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Communiqué n° 190 de 4 avril 2012

Iniziato l'esame della proposta di legge di iniziativa popolare in materia di gestione dei rifiuti

Adunanza del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale ha iniziato l'esame della proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da settemila cittadini, riguardante nuove disposizioni in materia di gestione di rifiuti (modificazione alla legge regionale n. 31/2007) e tesa a escludere la possibilità di costruire e di utilizzare impianti a caldo di smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati.

La Consigliera Patrizia Morelli (Alpe), relatore del provvedimento, ha ripercorso la genesi della proposta nata dalle perplessità dei cittadini e degli Amministratori locali nei confronti della decisione del Consiglio di realizzare un sistema di pirolisi e gassificazione, oltre che gli approfondimenti svolti dalle Commissioni consiliari "Assetto del territorio" e "Servizi sociali". «Escludendo ogni forma di trattamento a caldo nel territorio valdostano, la proposta di legge riserva la valorizzazione, anche ai fini energetici dei residui finali, solo ai trattamenti a freddo, che le attuali tecnologie comunque consentono. Per i promotori, tale esclusione si rende necessaria in considerazione delle ridotte dimensioni territoriali della regione e dei limitati quantitativi di rifiuti prodotti, nonché al fine di tutelare la salute e di perseguire criteri di economicità, efficienza ed efficacia
La Consigliera Morelli ha quindi posto l'accento sulla sostenibilità economica dell'impianto in questione e sulla sua efficienza: «i dati sono eloquenti, la produzione regionale di rifiuti si attesta sulle 80.000 tonnellate all'anno, circa 600 chili all'anno per abitante; mettendo in atto tutte le azioni  previste a norma di legge dalla gerarchia nella gestione dei rifiuti, rimarrebbero al massimo circa 25.000 tonnellate di rifiuti da trattare. Un quantitativo che i promotori considerano troppo esiguo per un impianto previsto per 59.500 tonnellate, che non garantirebbe un corretto rapporto costi-benefici, fattore imprescindibile per una adeguata valutazione del sistema, come evidenziato sin dal 2003 in fase di approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Inoltre, la necessità di far funzionare a regime il pirogassificatore fa temere che si possa determinare l'effetto nefasto di disincentivare una corretta gestione dei rifiuti, volta alla riduzione e al recupero di materia, prima che al recupero energetico e allo smaltimento, andando così a vanificare le politiche virtuose che la nostra regione sta mettendo in campo e che vanno ulteriormente incrementate
«In conclusione, in considerazione soprattutto dell'interesse generale, individuando la modalità che meglio risponde alle esigenze della nostra comunità, ritengo opportuno rivalutare le diverse possibili opzioni che la tecnologia e la ricerca oggi sono a nostra disposizione, tenendo conto ovviamente della nostra realtà. Chiediamoci se il pirogassificatore sia la scelta più consona per la Valle d'Aosta o se, al contrario, non sia accoglibile l'esortazione della proposta di legge a non adottare sistemi a caldo, che vincolerebbero la nostra regione per un lungo lasso di tempo ad una scelta della cui inidoneità potremmo dover prendere atto troppo tardi

Ha quindi preso la parola il Vicepresidente della terza Commissione, Piero Prola (UV). «Se credo nella buona fede dei tanti cittadini che hanno sottoscritto la proposta, non credo ai sani principi ispiratori. E' un gioco politico praticato sul filo della comunicazione scorretta, giocato sul filo della propaganda strumentale. In Commissione abbiamo percepito che il sostegno dei proponenti alla tesi del "no trattamento a caldo" fosse di ordine culturale e di principio, dimenticando però il profilo pratico legato al problema di gestire ogni giorno tonnellate di rifiuti e che fra due anni avremo la discarica completamente esaurita. Sulla scelta fatta dalla maggioranza, abbiamo deciso in tutta serenità, con coscienza, analizzando tutte le ricadute sociali, economiche, sanitarie, con responsabilità, valutando tutti gli elementi in gioco con i dovuti approfondimenti scientifici, e con la razionalità del buon amministratore che per tempo deve risolvere i problemi per non crearne altri. Abbiamo cercato e proposto una fattibilità concreta agendo nel quadro normativo europeo, nazionale e regionale e pensando alla sostenibilità economica del nostro progetto: oltre ad avere i costi strutturali e gestionali sul periodo considerato (20 anni) decisamente inferiori al sistema proposto dal Comitato virtuoso di ben 45 euro a tonnellata, il nostro sistema dà la garanzia di flessibilità e modularità del processo per adattarsi ai quantitativi effettivamente prodotti, ma anche alla loro riduzione che sarà perseguita e attesa. Non abbiamo pensato di avvelenare la nostra gente, siamo anche noi cittadini attenti al rispetto dei fattori ambientali, del nostro territorio di montagna, fragile e delicato. Ma siamo anche solidali con gli altri popoli che ci circondano e non vogliamo scaricare sui loro territori i nostri problemi. Ma siamo anche determinati a portare a buon fine tutte le azioni di riduzione e di differenziazione dei rifiuti oltre che a chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti in Valle con la realizzazione del nostro progetto. Siamo quindi contrari ad una legge che impedisca il trattamento a caldo su tutto il nostro territorio regionale.»



SC-MM