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Communiqué n° 556 de 9 novembre 2011

Esaminata la petizione per la salvaguardia dell'area naturale dell'Alpe Cortlys-Sikken-Salzen

Adunanza del Consiglio regionale

L'Assemblea ha discusso la petizione popolare per la salvaguardia dell'area naturale dell'Alpe Cortlys-Sikken-Salzen nell'alta valle del Lys, presentata alla Presidenza del Consiglio regionale il 20 giugno 2011 e sottoscritta da 304 cittadini. La discussione si è conclusa con il voto contrario ad una risoluzione proposta dai gruppi Alpe e PD che chiedevano di effettuare una ricognizione delle domande di sub-concessione per la captazione dei corsi d'acqua al fine di valutare l'eventuale revisione delle procedure di rilascio di tali sub-concessioni.

La petizione, che era stata assegnata all'esame della terza Commissione "Assetto del territorio" e della quarta Commissione "Sviluppo economico", presiedute rispettivamente dai Consiglieri Dario Comé e Diego Empereur, evidenziava la preoccupazione per la realizzazione delle opere per la costruzione di un impianto di captazione di acque dal torrente Lys per la produzione di energia elettrica e per l'apertura di una pista di cantiere nel bosco di Sikken, sottolineando al contempo il pregio paesaggistico e naturalistico della zona.

Il Presidente Dario Comé (SA) ha illustrato in aula la relazione delle Commissioni, evidenziando che "la vicenda indica come vi sia una complessità del procedimento amministrativo che porta ad autorizzare non solo la possibilità di derivare acqua pubblica per la produzione idroelettrica, ma anche per costruire poi materialmente le opere necessarie a rendere effettiva la concessione di derivazione. Il piano regionale di tutela delle acque approvato nel 2006 ha introdotto elementi innovativi importanti in tale senso, venendo incontro alle esigenze di tutela ambientale che la direttiva europea 2000/60/CE in materia di acque ha chiaramente stabilito. La successiva deliberazione della Giunta regionale n. 976/2008 ha ulteriormente disciplinato la materia ponendo elementi maggiormente restrittivi nella valutazione delle domande di derivazione di acqua ad uso idroelettrico, tutelando al contempo il ruolo degli enti locali e dei singoli cittadini con apposite procedure di pubblicità, poi rafforzato dall'introduzione del procedimento di autorizzazione unica per la realizzazione degli impianti energetici."
"Questa vicenda - ha aggiunto Comé - è, poi, resa ulteriormente più complicata dal fatto che la concessione di derivazione non può essere oggetto di discussione, dal momento che il procedimento relativo è già concluso da tempo e che la richiesta, presentata in data 21 agosto 2009 da parte della società The Power Company, per l'incremento delle portate di subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico non è stata accolta dalla struttura regionale competente in data 2 ottobre 2009. Sarebbe quindi possibile intervenire solo sul procedimento finalizzato a consentire la realizzazione delle opere che possono rendere effettivo il diritto di concessione. Il TAR Valle d'Aosta con la sentenza n. 69/2011 ha evidenziato questo aspetto, imponendo di rivedere la parte di procedimento edilizio per la realizzazione della pista di servizio."
"Le Commissioni - ha concluso Comé - non potevano quindi che rilevare che l'unica risposta alla petizione non può che essere in rinvio alle conclusioni della sentenza del TAR e quindi alla revisione del procedimento di autorizzazione edilizia secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. I tecnici hanno spiegato infatti che il procedimento edilizio va reimpostato come autorizzazione unica, con la possibilità di applicazione della normativa sulla Valutazione di impatti ambientale se richiesta dal Comune, relativamente alle opere da realizzare per rendere concreto il diritto di derivazione acquisito con la concessione, che non è sicuramente posta in discussione."

Nel dibattito hanno preso la parola i Consiglieri Chatrian, Donzel e il Presidente della Regione.

Il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe): "Le centrali idroelettriche sono un argomento di peso e siamo già alla terza petizione sull'argomento. Secondo noi è giunto il momento di fermarci un attimo per fare il punto della situazione. Ecco perché, con i colleghi del PD, abbiamo voluto proporre una risoluzione non ideologica, non ottusa, ma propositiva, con il duplice intento di monitorare la situazione dello sfruttamento a fini idroelettrici della nostra acqua e valutare l'impatto sul territorio valdostano portato dalla costruzione degli impianti. mettendo in risalto eventuali criticità e punti di debolezza. E dopo aver ben approfondito, se dovesse risultare necessario o opportuno, dobbiamo avere la forza e la determinazione per definire i siti, le zone dove questi impianti non si possono fare. Non abbiamo pregiudizi su questo argomento, abbiamo però delle preoccupazioni per il nostro ambiente naturale. Non ci si può semplicemente trincerare, come in questo caso, dietro al rispetto delle procedure o peggio ancora ad una sentenza del Tar. Ecco perché riteniamo che nel percorso debbano essere coinvolti anche con gli enti locali, che conoscono molto bene e di cui sono responsabili. L'obiettivo è di trovare il giusto equilibrio fra sussidiarietà, sacrifici, salvaguardia dell'ambiente, qualità della vita e rispetto delle nostre comunità. L'acqua è forse la prima risorsa della nostra regione, confrontiamoci e troviamo insieme la giusta via per tutelarla e al contempo valorizzarla."

Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD), "le petizioni sono il segnale di un interesse dei cittadini di partecipare alla vita democratica ed è importante quindi che questo rapporto tra politica e cittadini non si disperda, anzi si rafforzi. Uno dei maggiori problemi che abbiamo affrontato in questi anni è la questione delle fonti di energia pulita, che tutti vorrebbero anche se gli impatti ambientali stanno diventando sempre più consistenti. Oggi abbiamo la necessità di rivedere le norme, allargando la riflessione agli enti locali, chiedendoci se una proprietà pubblica, come l'acqua - così come sancito anche dal referendum di giugno scorso - non debba avere una gestione più oculata e più attenta al fine di salvaguardare il nostro territorio."

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha detto che "le modalità operative per il rilascio delle sub-concessioni sono chiarissime e le procedure sono molto attente all'aspetto ambientale. Abbiamo messo in piedi un sistema molto prudente, con una nota ulteriore: le domande che oggi vengono presentate sono sempre più ridotte di numero e di portata perché le grandi centrali sono già tutte vincolate. Siamo disponibili a portare in Commissione le domande pervenute, ma non riteniamo necessaria la revisione del metodo di rilascio delle concessioni, perché le preoccupazioni espresse, che noi condividiamo, sono già state raccolte nella disciplina approvata cinque anni fa e rafforzata nel 2008. Sulla risoluzione ci asterremo pur confermando la disponibilità a relazionare in Commissione consiliare."

Per il Consigliere Chatrian, "non si tratta di fare una chiacchierata in Commissione sulle domande pervenute, ma piuttosto di fare una ricognizione completa con l'obiettivo di eventualmente modificare il metodo vigente. Prendiamo atto che non vi è la volontà politica di valutare l'eventuale revisione delle procedure di rilascio delle sub-concessioni."

SC