si assume la responsabilità politica di aver taciuto la vera situazione e, a frittata fatta, per risolvere la situazione ha deciso di fare dei tagli lineari su tutto, senza scegliere, senza dare priorità, senza dare una chance a quei settori che potrebbero ancora sopravvivere. La nostra è una proposta "ponte", che serve a sanare una situazione particolarmente grave, salvaguardando chi ha già investito contando su aiuti previsti, ma anche una richiesta di condivisione della politica nell'affrontare i problemi.»

Per il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SinistraVdA), «È nei momenti di crisi che l'occupazione e le imprese vanno aiutate. Oggi la maggioranza ha l'occasione di mantenere una promessa elettorale: rimettere in discussione le grandi opere, che in questi anni hanno "succhiato" ingenti risorse, a scapito della piccola impresa. Grandi opere quali il people mover, l'ospedale regionale: progetti megalomani che per forza dovranno essere abbandonati o ridimensionati perché saranno difficilmente finanziabili. Ai cittadini bisogna avere il coraggio di dire che i soldi non ci sono. Cominciamo piuttosto a onorare le domande di contributo per chi ne ha veramente bisogno e per chi investe sul territorio. Chiediamo alla maggioranza di farsi carico di questo problema, ricordando che le leggi di settore hanno sostenuto e incentivato per anni attività economiche fondamentali per mantenere l'occupazione e il tessuto produttivo della Valle. Ricominciamo con la politica dei piccoli interventi, andando a tagliare da dove si può, dalle grandi opere, dalle società partecipate. Non indebitiamo il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti per la costruzione di improbabili cattedrali nel deserto. Sediamoci tutti attorno ad un tavolo per condividere le scelte necessarie a salvare la nostra comunità.»

Il Capogruppo dell'UVP, Luigi Bertschy, ha evidenziato che «la nostra iniziativa ha un valore politico. Da una parte abbiamo la necessità dare una risposta a un'illusione politica che si è creata a causa di una disinformazione messa in campo nei confronti dei cittadini, i quali sono stati dapprima rassicurati e poi bastonati. Il sistema che abbiamo sostenuto e alimentato negli anni è andato in forte crisi: oggi è giunto il tempo di provare a creare un sistema e una visione degli investimenti diversa, che vada anche nella direzione di utilizzare risorse che provengono sia dagli utili delle nostre partecipate sia dai fondi europei. Noi vorremmo, con  le società partecipate, che dispongono di risorse adeguate, sviluppare investimenti sul nostro territorio che possano avere ritorni anche per l'economia locale. Pertanto, per esempio, al fine di contenere le future spese di gestione del patrimonio immobiliare pubblico, riterremmo opportuno favorire un programma d'investimento finanziato con i proventi delle partecipate. Oggi, urge una volontà comune di farsi carico delle criticità, di dare risposte concrete e rapide per fare capire alla comunità che ci occupiamo dei suoi problemi. Non cerchiamo una vittoria politica, cerchiamo una condivisione tra maggioranza e opposizione nel farci carico di una questione che, in un momento di crisi come questo, non fa che affondare ulteriormente  chi si è impegnato e ha investito sul nostro territorio.» 

L'Assessore regionale al bilancio, Mauro Baccega, ha rassicurato «sul fatto che non ci saranno tagli lineari nel prossimo bilancio, ma individuazione di priorità. Riguardo alle domande di contributo già presentate, è bene ricordare nuovamente che queste limitazioni sono il risultato di una politica fortemente restrittiva dello Stato che non ci permette di rifinanziare i capitoli di spesa per il 2013 senza incidere sugli equilibri di finanza pubblica imposti dallo Stato. Ma stiamo lavorando per quantificare l'impatto finanziario aggiuntivo rispetto alle attuali disponibilità di bilancio, in modo da individuare le modalità, pianificare i tempi e le risorse per l’eventuale concessione delle agevolazioni. Appena avrò i dati, informerò il Consiglio. Voglio anche ribadire che la decisione di limitare i contributi è nata proprio dalla volontà politica di dare informazioni chiare ai cittadini e alle imprese senza creare false aspettative.»

Entrando nel merito della mozione, l'Assessore ha fatto presente che «la riallocazione di risorse da liberare da impegni assunti per la realizzazione delle cosiddette “grandi opere” non è un’operazione che può essere legittimamente intrapresa in quanto non si possono utilizzare fondi destinati ad investimenti per finanziare spese correnti, quali sono i contributi a fondo perso, senza una variazione di bilancio disposta con legge. Ribadisco, inoltre, come ho già avuto modo di affermare più volte, che sono convinto che il periodo delle “grandi opere” si vada esaurendo, così come si va esaurendo il tempo dei contributi a fondo perso. Questo però non può voler dire che tutto quello che è già stato avviato debba essere revocato, sia perché in questo modo andrebbero dispersi investimenti già effettuati, sia perché, in molti casi, le “grandi opere” sono state avviate a seguito di accordi con lo Stato che se disattesi, comporterebbero ulteriori danni finanziari. Le grandi opere saranno pertanto rimodulate nella programmazione 2014-2016 e nel dettaglio ne parleremo in Commissione prima e in Consiglio poi, durante l’esame della legge finanziaria. Non accogliamo la mozione perché ci presenteremo in Commissione molto prima dei 30 giorni richiesti.»

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha aggiunto che «da quattro anni non c'è più certezza di un bilancio, perché le manovre statali modificano in corso d'opera le risorse di cui possiamo disporre nella nostra Finanziaria. Vengono dimenticati dei passaggi essenziali: abbiamo firmato un patto con lo Stato nel 2011, rinunciando all'Iva da importazione a favore del riparto fiscale, ma il patto non è stato ottemperato da parte del Governo nazionale. Abbiamo un riparto fiscale che, se fosse a disposizione della Regione, ci darebbe le disponibilità di avere un bilancio rispettoso di tutto quello che è necessario per la comunità. Ricordo poi che aspettiamo ancora la chiusura del patto di stabilità: fino a quando non si concluderà la concertazione con il Governo centrale, le nostre risorse sono congelate. Le somme ci sono, ma non le possiamo utilizzare. Accettiamo, quindi, il confronto sulle prospettive di bilancio, ma non possiamo ottemperare all'impegno di riallocare delle risorse perché, in questo momento, non possiamo. Faremo il possibile per sbloccare la situazione nel 2014 non appena avremo certezze di bilancio.»

Per il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Ferrero, «la filosofia della maggioranza è semplice: il paziente è in fin di vita, decidiamo quindi con comodo, perché non c'è fretta di fare le cose. Noi abbiamo un'idea: chiudiamo definitivamente l'aeroporto e risparmiamo da subito 3 milioni di euro all'anno da riconvertire in altri settori. Un'altra cosa abbiamo capito oggi: le trasferte a Roma del Presidente della Regione, per le quali abbiamo anche modificato il calendario delle riunioni del Consiglio regionale, sono state dei veri e propri "bidoni": ancora una volta i cattivi Romani hanno picchiato i Salassi.»

Il Consigliere Chatrian (Alpe), nella replica, ha sottolineato che «l'Assessore non ha capito: la mozione non c'entra nulla con il bilancio 2014-2016, affronta piuttosto una criticità emersa con la delibera del 4 ottobre 2013. Noi chiediamo la riallocazione delle risorse al fine di sanare le pratiche istruite e impegnate prima del 4 ottobre. Ricordo che ci sono richieste di aiuto che sono ferme da maggio 2012 per mancanza di liquidità. Quello che chiediamo è che il Governo si faccia carico di un problema attuale e reale. Il Presidente Rollandin, come al solito, da grande attore, se la canta e se la suona. Il problema c'è e la causa la conosciamo bene: la maggioranza non ha saputo gestire le minori risorse a disposizione sul bilancio. E oggi cerca di scaricare spudoratamente il problema, utilizzando la solita strategia del "è colpa dello Stato". Alla fine, chi paga sono le imprese e i cittadini che, pur avendo presentato domande con fatture quietanzate, non ricevono l'aiuto dovuto.»

 

SC