Info Conseil
Communiqué n° 104 de 3 mars 2013
Célébrés les anniversaires de l'Autonomie et du Statut spécial de la Vallée d'Aoste
Dimanche 3 mars 2013, au Palais régional
Aujourd'hui, dimanche 3 mars 2013, dans le salon des manifestations du Palais régional, la Vallée d'Aoste a célébré le 67e anniversaire de l'Autonomie et le 65e anniversaire du Statut spécial de la Vallée d'Aoste.
Le Président du Conseil permanent des Collectivités locales, Bruno Giordano, a ouvert la cérémonie, par la suite ont pris la parole le Président du Conseil de la Vallée, Emily Rini, et le Président de la Région, Augusto Rollandin.
Les trois interventions ont mis l'accent sur les attaques de plus en plus fréquentes à l'Autonomie valdôtaine et aux formes d'autogouvernement des Régions à Statut spécial. En particulier, le Président du Conseil permanent des Collectivités locales, Bruno Giordano, a souligné que: «Se l'approccio verso la nostra specialità viene sempre e costantemente svincolato dalla sua ragion d'essere, allora siamo in presenza non solo di una negazione delle aspirazioni di autogoverno del nostro popolo, ma anche di un rigurgito neo-centralista che rinnega, di fatto, la natura pattizia dell'Autonomia e dello Statuto che l'ha codificata.».
M. Giordano, en évoquant les récentes mesures nationales, a dit que c'est «una logica da cui emerge nitido ciò che, in varie occasioni, ho definito un attacco senza precedenti al Sistema delle Autonomie, le cui conseguenze dannose sono in grado di scaturire un "effetto domino" che vedrebbe quali ultime tessere a cadere gli enti locali che mi onoro di rappresentare. A fronte di uno scenario del genere, è tutt'altro che fuori luogo definire eroici i miei colleghi Sindaci dei Comuni più piccoli, chiamati ogni giorno a dare risposte concrete alle rispettive comunità, in condizioni operative sempre più complesse e interdipendenti. Per questo non dobbiamo smettere di affermare con forza, ed in ogni sede, le ragioni della nostra specificità, sottolineando quanto esse siano attuali e quanto, in un'epoca in cui urgono soluzioni per lasciarsi alle spalle questa crisi devastante, le differenze, come quelle di cui è portatrice la nostra comunità, possono e debbono rappresentare un contributo utile, non una zavorra da buttare a mare ad ogni costo.»
Le Président du Conseil de la Vallée, Emily Rini, a déclaré: «Oggi, se dovessimo stabilire lo stato di salute della nostra Autonomia, misurandone la temperatura, evidenzieremmo una temperatura esterna da febbre alta mentre, dall'interno, potremmo dire che il paziente sta decisamente bene. Dall'esterno, infatti, il regionalismo sta vivendo un momento di grande difficoltà sia sotto il profilo delle risorse finanziarie che delle competenze legislative. Se guardiamo al nostro interno, invece, mi sento di dire che l'Autonomia non è mai stata meglio. E lo dico convintamente, perché mai come in questo momento di difficoltà è stata evidenziata da tutte le componenti del Consiglio Valle la necessità di difendere e valorizzare la nostra Autonomia. Questo perché l'Autonomia è da tutti percepita come il nostro bene comune. Un bene che è scolpito nella roccia della nostre montagne; un bene che è figlio della nostra storia; un bene che ha valorizzato il nostro pluralismo culturale e linguistico; un bene che è un imperativo morale per la nostra comunità.»
En se référant aux jeunes qui ont participé à l'exposition «I Volti dell'Autonomia», en programme à la Citadelle à Aoste jusqu'au 9 mars, Emily Rini a commenté: «Emerge un quadro confortante dove l'autonomia genera senso di appartenenza e implica impegno e responsabilità. Emerge anche come uno dei pilastri fondanti della nostra autonomia, il bilinguismo, sia percepito come un'opportunità. Un'opportunità per essere competitivi, per essere aperti alle altre culture, alle altre lingue, agli altri popoli. Insomma, essere bilingui - per non parlare del plurilinguismo - è avere una marcia in più. In un mondo sempre più aperto, che vive di interdipendenza, di emigrazione e di immigrazione continua, di scambi culturali sempre più necessari, credo sia fondamentale l'atteggiamento dei nostri giovani. A dimostrazione di come l'Autonomia sia un concetto dinamico, in continua evoluzione, ma con basi solide e radicate.»
Pour le Président de la Région, Augusto Rollandin, «l'Autonomie spéciale - en tant que valeur, droit acquis et historiquement consolidé, mais aussi instrument de bon gouvernement - n'exclut personne. L'Autonomie n'est ni de droite ni de gauche ; elle n'est pas plus communiste que socialiste ou libérale ; elle n'est ni prolétaire, ni bourgeoise et doit être un patrimoine commun. C'est le patrimoine que nous devons protéger des attaques de ceux qui la considèrent comme un privilège, alors qu'elle constitue pour nous une conquête légitime.»
«Per ciò - a-t-il ajouté -, Autonomia e Statuto Speciale vanno innanzitutto difesi, nei confronti di chi cerca di cancellare le nostre prerogative storiche e costituzionalmente garantite. Difesi dallo Stato, quando non riconosce le nostre competenze e quando ignora e mina la nostra autonomia finanziaria, che è base e strumento essenziale per ogni politica di autogoverno. Non possiamo pensare di governare, con tagli al bilancio che intervengono all'improvviso, ripetutamente e che in un anno ci hanno ridotto il 35% delle entrate e bloccato una parte con il patto di stabilità. Siamo pronti a fare la nostra parte. Ma non possiamo accettare di essere i soli a subire, o comunque di essere coloro che subiscono più di altri, solo perché abbiamo saputo amministrare con attenzione le nostre risorse e allora, chi invece le ha sperperate, ci guarda con invidia e dice che "siamo ricchi e privilegiati"! Non siamo ricchi, siamo responsabili!»
En se référant à la politique, le Président Rollandin a souligné que «la nostra preoccupazione principale, però, è e deve essere quella di ridare nuovo slancio alla "politica", intesa come attività al servizio della comunità, come livello in grado di comporre democraticamente tra i diversi interessi. Dobbiamo creare le condizioni perché i cittadini partecipino sempre più alla vita delle istituzioni, perché in esse ritrovino la dovuta fiducia. Dobbiamo farlo - noi per primi, responsabili dei diversi enti e amministrazioni - perché in assenza di una politica sana e partecipata è sempre presente il rischio della deriva autoritaria e dello scontro sociale. In assenza di "politica" non c'è democrazia, la società si impoverisce perché non riesce ad esprimere e ad ascoltare le diverse voci e a catalizzare le diverse idee. La soluzione alla "cattiva politica"non è l'"anti-politica", non è la sfiducia, non è il lasciar fare. E' il partecipare, l'essere presente e attivo, è il saper proporre le proprie idee per costruire insieme.»
SC