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Communiqué n° 392 de 25 juillet 2012

Interpellanza su nuove concessioni di derivazione d'acqua a uso idroelettrico

Adunanza del Consiglio regionale

Il tema delle concessioni di derivazione d'acqua a uso idroelettrico è stato affrontato da un'interpellanza del Consigliere Roberto Louvin (Alpe).
 
Il Consigliere Louvin ha sottolineato che «con una deliberazione della Giunta regionale del 15 giugno scorso sono stati stabiliti nuovi indirizzi per limitare il rilascio di nuove concessioni per almeno tre anni, al fine di verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto. L'annunciata 'moratoria' - in realtà semplice 'limitazione' - sulla proliferazione di centraline idroelettriche in Valle d'Aosta, però, si applica solo alle domande di subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico presentate successivamente alla data di approvazione della presente deliberazione e, di fatto, ha portato ad accettare tutte le conseguenze delle concessioni già rilasciate - che sono 237 - e di quelle in itinere - che sono 104 - che potranno essere esaminate e accettate indipendentemente dai gravi pericoli complessivamente denunciati
Il Consigliere ha, quindi, voluto sapere «quali strumenti di analisi la Giunta intende predisporre per verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto; se nelle verifiche la Giunta prevede il coinvolgimento di soggetti esterni all'Amministrazione regionale, quali centri di ricerca specializzati, università o associazioni operanti a difesa dell'ecosistema; sulla base di quali disposizioni la Giunta intende valutare le domande presentate prima della delibera, attesa in particolare l'assenza, al momento, di 'Linee Guida' che individuino puntualmente i siti non idonei per nuovi prelievi ad uso idroelettrico; se continuano a operare per tali domande i vincoli  introdotti dalla delibera del 2008, atteso che è stata revocata

L'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo ed edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin, ha dichiarato che «il Consigliere Louvin, nelle vesti di un novello Lupin, si arrampica sui vetri per dimostrare che il governo regionale non sa gestire le domande di derivazione idroelettriche, quando invece si sta lavorando sul tema con autorevolezza e responsabilità, riconoscendo le esigenze del territorio e tutelando l'ambiente. I produttori di energia idroelettrica si lamentano dell'ultimo provvedimento adottato dalla Giunta regionale perché avvertono che si stanno ulteriormente restringendo le possibilità per loro, ma la minoranza non vuole vedere il nuovo passo in avanti rispetto al 2008: oggi tutto il territorio regionale è indisponibile al prelievo. Si sono quindi ampiamente usati i poteri che la normativa attribuisce alle Regioni. Queste regole non possono essere retroattive, ma questo non significa che non ci sono regole: continuano ad applicarsi le direttive stabilite dal Piano regionale di tutela delle acque che dal 2006 disciplinano il rilascio delle autorizzazioni di derivazione di acqua pubblica. Grazie a queste regole le domande giacenti saranno esaminate con rigore e, come successo in questi anni, ci sono buone probabilità che siano numerose anche quelle che non otterranno la concessione di derivazione.»

Nella replica, il Consigliere Louvin ha sostenuto che «l'Assessore si ammanta di idee di avanguardia e si erge a durissimo difensore della linea ambientale: forse sarebbe meglio adottare un profilo basso di questi tempi. Sul concreto, confesso di non sentirmi per niente rassicurato. Ho la sensazione che non si assicurino i presidi necessari e che ci possa essere un arretramento rispetto ai vincoli introdotti nella precedente Legislatura. Le Regioni sono titolari di poteri importanti per l'individuazione delle aree non idonee: noi avremmo la necessità di avere delle vere e proprie "linee guida". Per il settore idroelettrico, come è stato fatto per il fotovoltaico e per l'eolico, occorre circoscrivere le zone individuando ambiti reali di esclusione e non dichiarare genericamente una "indisponibilità a nuovi prelievi", mentre le concessioni continuano a fioccare. La nostra preoccupazione permane.»

SC