Info Conseil
Communiqué n° 353 de 11 juillet 2012
Interpellanza su aumento consumo di alcol da parte della popolazione femminile valdostana
Adunanza del Consiglio regionale
Il tema del consumo di alcol da parte della popolazione femminile valdostana è stato affrontato con un'interpellanza della Consigliera Carmela Fontana, capogruppo del PD.
Per la Consigliera Fontana «secondo i dati 2010 dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di sanità, in Valle d'Aosta sono in aumento le donne (63%) che consumano quotidianamente almeno una bevanda alcolica. In Valle la percentuale di tali consumatori è diminuita rispetto al 2008, mentre la percentuale di consumatrici presenta un dato superiore a quello medio nazionale. È un fenomeno grave perché il consumo di alcol è considerato il terzo fattore di rischio per morte e disabilità nel mondo. Vorremmo sapere se sono disponibili i dati del consumo di alcol in Valle d'Aosta relativamente al 2011, per un confronto con quelli del 2010 e una valutazione dei risultati dei progetti di prevenzione già promossi dall'Assessorato; e se intende porre in essere iniziative volte a comprendere le motivazioni di fondo che stanno alla base di tali atteggiamenti, al fine di poter intraprendere progetti mirati di prevenzione.»
L'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce, ha risposto che «i dati relativi al 2011 sono disponibili nella relazione che il Sert pubblica nella sua relazione annuale. Relazione che conferma il dato nazionale di una sensibile diminuzione di nuovi utenti alcoldipendenti presi in carico, ma che evidenzia un significativo aumento percentuale di donne. Le motivazioni di fondo sono da ricercarsi nelle abitudini delle donne profondamente cambiate, anche se gli studi fatti fino ad oggi non hanno ancora approfondito bene il problema dell'alcolismo in campo femminile: spesso l'etilismo delle donne non è facilmente rilevabile, essendo spesso confinato nel privato o dissimulato per l'elevata riprovazione sociale. In questi ultimi anni questo fenomeno è diventato di rilevanza sociale: la donna impiega un tempo più limitato dell'uomo per diventare alcolista e, per la maggior vulnerabilità dell'organismo femminile nei confronti dell'alcol, sviluppa molto rapidamente le complicanze epatiche e psichiatriche correlate all'abuso. E' stato rilevato inoltre che l'esordio dell'abuso di alcol è più tardivo nella donna rispetto all'uomo: si considerano i 40 anni come il periodo a maggior rischio, perché si tratta di un'età in cui la donna può smarrire i ruoli e le speranze con più facilità. La donna vive un alcolismo reattivo, cioè preferisce bere da sola, nascondendosi. Il ruolo, i compiti diversi e, quindi, la nuova immagine femminile dei nostri giorni, espone la donna nei confronti dell'alcol esattamente come l'uomo. Le motivazioni delle donne valdostane non sono diverse da quelle delle donne che vivono in altri contesti: non si ritiene quindi di porre in essere ulteriori studi. Chiaramente in base a questa ultima tendenza bisognerà rivedere progetti più specifici indirizzati alle donne.»
Nella replica, la Consigliera Fontana si è detta «sorpresa e preoccupata. Il ruolo delle donne nelle famiglie è molto importante e non bisogna sottovalutare il problema. Propongo all'Assessore di portare la questione in Commissione, al fine di approfondire ulteriormente la questione e trovare delle soluzioni.»
SC