Info Conseil

Communiqué n° 355 de 11 juillet 2012

Approvate le disposizioni in materia di riordino fondiario

Adunanza del Consiglio regionale

L'Assemblea ha approvato, con 21 voti a favore e 7 contrari (Alpe e PD), il disegno di legge recante disposizioni in materia di riordino fondiario, presentato dalla Giunta regionale il 4 maggio 2012 e composto di venti articoli. Sul testo sono stati presentati 3 emendamenti della terza Commissione, uno dell'Assessore all'agricoltura, 3 del gruppo Partito Democratico e 30 del gruppo Alpe. Inoltre, il Consiglio ha respinto, con 7 voti a favore (Alpe e PD) e 22 astensioni, un ordine del giorno proposto dal gruppo Alpe che intendeva promuovere una norma di attuazione dello Statuto speciale per l'applicazione delle agevolazioni tributarie previste dalla legge nazionale sulla montagna in caso di trasferimenti effettuati in esecuzione di piani di ricomposizione e di riordino fondiario.

Il Vicepresidente della terza Commissione, Piero Prola (UV), relatore del provvedimento, ha sottolineato che «in Valle d'Aosta, le aziende agrarie denunciano una forte debolezza strutturale derivata da una elevata frammentazione aziendale (con 320 mila particelle iscritte nell'anagrafe delle aziende agricole). L'insistenza sul territorio di una molteplicità di proprietà composte da più appezzamenti non contigui e di innumerevoli fondi di ridotte dimensioni appartenenti a diversi proprietari ha assunto oggi le caratteristiche di una vera e propria "patologia fondiaria" che, di fatto, impedisce l'ammodernamento delle aziende agricole. Il testo definisce quindi gli strumenti operativi per affrontare i problemi della frammentazione e polverizzazione della proprietà fondiaria, al fine di perseguire l'obiettivo prioritario del rilancio dell'agricoltura, dotando la nostra Regione di una legge organica che, articolandosi in due distinti percorsi, consenta di chiudere i riordini fondiari ancora in essere e di avviare le procedure di riordino in tutto il territorio valdostano. Con il testo che si propone si è cercato anche di prevedere un iter amministrativo snello per l'approvazione del piano di riordino, salvaguardando nel contempo il coinvolgimento dei soggetti interessati durante le varie fasi del procedimento. L'obiettivo è quello di promuovere la costituzione di convenienti unità fondiarie, attraverso una programmazione degli interventi contenuta nel piano di riordino. La legge si estende su tutti i fondi del territorio regionale e ricompresi nelle zone E del Piano regolatore generale con una dimensione compresa tra i 5 ettari e i 50 ettari.»

Nel dibattito sono intervenuti i Consiglieri Giuseppe Cerise, Donzel, Chatrian, Louvin, Agostino, il Vicepresidente della Regione e l'Assessore all'agricoltura.

«Al suo arrivo in Commissione, abbiamo salutato con favore il disegno di legge - ha sostenuto il Consigliere Giuseppe Cerise (Alpe) -, tuttavia in corso di esame, ci siamo resi conto che faceva tanto fumo e poco arrosto. Lo strumento che ci è stato proposto è infatti inattuabile e mette una pietra tombale sulle opere di miglioramento fondiario future in quanto si richiede il consenso unanime dei consorziati proprietari dei terreni compresi nell'area interessata al riordino. Vorremmo sbagliarci ma vediamo la penalizzazione di un intero settore. Non si tratta di prese di posizione ideologiche ma di buon senso: sono in gioco parti significative del futuro dell'agricoltura valdostana.»

Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD), «questa proposta smentisce lo spirito della legge del 1987, che aveva rappresentato uno strumento legislativo estremamente importante per impedire l'abbandono delle valli e per promuovere la conservazione del paesaggio, la messa in sicurezza del territorio e la possibilità di un razionale sfruttamento agricolo. La smentisce perché di fatto, con l'obbligo del cento per cento dei consorziati, chiude il futuro per i riordini fondiari. Avremmo poi voluto introdurre con chiarezza il concetto di pubblica utilità ai riordini, perché se venisse meno questo principio non avremmo mai più dei riordini come si possono ammirare in alcuni comuni della Valle, ma avremmo macchie di giaguaro che circondano aree incolte. Noi crediamo che l'obiettivo della legge debba essere quello dell'organicità: la Regione deve mantenere una visione complessiva su come si organizza il territorio regionale e non scaricare tutte le responsabilità sui consorzi.»

Per il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), «c'è voluto un tempo infinito per partorire questo disegno di legge: intanto però i piani di riordino sono rimasti in sospeso, mentre nuovi studi venivano approvati e ad oggi ci sono una cinquantina di piani in attesa di sapere che fine faranno. E' evidente il tentativo di dare ampio risalto alla forma piuttosto che alla sostanza, allorquando siamo di fronte ad una navigazione a vista dell'intero settore. In questi anni abbiamo avuto uno svuotamento dei consorzi di miglioramento fondiario, che hanno da sempre rappresentato lo strumento per gestire il bene comune in Valle d'Aosta. Noi crediamo nella promozione e nello sviluppo del riordino fondiario, ma qui si confonde il riordino con le opere: nel tentativo di migliorare il testo abbiamo lavorato sodo presentando una serie di emendamenti. Siamo delusi per come l'Assessore all'agricoltura affronta i dossier di pianificazione nei campi dell'ambiente e dell'agricoltura, rinnegando il lavoro che è stato fatto nel passato dall'Amministrazione regionale. Oggi si scrive una brutta pagina nella storia del riordino fondiario.»

Il Consigliere Roberto Louvin (Alpe) ha asserito che «abbiamo bisogno di un cambio di mentalità sostanziale, perché dagli anni 80 ad oggi abbiamo perso migliaia e migliaia di persone che lavorano nel settore agricolo. Già nella precedente Legislatura, l'Assessore Isabellon aveva affossato la "legge Perrin" del 1987, facendo perdere alle operazioni di riordino fondiario il fondamento legislativo che le legittimava. Oggi ci viene riproposto un surrogato zoppo di quella normativa. Un nodo è rappresentato dai costi prima notarili e poi fiscali per le cessioni di proprietà: su questo tema gli Ordini professionali hanno presentato delle proposte concrete che noi abbiamo recepito nell'ordine del giorno depositato in Aula al fine di armonizzare efficacemente la normativa fiscale nazionale la particolarità dell'ordinamento regionale. Intendiamo quindi impegnare i rappresentanti eletti dal Consiglio regionale nella Commissione paritetica a sottoporre una proposta di norma di attuazione dello Statuto speciale con cui si preveda che le agevolazioni tributarie previste dalla legge sulla montagna del 1994 si applichino indipendentemente dalla qualifica di coltivatori diretti o imprenditori agricoli e indipendentemente dalla costituzione di un compendio unico.»

Sull'ordine del giorno, ha preso la parola il Vicepresidente della Regione, Aurelio Marguerettaz, per invitare il gruppo Alpe a ritirarlo: «Questo ordine del giorno indica la norma di attuazione per andare a normare le agevolazioni tributarie: questo tipo di soluzione viene considerato meritevole di attenzione ma alquanto improbabile. I tecnici ci indicano piuttosto i tavoli di concertazione dove abbiamo la possibilità di introdurre delle misure di questo tipo. Chiediamo quindi di ritirare l'iniziativa e di approfondire la questione in prima Commissione.»

Il Consigliere Salvatore Agostino (UV) ha preso la parola per ricordare che «in Valle d'Aosta abbiamo a che fare con i piccoli numeri e che è più facile mettere d'accordo il cento per cento dei consorziati piuttosto che il 70% di numeri molto più grossi come avviene in altre realtà.»

In chiusura di dibattito è intervenuto l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, per ribadire «la validità del disegno di legge, che ha seguito un percorso corretto e di confronto, con tempi forse lunghi ma dovuti alla complessità della materia. C'è un equivoco di base che è emerso e  che ho tentato di spiegare già in Commissione: i riordini sono una delle modalità di intervento sul territorio, ma non sono l'unica, perché c'è tutto il settore del miglioramento fondiario, in forma pubblica o privata. Nella nostra regione c'è la necessità di attuare specifici interventi al fine di arrivare ad un più efficace e razionale utilizzo del territorio a fini agricoli e favorire lo sviluppo delle zone rurali. Oggi siamo alla drammatizzazione della politica: non siamo alla morte dei consorzi, perché non sarà il 100 per cento del consenso per l'avvio dei piani a fermare l'iter. Mi auguro che questo disegno di legge permetta di gestire al meglio il passato, il presente e il futuro del riordino fondiario.»

Il Consiglio riprenderà i propri lavori domani, giovedì 12 luglio 2012, a partire dalle ore 9.


SC