Info Conseil
Communiqué n° 126 de 7 mars 2012
Iniziative su misure precauzionali contro diffusione gravi malattie tra operatori scolastici
Adunanza del Consiglio regionale
Il tema della prevenzione della salute degli operatori scolastici è stato al centro di due iniziative presentate rispettivamente dalla Capogruppo del Partito Democratico, Carmela Fontana, e dalla Capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli.
Richiamando il caso di tubercolosi polmonare segnalato di recente nella scuola dell'infanzia di Sarre riguardante un soggetto adulto che opera nella struttura, le Consigliere Fontana e Morelli hanno voluto conoscere i controlli sanitari ai quali sono sottoposti gli operatori scolastici al fine di evitare la diffusione di gravi malattie quali la tubercolosi, quali procedure sanitarie sono state attivate nei confronti degli alunni in caso di rischio di contagio e se si intende adottare misure cautelative atte a tutelare la salute di tutti.
Nella risposta, l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce, ha detto che «negli anni 2000 il legislatore ha ritenuto, grazie ai risultati ottenuti e alla netta riduzione dei casi di tubercolosi attiva diagnosticati in Italia, di procedere all'abolizione di alcuni accertamenti obbligatori e delle relative certificazioni di idoneità lavorativa. In Italia l'incidenza della malattia è di circa 10 casi su 100.000 abitanti, e lo stesso vale per la nostra regione. Gli accertamenti, quindi, per la prevenzione della malattia tubercolare sono stati regolarmente eseguiti fino al 2000 e dal 2001 non sono stati più eseguiti accertamenti specifici o test di screening per la tubercolosi per il personale scolastico di ogni ordine e grado.»
«Per il caso di Sarre, il servizio di igiene e sanità pubblica si è attivato per la relativa indagine epidemiologica. Si è provveduto a identificare i contatti 'stretti' e quelli 'regolari' ed è stata indetta una riunione informativa, a cui hanno partecipato tutti i soggetti interessati, compresi i genitori degli alunni. La sorveglianza sanitaria consente di indagare se i contatti stretti o continuativi sono stati infettati e di predisporre la sorveglianza e l'eventuale trattamento preventivo così da ridurre la diffusione del contagio. Attualmente la sorveglianza sanitaria e l'esecuzione di accertamenti specifici viene svolta solamente in caso di notifica di un caso di malattia attiva e in seguito all'attivazione dell'indagine epidemiologica da parte dell'Ufficio di Igiene e sanità pubblica.»
«Inoltre, i contatti identificati vengono sottoposti all'inoculazione di una piccola quantità di tubercolina nell'avambraccio che indicherà se il soggetto è venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Ribadisco che attualmente le misure precauzionale specifiche in ambito scolastico vengono attivate solo in seguito alla notifica di un caso di malattia attiva. I dati epidemiologici oggi disponibili non evidenziano sulla popolazione scolastica dati allarmanti e non si è assistito negli ultimi anni a un incremento dei casi di malattia attiva. Allo stato non sono ancora disponibili i risultati completi dell'indagine epidemiologica e quindi non è possibile trarre delle conclusioni. Posso però affermare che i contatti stretti sono risultati negativi sia alla prova tubercolare sia al controllo con test del quantiferon e molto probabilmente si tratta di una negatività generale e al momento tutto risulta quindi nella norma.»
Nella replica, la Consigliera Morelli ha precisato che «la problematica a livello nazionale rimane perché ci son regioni in cui i casi non sono segnalati. Ci sarebbero dei dati, quindi, sottostimati. L'evoluzione nel tempo su come si affronta la tubercolosi ci deve far riflettere: vi sono problemi sociali che si stanno ripresentando e che possono ricreare le condizioni per una ripresa di questa malattia. Anni fa i controlli venivano effettuati sistematicamente, mentre ora si tende a pensare che la malattia sia scomparsa del tutto, ma questi avvenimenti ci dimostrano che non è così. Non bisogna abbassare la guardia sia nella nostra regione che a livello nazionale, contribuendo a un dibattito serio sull'argomento. I fatti recenti sono, comunque, dei campanelli d'allarme di cui bisogna tenere conto.»
La Consigliera Fontana ha, quindi, replicato che «la preoccupazione rimane malgrado i dati forniti. Sarà opportuno prevedere una campagna di informazione magari annuale al fine di prevenire ulteriori casi. Per un caso di questo genere si sarebbe potuto avvisare prima il Sindaco e poi i genitori per evitare di generare molta confusione e tanta preoccupazione.»
PL