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Communiqué n° 162 de 27 mars 2013

Approvate le modifiche al Piano regionale delle attività estrattive

Adunanza del Consiglio regionale: conclusi i lavori

In conclusione dei propri lavori, l'Assemblea ha approvato, con 22 voti a favore e 7 astensioni (Alpe e PD), le modifiche definitive al Piano regionale delle attività estrattive (Prae) in aggiornamento al testo adottato a giugno 2009 ai sensi della legge regionale n. 5/2008 in materia di disciplina delle cave, delle miniere e delle acque minerali naturali, di sorgente e termali. In particolare, la normativa regionale, all'articolo 4, prevede che il Piano sia sottoposto ogni triennio a verifica: l'iter era stato avviato a ottobre 2012, dopo la fase di Valutazione Ambientale Strategica, con l'approvazione da parte del Consiglio Valle delle proposte di modifica, sulle quali sono pervenute in questi mesi alcune osservazioni da parte dei soggetti interessati.

Il Piano regionale delle attività estrattive si compone di 82 aree così suddivise: 21 di inerti, 21 di pietrame, 40 di marmo e di pietre ornamentali. Ad oggi, le cave in esercizio sono 33, di cui 5 di inerti (ghiaia e sabbia), 8 di pietrame, 5 di lose, 11 di marmo e 4 di pietra ornamentale.

Le variazioni sono state illustrate dall'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena, che ha sottolineato come il Piano sia uno strumento di riferimento aggiornato, che è stato individuato con l'intento di minimizzare gli impatti sul territorio dell'attività estrattiva e di rispondere ai requisiti di sostenibilità ambientale garantendo contemporaneamente il soddisfacimento della domanda di materiale per l'attività edilizia e attenzione ai problemi occupazionali. L'Assessore ha poi riferito che è stata operata una riduzione delle superfici e dei volumi estraibili in tutti i settori coerenti con il fabbisogno locale.

Nel dibattito generale sono intervenuti i Consiglieri Donzel, Chatrian, Comé, Agostino e, per la replica, l'Assessore al territorio e ambiente.

Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha affermato che si tratta di un settore cardine che bisogna seguire con attenzione in un momento di crisi. Il piano viene dipinto come uno strumento che ha trovato ampio consenso da parte di tutti, dà una visione di una regione in cui tutto va bene. Il Piano invece non è il frutto della perfetta intesa. Ha quindi precisato che si ha un'altra percezione invece della realtà: c'è un aspetto politico che è quello di trovare la sintesi tra tutti i soggetti interessati. Una delle priorità è quella di fare in modo che all'attività estrattiva segua un'azione di ripristino e restituzione sul territorio, in sintonia con le esigenze di sviluppo di un'edilizia eco-compatibile e di una regione a vocazione turistica e agricola.
Il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), ha dichiarato l'astensione del proprio gruppo, per due motivi: innanzitutto, per non aver saputo cogliere le istanze degli imprenditori che nel corso delle audizioni in Commissione avevano chiesto uno snellimento degli adempimenti burocratici, con tempi certi e chiari e interlocutori ben precisi. Secondo, per non aver avuto la volontà politica di coinvolgere gli attori diretti e indiretti attorno a un tavolo di lavoro in modo da trovare una sintesi tra quello che è il rispetto dell'ambiente, che è la nostra prima risorsa in Valle d'Aosta, e gli attori produttivi delle piccole e medie aziende correlato all'occupazione. Per il Consigliere, questo atto programmatorio non dà soddisfazione alla collettività, né all'ambiente né alle imprese di settore: in sintesi, un documento mediocre.

Il Consigliere Dario Comé (SA) ha sostenuto che il Piano equivale a una possibilità di lavoro e gli interventi ascoltati in aula riguardano più il metodo che il merito. In Commissione, ha detto, abbiamo affrontato una discussione ampia e coinvolto diversi soggetti.
Il Consigliere Salvatore Agostino (UV) ha evidenziato che è importante decidere da che parte si sta: in questo momento di crisi ci si dovrebbe ricordare che queste attività danno posti di lavoro, ma la minoranza vuole dare un colpo al cerchio e uno alla botte e quindi invoca il rispetto dell'ambiente mescolandolo agli interessi degli imprenditori per non inimicarsi né gli uni né gli altri perché siamo già in campagna elettorale.

L'Assessore al territorio e ambiente Zublena ha replicato spiegando che non è con questo atto, che è di natura programmatoria, che si parla di iter autorizzativo e non è quindi in questa sede che si può intervenire sui tempi.

I lavori sono conclusi. Il Consiglio si riunirà nuovamente mercoledì 3 e giovedì 4 aprile 2013.


SC-PL