Info Conseil
Communiqué n° 655 de 21 décembre 2011
Respinte due proposte di legge in materia di riduzione del numero dei Consiglieri e degli Assessori
Adunanza del Consiglio regionale
L'Assemblea regionale ha respinto con 25 voti contrari, 5 astenuti (Alpe) 4 favorevoli (PD e il Consigliere Tibaldi) la proposta di legge, di rango costituzionale, presentata dal gruppo consiliare del Partito Democratico, volta a ridurre a 29 il numero dei Consiglieri regionali, e con 27 voti contrari e 8 favorevoli (Alpe e PD) la proposta che prevedeva la limitazione del numero degli Assessorati regionali fino ad un massimo di sei, sempre presentata dal gruppo del PD.
Nel proseguimento del dibattito, sono intervenuti i Consiglieri Rigo, Tibaldi, La Torre, Donzel, Salzone e il Presidente della Regione Rollandin.
Il Consigliere segretario, Gianni Rigo (PD) ha affermato che "le istituzioni combattono l'antipolitica se sanno autoriformarsi. Ci vuole uno scatto in avanti. E la posta in gioco è alta. Avvertiamo la necessità di ridisegnare un sistema che sia in sintonia con le nuove regole, i nuovi strumenti e le nuove sfide venute prepotentemente alla ribalta. L'obiettivo è quello di stabilire un confronto per la definizione di una riforma profonda, e per essere tale non deve partire dall'antipolitica e dalla demagogia, ma da dati di fatto concreti. La politica ha il dovere della sobrietà, dell'equità, del rigore, della trasparenza. Oggi i costi vanno ridotti chirurgicamente anche per rilanciare i partiti. La nostra proposta di legge vuole essere strumento e occasione per iniziare un confronto sui temi più importanti: costi della politica, ma anche efficienza delle istituzioni. La forza di un Consiglio regionale non è data dal numero di Consiglieri, ma dalla capacità di guardare al futuro: un Consiglio debole, al di là dei numeri, è sinonimo di democrazia debole e questo non è un bene per nessuno."
Il Consigliere Enrico Tibaldi (PdL) ha voluto sottolineare che "una riduzione dei Consiglieri regionali non può essere dichiarata demagogica. Tutte le proposte hanno diritto di cittadinanza all'interno di questa Assemblea anche se l'argomento istituzionale, statutario ho capito presentando la mia proposta, è ancora considerato un tabù. Questa normativa in discussione attiene ai costi della democrazia perché la riduzione numerica vuol dire anche diminuzione della spesa pubblica. E non è solo una questione economica, ma anche di rappresentatività e di funzionalità. Il problema della funzionalità è un problema grave: il Consiglio regionale è sempre più un organo di ratifica di atti che vengono deliberati dall'organo esecutivo. Dal punto di vista della proposta, oggi l'unico percorso possibile è quello della legge costituzionale: la modifica dello Statuto è un problema di attualità e bisognerà prima o poi affrontarla, prima che qualcuno ci propini una soluzione amara dall'esterno. Esprimerò il voto favorevole a questa legge perché segue il principio che ha ispirato la mia proposta, al di là dei numeri."
Per il Consigliere Leonardo La Torre, capogruppo della Fédération Autonomiste, "sono contro la proposta del PD e non condivido la riduzione dei Consiglieri e dei Comuni. I partiti e i movimenti rappresentano la collettività e non possiamo pensare che questi soggetti rappresentino un costo per la comunità. Il vero problema non è il costo della politica, ma quello che produce la politica. I politici sono dei punti di riferimento per la Comunità e quindi semmai è necessario introdurre dei valori, degli obiettivi senza demagogia. I costi della politica sono quelli del non fare e quindi dobbiamo pensare a cosa possiamo fare per migliorare la nostra funzionalità. La capacità operativa diventa fondamentale. L'eccellenza non passa per la demagogia e il valore della democrazia non passa da questa proposta, né può essere rappresentato da un governo di tecnici che fa politica senza essere votato dal popolo, né rispetto per la storia, la cultura e i valori delle autonomie. Un governo che esautora la democrazia e a cui si può solo votare contro."
Il Consigliere Raimondo Donzel (PD), ha detto che "non abbiamo mai avuto la presunzione di avere noi la chiave della soluzione dei problemi. Non esiste la legge perfetta: con questa proposta vogliamo mettere un limite perché non è normale che non ci sia un limite di legge per gli Assessorati. Possiamo, quindi, ragionare nel merito. Crediamo nel ruolo della politica, ma è arrivato il momento di dare delle risposte ai cittadini, che si aspettano che la politica dia qualche segnale. Abbiamo presentato varie proposte che cercano di disegnare uno scenario del Consiglio Valle in cui ci sono riduzioni sia dei benefit, sia nelle indennità, sia dei Consiglieri, sia degli Assessorati. Il dibattito è estremamente importante. Senza queste riduzioni siamo lontani dalla volontà di ridurre i costi e quindi di risparmiare. Questo poteva essere un passaggio per rendere significativi i tagli. Si possono fare degli sforzi anche su questo fronte e non succede nulla di catastrofico."
Il Capogruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone, ha precisato che "siamo consci che non si può difendere l'indifendibile. Occorre però fare una differenziazione chiara e netta del Consiglio Valle rispetto ad altre realtà. Il nostro consesso è il luogo più alto della democrazia rappresentativa e anche solo un posto in meno è una minore forza rappresentativa. Mai come questa volta è indispensabile valutare quanto la rappresentatività sia importante in questa regione e quindi il problema non è tanto la riduzione dei costi in sé. Il vero costo dello Stato sono i miliardi di euro di evasione. Questo Consiglio rimane il luogo più saldo per poter avere un confronto nella democrazia più moderna."
Al termine della discussione generale ha preso la parola il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, per il quale "la nostra considerazione di mantenere il numero di Consiglieri a 35 è frutto anche di un confronto con le altre Regioni a Statuto speciale del nord, che sono chiamate a fare lo stesso ragionamento. Anch'esse non modificano il numero di Consiglieri sulla base di una serie di motivazioni che noi condividiamo e che sono legate alla presenza di minoranze linguistiche e alla rappresentatività delle vallate alpine. Per altro ricordo che in tempi non sospetti, all'alba della nostra autonomia, si è passati da 25 a 35 Consiglieri per garantire la piena rappresentatività della realtà valdostana: un discorso che è tuttora valido. Riguardo poi alla possibilità di fissare con legge il numero degli Assessorati, questo meccanismo non ci trova d'accordo perché crediamo che le situazioni che possono presentarsi siano diversificate a seconda delle situazioni. In linea generale, riteniamo che legare le riforme ai costi della politica sia riduttivo. I veri costi della politica sono altri e sono collegati ai ritardi nell'esecuzione degli interventi e alla mole di cause legali che ci troviamo a fronteggiare. Collegare il numero dei Consiglieri alla spesa è un discorso debole: noi riteniamo che la rappresentatività del territorio sia prioritaria."
PL