Info Conseil
Communiqué n° 324 de 21 juin 2012
Respinta una risoluzione sui lavori della Commissione speciale per l'esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle
Adunanza del Consiglio regionale
Nel corso della discussione generale, il Consiglio ha respinto una risoluzione proposta dal gruppo Alpe, con 23 voti contrari e 8 a favore (Alpe e PD), che impegnava la Commissione a rendere consultabile l'integralità dei propri lavori e ad avvalersi di professionalità esterne nel prosieguo dell'attività.
La Commissione speciale, i cui compiti sono quelli di individuare i settori maggiormente a rischio di penetrazione mafiosa in Val d'Aosta, di stabilire accordi con analoghi organismi presenti a livello nazionale, regionale e locale nonché di studiare e proporre pratiche amministrative e interventi normativi che rafforzino il presidio dei fenomeni malavitosi, aveva l'obbligo di riferire all'Aula consiliare l'evoluzione dei propri lavori entro il 30 giugno, mentre la relazione conclusiva dovrà essere rimessa al Presidente del Consiglio entro il 31 ottobre 2012.
«La Commissione - ha riferito il Presidente Diego Empereur (UV) - si è data un programma di lavoro articolato su tre linee direttrici: ricognizione e ascolto, approfondimento e confronto, elaborazione di proposte. Al fine di sviluppare la prima delle tre fasi, ossia l'ascolto, tra il 1° marzo, data del suo insediamento, e l'11 giugno 2012, ci siamo riuniti nove volte audendo 22 soggetti rappresentativi di enti e istituzioni che fossero in grado di fornire contributi utili all'acquisizione di elementi conoscitivi in ordine al fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata. Prossimamente saremo a Roma per incontrare la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia presieduta dal senatore Giuseppe Pisanu.»
«Dal lavoro svolto in questi primi mesi - ha aggiunto Empereur -, emerge la constatazione che la costituzione della Commissione speciale ha favorito la giusta presa di coscienza e il conseguente dibattito sulla tematica in questione. Le figure istituzionali e i soggetti che si sono succeduti al tavolo della Commissione speciale - nel manifestare interesse e apprezzamento per l'istituzione e l'attività di questo organismo - hanno mostrato grande disponibilità nell'accettare l'invito a partecipare ai lavori e hanno assicurato il proprio contributo in vista di un'eventuale successiva richiesta di collaborazione. E' stata, infine, auspicata da più parti la necessità che vengano gettate le basi per la necessaria sinergia tra i vari attori che operano sul territorio della nostra regione, allo scopo di favorire un importante e certamente utile canale di dialogo per il futuro.»
Per il Consigliere Roberto Louvin (Alpe), «da questa relazione, molto "felpata", emerge un quadro che presenta una diversità di elementi: si passa dalla relativa sorpresa di fronte al fenomeno e di un'ammissione di sostanziale non conoscenza di situazioni di questo genere a reazioni di forte consapevolezza e di decisa reattività. Emergono altresì alcuni punti nevralgici, come le questioni degli appalti e dei subappalti, del riciclaggio e dell'usura. Questa prima fase è stata utile per molti per iniziare a farsi un'idea: un'idea che esclude comunque le tesi negazioniste (che ritengono che il problema in Valle d'Aosta non esista) e conferisce invece ampia fondatezza alle ragioni che hanno portato alla creazione di questa Commissione. Crediamo che per il prosieguo, questa Commissione dovrà muoversi in sintonia operativa con il mondo associativo e non ripiegarsi in un lavoro strettamente interno.»
Il Consigliere di Alpe, Alberto Bertin, ha illustrato una risoluzione che il suo gruppo ha presentato in Aula. «Le risultanze dei lavori confermano un'importante presenza della 'ndrangheta sul territorio e una forte potenzialità di infiltrazione della stessa nel tessuto economico, sociale e politico della regione. Questa Commissione può anche rappresentare un momento di sensibilizzazione dell'opinione pubblica essenziale per contrastare la diffusione del fenomeno mafioso: per questo abbiamo ritenuto di proporre una risoluzione che ha un duplice obiettivo. Da una parte, chiediamo di rendere consultabili, con la sola eccezione di dati eventualmente sensibili, l'integralità dei suoi lavori e dei documenti di approfondimento eventualmente acquisiti; dall'altra, impegniamo la Commissione a proseguire nella propria azione dotandosi di professionalità esterne in grado di fornire gli strumenti per un'attenta analisi del fenomeno e coadiuvare i Commissari nell'elaborazione di proposte utili a contrastare l'infiltrazione in Valle delle organizzazioni criminali di stampo mafioso.»
Il Consigliere del PD, Gianni Rigo, ha espresso il voto favorevole del proprio gruppo alla risoluzione, proponendo anche un momento di incontro con la popolazione per far circolare, al termine dei lavori, le informazioni sul fenomeno e le misure che saranno eventualmente adottate. «Dovremo consegnare a questo Consiglio un documento chiaro, trasparente e completo, credo quindi che l'apporto di professionalità esterne potrà essere utile. Il difficile della Commissione viene adesso; si tratta infatti di avviare la seconda fase, quella propositiva: fornire indicazioni e suggerimenti per rafforzare l'attività del Consiglio, della pubblica amministrazione, della società civile nel contrasto alle infiltrazioni mafiose. Dovremo concentrare la nostra azione sul fronte culturale per prevenire l'omertà e il silenzio: per farlo dovremo favorire la partecipazione diretta dei cittadini.»
Per il Capogruppo del PdL, Massimo Lattanzi, «la risoluzione risulta una nota stonata in un momento molto delicato dei lavori della Commissione: mi sembra di fare della bassa macelleria su di un lavoro che il Consiglio attraverso la Commissione sta portando avanti con serietà. Si tratta per altro di una proposta che non è mai stata discussa in Commissione. Non ne condivido nemmeno le premesse, secondo le quali esisterebbe una pesante infiltrazione mafiosa nella nostra regione. Chiedo quindi ai proponenti un atto di onestà intellettuale, di correttezza politica e di ritirare la risoluzione: un invito per continuare a lavorare serenamente in seno alla Commissione. Altrimenti la riterremo una provocazione politica da parte vostra: ancora una volta dimostrate di volere i titoloni di giornale, di voler essere i soli paladini della legalità.»
Il Capogruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone, si è detto «sorpreso e anche un po' "scocciato". La risoluzione è inaccettabile nel metodo e nel merito: volevamo lavorare in tutta serenità, mentre questa fuga in avanti del gruppo Alpe dimostra come voglia sempre esprimere una sorta di moralismo con considerazioni che sinceramente non condivido, anche perché siamo ancora in una fase di approfondimento. Mi vengono in mente tutte quelle perplessità che avevo già espresso in sede di istituzione della Commissione.»
Il Consigliere Bertin ha quindi dichiarato l'intenzione di non ritirare la risoluzione.
SC