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Communiqué n° 650 de 21 décembre 2011

Approvate le modifiche sugli interventi per lo sviluppo alpinistico e alla disciplina dei gestori di rifugi alpini

Adunanza del Consiglio regionale

Con 23 voti a favore e 7 astensioni (Alpe e PD), il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge che modifica la normativa in materia di interventi per lo sviluppo alpinistico ed escursionistico e la disciplina della professione di gestore di rifugio alpino (legge regionale n. 4/2004).

Il provvedimento, che si compone di 18 articoli, è volto a ridefinire la disciplina regionale in materia di agevolazioni a favore di rifugi, bivacchi alpini e posti tappa escursionistici (dortoirs), con la finalità di adeguarne il contenuto alla luce dell'esperienza applicativa maturata nel corso degli anni.

Il Consigliere Salvatore Agostino (UV), relatore dell'iniziativa insieme con il Consigliere Alberto Crétaz (UV), ha sottolineato che "viene determinato un nuovo regime di intensità delle agevolazioni regionali, fissando al 70% della spesa ammissibile la percentuale massima di intervento per investimenti in lavori e forniture riguardanti rifugi alpini posti al di sopra dei 2.500 metri e bivacchi al di sopra dei 2.000 metri; la medesima percentuale massima è, inoltre, riconosciuta a favore delle iniziative realizzate da Enti pubblici e dalle società locali di guide alpine. In tutti gli altri casi, la percentuale è determinata al 40%. Una delle novità più significative riguarda poi l'eliminazione dei requisiti di distanza dalle vie d'accesso con mezzi meccanici o da altre analoghe strutture già esistenti quale condizione per l'accesso alle agevolazioni regionali nei casi di realizzazione di nuove strutture. In sostituzione, viene istituita una Commissione tecnico-consultiva (con rappresentanti di Regione, Unione valdostana Guide di alta montagna, Associazione gestori, Comuni interessati, Consiglio permanente degli Enti locali e Cai Valle d'Aosta) con il compito di valutare, caso per caso, l'idoneità dei progetti di nuove strutture a migliorare efficacemente la rete infrastrutturale a supporto degli alpinisti/escursionisti, avuto riguardo alle specifiche caratteristiche della zona interessata."

Altre novità, tra l'altro, concernono l'eliminazione del requisito della dotazione di servizi igienico-sanitari per i bivacchi alpini di nuova realizzazione, l'obbligo in capo ai beneficiari di garantire l'apertura al pubblico delle strutture assistite dai contributi regionali, nuove norme che sanciscono in capo ai proprietari l'obbligo di assicurare costantemente la pulizia e la conservazione delle strutture.

Nella discussione generale, sono intervenuti i Consiglieri Donzel e Morelli e l'Assessore al turismo.
Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD) "in questo provvedimento ci sono novità molto forti, che danno alla nuova norma un carattere ben diverso dalla precedente, che aveva alcuni limiti evidenti. Se prima c'erano regole oggettive per individuare il sito di un nuovo rifugio, ora si va nell'ottica dell'aleatorietà. E' stata creata una Commissione competente che fa capo all'Amministrazione regionale. Il parere ha carattere di soggettività, mentre noi avremmo gradito una vero e proprio 'piano regolatore' del sistema rifugi. Gli esperti ci hanno detto che i tempi di realizzazione del progetto erano tali da rendere questo lavoro molto faticoso e oneroso, ma spero che si arriverà ad avere una mappatura chiara, senza che soggetti pubblici o privati debbano dover seguire una burocrazia complicata. Abbiamo scoperto che alcuni soggetti, come il Cai, sono stati auditi in Commissione senza aver visto prima il disegno di legge: non è una procedura brillante. Mi preoccupa poi il trattamento che hanno i Comuni, che così diventeranno i primi competitors nei confronti dei privati nel settore dei rifugi. Si può dare ai Comuni la massima contribuzione per le ristrutturazioni per mantenere il patrimonio esistente, ma lasciamo all'imprenditoria privata i nuovi rifugi, non avventuriamoci in terreni non nostri. Sono state ridotte le risorse destinate ai privati in maniera divaricata rispetto al pubblico in un momento di grave crisi economica. Questo disegno di legge andava affrontato con minore 'irruenza' e senza lacune molto forti che ci lasciano perplessi."

La Capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli, ha evidenziato: "E' necessario che il sistema rifugi sia ben distribuito, organizzato e mantenuto, al fine di promuovere il territorio. E' dunque importante che l'Amministrazione regionale finanzi adeguatamente questo settore. A nostro parere la modifica più incisiva consiste nell'aver voluto graduare diversamente l'intensità degli aiuti andando a creare due sole classi di intervento, invece delle precedenti quattro percentuali. Così si crea una diversificazione troppo forte, con un differenziale del 30%, anche per situazioni che potrebbero essere molto simili: basta un solo metro di dislivello per cambiare radicalmente le prospettive di aiuto per i gestori. A questo proposito abbiamo proposto un emendamento che va a riequilibrare gli aiuti, in modo da non penalizzare troppo pesantemente più del 60% dei rifugi attuali. Non è facile dare una valutazione esaustiva a questo disegno di legge, che contiene un'infinità di rimandi a provvedimenti successivi della Giunta, su cui al Consiglio non sarà più dato modo di intervenire."

L'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Aurelio Marguerettaz, ha precisato che "le leggi non sono scritte nelle tavole di pietra, vanno modificate se ne appare l'esigenza. In questo caso abbiamo creato situazioni di maggiore fluidità. La minoranza sta correndo in soccorso a qualunque soggetto abbia delle lamentele. Ci siamo confrontati con l'Associazione dei rifugisti e non con il Cai, che non ha penalizzazioni da questa norma, la cui ratio non è di contrapporre pubblico e privato: abbiamo un'intensità di aiuto che è escluso dalla normativa degli aiuti di Stato, dove abbiamo il 40% a fondo perso, superiore a qualsiasi intervento per le attività commerciali. Non possiamo non attribuire ai soggetti pubblici la possibilità di intervenire in caso di inerzia dei privati anche per i rifugi nuovi. Abbiamo constatato che il sistema adottato sinora ha dato risultati non sempre corretti. Introducendo la Commissione tecnica abbiamo voluto risolvere questi problemi. Abbiamo individuato due classi di intervento non per creare una dicotomia tra pubblico e privato, ma una dicotomia tra il rifugio di interesse alpinistico e quello ordinario."



MM