Info Conseil
Communiqué n° 325 de 21 juin 2012
Approvato il Piano di politica del lavoro 2012-2014
Adunanza del Consiglio regionale
Con 24 voti favorevoli e 8 contrari (Alpe e PD), il Consiglio regionale ha approvato il Piano triennale di politica del lavoro 2012-2014.
Il documento, che scaturisce da un'analisi del contesto socio-economico della regione, propone gli obiettivi strategici triennali, mettendo in campo risorse pari a 18.281.600 euro, di cui 6.203.400 per il 2012, 6.119.900 per il 2013 e 5.958.300 per il 2014.
Nel prendere la parola, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha affermato che «questo Piano è il frutto di un importante lavoro del Dipartimento competente: c'è stata una partecipazione attiva di tutti i soggetti. Il Piano non crea occupazione, ma porta una serie di proposte, interventi e aiuti che favoriscono l'occupabilità. Il programma non può mantenere gli stessi schemi precedenti e vuole abbandonare la competizione tra istituzioni e costruire una nuova sinergia tra centri pubblici per l'impiego e centri privati per il lavoro così da non disperdere le forze. I punti su cui si articola tutto il programma sono legati all'occupabilità, al rilancio dei mestieri e agli incentivi alle assunzioni, soprattutto a tempo indeterminato. Con questo Piano intendiamo gestire il fenomeno nel modo migliore: non solo prevenzione della disoccupazione, ma strategie che favoriscono la spendibilità della conoscenza acquisita.»
«Da questa prospettiva si parte a prevedere un sostegno attivo alle aziende con sgravi fiscali e incentivi. Tutti questi aspetti sono stati concertati con le parti sociali. I giovani sono uno dei punti particolari del Piano e su questo abbiamo previsto un investimento notevole. La formazione continua, l'apprendistato e la preparazione sono la base importante di tutto questo lavoro che deve coinvolgere tutta l'Amministrazione.»
Il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), ha sottolineato che «dai dati forniti dalla Banca d'Italia emergono l'impennata dei tassi di disoccupazione e la debole propensione alla formazione: è la fotografia amara di una società che sta facendo pagare ai giovani gli errori e le mancate scelte degli anni precedenti. Fino adesso si è vissuto un po' alla giornata, senza un progetto per il futuro. Analizzando il Piano la prima sensazione è quella di leggere un quaderno delle buone intenzioni e di fatto è la riproposizione del vecchio Piano. Proponiamo che sia data centralità reale al ruolo e alla funzione pubblica. Chiediamo per prima cosa che la Regione per prima dia finalmente un esempio e che ogni azione d'ora innanzi sia portata avanti dall'amministrazione - e da tutte le partecipate - in totale trasparenza, garantendo assoluta parità di trattamento e di accesso a tutti. Vogliamo un Piano delle politiche del lavoro che favorisca i cambiamenti positivi e agevoli la trasformazione senza soffocare l'economia reale, che va stimolata con tutti i mezzi possibili. A che modello di sviluppo punta questa Valle d'Aosta? Quali strade nuove si intendono indicare e percorrere, visti i deludenti risultati finora registrati? Questo Piano non è in grado di aiutarci a rispondere alle domande.»
Le Président de la quatrième Commission, Diego Empereur (UV), a souligné que «le soutien de la relance économique est un objectif stratégique pour le triennat 2012-2014, en favorisant, d'une part, la reprise des entreprises dans les secteurs les plus touchés par la crise et, d'autre part, en prônant les interventions pour favoriser l'emploi des jeunes avec un haut niveau de titre d'étude et aux mesures pour l'emploi de personnes à haute professionnalité. Entreprises et associations de catégorie seront impliquées dans la conception de l'offre de formation dans le but de mettre au point des interventions cohérentes avec les besoins professionnels du territoire.» Il Presidente Empereur ha quindi evidenziato che «sensibilizzare il territorio sul tema dell'innovazione potrà produrre positive ricadute sull'orientamento delle scelte educative, formative, imprenditoriali e, in generale, di lavoro.»
Per il capogruppo del PdL, Massimo Lattanzi, «il programma si inserisce in un contesto di analisi che oggi è peggiorato. Il limite di questo Piano è la sua complessa applicazione. Individuiamo in questo programma timidi segnali di liberalizzazione. Ci sono però obiettivi che per noi saranno difficilmente raggiungibili. È un Piano decisamente ambizioso, lo considero ancora vincolato da tutte le complessità amministrative e burocratiche che saranno presenti per cercare di realizzare gli obiettivi. È uno strumento che però non è la soluzione del problema: tende a sostenere politiche di rilancio economiche che dipendono da noi. La realizzazione di questi processi sarà ostacolata dai processi amministrativi e pubblici burocratici. Se c'è qualcosa da fare per aiutare questo Piano è la semplificazione e la sburocratizzazione. Le risorse sono importanti, il Piano complesso, saranno i protagonisti della sua realizzazione a doverlo attuare.»
La Consigliera Carmela Fontana, capogruppo del PD, ha dichiarato che «i numeri contenuti nel Piano sono completamente autoreferenziali e non esiste alcuna lettura sulle ricadute sull'occupazione. La strategia va completamente ripensata perché l'improvvisazione in questo settore e in questo periodo non è più concepibile. Mettiamo in campo iniziative specifiche per inserire i giovani nel mondo del lavoro e dare loro una prospettiva di vita. Crediamo che occorra invertire la tendenza e concentrarsi su almeno tre priorità: un piano straordinario di politiche e incentivazioni per l'occupazione giovanile; un piano straordinario per il reinserimento lavorativo dei disoccupati con oltre 45 anni di età; un serio piano industriale che porti nuovi insediamenti produttivi ad alto valore aggiunto in Valle d'Aosta.»
Il Presidente della seconda Commissione, Andrea Rosset (UV), ha detto che «in un contesto sociale di difficoltà si è cercato di porre particolare attenzione al mondo dei giovani, al loro inserimento nel mondo del lavoro ma ancora di più al loro avvicinamento al cammino professionale da intraprendere, con la proposta di un sistema di istruzione e formazione integrato per ridurre la dispersione e l'abbandono scolastico e per rafforzare il sistema dell'offerta formativa post-diploma, ma non solo. Si è infatti cercato di sviluppare interventi regionali destinati sia all'apprendistato di base che a quello specializzante o di alto livello. Per cercare sinergie tra orientamento e formazione, così come tra mondo della scuola e sistema produttivo, è necessario, oggi più che mai, fare sistema: è questo il ruolo della politica.»
Per il Presidente della terza Commissione, Dario Comé (SA), «il nuovo Piano rappresenta una leva strategica per affrontare la crisi, rispondendo alle diversificate esigenze dei lavoratori e delle imprese, valorizzando le competenze di programmazione delle diverse istituzioni coinvolte. Nel 2011, si è registrato un aumento delle assunzioni a tempo determinato (+ 9% per le donne e +15% per gli uomini), ma purtroppo manca una stabilizzazione dei contratti (che sono diminuiti del 10,4%). Il nuovo Piano tende, quindi, a incentivare le assunzioni a tempo indeterminato (è previsto che la Regione si assuma, per tre anni, il 50% del costo salariale lordo per ogni lavoratore con contratti indeterminati e fino al 55% per le donne e i giovani, mentre nel caso di lavoratori cui mancano cinque anni per la pensione la proroga è di cinque anni) e a spingere alla creazione di nuove attività di impresa investendo su nuovi settori, quali la green economy, e nei servizi alle persone. Bisognerà rivalutare, grazie anche alla formazione professionale, quei posti di lavoro che, in questi anni, non sono stati più presi in considerazione dai lavoratori valdostani, tanto che solo grazie alla forza-lavoro straniera si è potuto continuare a garantire l'assistenza agli anziani e agli ammalati, i lavori negli alpeggi, nel turismo ricettivo e nell'edilizia.»
La cheffe du groupe Alpe, Patrizia Morelli, a évoqué «le phénomène du "clientelisme", qui avec la crise ne fait que s'accentuer. Le pouvoir arbitraire de donner ou de ne pas donner du travail est devenu aujourd'hui un pouvoir de vie ou de mort, notamment pour les jeunes, et il agit sur le système des valeurs. Par ce Plan nous pouvons tracer les lignes et les objectifs stratégiques pour que les procédures de recrutement soient avant tout transparentes et égalitaires afin de pouvoir donner les mêmes égalités de chance pour tous. Ne pérennisons pas certaines méthodes : ce Plan ne semble pas donner les réponses pour que soient créées les conditions qui rendent les citoyens libres et non pas des serviteurs.»
PL/MM/SC