Info Conseil
Communiqué n° 298 de 6 juin 2012
Approvata una risoluzione sulle miniere di Cogne
Adunanza del Consiglio regionale
La petizione popolare presentata da 683 cittadini alla Presidenza dell'Assemblea regionale il 6 marzo scorso e volta a mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le miniere di Cogne è stata al centro del dibattito consiliare del pomeriggio di mercoledì 6 giugno 2012. La discussione si è conclusa con l'approvazione (26 voti a favore e 8 astensioni) di una risoluzione presentata dai gruppi di maggioranza, Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération Autonomiste e Il Popolo della Libertà, mentre è stata respinta (26 voti contrari e 8 a favore) la proposta dei gruppi Alpe e Partito Democratico.
La risoluzione adottata «impegna il Governo regionale a valutare come conseguire significative sinergie tra le lavorazioni in atto relative all'istanza di rinuncia presentata dalla società Fintecna e la realizzazione di un percorso museale di valorizzazione turistico-culturale della miniera di Cogne al fine sia di rendere omaggio alla memoria di questa importante pagina della storia valdostana sia di valorizzare il potenziale turistico culturale del sito nella sua complessità, anche attraverso l'uso dei fondi europei.»
La proposta della minoranza era invece tesa a non dare corso allo smantellamento della ferrovia del Drinc, alfine di non precludere irreversibilmente l'organicità di un percorso di rivalutazione del sito minerario e nell'intento di garantire alla popolazione di Cogne una via di soccorso.
Il Presidente della quarta Commissione, Diego Empereur (UV), ha presentato all'aula la relazione approvata a maggioranza dai Commissari a seguito dell'esame della petizione. «Per quanto riguarda la tranvia - ha riferito Empereur -, non vi sono particolari elementi di novità rispetto a quanto già emerso nel corso del dibattito consiliare del 13 luglio 2011, quando era stata approvata una risoluzione che impegnava la Giunta regionale a rinunciare al completamento della tranvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz. Anzi, sono stati riconfermati, da più parti, gli elevati costi di investimento ancora necessari per riattivare il collegamento, oltre ai ben noti limiti intrinseci di tipo trasportistico e gestionale dell'infrastruttura.»
«Un discorso diverso va fatto invece per le miniere di Cogne - ha aggiunto Empereur -. C'è da ricordare infatti che l'Amministrazione regionale ha portato a conclusione il procedimento relativo all'istanza di rinuncia alla concessione presentata dalla società Fintecna spa (titolare della concessione mineraria e proprietaria di terreni e fabbricati), prescrivendo un ampio ventaglio di lavori di messa in sicurezza e recupero ambientale che il concessionario dovrà eseguire a proprie spese. Lavori che comporteranno un onere piuttosto rilevante - circa 8 milioni di euro - e che consentiranno di produrre un sensibile miglioramento delle condizioni del sito minerario, senza però pregiudicarne future iniziative di recupero ai fini museali, anzi ne costituiranno un elemento facilitante. Inoltre, le normative regionali in materia mineraria consentono di autorizzare l'apertura alla visita di siti minerari dismessi, così come è avvenuto per le aree di Saint-Marcel e Brusson. L'ipotesi di recupero museale risulta pertanto ampiamente percorribile, anche se un'eventuale iniziativa di valorizzazione del sito industriale dismesso potrà essere avviata solo una volta che le opere di messa in sicurezza saranno state interamente realizzate e collaudate: si stima che la durata dei lavori possa essere di circa tre anni.»
Il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), ha espresso il disaccordo del suo gruppo sulle conclusioni cui è giunta la quarta Commissione, in quanto «riteniamo che non debba essere preclusa la possibilità di riaprire il collegamento tra Pila e Cogne, perché c'è una richiesta molto ferma, precisa e diretta da parte della comunità di Cogne, che secondo noi deve essere tenuta in debito conto. Crediamo, quindi, che sia necessario bloccare le irreversibili azioni di smantellamento in atto: il sito minerario di Cogne è unico e irripetibile e, in tal senso, va valorizzato. A nostro avviso, la risoluzione presentata dal nostro gruppo risponde alle attese dei firmatari e non ostacola sviluppi futuri.»
Per il Consigliere Luciano Caveri (UV) «non si devono mescolare le mele con le pere: non si può confondere la vicenda del trenino Pila-Cogne, che ha gettato un'ombra inquietante sulla nostra regione, ed è esemplare nella sua negatività, con le miniere di Cogne, che rappresentano attraverso una loro valorizzazione turistica e culturale un elemento di speranza per la comunità di Cogne, che in questo momento ha paura di essere abbandonata.»
Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha evidenziato che «ci sono vari elementi di novità rispetto allo scorso anno: innanzi tutto, 683 cittadini di Cogne che attraverso una petizione chiedono di rivedere la posizione della Regione sul trenino Pila-Cogne; quindi, la precisa richiesta di non smantellare la ferrovia, ma di procedere piuttosto ad una sua valorizzazione al fine di accrescere l'offerta turistico-museale delle miniere e di mantenere una via di accesso alternativa per l'abitato di Cogne. In ultimo chiediamo a questo Governo a fine Legislatura di non fare nulla anziché fare danni irreparabili. Come gruppo, sposiamo appieno le istanze sostenute nella petizione e chiediamo di non buttare via tutto perché magari in un futuro le nuove generazioni potrebbero essere in grado di valorizzare quello che oggi non si è riusciti a fare.»
Il Capogruppo del PdL, Massimo Lattanzi, ha sostenuto che «la politica politicante da prima repubblica deve finire: il progetto del trenino di Cogne andava abbandonato perché è stato uno spreco ingente di denaro pubblico durato trent'anni e noi abbiamo avuto il coraggio di dire basta dopo che si sono dimostrati l'insostenibilità economica, gli errori progettuali e le mutate norme di sicurezza. Invece, le miniere di Cogne sono un patrimonio ancora valorizzabile e lo abbiamo ribadito nelle conclusioni cui è giunta la quarta Commissione. Il resto sono chiacchiere. I cittadini si aspettano soluzioni e non solo proteste: oggi, da parte dei gruppi di opposizione, non abbiamo sentito una sola proposta alternativa, ma soltanto posizioni demagogiche a fini elettorali che la comunità non merita. Cogne merita attenzione, investimenti e verità.»
Per il Presidente della terza Commissione, Dario Comé (SA), «400 persone rispetto ai 1500 abitanti di Cogne non rappresentano la comunità nella sua interezza. Cerchiamo di essere seri e di dire che questa è la volontà di alcuni cittadini che hanno chiesto alla Regione di rivedere le proprie posizioni, ma che la Regione, pur avendo preso in considerazione la petizione, non è obbligata all'accoglimento di tale richiesta.»
L'Assessore al turismo, sport e trasporti, Aurelio Marguerettaz, ha precisato che «se noi togliamo la potenzialità trasportistica della ferrovia Pila-Cogne, quel treno non ha nessun senso: dal punto di vista turistico non ha alcuna potenzialità perché si tratta nei fatti di un "buco nero", che non offre nessuno scenario paesaggistico. Non abbiamo particolare fretta nel dismettere il patrimonio infrastrutturale della regione, abbiamo piuttosto il dovere di dire la verità ai cittadini cercando di essere realisti, anche se le brutte notizie non piacciono mai. Oggi è veramente il momento di ribadire la scelta assunta un anno fa in quest'aula. Non viene, invece, messa in discussione la valorizzazione di un importante sito come quello di Cogne, che anzi provvederemo a rivalutare.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha definito «improponibile e impraticabile la rivitalizzazione della ferrovia, anche come sola via di sicurezza, per l'ingente mole di risorse che richiederebbe. Crediamo, invece, che il sito minerario vada valorizzato perché rappresenta un patrimonio storico di grande importanza, ma non dobbiamo dimenticare che la sua gestione avrà dei costi ingenti che dovremo giustificare come spesa pubblica perché si tratta di aree che non riescono a sopravvivere altrimenti. Il trenino Pila-Cogne è una vicenda incresciosa e credo che noi tutti abbiamo dimostrato grande responsabilità quando abbiamo deciso di abbandonare definitivamente il progetto.»
Il Consigliere Roberto Louvin (Alpe), nell'illustrare la risoluzione proposta dal suo gruppo e dal PD, ha ribadito la richiesta di «non mettere una pietra tombale sulla vicenda della tranvia Pila-Cogne perché è questo che ci chiede la comunità di Cogne. Non facciamo sì che la fretta di andare a smembrare questa struttura, crei poi delle condizioni di impraticabilità per il futuro, quando magari la tecnologia ci offrirà delle soluzioni alternative e realmente perseguibili. Non seguiamo la linea tracciata dall'Assessore Marguerettaz che si distingue oggi come 'rottamatore' del nostro patrimonio ferroviario. Diamo un segno di speranza e non di chiusura.»
Per il Capogruppo di Fédération Autonomiste, Leonardo La Torre, «la nostra risoluzione è perfettamente in tema con le richieste presentate dai cittadini di Cogne perché tende alla valorizzazione del sito minerario di Cogne. La galleria del trenino di Cogne non offre le condizioni di sicurezza per poterci credere ancora: dobbiamo avere il coraggio di dire basta e in un momento di crisi complessiva come quello che stiamo vivendo abbiamo il dovere di distribuire equamente le ricchezze a tutta le comunità valdostana.»
SC